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I B.Livers
raccontano
Richmond Italia
I B.Livers
sono ragazzi che
lottano contro la
malattia e hanno
deciso di dire sì,
per andare oltre i
propri limiti
Dicembre 2018
Anno I
#01
indice
REACH - HUMAN 2 HUMAN MAGAZINE
powered by B.LIVE
Richmond Italia
Via Benedetto Brin, 12
Milano 20146
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B.LIVE è un progetto di Fondazione Near Onlus
Via dei Pellegrini, 1
Milano 20123
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 bliveworld.org
   @bliveworld
REACH è stato ideato e realizzato da B.LIVE
Dicembre 2018 - Anno I - Numero 01
Distribuzione gratuita
In copertina: Sharon Selene, foto di Stefania Spadoni
Concept: B.LIVE
Impaginazione e grafica: Elisa Legramandi, Freepik
Video e foto: Davide Papagni, Stefania Spadoni
Redazione: Ada Baldovin, Eleonora Bianchi, Maria Antonietta
D’Onghia, Elisa Legramandi, Davide Papagni, Eleonora Prinelli,
Stefania Spadoni
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Perché Reach?
Meet the Founder Claudio Honegger
#Ritratto Andrea Zin
Fashion & Forum Claudia Broggini
Trova le differenze
Personaggio Cosimo Accoto
#Ritratto Marco Giusti
#Top 3 Alessandra Monasta
In viaggio Matteo Stragliotto
Fashion & Forum Tobia La Marca
#Ritratto Matteo Giudici
#Top 3 Matteo Pagliarulo
Il Natale Chiara Teresa Barletta
Personaggio Sebastiano Barisoni
Fashion & Forum Greta Giolo
Il workshop di B.LIVE
#Ritratto Andrea Brumgnach
La posta di Marina Gabriele Fava
#Ritratto Barbara Daprà
#Top 3 Fabio Manuppelli
Fashion & Forum Francesco La Pietra
#Ritratto Francesco Salvoro
Il Natale Andrea Franchina
In viaggio Cristiano Cafferata
Mai più senza Barbara Villa
Mai più senza Stefano Pierbattista
Mai più senza Riccardo Porta
Mai più senza Luca Battistini
Mai più senza Mariella Scuderi
Emiliana Fusco Fashion & Forum
Antonio Maria Tambato #Ritratto
Laura Rossi #Top 3
Marco Policastro #Ritratto
Claudio Di Bernardo Ricetta del mese
Giacinto Siciliano Personaggio
Nicola Querciagrossa Il Natale
Mirko Manaresi #Top 3
Mariano Cunietti #Ritratto
Valentina Gallio Fashion & Forum
Marco Spezzaferri Liberi Tutti
Giovanni Gueli Liberi Tutti
Giorgio Netti Liberi Tutti
Daniela Rossi Liberi Tutti
Cristiano Dondi #Ritratto
Francesca Montessori In viaggio
Marco Terno Fashion & Forum
Mattia Paolini #Ritratto
Ivan Ortenzi Personaggio
Alberto Torchino #Top 3
Ivano Monni Ricetta di Natale
Alessandra Carriero In viaggio
Francesco Rotolo #Ritratto
Marco Fadda La posta di Marina
Francesco Tusino #Ritratto
Carlo Maria Leardini Fashion & Forum
Giuseppe Curatitoli #Ritratto
Gianluca Marchi In viaggio
Storie positive
Le location dei Forum
Trova le differenze (soluzioni)
Il team di Richmond
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clicca per leggere il
numero #00 di REACH
each
La vita è troppo
bella per
avere paura
00
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I B.Livers raccontano
Richmond Italia
I B.Livers sono ragazzi affetti
da gravi patologie croniche
Luglio 2018, Anno 1, numero 00
HUMAN 2 HUMAN MAG
LOG IN
4 5
La vita è bella!
Mi rendo conto che sia una cosa banale ma ogni tanto è giusto ricordarselo.
In mezzo a tutte le opportunità che la vita propone ho avuto la fortuna di coglierne una in particolare
che oggi mi rende orgoglioso di presentarvi un nuovo progetto: Reach.
Reach nasce dall’incontro con Bill Niada e con un gruppo di ragazzi, i Blivers.
Bill è un imprenditore illuminato che in seguito a un’esperienza personale ha deciso di volgere le
proprie capacità imprenditoriali al mondo di quei giovani che, per vari motivi, la vita ha deciso di
mettere a dura prova facendogli affrontare una lotta contro sé stessi. Questi ragazzi grazie alla loro forza
e alla guida di Bill hanno fatto cose meravigliose. La prima e più importante hanno deciso di vivere
ogni giorno intensamente, con coraggio e soprattutto con il sorriso, hanno deciso di comunicare con
il mondo usando parole semplici, capaci di arrivare al cuore e hanno deciso di non farsi compatire
ma di farsi ammirare. Poi tra le altre cose hanno anche disegnato borse per Coccinelle e scarpe con
Vibram, hanno costruito una testata giornalistica il Bullone, hanno scritto canzoni e disegnato gioielli.
In ultimo, hanno ideato questo progetto per Richmond Italia e così è nato Reach.
Da anni volevo pubblicare un magazine che mi permettesse di raccontare i forum di Richmond Italia,
ma non trovavo mai la forma e il progetto giusto fino a quando con Bill e i Blivers abbiamo trovato
la quadra. Reach è un magazine che nasce da un gioco di parole tra Richmond e la nostra voglia di
rimanere in contatto e di raggiungere (to reach) le persone che partecipano ai nostri forum.
E’ un magazine che vuole dare voce e sentire parlare i manager sotto il profilo personale con le tante
sfaccettature che questo può significare. Per noi quel che contano sono le persone e ciò che ognuno
di loro può apportare con un racconto di viaggio, una ricetta del cuore, un sogno o un progetto
importante o le parole chiave per vivere meglio. Reach è un magazine multimediale fatto di testi e
video freschi, divertente e genuini. Un magazine prodotto al 100% dai B.Livers, dal piano editoriale, al
progetto grafico, alle interviste, ecc.
Oggi che Reach non è più solo un’idea o un progetto ma esiste sia online che su carta, posso dire che
è un progetto favoloso che mi rende orgoglioso. Non so bene dove arriveremo con questo magazine
ma so che sarà un percorso interessante e stimolante per tutti coloro che lo stanno vivendo e che
entreranno a farne parte.
Ringrazio quindi tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto: i B.Livers , Bill che mi ha permesso
di conoscere e vivere il mondo dei B.Livers, i miei collaboratori che hanno creduto subito nel progetto
e lo hanno tanto supportato.
Mi auguro che possiate viverlo con lo stesso entusiasmo con cui lo vivo io. Attendo con trepidazione i
vostri commenti, positivi e negativi, che ci aiuteranno a farlo diventare ancora migliore.
Grazie a tutti e buona lettura.
Perché Reach?
Claudio Honegger
Amministratore Unico di Richmond Italia
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6 7
Meet
the
Founder
Siamo qui con il fondatore di Richmond. Quanto sono
autentiche le relazioni che si creano all’interno dei
Forum? Quanto le persone si rappresentano per quello
che sono veramente? È un tema fondamentale per
creare delle collaborazioni? Capire quanta autenticità
c’è in queste relazioni è difficile dirlo: spero e credo che
ce ne sia tanta. Il principio con cui cerchiamo di portare
avanti tutti gli eventi di Richmond Italia è che la persona
sta al centro. Dietro le persone ci sono le aziende che
sono qui per fare business ma il mio lavoro in primis è
fare incontrare le persone, ed è anche la cosa a cui tengo
di più in assoluto. Se poi le persone sbagliano, vengono
ai forum e si vogliono vendere per qualcosa che non
sono è più un problema personale legato alla vita e a
quello che sei, non al luogo specifico. I nostri eventi sono
uno spaccato della realtà, sia in termini di business che di
attitudini e atteggiamenti personali.
Quindi tornando alla domanda, quanto è importante
essere autentici? Lo è tanto. Però è anche bello
raccontarsi in maniera diversa rispetto a quello che sei, e
questo capita a tutti quanti. Sei quello che sei, e quando
ti racconti alle persone cerchi di essere il più autentico
possibile ma lo fai sempre in maniera diversa. Quando
incontri persone nuove con le quali ti confronti racconti
esattamente le stesse cose, però lo fai con occhi diversi,
perché magari è passato del tempo e sei cresciuto o
perché le racconti omettendo un piccolo particolare.
Io nella mia vita cerco sempre di essere autentico, anzi,
forse lo sono sin troppo.
Quandotiracconti,tisentiautentico?Dipendedaquello
chetiaspettidallarelazioneconlapersonaconcuiparli:se
vuoi avere una relazione vera e sincera e parti mentendo
avrai una relazione basata sulla menzogna, e quindi
quello che ti tornerà indietro sarà un po’ di menzogna.
E nel Business come funziona l’autenticità? Per me il
Business non può prescindere da quello che sei come
persona. Nel business non puoi essere totalmente
diverso da come sei nella vita privata, altrimenti fai
una vita che non ti appartiene e devi cominciare a
recitare, e recitare tutto il tempo è pesante. Meglio
cercare di essere quello che sei sempre: se sei uno
“stronzo”, lo sei sia sul lavoro che nella vita privata.
A volte ci si vende meglio, o peggio, di ciò che si è.
Cosa ne pensi? Questo non c’entra con l’autenticità, ma
con la capacità di comunicazione e di vendita: cercare
di vendersi bene è basilare. Ci sono persone che hanno
delle grandissime capacità e le vendono male, altre che
ne hanno meno ma si vendono bene e pensi che siano
dei geni. Una delle caratteristiche principali è la capacità
di venderti, e fa parte di quello che sei.
Domani potresti svegliarti nei panni di un’altra
persona, chi sceglieresti? Marilyn Monroe (Risate). Non
la sceglierei, vorrei risvegliarmi Claudio, non perché mi
piaccio ma perché io oggi sono il risultato di tutte le mie
esperienze passate. Se mi svegliassi nel corpo di un’altra
persona cosa vorrei? Avere più soldi? Essere ricco?
Essere uno sportivo? Davvero, non saprei chi scegliere.
Neanche per un giorno? Per un giorno è diverso.(Risate)
Non ci ho mai pensato. Un musicista! Beethoven, che
visualizzava tutto in maniera perfetta, e funzionava.
Quale consiglio daresti, per evitare un percorso
difficile nella relazione con gli altri? Seguire la propria
passione.
E la tua passione qual é? In termini lavorativi quello
che faccio, mi piace molto. Faccio l’imprenditore e sono
stato abbastanza fortunato. Mi piace costruire delle cose
per creare posti di lavoro. Credo nell’egoismo positivo
o negativo. Per esempio Madre Maria Teresa di Calcutta,
era una Santa perché aiutava gli altri, ed è un lavoro
faticoso e importante; però un lavoro ti deve dare soddi-
sfazione per farlo, quindi l’energia che spinge le persone
è un’energia positiva, fai dei sacrifici per qualche cosa
che ti piace e perché ti dà indietro qualche cosa. Allo
stesso modo un serial killer, che è un malato, uccide
per avere indietro qualche cosa. Sono due esempi, uno
di egoismo positivo che viene chiamato altruismo, e
l’altro di egoismo negativo perché fai del male agli altri.
Quindi, se mi piace creare dei posti lavoro, è perché mi
piace sapere che ci sono persone giovani che hanno
iniziato a lavorare con me, si sono sposati, hanno potuto
accendere un mutuo e iniziato a costruire la loro vita.
Quindi quello che tu fai, non lo fai solo per avere
dei soldi in più, ma anche per avere un ruolo sociale.
Come quello di aiutare gli altri. Cosa consigli di fare
assolutamente nella vita? Essere felici. Perché la felicità
è uno stato della mente.Ti alzi la mattina e canti, perché?
Perché stamattina mi sono alzato. Poi vediamo come
affronto la giornata, però intanto ho una giornata in più
che devo capire come affrontare. Però la vita mi ha dato
una giornata in più.
Puoi cantarci una canzone? (Guarda il video per
ascoltarla!)
“La felicità è uno stato mentale”
Claudio Honegger
Amministratore Unico di Richmond Italia
Guarda il video
dell’intervista qui
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8 9
“Amore per la famiglia
e nessun rimpianto”
Accogliamo Andrea nella splendida terrazza del
Grand Hotel di Rimini, in una bella giornata di
sole di fine settembre. Rompiamo il ghiaccio con
una domanda tanto semplice quanto spiazzante:
Cosa ti rende felice? Lafamiglia,quandocipenso
sono felice e tutto ciò che faccio è per la famiglia.
C’è un profumo, un cibo o un oggetto legato
ad un ricordo di infanzia? Ci sono tantissime
cose, soprattutto profumi che ricordano istanta-
neamente momenti del passato. Infatti ho letto
che la memoria olfattiva è la più potente di tutte.
Anche il profumo di Rimini mi ricorda quando da
piccolo andavo in vacanza al mare, ad esempio
l’odore dei fritti per strada.
Nei panni di chi vorresti svegliarti domani
mattina? Fortunatamente non ho grossi rimpianti
esonofelicedimestesso.Nonprovoalcunainvidia
nei confronti di altre persone.Ho una famiglia,una
casa, un lavoro stabile. Sono fortunato.
Scelte determinanti della tua vita? Ce ne sono
tantissime. Andare a convivere molto giovane,
accettare un lavoro che mi faceva viaggiare tutti
i giorni da pendolare, avere dei figli abbastanza
giovane. Tutte scelte che mi hanno cambiato la
vita, ma non ho neanche un rimpianto!
Mai fatto pazzie per amore? Probabilmen-
te sì, ma non me ne ricordo neanche una. Lo
ammetto, nulla di eclatante comunque. La mia
compagna dice che io non esternalizzo molto i
miei sentimenti, è vero. Ma io li dimostro coi fatti,
non con le parole. Con le parole non sono molto
bravo.
Qual è la tua paura più grande? La paura del
futuro. Viviamo in un ambiente che cambia così
velocemente da non avere la sensibilità per
capire come affrontare le sfide future. Le maggiori
paure sono per i miei figli, tutto ciò che faccio è in
funzione della loro serenità futura.
