1. Comune di Cassano d’Adda
(Provincia di Milano)
Per una “Stazione sostenibile”
Lo scenario locale inerente lo spazio pubblico ferroviario nei processi di
trasformazione dei sistemi urbani, per una innovazione del settore
commerciale e della mobilità verso una sostenibilità condivisa.
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Via S. Ambrogio, 8 – 20056 Trezzo sull’Adda MI
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2. Premessa : l'ambito di trasformazione TS_2 Stazione
Nel quadro del Piano di Governo del Territorio del Comune di Cassano, il Documento di Piano individua quale Ambito di
Trasformazione TS_2 Stazione dei Treni.
Entro tale ambito urbanistico, avente Superficie Territoriale di mq. 47038, con Indice Territoriale di 0,25 (mq/mq), per una slp
massima realizzabile di 11.760 mq, è previsto un importante intervento di riqualificazione urbana che potrebbe rappresentare una
valida occasione al fine di coniugare l'esigenza di riqualificazione urbana dell'area con l'esigenza sempre più sentita ed accolta con
favore da larga parte dei cittadini, di uno sviluppo economico più attento alla sostenibilità sociale ed ambientale del nostro vivere,
attraverso l'educazione ad un consumo critico e consapevole, l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia a basso impatto, il risparmio
energetico, la valorizzazione di prodotti e processi produttivi in grado di conservare alle future generazioni un territorio ed un pianeta
vivibile.
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3. Verso una sostenibilità dello Sviluppo Locale
Il tema dello sviluppo sostenibile è entrato prepotentemente nell'agenda politica a partire dalla conferenza dell'ONU di Rio de
Janeiro 1992, passando per l'accordo Europeo delle Città Sostenibili con la firma della Carta di Aalborg del 1994, che ha
dato il via agli obiettivi per l'Agenda 21, sino agli accordi del protocollo di Kyoto 1997.
Nonostante questi importanti accordi internazionali, è spesso a livello locale che si registra ancora una certa difficoltà, se non talvolta
un colpevole ritardo, nel definire e praticare politiche incentrate sull'attenzione ai temi che riguardano i disastrosi effetti climatici e le
misure per una riduzione del danno, un uso consapevole e sostenibile del territorio ed il rispetto e la conservazione degli ambienti
naturali di pregio. Eppure molto spesso i cittadini, che sono anche consumatori, mostrano di gradire e recepire questi messaggi nelle
loro scelte quotidiane, dando la loro preferenza negli acquisti ai prodotti alimentari biologici ed equo solidali (unici generi in costante
aumento di tutto il comparto alimentare, nonostante la crisi dei consumi in atto dal 2009), così come cresce in generale l'attenzione
per i temi ambientali.
Come coniugare allora il processo politico decisionale per le grandi scelte di un P.G.T. o più semplicemente per la definizione di
determinati ambiti di trasformazione, con le intenzioni ed attenzioni che i cittadini e i consumatori si aspettano ?
Un elemento che riteniamo sia meritevole di attenzione è la costruzione di un metodo partecipato alle scelte, ribadendo la
necessità di condividere il percorso di lavoro, per produrre le strategie del futuro, nell'ascolto attivo dei diversi attori e soggetti locali,
oltre che nella valorizzazione delle risorse e delle potenzialità dei patrimoni ambientali, territoriali ed antropici che definiscono
l'identità dei luoghi, vuol dire accettare la sfida dello sviluppo nel difficile campo della concretezza.
La partecipazione diventa, in questo caso, il tramite di un'interazione attiva tra attori diversi, che utilizzano il "progetto" come
strategia di dialogo per rafforzare e qualificare le differenze di ruolo e di competenze che i diversi attori/soggetti locali hanno nei
processi di governo delle trasformazioni del territorio.
Riconoscere e valorizzare i diversi attori e le diverse competenze vuol quindi dire uscire dalla prospettiva che fissa il piano o la
definizione dell'ambito di trasformazione, come "atto imperativo di un'autorità gerarchicamente superiore” e come tale espressione
di una razionalità unica e generale.
E' necessaria dunque una nuova consapevolezza, che porta a governare lo sviluppo progettando la qualità delle relazioni,
facendo maturare la cultura della cooperazione istituzionale verso nuove modalità, che possono trovare nel concetto di “rete”
quei riferimenti utili ad evitare di produrre modelli di esclusione, siano essi di tipo sociale o territoriale.
