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Torre Trieste,
Carlesso - Sandri
Relazione da una ripetizione
del giugno 2013.
Primi salitori:
R. Carlesso & B. Sandri, 1934.
Difficoltà: VI+/A0, EDinf.
Lunghezza: circa 900 metri.
Tempi: 10/13 ore (per la sola via)
Materiale: assortimento di nuts e friends (fino al 3), martello e chiodi (noi non li abbiamo usati ma è
consigliabile averli per sicurezza). Staffa e fifi non indispensabili
Commento: Via impressionante per complessitá e sostenutezza dei passaggi considerato l’anno di
apertura! Incredibile non rimanere basiti pensando a Carlesso e Sandri che la scalarono in 25 ore di
arrampicata effettiva (anche pensando che avevano fatto vari tentativi precedenti) !!
Il passo del “chiodo” col fil di ferro (la leggenda vuole che Carlesso infisse e spezzó la lama del suo
coltello) attualmente è molto facilitato da una lunga mazza di cordini (scoloriti) che spenzolano dai
chiodi superiori...
Ad ogni modo a parte questo passo (il cui ingaggio è indubbiamente molto ridotto nelle attuali
condizioni), c’è comunque da dire che la via è molto continua e ci sono molti tiri duri e decisamente
sostenuti (anche molti che sulla relazione sono dati facili)! In particolare il tiro che conduce alla
seconda cengia è una placca ben chiodata ma che obbliga a dei passi decisamente impegnativi e
poi... i tiri alti (dopo il tiro chiave) darli di V (o addirittura V-) è completa mancanza di
buonsenso!!! I tiri dopo il tratto chiave sono fessure decisamente impegnative e non molto chiodate
e non ci sono sembrate piú facili rispetto al traverso sotto il tetto e ad altri tiri della parte bassa
(sulla carta piú duri)... Anche i primi due tiri nei camini finali sono decisamente impegnativi e
fisici... insomma considerate che è una via sostenuta ed esigente dall’inizio alla fine !!!
Oltre alla via in sé bisogna anche pensare che la discesa è molto complessa e lunga; azzardarla con
poche ore di luce (senza conoscerla) è davvero sconsigliabile (le doppie della prima parte descritte
in questa relazione col buio sono impossibili o quantomeno altamente sconsigliabili). È pertanto
consigliabile valutare bene i tempi ed eventualmente prevedere un sacco da bivacco.
Un gran bel viaggio su una delle torri piú slanciate ed impressionante delle dolomiti (l’esposizione
nei tiri alti è incredibile!)...
Avvicinamento: Dal parcheggio (capanna Trieste) risalire lungo la strada sterrata verso il rif.
Vazzoler. Al termine dei tornati il sentiero si porta verso Ovest (a sx della torre) ed in prossimità di
uno spiazzo erboso con torrente imboccare un sentiero che si inoltra verso dx. Seguirlo passando
alla base dello zoccolo della torre e scendere successivamente qualche decina di metri fino ad un
canale detritico. Qui abbandonare il sentiero principale e seguire le tracce che risalgono il canale
fino all’evidente cengia d’attacco che taglia tutto il lato est della parete (svariati posti da bivacco).
Seguire la cengia in leggera salita fino a portarsi sulla parete sud. L’attacco è segnato da due chiodi
un po’ lontanti. 1h30’/2h00 dalla macchina.
Descrizione:
1° tiro: salire in leggero obliquo verso dx le roccette appoggiate (2 chiodi) superando un muretto
fessurato che permette di balzare su una cengetta (sosta eventuale). Alzarsi ancora qualche metro
sulla dx (non dritto) fino a sostare su 3 chiodi alla base della prima fascia di strapiombi. [60 m, IV+]
2° tiro: alzarsi sulla dx e superare il primo strapiombino (2 chiodi) e raggiungere un terrazzino
con sosta eventuale su 3 chiodi. Superare anche il sovrastante strapiombino (2 chiodi) e proseguire
brevemente fino ad un doppio chiodo con cordino. Da qui traversare nettamente a dx su cornice
(roccia scabrosa) fin sotto la verticale della prima evidente sosta con cordoni. Superare con passo
delicato il muretto e raggiungere la sosta appesa su 5 chiodi (non tutti ottimi). [30 m, VI/A0]
Attenzione: noi abbiamo seguito questo percorso ma vi sono soste anche più a dx; pertanto potrebbe
altresì essere possibile continuare a traversare a dx sulla cornice alzandosi successivamente per una
zona fessurata fino a tali soste...
