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Consiste in un nuovo approccio nelle relazioni di
 sviluppo che vuole stabilire rapporti diretti con gli
   organismi rappresentativi di paesi riceventi e
stimolare le loro capacità di portare avanti iniziative
   di sviluppo con la partecipazione diretta delle
                popolazioni coinvolte




                          Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo
                                                                                  1
Una strategia focalizzata sul territorio, scegliendo una dimensione locale
intermedia tra livello municipale e quello centrale;

Il collegamento tra le politiche locali, nazionali ed internazionali (tramite
l’inserimento del piano d’azione in un programma di sviluppo umano);

La partecipazione di tutti i soggetti coinvolti attraverso la concertazione tra le
autorità locali e centrali e gli attori economici e sociali;

La definizione e negoziazione di un piano di sviluppo locale, articolato in progetti,
realizzata con il metodo partecipativo;

Il decentramento dei poteri decisionali e della gestione degli interventi a livello
locale;

La sostenibilità delle azioni, in modo tale che gli interventi realizzati possano
costituire dei modelli replicabili nel tempo e nello spazio;

L’integrazione nell’intervento di tutti i campi dello sviluppo umano (diritti umani,
economia, salute, educazione, ambiente)



                                           Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo   2
PDHL: Programa de Desarrollo Humano a nivel Local



Rappresentano una “strategia quadro” di cooperazione
internazionale dentro la quale collocare una rete organica di
programmi che abbiano in comune obiettivi generali, metodi
partecipativi e criteri di valutazione che siano al contempo
aderenti alle realtà locali specifiche nelle quali operano.




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                                                                                      3
A livello LOCALE si propongono di migliorare il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche decentrate e dei servizi di base
promuovendo la partecipazione delle popolazioni ai processi di
sviluppo e di elevare le loro condizioni di vita dando priorità ai gruppi
più deboli;

A livello NAZIONALE i PDHL appoggiano i governi e la società civile
nell’orientamento delle proprie strategie di sviluppo verso le politiche
sociali ed economiche più vicine agli impegni presi nel Vertice di
Copenhagen. Diffondono verso altre Province e Municipi i risultati e
metodi utilizzati nelle zone pilota.


A livello INTERNAZIONALE stabiliscono relazioni con altre iniziative
delle Nazioni Unite promuovendo la cooperazione decentrata allo
sviluppo umano tra comunità locali del Nord e del Sud.



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                                                                                           4
1.   Funzionamento     delle   istituzioni      locali, partecipazione, pari
     opportunità, promozione dei diritti e della democrazia.
2.   Sviluppo economico, occupazione, produzione, con particolare
     attenzione alla lotta contro la povertà.
3.   Gestione sostenibile delle risorse del territorio, con riguardo alla
     gestione sistemica dell’ambiente.
4.   Tutela della salute e sviluppo dei servizi sociali, con particolare
     riguardo alla lotta contro l’esclusione sociale.
5.   Promozione     dell’educazione       di    base      e    della      formazione
     professionale, con particolare attenzione alle fasce più deboli
     della popolazione.


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I Governi dei paesi interessati

I Governi dei Paesi “donatori”

Le Organizzazioni delle Nazioni Unite

Le Regioni e gli Enti Locali (sia del Nord che del Sud e dell’Est
del mondo)

La società civile dei “paesi donatori” , organizzata in Comitati
o Gruppi di lavoro Locali

Le ONG di cooperazione internazionale dei “paesi donatori”

Le ONG locali
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1.   Le “Mappe Comunitarie dei bisogni e delle risorse”


     Costituiscono l’espressione grafica di un processo al quale
     partecipano le comunità, gli enti pubblici,gli operatori
     nazionali ed internazionali e che, attraverso l’apporto dei
     loro diversi saperi, giunge alla definizione negoziata di
     obiettivi comuni.




