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Cima Scotoni,
                                                                    Parete Sud Ovest
                                                                       Via Lacedelli

                                                                        Relazione da una ripetizione
                                                                                   del Giugno 2011

                                                                                      Primi salitori:
                                                              L. Lacedelli, L. Ghedina e G. Lorenzi,
                                                                                10-12 Giugno 1952.

                                                                          Difficoltà: VI/A0, TDsup.

                                                                             Lunghezza: 450 metri +
                                                                   80 metri facili sulla prima cengia.

                                                                Tempi: 1,30 h per l’avvicinamento,
                                                             8-10 h per la via e 1,30 h per la discesa

                                                                   Materiale: 14 rinvii, nut e friend,
                                                                        martello e qualche chiodo.




Commento: Via eccezionale su placche verticali che vince con un tortuoso percorso la bellissima
parete della Cima Scotoni. Senza dubbio una delle classiche più belle delle dolomiti! La roccia è
mediamente ottima tranne pochi tratti dove si può considerare discreta, ma mai pessima (ad
esempio il tiro del gatto). A parte il tiro di artificiale, l’arrampicata è sempre molto tecnica ed
estetica e mai eccessivamente fisica o faticosa. Le difficoltà sono omogenee (continue sul V/V+ con
qualche passo piú duro) e complessivamente si può considerare ben chiodata (nella seconda parte
bisogna stare attenti a qualche chiodo fuori via).
La via si puó dividere in due parti separate tra loro dalla grande cengia mediana. La prima parte,
dopo aver superato una fascia giallastra leggermente strapiombante nel punto più debole (tiro di
artificiale superato in apertura con una piramide umana), segue un logico sistema di fessure-diedri
puntando direttamente ad un enorme tetto sotto il quale si esce a sx in prossimità della grande
cengia mediana. La seconda parte è invece la più spettacolare e supera con un grande traverso verso
dx le grandi placche verticali sovrastanti fino a raggiungere un sistema di diedri che permette di
uscire sulla seconda cengia.
Dalla cengia mediana è possibile battere in ritirata usando una sosta di skotonata galactica, mentre
nella seconda parte la ritirata è da considerarsi molto problematica, se non impossibile (!).
Per la parte alta, di non facile individuazione, noi abbiamo trovato impeccabile (sia per gradi che
per percorso) la relazione di Bernardi (che in realtá è uno schizzo). Tale relazione è perfetta anche
per la parte bassa (che comunque è di molto piú semplice identificazione).
Per il famigerato tiro del gatto, consiglio invece di mettere tutto il materiale sulla sx dell’imbrago
perchè con tutta la parte destra del corpo si è costretti a strisciare nel fango (tiro urfido piú scabroso
di quello che pensavo!).
Nonostante la parete “ufficialmente” sia Sud-Ovest, il sole inizia a toccarla unicamente poco prima
di mezzogiorno.

Avvicinamento: Dalla capanna alpina seguire la ripida sterrata che conduce brevemente al rifugio
scotoni. Si prosegue per sentiero che risale un freddo canalone fino al laghetto del lagazuoi (sulla
sx). Per tracce si raggiunge il sentiero che taglia il ghiaione quasi alla base della parete (possibile
lasciare gli zaini qui – sentiero di discesa) e da qui faticosamente in verticale fino alla base dello
zoccolo grigio (groppo di cordini su una clessidra). (1h00/1h30).


Descrizione:
 1° tiro: salire senza percorso obbligato fino a un evidente sistema di cenge che si segue verso sx.
Salire poi facilmente fino alla sosta su un terrazzino con 2 chiodi. [50 m, IV]

 2° tiro: salire dritto senza percorso obbligato fino a una larga cengia. Superare un evidente
pilastrino sulla sx [clessidra] per una fessurina fino al punto più alto dello zoccolo). Sosta su una
cengetta con 2 chiodi. [45 m, V]

 3° tiro: salire dritto sopra la sosta [o leggermente a sx] fino al primo evidente chiodo.
Continuare a sx in libera [altri 2 chiodi] e poi in artificiale seguendo i numerosi chiodi prima in
verticale e poi in netto traverso verso sx fino alla sosta su una cornice con 4 chiodi. Passo chiave
quasi al termine del traverso; eventuale calata su due chiodi mobili piantati dietro un blocchetto
dall’aria non solidissima… [30 m, VI/A0].