3° tiro: alzarsi sulla sx della sosta (chiodo) fino a trovarsi sulla dx di un evidente piccolo tetto
(chiodo). Traversare a sx seguendo i numerosi chiodi fino a una sosta; continuare dritti fino a un
chiodo con cordone viola, traversare 2 metri a sx e rimontare sulla cengia sovrastante. Sosta su 2
chiodi sulla dx. [25 m, VI/A0]
4° tiro: Da qui la Cassin si stacca piegando decisamente a dx oltre uno spigoletto. Per la
Carlesso seguire il vago diedro poco a dx della sosta fino a incontrare una sosta su 2 chiodi sulla dx
sotto una fascia di roccia strapiombante gialla. Traversare 6/7 metri su cengia a sx e risalire un
pilastrino di roccia grigia fino a raggiungere la cengia detritica sovrastante. Da qui bisogna balzare
sull’esile cengia che corre parallelamente due metri più in alto; noi abbiamo traversato una decina
di metri sulla sx e siamo risaliti sotto la verticale di un chiodo, ma sicuramente si può salire più a dx
(si vede una sosta su 2 chiodi più sulla dx). Dal chiodo traversare 5 metri a sx (attenzione alla roccia
marcia) fino a una sosta su 2 chiodi. Tiro tortuoso e da ricercare; forse conviene spezzarlo [55 m, V]
5° tiro: traversare in orizzontale sulla sx (chiodo) e superare nel punto di minore resistenza il
sovrastante strapiombino; proseguire lungamente in obliquo verso sx (sosta eventuale e
successivamente 2 chiodi) fino alla sosta (2 chiodi) alla base di una fascia strapiombante con chiodi
[50 m; V]
6° tiro: due possibilità: la prima è superare la fascia strapiombante in A0 con l’ausilio di 2
chiodi buoni sulla sx; la seconda è superarla sulla dx in libera (VI+, 1 chiodo brutto e roccia da
verificare). Una volta superata la fascia strapiombante si traversa a dx fino ad un chiodo ad anello e
da qui si ritorna a sx poco sopra a riprendere una evidente fessura (chiodo) che si risale fino a una
zona più appoggiata. Sostare su un chiodo + clessidra. (o più avanti, ma attenzione perché se ci si
alza troppo si arriva alla prima cengia e attrezzare una sosta diventa complicato!) [30 m; V+/A0
stando a sx, VI+ stando a dx]
7° tiro: Raggiungere la prima cengia senza percorso obbligato e da qui traversare a sx fino a
sostare su mugo in prossimità di un vago spigoletto (chiodo poco sopra) [60/65 m; III]
8° tiro: rinviare il chiodo sovrastante e superare un muretto fessurato sulla sx con 2 chiodi.
Proseguire più facilmente e seguire la fessura sovrastante (chiodo) fino a sbucare su una piccola
cengetta. NON sostare su clessidrone alla base di un diedro-fessura, ma traversare a sx e sostare su
3 chiodi (uno rovescio) alla base di una placca chiodata. [40 m; V+/VI-]
9° tiro: salire verticalmente qualche metro (2 chiodi) e traversare a sx fino a un vago spigoletto
chiodato continuare verticalmente seguendo i chiodi. Superare infine un vago diedro strapiombante
con roccia dubbia sbucando sulla seconda cengia. Sosta su 3 chiodi sulla dx. [50 m; VI+/A0]
10° tiro: traversare a sx 50 metri sulla cengia (3 chiodi) fino alla base di un evidente diedro.
