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SI come Siviglia, SI come Siena<br />Di Gianluca Benatti<br />La saggezza degli anni della maturità la noto anche nel diverso approccio al viaggiare: un viaggio adesso deve essere uno scambio di emozioni profonde e perciò non bastano le immagini di architetture e paesaggi che restano impressi nei reticolo di pixel della macchina digitale. Cerco il senso di un luogo e della sua gente e quindi lo visito sempre di più in concomitanza di un suo momento “topico”: era la terza volta che mi recavo a Siviglia, la prima volta durante la Settimana Santa. E’ come se prima non ci fossi mai stato!. Rientra nello stereotipo del “turismo –culturale”? No, è molto di più: chiamiamolo slow-tour, chiamiamolo turismo del cuore: entro in contatto con la gente e le emozioni di un luogo e non ho paura di tornare a casa senza aver messo piede nella cattedrale o nel museo più famoso, se però mi sento sul palato il sapore di un vino locale eccellente, nel naso l’odore del fiore di arancio appena sbocciato (el azahar), negli occhi lo sguardo ceruleo di una fanciulla incappucciata vestita da penitente. <br />Anni ed anni di guerra di retrovia proponendo inutilmente agli amici più sensibili le storiche “sevillanas” dei Los del Rio hanno acquistato un senso più completo, sfociato nella pelle d’oca quando - a notte fonda sulla A1 del rientro a casa - l’impianto Bang & Olufsen dell’auto diffonde la meravigliosa “Sevilla tiene un color especial”: mi rendo conto che questo viaggio ha colto nel profondo. <br />La primavera è la stagione magica di Siviglia: la rapida successione di sacro – le processioni delle confraternite nella Settimana Santa (Semana Santa) - e di profano - la “Feria di Siviglia” ed il pellegrinaggio a cavallo, quaranta giorni dopo Pasqua, alla Madonna del Rocìo – ti espone la parte più profonda dell’essere spagnoli, andalusi, di Siviglia; un po’ come essere a Siena dal 29 giugno al 2 luglio oppure dal 13 al 16 agosto può consentire al turista rispettoso e curioso di sfiorare il mondo dei sentimenti della senesità.<br />A scanso di equivoci, diciamo subito che a Siviglia sacro e profano vengono nettamente distinti in due feste temporalmente in successione, mentre durante il Palio sono uniti in un intrico affascinante. La Semana Santa per gli abitanti di Siviglia è un percorso di ostentazione della propria fede cattolica, coltivata nelle altre 51 settimane prevalentemente all’interno della propria chiesa parrocchiale ed in una delle 61 “confraternite” (molte di origini basso-medioevali), al fine di arrivare spiritualmente pronti all’appuntamento con le decine di migliaia di incappucciati che porteranno per le vie cittadine il proprio cero (nazareni), la croce, i piedi nudi e piagati di chi ha chiesto una grazia (penitenti). La “Feria di Siviglia” è invece l’esatto opposto: ha luogo in genere nelle due settimane che iniziano poco dopo Pasqua ed è una festa liberatoria, di danze sfrenate nei gruppi “ad invito” (casetas) che poco o nulla hanno a che vedere con le “confraternite” (hermanidades). <br />Gli aspetti simbolici della Semana Santa che ritroviamo nella Festa del Palio sono a mio avviso numerosi:<br />Le “uscite”: come nel Palio, ogni popolo esce in processione da un punto nel cuore del proprio rione (generalmente la chiesa del quartiere, che però può essere condivisa); percorrendo una parte di strada fra la propria gente ed un’altra in territorio neutrale (le strade: Campana, Sierpes, Avenida, Catedral, Arfe) dove sono collocati i palchi; finendo il percorso di andata in un luogo a-temporale e neutrale (La Cattedrale di Siviglia); tornando infine verso il proprio rione. L’occhio del viaggiatore esperto può decodificare anche dopo Pasqua le zone di passaggio comuni a tutte le confraternite per via delle gocce di cera lasciate al suolo da decine di migliaia di ceri accesi, i cui colori rimandano alle diverse identità;<br />La profondità storico-culturale: moltissime delle confraternite hanno sfilato (con uniche interruzioni dovute alle guerre o ….. all’inclemenza del tempo: se piove salta tutto e non si recupera) sin dal Medioevo. La confraternita “del Silencio” opera dal 1340;<br />I costumi come emblemi dei popoli: in un contesto comune (saio + cappuccio a punta + cintura porta-cero + cero), le oltre sessanta confraternite si distinguono sostanzialmente per i meri colori dei vestiti, il numero di coloro che sfilano ed il colore delle vesti delle immagini sacre trasportate;<br />Il ruolo preminente della Vergine:  in ogni confraternita prescelti portatori (“costaleros”) trasportano tra ali di folla per svariate ore (nella “Macarena” fino a 14 ore) la propria statua della Vergine in trono, pesante almeno tre tonnellate (!!!), con i tratti del volto da mannequin, lignea, incastonata di gemme e metalli preziosi e dal solenne mantello;<br />Il richiamo catartico alla storia: con le dovute proporzioni, come i senesi rendono omaggio alla protezione della Vergine nel fatidico 1260, a Siviglia fede cattolica vuol dire simbolicamente opposizione alla dominazione araba iniziata fin nell’VIII secolo d.C. ed alle successive idee protestanti del XVI secolo;<br />La profondità delle emozioni: come a Siena, il passaggio del trono della Vergine (ed in parte anche quella del Figlio in croce) suscitano fremiti, silenzi, pianti nei locali.<br />Quali sono allora le differenze fra le due Feste? A Siviglia durante la Semana Santa ovviamente non ci sono vincitori né sconfitti: tutti vincono – quando la confraternita del loro quartiere esce per la città – e tutti perdono – quando le stesse immagini sono riposte per 365 giorni a riposare dentro le rispettive chiese. <br />Forse però, a ben vedere, la differenza più importante non è fra le due Feste, ma riguarda il generale livello di sviluppo attuale della società spagnola rispetto a quella italiana:  la Spagna di oggi ha la forza di sostenere un simile sfoggio di vera fede cattolica ed allo stesso tempo promuovere su scala nazionale la libertà di altre fedi, aprendo con le gerarchie un dialogo “da pari a pari” per la rimozione del crocefisso dai luoghi pubblici. In Italia, l’impressione è che la società non esprima il livello necessario di onestà e senso civico per portare ad una simile apertura.<br />
Si come siviglia, si come siena
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