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CCIAA Pisa: Fondo rotativo per imprese innovative
Fondata nel 1971, prevedeva la nascita di una società statale per
concorrere al mantenimento ed all'accrescimento dei livelli di
occupazione compromessi da difficoltà transitorie di imprese
industriali
Obiettivo, sulla base di piani di riassetto o riconversione, risanare le
imprese stesse.
Compito istituzionale della GEPI doveva essere quello di entrare nel
capitale di aziende private in crisi (specie piccole e medie), agevolarne
la ristrutturazione, per poi uscirne.
Doveva trattarsi di interventi esclusivamente temporanei, anche se in
effetti, in molti casi, la GEPI gestì aziende in crisi irreversibile e
difficilmente risanabili.
Tanto che la GEPI fu descritta come "lazzaretto", "reparto di
rianimazione", "ambulatorio", "rottamaio di aziende".
Con una dotazione di 60 miliardi di lire, il
capitale era posseduto:
• 50% dall'IMI
• 50% suddiviso in parti uguali tra IRI, ENI ed
EFIM.
Tra il 1971 ed il 1978 sono state rilevate e
risollevate con successo 176 aziende in crisi.
Si registrarono alcune situazioni che non furono
risolte, come ad esempio quella delle industrie
italiane operanti nel settore dell'elettronica di
consumo: GEPI provò a intervenire attraverso la
società Seimart (Società Esercizio Industriale
Manifatturiere Radio e Tv) che assunse il controllo
di Magnadyne, Europhon, LESA, senza però riuscire
nel suo intento.
Dal 1977 sotto le pressioni politiche e sindacali,
degenerò nell'assistenzialismo, operando,
inizialmente solamente nel Sud Italia (Legge
675/77).
Dal 1980, sempre allo scopo di tamponare crisi
occupazionali, alla GEPI fu affidato il compito di
prendersi in carico i dipendenti che le grandi
imprese private avevano messo in CIG.
Tra il 1980 ed il 1988 la GEPI assorbì circa 25.000
dipendenti, la maggior parte dei quali furono
assegnati ad aziende controllate da GEPI ed
appositamente costituite e mantenuti in Cassa
Integrazione per molti anni.
Fra il 1971 e il 1992 si calcola che furono erogati a
GEPI 4.000 miliardi di lire (oltre 2 miliardi di Euro
dell’epoca), perché venissero gestiti 108.000
lavoratori, suddivisi in 347 aziende, di cui 241
cedute ai privati, con i relativi 41.000 dipendenti.
Tra il 1980 ed il 1988 la GEPI assorbì circa 25.000
dipendenti, la maggior parte dei quali furono
assegnati ad aziende controllate da GEPI ed
appositamente costituite e mantenuti in Cassa
Integrazione per molti anni.
Fra il 1971 e il 1992 si calcola che furono erogati a
GEPI 4.000 miliardi di lire (oltre 2 miliardi di Euro
dell’epoca), perché venissero gestiti 108.000
lavoratori, suddivisi in 347 aziende, di cui 241
cedute ai privati, con i relativi 41.000 dipendenti.
Nel 1993 la GEPI passò sotto il diretto controllo
del Ministero del Tesoro; i lavoratori in Cassa
Integrazione furono progressivamente assegnati
a "lavori socialmente utili" in carico agli enti
locali od inseriti nelle liste di mobilità.
La GEPI smise di intervenire nelle crisi aziendali,
per trasformarsi in una finanziaria di sostegno
alle nuove iniziative imprenditoriali.
Nel 1997 mutò nome in Italia Investimenti S.p.A.
(Itainvest) - da cui si staccò il ramo d'azienda che
si occupava di politiche attive del lavoro e che
divenne Italia Lavoro S.pA. - e venne poi fusa
nella neocostituita agenzia Sviluppo Italia.
PRESTITI PARTECIPATIVI: Finalità
Anticipare all’impresa fino al 100% dell’importo di un
aumento di capitale sociale, alle migliori condizioni di
mercato.
E’ possibile effettuarlo anche in più tranche, entro la
scadenza del prestito concesso, diluendo il relativo
versamento da parte dei soci in un arco temporale
massimo di 7 anni, anche mediante utili non distribuiti.
In questo modo, l’impresa ottiene subito le risorse
necessarie, mentre i soci hanno l’opportunità di
dilazionare nel tempo l’impegno finanziario che deriva
dall’aumento del capitale sociale.
chi ne può beneficiare:
• Start-up (imprese costituite o in attività da meno di tre anni)
• Imprese in sviluppo (non start-up), con classe di rating Fidi Toscana non inferiore a
BBB
• Le imprese devono essere costituite sotto forma di società di capitali, operare in
Toscana e avere valide prospettive di sviluppo.
Settori di attività ammessi al finanziamento
Tutti.