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                                                                                   7
Le Agenzie di Sviluppo Locale (ASEL)


I Sistemi Locali di Salute (SILOS)


I Sistemi Locali per i Diritti Umani (SIPRODE)


Sistemi Locali di Educazione (SILED)




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                                                                                  8
1.   Contesto nazionale e locale;
2.   Le aree locali di intervento;
3.   Gli obiettivi generali;
4.   I metodi di lavoro;
5.   I responsabili delle azioni;
6.   I campi d’azione e le azioni possibili a livello locale, nazionale
     ed internazionale;
7.   La stima dei tempi necessari;
8.   Le previsioni di massima dei costi per grandi capitoli di
     spesa;
9.   I meccanismi di monitoraggio e valutazione

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Integra lo strumento di programmazione già
esistente con le attività di sviluppo umano cui la
comunità ha dato priorità.




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1.   Identificazione dei meccanismi di coordinamento tra i servizi
     esistenti nell’area e tra il settore pubblico e quello privato;
2.   Realizzazione di studi socio-economici e mappe geografiche per
     conoscere meglio l’area e pianificare le azioni;
3.   Utilizzo delle mappe comunitarie dei bisogni e delle risorse;
4.   Coinvolgimento di tutta la comunità;
5.   Identificazione e formulazione degli obiettivi, modalità
     d’attuazione, attività e costi.




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Programa para Desplazados, Repatriados
  y Refugiados en Centro America


Obiettivo: contribuire alla riduzione dei
  conflitti, alla democratizzazione ed allo
  sviluppo umano in Centro America

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                                                                          12
Finanziato dall’Italia con 115 milioni di dollari
Realizzato da alcune Agenzie delle Nazioni Unite (UNDP; UNHCR,
    WHO, ILO)

6 paesi coinvolti: Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala,

     Honduras, Nicaragua


2 milioni di persone coinvolte (1/10 della popolazione
    centroamericana)




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SVILUPPO ECONOMICO LOCALE: investimenti nella concessione di credito
    indirizzati a più 37 mila produttori con un tasso di recupero superiore
    all’80%. Coinvolgimento di 12 istituzioni bancarie, 13 ONG specializzate
    in credito, 250 organizzazioni di produttori.
PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI: documentazione delle persone,
    legalizzazione del possesso di terre, riconoscimento giuridico di
    associazioni, cooperative e comitati locali di sviluppo, appoggio alle
    popolazioni indigene, all’amministrazione della giustizia a livello locale,
    creazione di sistemi locali di protezione dei diritti umani.
INFRASTRUTTURE, AMBIENTE, TERRITORIO: creazione di ponti, strade rurali,
    acquedotti, sistemi fognari, servizi igienici, mercati, scuole, sistemi di
    salute. Promozione di opere di riforestazione, uso razionale dei pesticidi e
    concimi, opere di conservazione delle zone contigue ai parchi nazionali
    (regione Brunca, Costa Rica)



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SERVIZI SOCIALI E SALUTE: costruzione di 25 sistemi locali di salute con
    l’appoggio dell’OMS e dell’Organizzazione Panamericana per la Salute


EDUCAZIONE DI BASE. miglioramento delle scuole, formazione agli
    insegnanti, valorizzazione delle specificità linguistiche, culturali,
    economiche ed ambientali. Creazione di 10 sistemi Locali di Educazione
    con la partecipazione della popolazione organizzata in Consigli di
    Gestione Scolastici e gruppi scuola-famiglia.