Sosta su 2 chiodi. [50 m; III]
11° tiro: salire fino al primo chiodo facilmente visibile pochi metri sopra la sosta, da qui non
seguire la ripugnante fessura marcia sovrastante, ma spostarsi sulla dx e risalire le placche fessurate
sulla dx (chiodi) fino a una sosta. Da qui spostarsi qualche metro a sx e risalire la sovrastante
fessura fisica (friend incastrato) fino a sbucare su una piccola cengia dove si sosta su 2/3 chiodi. [45
m; VI/VI+]
12° tiro: seguire facilmente la rampa erbosa verso dx fino all’evidente enorme spuntone con
cordino. Da qui alzarsi sulla placca verticale seguendo i numerosi chiodi fino al famigerato passo
del “chiodo” col fil di ferro. Noi qui abbiamo trovato numerosi cordazzi da acchiappo (alcuni in
brutte condizioni, attenzione) spenzolanti dai due (buoni) chiodi successivi che agevolano
moltissimo il superamento di questo tratto. Dall’ultimo chiodo traversare a dx su gocce fino alla
sosta su 2 chiodi (integrare) alla base di un piccolo diedro. [35 m; VI/A0]
13° tiro: seguire il diedro friabilotto (chiodo), uscire sulla dx e seguire la sovrastante fessura
fino a una sosta su chiodi. Da qui traversare a dx con passo duro in placca (chiodo) fino a prendere
un’altra fessura che si risale fino alla sosta su tre chiodi cu un comodo ed espostissimo ballatoio [30
m; VI]
14° tiro: traversare orizzontalmente a sx sotto il tetto (3 chiodi + 1 cuneo) fino alla base di una
fessura-camino. Sosta su 2 chiodi un po’ lontani. [15 m; VI]
15° tiro: Seguire lungamente la fessura diedro con arrampicata dura e faticosa (3 chiodi) fino a
raggiungere una zona più appoggiata. Sosta su 2/3 chiodi sulla dx. [45 m; VI]
16° tiro: proseguire obliquando leggermente verso dx senza percorso obbligato puntando ad
aggirare su terreno più facile una zona strapiombante. Si obliqua successivamente sulla sx (chiodo
alla base di un diedrino fessurato – possible sosta integrando) fino a una sosta scomodissima su due
chiodi vicini sopra uno spuntone (possibilità di integrare sulla sx) [60 m; IV]
17° tiro: proseguire obliquando sulla sx fino alla base dei camini della variante hasse.
Proseguire ancora sulla sx e traversare in orizzontale puntando a una serie di enormi spuntoni
(chiodo con cordino nascosto – possibile sosta da integrare) risalire sullo spuntone e traversare
pochi metri a sx fino ad una sosta su 3 chiodi con moschettone di calata. In questo tratto noi
abbiamo seguito questa soluzione ma è possibile che vi siano soluzioni più comode. [70/80 m; IV]
18° tiro: Calarsi nel diedro sottostante 5/6 metri fino a riprendere una buona cengia; da qui
traversare a sx fino a una rampa che conduce alla base di un evidente stretto camino. [25 m; III]
19° tiro: Risalire lo stretto camino (chiodo) fino all’evidente masso incastrato con cordone.
Rimontarlo esternamente con passo duro e proseguire fino alla sosta su 2 chiodi nel camino.
Attenzione ai sassi. [30 m; VI]
20° tiro: infilarsi nello stretto camino e risalirlo (3 chiodi) superando internamente l’evidente
masso incastrato. Proseguire su terreno più facile ma molto sporco e friabile (occhio ai sassi perché
la sosta sotto è esposta!) fino ad una vaga nicchia in cui bisogna attrezzare una sosta (sassi
incastrati/protezioni veloci). Attenzione: questo tiro è impossibile con lo zaino in spalla! Il camino è
talmente stretto che già passarci dentro penso sia al limite per una persona un po’ massiccia…
indispensabile agganciarselo sotto i piedi o su un capo della corda! [30 m; VI]
21° tiro: seguire le fessure-diedro che si fanno progressivamente più facili ed appoggiate fino a
sbucare in prossimità delle roccette di vetta. Sosta da attrezzare. [60 m; V]
Discesa: per raggiungere la seconda cengia noi abbiamo scelto di calarci lungo la via “buon tempo e
denaro” della parete Est… descriviamo tale soluzione anche se personalmente consiglierei di
scendere lungo la normale (anche se non l’ho fatta). Considerare che le calate che abbiamo fatto
sono già molto impegnative con la luce e buona visibilità; in caso di scarsa visibilità o poche ore di
luce sono assolutamente da evitare !