Operazioni ammissibili
Impieghi in capitale fisso e/o in capitale circolante.
Durata del finanziamento
5 anni oppure 7 anni, ivi incluso 1 anno massimo di eventuale preammortamento.
Modalità di rimborso
Rate semestrali costanti in linea capitale, con pagamento mediante autorizzazione
all’addebito (SEPA).
Costo del finanziamento
La remunerazione è composta da un tasso d’interesse annuo variabile pari al Tasso
Euribor a 6 mesi (su base 365 giorni) maggiorato di uno spread in funzione della classe
di rating attribuita all’impresa da Fidi Toscana.
Procedure e principali documenti:
L’impresa presenta la domanda di prestito partecipativo a Fidi Toscana,
inviando la seguente documentazione:
………
• rating attribuito all’impresa dalle principali banche affidanti
• business plan almeno biennale, contenente situazioni patrimoniali
e conti economici prospettici, debitamente dettagliati e motivati
• relazione sull’attività dell’impresa, i mercati di sbocco e di
approvvigionamento, più l’elenco dei principali clienti e fornitori
• informazioni sul patrimonio e sul reddito dei soci
…………………
Una volta concesso il prestito partecipativo, e per tutta la durata dello
stesso, l’impresa dovrà presentare a Fidi Toscana il bilancio di esercizio
con la relativa situazione contabile dettagliata
La Camera di Commercio di Pisa, fino al 2016, supportava la nascita e la crescita di
imprese innovative sul territorio prevedendo la partecipazione al loro capitale
attraverso un apposito Fondo Rotativo sul quale ha stanziato ben 500mila euro.
Cos’è il Fondo Rotativo?
Si tratta di uno strumento finanziario mediante il quale la Camera di Commercio
partecipa, temporaneamente e fino ad un massimo di 200.000 euro per azienda, al
capitale di rischio di imprese innovative ad alto potenziale di crescita della provincia di
Pisa.
Gli imprenditori che vogliono sviluppare un’idea innovativa presentano all’ente un
business plan chiedendo un apporto di capitale di rischio che si impegnano a
riacquistare ad un prezzo prefissato dopo un certo numero di anni.
Il business plan viene valutato da un Comitato Tecnico composto da esperti
provenienti dal mondo delle Università pisane, delle Professioni e dai Poli scientifici e
tecnologici della provincia che propone alla Camera un giudizio di fattibilità rispetto
all’ingresso nel capitale dell’impresa.
CCIAA Pisa: Fondo rotativo per imprese innovative
Dalla sua attivazione sono 20 le start-up che la CCIAA di Pisa ha sostenuto, esempi:
Netresults Srl di Pisa, azienda che produce apparati e software nel campo delle
telecomunicazioni, partecipata da Welcome Italia.
SpazioDati Srl di Cascina, una startup che opera in ambito big data e semantica e
vanta tra i propri soci il gruppo Cerved.
Winmedical Srl di Cascina, società attiva nei sistemi di trasmissione wireless per
applicazioni biomedicali, che in pochissimi anni si è affermata come una delle realtà
europee più innovative nel proprio segmento.
Habble Srl di Vecchiano, società di consulenza in ambito ICT che ha sviluppato una
piattaforma cloud based, affermata sul territorio italiano, in grado di monitorare e
ottimizzare l’utilizzo e i costi della telefonia fissa e mobile per tutte le aree aziendali. E’
di poco tempo fa la notizia di un round di finanziamento ottenuto da Nicola Colla e
Fabio Nalucci, business angels italiani attivi nell’information technology, un aumento
di capitale che pone le basi per lanciare l’azienda a livello internazionale.
Yogitech SpA di San Giuliano Terme, impresa specializzata nello sviluppo di soluzioni
hardware e software per la sicurezza di dispositivi elettronici.
Fondo rotativo per imprese innovative. Casi di Successo
Le tre soluzioni analizzate hanno impatti e offrono soluzioni differenti.
• La GEPI era, di fatto, un cimitero degli elefanti, con assunzione di rischio, con
fondi pubblici, sostanzialmente su basi clientelari;
• Fidi Toscana, finanziaria partecipata dalla Regione Toscana, con il prestito
partecipativo, finanzia i soci di società di capitale al fine di ricapitalizzare le
aziende, possibilmente quelle con prospettive di ripresa.
• Il Fondo Rotativo della CCIAA di Pisa supporta aziende che abbiano progetti
innovativi, sostenendole nella fase di Start UP
Escludendo l’ipotesi di una riedizione della fallimentare esperienza GEPI, l’intervento
dello Stato potrebbe essere diretta, in parte a contributi a fondo perduto per le
aziende veramente in difficoltà, con garanzia del mantenimento dell’occupazione, in
più sostenere la ricapitalizzazione, sul modello Fidi Toscana.