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Scenario:
Regione Brunca : diffusa povertà e arretratezza
Emarginazione delle popolazioni indigene
Flussi migratori dal Nicaragua




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                                                                             16
1a Fase 1989-90: intervento nel campo profughi “El
   Achiote”- inserimento di 300 famiglie rifugiate
   nella realtà socio-economica della regione
   appoggiando contemporaneamente la
   popolazione povera residente (UNHCR e
   Commissione Nazionale per i rifugiati-
   DIGEPARE)


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2a Fase 1991-95: estensione dei campi di intervento
   ad altri municipi: Perez Zeledòn, Buenos Aires,
   Golfito, Osa, Coto Brus, Cooredores. Appoggio
   alle famiglie indigenti locali e inserimento dei
   rifugiati che non avevano accettato il rimpatrio,
   grazie all’azione comune della Commissione
   Nazionale per i Rifugiati DIGEPARE ed ai
   Consigli di Pacificazione Regionali.
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Regione Brunca (estensione pari a circa il 20% del territorio
    costaricense)
6 Municipi coinvolti;
Investimento totale: 6.511.000 dollari USA
20.150 beneficiari diretti
44% degli investimenti diretto allo sviluppo economico;
15% per la realizzazione di infrastrutture;
13% per il miglioramento dei servizi socio-sanitari;
21% per il miglioramento dei servizi educativi;
7% promozione dei diritti umani
93 Istituzioni nazionali e locali coinvolte nel programma



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                                                                                     19
SVILUPPO ECONOMICO: fondi rotatori per il credito a favore dei
    produttori sprovvisti delle garanzie richieste dal sistema
    finanziario; acquisto di terre per la produzione agricola allo
    scopo di rivenderle a prezzi agevolati alle popolazioni rifugiate.
    Assistenza tecnica e cofinanziamento per la produzione agricola
    locale. Appoggio alle attività dei Centri Agricoli Cantonali e a
    140 piccole imprese locali. Creazione di 63 microimprese e 26
    cooperative di produttori. Istituzione insieme a UNHCR e all’ILO
    del Fondo Nazionale di Credito per l’appoggio alla popolazione
    rifugiata e sprovvista di documenti. Creazione dell’ASEL a Perez
    Zeledòn.

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INFRASTRUTTURE E AMBIENTE: Opere pubbliche realizzate in
    collaborazione tra il Programma, l’istituzione pubblica competente e
    i Consigli di Sviluppo delle Comunità interessate: riparazione di 36
    acquedotti con un’estensione di 278 Km a beneficio di 23.620
    persone , riabilitazione di 99 km di strade rurali, costruzione di 12
    ponti.
   Concessione di 121 crediti agevolati per la costruzione e
    ristrutturazione di abitazioni, installazione di servizi igienici in 1000
    abitazioni, costruzione di piccole infrastrutture comunitarie a
    beneficio di 5000 persone.
   Riforestazione di 130 di terreno eroso, costruzione di 14 vivai per la
    produzione di piante forestali, attività di informazione e formazione
    ambientale nelle scuole.
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DIRITTI UMANI: regolarizzazione della posizione legale dei rifugiati
    nicaraguensi (1300 persone) come condizione necessaria per
    poter accedere al credito agevolato per la casa e le attività
    produttive. Assistenza legale per il riconoscimento della
    personalità giuridica di 12 associazioni, appoggio a 19 Comitati
    comunitari di sviluppo.


SALUTE E SERVIZI SOCIALI: attraverso la collaborazione con il
    Ministero della Salute e la Cassa di sicurezza Sociale è stata
    garantita al 100% dei rifugiati l’assistenza sanitaria di base, è
    stato fornito appoggio agli esistenti sistemi locali di Salute, e
    assistenza tecnica alle strutture regionali del Ministero della
    Salute

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                                                                                      22
EDUCAZIONE. Creazione di 43 scuole rurali in collaborazione con le
   Comunità Locali e il ministero dell’Educazione, appoggio di
   ulteriori 43 scuole mediante assistenza tecnica ed
   equipaggiamento. Costituzione di un Centro di documentazione
   sulle pubblicazioni didattiche (Ministero dell’Educazione e
   Associazione dei comitati municipali per l’educazione).
   Realizzazione di 238 corsi di alfabetizzazione per adulti, rifugiati
   e costaricensi.. E’ stato garantito l’accesso alle scuole al 100%
   dei bambini rifugiati e sono state finanziate borse di studio per la
   frequenza delle scuole superiori o istituti specializzati.