L'apertura e la conduzione di “tavoli della partecipazione” sulle scelte più significative che l'Amministrazione intende
perseguire, è dunque una possibilità che costruisce e consolida i rapporti nella “rete” dei soggetti locali, portandoli a lavorare fianco a
fianco con l'Amministrazione pubblica.
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4. Il coinvolgimento attivo delle comunità nelle trasformazioni dei modelli di sviluppo locale, attraversano sempre più i diversi contesti
nelle diverse scale territoriali.
Le comunità trovano nelle contemporanee pratiche di partecipazione una delle possibili occasioni strategiche per ridefinire gli
strumenti di pianificazione e gestione ai vari livelli, o per la trattazione di specifici problemi.
I processi di partecipazione forniscono risultati apprezzabili sia nella definizione, nell’esposizione dei problemi e delle opportunità
esistenti, sia nell’individuazione delle migliori soluzioni, più efficaci ed efficienti di quelle che il decisore istituzionale può individuare
senza il coinvolgimento diretto di tutte le parti interessate. Tali processi partecipativi, rappresentano un ottimo strumento di
supporto alle decisioni ed alle scelte amministrative.
La partecipazione è quindi intesa come una delle pratiche che sposta il baricentro delle azioni di governo, dall’
“amministrazione dei bisogni” alla costruzione condivisa degli stessi. Se pur ancora ad alto contenuto sperimentale ed
innovativo, si cerca di passare ad una filosofia riferita alle “modalità di governo” – governance - dei processi territoriali, una sfida per
tutti.
I progetti partecipati cercano, inoltre, di rendere visibili tutti quei soggetti che spesso vengono esclusi a priori dalle politiche di
trasformazione urbana e sociale delle città. Il progetto partecipato mette in atto una “strategia della visibilità” che a partire
dall'emersione di questi soggetti innesca un dialogo che consente l’intervento come veri interlocutori di tutti i soggetti “nascosti e
muti” del dibattito, anche e soprattutto per rafforzare l’identità e lo sviluppo della soggettività locale.
Il tema dell’identità e della soggettività locale sono legate al concetto stesso di partecipazione: vi è, infatti, la necessità
di rafforzare le identità locali, anche attraverso la costruzione di soggettività, per creare le condizioni affinché la partecipazione
produca “senso”; l'identità e la soggettività locali sono un processo continuo che trova nella prassi di partecipazione il modo di
formarsi ed esprimersi.
La partecipazione degli attori locali nella definizione di “scenari strategici” per lo sviluppo dello spazio pubblico
“Stazione sostenibile”
La complessità delle trasformazioni territoriali ci induce a riflettere sul fatto che la gestione ed il governo della stessa non può essere
ricondotta, o ridotta, alla responsabilità di un solo attore, sia esso pubblico o privato.
E’ però evidente la centralità dei governi locali nei processi di rielaborazione delle regole, dei contenuti dello sviluppo locale, verso
forme più vicine ad una consapevolezza di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
La centralità dei governi locali è manifesta quando sul tavolo di progetto vengono posti i temi dello sviluppo economico locale e, nello
specifico, quelli riferiti al rapporto tra centri urbani e/o metropolitani e piccola/media distribuzione.
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5. La necessità di sviluppare strategie che sappiano rispondere ad un intreccio di temi e, nello stesso tempo, in grado di dialogare con
attori tra loro diversi, è una delle caratteristiche che evidenzia il cambiamento di questi territori verso modelli di sviluppo di “area
metropolitana”, comunque a contatto ed in relazione con l’area metropolitana più vasta della città di Milano.
Dunque, sono essenziali alcune considerazioni in merito alle caratteristiche del tema in riferimento al contesto: spazio pubblico nei
centri urbani in relazione ai nuovi centri del commercio locale.
Nessuna prassi partecipativa prescinde dalle informazioni acquisite dallo stato di fatto; per questo crediamo sia opportuno, da parte
dell'Amministrazione comunale, produrre uno strumento di sintesi che descriva in modo agevole e puntuale, le opportunità che
l'insediamento della “Stazione sostenibile” può produrre nel contesto locale, e la presente relazione è un primo approccio al tema.