I B.Livers vogliono costruire un mondo migliore,
tu cosa faresti per farlo? Comincio dalle piccole
cose, cerco di aiutare nel mio piccolo persone
meno fortunate di me e collaboro con delle
onlus locali.Tuttavia noto che in Italia c’è ancora
tanta resistenza a dare una mano agli altri, come
se togliersi qualcosa fosse un disastro. Si rimane
quindi a distanza, pensando: “Cavoli suoi”. Credo
si debba aiutare di più gli altri, ma nelle piccole
cose, per costruire pian piano un mondo migliore
tutti insieme.
#Ritratto
Andrea Zin
CIO/Head of E-Commerce
Brooksfield
brooksfield.com/it/
Andrea Zin
CIO / Head of E-Commerce
Guarda il video
dell’intervista qui
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10 11
Claudia Broggini
Digital Innovation Manager
Il vestito di Claudia è una creazione
sartoriale realizzata con tessuti riciclati.
Le scarpe sono un prodotto artigianale
e la collana un ricordo di famiglia.
Claudia Broggini
Digital Innovation Manager
Di.Gi. International spa
digi.it
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13
TROVA LE DIFFERENZE
Segreteria organizzativa:
Vuoi ospitare la mostra
CICATRICI?
Scrivici a info@bliveworld.org
Puoi scoprire di più sul nostro evento
alla Triennale di Milano su:
bliveworld.org/cicatrici/
12
Soluzioni a pag 129
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14 15
Cosimo Accoto
RESEARCH AFFILIATE
17
Con Cosimo parliamo moltissimo e le sue parole ci accompagnano in un viaggio
dentro le possibilità. Può la filosofia dialogare con la tecnologia?
Può questa commistione aiutare la società a diventare migliore?
E` davvero questa la strada verso un mondo migliore?
Noi lo speriamo tantissimo.
Cosa ti rende felice?
Mi rendono felice tante cose. Sicuramente stare con la mia famiglia, leggere e studiare, incontrare
persone nuove, chiacchierare con gli amici, nuotare e tante altre cose. Forse oltre alle cose che
normalmente rendono felici tutti,come stare con la propria famiglia o con le persone che si amano,
per me studiare è in pole position.L’ho sempre fatto fin da quando ero bambino e continuo a farlo
al MIT.
Quindi lo studio può aiutare la felicità?
A me ha aiutato nel trovare un lavoro e a dare senso alla mia vita e poi molte delle cose che
leggiamo e studiamo possono contribuire a migliorare la vita personale e collettiva della società
in cui viviamo.Tra l’altro in periodi di cambiamento e trasformazione,o uno continua a studiare e ad
aggiornarsi, oppure rimane indietro molto rapidamente.
C’è un oggetto o un cibo o un profumo che ti riporta a un ricordo d’infanzia?
Mia nonna era una cuoca straordinaria. Sicuramente tutti i dolci natalizi che si fanno giù in Salento,
fritti e poi conditi con il miele. Quegli odori di quella frittura fatta in quei giorni particolari è una
di quelle cose che non dimentico. L’altro sapore/odore è il pane fatto nel forno a legna, con la
legna d’ulivo. Lo facevamo nel paesino dove sono nato e non erano soltanto gli odori, mi ricordo
che eravamo bambini, ma ci alzavamo di notte, perché il pane si faceva di notte, preparavamo
l’impasto, poi lo lasciavamo lievitare e poi a mezzanotte si usciva, in queste città un po’ buie ed era
una specie di avventura notturna. Poi si arrivava al forno, dove c’era la vecchina che sembrava una
sorta di strega, tutta vestita di nero ovviamente, un classico delle donne salentine, un po’ curvata,
magrissima, piccolissima e quell’odore che arrivava dal forno me lo ricordo benissimo.
Nei panni di chi ti piacerebbe svegliarti domattina? C’è qualcuno?
Ci ho un po’ pensato, ma in realtà no, mi piacerebbe svegliarmi nei miei panni e magari cercare
ognigiornodicostruireunCosimomigliorerispettoalCosimochesièaddormentatolaseraprima.
Ci sono state delle scelte importanti che hanno delineato la tua vita?
Quellapiùdeterminanteèforselasceltadiaverstudiatofilosofia.Dopoaverfattolescuoleclassiche
avrei potuto scegliere qualunque cosa, ma al liceo ho capito che la cosa che mi piaceva studiare di
più era filosofia e l’ho scelta senza neanche chiedermi se poi mi avrebbe dato un lavoro. All’epoca
immaginavo di fare il professore a scuola, poi non è andata così, però devo dire che quella scelta
lì fatta a 18 anni ha condizionato tutta la mia vita, anche se la mia vita non riguarda direttamente
la filosofia, ma quella scelta lì, col senno di poi, ha condizionato anche le cose non filosofiche che
professionalmente facevo e adesso è tornata prepotentemente con i miei libri. Quell’amore di un
tempo è tornato a galla.
Ma ci puoi dire in parole povere, che cosa fai?
I miei libri sono un po’ particolari, perché generalmente chi studia la tecnologia è un tecnologo.
Io arrivando dalla filosofia, mi sono reso conto di quanto fosse necessario studiare la tecnologia
attraverso le lenti della filosofia, quindi della cultura, perché in questo modo possiamo capire
l’impatto che le tecnologie hanno sulla nostra vita. Non soltanto saperle usare, ma che tipo di
mondo migliore queste tecnologie possono produrre.Noi come società abbiamo bisogno di cose
che funzionino tecnicamente per costruire un mondo migliore.Nel mio ultimo libro “Il mondo dato:
Cinque brevi lezioni di filosofia digitale” un filosofo va al MIT dove ci sono ingegneri e informatici e
cominciaainterrogarlipercapireseletecnologiechelorocostruisconopossonoaiutarciacostruire
una vita migliore.
Questa cosa che è tornata nella mia vita recentemente mi ha fatto capire che avevo dentro una
necessitàditornareailibridifilosofiacheavevolettoeutilizzarequeiconcettiperstudiareilmondo
di oggi. Se noi riusciamo attraverso quella capacità di riflessione a studiare la tecnologia e a capire
se ci può essere utile oppure no, facciamo un servizio migliore alla società in cui viviamo. “A Better
World” è il motto del MIT, la frase chiave scritta dappertutto, è lo spirito. Tutto quello che facciamo
è for a better world.
Quindi alla domanda cosa faresti per costruire un mondo migliore la risposta l’hai data già?
Io cerco di fare qualcosa nel mio piccolo. Ho intuito che non c’era molto e quindi ho deciso di
recuperareilmiobackgrounddistudentedifilosofiael’attualemiaposizionediricercaalMITtragliingegneri,metterle
insieme e dire che sì la filosofia ci può aiutare a riflettere sulla tecnologia e a costruire una società migliore.Così molta
dell’innovazionefattaalMITdiventaanchesocialeeinclusiva.Un’altraparolamoltousataalMITè“diversity”.Cerchiamo
di costruire un mondo dove la diversità diventi un concetto chiave. I ricercatori arrivano lì da tutto il mondo, tutte le
culture sono ospitate e si crea una cultura della diversità, per costruire un mondo e un’innovazione che siano inclusivi,
che siano al servizio dei molti e non soltanto dei pochi.
Hai un trucco emotivo per far decollare il nostro sito?
Non sono un esperto di content marketing o social media, ma sicuramente il lavoro di produrre contenuti di qualità
per le persone che abbiano voglia di familiarizzare con questi contenuti e con la missione che vi siete dati è una delle
strategie vincenti.Quindi produzione di contenuti di qualità,e speriamo che quest’intervista possa contribuire,e poi ci
sono le iniziative di partnership tramite eventi come questo con Richmond.
Quali sono le tue paure?
Non sono un pauroso,ma non sono neanche uno che azzarda molto.Sono abbastanza calmo e quieto nelle mie cose.
Ci sono delle paure legate al mio amore per i libri, quindi la paura dell’ignoranza e della stupidità umana.Adesso tutti
hanno paura dell’intelligenza artificiale, però qualcuno mi ha detto che forse bisognerebbe aver paura della stupidità
umana, ad esempio quella che non riesce a capire che siamo tutti uguali sostanzialmente. Io ho più paura di queste
cose qui rispetto alle paure fisiche come la vecchiaia,la paura di non esserci più o che i nostri cari ci manchino.In realtà
una delle paure che più mi angosciano e contro la quale bisogna combattere, forse, è proprio l’ignoranza crescente
che non ci fa apprezzare il fatto che siamo tutti umani, uguali, anche sé un po’ diversi.
Cosimo Accoto
Research affiliate
MIT Boston
mit.edu
“Intelligenza artificiale VS
stupidità umana”
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18 19
“Sorrido alle persone
perché lo possono fare tutti”
I B.Livers hanno una panchina speciale, che ogni
tanto non è una vera e propria panchina, ma più un
luogo dove sedersi insieme e chiacchierare. Ci siamo
fermati a chiacchierare con Marco nella rumorosa
hall del Grand Hotel di Rimini, ecco cosa ci ha voluto
raccontare di lui…
Cosa ti rende felice? Alzarmi ogni giorno e
vedere che le persone intorno a me sono felici
e stanno bene.
C’è un oggetto o un cibo o un profumo che ti
ricorda un momento felice della tua infanzia?
L’odore del pane o della torta di mele perché mi
ricorda quando la mangiavo da bambino.
Se dovessi scegliere, domani mattina nei panni
di chi ti piacerebbe svegliarti? Mi trovo abba-
stanza a mio agio nei miei panni, con tutte le
mie problematiche, ma mi piacerebbe essere
una persona che ha avuto una grande intuizione
nella storia, un fisico, un matematico oppure un
musicista.
Quali sono state le scelte determinanti della
tua vita? Fino a decidere di fare quest’intervista
qui? (risate) Beh banalmente, l’università che
ho scelto di fare, le persone che si scelgono di
frequentare, i viaggi che si decidono di fare e le
cose che si decidono di non fare.
C’è qualche rimpianto? No.
Hai mai fatto una pazzia per amore? Penso
proprio di sì, visto che c’è una persona che mi
sopporta da 11 anni.
Quindi è lei che ha fatto una pazzia? Beh,
ovviamente.
Quali sono le tue paure? Parlare in pubblico, ad
esempio, di fronte a una telecamera, perché non
mi piace che la gente mi guardi. Ma la mia paura
più concreta è quella di non essere in grado di
far star bene le persone che ho intorno e quindi
creare dolore.
Noi B.Livers abbiamo uno scopo: costruire un
mondo migliore. Tu che cosa fai per costruire
un mondo migliore? Sorrido alle persone, che
è una cosa molto facile, non costa niente, tutti lo
possono fare. Cerco di dare il giusto peso alle
cose, perché non sono un cardiochirurgo e non
salvo vite.
#Ritratto
Marco Giusti
Major Account Executive
Akamai
akamai.com/it/it/
Marco Giusti
Major Account Executive
Guarda il video
dell’intervista qui
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20 21
Alessandra Monasta
Life & Sport Coach
Enpathos
enpathos.com
#Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita?
Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto
lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre.
Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma,
se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza.
IMPARARE A CUCINARE
perché preparare da mangiare vuol dire accogliere l’altro e prendersene cura.
SCRIVERE DI PIÙ
perché non siamo abituati a farlo per noi stessi. Scrivere un libro o un diario ci permette di tirar
fuori le proprie emozioni e vederle su carta è la cosa più bella.
AVVICINARSI ALLA MUSICA
attraverso uno strumento, il canto o il ballo, perché si sprigiona dell’energia che esce dal corpo
e che ci avvicina agli altri.
Il tempo è importate per te?
Lo è, e si può dilatare. Ho imparato a farlo scegliendo le cose che amo fare. Lavoro tantissimo ma lo faccio
con le persone e per le persone. Questo è il nutrimento maggiore che possa avere e mi rende felice.
Ma come si fa a dilatare il tempo? Aiutaci!
Cercando di ritagliare sempre uno spazio per noi stessi all’interno delle 24 ore.
Comunque, se fossero state quattro le cose da fare nella vita, avrei detto anche tornare bambini!
Alessandra
Monasta
LIFE & SPORT COACH
Guarda il video
dell’intervista qui
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22 23
Matteo Stragliotto
Responsabile Controllo di Gestione
Acciaierie Venete
acciaierievenete.com/it
Matteo Stragliotto
RESPONSABILE CONTROLLO DI GESTIONE
Nordkapp
Il nostro “mezzo aziendale” è l’amato Ape Calessino.
Lo usiamo per consegnare il nostro giornale,
Il Bullone, per tutta Milano.
I B.Livers hanno anche intrapreso un lungo viaggio
l’anno scorso proprio con questo mezzo da Milano a Roma,
per incontrare giovani realtà che fanno
la differenza in giro per l’Italia.
Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando
si torna non si è mai la stessa persona
di quando si è partiti.
Per questo il Viaggio è un tema che ci è molto caro e
che abbiamo pensato di inserire in queste
interviste fatte di persone che viaggiano.
Come mai il tuo luogo è Nordkapp?
Perché è stato il primo viaggio che ho fatto in solitaria in moto. Sono partito da solo e questo mi ha aperto la mente,
mi ha insegnato a interagire con la gente e a capire il mondo. Questo viaggio mi ha fatto capire quanto sia importante
l’interazione con le persone e come i valori nella vita siano ben diversi dall’avere un reddito sufficientemente elevato.
Come mai hai scelto questo posto per fare questo viaggio?
Perché è il punto più a nord del continente europeo raggiungibile via terra, e per questo è un po’ “mitizzato”
dai motociclisti.
C’è un’esperienza che ti ha portato a fare un viaggio interiore?
Sempre quel viaggio mi ha fatto capire come cambiare il modo di interagire possa essere utile, e come la mia
esperienza personale possa diventare un ponte verso tante altre persone.
E come quando si dice “aiutati che il ciel t’aiuta”: se io aiuto qualcuno in difficoltà, sono certo, come è successo, che
qualcuno a sua volta aiuterà me in quei momenti di bisogno.
Insomma, è un modo per trovare un equilibrio tutti assieme.
“Una moto per
conoscere me stesso”
Guarda il video
dell’intervista qui
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Tobia indossa una camicia confezionata su
misura da un mastro sarto di Napoli.
Il suo anello è un cimelio di famiglia,
creato da un orefice.
Giacca, scarpe, pantaloni
e calzini sono Made in Italy.