 4° tiro: Dritto 2 metri sopra la sosta [chiodo], poi traversare a dx in orizzontale [chiodo rosso] e
poi in leggero obliquo a sx fino a un’evindente sosta appesa su tre chiodi. Continuare in obliquo a
dx fino a un chiodo sotto un piccolo risalto; superarlo e obliquare a sx piú facilmente fino alla sosta
(2 chiodi + clessidra) sul terrazzino alla base dell’evidente diedro grigio. [30 m, VIinf]

 5° tiro: Seguire il diedro fino alla sosta con due chiodi al suo termine. Un clessidrone all’inizio,
poi friends. [30 m, V]

 6° tiro: salire 7/8 metri a sx su una rampetta e traversare poi a dx fino a una fessura gialla
[roccia dubbia, ma ripulita dai passaggi], risalirla fino a sotto il tetto [un chiodo al suo termine] e
buttarsi nel cunicolo. Strisciare faticosamente nel fango verso sx per una decina di metri [scabroso]
fino a dove si riesce a riguadagnare la posizione eretta. Sosta qualche metro piú avanti su 2 chiodi
dall’aspetto non bellissimo; possibilitá di integrare [bella fessura] oppure collegare uno spit che si
trova 5 metri piú a sx sulla cengia dietro uno spigoletto. [45 m, V]

 7° tiro: Proseguire sulla cengia 70/80 metri fino a un ometto diroccato (a metà circa del traverso
si incontra una sosta con spit di skotonata). Sosta su 2 chiodi.

 8° tiro: rimontare il muretto sopra la sosta e entrare in una nicchia [chiodo], proseguire verso sx
fino a un secondo chiodo e in prossimitá di una seconda nicchia uscire a dx su un comodo ripiano.
Proseguire facilmente ancora qualche metro verso sx. Sosta con 2 chiodi + clessidra su ballatoio.
[30 m, V]
 9° tiro: dritto sopra la sosta [chiodo] per muro verticale fino a una vaga cengetta [chiodo],
traversare a dx fino alla base [chiodi] di un evidente diedro. Lo si segue qualche metro fino a due
chiodi vicini in prossimitá dei quali si esce a dx [friend incastrato] e si continua a traversare a dx in
orizzontale [due chiodi] fino alla sosta appesa su tre chiodi. [30 m, V+]

 10° tiro: per placca sopra la sosta leggermente a sx [chiodo] fino a una evidente cengia
biancastra [chiodo]. Facilmente verso dx fino alla sosta su ballatoio con 1 chiodo + clessidrone. [25
m, V]

 11° tiro: ancora in orizzontale verso dx [chiodi] fino a un muretto verticale di roccia nera che si
risale per qualche metro per poi continuare in obliquo a dx fino a una sosta appesa con 2 chiodi [+
uno poco piú in alto]. Continuare in verticale fino a un evidente blocco instabile in prossimitá del
quale si traversa verso sx [2 chiodi] fino a un’esile cornice sotto un tetto. Sosta su 3 chiodi. In
questo tiro ignorare i chiodi e la sosta sui muri bianchi sopra il traverso... hyperscotoni? [45 m, VI]

 12° tiro: a sx della sosta per una lama staccata [chiodo] fin sotto il tetto. Lo si supera sulla dx
per un diedrino [2 chiodi] e si esce sopra di esso sulla sx [chiodo]. Si supera il muretto sovrastante
[chiodo] e si prosegue brevemente a dx alla sosta con tre chiodi su terrazzino. [20 m, VI]

 13° tiro: si segue l’evidente diedro giallo a sx della sosta [chiodi] per una ventina di metri fino a
un’evidente fessura con chiodi e cordini che traversando sulla dx quasi in orizzontale conduce a una
sosta appesa con 3 chiodi. [25 m, V+]

 14° tiro: rimontare il muretto sovrastante la sosta [3 chiodi] e obliquare subito a sx fino a una
zona facile. Si prosegue puntando un’evidente fessura netta che si segue fino al suo termine. Girare
dietro il pilastrino sovrastante fino alla sosta sulla sx su comoda cengia con 2 chiodi. [30 m, V+]

 15° tiro: traversare facilmente 5 metri a dx fino a un muretto nero con chiodo. Rimontarlo fin
sotto l’evidente strapiombone marcio [chiodo] e aggirare quest’ultimo facilmente sulla dx.
Proseguire in un diedrino [chiodo] piú o meno in verticale fino a due grosse clessidre [sosta
eventuale]. Sulla dx per rocce sempre piú facili fino a un enorme clessidrone poco sotto la cengia
sul quale si sosta. [55 m, 1 passo V, poi IV]



Discesa: Seguire la cengia verso sx, mai eccessivamente stretta ma che richiede ancora un po’ di
concentrazione in qualche punto (con neve possibili passaggi scabrosi), fino a girare sul lato Nord-
Est. Continuare scendendo sempre verso Est per aggirare una fascia di rocce fino a riuscire a
scendere sul facile ghiaione sottostante che conduce facilmente alla forcella del lago.
Da qui con comodo sentiero in breve alla base della parete (zaini) e poi a capanna alpina
(1h30/2h00)
Sul tiro di artificiale.
Sulla placca del decimo tiro.
Sui traversi della parte alta.
Il diedro del tredicesimo tiro.