Senza addentrarci in valutazioni estese, richiamiamo alcune considerazioni per esplicitare con chiarezza il concetto di locale/globale
e il sistema di relazioni a cui alludiamo.
La costruzione di grandi strutture commerciali ha prodotto anche nei territori dell’Est Milanese impatti devastanti, oltre
che sulle infrastrutture e sui così detti “terreni liberi” – terreni spesso levati all’agricoltura - anche sul tessuto degli esercizi
commerciali nei centri storici, vero servizio di prossimità per ogni debole categoria sociale.
Dinamiche che evidenziano una profonda crisi di relazione tra chi acquista e chi vende, che non è riducibile ad un semplice
“problema di prezzo” del prodotto.
La crisi del settore del commercio di questi ultimi anni, tra le altre, ha messo in dubbio sia l’efficacia delle politiche e degli interventi
pubblici consolidati di riqualificazione dei centri urbani - quasi sempre orientati agli aspetti fisici ed architettonici del problema, senza
raggiungere l’obiettivo di rivitalizzazione degli stessi – sia i tradizionali luoghi del commercio come mera espressione della crescita di
un’economia di mercato, ove le dimensioni delle superfici di vendita sempre maggiori e il loro continuo ampliamento sembrano la
sola garanzia in economia di scala per uno sviluppo concorrenziale e redditizio, a favore di una continua crescita quantitativa.
La saturazione del mercato è ormai stata raggiunta, il reddito spendibile pro capite non cresce e, di conseguenza, non si
può pensare d’incrementare i consumi, anzi si assiste proprio ad un loro drastico ridimensionamento, alla “decrescita”, per il
momento “infelice”, dato che non sembra, nella logica della “economia di mercato” aprire a nuove proposte di stili di vita.
La sfida aperta in questi ultimi anni di crisi è la definizione piuttosto di nuove o diverse “economie di mercato”, di
nuovi e diversi “stili di vita”, di nuovi centri del commercio che si possano connotare come reali luoghi di servizio, di
aggregazione e di socialità, per rafforzare e far crescere il sistema delle relazioni, tra le persone così come tra i settori, con un
approccio sempre più integrato, nel riscoprire un nuovo umanesimo come autentica espressione di civiltà, nuovi ambiti per il sociale
e riappropriazione da parte dei cittadini degli spazi della città.
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6. Ma nell’ottica di un eventuale Project Financing, dobbiamo anche pensare che gli eventuali finanziatori con maggiori capacità
economiche o soggetti attuatori dell’intervento potrebbero non essere pronti a cogliere questa sfida, potrebbero essere impreparati
ed incerti sul ritorno di un’operazione che non ha le valenze tradizionali percorse ormai da decenni in questo Paese.
Per questo è necessario introdurre un mix di funzioni che siano parte nuove o “sperimentali”, parte anche consuete e già certe nel
loro ruolo funzionale.
Un tavolo allargato di discussione e partecipazione che coinvolga i principali "portatori di interessi diffusi" locali ci pare auspicabile e
necessario per il buon funzionamento della Stazione sostenibile, oltre che fornire un'ottima occasione per il governo ed il rilancio del
territorio nelle valenze anche culturali ed ambientali, grazie all’utilizzo delle sue infrastrutture a minor impatto, compresa la rete
ferroviaria, che avrà nella Stazione sostenibile il suo servizio primario per l’utenza.
Un'ipotesi per l'attivazione della partecipazione articolata su tre fasi:
La prima fase è di sensibilizzazione dei principali portatori d’interesse (e di diritti) sui temi dello spazio pubblico in rapporto alle
politiche del commercio; ricerca strumenti e strategie specifiche (best practices) per guidare la partecipazione degli attori locali nelle
fasi successive del processo, verso percorsi consolidati e maturi di programmazione e gestione dello spazio/funzioni nella sfera
pubblica.
La seconda fase è di ascolto attivo attraverso processi di coinvolgimento diretto degli attori locali.
La terza ed ultima, sugli esiti di quelle precedenti, riguarda la produzione di scenari locali condivisi sul ruolo ed il significato dello
spazio pubblico, in relazione agli spazi e alle politiche del commercio (piccola e grande distribuzione).
