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associazione si propone di
dare il proprio contributo.
La crisi economica, ritengo, è
forse l’ultima causa in ordine
di tempo che ha causato mol-
te scomparse terminate pur-
troppo in suicidio. Le vere
cause sono da approfondire
sia nel contesto intra fami-
liare, che in quello familiare
oltre che in quello lavorativo.
Cosa le sta insegnando que-
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Questa nuova carica è da un
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mie energie in modo partico-
lare al diritto penale e al dirit-
to di famiglia. Da alcuni anni
collaboro con il Tribunale
per i minorenni di Venezia e
sono tutore di alcuni fanciulli
allontanati dalle loro famiglie
naturali. Per oltre dieci anni
mi sono occupata di persone
detenute in carcere. Mi sono
avvicinata allo studio del fe-
nomeno delle persone scom-
parse anche grazie agli studi
di scienze criminologiche
che, ormai, sono diventati
una vera e propria passione.
A questo proposito, unita-
mente al dottor Luca Massa-
ro, da circa quattro anni mi
reco negli Stati Uniti un paio
di volte l’anno per approfon-
dire non soltanto questa te-
matica ma anche tutte quelle
che risultano essere in stretto
rapporto alla scomparsa del-
la persona. E’ proprio dall’e-
sperienza americana che,
unitamente ai soci fondatori
di VITE SOSPESE , è nato il
progetto multidisciplinare di
cui accennavo poc’anzi. Tut-
tavia, questa carica è per me
anche un punto di partenza
che mi permetterà di mettere
al servizio della collettività
oltre alla mia esperienza pro-
fessionale ed individuale già
acquisite, tutto l’entusiasmo
personale e lavorativo in fieri
che muoveranno lo spirito e
le persone che lavoreranno
insieme a me nell’associazio-
ne. C’è davvero molto lavoro
da fare.
Quanta energia ci vuole a
far conciliare il lavoro di av-
vocato con la carica impor-
tante che ricopre?
Mi impegna tantissimo, “da
matti”, si può dire? Non di-
mentichiamo che oltre a svol-
gere la professione di avvocato
sono anche moglie e “mam-
ma” di due gatti Maine Coon
e di una simpatica cagnolina
bassotto. Poi c’è la mia grande
passione che condivido con
mio marito, la criminologia. E
quindi esiste lo studio costan-
te della materia. Insomma, il
vocabolo “noia” non e’ con-
templato nel mio vocabolario.
Inizio la mia giornata sempre
alle sei e la termino verso le
ventidue e trenta. Il tutto non
stop. A parte gli scherzi, la
ricetta per me e’ la seguente:
tanta determinazione, impe-
gno e senso del dovere. Por-
tare sempre a termine ciò che
mi viene affidato, dando il
meglio di me stessa. Assolu-
tamente indispensabile avere
un grande ottimismo e la pre-
senza di buoni collaboratori
che mi affiancano sia nel la-
voro che nella vita persona-
le. Anzi, ne approfitto: grazie
collaboratori!
Se potesse risolvere un
caso…
Bella domanda...non vorrei
che la mia risposta generas-
se una classifica a livello di
importanza di persone scom-
parse. Non esiste la categoria
A e quella B. Tutti gli scom-
parsi sono importanti. Certo
che messa alle strette con
questa domanda, forse il caso
che vorrei risolvere e che mi
darebbe maggiore soddisfa-
zione è quello di contribuire
al felice ritrovamento di un
minore scomparso. ■
LE VERE CAUSE SONO DA
APPROFONDIRE SIA NEL CONTESTO INTRA
FAMILIARE, CHE IN QUELLO FAMILIARE
OLTRE CHE IN QUELLO LAVORATIVO
“MI ISPIRO ALL’ESPERIENZA AMERICANA E OFFRO TUTTO IL MIO ENTUSIASMO.
C’E’ MOLTO LAVORO DA FARE” ”Vado negli stati Uniti due volte all’anno per
approfondire queste tematiche, e proprio dall’esperienza americana è nato il progetto
multidisciplinare di Vite sospese”, dice Patrizia Trapella. Il lavoro multidisciplinare
coordinato è ancora una novità per l’Italia.