Dalla cima si scende una cinquantina di metri lungo l’evidente canale verso est (uscita via Cassin-
Ratti) fino a individuare sulla sx (faccia a valle) sotto un pino mugo la prima calata su fix. (sul lato
dx del canale c’è anche una piccola grotta che si presta come un buon posto da bivacco)
1a doppia: calarsi verticalmente 40 metri fino a un terrazzino con 2 fix.
2a doppia: calarsi verticalmente (leggermente a dx faccia a valle) 55 metri fino a una piccola
nicchia con 2 chiodi e 2 dadi (si incontrano due soste intermedie a chiodi, meglio rinviarle).
3a doppia: doppia chiave. Bisogna andare a prendere un terrazzino con 2 fix molto a dx faccia a
valle circa 30 metri sotto la sosta; impossibile raggiungerlo senza rinviare le corde… è pertanto
necessario calarsi rinviando le corde su friends o altro. La sosta non si vede fino a quando non si è
scesi parecchio; evitare di scendere sulla verticale in quanto quasi sicuramente sarebbe necessario
risalire le corde!
La seconda e la terza doppia sono molto complesse e sicuramente in questo tratto ci siamo
allontanati dalla via di salita di buon tempo è denaro. Forse potrebbe essere la soluzione giusta nella
seconda calata rinviare i fix e spostarsi progressivamente sulla dx (faccia a valle) per cercare la
sosta a fix della via (che noi non abbiamo neanche visto); in tal caso la calata successiva dovrebbe
essere molto più facile in quanto probabilmente si arriva comodamente alla sosta a fix senza
bisogno di rinviare le corde.
4a doppia: calarsi 40 metri leggermente sulla sx (faccia a valle) fino a una nicchia con due fix sul
suo bordo inferiore.
5a doppia: calarsi 45 metri leggermente sulla sx (faccia a valle) fino a un piccolo terrazzino con due
fix. Utile rinviare qualche fix.
6a doppia: calarsi 40 metri verticalmente fino ad una evidente cengia con 2 fix.
7a doppia: 55 metri nel vuoto depositano sulla seconda cengia. (da qui la discesa diventa molto
meno impegnativa).
Dalla seconda cengia traversare verso sx (faccia a valle) seguendo le evidenti tracce di passaggio
(svariati posti da bivacco) e superando un primo piccolo canale. Seguire le tracce che scendono
lungo uno sperone fino a un chiodone cementato.
Da qui con due doppie da 30 metri (sconsigliabile unirle) si arriva alla base di un grande canale. Si
scende nel canale fino ad individuare poco sotto una traccia sulla sx (faccia a valle) che permette di
uscire dal canale e conduce in prossimità di un canale più piccolo. Individuare una sosta su due
chiodi e friend incastrato e calarsi 45 metri fino a una calata su due chiodi. Calarsi 60 metri (occhio
agli incastri, possibilità di fare due calate) fino a una terrazza. Ultima doppia nel vuoto da una calata
su 3 chiodi sulla dx (faccia a valle).
Quest’ultima doppia deposita nell’ampio canale sottostante la torre 100 metri sopra la cengia
d’attacco della via.
Calcolare 2/3 ore per le doppie della prima parte (fino alla seconda cengia), 2 ore per la seconda
parte e 1h30’ fino alla macchina.
Sul primo strapiombino del secondo tiro.
Il traverso del terzo tiro.
Sul quarto tiro.
Sul nono tiro che conduce alla seconda cengia.
