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Crozzon di Brenta, Parete Nord Est
Via delle guide
Relazione da una ripetizione dell’agosto 2008.
Primi salitori: Bruno Detassis e Enrico Giordani, 2 agosto 1935
Difficoltà: VI, TD.
Lunghezza: 700 metri + 250 metri facili fino alla vetta.
Tempi: 1h per l’avvicinamento, 6-8 h per la via e 4 h per la discesa fino al brentei
Materiale: 10 rinvii, qualche nut e qualche friend. Eventualmente martello e qualche chiodo.
Commento: Via eccezionale su placche quasi verticali spettacolarmente lavorate dall’acqua.
L’arrampicata è tecnica su appigli tipicamente generosi e la roccia, fatta eccezione per il catino
finale, è ottima. Chiodatura buona sui tiri duri [Vsup/VI], scarsa negli altri, comunque sempre
ottimamente integrabile con protezioni veloci e cordini su clessidre. Le soste, anch’esse comunque
integrabili, sono sempre comode su almeno due ancoraggi.
Nella relazione descritta vi sono tiri di lunghezza superiore ai 60 metri. In tali tiri, data la
considerevole lunghezza della via, abbiamo proceduto in conserva su difficoltà comunque
relativamente basse [max IV]. E’ comunque possibile spezzare i tiri descritti attrezzando facilmente
delle soste intermedie.
Da non sottovalutare infine la discesa: lunga ma, se in condizioni buone, non più difficile di molte
altre discese dolomitiche; diversamente in presenza di fitta nebbia, al calar del buio o con pioggia è
senza alcun dubbio una rogna e la presenza in vetta del bivacco castiglioni si presta come valido
paraculo.
Avvicinamento: dal brentei seguire il sentiero verso il rifugio pedrotti per qualche minuto. Lasciarlo
piegando a dx in corrispondenza di un grande plateau erboso che si segue portandosi
successivamente sul fondo ghiaioso della valle. Risalendo il lato opposto si punta al fondo del
canalone della tosa risalendone i primi facili nevai. L’attacco è posto sulla verticale della grande
striscia nera di dx che caratterizza il settore sinistro della grande parete. Ad una decina di metri da
terra, in un settore di roccia nera, è presente un bollo rosso sbiadito che individua chiaramente la
fessura-diedro d’attacco del primo tiro.
Descrizione:
 1° tiro: seguire la fessura-diedro su roccia nera. Si supera uno strapiombino e successivamente
su rocce più facili sulla sx si giunge alla sosta su 2 chiodi. [50 m, V, 2 ch]
 2° tiro: si segue la facile rampa-fessura sulla sx uscendo da ultimo su una cengia a dx dove si
trova una sosta. [45 m, IV]
 3° tiro: seguire la facile rampa sulla dx della sosta e il successivo diedro alla cui base è presente
una sosta con chiodi e cordoni. Si supera il diedro e si sosta in prossimità di un terrazzino sulla dx
su 2 chiodi e uno spuntone. [55 m, IVsup, 2 ch + 1 sosta]
 4° tiro: dritto per fessura fino alla prima cengia. Sosta su chiodi alla base di un diedrino formato
da un evidente pilastro staccato. [45 m, IV]
 5° tiro: seguire interamente il diedro sostando su due chiodi al suo termine. [45 m, IVsup]
 6° tiro: seguire la placca sovrastante ed il successivo camino nerastro sulla sx [clessidre] fino
alla seconda cengia che si segue per qualche metro sulla dx fino alla sosta su clessidrone alla base di
una lama staccata. [65 m, IV]
 7° tiro: seguire la facile lama verso sx e il diedro aperto sovrastante [numerosi chiodi] fin sotto
un evidente tettino [chiodo] che si supera verso dx superando una strozzatura. Seguendo il facile
diedrino successivo si perviene alla sosta su una piazzola da attrezzare con un chiodo e una
clessidra un metro più in alto di quest’ultimo. [50 m, Vsup, numerosi chiodi e qualche clessidra]
 8° tiro: seguire il diedrino sovrastante [2 chiodi] ed in prossimità di una clessidra piegare a sx
superando la facile placca sovrastante verso sx fino alla sosta su chiodi su una cengetta. [55 m, V,
2ch + 1 clessidra]
 9° tiro: salire sulla cengetta sovrastante la sosta e seguirla qualche metro verso dx [2 clessidre].