La cravatta è un manufatto milanese,
mentre l’orologio è di fattura inglese.
Tobia La Marca
Business Development
Tobia La Marca
Business Development
Akamai
akamai.com/it/it/
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26 27
“Studiare, amare e...
Scoprire Batman!”
C’è un oggetto, un cibo o un profumo legato
ad un ricordo d’infanzia? Non sono molto legato
agli oggetti,lo sono di più agli odori.In particolare
quelli della cucina della mamma e della nonna.
Se domattina ti potessi svegliare nei panni di
qualcun altro, chi vorresti essere? Vorrei vivere
un giorno come Batman. Non per la fama, i soldi
o l’avventura, ma per provare la sensazione di
questo mix tra bene e male, compreso il disagio
che lo porta alla trasformazione. E’ un personag-
gio che riesce a stare in equilibrio tra le sue luci ed
ombre, e nonostante tutto sceglie sempre il bene.
Cosa faresti per amore? Per amore si fa qualsiasi
cosa. Cosa non si farebbe per amore? Non esi-
stono pazzie per amore, l’amore è già di per sé
una follia. Quindi tutto ciò che si fa per amore è
la normalità di quello che si fa per una persona
che si ama, che può essere la propria figlia o la
propria compagna. Non trovo che siano pazzie.
Anche prendere un aereo e andare a trovare la
propria compagna per un’ora, non è una pazzia. È
la normalità. Altrimenti cosa ami a fare?
Hai un consiglio per vincere le paure? Le paure
non vanno sconfitte, bisogna imparare a conviverci.
Sono quelle che ci fanno fare gli errori giusti, non
sbagliare una seconda volta ed imparare.Se si vuole
sconfiggeretuttelepropriepaure,apartechepenso
sia impossibile, ci si toglie un pezzo di umanità.
Noi siamo i B.Livers e vogliamo costruire
un futuro migliore, tu cosa faresti per farlo?
Nel nostro piccolo, nella vita di tutti i giorni, già
amare e rispettare le persone che ci stanno vicino
è una buona cosa. Cercare l’impegno sociale. Io
ho partecipato per tantissimi anni al mondo dei
Giovani Imprenditori. Impegnarsi socialmente, a
qualsiasi livello, è già qualcosa. Dobbiamo partire
dalle piccole cose e ognuno deve fare ciò che
sente. È inutile cercare di fare i santi e dire: “andrò
ad assistere i bambini malati”.
Ci sono persone che non ce la fanno perché non
se la sentono. Alcuni hanno un sentimento sociale
più ampio ed altri semplicemente devono cercare
di fare la differenza nel “piccolo”, amando e
rispettando la propria moglie, la propria famiglia,
i propri vicini e andando avanti così.
Cosa pensi del creare ponti tra profit e no profit?
Va molto bene ma non deve essere uno strumento
di marketing. Spesso il no profit viene usato dalle
aziende profit come strumento di marketing,
perché in questo momento va di moda fare così.
Le aziende invece devono credere nella respon-
sabilità sociale.
Il concetto del benefit company non deve essere
solo un bollino che ci si prende perché fa “fa figo”
e ti tiene sul mercato.
Se costruiti sulle basi giuste, i ponti tra profit e no
profit sono fortissimi strumenti di veicolazione di
buone idee e ne favoriscono il moltiplicarsi.
Nella cornice del magnifico Grand Hotel di Rimini
accogliamo Matteo, che dopo qualche piccola
incertezza sul ciak, si lascia andare e ci racconta di
sé in questa profonda intervista.
Cosa ti rende felice? Tante cose! Mi rende felice
mia figlia quando la sveglio al mattino per andare
all’asilo, stare con gli amici e con le persone a cui
voglio bene. Mi rende felice il mio lavoro, impa-
rare cose nuove e tutto ciò che arricchisce la vita.
Che consiglio daresti a chi si sta affacciando al
mondo del lavoro per essere felice? Consiglierei
di sperimentare e di cambiare se necessario,
benché non troppo spesso per via dell’immagine
del curriculum anche se cambiare lavoro spesso
non significa necessariamente cambiare azienda.
Consiglierei anche di continuare a studiare,anche
da soli. Oggi con la potenzialità dei corsi online si
riesce facilmente ad accedere a molteplici conte-
nuti. Credo si debba continuare a cambiare fino a
quando non si trova ciò che ci rende felici, perché
alla fine la propria passione arriva. Magari non è
quello che si sognava da bambini, come fare il
pompiere o l’astronauta, però possiamo scoprire
che amiamo fare il CFO, il venditore, il gelataio
o lo chef. Insomma provando si trova la propria
strada. Se non si è felici si deve cambiare.
Quali sono state le scelte determinanti della tua
vita, che ti hanno portato fino a qui? Innanzitutto
decidere di avviare un’impresa, di cui potevo
guidare la trasformazione al di là del mero gua-
dagno, bensì seguendo la mia passione e la mia
visione. Quando lavori con aziende importanti,
quando fai crescere la tua azienda, quando inizi a
daredeglistipendiadeiragazzichepoisisposano
e hanno dei figli, questo ti dà soddisfazione.
Chiaramente anche il guadagno, la carriera e la
fama sono tutti aspetti importanti, ma non sono
tutto.E non sono quelli a fare la differenza quando
scegli di fare l’imprenditore.
#Ritratto
Matteo Giudici
Founder & CEO
Mesa
mesaconsulting.eu/it
Matteo Giudici
Founder & CEO
Guarda il video
dell’intervista qui
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28 29
Matteo Pagliarulo
Founder
Vrients
vrients.com/it
METTERSI SEMPRE NEI PANNI DEGLI ALTRI
quando ci si trova ad affrontare delle discussioni o quando si hanno punti di vista diversi.
Questo in realtà vale in tutti gli ambiti della vita, quindi anche sul lavoro o nella vita di coppia.
Sviluppare empatia, ecco ho trovato la parola giusta!
ASSECONDARE QUELLA VOCINA INTERIORE
che ci parla ma che spesso ignoriamo involontariamente.
Ascoltarsi di più.
VIAGGIARE MOLTO
perché è il modo migliore per aumentare la propria capacità di essere empatici.
Matteo
Pagliarulo
FOUNDER
#Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita?
Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto
lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre.
Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma,
se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza.
Guarda il video
dell’intervista qui
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Il Natale si avvicina
e noi non stiamo più nella pelle!
Così abbiamo pensato di chiedere ai partecipanti dei
forum di raccontarci qualche aneddoto sulle proprie
avventure natalizie.
Che voi siate inguaribili entusiasti o cinici
sprezzanti del Natale, leggete queste divertenti
interviste natalizie e non ve ne pentirete!
Fuori inizia a far freddo, l’inverno e alle porte, noi ci rifugiamo nella sala congressi del
Park Hotel Cappuccini e parliamo di Natale con Chiara.
Qual è il piatto tradizionale delle tue feste natalizie?
Non c’è un vero e proprio piatto tradizionale, ma c’è una costante, che è la lasagna della zia.
Anche a casa mia fanno sempre la lasagna e in vari modi…
Noi invece rimaniamo sul classico, lasagna tradizionale.
Qual è il regalo più imbarazzante che ti è capitato di ricevere a Natale?
Penso una candela bruttissima, di quelle con i fiori dentro.
Era almeno profumata? No!
Chi baceresti sotto il vischio?
Questa è facile. Il mio fidanzato e quindi speriamo che a questo punto…
Invece se fosse un personaggio famoso?
Io ad esempio mi farei subito una foto con Luca Argentero…
Si effettivamente ci sta.
Per questo Natale quindi abbiamo un sacco di aspettative e speriamo di non ricevere candele brutte…
Chiara Teresa Barletta
HR Development
Axa Corporate Solutions
axa-corporatesolutions.com
Chiara Teresa Barletta
“Natale 4.0”
HR DEVELOPMENT
Guarda il video
dell’intervista qui
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B.LIVE è il progetto di Fondazione Near Onlus
che coinvolge i ragazzi malati in attività
creative e percorsi professionalizzanti,
sviluppati insieme a professionisti e aziende,
per andare insieme oltre la malattia,
per dare loro il coraggio di continuare a vivere
sperando e costruendo un futuro e
un mondo migliore.
Il nostro simbolo in quanto B.Livers
è il bullone. Lo abbiamo scelto per
portare nel mondo il nostro messaggio di
forza, coesione e coraggio!
bliveworld.org E bliveworld Q bliveworld
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Sebastiano Barisoni
VICE-DIRETTORE ESECUTIVO
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“Il lato positivo
del sacrificio”
E` una calda sera di fine estate, siamo a Rimini, il mare a due passi, nulla farebbe pensare che
da lì a poco inizierà il Finance Director Forum di Richmond Italia, a parte la presenza di perso-
naggi inequivocabili come Sebastiano Barisoni, Vice Direttore Esecutivo di Radio 24. Forse Ada
potrebbe chiedergli qualche consiglio per far fruttare al meglio il proprio salvadanaio, ma noi
Blivers abbiamo sempre altri pensieri per la testa, perciò.
Cosa ti rende veramente felice?
Dal punto di vista personale mio figlio, dal punto di vista professionale fare il giornalista, quando riesco a farlo.
Ho sempre provato a farlo in maniera deontologicamente corretta e quelle sono le vere soddisfazioni.
C’è un oggetto o un cibo o un profumo a cui sei legato dall’infanzia?
Si, il pomodoro. La mia madeleine dell’infanzia è il pane al pomodoro e in generale tutti i sapori legati al
pomodoro.
Nei panni di chi ti piacerebbe svegliarti domattina?
Non ho grandi invidie per le vite degli altri, vorrei risvegliarmi nei miei panni magari 20 anni prima, per non fare
certi errori che ho fatto. Questo si.
Quali sono state le scelte determinanti della tua vita?
Le scelte determinanti sono state da un lato la scelta dell’università. Io sono di Venezia e per studiare sono
andato via dalla mia città e ho studiato a Firenze.A 18 anni è una scelta che ti impegna, ti rende più consapevole
e più indipendente. Infine la scelta di andare a lavorare all’estero, a Londra, quando avevo 23 anni. In questo
periodo ho avuto la possibilità di interfacciarmi con realtà completamente diverse e di uscire dalla mia comfort
zone. La scomodità è quel qualcosa che spesso ti porta ad ottenere i risultati più faticosi e soddisfacenti.
Difficilmente riesci a ottenere risultati importanti per te se sei su un sofà comodamente sdraiato.
Sebastiano Barisoni
Vice Direttore Esecutivo
Il Sole 24 ore - RADIO 24
radio24.ilsole24ore.com
Cosa faresti per amore?
Tutto quello che ho già fatto. Per amore si fanno tante sciocchezze, tanti sacrifici, però ricor-
diamoci che sacrificio deriva da sacro e quindi non è qualcosa di negativo, il sacrificio rende
sacro l’atto. Sacrificarsi per tuo figlio rende sacro il rapporto con tuo figlio, sacrificarsi per
lavoro rende sacro il tuo rapporto con il lavoro, e sacrificarsi per una donna rende sacro il
rapporto che hai con questa donna. Quindi il sacrificio è qualcosa di buono e positivo.
Un uomo che non si è mai sacrificato per la sua donna, ha un’idea un po’ strana dell’amore.
Un consiglio per affrontare la paura?
Pensarci, pensarci molto, metabolizzarla e non nasconderla sotto il tappeto. La paura esiste,
la paura ti salva. Io per molti anni ho fatto l’inviato in zone di guerra e se non avessi avuto
paura mi sarei fatto più male di quello che mi sono fatto. La paura è fondamentale perché il
contrario di paura non è coraggio. Il contrario di coraggio è pavidità. Il contrario di paura è
irresponsabilità. La paura ti permette di non essere irresponsabile.
Noi B.Livers abbiamo uno scopo: costruire un mondo migliore.
Tu, nel tuo piccolo, che cosa fai per costruirlo?
Fino all’anno scorso ho fatto parte del consiglio d’amministrazione di Oxfam; è una
realtà che si occupa di aiutare le donne nei Paesi in via di sviluppo e lavora molto sulla
componente femminile, nell’idea che là dove c’è una donna che gestisce una famiglia ci sia
un elemento di maggiore struttura e serietà. Per cui dare la possibilità, non tanto con aiuti
economici, ma anche e soprattutto con aiuti concreti per sviluppare forme di autonomia
economica per le donne e di conseguenza anche per i loro figli che non hanno
avuto la stessa fortuna che ho avuto io.
Guarda il video
dell’intervista qui
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38 39
Greta Giolo
Marketing & Business Development Manager
Greta indossa un pantalone nero a vita alta, una chemise
con la rouge nelle tonalità dei colori dell’autunno.
A ravvivare l’intero outfit, Greta ci mostra i suoi
meravigliosi braccialetti in argento battuto e intarsiato
di artigianato locale, realizzati in Madagascar.
Greta Giolo
Marketing & Business Development Manager
Crediter srl
crediter.it
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Il workshop
di
Quanto valgono le emozioni nel mondo del lavoro? Sempre di più le aziende investono nel
valore aggiunto dei loro dipendenti, si cercano persone capaci di svolgere più mansioni e aperte
alla sperimentazione di nuove strategie. Si cercano talenti e background diversi per riuscire ad
avere un pensiero sempre più eterogeneo e innovativo.
Seguendo questo filone i B.Livers, che da molti anni sono ospiti agli eventi di Richmond, hanno
tenuto dei workshop su come integrare al meglio le emozioni e gli aspetti più personali in un
contesto lavorativo.
B.LIVE è un progetto della Fondazione Near che affonda le sue radici in una mentalità imprendi-
toriale nata dall’imprinting dato dal suo stesso fondatore, Bill Niada.
Una mentalità aziendale applicata ad una realtà sociale fatta di progetti e collaborazioni con
professionisti e aziende per costruire un mondo migliore.
All’inizio del workshop, io (Ada) e Alessandra abbiamo posto una domanda: “Come deve essere
il manager ideale?”. La risposta è stata ricercata durante un brainstorming durato un’ora.
I Financial manager hanno ricevuto stimoli e aiuti dal businessman del Piccolo Principe e dalle
emozioni del film Disney InsideOut.
La risposta a “chi è il manager ideale?” alla fine non si è trovata,perché in fondo è impossibile per
il semplice fatto che la perfezione assoluta non esiste, ma esiste il continuo migliorarsi.