                           Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo
                                                                                   23
1.   Locale: si svolge in aree ben definite, corrispondenti al decentramento
     politico-amministrativo del Paese.
2.   Integrata: considera insieme, come componenti indissociabili dello sviluppo,
     gli aspetti dei diritti umani, del reddito, della salute, dell’educazione e
     dell’ambiente.
3.   Collegata: promuove i collegamenti con i livelli centrali che devono assicurare
     il sostegno alle attività decentrate attraverso interventi ed opere di livello
     nazionale, facilita anche i collegamenti a livello internazionale,. per ampliare
     adeguatamente le opportunità di sviluppo e fare in modo che le comunità locali
     possano essere attive anche nei processi che si svolgono in modo globale.
4.   Decentrata: adotta meccanismi di decentramento delle informazioni, dei
     processi decisionali, della gestione dei finanziamenti e delle attività a livello
     delle comunità locali dove si vuole promuovere il processo di sviluppo


                                  Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo
                                                                                          24
4.   Partecipata: consente ai diretti interessati di partecipare al processo che
     porta alla decisione di realizzare una determinata iniziativa, ed alla
     realizzazione di quest’iniziativa con forme appropriate di gestione,
     valutazione o controllo.
5.   Qualitativa: capace di migliorare la qualità delle relazioni umane nella
     realtà locale (e tra questa ed altre realtà locali), riducendo il livello di
     esclusione sociale, di malessere e di conflittualità ed innalzando per tutti il
     livello di soddisfazione dei bisogni di salute, educazione, vivibilità
     dell’ambiente, sicurezza e rispetto dei diritti umani.
6.   Concertata: facilita la discussione e la concertazione tra i diversi attori
     sociali che sono interessati ad una stessa decisione.



                                  Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo
                                                                                          25
7.   Ecosostenibile: promuove azioni che possono mantenersi nel tempo,
     senza distruggere le fonti naturali che le alimentano.


8.   Duratura: seleziona attività capaci di sostenersi in modo prolungato sul
     piano economico ed organizzativo, attraverso appropriati meccanismi che
     tengano conto delle difficoltà iniziali, dei tempi necessari e delle
     condizioni che debbono essere assicurate perché lo sviluppo possa
     avviarsi, incrementarsi e durare.