In prossimità di un chiodo avventurarsi sulla verticale placca sovrastante zigzagando tra i numerosi
chiodi presenti fino a raggiungere un’esile cengia [chiodo]. Seguirla verso dx 4 metri [chiodo] fino
alla sosta su 2 chiodi, di cui uno mio. [50 m, VI, numerosi chiodi]
 10° tiro: tornare indietro sulla cengia rinviando gli ultimi due chiodi del tiro precedente.
Alzandosi qualche metro continuare a traversare verso sx [clessidra] fino a raggiungere l’evidente
grande diedro da risalire interamente con facile arrampicata fino alla sosta su un terrazzino al suo
termine. [60 m, V, qualche chiodo]
 11° tiro: salire le placche articolate sovrastanti la sosta senza percorso obbligato piegando in
ultimo a sx in prossimità di un caminetto-diedro sul terrazzo al termine del quale si trova la sosta su
due chiodi. [75 m, IVsup, qualche chiodo]
 12° tiro: entrare nel canale sopra e a sx della sosta [numerose clessidre] e con percorso non
obbligato risalirlo verso sx attraversando il grande catino terminale. superare uno strapiombo molto
eroso fino ad una sosta su due chiodi su un terrazzo. [80 m, III/IV]
 13° tiro: risalire le rocce immediatamente a sx del catino terminale fino a dove queste si
abbattono. Sosta su spuntone in prossimità di un terrazzo al termine delle difficoltà. [50m, III/IV, 4
chiodi]
Con percorso non obbligato [I/II] si segue il grande catino che conduce alla vetta. Occhio a non
muovere sassi!
Discesa: Si svolge sulla complicata cresta che verso sud congiunge il crozzon alla cima tosa su
terreno facile ma infido che richiede molta attenzione e concentrazione. Oltre ad un paio di calate si
percorrono canalini detritici e cengie spesso esposte molto ben segnalati dai numerosi ometti. La
roccia è spesso mediocre; in un punto pessima. Dalla tosa si segue la normale a quest’ultima fino al
sentiero delle bocchette che si segue fino al pedrotti.
Spalle al bivacco, pochi metri a sx di trova la prima calata che deposita su una cengia 15 metri più
sotto. Si disarrampica fino alla forcelletta e si percorre una cengetta verso dx [spalle al bivacco] fino
a girare l’evidente spigolo; si sale lungo quest’ultimo fin quasi in vetta. Mantenendosi sul versante
ovest si perviene alla seconda calata che deposita 15 metri sotto. Si scende pochi metri fino alla
forcelletta e si risale direttamente la parete opposta.
Si seguono gli ometti fino al successivo canale che si segue in discesa sul fondo [sempre sul
versante ovest!] per qualche decina di metri fino a rimontare con un facile passaggio d’arrampicata
una cengetta stretta e molto esposta che parte due metri sopra il canale. Si segue la traccia con gli
ometti [successivamente più larga e meno esposta] fino ad un altro canale che si attraversa sul
versante ovest in leggera discesa [terreno marcio; eventuale sosta x doppia] fino ad una cengia che
si segue verso dx fino a superare l’ennesimo spigoletto. Seguendo gli ometti si risale lungamente
per facili sistemi di cenge fino a traversare verso dx [spalle a valle] con facile arrampicata fino al
fondo dell’ultimo canale; in questo punto vi sono vari punti in cui la traversata sul fondo del canale
sembra possibile: quella corretta è abbondantemente segnalata con ometti.
Si risale il canale [qualche passo di III] su roccia inizialmente davvero marcia uscendo quasi subito
verso dx [visibile cordino]. Seguendo gli ometti si perviene ad un secondo canale che conduce a
pochi metri dalla madonnina di vetta della cima tosa.
Dalla sommità della tosa si oltrepassa la larga fenditura del canalone portandosi sull’ampio plateau
che si segue verso sud-est [qualche ometto] fino ad incontrare un largo canale non facile da
individuare [seguire i numerosi ometti]. Seguire quest’ultimo [numerosi ometti anche qui] fino al
salto finale che si supera con due doppie da 20 metri su resinati. Si guadagna così il sentiero delle
bocchette che si segue verso sx [spalle alla discesa] senza difficoltà fino al pedrotti. Da quest’ultimo
facilmente al brentei.