L’entrare in contatto con le proprie emozioni quando si lavora può essere una distrazione ma,
dall’altro lato della medaglia, può essere allo stesso modo un incentivo incredibile per ricercare
le proprie passioni.
Fare un lavoro poco stimolante e non dare stimoli a chi lavora con te è deleterio perché si perde
la motivazione, l’obiettivo finale per cui si sta facendo quel lavoro.
Unadellecosechesonouscitedalnostroworkshopèstatailfattocheilmanageridealedovrebbe
saper riconoscere i talenti del suo staff e sfruttarli mettendoli a disposizione di progetti innovativi.
A volte essere se stessi a lavoro non è un male, siamo persone dopotutto, esseri umani, perché
fingere di essere androidi? A che scopo?
Il fatto che il lavoro serva a portare la pagnotta a casa non deve costringerci a vivere una vita a
metà per la paura di sembrare di meno agli occhi dei superiori, i quali a loro volta sono persone !
Eliminare piano piano le gabbie che ci costringono a dover lasciar perdere chi siamo, le nostre
passioni, le nostre ambizioni, sul posto di lavoro potrebbe essere un rischio certo, ma allo stesso
tempo il NON farlo sarebbe un ridursi alla stregua di una macchina.
Il “lavorare per vivere” ci costringe ad una vita a metà a volte,lavorare per un progetto come B.LIVE
ci ha insegnato che saper sfruttare le competenze e soprattutto le passioni di una persona può
portare a grandi risultati.Questo perché più passione ci metti,più sei motivato in quello che fai.
Alla fine del workshop,quel che davvero ci ha sbalordito,è stata l’apertura dei manager nei nostri
confronti.Durante l’ora abbiamo cercato di creare un ambiente informale (il ché è stato facile dato
che abbiamo vent’anni) e più andava a scadere il tempo, più dalle bocche di chi era seduto con
noi uscivano storie di vita personali, di quanto a volte a lavoro fosse stato difficile comportarsi
come al solito perché nel privato erano successe cose molto più importanti.
I feedback positivi e i risultati ottenuti ci hanno davvero sbalordito ed è per questo che vogliamo
dire un grande GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato al workshop.
Un grazie da parte di tutti i B.Livers!
“Emozionarsi
per lavorare
meglio”
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Guarda il video
dell’intervista qui
“Sposare la donna di cui mi sono innamorato
è stato come vincere alla lotteria”
Andrea Brumgnach
CEO
Samandel spa
samandel.it
Intervistiamo Andrea nella Hall del Grand Hotel di
Rimini, ci accoglie con un sorriso e ci trasmette un
grande entusiasmo. Partiamo con una domanda
diretta e preziosa:
Cosa ti rende felice? Sinceramente, quello che
faccio. Nel mio quotidiano sono molto contento,
sia nell’attività lavorativa, sia nella mia vita privata.
Mi considero estremamente fortunato, perché ho
una bellissima famiglia e faccio il lavoro che adoro.
C’è un profumo, un cibo o un oggetto legato
ad un ricordo di infanzia? Il pane con burro e
zucchero. Me lo faceva la mia nonna quando
tornavo dai giardini tutto sbucciato e sporco,
perché avevo giocato come un matto con i miei
amici. Giochi di un tempo, di tanti anni fa, giochi
fisici: dal pallone, alle biglie, al nascondino.
Bellissimo. Quello è un profumo stupendo.
Ritorneresti bambino? Devo dire di no. La scorsa
settimana mio padre ha compiuto ottant’anni,e io e
mia sorella gli abbiamo organizzato una festa a sor-
presa ed eravamo tutti lì, e mi hanno fatto la stessa
domanda: ho risposto che sono contentissimo
dell’età che ho, e non farei cambio.
Quali sono state le scelte determinanti della
tua vita? Sicuramente sposare la donna di cui
mi sono innamorato, quello è stato come vincere
alla lotteria. E poi avere la fortuna di fare il lavoro
che amo, che inizialmente ho fatto quasi per
caso perché nella vita la casualità è tutto. Io ho
studiato per fare una cosa e poi mi sono trovato a
farne un’altra che mi piace tantissimo, e quindi la
ritengo una grande fortuna ed un grande dono.
Hai mai fatto pazzie per amore? (Ride) Sì,
inenarrabili. Sono stato molto folle.
Hai un consiglio da darci per sconfiggere la
paura? Non so se esiste una risposta che si
può applicare a tutti. Io penso che la cosa più
importante sia cercare di affrontarla e cercare di
sdrammatizzarla. Perché ognuno di noi ha avuto i
suoi momenti di dolore, i suoi momenti di paura
ed angoscia, anche chi fa finta di niente. Penso
invece che parlandone riesci a “smitizzarla”, e riesci
a renderla più umana e quindi più sopportabile. Io
ho sempre condiviso le mie paure ed ho sempre
trovatograndegiovamentodaquestacondivisione
senza veli. Molto spesso ci si vergogna, penso
invecechenoncisidebbavergognare,seunohaun
problema deve parlarne, e parlandone scopri che
tante altre persone hanno avuto quella stessa pau-
ra o quel problema,e condividere aiuta a superare.
I B.Livers vogliono costruire un mondo migliore,
tu cosa faresti per farlo? Ti dico quello che sto
cercando di insegnare ai miei figli: “Ad essere delle
persone per bene”. Avere un’etica,capire che vivi in
una società insieme ad altre persone,penso che sia
un grande passo. Oggi viviamo in una società che
troppo spesso, invece, tende a calpestare e dove il
menefreghismo è dominante. Essere persone per
bene, che fanno di tutto per vivere in serenità in
una società, è bellissimo. Se poi qualcuno vuole
venire a lavorare nel mio mondo, che è quello
dell’efficienza e delle fonti rinnovabili, che hanno
come obiettivo quello di abbattere l’inquinamento
e di rendere più sostenibile questo pianeta, questo
è un altro passo.
#Ritratto
Andrea Brumgnach
CEO
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A chi non è mai capitato di avere un
problema di cuore o qualche
preoccupazione?
Confidarsi con qualcuno è il primo
passo per vedere le cose da un
altro punto di vista e sentirsi
rincuorato.
La posta di Marina è proprio questo: una
panchina sulla quale l’ospite può sfogarsi e
ascoltare i buoni consigli di Super-Marina!
La posta di Marina
Gabriele Fava
Avvocato
Favalex
favalex.it
“Speranza,
ottimismo e
la piscina
ogni tanto”
Marina ha bisogno di rilassarsi e così decide di portare il primo ospite della Posta di Marina, Gabrie-
le, nella Spa del Park Hotel Cappuccini di Gubbio. Finalmente in totale relax sulle comode sedie sdraio
della piscina e con il suono delle cascate d’acqua nelle orecchie Gabriele confida a Marina un
suo grande timore perché il mondo del lavoro va troppo veloce e ogni tanto occorre fermarsi.
G: “Mi stavo chiedendo Marina, siccome sono sempre dentro le dinamiche del mondo del lavoro, che
futuro possibile c’è per i giovani?”.
M: “Una cosa la vedo Gabriele, vedo che diventeranno vecchi come noi”.
G: “Peggio o meglio di noi?”.
M: “Temo proprio che dipenda un po’ da noi come diventeranno vecchi loro”.
G: “Sai cosa, questa è una santa verità”.
M: “Eh si, comunque tutti quelli che vengono alla Posta di Marina mi fanno domande più facili, di solito
riesco a risolvere i loro problemi, ma questa è una domanda difficile”.
G: “Dobbiamo aiutarli questi giovani, come siamo stati aiutati noi, ma io ho dei dubbi sul come”.
M: “Dando un po’ di speranza. Tocca a noi dare speranza. Noi ci lamentiamo sempre, del governo,
dell’economia, della società e dei valori che non ci sono più e lamentandoci sosteniamo che non ci sono
più speranze per il futuro e che le cose andranno male, ma se noi iniziassimo a pensare che le cose
andranno bene, forse proprio perché non ci saremo più noi, magari i giovani vedrebbero più luce e
saranno degli anziani contenti”.
G: “Mi hai convinto: speranza e ottimismo, E` quello che ci vuole”.
M: “Sì e la piscina ogni tanto”.
Gabriele Fava
avvocato
Guarda il video
dell’intervista qui
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“Donare i frutti del
proprio orto anche
agli altri”
Ci siamo rifugiati in una saletta del meraviglioso Park Hotel
Cappuccini di Gubbio per prenderci un po’ di tempo e
chiacchierare con Barbara che dopo aver risposto a tutte le
nostre domande si è concessa un momento giocoso, come
quelli che condivide con il suo bambino, soffiando via i pensieri
dentro le nostre bolle di sapone.
Che cosa ti rende felice? SonoisorrisideimieifigliLeonardo
e Luca a rendermi felice.
Hai qualche ricordo della tua infanzia, un cibo, un odore,
un profumo che ti riporta a quando eri bambina?
L’odore dell’erba tagliata, mi ricorda mio nonno. Ancora
adesso quando vedo un prato appena tagliato, ad esempio
allo IEO lo fanno spesso, penso subito ai miei nonni.
Hai mai fatto qualche pazzia per amore? Ho detto ai miei
genitori che sarei andata da un’amica, in realtà andavo a
Milanodalmiofidanzato.Nonsonoproprioscappata,però…
Ci dai qualche consiglio per sconfiggere le paure? Non
mollare mai, qualsiasi cosa succeda, non bisogna mollare
mai, ma cercare di trovare sempre una soluzione o una luce
in fondo al percorso.
Nonostante le difficoltà, andare oltre e vedere sempre il
lato positivo? Si esatto!
Mi dici 3 cose da fare assolutamente nella vita?
Amare, fare una gita in montagna (perché adoro la natura),
avere un amico vero.
Hai un amico vero in questo momento? Ho un’amica, è di
Bressanone, la mia città. Abbiamo sempre studiato insieme,
ora viviamo a Milano e abbiamo avuto due percorsi di vita
differenti, ma se devo dire qualcosa a qualcuno, so di poter
contare su di lei.
Noi siamo i B.Liverse e vogliamo costruire un mondo
migliore. Tu che cosa faresti per farlo? Secondo me ci
vorrebbe un po’ meno egoismo e un po’ più condivisione.
Non guardare solo il proprio
orticello, ma creare più relazioni, cercando di donare i frutti
del proprio orticello anche agli altri.
#Ritratto
Barbara Daprà
HR Specialist
IEO
ieo.it
Barbara Daprà
HR Specialist
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dell’intervista qui
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48 49
Fabio
Manuppelli
SALES EXECUTIVE
Fabio Manuppelli
Sales Executive
Poste Italiane
poste.it
Che valore ha per te il tempo? Senti di averne abbastanza?
Il tempo me lo prendo ogni giorno quando, al di là del lavoro o della famiglia, cerco di dedicare almeno un quarto
d’ora a me stesso, perché mi spetta. Lo faccio quasi sempre ascoltando musica, in particolare jazz, per ritagliarmi
un momento tutto mio che mi appaga e mi rende felice. Spesso cerco di farlo anche quando di tempo non ne ho,
cioè all’una di notte prima di dormire. Ci deve sempre essere un po’ di musica che mi aiuti a chiudere la giornata.
PROVARE
qualsiasi tipo di esperienza che sia importante per noi.
FARE IN MODO DI
lasciare un senso al nostro passaggio sulla terra, dedicandosi agli altri quando si può.
AMARE
qualcuno, piuttosto che qualcosa.
#Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita?
Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto
lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre.
Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma,
se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza.
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dell’intervista qui
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Francesco La Pietra
Assistente di Direzione
Francesco indossa una giacca blu di lavorazione
sartoriale prodotta a Napoli.
Anche il suo completo, la cravatta e la camicia sono
tutte creazioni artigianali.
Al polso un orologio portafortuna che indossa quotidianamente.
Mocassini lucidi neri di un calzaturificio napoletano.
Francesco La Pietra
Assistente di Direzione
MD spa
mdspa.it
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#Ritratto
Francesco Salvoro
HR Generalist
Everel Group spa
everelgroup.com
“Empatia: L’unica strada possibile”
Qualsiasi posto può diventare la nostra panchina,
perché la panchina è un modo di raccontarsi le
cose. Quindi siamo seduti sulla nostra panchina con
Francesco e lo intervistiamo per conoscerlo meglio.
Cosa ti rende felice? Il mio lavoro che potrebbe
essere la mia passione, di conseguenza dico le
mie passioni e qui mi potrei dilungare aprendo un
capitolo piuttosto importante.
La tua passione più forte? La relazione. Il gior-
nalismo, perché io ho una formazione di studi di
carattere giornalistico, la scoperta e il viaggio. Sono
tutte metafore per me assolutamente importanti.
Visto che ti piace viaggiare, ci consigli un posto
dove andare? Sarajevo, è la mia città simbolo, io
la adoro. E` la capitale della Bosnia ed Erzegovina
ed è la capitale europea dell’intercultura perché
nei secoli e nella storia Sarajevo è stato il crocevia
del secolo scorso, per motivi storici, ma soprattutto
a livello interculturale è una città che racchiude una
grande spiritualità e che unisce in un’unica piazza
una chiesa cattolica, una ortodossa e una moschea.
Un’interculturalità molto forte, è un popolo splen-
dido. Non è facile andarci, però ne vale la pena.
Hai un cibo, un oggetto o qualcosa che ti riporta
a un ricordo d’infanzia? La pearà. Tipico piatto
veronese,in sostanza è pane grattugiato con il pepe
che diventa una salsina da mangiare con il lesso o
con il bollito.
Nei panni di chi ti piacerebbe svegliarti domani
mattina?MipiacerebbeavereilcaratterediPeppino
Impastato, che è il mio idolo assoluto. Ho sempre
adorato la sua storia.
Quali scelte sono state determinanti per la tua
vita? Gioco forza la scelta del mio primo lavoro
che mi ha portato ad avere questa professionalità.
Io mi occupo di risorse umane ed è stata una scelta
dettata dalla contingenza, perché io per motivi
economici ho dovuto approcciarmi al mondo del
lavoro con un po’ di anticipo. Questo ha anche
avuto un risvolto negativo perché ha compromesso
il mio percorso verso quella che era la mia vera
passione che è il giornalismo.
Ti inviteremo a scrivere sul Bullone.