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  • 1. Consiste in un nuovo approccio nelle relazioni di sviluppo che vuole stabilire rapporti diretti con gli organismi rappresentativi di paesi riceventi e stimolare le loro capacità di portare avanti iniziative di sviluppo con la partecipazione diretta delle popolazioni coinvolte Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 1
  • 2. Una strategia focalizzata sul territorio, scegliendo una dimensione locale intermedia tra livello municipale e quello centrale; Il collegamento tra le politiche locali, nazionali ed internazionali (tramite l’inserimento del piano d’azione in un programma di sviluppo umano); La partecipazione di tutti i soggetti coinvolti attraverso la concertazione tra le autorità locali e centrali e gli attori economici e sociali; La definizione e negoziazione di un piano di sviluppo locale, articolato in progetti, realizzata con il metodo partecipativo; Il decentramento dei poteri decisionali e della gestione degli interventi a livello locale; La sostenibilità delle azioni, in modo tale che gli interventi realizzati possano costituire dei modelli replicabili nel tempo e nello spazio; L’integrazione nell’intervento di tutti i campi dello sviluppo umano (diritti umani, economia, salute, educazione, ambiente) Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 2
  • 3. PDHL: Programa de Desarrollo Humano a nivel Local Rappresentano una “strategia quadro” di cooperazione internazionale dentro la quale collocare una rete organica di programmi che abbiano in comune obiettivi generali, metodi partecipativi e criteri di valutazione che siano al contempo aderenti alle realtà locali specifiche nelle quali operano. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 3
  • 4. A livello LOCALE si propongono di migliorare il funzionamento delle amministrazioni pubbliche decentrate e dei servizi di base promuovendo la partecipazione delle popolazioni ai processi di sviluppo e di elevare le loro condizioni di vita dando priorità ai gruppi più deboli; A livello NAZIONALE i PDHL appoggiano i governi e la società civile nell’orientamento delle proprie strategie di sviluppo verso le politiche sociali ed economiche più vicine agli impegni presi nel Vertice di Copenhagen. Diffondono verso altre Province e Municipi i risultati e metodi utilizzati nelle zone pilota. A livello INTERNAZIONALE stabiliscono relazioni con altre iniziative delle Nazioni Unite promuovendo la cooperazione decentrata allo sviluppo umano tra comunità locali del Nord e del Sud. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 4
  • 5. 1. Funzionamento delle istituzioni locali, partecipazione, pari opportunità, promozione dei diritti e della democrazia. 2. Sviluppo economico, occupazione, produzione, con particolare attenzione alla lotta contro la povertà. 3. Gestione sostenibile delle risorse del territorio, con riguardo alla gestione sistemica dell’ambiente. 4. Tutela della salute e sviluppo dei servizi sociali, con particolare riguardo alla lotta contro l’esclusione sociale. 5. Promozione dell’educazione di base e della formazione professionale, con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 5
  • 6. I Governi dei paesi interessati I Governi dei Paesi “donatori” Le Organizzazioni delle Nazioni Unite Le Regioni e gli Enti Locali (sia del Nord che del Sud e dell’Est del mondo) La società civile dei “paesi donatori” , organizzata in Comitati o Gruppi di lavoro Locali Le ONG di cooperazione internazionale dei “paesi donatori” Le ONG locali Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 6
  • 7. 1. Le “Mappe Comunitarie dei bisogni e delle risorse” Costituiscono l’espressione grafica di un processo al quale partecipano le comunità, gli enti pubblici,gli operatori nazionali ed internazionali e che, attraverso l’apporto dei loro diversi saperi, giunge alla definizione negoziata di obiettivi comuni. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 7
  • 8. Le Agenzie di Sviluppo Locale (ASEL) I Sistemi Locali di Salute (SILOS) I Sistemi Locali per i Diritti Umani (SIPRODE) Sistemi Locali di Educazione (SILED) Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 8
  • 9. 1. Contesto nazionale e locale; 2. Le aree locali di intervento; 3. Gli obiettivi generali; 4. I metodi di lavoro; 5. I responsabili delle azioni; 6. I campi d’azione e le azioni possibili a livello locale, nazionale ed internazionale; 7. La stima dei tempi necessari; 8. Le previsioni di massima dei costi per grandi capitoli di spesa; 9. I meccanismi di monitoraggio e valutazione Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 9
  • 10. Integra lo strumento di programmazione già esistente con le attività di sviluppo umano cui la comunità ha dato priorità. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 10