Prima fase
Costruzione di un’agenda strategica: definizione dei temi locali e condivisione delle priorità.
Attori coinvolti: In questa fase preliminare verranno coinvolti in modo diretto i soggetti che hanno un ruolo di responsabilità nella
programmazione, gestione ed implementazione delle politiche pubbliche e di quelle del commercio. Il lavoro coinvolgerà quindi gli
stakeholder pubblici e privati, nonché gli attori della comunità locale nella presentazione delle buone pratiche.
Esiti: In questa fase, attraverso un processo di condivisione interna al Comune, verrà prodotto il tema dell’agenda strategica.
Il tema sarà quindi strutturato sugli argomenti che emergeranno nei diversi incontri, supportati dai materiali che saranno stati
raccolti e sistematizzati.
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7. Seconda fase
Attivazione dell’attenzione sociale e ascolto della domanda
Questa parte del lavoro sarà dedicata a far emergere in ciascun gruppo e/o soggetto locale, gli argomenti e/o i temi che vengono
percepiti come rilevanti sui campi d’interesse indicati dal Comune.
Attori coinvolti: in questa fase, verranno coinvolti in modo diretto i soggetti portatori di progettualità specifiche e/o che
rappresentano interessi particolari, compresa la sensibilizzazione degli “attori deboli”. L’obiettivo è quello di strutturare dei tavoli di
lavoro tematici che possano essere già operativi per l’individuazione di obiettivi strategici. Il principale strumento in questa fase è
quello del workshop, per facilitare il confronto, con momenti di approfondimenti attraverso indagini puntuali (focus groups).
Strumenti: La costruzione di almeno due eventi pubblici avrà la finalità d’informare e condividere. L’evento è pensato come
strumento di lavoro, non ha un carattere esclusivamente comunicativo ma quasi sempre interattivo. Sarà poi organizzato un evento
conclusivo per arrivare ad una condivisione degli esiti.
Esiti: Verrà prodotto un Report della domanda locale che, oltre a includere i diversi sguardi con i relativi linguaggi dei soggetti,
raccoglierà i contenuti emersi e condivisi nei tavoli di lavoro. Saranno quindi selezionate le priorità, utilizzate come base di partenza
della terza ed ultima fase.
Terza fase
Produzione di uno scenario locale inerente lo spazio pubblico Stazione sostenibile nei processi di trasformazione
dei sistemi urbani per l’innovazione del settore commerciale. Proposte per il convenzionamento della struttura
In questa fase, verranno elaborati i principali temi progettuali, reinterpretando con gli attori locali le problematicità e le potenzialità
trattate nelle fasi predicenti. Questa fase tradurrà le strategie generali di cui sopra in ipotesi di progetti e politiche, definite da un
sistema di obiettivi ed azioni coerenti all’intero percorso di lavoro, funzionale alla promozione di azioni di governo, fondate sulle
potenzialità del capitale sociale che il processo di partecipazione sarà stato in grado di esprimere.
Attori coinvolti: In questa fase verranno coinvolti, con modalità differenti, tutti gli attori che hanno partecipato con ruoli diversi alla
definizione del ruolo e dello spazio pubblico in rapporto alla trasformazione dell’area urbana e delle sue relazioni, anche indotte dalle
nuove politiche commerciali.
Esiti: Verrà prodotta una Vision condivisa, strutturata su griglie progettuali che declineranno gli obiettivi in azioni operative; fornirà
inoltre materiale relativo ai possibili strumenti economici e di diritto da utilizzare per perseguire le scelte e gli obiettivi che verranno
adottati.
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8. Un'ipotesi di Obiettivi di massima per la riqualificazione dell'Ambito di Trasformazione della Stazione :
La Stazione Sostenibile
(Considerato quanto espresso piu' sopra, le note di seguito devono essere raccolte come spunti di riflessione, non già come soluzione)
Il contesto urbanistico sul quale intendiamo sviluppare queste brevi riflessioni, ci indica sin da subito un primo tema ineludibile per la
riqualificazione dell'area che vede la presenza della stazione ferroviaria. E' il tema della mobilità delle persone e dell'interscambio
ferro/gomma che ne consegue.