Il passo del famoso “chiodo” col fil di ferro. Da notare la mazza di cordini spenzolante…
L’esposto traverso del 14° tiro.
Penultimo tiro nei camini finali.

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  • 1. Torre Trieste, Carlesso - Sandri Relazione da una ripetizione del giugno 2013. Primi salitori: R. Carlesso & B. Sandri, 1934. Difficoltà: VI+/A0, EDinf. Lunghezza: circa 900 metri. Tempi: 10/13 ore (per la sola via) Materiale: assortimento di nuts e friends (fino al 3), martello e chiodi (noi non li abbiamo usati ma è consigliabile averli per sicurezza). Staffa e fifi non indispensabili Commento: Via impressionante per complessitá e sostenutezza dei passaggi considerato l’anno di apertura! Incredibile non rimanere basiti pensando a Carlesso e Sandri che la scalarono in 25 ore di arrampicata effettiva (anche pensando che avevano fatto vari tentativi precedenti) !! Il passo del “chiodo” col fil di ferro (la leggenda vuole che Carlesso infisse e spezzó la lama del suo coltello) attualmente è molto facilitato da una lunga mazza di cordini (scoloriti) che spenzolano dai chiodi superiori... Ad ogni modo a parte questo passo (il cui ingaggio è indubbiamente molto ridotto nelle attuali condizioni), c’è comunque da dire che la via è molto continua e ci sono molti tiri duri e decisamente sostenuti (anche molti che sulla relazione sono dati facili)! In particolare il tiro che conduce alla seconda cengia è una placca ben chiodata ma che obbliga a dei passi decisamente impegnativi e poi... i tiri alti (dopo il tiro chiave) darli di V (o addirittura V-) è completa mancanza di buonsenso!!! I tiri dopo il tratto chiave sono fessure decisamente impegnative e non molto chiodate e non ci sono sembrate piú facili rispetto al traverso sotto il tetto e ad altri tiri della parte bassa (sulla carta piú duri)... Anche i primi due tiri nei camini finali sono decisamente impegnativi e fisici... insomma considerate che è una via sostenuta ed esigente dall’inizio alla fine !!! Oltre alla via in sé bisogna anche pensare che la discesa è molto complessa e lunga; azzardarla con poche ore di luce (senza conoscerla) è davvero sconsigliabile (le doppie della prima parte descritte
  • 2. in questa relazione col buio sono impossibili o quantomeno altamente sconsigliabili). È pertanto consigliabile valutare bene i tempi ed eventualmente prevedere un sacco da bivacco. Un gran bel viaggio su una delle torri piú slanciate ed impressionante delle dolomiti (l’esposizione nei tiri alti è incredibile!)... Avvicinamento: Dal parcheggio (capanna Trieste) risalire lungo la strada sterrata verso il rif. Vazzoler. Al termine dei tornati il sentiero si porta verso Ovest (a sx della torre) ed in prossimità di uno spiazzo erboso con torrente imboccare un sentiero che si inoltra verso dx. Seguirlo passando alla base dello zoccolo della torre e scendere successivamente qualche decina di metri fino ad un canale detritico. Qui abbandonare il sentiero principale e seguire le tracce che risalgono il canale fino all’evidente cengia d’attacco che taglia tutto il lato est della parete (svariati posti da bivacco). Seguire la cengia in leggera salita fino a portarsi sulla parete sud. L’attacco è segnato da due chiodi un po’ lontanti. 