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GEPI, Fidi Toscana: confronto

  • 1. CCIAA Pisa: Fondo rotativo per imprese innovative
  • 2. Fondata nel 1971, prevedeva la nascita di una società statale per concorrere al mantenimento ed all'accrescimento dei livelli di occupazione compromessi da difficoltà transitorie di imprese industriali Obiettivo, sulla base di piani di riassetto o riconversione, risanare le imprese stesse. Compito istituzionale della GEPI doveva essere quello di entrare nel capitale di aziende private in crisi (specie piccole e medie), agevolarne la ristrutturazione, per poi uscirne. Doveva trattarsi di interventi esclusivamente temporanei, anche se in effetti, in molti casi, la GEPI gestì aziende in crisi irreversibile e difficilmente risanabili. Tanto che la GEPI fu descritta come "lazzaretto", "reparto di rianimazione", "ambulatorio", "rottamaio di aziende".
  • 3. Con una dotazione di 60 miliardi di lire, il capitale era posseduto: • 50% dall'IMI • 50% suddiviso in parti uguali tra IRI, ENI ed EFIM.
  • 4. Tra il 1971 ed il 1978 sono state rilevate e risollevate con successo 176 aziende in crisi. Si registrarono alcune situazioni che non furono risolte, come ad esempio quella delle industrie italiane operanti nel settore dell'elettronica di consumo: GEPI provò a intervenire attraverso la società Seimart (Società Esercizio Industriale Manifatturiere Radio e Tv) che assunse il controllo di Magnadyne, Europhon, LESA, senza però riuscire nel suo intento.
  • 5. Dal 1977 sotto le pressioni politiche e sindacali, degenerò nell'assistenzialismo, operando, inizialmente solamente nel Sud Italia (Legge 675/77). Dal 1980, sempre allo scopo di tamponare crisi occupazionali, alla GEPI fu affidato il compito di prendersi in carico i dipendenti che le grandi imprese private avevano messo in CIG.
  • 6. Tra il 1980 ed il 1988 la GEPI assorbì circa 25.000 dipendenti, la maggior parte dei quali furono assegnati ad aziende controllate da GEPI ed appositamente costituite e mantenuti in Cassa Integrazione per molti anni. Fra il 1971 e il 1992 si calcola che furono erogati a GEPI 4.000 miliardi di lire (oltre 2 miliardi di Euro dell’epoca), perché venissero gestiti 108.000 lavoratori, suddivisi in 347 aziende, di cui 241 cedute ai privati, con i relativi 41.000 dipendenti.
  • 7. Tra il 1980 ed il 1988 la GEPI assorbì circa 25.000 dipendenti, la maggior parte dei quali furono assegnati ad aziende controllate da GEPI ed appositamente costituite e mantenuti in Cassa Integrazione per molti anni. Fra il 1971 e il 1992 si calcola che furono erogati a GEPI 4.000 miliardi di lire (oltre 2 miliardi di Euro dell’epoca), perché venissero gestiti 108.000 lavoratori, suddivisi in 347 aziende, di cui 241 cedute ai privati, con i relativi 41.000 dipendenti.
  • 8. Nel 1993 la GEPI passò sotto il diretto controllo del Ministero del Tesoro; i lavoratori in Cassa Integrazione furono progressivamente assegnati a "lavori socialmente utili" in carico agli enti locali od inseriti nelle liste di mobilità. La GEPI smise di intervenire nelle crisi aziendali, per trasformarsi in una finanziaria di sostegno alle nuove iniziative imprenditoriali.
  • 9. Nel 1997 mutò nome in Italia Investimenti S.p.A. (Itainvest) - da cui si staccò il ramo d'azienda che si occupava di politiche attive del lavoro e che divenne Italia Lavoro S.pA. - e venne poi fusa nella neocostituita agenzia Sviluppo Italia.
  • 10.
  • 11.
  • 12.
  • 13. PRESTITI PARTECIPATIVI: Finalità Anticipare all’impresa fino al 100% dell’importo di un aumento di capitale sociale, alle migliori condizioni di mercato. E’ possibile effettuarlo anche in più tranche, entro la scadenza del prestito concesso, diluendo il relativo versamento da parte dei soci in un arco temporale massimo di 7 anni, anche mediante utili non distribuiti. In questo modo, l’impresa ottiene subito le risorse necessarie, mentre i soci hanno l’opportunità di dilazionare nel tempo l’impegno finanziario che deriva dall’aumento del capitale sociale.