Hai mai fatto qualche follia per amore? No,
purtroppo. E` una storia un po’ complessa. Si
parlava prima di Cicatrici e questa è un po’ la mia
cicatrice più forte,nel senso che ho avuto una storia,
sono stato sposato, non è andata bene e forse
proprio perché non ho mai fatto una vera follia.
Noi siamo i Blivers e vorremo costruire un
mondo migliore. Tu cosa faresti per costruire un
mondo migliore in futuro? La mia idea, e faccio
riferimento alla mia città che è Sarajevo, è quella
dell’Intercultura,ma non solamente tra etnie diverse
o nazionalità diverse, ma anche a livello di aspettati-
ve e di creatività a livello relazionale. Quindi saper
convivere in sinergia e saper sviluppare una dote
fondamentale che è l’empatia. Questa secondo me
è la strada più giusta, poi chiaro che sembra tutta
retorica, sembrano tutte metafore belle e poi la
realtà è un’altra, però, secondo me, è l’unica strada
che si può percorrere.
Francesco Salvoro
HR Generalist
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dell’intervista qui
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Qual è il piatto tradizionale della tua famiglia?
ll piatto tradizionale della mia famiglia sono le lasagne.
La lasagna non deve essere molle,deve essere dura, con strati ben definiti e tanto sugo.
Come secondo piatto adoriamo mangiare lo stinco di vitello al forno con le patate,
che si taglia rigorosamente sul piatto davanti ai commensali.
Qual è il regalo più imbarazzante che tu abbia mai ricevuto per Natale?
Una cintura di Topolino che ho ricevuto qualche anno fa da un amico.
L’hai mai utiliazzata?
É rimasta appesa nell’armadio fino al trasloco, poi l’ho defenestrata! Questo regalo è rimasto lì.
Io direi che regali imbarazzanti ne ho tantissimi, ma evitiamo.
Chi baceresti sotto al vischio?
Assolutamente la mia compagna, Elisa.
Ami il Natale?
Sì, mi piace molto. Adoro l’aria che si respira, adoro i festoni, mi piace tantissimo arredare la casa,
addobbarla di ogni cosa, curare la tavola, curare l’albero in ogni dettaglio, ricoprire le sedie.
Sì assolutamente adoro il Natale e l’aria che si respira. Tutto curato e preciso
per far capire che sta arrivando la festività natalizia che si vive in quel momento.
Lo zerbino fuori di casa è già natalizio!
Andrea Franchina
CIO
Rapetti Food Service
rapettifoodservice.com
Andrea Franchina
“Lo zerbino di Babbo Natale”
CIO
Il Natale si avvicina
e noi non stiamo più nella pelle!
Così abbiamo pensato di chiedere ai partecipanti dei
forum di raccontarci qualche aneddoto sulle proprie
avventure natalizie.
Che voi siate inguaribili entusiasti o cinici
sprezzanti del Natale, leggete queste divertenti
interviste natalizie e non ve ne pentirete!
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Cristiano Cafferata
CEO&FOUNDER
Come tuo luogo del cuore, ci hai indicato Quaalude, dove si trova? E’ uno scantinato nei fondi dei vicoli di Genova.
E come mai se ti chiedo di parlare di un luogo importante, mi parli di questo? Perché qui ho incontrato le persone
che sono diventate le più importanti della mia vita.
Intendi dire famiglia e amici? Si, famiglia ed un paio di amici.
Ti va di raccontarci come è andata? Wow, si. E’ una storia lunga, dobbiamo partire per Firenze per una gita organiz-
zata. La macchina dell’amico che ci deve portare si ferma, io non ho voglia di guidare, e il terzo amico del gruppo si
ammala… io quindi rimango da solo a girare per la città quel sabato sera e a mezzanotte decido di entrare al
Quaalude, che è un semplicissimo circolo di musica dal vivo. Però lì ho incontrato le persone che poi sono diventate
gli ultimi vent’anni della mia vita.
C’è un’esperienza che ti ha portato a fare un viaggio interiore? Intanto l’intervista con voi, sicuramente! Il Qua-
alude è stata una botta di fortuna che ha cambiato la mia vita, ma non un viaggio interiore. Lo è stato invece
il Messico. Per via del confronto con le persone del posto, perché non è stato un viaggio superorganizzato
in mega ville o hotel, ma il vivere alla “messicana”, tant’è che mi scambiavano per messicano, per ovvi motivi.
Quindi un viaggio molto particolare, dal cielo a scendere fino agli specchi d’acqua scopri cose decisamente diverse.
Cristiano Cafferata
CEO & Founder
SecurEnclave
securenclave.it
“Un’auto ferma a Genova
per scrivere la mia vita”
Quaalude, Genova
Il nostro “mezzo aziendale” è l’amato Ape Calessino.
Lo usiamo per consegnare il nostro giornale,
Il Bullone, per tutta Milano.
I B.Livers hanno anche intrapreso un lungo viaggio
l’anno scorso proprio con questo mezzo da Milano a Roma,
per incontrare giovani realtà che fanno
la differenza in giro per l’Italia.
Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando
si torna non si è mai la stessa persona
di quando si è partiti.
Per questo il Viaggio è un tema che ci è molto caro e
che abbiamo pensato di inserire in queste
interviste fatte di persone che viaggiano.
Guarda il video
dell’intervista qui
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58 59
Abbiamo ideato una mini intervista
per raccontare il valore aggiunto che
ogni forum lascia ai propri partecipanti.
Un valore fatto non solo di
incontri business tra aziende,
ma soprattutto di relazioni tra persone.
Al termine delle quali ognuno
torna a casa arricchito,
anche a livello umano.
Mai
più
Senza
60 61
È la prima volta che partecipi al forum di Richmond?
Si, è la prima volta che partecipo all’e-commerce forum,
ma ho già partecipato ad altri forum in passato.
Cosa ne pensi e che cosa ti lascia questo forum?
Mi lascia degli stimoli e degli spunti molto interessanti,
che possono servire per migliorare e implementare la
nostra struttura organizzativa e il nostro lavoro.
Hai partecipato anche a qualche conferenza?
Ho assistito questa mattina alla conferenza su come
migliorare la customer experience. È stata molto utile,
infatti ho scambiato anche qualche contatto.
Una parola per descrivere questo forum: crescita.
BARBARA VILLA
RESPONSABILE CUSTOMER SERVICE
Barbara Villa
Responsabile Customer Service
Mokarabia Caffè
mokarabia.com/it
Guarda il video
dell’intervista qui
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62 63
È la prima volta che partecipi al forum di Richmond?
In realtà questo è il mio terzo forum. Ho partecipato per
più anni, anche a forum diversi. Cambia la location ma il
forum resta un momento di networking importante,
anche per rincontrare qualcuno che nel frattempo è di-
ventato tuo amico. È bello essere accolti qui e confron-
tarsi con persone e volti positivi, attraverso i quali ci si può
mettere in discussione e rompere la routine quotidiana.
Ti chiedo di trovare una parola che sintetizzi la tua
esperienza al forum.
Confronto, con gli altri e con se stessi. Forse è ancor
meglio dire misura: ossia misurarsi con le proprie
conoscenzeeconquelledeglialtri.Mettersiindiscussione,
confrontarsi e misurarsi penso sia lo scopo ultimo del
networking.
STEFANO PIERBATTISTA
DIGITAL MARKETING & SALES MANAGER
Stefano Pierbattista
Digital Marketing & Sales Manager
Fratelli Guzzini
fratelliguzzini.com
Guarda il video
dell’intervista qui
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64 65
E’ la prima volta che partecipi ai forum?
Assolutamente! È la primissima volta.
Come ti sembra?
E’ un bel format! Sono abituato a fare tanti eventi, dove
solitamente si ha il proprio stand e si possono fissare gli
appuntamenti, però è molto confusionario. Qui a Rich-
mond invece ognuno ha un’agenda ben dettagliata ed è
molto più efficace.
Cosa ti porti a casa da questo forum?
Mi porto a casa l’idea di aver sempre buttato via il tempo
in altri eventi o altre fiere. Di fatto a volte si partecipa ad
alcune manifestazioni solo perché “ci devi essere” e
perché si tratta dell’agorà dove ci sono anche tutti i tuoi
competitors. Invece a livello di qualità e numero di contat-
ti è molto meglio Richmond.
Una parola per descrivere questo forum: scoperta.
RICCARDO PORTA
DIGITAL MARKETING STRATEGIST
Riccardo Porta
Digital Marketing Strategist
My Bank
mybank.eu/it
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dell’intervista qui
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Da quanto tempo partecipi a questi forum?
Saranno 8 anni, ogni due anni partecipo.
Cosa ti ha lasciato questo forum?
Siamo all’inizio, quindi è un po’ difficile rispondere.
Sicuramente l’aspettativa è quella di potermi con-
frontare con colleghi, con fornitori e trovare sempre
nuovi strumenti che mi consentano di potenziare il
capitale umano che è presente nella mia società.
Ti chiedo di trovare una parola significativa per questo
forum: confronto.
LUCA BATTISTINI
DIRETTORE RISORSE UMANE
Luca Battistini
Direttore Risorse Umane
Mercato Centrale Firenze Roma
mercatocentrale.it
Guarda il video
dell’intervista qui
68 69
Da quanto tempo partecipi ai forum di Richmond?
Questa per me è la primissima volta. Mi hanno invitato
tante volte, ma per sovrapposizioni con altri eventi non ho
mai avuto il piacere di partecipare prima d’ora.
Ti sta piacendo?
Moltissimo, devo dire che sono molto colpita.
Cosa ti ha lasciato questo forum?
Al momento non ci sono grandi novità per me, perché è
da 30 anni che faccio questo mestiere nelle risorse umane.
Peròtantissimeconfermeepuntualizzazionisualcunecose,
così come su quelli che sono gli argomenti più importanti
del futuro. Per me questo forum, infatti, è una vetrina sul
futuro. Ho fatto tantissime riflessioni in merito.
Ti chiedo di trovare una parola significativa per questo
forum: consapevolezza.
MARIELLA SCUDERI
DIRETTORE RISORSE UMANE
Mariella Scuderi
Direttore Risorse Umane
Werfen
werfen.com/it/it
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Emiliana indossa un vestito floreale,
acquistato nel negozio della sorella
LF Concept Boutique Bellona, a Caserta.
Spiccano un paio di meravigliose décolleté
in vernice nera.
Emiliana Fusco
Responsabile Risorse Umane e
Responsabile Amministrativo
Emiliana Fusco
Responsabile Risorse Umane e
Responsabile Amministrativo
Fusco srl
mangimifusco.it
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72 73
“Una pazzia da fare tutti i giorni è dare
un bacio serio ogni mattina a tua moglie”
Èunabellissimagiornatadisolequandoincontriamo
Antonio nel giardino del Grand Hotel di Rimini e lo
intervistiamo all’ombra dei pini marittimi.
Cosa ti rende felice?
Questa giornata per esempio: il sole, il suono dei
gabbiani.
Quindi, anche il posto in cui ti trovi?
Il posto, le persone, la modalità di interazione.
Tante cose mi rendono felice, difficile trovarne
una sola.
Credo sia importante trovare in ogni situazione
un momento di felicità, altrimenti se ci si aspetta
che arrivi da altri… Bisogna vivere ogni momento
per essere felici, è diverso.
C’è un oggetto, un cibo o un profumo che ti
riporta ad un ricordo d’infanzia?
Se penso al gioco dei Lego, quello mi riporta
tanto all’infanzia.
Oppure la città di Monza, dove ho abitato fino ai
diciotto anni, che ha segnato un momento impor-
tante della mia vita.
C’è profumo, invece,che ti evoca un ricordo?
Non ho alcun ricordo legato ai profumi. Sono una
persona che si basa di più sulle immagini e sui
suoni, come la campanella della scuola (ride), o
le lezioni di pianoforte e la scoperta della musica.
Quindi hai una passione per la musica?
Assolutamente si, la mia è una ricerca continua
per ascoltare e imparare a suonare.
Nei panni di chi ti vorresti risvegliare
domattina?
Non mi sono mai ispirato ad una persona sole e di
recente ho fatto un’esperienza che mi ha colpito
particolarmente. Qualche anno fa sono stato negli
Stati Uniti, a San Francisco, e in tre giorni ho in-
contrato tre uomini di circa settant’anni. Il primo
era il fondatore di Oracle, il secondo un profes-
sore universitario che ha assegnato come tesi a
due ragazzi un motore di ricerca che è diventato
Google, mentre il terzo era il cantante degli
Aerosmith. Ecco: vorrei essere tutti e tre assieme a
settant’anni e avere la forza che hanno loro.
Ci sono delle scelte nella tua vita che consideri
molto determinanti per quello che è stato il tuo
vissuto?
Sì, assolutamente. Premetto che la scelta più
importante di tutte è proprio scegliere e non
farsi trasportare dagli eventi. Detto questo, una
decisione fondamentale è stata entrare in Acca-
demia Militare a diciotto anni e fare il percorso
di vita militare. Un percorso molto rigido ma non
poi così diverso da tanti altri. Poi scegliere di fare
ingegneria, laurearmi, andare avanti nella carriera
militare e, infine, uscire dalla carriera militare.
Hai mai fatto qualche pazzia per amore?
Uh, hai voglia! Una volta quando ancora ero mili-
tare, per raggiungere quella che allora era la mia
ragazza, mi sfilai da uno schieramento durante
una cerimonia, presi un aereo poi un treno per
vederla due ore in Francia e tornare poi indietro
senza farmi beccare. Non è stata l’unica, ma la più
eclatante. Poi ci sono anche le pazzie che si fanno
quotidianamente.
Una pazzia da fare tutti i giorni?
Dare un bacio serio ogni mattina a tua moglie, un
gesto dal cuore, forse la pazzia più importante.
Hai per caso qualche consiglio per vincere
le paure?
Affrontarle ! Conoscerle e guardarle in faccia,
andarci contro e superarle.
C’è qualcosa di pratico che faresti per superare
le paure?
Per esempio avevo paura
dell’altezza e mi sono buttato col paracadute.
Quindi, aiuta buttarsi dentro alle paure?
Si, ma non in maniera impavida. La paura è un
segnale che ci aiuta a fare meglio le cose. Il corag-
gio è saper affrontare le proprie paure, se no non
si è coraggiosi, ma si è semplicemente incoscienti.