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  • 1. Crozzon di Brenta, Parete Nord Est Via delle guide Relazione da una ripetizione dell’agosto 2008. Primi salitori: Bruno Detassis e Enrico Giordani, 2 agosto 1935 Difficoltà: VI, TD. Lunghezza: 700 metri + 250 metri facili fino alla vetta. Tempi: 1h per l’avvicinamento, 6-8 h per la via e 4 h per la discesa fino al brentei Materiale: 10 rinvii, qualche nut e qualche friend. Eventualmente martello e qualche chiodo.
  • 2. Commento: Via eccezionale su placche quasi verticali spettacolarmente lavorate dall’acqua. L’arrampicata è tecnica su appigli tipicamente generosi e la roccia, fatta eccezione per il catino finale, è ottima. Chiodatura buona sui tiri duri [Vsup/VI], scarsa negli altri, comunque sempre ottimamente integrabile con protezioni veloci e cordini su clessidre. Le soste, anch’esse comunque integrabili, sono sempre comode su almeno due ancoraggi. Nella relazione descritta vi sono tiri di lunghezza superiore ai 60 metri. In tali tiri, data la considerevole lunghezza della via, abbiamo proceduto in conserva su difficoltà comunque relativamente basse [max IV]. E’ comunque possibile spezzare i tiri descritti attrezzando facilmente delle soste intermedie. Da non sottovalutare infine la discesa: lunga ma, se in condizioni buone, non più difficile di molte altre discese dolomitiche; diversamente in presenza di fitta nebbia, al calar del buio o con pioggia è senza alcun dubbio una rogna e la presenza in vetta del bivacco castiglioni si presta come valido paraculo. Avvicinamento: dal brentei seguire il sentiero verso il rifugio pedrotti per qualche minuto. Lasciarlo piegando a dx in corrispondenza di un grande plateau erboso che si segue portandosi successivamente sul fondo ghiaioso della valle. Risalendo il lato opposto si punta al fondo del canalone della tosa risalendone i primi facili nevai. L’attacco è posto sulla verticale della grande striscia nera di dx che caratterizza il settore sinistro della grande parete. Ad una decina di metri da terra, in un settore di roccia nera, è presente un bollo rosso sbiadito che individua chiaramente la fessura-diedro d’attacco del primo tiro. Descrizione:  1° tiro: seguire la fessura-diedro su roccia nera. Si supera uno strapiombino e successivamente su rocce più facili sulla sx si giunge alla sosta su 2 chiodi. [50 m, V, 2 ch]  2° tiro: si segue la facile rampa-fessura sulla sx uscendo da ultimo su una cengia a dx dove si trova una sosta. [45 m, IV]  3° tiro: seguire la facile rampa sulla dx della sosta e il successivo diedro alla cui base è presente una sosta con chiodi e cordoni. Si supera il diedro e si sosta in prossimità di un terrazzino sulla dx su 2 chiodi e uno spuntone. [55 m, IVsup, 2 ch + 1 sosta]  4° tiro: dritto per fessura fino alla prima cengia. Sosta su chiodi alla base di un diedrino formato da un evidente pilastro staccato. [45 m, IV]  5° tiro: seguire interamente il diedro sostando su due chiodi al suo termine. [45 m, IVsup]  6° tiro: seguire la placca sovrastante ed il successivo camino nerastro sulla sx [clessidre] fino alla seconda cengia che si segue per qualche metro sulla dx fino alla sosta su clessidrone alla base di una lama staccata. [65 m, IV]  7° tiro: seguire la facile lama verso sx e il diedro aperto sovrastante [numerosi chiodi] fin sotto un evidente tettino [chiodo] che si supera verso dx superando una strozzatura. Seguendo il facile diedrino successivo si perviene alla sosta su una piazzola da attrezzare con un chiodo e una clessidra un metro più in alto di quest’ultimo. [50 m, Vsup, numerosi chiodi e qualche clessidra]  8° tiro: seguire il diedrino sovrastante [2 chiodi] ed in prossimità di una clessidra piegare a sx superando la facile placca sovrastante verso sx fino alla sosta su chiodi su una cengetta. [55 m, V, 2ch + 1 clessidra]