1h30’/2h00 dalla macchina. Descrizione: 1° tiro: salire in leggero obliquo verso dx le roccette appoggiate (2 chiodi) superando un muretto fessurato che permette di balzare su una cengetta (sosta eventuale). Alzarsi ancora qualche metro sulla dx (non dritto) fino a sostare su 3 chiodi alla base della prima fascia di strapiombi. [60 m, IV+] 2° tiro: alzarsi sulla dx e superare il primo strapiombino (2 chiodi) e raggiungere un terrazzino con sosta eventuale su 3 chiodi. Superare anche il sovrastante strapiombino (2 chiodi) e proseguire brevemente fino ad un doppio chiodo con cordino. Da qui traversare nettamente a dx su cornice (roccia scabrosa) fin sotto la verticale della prima evidente sosta con cordoni. Superare con passo delicato il muretto e raggiungere la sosta appesa su 5 chiodi (non tutti ottimi). [30 m, VI/A0] Attenzione: noi abbiamo seguito questo percorso ma vi sono soste anche più a dx; pertanto potrebbe altresì essere possibile continuare a traversare a dx sulla cornice alzandosi successivamente per una zona fessurata fino a tali soste... 3° tiro: alzarsi sulla sx della sosta (chiodo) fino a trovarsi sulla dx di un evidente piccolo tetto (chiodo). Traversare a sx seguendo i numerosi chiodi fino a una sosta; continuare dritti fino a un chiodo con cordone viola, traversare 2 metri a sx e rimontare sulla cengia sovrastante. Sosta su 2 chiodi sulla dx. [25 m, VI/A0] 4° tiro: Da qui la Cassin si stacca piegando decisamente a dx oltre uno spigoletto. Per la Carlesso seguire il vago diedro poco a dx della sosta fino a incontrare una sosta su 2 chiodi sulla dx sotto una fascia di roccia strapiombante gialla. Traversare 6/7 metri su cengia a sx e risalire un pilastrino di roccia grigia fino a raggiungere la cengia detritica sovrastante. Da qui bisogna balzare sull’esile cengia che corre parallelamente due metri più in alto; noi abbiamo traversato una decina di metri sulla sx e siamo risaliti sotto la verticale di un chiodo, ma sicuramente si può salire più a dx (si vede una sosta su 2 chiodi più sulla dx). Dal chiodo traversare 5 metri a sx (attenzione alla roccia marcia) fino a una sosta su 2 chiodi. Tiro tortuoso e da ricercare; forse conviene spezzarlo [55 m, V] 5° tiro: traversare in orizzontale sulla sx (chiodo) e superare nel punto di minore resistenza il sovrastante strapiombino; proseguire lungamente in obliquo verso sx (sosta eventuale e successivamente 2 chiodi) fino alla sosta (2 chiodi) alla base di una fascia strapiombante con chiodi [50 m; V] 6° tiro: due possibilità: la prima è superare la fascia strapiombante in A0 con l’ausilio di 2 chiodi buoni sulla sx; la seconda è superarla sulla dx in libera (VI+, 1 chiodo brutto e roccia da verificare). Una volta superata la fascia strapiombante si traversa a dx fino ad un chiodo ad anello e
  • 3. da qui si ritorna a sx poco sopra a riprendere una evidente fessura (chiodo) che si risale fino a una zona più appoggiata. Sostare su un chiodo + clessidra. (o più avanti, ma attenzione perché se ci si alza troppo si arriva alla prima cengia e attrezzare una sosta diventa complicato!) [30 m; V+/A0 stando a sx, VI+ stando a dx] 7° tiro: Raggiungere la prima cengia senza percorso obbligato e da qui traversare a sx fino a sostare su mugo in prossimità di un vago spigoletto (chiodo poco sopra) [60/65 m; III] 8° tiro: rinviare il chiodo sovrastante e superare un muretto fessurato sulla sx con 2 chiodi. Proseguire più facilmente e seguire la fessura sovrastante (chiodo) fino a sbucare su una piccola cengetta. NON sostare su clessidrone alla base di un diedro-fessura, ma traversare a sx e sostare su 3 chiodi (uno rovescio) alla base di una placca chiodata. [40 m; V+/VI-] 9° tiro: salire verticalmente qualche metro (2 chiodi) e traversare a sx fino a un vago spigoletto chiodato continuare verticalmente seguendo i chiodi. Superare infine un vago diedro strapiombante con roccia dubbia sbucando sulla seconda cengia. Sosta su 3 chiodi sulla dx. [50 m; VI+/A0] 10° tiro: traversare a sx 50 metri sulla cengia (3 chiodi) fino alla base di un evidente diedro. Sosta su 2 chiodi. [50 