Noi siamo i B.Livers, e crediamo nell’idea di
costruire un mondo migliore. Tu cosa faresti per
costruirlo?
Faccio mia un’espressione di Baden-Powell che
era il fondatore degli Scout ed è “lasciare il posto
in cui si sta, meglio di come lo si è trovato”. Se
ognuno lo facesse forse tutto sarebbe migliore.
Può non essere solo uno spazio fisico ma anche
mentale. Il concetto di migliorare, non solo quello
che si ha, ma tutto quello con cui si interagisce!
#Ritratto
Antonio Maria Tambato
Dirigente dei sistemi Informativi
Ministero dello Sviluppo Economico
sviluppoeconomico.gov.it
Antonio Maria Tambato
Dirigente dei Sistemi Informativi
Guarda il video
dell’intervista qui
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MARKETING &
COMMUNICATION
MANAGER
Laura Rossi
Marketing & Communication Manager
Diners Club Italia
dinersclub.it
Laura
Rossi
RIDERE STARE CON GLI AMICIMANGIARE
Ci sono delle cose che, nonostante la mancanza di tempo, bisognerebbe sempre cercare di fare nel quotidiano?
Sì, ce ne sono tante. La prima è non dimenticarsi di sé stessi, cosa che ogni tanto succede quando si è stressati.
Si è sempre di corsa e si perde di vista sia sé stessi, sia gli altri.
Di conseguenza si diventa molto egoisti e allo stesso tempo ci si trascura. Bisognerebbe imparare a gestirsi e
soprattutto ad avere attenzione per gli altri.
Ma quale potrebbe essere la soluzione? Un trucchetto?
Bisognerebbe fermarsi: noi puntiamo la sveglia per tante cose, dovremmo mettere la sveglia anche per questo.
Una sveglia per ricordarsi che magari è il momento di fermarsi e dire: “5 minuti per leggere un giornale, sentire
un amico, chiamare la mamma…”. Queste sono le cose che andrebbero fatte!
#Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita?
Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto
lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre.
Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma,
se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza.
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#Ritratto
Marco Policastro
CTO
Consob
consob.it
Conosciamo Marco all’IT Forum, in una soleggiata
giornata di novembre, e dopo un ciak di inizio
partiamoconlasuaintervistanellosplendidogiardino
del Grand Hotel di Rimini.
Partiamo così: cosa ti rende felice? Sicuramente
passare del tempo con la mia famiglia, con le mie
figlie, perché ormai sono partite: una è in Svezia e
l’altra è in Spagna quindi… E poi quando suono...
Qual è il tuo genere preferito? Blues, Rock Blues.
C’è un oggetto o un profumo che ti riporta ad un
ricordo d’infanzia? Un profumo, devo dirti, faccio
molta fatica, perché purtroppo sono allergico e
questa cosa mi ha praticamente quasi distrutto il
senso dell’olfatto. Forse l’unica cosa che mi riporta
veramente all’infanzia, anche se non li vedo più
perché le figlie sono molto grandi, sono i biscotti
Plasmon, perché quelli c’erano all’epoca. Quelli
che si liquefano dentro il latte. Quelli che li metti nel
biberon, lo scuoti e si sciolgono completamente.
Anche il loro profumo.
Se ti dovessi svegliare una mattina nei panni di
qualcun altro, nei panni di chi vorresti trovarti?
Questa è una domanda a cui non saprei dare una
risposta perché non ci ho mai pensato. Forse con
un po’ di presunzione ti dico che mi piace stare nei
miei panni; quindi cambiare per entrare nei panni di
qualcun altro, così su due piedi non lo so.
Ho pensato ad “un musicista” ma alla fine non so se
mi sarebbe piaciuta quella vita. Un conto è viverla
come passione, un conto è viverla come lavoro.
Ci sono state scelte determinanti nella tua vita,
che ti hanno fatto cambiare? Ho fatto quindici
anni di consulenza in giro per il mondo, e arrivare
in un’autority pubblica con i vincoli del pubblico,
una mentalità distante mille miglia da quello che
è il mondo di un’azienda che fa profitto, era una
qualcosa a cui non ero sicuramente preparato, ma
che mi ha cambiato tanto rispetto a come ero prima.
Sia nella considerazione di come devi affrontare il
lavoro,ma anche la vita,perché ti espone a determi-
nate situazioni che sono un po’ diverse rispetto ad
una persona che non ha a che fare con lo Stato.Però
non è una connotazione negativa quella che sto
dando, ha anche tanti pregi e ti aiuta a strutturarti,
a vedere le cose, anche dal punto di vista di come
un governo porta avanti un Paese. Questo mi ha
cambiato tanto.
Haimaifattopazzieperamore?Mah,qualchepazzia
sì, piccola però. Non so cosa raccontarti su questo
perché le mie sono sempre state pazzie interiori,
non sono mai pazzie esteriori. Più qualcosa nei con-
fronti della persona, mai qualcosa che sia visibile al
mondo. Sono abbastanza riservato in questo senso.
Hai da darci qualche consiglio per affrontare le
paure? Credere in sé stessi e nelle proprie capacità,
perché solo facendo un lavoro interiore si possono
vincere le paure. Gli aiuti esterni possono aiutare,
ma se non hai un tuo modo di affrontarle e viverle,
loro avranno sempre il sopravvento su di te. Poi ci
può essere sempre il colpo di fortuna che aiuta, ma
non può essere la base principale, sei tu, dentro di
te, a dover essere convinto di riuscire a vincerla.
Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo
migliore. Tu cosa faresti, o cosa stai già facendo,
per costruire un mondo migliore? Gli interessi
politici e di profitto sono talmente tanti che se uno
cerca una soluzione sistemica diventa difficile. Se
lo vedi, invece, in un piccolo ambito allora sicura-
mente si possono fare tante cose. Quindi, se pensi
a un piccolo ambito, come potrebbe essere per
esempio portare una pompa d’acqua in un villaggio
dell’Africa, che è una cosa concreta, piccola e ben
definita, allora quello lo riesci a fare. Ma se vuoi
cambiare le cose a livello sistemico,come dovrebbe
essere,perché in fondo tutti aspiriamo a vivere in un
mondo migliore, la vedo difficile, per come siamo
messi adesso.
Marco Policastro
CTO
“Solo facendo un lavoro interiore
si possono vincere le paure”
Guarda il video
dell’intervista qui
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Claudio Di Bernardo
Chef
Claudio Di Bernardo
Chef
Grand Hotel Rimini
grandhotelrimini.com
Da quanto tempo lavori qua e com’è lavorare al Grand Hotel di Rimini? Bella domanda! Lavoro qui dal 2003, sono
ormai 15 anni. Per me è stato come raggiungere un traguardo, tagliare un nastro. Da giovane sognavo di arrivare fino a
qui, perché giravo Rimini per lavoro. Quindi ho per-corso le varie tappe, prima in alberghi più piccoli e poi a salire fino
ad arrivare qua.
È stata dura?Abbastanza,perché per arrivare fino al Grand Hotel dovevo essere formato,quindi ho fatto varie esperien-
ze sia in Italia che all’estero per arricchire il mio bagaglio tecnico e professionale. E alla fine eccomi qua.
Questa è la tua passione? Si, venire a lavorare non mi pesa. Lo faccio con gioia. Ovvio, ci sono momenti i cui si soffre un
po’dipiù,mavabenelostesso.Siamointantieamogestireimieiragazzi.Infattiglidicosemprecheiosonoilpiùvecchio
ed è come se fossi il loro zio. Gestire i ragazzi mi tiene vivo!
Ci puoi consigliare una ricetta autunnale, per i primi freddi di questa stagione? Ce ne sono tante.Vi consiglio questa
perché è molto facile da replicare a casa, la faccio spesso anche io per stuzzicare. Una piadina riminese sottile e farcita
con melanzana, ricotta, sugo di pomodoro e i sardoncini, ricchi di omega, che fanno bene. Si trovano tranquillamente
in pescheria. La piadina si può fare in casa oppure si acquista. Si puliscono i sardoncini, si tolgono le spine. Vengono
marinati con succo di limone, aceto e sale. Si farcisce la piadina con ricotta fresca, il sugo di pomodoro e le melanzane
passate in forno o alla griglia. Può essere un ottimo spuntino, pranzo, o (perché no?) anche un buon aperitivo, tagliata a
piccoli bocconcini.
(per la ricetta dettagliata, vai alla pagina successiva)
I forum Richmond sono anche l’occasione ideale per gustare cibo di altissima qualità!
Tra una conferenza e l’altra gli ospiti possono continuare a socializzare davanti a un
buon bicchiere di vino e un ottimo piatto, studiato nei minimi dettagli.
Abbiamo deciso quindi di fare due chiacchiere con gli chef delle location di Rimini
e Gubbio, per scoprire l’arte del mestiere e per farci
consigliare un’ottima ricetta di stagione!
Guarda il video
dell’intervista qui
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80 81
Preparazione del pesce
24 filetti sardoncini freschi
1/2 litro acqua
15cl aceto balsamico
3gr sale
Fonduta di pomodori
arrosto
160gr fonduta di pomodori
arrosto (vedi ricetta)
scalogno
olio EVO
Melanzane casseruola
300gr melanzane
30gr cipolla bianca tritata
80gr di vino bianco secco
20gr olio EVO
coriandolo
Base di formaggio
125gr ricotta fresca
125 gr mozzarella fresca
20gr grana padano
olio EVO
sale
pepe
Pomodori confit.
12 pomodorini datterini
Finitura
olivelle taggiasche
foglie di menta fresca
steli di erba cipollina
rucola
Melanzane casseruola
Pelare la melanzana e ridurla a cubetti; in un tegame appassire la cipolla tritata, dorare, mettere le melanzane, riscalda-
re, bagnare con il vino bianco, salare e pepare, aggiungere il coriandolo, coprire con un coperchio e cuocere per circa
3/4 minuti a fuoco moderato.Togliere dal fuoco, scolare e raffreddare velocemente, porre da parte.
Fonduta di pomodori arrosto
Scottare in acqua bollente i pomodorini freschi, raffreddarli velocemente in acqua ghiacciata, spellare e cavare la parte
interna, sciacquare e scolare per bene, porre in mantenitore di calore per 3 ore a 65°.Tritare lo scalogno e soffriggere in
una casseruola, aggiungere i pomodori semisecchi, cuocere velocemente e passare al mixer, aggiustare di sale, pepe e
mettere al setaccio, mettere da parte.
Pomodorini confit
Lavare i pomodorini, asciugarli e spaccarli a metà per il lungo, porre in una placchetta, pennellare con poco olio EVO,
spolverare con poco zucchero a velo, un pizzico, cuocere in forno a 85° per almeno 90 minuti, verificare se necessita
altro tempo.
Preparazione del pesce
Pulire i pesci in maniera convenzionale, sfilettare e spinare il pesce. Mescolare acqua, aceto e sale, immergere le sardi-
ne e lasciare in frigorifero per almeno 4 ore. Sgocciolare i filetti di sardina e asciugarli, porli in un recipiente capiente e
condire con poco olio EVO, conservare al fresco, le sardine sono pronte per essere utilizzate per farcire le piadine. Se
non si dispone di sardine fresche, si possono utilizzare anche sardine già marinate, che si trovano facilmente in com-
mercio.
Base di formaggio
Tagliare la mozzarella in cubetti piccoli, porre in una ciotola capiente con la ricotta e il grana padano, frullare con 4
cucchiai d’olio, sale e pepe da mulinello, fino a ottenere un composto morbido e cremoso, porre da parte.Affettare il
prosciutto crudo e porre in fresco ben coperto per evitare l’ossidazione.
Confezionare la piadina
Riscaldare la piadina, dividerla a metà. Spalmare entrambi i lati con la base di formaggio, tenere al caldo una metà.
Porre sopra l’altra metà della piadina le melanzane calde, i filetti di sardina marinati, alcune foglie di rucola, i pomodori-
ni confit, qualche cucchiaiata di salsa pomodoro arrosto, le olivelle tritate assieme con olio EVO, infine aromatizzare con
erba cipollina e foglie di menta. Coprire con l’altra metà della piadina tenuta al caldo e servire.
Da mangiare con le mani, oppure con coltello e forchetta.
PIADINA “RIMINESE”CON SARDONCINI, MELANZANE, POMODORO E RICOTTA
INGREDIENTI PER 6 PERSONE
PROCEDIMENTO
Ricetta del mese
Il Bullone è il giornale mensile ideato
e scritto dai B.Livers, ragazzi che
lottano contro la malattia
e che hanno deciso di dire sì,
per andare oltre i propri limiti.
Il Bullone è anche tuo, fai sentire la tua voce.
Se ti abboni a Il Bullone potrai scrivere il tuo articolo.
LA RIVOLUZIONE INIZIA DA TE
PER ABBONARTI AL BULLONE CLICCA QUI
SCRIVI #latuarivoluzione e
SOSTIENI #larivoluzionedelpossibile
ilbullone.org E redazioneilbullone
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Giacinto Siciliano
DIRETTORE CASA CIRCONDARIALE
DI SAN VITTORE
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Da sempre noi Blivers siamo vicini alla realtà del carcere e la possibilità di intervi-stare
il direttore del Carcere di San Vittore ci emoziona moltissimo, tant’è che seppur seduti
comodamente e in un momento di relax Stefania non riesce a dare del tu a Giacinto
Sicilianocheaccantoaleileparladigrandisentimenti,divalori,didignitàesoprattutto
di libertà. Ogni tanto timidamente il TU torna a far capolino fra le domande, per
poi cedere al più formale lei e viceversa. Ma la forza delle risposte supera anche gli
inciampi dell’emozione.
La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
Non posso che chiederlo a lei, che cos’è la libertà?
Penso che sia effettivamente partecipazione,perché ognuno ha un limite alla libertà che è nella sua
testa e penso che sia assolutamente fondamentale che ognuno si riappropri della capacità e della
libertà di pensare.La capacità di pensare di essere libero.Anche in carcere questo è estremamente
importante,perché il vincolo alla libertà non è dato dalle sbarre o dalle regole,ma proprio dall’inca-
pacità delle persone di rivedersi in modo diverso e di essere consapevoli di poter scegliere.