  • 3.  9° tiro: salire sulla cengetta sovrastante la sosta e seguirla qualche metro verso dx [2 clessidre]. In prossimità di un chiodo avventurarsi sulla verticale placca sovrastante zigzagando tra i numerosi chiodi presenti fino a raggiungere un’esile cengia [chiodo]. Seguirla verso dx 4 metri [chiodo] fino alla sosta su 2 chiodi, di cui uno mio. [50 m, VI, numerosi chiodi]  10° tiro: tornare indietro sulla cengia rinviando gli ultimi due chiodi del tiro precedente. Alzandosi qualche metro continuare a traversare verso sx [clessidra] fino a raggiungere l’evidente grande diedro da risalire interamente con facile arrampicata fino alla sosta su un terrazzino al suo termine. [60 m, V, qualche chiodo]  11° tiro: salire le placche articolate sovrastanti la sosta senza percorso obbligato piegando in ultimo a sx in prossimità di un caminetto-diedro sul terrazzo al termine del quale si trova la sosta su due chiodi. [75 m, IVsup, qualche chiodo]  12° tiro: entrare nel canale sopra e a sx della sosta [numerose clessidre] e con percorso non obbligato risalirlo verso sx attraversando il grande catino terminale. superare uno strapiombo molto eroso fino ad una sosta su due chiodi su un terrazzo. [80 m, III/IV]  13° tiro: risalire le rocce immediatamente a sx del catino terminale fino a dove queste si abbattono. Sosta su spuntone in prossimità di un terrazzo al termine delle difficoltà. [50m, III/IV, 4 chiodi] Con percorso non obbligato [I/II] si segue il grande catino che conduce alla vetta. Occhio a non muovere sassi! Discesa: Si svolge sulla complicata cresta che verso sud congiunge il crozzon alla cima tosa su terreno facile ma infido che richiede molta attenzione e concentrazione. Oltre ad un paio di calate si percorrono canalini detritici e cengie spesso esposte molto ben segnalati dai numerosi ometti. La roccia è spesso mediocre; in un punto pessima. Dalla tosa si segue la normale a quest’ultima fino al sentiero delle bocchette che si segue fino al pedrotti. Spalle al bivacco, pochi metri a sx di trova la prima calata che deposita su una cengia 15 metri più sotto. Si disarrampica fino alla forcelletta e si percorre una cengetta verso dx [spalle al bivacco] fino a girare l’evidente spigolo; si sale lungo quest’ultimo fin quasi in vetta. Mantenendosi sul versante ovest si perviene alla seconda calata che deposita 15 metri sotto. Si scende pochi metri fino alla forcelletta e si risale direttamente la parete opposta. Si seguono gli ometti fino al successivo canale che si segue in discesa sul fondo [sempre sul versante ovest!] per qualche decina di metri fino a rimontare con un facile passaggio d’arrampicata una cengetta stretta e molto esposta che parte due metri sopra il canale. Si segue la traccia con gli ometti [successivamente più larga e meno esposta] fino ad un altro canale che si attraversa sul versante ovest in leggera discesa [terreno marcio; eventuale sosta x doppia] fino ad una cengia che si segue verso dx fino a superare l’ennesimo spigoletto. Seguendo gli ometti si risale lungamente per facili sistemi di cenge fino a traversare verso dx [spalle a valle] con facile arrampicata fino al fondo dell’ultimo canale; in questo punto vi sono vari punti in cui la traversata sul fondo del canale sembra possibile: quella corretta è abbondantemente segnalata con ometti. Si risale il canale [qualche passo di III] su roccia inizialmente davvero marcia uscendo quasi subito verso dx [visibile cordino]. Seguendo gli ometti si perviene ad un secondo canale che conduce a pochi metri dalla madonnina di vetta della cima tosa.
  • 4. Dalla sommità della tosa si oltrepassa la larga fenditura del canalone portandosi sull’ampio plateau che si segue verso sud-est [qualche ometto] fino ad incontrare un largo canale non facile da individuare [seguire i numerosi ometti]. Seguire quest’ultimo [numerosi ometti anche qui] fino al salto finale che si supera con due doppie da 20 metri su resinati. Si guadagna così il sentiero delle bocchette che si segue verso sx [spalle alla discesa] senza difficoltà fino al pedrotti. Da quest’ultimo facilmente al brentei.