  • 14. chi ne può beneficiare: • Start-up (imprese costituite o in attività da meno di tre anni) • Imprese in sviluppo (non start-up), con classe di rating Fidi Toscana non inferiore a BBB • Le imprese devono essere costituite sotto forma di società di capitali, operare in Toscana e avere valide prospettive di sviluppo. Settori di attività ammessi al finanziamento Tutti. Operazioni ammissibili Impieghi in capitale fisso e/o in capitale circolante. Durata del finanziamento 5 anni oppure 7 anni, ivi incluso 1 anno massimo di eventuale preammortamento. Modalità di rimborso Rate semestrali costanti in linea capitale, con pagamento mediante autorizzazione all’addebito (SEPA). Costo del finanziamento La remunerazione è composta da un tasso d’interesse annuo variabile pari al Tasso Euribor a 6 mesi (su base 365 giorni) maggiorato di uno spread in funzione della classe di rating attribuita all’impresa da Fidi Toscana.
  • 15. Procedure e principali documenti: L’impresa presenta la domanda di prestito partecipativo a Fidi Toscana, inviando la seguente documentazione: ……… • rating attribuito all’impresa dalle principali banche affidanti • business plan almeno biennale, contenente situazioni patrimoniali e conti economici prospettici, debitamente dettagliati e motivati • relazione sull’attività dell’impresa, i mercati di sbocco e di approvvigionamento, più l’elenco dei principali clienti e fornitori • informazioni sul patrimonio e sul reddito dei soci ………………… Una volta concesso il prestito partecipativo, e per tutta la durata dello stesso, l’impresa dovrà presentare a Fidi Toscana il bilancio di esercizio con la relativa situazione contabile dettagliata
  • 16. La Camera di Commercio di Pisa, fino al 2016, supportava la nascita e la crescita di imprese innovative sul territorio prevedendo la partecipazione al loro capitale attraverso un apposito Fondo Rotativo sul quale ha stanziato ben 500mila euro. Cos’è il Fondo Rotativo? Si tratta di uno strumento finanziario mediante il quale la Camera di Commercio partecipa, temporaneamente e fino ad un massimo di 200.000 euro per azienda, al capitale di rischio di imprese innovative ad alto potenziale di crescita della provincia di Pisa. Gli imprenditori che vogliono sviluppare un’idea innovativa presentano all’ente un business plan chiedendo un apporto di capitale di rischio che si impegnano a riacquistare ad un prezzo prefissato dopo un certo numero di anni. Il business plan viene valutato da un Comitato Tecnico composto da esperti provenienti dal mondo delle Università pisane, delle Professioni e dai Poli scientifici e tecnologici della provincia che propone alla Camera un giudizio di fattibilità rispetto all’ingresso nel capitale dell’impresa. CCIAA Pisa: Fondo rotativo per imprese innovative
  • 17. Dalla sua attivazione sono 20 le start-up che la CCIAA di Pisa ha sostenuto, esempi: Netresults Srl di Pisa, azienda che produce apparati e software nel campo delle telecomunicazioni, partecipata da Welcome Italia. SpazioDati Srl di Cascina, una startup che opera in ambito big data e semantica e vanta tra i propri soci il gruppo Cerved. Winmedical Srl di Cascina, società attiva nei sistemi di trasmissione wireless per applicazioni biomedicali, che in pochissimi anni si è affermata come una delle realtà europee più innovative nel proprio segmento. Habble Srl di Vecchiano, società di consulenza in ambito ICT che ha sviluppato una piattaforma cloud based, affermata sul territorio italiano, in grado di monitorare e ottimizzare l’utilizzo e i costi della telefonia fissa e mobile per tutte le aree aziendali. E’ di poco tempo fa la notizia di un round di finanziamento ottenuto da Nicola Colla e Fabio Nalucci, business angels italiani attivi nell’information technology, un aumento di capitale che pone le basi per lanciare l’azienda a livello internazionale. Yogitech SpA di San Giuliano Terme, impresa specializzata nello sviluppo di soluzioni hardware e software per la sicurezza di dispositivi elettronici. Fondo rotativo per imprese innovative. Casi di Successo
  • 18. Le tre soluzioni analizzate hanno impatti e offrono soluzioni differenti. • La GEPI era, di fatto, un cimitero degli elefanti, con assunzione di rischio, con fondi pubblici, sostanzialmente su basi clientelari; • Fidi Toscana, finanziaria partecipata dalla Regione Toscana, con il prestito partecipativo, finanzia i soci di società di capitale al fine di ricapitalizzare le aziende, possibilmente quelle con prospettive di ripresa. • Il Fondo Rotativo della CCIAA di Pisa supporta aziende che abbiano progetti innovativi, sostenendole nella fase di Start UP Escludendo l’ipotesi di una riedizione della fallimentare esperienza GEPI, l’intervento dello Stato potrebbe essere diretta, in parte a contributi a fondo perduto per le aziende veramente in difficoltà, con garanzia del mantenimento dell’occupazione, in più sostenere la ricapitalizzazione, sul modello Fidi Toscana.