  • 11. 1. Identificazione dei meccanismi di coordinamento tra i servizi esistenti nell’area e tra il settore pubblico e quello privato; 2. Realizzazione di studi socio-economici e mappe geografiche per conoscere meglio l’area e pianificare le azioni; 3. Utilizzo delle mappe comunitarie dei bisogni e delle risorse; 4. Coinvolgimento di tutta la comunità; 5. Identificazione e formulazione degli obiettivi, modalità d’attuazione, attività e costi. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 11
  • 12. Programa para Desplazados, Repatriados y Refugiados en Centro America Obiettivo: contribuire alla riduzione dei conflitti, alla democratizzazione ed allo sviluppo umano in Centro America Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 12
  • 13. Finanziato dall’Italia con 115 milioni di dollari Realizzato da alcune Agenzie delle Nazioni Unite (UNDP; UNHCR, WHO, ILO) 6 paesi coinvolti: Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua 2 milioni di persone coinvolte (1/10 della popolazione centroamericana) Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 13
  • 14. SVILUPPO ECONOMICO LOCALE: investimenti nella concessione di credito indirizzati a più 37 mila produttori con un tasso di recupero superiore all’80%. Coinvolgimento di 12 istituzioni bancarie, 13 ONG specializzate in credito, 250 organizzazioni di produttori. PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI: documentazione delle persone, legalizzazione del possesso di terre, riconoscimento giuridico di associazioni, cooperative e comitati locali di sviluppo, appoggio alle popolazioni indigene, all’amministrazione della giustizia a livello locale, creazione di sistemi locali di protezione dei diritti umani. INFRASTRUTTURE, AMBIENTE, TERRITORIO: creazione di ponti, strade rurali, acquedotti, sistemi fognari, servizi igienici, mercati, scuole, sistemi di salute. Promozione di opere di riforestazione, uso razionale dei pesticidi e concimi, opere di conservazione delle zone contigue ai parchi nazionali (regione Brunca, Costa Rica) Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 14
  • 15. SERVIZI SOCIALI E SALUTE: costruzione di 25 sistemi locali di salute con l’appoggio dell’OMS e dell’Organizzazione Panamericana per la Salute EDUCAZIONE DI BASE. miglioramento delle scuole, formazione agli insegnanti, valorizzazione delle specificità linguistiche, culturali, economiche ed ambientali. Creazione di 10 sistemi Locali di Educazione con la partecipazione della popolazione organizzata in Consigli di Gestione Scolastici e gruppi scuola-famiglia. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 15
  • 16. Scenario: Regione Brunca : diffusa povertà e arretratezza Emarginazione delle popolazioni indigene Flussi migratori dal Nicaragua Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 16
  • 17. 1a Fase 1989-90: intervento nel campo profughi “El Achiote”- inserimento di 300 famiglie rifugiate nella realtà socio-economica della regione appoggiando contemporaneamente la popolazione povera residente (UNHCR e Commissione Nazionale per i rifugiati- DIGEPARE) Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 17
  • 18. 2a Fase 1991-95: estensione dei campi di intervento ad altri municipi: Perez Zeledòn, Buenos Aires, Golfito, Osa, Coto Brus, Cooredores. Appoggio alle famiglie indigenti locali e inserimento dei rifugiati che non avevano accettato il rimpatrio, grazie all’azione comune della Commissione Nazionale per i Rifugiati DIGEPARE ed ai Consigli di Pacificazione Regionali. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 18
  • 19. Regione Brunca (estensione pari a circa il 20% del territorio costaricense) 6 Municipi coinvolti; Investimento totale: 6.511.000 dollari USA 20.150 beneficiari diretti 44% degli investimenti diretto allo sviluppo economico; 15% per la realizzazione di infrastrutture; 13% per il miglioramento dei servizi socio-sanitari; 21% per il miglioramento dei servizi educativi; 7% promozione dei diritti umani 93 Istituzioni nazionali e locali coinvolte nel programma Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 19
  • 20. SVILUPPO ECONOMICO: fondi rotatori per il credito a favore dei produttori sprovvisti delle garanzie richieste dal sistema finanziario; acquisto di terre per la produzione agricola allo scopo di rivenderle a prezzi agevolati alle popolazioni rifugiate. Assistenza tecnica e cofinanziamento per la produzione agricola locale. Appoggio alle attività dei Centri Agricoli Cantonali e a 140 piccole imprese locali. Creazione di 63 microimprese e 26 cooperative di produttori. Istituzione insieme a UNHCR e all’ILO del Fondo Nazionale di Credito per l’appoggio alla popolazione rifugiata e sprovvista di documenti. Creazione dell’ASEL a Perez Zeledòn. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 20