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Cima Scotoni - Lacedelli

  • 1. Cima Scotoni, Parete Sud Ovest Via Lacedelli Relazione da una ripetizione del Giugno 2011 Primi salitori: L. Lacedelli, L. Ghedina e G. Lorenzi, 10-12 Giugno 1952. Difficoltà: VI/A0, TDsup. Lunghezza: 450 metri + 80 metri facili sulla prima cengia. Tempi: 1,30 h per l’avvicinamento, 8-10 h per la via e 1,30 h per la discesa Materiale: 14 rinvii, nut e friend, martello e qualche chiodo. Commento: Via eccezionale su placche verticali che vince con un tortuoso percorso la bellissima parete della Cima Scotoni. Senza dubbio una delle classiche più belle delle dolomiti! La roccia è mediamente ottima tranne pochi tratti dove si può considerare discreta, ma mai pessima (ad esempio il tiro del gatto). A parte il tiro di artificiale, l’arrampicata è sempre molto tecnica ed estetica e mai eccessivamente fisica o faticosa. Le difficoltà sono omogenee (continue sul V/V+ con qualche passo piú duro) e complessivamente si può considerare ben chiodata (nella seconda parte bisogna stare attenti a qualche chiodo fuori via). La via si puó dividere in due parti separate tra loro dalla grande cengia mediana. La prima parte, dopo aver superato una fascia giallastra leggermente strapiombante nel punto più debole (tiro di artificiale superato in apertura con una piramide umana), segue un logico sistema di fessure-diedri puntando direttamente ad un enorme tetto sotto il quale si esce a sx in prossimità della grande cengia mediana. La seconda parte è invece la più spettacolare e supera con un grande traverso verso dx le grandi placche verticali sovrastanti fino a raggiungere un sistema di diedri che permette di uscire sulla seconda cengia. Dalla cengia mediana è possibile battere in ritirata usando una sosta di skotonata galactica, mentre nella seconda parte la ritirata è da considerarsi molto problematica, se non impossibile (!). Per la parte alta, di non facile individuazione, noi abbiamo trovato impeccabile (sia per gradi che per percorso) la relazione di Bernardi (che in realtá è uno schizzo). Tale relazione è perfetta anche per la parte bassa (che comunque è di molto piú semplice identificazione).
  • 2. Per il famigerato tiro del gatto, consiglio invece di mettere tutto il materiale sulla sx dell’imbrago perchè con tutta la parte destra del corpo si è costretti a strisciare nel fango (tiro urfido piú scabroso di quello che pensavo!). Nonostante la parete “ufficialmente” sia Sud-Ovest, il sole inizia a toccarla unicamente poco prima di mezzogiorno. Avvicinamento: Dalla capanna alpina seguire la ripida sterrata che conduce brevemente al rifugio scotoni. Si prosegue per sentiero che risale un freddo canalone fino al laghetto del lagazuoi (sulla sx). Per tracce si raggiunge il sentiero che taglia il ghiaione quasi alla base della parete (possibile lasciare gli zaini qui – sentiero di discesa) e da qui faticosamente in verticale fino alla base dello zoccolo grigio (groppo di cordini su una clessidra). (1h00/1h30). Descrizione:  1° tiro: salire senza percorso obbligato fino a un evidente sistema di cenge che si segue verso sx. Salire poi facilmente fino alla sosta su un terrazzino con 2 chiodi. [50 m, IV]  2° tiro: salire dritto senza percorso obbligato fino a una larga cengia. Superare un evidente pilastrino sulla sx [clessidra] per una fessurina fino al punto più alto dello zoccolo). Sosta su una cengetta con 2 chiodi. [45 m, V]  3° tiro: salire dritto sopra la sosta [o leggermente a sx] fino al primo evidente chiodo. Continuare a sx in libera [altri 2 chiodi] e poi in artificiale seguendo i numerosi chiodi prima in verticale e poi in netto traverso verso sx fino alla sosta su una cornice con 4 chiodi. Passo chiave quasi al termine del traverso; eventuale calata su due chiodi mobili piantati dietro un blocchetto dall’aria non solidissima… [30 m, VI/A0].  