1. Già disponibile On line su:
“ Nelle sue inquadrature
recupera anche uno
squarcio di cielo
che almeno da trenta
minuti pare promettere
un temporale
stile giudizio universale.
E davanti a questo regalo
della natura gli viene
da pensare che
il suo è un cuore apolide ”
Il nuovo libro di Roberto Pegorini, direttore di “Peschiera in Folio”
Roberto Pegorini, nato a Milano nel 1969, è laureato in giurisprudenza. Di professione
giornalista, da quasi vent’anni si occupa prevalentemente di cronaca nera. Ha collaborato per
numerosi quotidiani a tiratura nazionale e attualmente è direttore di tre settimanali a carattere
locale. Nel 2002 ha pubblicato il suo primo romanzo “Vita a spicchi”, edito da “Pezzini”,
ambientato nel mondo della pallacanestro con prefazione scritta dal cestista medaglia d’argento
alle Olimpiadi di Atene Gianmarco Pozzecco. Milanese doc, ha vissuto a Sesto San Giovanni
per 37 anni, prima di trasferirsi nella bergamasca Val Cavallina, in un piccolo comune chiamato
Casazza ai piedi del lago di Endine dove tuttora risiede e, come dice lui stesso, ama rilassarsi,
rigenerarsi e pensare a nuove storie da mettere nero su bianco.
a sua azienda, la Matec di via
Primo Maggio, dà lavoro in città
a oltre sessanta persone ed è lea-
der nel settore dei tubi flessibili anche
all’estero. Ma Mario Orfei, 59 anni,
peschierese doc, è impegnato anche a
livello politico e nelle scorse ammini-
strative di giugno ha deciso di scende-
re in campo con Forza Italia, accanto
all’ex sindaco Falletta, sfiorando l’in-
gresso in consiglio comunale. Insom-
ma, un personaggio a tutto tondo che
merita di essere conosciuto meglio.
Partiamo dalla sua esperienza in
politica.
«Direi che è piuttosto consolidata vi-
sto che nel 1994 sono stato tra i fon-
datori dei club di Forza Italia. Sono
stato candidato anche alle Provinciali,
mentre a Pantigliate ho fatto il capo-
gruppo per tre anni».
Che avventura è stata questa cam-
pagna elettorale peschierese?
«Dire che è rimasta tra le righe fino
2 11 luglio 2014olioFeschieraP in
F
l’intervista Candidato per Forza Italia, primo dei non eletti, Mario Orfei parla di politica e della Matec di via Primo Maggio, la sua azienda che dà lavoro a 60 persone
«Se vuole un consiglio lo darò volentieri, in fondo è per il bene di
Peschiera». «Deluso dal risultato elettorale non dal mio personale». «Non
voglio portare la Matec all’estero e questa scelta la sto pagando tutta»
L
«commercio e industria
Sindaco, sono a disposizione»
su&GiÚ
Ernesto Che Guevara
«Ci troviamo davanti a un
personaggio che mi ha sempre
affascinato... “Hasta la victoria
siempre”».
Beppe Grillo
«La motivazione è davvero
molto semplice: non mi è mai
piaciuta la politica fatta dagli
“strilloni”».
Alcide De Gasperi
«Lo considero senza alcun
dubbio uno dei pochi veri
politici della nostra recente
Storia d’Italia».
Mario Monti
«Eravamo lì, sull’orlo della
crisi, e ci ha pensato lui a
darci una bella spinta con la
sua nuova austerità».
al ballottaggio poi i toni si sono legger-
mente alzati. L’inasprimento è arrivato
su tre punti che tutti sappiamo: le stra-
de nella frazione di San Bovio, il Pii di
Bellaria e non ultimo la questione del
centro cottura. Ha vinto il centrosini-
stra, vediamo adesso come conta di ri-
solverli».
È deluso di come sia andata oppure
tutto sommato ci poteva stare la scon-
fitta?
«A livello personale le 132 preferenze
non possono che gratificarmi e farmi ri-
tenere soddisfatto. La delusione consi-
ste nel fatto che non avendo raggiunto
l’elezione del nostro candidato sindaco
dovrò rimanere fuori dal consiglio co-
munale e non potrò mettere in pratica i
messaggi che avevo lanciato in campa-
gna elettorale sui temi del lavoro e
dell’impenditoria».
Secondo lei per quale motivo avete
perso?
«Perché il candidato sindaco proposto
dal centrosinistra ha rappresentato nel
cuore dei peschieresi la novità di cui tut-
ti sentivano il bisogno. Persona giovane
e con la faccia pulita, è riuscito a racco-
gliere un consenso che gli ha permesso
di doppiare nei voti Falletta».
Ha mai pensato che le sue idee sareb-
bero potute andare bene anche per il
centrosinistra?