Ascoltando il suo workshop mi è tornato alla mente il titolo di un incontro organizzato da noi
BliversperlanostramostraCicatrici:“Laforzadeigrandisentimenti”.Immaginocheleiattraversi
tutti i giorni dei sentimenti di una forza enorme sia positivi che negativi. Qual è l’importanza
di saper cogliere questo aspetto umano e come lo gestisce a livello professionale e personale?
Penso che non ci sia grande differenza fra la vita personale e quella professionale. Il discorso va
impostatosulriconoscimentodell’uomoedell’umanità.Tuseiquellochesei,perciòohailacapacità
di cogliere, di vivere, di trasmettere emozioni oppure non ce l’hai, né in famiglia, né sul lavoro. In
carcere questo è molto difficile perché così facendo ti assumi dei rischi. E` molto più facile dire SI o
NO in modo freddo e formale, molto più difficile quando, invece, vai ad approfondire, a differen-
ziare, a cercare di capire cosa c’è dietro il comportamento di una persona ben oltre le apparenze.
Come vive questi grandi sentimenti, come li porta nel suo vissuto, in un lavoro come il suo in cui
non si può staccare alle 6 e ricominciare al mattino alle 9?
Le emozioni te le porti dietro, quando parli con le persone, ascolti i loro problemi, cerchi di indivi-
duare soluzioni o semplicemente non ne hai. Questo fa parte del tuo bagaglio personale, ti entra
dentroetunonpuoiprescinderedatuttoquesto.Peròèancheverocheiltuointerlocutoresentete,
le tue emozioni e la tua capacità di rispondere, qualche volta anche negativamente.Tuttavia penso
che conti molto il rapporto di fiducia che si crea e soprattutto il rapporto di rispetto e riconosci-
mento dell’altro. E` difficile, ma penso sia anche una delle cose più belle del lavorare in carcere.
Lei cosa farebbe per amore?
Io per amore darei la mia vita, in fondo è quello che faccio tutti i giorni nel momento in cui vivo da
uomo e nel momento in cui lavoro sapendo che rischio, ma la vita è qualcosa che va al di là della
vita fisica. Io penso di dare tutto me stesso e lo faccio con gioia, con orgoglio, con entusiasmo,
sperando di contagiare gli altri in modo che facciano altrettanto. Io amo il mio lavoro e questo
penso sia importante per fare tutta una serie di cose che altrimenti non riuscirei a fare.
Questo traspare sentendoTI parlare.
Hai detto una frase meravigliosa che mi sono segnata: la fragilità del singolo, la forza del
gruppo. E’ una cosa che noi Blivers, che siamo una fondazione che raggruppa tanti ragazzi
fragili, capiamo e riconosciamo perché ci accorgiamo che la condivisione e la forza che creiamo
nel gruppo aiuta ad andare avanti. Questo succede anche in carcere oppure il gruppo diventa
pericoloso, o comunque da gestire?
Il gruppo può essere pericoloso se non porti le persone al suo interno a sentirsi e viversi diversa-
mente. Noi lavoriamo molto con i gruppi. Il gruppo consente alla persona detenuta di non fare
entrare lo Stato, perché ognuno rientra nelle proprie logiche di gruppo e quindi fa fatica ad ac-
cettarti come interlocutore serio. Ma se tu riesci a mettere le persone in gruppo positivamente, il
gruppo ti fa vincere tutte le fragilità, ti aiuta quando stai cadendo, ti fa capire gli errori. Questo è
quello che fa la differenza.
In un periodo come questo in cui si parla di muri, confini, linee, c’è un confine che lei non vuole
superare nella sua vita?
Il confine che non si può superare è quello della dignità,ognuno di noi deve rispondere a dei valori
e deve fare quello in cui crede fino a che ci crede difendendolo strenuamente. Questa è la cosa
Giacinto Siciliano
Direttore
Casa Circondariale di San Vittore
“Per amore
darei la mia vita”
importante. Nel nel mio lavoro ti devi assumere molte responsabilità, a volte devi andare fino al limite (se non oltre),
ma penso che l’importante sia che tutti possano percepire i tuoi valori e la tua dignità, e che in nome di tutto questo
possano accettare anche i rifiuti e le situazioni che non condividono.
Io credo che conoscendo delle realtà che sono “limitanti”, si rifletta maggiormente sulle possibilità della vita,
quindi me le vuole dire tre cose che sono da fare nella vita?
Amare, viaggiare e credere.
La lascio con questa frase che noi Blivers abbiamo pensato e che ci accompagna per creare un mondo migliore:
Essere, Credere, Vivere. Sono i nostri tre punti fermi. Lei cosa fa per creare un mondo migliore?
Sono, credo, vivo.
Guarda il video
dell’intervista qui
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Visto che si avvicinano le feste di natale direi che possiamo entrare in una modalità
di intervista più appropriata... (indossano gadget di Natale)
Qual è il piatto tradizionale della tua famiglia?
I tortellini in brodo, visto che sono di Modena. Do una mano anche io a prepararli perché mi piace
molto cucinare. E da buona tradizione modenese, tramandata da mia nonna e mia mamma,
anche io tiro la sfoglia e faccio il ripieno. Mi piace!
Qual è il regalo più imbarazzante che hai ricevuto a Natale?
Una sorta di maglione con dei colori improbabili, praticamente importabile. Mai utilizzato.
L’ho messo esposto in un quadro però!
Chi baceresti sotto al vischio?
Mio figlio, Emanuele.
A te piace il Natale?
Si, mi piace il Natale. Perché mi fa riunire con la famiglia, che non vedo spesso.
È un modo per ritrovarsi con loro in montagna, dato che io vengo dalla montagna.
Con la neve fuori, mangiando bene e chiacchierando.
Nicola Querciagrossa
“Tortelli in brodo e compagnia”
CIO
Il Natale si avvicina
e noi non stiamo più nella pelle!
Così abbiamo pensato di chiedere ai partecipanti dei
forum di raccontarci qualche aneddoto sulle proprie
avventure natalizie.
Che voi siate inguaribili entusiasti o cinici
sprezzanti del Natale, leggete queste divertenti
interviste natalizie e non ve ne pentirete!
Guarda il video
dell’intervista qui
Nicola Querciagrossa
CIO
Grissin Bon spa
grissinbon.it
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88 89
Mirko Manaresi
HR Manager
Gildemeister
it.dmgmori.com
ANDARE AVANTI E COMUNQUESEMPRE
HR MANAGER
Mirko
Manaresi
Che cos’è il successo per te?
Non arrendersi e andare avanti. Credo che il successo sia riuscire a rompere gli schemi con i quali si vedono le
cose, creandone di nuovi per cambiare punto di vista e quindi andare oltre.
E più semplicemente il successo cos’è?
Ti aiuto: è il participio passato del verbo succedere. Se hai raggiunto un obiettivo, perché tirarti indietro quando
davanti ce n’è uno nuovo? Per me i miei TOP 3 sono la stessa cosa: andare avanti sempre. Girala come vuoi, ma mai
voltarsi indietro, quello che è fatto è fatto. Non puoi cambiare, quindi sei sempre in un work in progress. La base ti
serve per costruire il tuo futuro. Il successo è stato ieri, domani c’è una nuova sfida.
Grazie per questa bellissima risposta, ma adesso me le dici tre cose concrete da fare per forza nella vita?
Progredire e non fermarsi mai, non mollare.
Cercare di essere sereni sempre, è fondamentale perché non puoi avere un avanzamento da arrabbiato.
Avere la possibilità di creare una famiglia.
#Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita?
Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto
lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre.
Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma,
se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza.
Guarda il video
dell’intervista qui
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90 91
“Le batoste servono”
Seduti comodamente in terrazza, Mariano ci
racconta di sé e del suo modo di vivere, lavorare e
pensare, dando vita ad una profonda chiacchierata.
Cosa ti rende felice? Fare qualcosa che mi
appassiona, in cui metterci tutta la mia concentra-
zione. Perdermi dentro qualcosa.
Quindi non solo a livello lavorativo... Non penso
che ci sia una sfera professionale e una sfera
personale anzi, secondo me è un po’ sopravvalu-
tata questa distinzione. Certo, ci sono comporta-
menti e codici, ma credo vada mantenuto un forte
collegamento tra le due sfere. In tutte le letture
di management che si fanno oggi è sempre più
chiarocheilcosìdettoempowermentèlacapacità
di dare alle persone la possibilità di esprimersi,
ed esprimersi vuol dire realizzare sé stessi come
potenzialità. Se io so fare una cosa e riesco ad
esprimerla anche nella sfera professionale lo farò
con maggior entusiasmo e con maggiori risultati.
Quando uno è contento di quello che fa lo farà
meglio, con una pulsione personale e quindi sarà
molto più motivato e concentrato. E se uno è con-
centrato fa le cose meglio.
Ti viene in mente un profumo, un gusto, un
oggetto che ti riporta ad un ricordo d’infanzia?
Gli alberi di fico al sud.Mia madre è del sud,vicino
a Benevento, e quando andavo nei posti della sua
infanzia, ricordo gli odori degli alberi di fico. I fichi
non sono altissimi quindi…mi arrampicavo per
mangiarli!
Se potessi scegliere, nei panni di chi ti sveglie-
resti domani mattina? Nei miei. Ho fatto fatica
per essere quello che sono e non vorrei sprecarlo
diventando qualcun altro. Vorrei essere il me
stesso di domani, con tutte le sfide e le incertezze,
ma me stesso. Voglio portar dietro la mia storia.
Ci sono scelte che hanno determinato quello
che sei adesso nella tua vita? Si: gli errori e la
capacità di fermarmi e di accettarli come cambi di
percorso. Ho fatto degli errori nella vita? Sì, con gli
elementi e il percorso che avevo allora, non avrei
mai potuto fare una scelta diversa. Col senno di
poi uno rivaluta certe decisioni, ma si accorge che
il percorso è stato altrettanto importante. Perché,
quando si sbatte il muso su certe cose, non ha
più la possibilità di aggirare i problemi, e solo lì
si fanno i conti e si cresce. Io ho fatto un percorso
professionale abbastanza tortuoso e anomalo:
nasco come umanista e come musicista classico,
mentre ora lavoro nell’IT. Ho dovuto capire tante
cose nel frattempo, ma sono contento di quello
che faccio.
Quindi un percorso multitasking? Sì, abbastanza
eclettico. Oggi ti chiedono spesso una specializza-
zione, quindi anche quando devo cercare lavoro,
faccio sempre un po’ fatica. In realtà un approccio
eclettico è una cosa che ti da molto respiro e una
grandeserenitàperchédici:”guardahovistounlato
e l’altro, soffro per le cose in un modo e nell’altro”, e
questo ti dà molta serenità.Anche questa intervista
l’ho affrontata con estrema serenità.
Quindi la risposta centrale è: le batoste! Le
batoste servono! A nessuno piacciono, poi
sembrano sempre peggio. Invece, quando le
hai superate, dici: “Eh Vabbè, è lavoro no?”.
Hai fatto pazzie per amore? Ti potrà sembrare
una cosa banale, ma mettere una persona prima
di me, è l’unica cosa che interrompe l’”Io”.
Mettere davanti un’altra persona ti fa dimenti-
care di te stesso? Dimenticare no, perché dimen-
ticarsi di sé stessi non è mai una buona scelta, se
ti dimentichi di te stesso, prima o poi te stesso
viene a ricordarti che ci sei. Intendo dire rendersi
conto di aver bisogno di certe cose, ma metterle
da parte momentaneamente e dire: “è una scelta
consapevole e non una scelta cieca”.L’amore cieco
“dura minga”.
Noi abbiamo un motto: “costruire un mondo
migliore”, che è generica come cosa, ma che
abbraccia tante idee. Tu cosa fai o faresti per
costruire un mondo migliore?Cercodiconvincere
lepersonechepartecipareèsemprepiùimportante
che comprare. Che essere protagonisti è sempre
più importante di essere spettatori. Partecipare,
mettersi in gioco, buttarsi in una cosa ancora
prima di aver pensato a “ma sì, ma no”, mettere
da parte un sacco di remore ed essere parte di un
gruppo, esserci. Nelle cose bisogna esserci, e poi
queste succedono. Per quanto riguarda me, nell’IT,
nell’open source, questo modo di partecipare alle
community di incontri e di confronto ti fa scoprire
che sai molto meno di quello che pensavi. Incontri
della gente veramente in gamba, come incontri
della gente come te. Siamo tutti un po’ viaggiatori
in diverse fasi di un percorso: non c’è quello che
sa tutto e quello che non sa niente, non ci sono il
maestro e l’allievo. Ci sono il viaggiatore esperto e
quello che ha appena iniziato. É un modo diverso
di vedere le cose, siamo tutti compagni di viaggio
e questo mi piace molto.
#Ritratto
Mariano Cunietti
Open Cloud Manager
Irideos spa
irideos.it
Mariano Cunietti
Open Cloud ManagerGuarda il video
dell’intervista qui
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Valentina indossa una camicia di boutique in
tessuto damascato. Il pantalone in cotone
di color amaranto a vita alta con cintura
in tessuto legata a fiocco.
La giacca è in stile retrò, modello Jacquard.
I gioielli portati con eleganza da Valentina
sono dei braccialetti con bead personalizzati
in argento e vetro di murano, l’orologio è di
manifattura vintage e gli orecchini
sono in perla di mare.
A completare l’outfit di Valentina, delle scarpe
stringate in camoscio blu, modello Oxford.
Valentina Gallio
Sales Manager
Valentina Gallio
Sales Manager
Innovaphone
innovaphone.com
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94
Abbiamo ideato questo format di
intervista con l’idea di liberarci
dallo stress che si accumula nella
vita di tutti i giorni e ritrovare un po’
di spensieratezza e leggerezza.
È così che gli intervistati hanno
pescato dalla scatola di B.LIVE un
bigliettino con una attività simpatica
e alternativa, che gli facesse ritrovare
lo spirito giocoso nascosto
dentro di sé!
LIBERI
TUTTI
SELFIE E GADGET
Guarda il
video di Giorgio
alle prese con
un selfie dai
mille gadget:
Giorgio Netti
Direttore Marketing
Fusco
mangimifusco.it
Riuscirai a indovinare
la canzone cantanta
dal simpatico
Giovanni?
provaci!
CANZONI ACCENNATE
Giovanni Gueli
Chief Financial Officer
Vorwerk Italia
corporate.vorwerk.com/it
L’ABBRACCIO
Il nostro Marco
deve trovare qualcuno
a cui regalare un
bellissimo abbraccio:
ce la farà?