L'accesso ciclo/pedonale, veicolare ed eventuali servizi per la mobilità sostenibile (noleggio bici, carsharing, etc ) si presenta dunque
come uno dei primi temi significativi per una riqualificazione complessiva.
La qualità e le differenze del fare commercio, anche in relazione alla maggiore consapevolezza di chi acquista; le trasformazioni
della qualità, delle funzioni e dei servizi pubblici nei centri storici, in relazione alla sfida lanciata dai centri commerciali; le modalità
con le quali affrontare i temi della mobilità e dell’accessibilità ciclabile e pedonale della struttura, sono temi essenziali che devono
essere affrontati e risolti.
L’accessibilità a questi luoghi non dovrà produrre fenomeni di congestione della rete viabilistica locale. L’accessibilità dovrà anzi
trovare il modo di garantire una mobilità integrata al centro storico cassanese. Questo principio dovrà essere imprescindibile
condizione per la realizzazione dell’intervento.
Un secondo tema, altrettanto importante, è rappresentato dai servizi ricettivi di cui la nuova stazione potrebbe essere dotata:
vicino alla classica attività di somministrazione di bevande (Bar-Caffè) per permettere un soggiorno confortevole ai viaggiatori, i
servizi potrebbero essere estesi ad attività di Hostel&Room per l'ospitalità di un turismo che può includere l'attività di studio/lavoro
come di soggiorno per particolari eventi significativi, ed insieme a tale attività potrebbe trovare compimento anche un servizio di
ristorazione/self-service riservato agli ospiti, oppure aperto al pubblico indistinto.
Un terzo filone, tutto da sviluppare nell'ottica di una miglior qualificazione dell'area e di una integrazione dei servizi al territorio,
riguarda la possibilità di insediamento di servizi per la distribuzione di prodotti dell'economia solidale, agricoltura biologica – mercati
contadini, prodotti equo-solidali, cooperazione sociale, includendo una mini piattaforma logistica per la possibilità di servizi ai Gruppi
di Acquisto Solidale – Reti dei Distretti di Economia Solidale.
Infine, un quarto ed ultimo filone può essere a corollario dei primi tre, la presenza di sedi-uffici-terziario/direzionali riservati ad
attività economiche coerenti e compatibili con il quadro complessivo della stazione sostenibile, come ad esempio gli spazi
per attività della cooperazione sociale.
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9. Una particolare attenzione andrà posta alla qualità architettonica ed urbana degli spazi e degli edifici, che dovranno essere quanto
più in linea con i principi della bio-edilizia, di classe energetica medio alta, possibilmente energenticamente autosufficienti o ad
impatto zero.
Ipotesi per un assetto dell'ambito
Ipotizzando l'insediamento delle sole funzioni indicate tra gli obiettivi, una sommaria ripartizione delle superfici lorde potrebbe
indicativamente vedere:
Schema Indicativo delle Superfici Insediabili per Attività
Attività
Superfici Mq
Somministrazione + noleggio bici +mobilità sostenibile
1500
Attività Ricettiva Hostell&room + ristorazione e servizi
3000
Piattaforma di distribuzione prodotti biologici / mercato
equosolidale/ GAS e DES
3500
Spazi e servizi per la cooperazione sociale
3500
TOTALE
11500
Alla riga 1 potrebbero trovare compimento, tra le altre, le attiviità di biglietteria, Bar caffè – Tabacchi - carsharing – noleggio bike –
servizi per una mobilità sostenibile;
Alla riga 2 un'attività di Ostello/camere ed Apart-hotel che, sfruttando la vicinanza al capoluogo e la comodità della mobilità, può
fare leva su un soggiorno di studio/lavoro, turismo sostenibile, eventi quali fiere – expo' – mostre etc – eventuale selfservice/ristorante;
Alla riga 3 sono inclusi 1500 mq di Superfici di Vendita per uno o più negozi alimentari/non alimentari – prodotti biologici –
commercio equo-solidale, prodotti della cooperazione sociale – un'area di mercato coperto per la vendita dei produttori diretti,
distributori di latte crudo e dei prodotti a Km 0 – e circa 800/1000 mq per una piattaforma logistica per la distribuzione di prodotti
per i Gas.
Infine, alla riga 4 spazi ed uffici riservati ad attività compatibili, per la cooperazione sociale.
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