«Certo. Le mie idee possono decisa-
mente andare bene anche per il centrosi-
nistra. Sono bipartisan perché rappre-
sentano gli interessi di Peschiera e sono
pronto a parlarne con chiunque in qual-
siasi momento. Se la domanda alludeva
al fatto se ho mai pensato di candidarmi
con il centrosinistra visto che era
nell’aria che avrebbe vinto, rispondo
che sono una persona coerente. Non
avrei mai potuto farlo».
Continuerà a seguire la politica pe-
schierese o preferisce prendere le di-
stanze?
«Continuerò a seguirla come ho sempre
fatto. Lavoro a Peschiera da trentaquat-
tro anni e ci vivo da trenta. Ho una pro-
fessione che mi porta spesso ad essere
lontano dall’Italia, ma questo non mi
farà rinunciare ad avere un filo diretto
con i nostri consiglieri comunale e di
conseguenza con le istituzioni».
Da imprenditore cosa si aspetta dal
sindaco Zambon?
«Devo dire che le amministrazioni co-
munali, qualsiasi fosse il loro colore po-
litico, non hanno mai prestato la dovuta
attenzione nei confronti sia dei com-
mercianti che degli imprenditori locali.
E comunque l’errore è quello di confon-
dere e non dividere le due categorie».
Mi spiega meglio?
«Il commercio è completamente morto
per due ragioni: per la mancanza di un
vero centro di aggregazione e per l’aper-
tura della Galleria Borromeo. E il colpo
di grazia lo darà il mega centro com-
merciale di Segrate. Le gente non fa due
volte acquisti».
E per il mondo dell’imprenditoria
cosa ci dice?
«Bisogna assolutamente cercare di non
fare scappare le imprese dal territorio
con incentivi e incoraggiamenti. E poi
attirare investitori stranieri. Visto che ci
sono numerose aree dismesse questo è
possibile».
Ma come fare esattamente?
«Se Zambon mi chiamerà sarò ben lieto
di spiegargli quali sono le mie proposte
utili per la città».
Neppure un’anticipazione?
«Posso dire che, ad esempio, nei Paesi
Bassi, alcune amministrazioni locali
mettono a disposizione piccoli spazi at-
trezzati con luce, gas, riscaldamento e
connessione e, pagando un canone sim-
bolico, incentivano in questo modo i
giovani a lavorare su progetti imprendi-
toriali innovativi».
Visto che siamo in tema di imprendi-
torialità, ci racconta la Matec, la sua
azienda?
«Volentieri. Siamo un’azienda nata nel
1980, leader nel mondo per quanto ri-
guarda tubi flessibili per il settore “oil e
gas”.Attualmente stiamo spingendo per
nuovi brevetti e prodotti destinati al seg-
mento off-shore, tipo collegamenti tra
navi per il travaso di petrolio. Siamo
presenti in tutto il mondo, dagli Stati
Uniti ai paesi asiatici e purtroppo devo
dire che anche noi stiamo soffrendo l’at-
tuale momento di crisi che ha colpito
l’economia mondiale. Non ho alcuna
intenzione di scappare dall’Italia, ma
questa è una scelta che sto pagando sul-
la mia pelle ogni giorno. I costi di pro-
duzione sono sempre più elevati e le
possibilità di nuovi investimenti sono
sempre minori. Purtroppo solo reinve-
stendo utili si può pensare di crescere,
ma in questo momento non pare pro-
prio possibile perché ci vuole un gua-
dagno effettivo per farlo. E mi viene da
ridere quando dicono che le tasse ci
portano via il 50 per cento dei nostri
soldi. Se calcoliamo tutte le imposte
noi in questo momento lasciamo alme-
no l’80 per cento».
Quindi in questo delicato momento
come si fa a gestire un’azienda tenen-
dola in vita?
«Con l’innovazione tecnologica che ci
permette di rimanere in prima linea. E
poi bisogna ottimizzare il costo della
manodopera. Il sistema per rimanere
competitivi è quello di fare un prodotto
migliore dal punto di vista tecnico con
minore impiego di forze lavoro».
Piersilvio Berlusconi recentemente
ha pubblicamente dichiarato di avere
fiducia in Renzi. Lei come la pensa?
«Bisogna dare fiducia a chi si impegna
indipendentemente dal colore politico.
Quindi sono d’accordo con il figlio di
Berlusconi: fiducia al premier Renzi e,
perché no, al sindaco Zambon. Però noi
siamo qui a giudicare il loro operato. La
fiducia c’è, poi vogliamo anche vedere i
risultati».
Un’ultima domanda: come vede il
suo futuro politico?
«Non nego che mi sarebbe piaciuto po-
ter condurre l’assessorato al Commer-
cio e all’Industria per provare a inverti-
re la rotta del pessimismo. In futuro
chissà, magari ci sarà concessa un’altra
possibilità. Nella democrazia vige la
regola dell’alternanza».
Roberto Pegorini
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