4° tiro: Dritto 2 metri sopra la sosta [chiodo], poi traversare a dx in orizzontale [chiodo rosso] e poi in leggero obliquo a sx fino a un’evindente sosta appesa su tre chiodi. Continuare in obliquo a dx fino a un chiodo sotto un piccolo risalto; superarlo e obliquare a sx piú facilmente fino alla sosta (2 chiodi + clessidra) sul terrazzino alla base dell’evidente diedro grigio. [30 m, VIinf]  5° tiro: Seguire il diedro fino alla sosta con due chiodi al suo termine. Un clessidrone all’inizio, poi friends. [30 m, V]  6° tiro: salire 7/8 metri a sx su una rampetta e traversare poi a dx fino a una fessura gialla [roccia dubbia, ma ripulita dai passaggi], risalirla fino a sotto il tetto [un chiodo al suo termine] e buttarsi nel cunicolo. Strisciare faticosamente nel fango verso sx per una decina di metri [scabroso] fino a dove si riesce a riguadagnare la posizione eretta. Sosta qualche metro piú avanti su 2 chiodi dall’aspetto non bellissimo; possibilitá di integrare [bella fessura] oppure collegare uno spit che si trova 5 metri piú a sx sulla cengia dietro uno spigoletto. [45 m, V]  7° tiro: Proseguire sulla cengia 70/80 metri fino a un ometto diroccato (a metà circa del traverso si incontra una sosta con spit di skotonata). Sosta su 2 chiodi.  8° tiro: rimontare il muretto sopra la sosta e entrare in una nicchia [chiodo], proseguire verso sx fino a un secondo chiodo e in prossimitá di una seconda nicchia uscire a dx su un comodo ripiano. Proseguire facilmente ancora qualche metro verso sx. Sosta con 2 chiodi + clessidra su ballatoio. [30 m, V]
  • 3.  9° tiro: dritto sopra la sosta [chiodo] per muro verticale fino a una vaga cengetta [chiodo], traversare a dx fino alla base [chiodi] di un evidente diedro. Lo si segue qualche metro fino a due chiodi vicini in prossimitá dei quali si esce a dx [friend incastrato] e si continua a traversare a dx in orizzontale [due chiodi] fino alla sosta appesa su tre chiodi. [30 m, V+]  10° tiro: per placca sopra la sosta leggermente a sx [chiodo] fino a una evidente cengia biancastra [chiodo]. Facilmente verso dx fino alla sosta su ballatoio con 1 chiodo + clessidrone. [25 m, V]  11° tiro: ancora in orizzontale verso dx [chiodi] fino a un muretto verticale di roccia nera che si risale per qualche metro per poi continuare in obliquo a dx fino a una sosta appesa con 2 chiodi [+ uno poco piú in alto]. Continuare in verticale fino a un evidente blocco instabile in prossimitá del quale si traversa verso sx [2 chiodi] fino a un’esile cornice sotto un tetto. Sosta su 3 chiodi. In questo tiro ignorare i chiodi e la sosta sui muri bianchi sopra il traverso... hyperscotoni? [45 m, VI]  12° tiro: a sx della sosta per una lama staccata [chiodo] fin sotto il tetto. Lo si supera sulla dx per un diedrino [2 chiodi] e si esce sopra di esso sulla sx [chiodo]. Si supera il muretto sovrastante [chiodo] e si prosegue brevemente a dx alla sosta con tre chiodi su terrazzino. [20 m, VI]  13° tiro: si segue l’evidente diedro giallo a sx della sosta [chiodi] per una ventina di metri fino a un’evidente fessura con chiodi e cordini che traversando sulla dx quasi in orizzontale conduce a una sosta appesa con 3 chiodi. [25 m, V+]  14° tiro: rimontare il muretto sovrastante la sosta [3 chiodi] e obliquare subito a sx fino a una zona facile. Si prosegue puntando un’evidente fessura netta che si segue fino al suo termine. Girare dietro il pilastrino sovrastante fino alla sosta sulla sx su comoda cengia con 2 chiodi. [30 m, V+]  15° tiro: traversare facilmente 5 metri a dx fino a un muretto nero con chiodo. Rimontarlo fin sotto l’evidente strapiombone marcio [chiodo] e aggirare quest’ultimo facilmente sulla dx. Proseguire in un diedrino [chiodo] piú o meno in verticale fino a due grosse clessidre [sosta eventuale]. Sulla dx per rocce sempre piú facili fino a un enorme clessidrone poco sotto la cengia sul quale si sosta. [55 m, 1 passo V, poi IV] Discesa: Seguire la cengia verso sx, mai eccessivamente stretta ma che richiede ancora un po’ di concentrazione in qualche punto (con neve possibili passaggi scabrosi), fino a girare sul lato Nord- Est. Continuare scendendo sempre verso Est per aggirare una fascia di rocce fino a riuscire a scendere sul facile ghiaione sottostante che conduce facilmente alla forcella del lago. Da qui con comodo sentiero in breve alla base della parete (zaini) e poi a capanna alpina (1h30/2h00)
  • 4. Sul tiro di artificiale.
  • 5. Sulla placca del decimo tiro.
  • 6. Sui traversi della parte alta.
  • 7. Il diedro del tredicesimo tiro.