m; III] 11° tiro: salire fino al primo chiodo facilmente visibile pochi metri sopra la sosta, da qui non seguire la ripugnante fessura marcia sovrastante, ma spostarsi sulla dx e risalire le placche fessurate sulla dx (chiodi) fino a una sosta. Da qui spostarsi qualche metro a sx e risalire la sovrastante fessura fisica (friend incastrato) fino a sbucare su una piccola cengia dove si sosta su 2/3 chiodi. [45 m; VI/VI+] 12° tiro: seguire facilmente la rampa erbosa verso dx fino all’evidente enorme spuntone con cordino. Da qui alzarsi sulla placca verticale seguendo i numerosi chiodi fino al famigerato passo del “chiodo” col fil di ferro. Noi qui abbiamo trovato numerosi cordazzi da acchiappo (alcuni in brutte condizioni, attenzione) spenzolanti dai due (buoni) chiodi successivi che agevolano moltissimo il superamento di questo tratto. Dall’ultimo chiodo traversare a dx su gocce fino alla sosta su 2 chiodi (integrare) alla base di un piccolo diedro. [35 m; VI/A0] 13° tiro: seguire il diedro friabilotto (chiodo), uscire sulla dx e seguire la sovrastante fessura fino a una sosta su chiodi. Da qui traversare a dx con passo duro in placca (chiodo) fino a prendere un’altra fessura che si risale fino alla sosta su tre chiodi cu un comodo ed espostissimo ballatoio [30 m; VI] 14° tiro: traversare orizzontalmente a sx sotto il tetto (3 chiodi + 1 cuneo) fino alla base di una fessura-camino. Sosta su 2 chiodi un po’ lontani. [15 m; VI] 15° tiro: Seguire lungamente la fessura diedro con arrampicata dura e faticosa (3 chiodi) fino a raggiungere una zona più appoggiata. Sosta su 2/3 chiodi sulla dx. [45 m; VI] 16° tiro: proseguire obliquando leggermente verso dx senza percorso obbligato puntando ad aggirare su terreno più facile una zona strapiombante. Si obliqua successivamente sulla sx (chiodo alla base di un diedrino fessurato – possible sosta integrando) fino a una sosta scomodissima su due chiodi vicini sopra uno spuntone (possibilità di integrare sulla sx) [60 m; IV] 17° tiro: proseguire obliquando sulla sx fino alla base dei camini della variante hasse. Proseguire ancora sulla sx e traversare in orizzontale puntando a una serie di enormi spuntoni
  • 4. (chiodo con cordino nascosto – possibile sosta da integrare) risalire sullo spuntone e traversare pochi metri a sx fino ad una sosta su 3 chiodi con moschettone di calata. In questo tratto noi abbiamo seguito questa soluzione ma è possibile che vi siano soluzioni più comode. [70/80 m; IV] 18° tiro: Calarsi nel diedro sottostante 5/6 metri fino a riprendere una buona cengia; da qui traversare a sx fino a una rampa che conduce alla base di un evidente stretto camino. [25 m; III] 19° tiro: Risalire lo stretto camino (chiodo) fino all’evidente masso incastrato con cordone. Rimontarlo esternamente con passo duro e proseguire fino alla sosta su 2 chiodi nel camino. Attenzione ai sassi. [30 m; VI] 20° tiro: infilarsi nello stretto camino e risalirlo (3 chiodi) superando internamente l’evidente masso incastrato. Proseguire su terreno più facile ma molto sporco e friabile (occhio ai sassi perché la sosta sotto è esposta!) fino ad una vaga nicchia in cui bisogna attrezzare una sosta (sassi incastrati/protezioni veloci). Attenzione: questo tiro è impossibile con lo zaino in spalla! Il camino è talmente stretto che già passarci dentro penso sia al limite per una persona un po’ massiccia… indispensabile agganciarselo sotto i piedi o su un capo della corda! [30 m; VI] 21° tiro: seguire le fessure-diedro che si fanno progressivamente più facili ed appoggiate fino a sbucare in prossimità delle roccette di vetta. Sosta da attrezzare. [60 m; V] Discesa: per raggiungere la