Mi sono avvicinata allo studio del fenomeno delle
persone scomparse anche grazie agli studi di scienze
criminologiche che, ormai, sono diventati una vera
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  • 1. 21 associazione si propone di dare il proprio contributo. La crisi economica, ritengo, è forse l’ultima causa in ordine di tempo che ha causato mol- te scomparse terminate pur- troppo in suicidio. Le vere cause sono da approfondire sia nel contesto intra fami- liare, che in quello familiare oltre che in quello lavorativo. Cosa le sta insegnando que- sta esperienza come Presi- dente dell’Associazione? Questa nuova carica è da un certo punto di vista d’arrivo e di maturazione personale e professionale. Da più di 15 anni frequento le aule di giu- stizia italiane, dedicando le mie energie in modo partico- lare al diritto penale e al dirit- to di famiglia. Da alcuni anni collaboro con il Tribunale per i minorenni di Venezia e sono tutore di alcuni fanciulli allontanati dalle loro famiglie naturali. Per oltre dieci anni mi sono occupata di persone detenute in carcere. Mi sono avvicinata allo studio del fe- nomeno delle persone scom- parse anche grazie agli studi di scienze criminologiche che, ormai, sono diventati una vera e propria passione. A questo proposito, unita- mente al dottor Luca Massa- ro, da circa quattro anni mi reco negli Stati Uniti un paio di volte l’anno per approfon- dire non soltanto questa te- matica ma anche tutte quelle che risultano essere in stretto rapporto alla scomparsa del- la persona. E’ proprio dall’e- sperienza americana che, unitamente ai soci fondatori di VITE SOSPESE , è nato il progetto multidisciplinare di cui accennavo poc’anzi. Tut- tavia, questa carica è per me anche un punto di partenza che mi permetterà di mettere al servizio della collettività oltre alla mia esperienza pro- fessionale ed individuale già acquisite, tutto l’entusiasmo personale e lavorativo in fieri che muoveranno lo spirito e le persone che lavoreranno insieme a me nell’associazio- ne. C’è davvero molto lavoro da fare. Quanta energia ci vuole a far conciliare il lavoro di av- vocato con la carica impor- tante che ricopre? Mi impegna tantissimo, “da matti”, si può dire? Non di- mentichiamo che oltre a svol- gere la professione di avvocato sono anche moglie e “mam- ma” di due gatti Maine Coon e di una simpatica cagnolina bassotto. Poi c’è la mia grande passione che condivido con mio marito, la criminologia. E quindi esiste lo studio costan- te della materia. Insomma, il vocabolo “noia” non e’ con- templato nel mio vocabolario. Inizio la mia giornata sempre alle sei e la termino verso le ventidue e trenta. Il tutto non stop. A parte gli scherzi, la ricetta per me e’ la seguente: tanta determinazione, impe- gno e senso del dovere. Por- tare sempre a termine ciò che mi viene affidato, dando il meglio di me stessa. Assolu- tamente indispensabile avere un grande ottimismo e la pre- senza di buoni collaboratori che mi affiancano sia nel la- voro che nella vita persona- le. Anzi, ne approfitto: grazie collaboratori! Se potesse risolvere un caso… Bella domanda...non vorrei che la mia risposta generas- se una classifica a livello di importanza di persone scom- parse. Non esiste la categoria A e quella B. Tutti gli scom- parsi sono importanti. Certo che messa alle strette con questa domanda, forse il caso che vorrei risolvere e che mi darebbe maggiore soddisfa- zione è quello di contribuire al felice ritrovamento di un minore scomparso. ■ LE VERE CAUSE SONO DA APPROFONDIRE SIA NEL CONTESTO INTRA FAMILIARE, CHE IN QUELLO FAMILIARE OLTRE CHE IN QUELLO LAVORATIVO “MI ISPIRO ALL’ESPERIENZA AMERICANA E OFFRO TUTTO IL MIO ENTUSIASMO. C’E’ MOLTO LAVORO DA FARE” ”Vado negli stati Uniti due volte all’anno per approfondire queste tematiche, e proprio dall’esperienza americana è nato il progetto multidisciplinare di Vite sospese”, dice Patrizia Trapella. Il lavoro multidisciplinare coordinato è ancora una novità per l’Italia. Mi sono avvicinata allo studio del fenomeno delle persone scomparse anche grazie agli studi di scienze criminologiche che, ormai, sono diventati una vera e propria passione