  • 21. INFRASTRUTTURE E AMBIENTE: Opere pubbliche realizzate in collaborazione tra il Programma, l’istituzione pubblica competente e i Consigli di Sviluppo delle Comunità interessate: riparazione di 36 acquedotti con un’estensione di 278 Km a beneficio di 23.620 persone , riabilitazione di 99 km di strade rurali, costruzione di 12 ponti. Concessione di 121 crediti agevolati per la costruzione e ristrutturazione di abitazioni, installazione di servizi igienici in 1000 abitazioni, costruzione di piccole infrastrutture comunitarie a beneficio di 5000 persone. Riforestazione di 130 di terreno eroso, costruzione di 14 vivai per la produzione di piante forestali, attività di informazione e formazione ambientale nelle scuole. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 21
  • 22. DIRITTI UMANI: regolarizzazione della posizione legale dei rifugiati nicaraguensi (1300 persone) come condizione necessaria per poter accedere al credito agevolato per la casa e le attività produttive. Assistenza legale per il riconoscimento della personalità giuridica di 12 associazioni, appoggio a 19 Comitati comunitari di sviluppo. SALUTE E SERVIZI SOCIALI: attraverso la collaborazione con il Ministero della Salute e la Cassa di sicurezza Sociale è stata garantita al 100% dei rifugiati l’assistenza sanitaria di base, è stato fornito appoggio agli esistenti sistemi locali di Salute, e assistenza tecnica alle strutture regionali del Ministero della Salute Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 22
  • 23. EDUCAZIONE. Creazione di 43 scuole rurali in collaborazione con le Comunità Locali e il ministero dell’Educazione, appoggio di ulteriori 43 scuole mediante assistenza tecnica ed equipaggiamento. Costituzione di un Centro di documentazione sulle pubblicazioni didattiche (Ministero dell’Educazione e Associazione dei comitati municipali per l’educazione). Realizzazione di 238 corsi di alfabetizzazione per adulti, rifugiati e costaricensi.. E’ stato garantito l’accesso alle scuole al 100% dei bambini rifugiati e sono state finanziate borse di studio per la frequenza delle scuole superiori o istituti specializzati. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 23
  • 24. 1. Locale: si svolge in aree ben definite, corrispondenti al decentramento politico-amministrativo del Paese. 2. Integrata: considera insieme, come componenti indissociabili dello sviluppo, gli aspetti dei diritti umani, del reddito, della salute, dell’educazione e dell’ambiente. 3. Collegata: promuove i collegamenti con i livelli centrali che devono assicurare il sostegno alle attività decentrate attraverso interventi ed opere di livello nazionale, facilita anche i collegamenti a livello internazionale,. per ampliare adeguatamente le opportunità di sviluppo e fare in modo che le comunità locali possano essere attive anche nei processi che si svolgono in modo globale. 4. Decentrata: adotta meccanismi di decentramento delle informazioni, dei processi decisionali, della gestione dei finanziamenti e delle attività a livello delle comunità locali dove si vuole promuovere il processo di sviluppo Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 24
  • 25. 4. Partecipata: consente ai diretti interessati di partecipare al processo che porta alla decisione di realizzare una determinata iniziativa, ed alla realizzazione di quest’iniziativa con forme appropriate di gestione, valutazione o controllo. 5. Qualitativa: capace di migliorare la qualità delle relazioni umane nella realtà locale (e tra questa ed altre realtà locali), riducendo il livello di esclusione sociale, di malessere e di conflittualità ed innalzando per tutti il livello di soddisfazione dei bisogni di salute, educazione, vivibilità dell’ambiente, sicurezza e rispetto dei diritti umani. 6. Concertata: facilita la discussione e la concertazione tra i diversi attori sociali che sono interessati ad una stessa decisione. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 25
  • 26. 7. Ecosostenibile: promuove azioni che possono mantenersi nel tempo, senza distruggere le fonti naturali che le alimentano. 8. Duratura: seleziona attività capaci di sostenersi in modo prolungato sul piano economico ed organizzativo, attraverso appropriati meccanismi che tengano conto delle difficoltà iniziali, dei tempi necessari e delle condizioni che debbono essere assicurate perché lo sviluppo possa avviarsi, incrementarsi e durare. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 26
  • 27. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 27
  • 28. Gli Organismi Internazionali per la pace e il dialogo 28