seconda cengia noi abbiamo scelto di calarci lungo la via “buon tempo e denaro” della parete Est… descriviamo tale soluzione anche se personalmente consiglierei di scendere lungo la normale (anche se non l’ho fatta). Considerare che le calate che abbiamo fatto sono già molto impegnative con la luce e buona visibilità; in caso di scarsa visibilità o poche ore di luce sono assolutamente da evitare ! Dalla cima si scende una cinquantina di metri lungo l’evidente canale verso est (uscita via Cassin- Ratti) fino a individuare sulla sx (faccia a valle) sotto un pino mugo la prima calata su fix. (sul lato dx del canale c’è anche una piccola grotta che si presta come un buon posto da bivacco) 1a doppia: calarsi verticalmente 40 metri fino a un terrazzino con 2 fix. 2a doppia: calarsi verticalmente (leggermente a dx faccia a valle) 55 metri fino a una piccola nicchia con 2 chiodi e 2 dadi (si incontrano due soste intermedie a chiodi, meglio rinviarle). 3a doppia: doppia chiave. Bisogna andare a prendere un terrazzino con 2 fix molto a dx faccia a valle circa 30 metri sotto la sosta; impossibile raggiungerlo senza rinviare le corde… è pertanto necessario calarsi rinviando le corde su friends o altro. La sosta non si vede fino a quando non si è scesi parecchio; evitare di scendere sulla verticale in quanto quasi sicuramente sarebbe necessario risalire le corde! La seconda e la terza doppia sono molto complesse e sicuramente in questo tratto ci siamo allontanati dalla via di salita di buon tempo è denaro. Forse potrebbe essere la soluzione giusta nella seconda calata rinviare i fix e spostarsi progressivamente sulla dx (faccia a valle) per cercare la sosta a fix della via (che noi non abbiamo neanche visto); in tal caso la calata successiva dovrebbe essere molto più facile in quanto probabilmente si arriva comodamente alla sosta a fix senza bisogno di rinviare le corde. 4a doppia: calarsi 40 metri leggermente sulla sx (faccia a valle) fino a una nicchia con due fix sul suo bordo inferiore. 5a doppia: calarsi 45 metri leggermente sulla sx (faccia a valle) fino a un piccolo terrazzino con due fix. Utile rinviare qualche fix. 6a doppia: calarsi 40 metri verticalmente fino ad una evidente cengia con 2 fix.
  • 5. 7a doppia: 55 metri nel vuoto depositano sulla seconda cengia. (da qui la discesa diventa molto meno impegnativa). Dalla seconda cengia traversare verso sx (faccia a valle) seguendo le evidenti tracce di passaggio (svariati posti da bivacco) e superando un primo piccolo canale. Seguire le tracce che scendono lungo uno sperone fino a un chiodone cementato. Da qui con due doppie da 30 metri (sconsigliabile unirle) si arriva alla base di un grande canale. Si scende nel canale fino ad individuare poco sotto una traccia sulla sx (faccia a valle) che permette di uscire dal canale e conduce in prossimità di un canale più piccolo. Individuare una sosta su due chiodi e friend incastrato e calarsi 45 metri fino a una calata su due chiodi. Calarsi 60 metri (occhio agli incastri, possibilità di fare due calate) fino a una terrazza. Ultima doppia nel vuoto da una calata su 3 chiodi sulla dx (faccia a valle). Quest’ultima doppia deposita nell’ampio canale sottostante la torre 100 metri sopra la cengia d’attacco della via. Calcolare 2/3 ore per le doppie della prima parte (fino alla seconda cengia), 2 ore per la seconda parte e 1h30’ fino alla macchina.
  • 6. Sul primo strapiombino del secondo tiro.
  • 7. Il traverso del terzo tiro.
  • 9. Sul nono tiro che conduce alla seconda cengia.
  • 10. Il passo del famoso “chiodo” col fil di ferro. Da notare la mazza di cordini spenzolante…
  • 12. Penultimo tiro nei camini finali.