2. La Vita
Giotto nasce a Firenze nel 1267, figlio di un modesto
agricoltore di nome Bondone. Frequentò la bottega
di Cimabue con il quale collaborò molte volte, e
prese parte anche alla scuola di Pietro Cavallini. Tra il
1295 e il 1300 ad Assisi partecipa alla decorazione
della Chiesa Superiore della Basilica di San Francesco
e tra il 1302 e il 1303 è a Padova dove inizia ad
affrescare la Cappella degli Scrovegni.
3. La sua pittura
Il pittore e letterato Cennino
Cennini defisce Giotto come colui
che “rimutò l’arte del dipingere di
greco in latino e ridusse al
moderno”, cioè significa rompere
con la tradizione bizantina per
ricollegarsi alla tradizione classica
del naturalismo.
4. Le innovazioni di Giotto
Giotto con la prospettiva , l’uso del chiaroscuro
conferisce ai personaggi delle sue pitture, che vengono
rappresentate con assoluta libertà, volume una
verosimiglianza. I corpi non vengono più inseriti in uno
spazio irreale dei fondi oro ma in uno spazio naturale
dei paesaggi e cieli azzurri. I volti da lui rappresentati
non sono più rigidi ma ritraggono uomini che
esprimono emozioni e stati d’animo. Nelle storie sacre
Giotto cerca di raffigurare lo svolgimento dei fatti in
modo semplice e naturale.
5. Chiesa Superiore
della basilica di
San Francesco
L’ esordio artistico di Giotto
avviene nel ciclo ispirato alle
storie di San Francesco.
Questo occupa la fascia
inferiore delle pareti
longitudinale ed è composto
da 28 affreschi. Ognuno di
essi è incorniciato tra due
colonne tortili dipinte, che
sorreggono un cornicione
affrescato in prospettiva. Così
facendo Giotto riesce a far
apparire lo spazio più grande
e far apparire le scene come
viste attraverso un porticato.
6. San Francesco che dona il
mantello al povero cavaliere
In questa pittura sono presenti tutti gli elementi caratteristici
della pittura giottesca. La narrazione avviene da sinistra a
destra e rappresenta Francesco che dona al cavaliere povero
il proprio pregiato mantello. Si nota la precisa volontà di
mettere i loro corpi nella maggior evidenza possibile, le
figure sono naturali e voluminose . Sulle colline viene
rappresentato un monastero e una città fortificata, mentre il
cielo è vivacemente azzurro. Infine notiamo anche la
naturalezza dei gesti della vita quotidiana come nel caso del
cavallo che bruca l’erba.
7. Il crocifisso per la Chiesa di S.
Maria Novella
Il crocifisso per la Chiesa di S. Maria Novella è
una tempera su tavola che riprende la tipologia
romanico-gotica. Giotto realizza un Cristo
umano, naturale dove sono evidenti le
sofferenze e i dolori. Il capo del Cristo ricade
pesantemente in avanti e le braccia tese
aumentano il senso di pesantezza del corpo. Si
avverte la realistica scompostezza d’una morte
atroce.
8. Cappella degli Scrovegni
La cappella fu fatta costruire e
affrescare a beneficio della sua
famiglia da Enrico Scrovegni,
banchiere padovano, che incaricò
Giotto per affrescare la cappella.
Egli dipinse l’intera superficie
dividendola in 40 scene, un ciclo
incentrato sul tema della salvezza.
Si parte dalla lunetta il alto
sull’arco trionfale, dove Dio avvia
la riconciliazione con l’uomo, si
prosegue sul registro più alto della
parete nord con le storie di
Gioacchino ed Anna e si continua
sulla parte opposta con le storie di
Maria, dalla nascita allo sposalizio
con Giuseppe.
9. Tradimento di Giuda, Vizi e virtù
Le storie della vicenda terrena di Gesù iniziano
sul secondo registro nord dopo la scena
dell’Annunciazione. E occupano i due registri
centrali delle pareti sino all’arco trionfale nel
riquadro del tradimento di Giuda. L’ultimo
riquadro rappresenta la Pentecoste e nel quarto
registro, sostituito da 14 allegorie, sono
rappresentati i vizi e le virtù.
Vizi e virtù
Tradimento di Giuda
10. Compianto del Cristo
morto
Nel Compianto del Cristo morto i
personaggi hanno espressioni di vero
dolore e i loro gesti aumentano la
drammaticità della scena. Le pose dei
personaggi sono molto varie: San
Giovanni è di profilo con le braccia
spalancate, la donna con le mani
sotto al mento, la misteriosa figura di
spalle in primo piano a sinistra. Anche
in altre scene Giotto usa figure di
spalle, per dare ritmo e l’effetto di
quotidiana casualità in cui lo
spettatore può riconoscere il proprio
mondo.