Marco Spezzaferri
Sales Executive
Piteco spa
pitecolab.it
La solare Daniela
stupisce qualcuno
con un abbraccio
davvero inaspettato
e gradito:
L’ABBRACCIO
Daniela Rossi
Responsabile Comunicazione
MTU Academy
mtuacademy.org
Guarda il video qui
Guarda il video qui
Guarda il video qui
Guarda il video qui
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96 97
Cristiano Dondi
IT Manager
Almet Italia srl
almetitalia.com
“Gentilezze a caso”
Facciamo finta che siamo sulla panchina e ci racconti qualcosa di te?
Eleonora rompe il ghiaccio così per iniziare l’intervista con Cristiano.
Che cosa ti rende felice? L’amore, quando c’è.
C’è un profumo che ti riporta a un momento della tua infanzia?
Che bella domanda, sicuramente il cibo della domenica della mia
mamma. Io sono bolognese, quindi potete immaginarvi le teglie di
lasagne, il meraviglioso odore del ragù. Tutte cose che mi legano a
mia mamma e al pranzo in famiglia.
Se domani mattina ti svegliassi nei panni di qualcun altro chi vor-
resti essere? Onestamente è un pensiero che non ho mai fatto, alla
fine i miei quattro panni mi vanno benissimo. Faccio quello che posso
e cerco di farlo al meglio. Non ho tutta questa voglia di svegliarmi nei
panni di un altro, anche perché poi ci sarebbero i problemi di un altro
e ne ho già abbastanza dei miei. Non mi sono mai posto nell’ottica di
poter abbandonare la mia vita per vivere quella di un altro.
Quali sono state le scelte determinanti della tua vita?E`unadomanda
difficilissima. Spesso le scelte si fanno perché sei davanti a certe
situazioni inaspettate e sei obbligato a fare una scelta. Non ricordo di
aver mai fatto delle scelte deliberate così forti, veramente volute. Mi
sono sempre trovato di fronte a situazioni davanti alle quali ho dovuto
decidere. Di scelte importanti ne ho fatte tante, la vita ti pone spesso
di fronte a decisioni e comunque ciascuna è determinante. Non sono
fatalista, ma credo al fato.
Hai mai fatto qualche pazzia per amore e ce n’è una in particolare
che ci vuoi raccontare? Sì, certo. Ne ho fatte diverse, però una me
la ricordo perché è buffa. Un giorno sapevo di poter incontrare una
persona in un certo posto e a una certa ora, ma non avevo nessuna
garanzia che ci fosse. Quel posto era a Roma e io ero a Bologna. Ho
preso un treno e ci sono andato. Ovviamente la persona non si è fatta
viva, ma questo è un altro discorso.
Però tu ti sei messo in gioco e hai rischiato per amore? Assoluta-
mente si. L’effetto era la sorpresa, speravo succedesse perché sarebbe
stato una cosa meravigliosa.
Spesso abbiamo delle paure, ci troviamo di fronte a tante dif-
ficoltà. Hai qualche consiglio per affrontarle? Buoni consigli
da me? E’ dura! Posso dirti che le situazioni esistono e quindi in
qualche modo vanno affrontate. Bisogna razionalizzare queste
situazioni, perché ci sono tante cose che spaventano, ma non spari-
scono solo perché tu hai paura. Bisogna in qualche modo affrontarle.
Noi siamo i B.Livers e la nostra frase è “essere, credere, vivere” e
abbiamo uno scopo: costruire un mondo migliore. Tu che cosa fai
per costruire un mondo migliore? Io faccio gentilezze a caso. Trovo
che fare una gentilezza sia comunque un gesto bello, esteticamente
bello e quindi mi da gioia, mi da felicità. Io le faccio, quando posso.
Faccio una gentilezza a caso. Perché no? Tra scegliere se ignorare una
persona e farle una gentilezza, preferisco fare una gentilezza, perché
la faccio anche a me stesso. La gioia è il carburante per qualsiasi cosa.
Mi fai un esempio? Ad esempio questa mattina Flaminia ha iniziato a
lavorare alle 8:05 e io le ho portato il caffè.
#Ritratto
Guarda il video
dell’intervista qui
Cristiano Dondi
IT Manager
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Reach n. 1- Il Magazine di Richmond Italia
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  • 2. indice REACH - HUMAN 2 HUMAN MAGAZINE powered by B.LIVE Richmond Italia Via Benedetto Brin, 12 Milano 20146 info@richmonditalia.it  richmonditalia.it    @richmonditalia B.LIVE è un progetto di Fondazione Near Onlus Via dei Pellegrini, 1 Milano 20123 info@bliveworld.org  bliveworld.org    @bliveworld REACH è stato ideato e realizzato da B.LIVE Dicembre 2018 - Anno I - Numero 01 Distribuzione gratuita In copertina: Sharon Selene, foto di Stefania Spadoni Concept: B.LIVE Impaginazione e grafica: Elisa Legramandi, Freepik Video e foto: Davide Papagni, Stefania Spadoni Redazione: Ada Baldovin, Eleonora Bianchi, Maria Antonietta D’Onghia, Elisa Legramandi, Davide Papagni, Eleonora Prinelli, Stefania Spadoni 4 6 8 10 12 14 18 20 22 24 26 28 30 34 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 60 62 64 66 68 70 72 Perché Reach? Meet the Founder Claudio Honegger #Ritratto Andrea Zin Fashion & Forum Claudia Broggini Trova le differenze Personaggio Cosimo Accoto #Ritratto Marco Giusti #Top 3 Alessandra Monasta In viaggio Matteo Stragliotto Fashion & Forum Tobia La Marca #Ritratto Matteo Giudici #Top 3 Matteo Pagliarulo Il Natale Chiara Teresa Barletta Personaggio Sebastiano Barisoni Fashion & Forum Greta Giolo Il workshop di B.LIVE #Ritratto Andrea Brumgnach La posta di Marina Gabriele Fava #Ritratto Barbara Daprà #Top 3 Fabio Manuppelli Fashion & Forum Francesco La Pietra #Ritratto Francesco Salvoro Il Natale Andrea Franchina In viaggio Cristiano Cafferata Mai più senza Barbara Villa Mai più senza Stefano Pierbattista Mai più senza Riccardo Porta Mai più senza Luca Battistini Mai più senza Mariella Scuderi Emiliana Fusco Fashion & Forum Antonio Maria Tambato #Ritratto Laura Rossi #Top 3 Marco Policastro #Ritratto Claudio Di Bernardo Ricetta del mese Giacinto Siciliano Personaggio Nicola Querciagrossa Il Natale Mirko Manaresi #Top 3 Mariano Cunietti #Ritratto Valentina Gallio Fashion & Forum Marco Spezzaferri Liberi Tutti Giovanni Gueli Liberi Tutti Giorgio Netti Liberi Tutti Daniela Rossi Liberi Tutti Cristiano Dondi #Ritratto Francesca Montessori In viaggio Marco Terno Fashion & Forum Mattia Paolini #Ritratto Ivan Ortenzi Personaggio Alberto Torchino #Top 3 Ivano Monni Ricetta di Natale Alessandra Carriero In viaggio Francesco Rotolo #Ritratto Marco Fadda La posta di Marina Francesco Tusino #Ritratto Carlo Maria Leardini Fashion & Forum Giuseppe Curatitoli #Ritratto Gianluca Marchi In viaggio Storie positive Le location dei Forum Trova le differenze (soluzioni) Il team di Richmond 74 76 78 82 86 88 90 92 95 95 95 95 96 98 100 102 104 108 110 112 114 116 118 120 122 124 126 128 129 130 clicca per leggere il numero #00 di REACH each La vita è troppo bella per avere paura 00 Powered by B.LIVE I B.Livers raccontano Richmond Italia I B.Livers sono ragazzi affetti da gravi patologie croniche Luglio 2018, Anno 1, numero 00 HUMAN 2 HUMAN MAG LOG IN
  • 3. 4 5 La vita è bella! Mi rendo conto che sia una cosa banale ma ogni tanto è giusto ricordarselo. In mezzo a tutte le opportunità che la vita propone ho avuto la fortuna di coglierne una in particolare che oggi mi rende orgoglioso di presentarvi un nuovo progetto: Reach. Reach nasce dall’incontro con Bill Niada e con un gruppo di ragazzi, i Blivers. Bill è un imprenditore illuminato che in seguito a un’esperienza personale ha deciso di volgere le proprie capacità imprenditoriali al mondo di quei giovani che, per vari motivi, la vita ha deciso di mettere a dura prova facendogli affrontare una lotta contro sé stessi. Questi ragazzi grazie alla loro forza e alla guida di Bill hanno fatto cose meravigliose. La prima e più importante hanno deciso di vivere ogni giorno intensamente, con coraggio e soprattutto con il sorriso, hanno deciso di comunicare con il mondo usando parole semplici, capaci di arrivare al cuore e hanno deciso di non farsi compatire ma di farsi ammirare. Poi tra le altre cose hanno anche disegnato borse per Coccinelle e scarpe con Vibram, hanno costruito una testata giornalistica il Bullone, hanno scritto canzoni e disegnato gioielli. In ultimo, hanno ideato questo progetto per Richmond Italia e così è nato Reach. Da anni volevo pubblicare un magazine che mi permettesse di raccontare i forum di Richmond Italia, ma non trovavo mai la forma e il progetto giusto fino a quando con Bill e i Blivers abbiamo trovato la quadra. Reach è un magazine che nasce da un gioco di parole tra Richmond e la nostra voglia di rimanere in contatto e di raggiungere (to reach) le persone che partecipano ai nostri forum. E’ un magazine che vuole dare voce e sentire parlare i manager sotto il profilo personale con le tante sfaccettature che questo può significare. Per noi quel che contano sono le persone e ciò che ognuno di loro può apportare con un racconto di viaggio, una ricetta del cuore, un sogno o un progetto importante o le parole chiave per vivere meglio. Reach è un magazine multimediale fatto di testi e video freschi, divertente e genuini. Un magazine prodotto al 100% dai B.Livers, dal piano editoriale, al progetto grafico, alle interviste, ecc. Oggi che Reach non è più solo un’idea o un progetto ma esiste sia online che su carta, posso dire che è un progetto favoloso che mi rende orgoglioso. Non so bene dove arriveremo con questo magazine ma so che sarà un percorso interessante e stimolante per tutti coloro che lo stanno vivendo e che entreranno a farne parte. Ringrazio quindi tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto: i B.Livers , Bill che mi ha permesso di conoscere e vivere il mondo dei B.Livers, i miei collaboratori che hanno creduto subito nel progetto e lo hanno tanto supportato. Mi auguro che possiate viverlo con lo stesso entusiasmo con cui lo vivo io. Attendo con trepidazione i vostri commenti, positivi e negativi, che ci aiuteranno a farlo diventare ancora migliore. Grazie a tutti e buona lettura. Perché Reach? Claudio Honegger Amministratore Unico di Richmond Italia Torna all’indice
  • 4. 6 7 Meet the Founder Siamo qui con il fondatore di Richmond. Quanto sono autentiche le relazioni che si creano all’interno dei Forum? Quanto le persone si rappresentano per quello che sono veramente? È un tema fondamentale per creare delle collaborazioni? Capire quanta autenticità c’è in queste relazioni è difficile dirlo: spero e credo che ce ne sia tanta. Il principio con cui cerchiamo di portare avanti tutti gli eventi di Richmond Italia è che la persona sta al centro. Dietro le persone ci sono le aziende che sono qui per fare business ma il mio lavoro in primis è fare incontrare le persone, ed è anche la cosa a cui tengo di più in assoluto. Se poi le persone sbagliano, vengono ai forum e si vogliono vendere per qualcosa che non sono è più un problema personale legato alla vita e a quello che sei, non al luogo specifico. I nostri eventi sono uno spaccato della realtà, sia in termini di business che di attitudini e atteggiamenti personali. Quindi tornando alla domanda, quanto è importante essere autentici? Lo è tanto. Però è anche bello raccontarsi in maniera diversa rispetto a quello che sei, e questo capita a tutti quanti. Sei quello che sei, e quando ti racconti alle persone cerchi di essere il più autentico possibile ma lo fai sempre in maniera diversa. Quando incontri persone nuove con le quali ti confronti racconti esattamente le stesse cose, però lo fai con occhi diversi, perché magari è passato del tempo e sei cresciuto o perché le racconti omettendo un piccolo particolare. Io nella mia vita cerco sempre di essere autentico, anzi, forse lo sono sin troppo. Quandotiracconti,tisentiautentico?Dipendedaquello chetiaspettidallarelazioneconlapersonaconcuiparli:se vuoi avere una relazione vera e sincera e parti mentendo avrai una relazione basata sulla menzogna, e quindi quello che ti tornerà indietro sarà un po’ di menzogna. E nel Business come funziona l’autenticità? Per me il Business non può prescindere da quello che sei come persona. Nel business non puoi essere totalmente diverso da come sei nella vita privata, altrimenti fai una vita che non ti appartiene e devi cominciare a recitare, e recitare tutto il tempo è pesante. Meglio cercare di essere quello che sei sempre: se sei uno “stronzo”, lo sei sia sul lavoro che nella vita privata. A volte ci si vende meglio, o peggio, di ciò che si è. Cosa ne pensi? Questo non c’entra con l’autenticità, ma con la capacità di comunicazione e di vendita: cercare di vendersi bene è basilare. Ci sono persone che hanno delle grandissime capacità e le vendono male, altre che ne hanno meno ma si vendono bene e pensi che siano dei geni. Una delle caratteristiche principali è la capacità di venderti, e fa parte di quello che sei. Domani potresti svegliarti nei panni di un’altra persona, chi sceglieresti? Marilyn Monroe (Risate). Non la sceglierei, vorrei risvegliarmi Claudio, non perché mi piaccio ma perché io oggi sono il risultato di tutte le mie esperienze passate. Se mi svegliassi nel corpo di un’altra persona cosa vorrei? Avere più soldi? Essere ricco? Essere uno sportivo? Davvero, non saprei chi scegliere. Neanche per un giorno? Per un giorno è diverso.(Risate) Non ci ho mai pensato. Un musicista! Beethoven, che visualizzava tutto in maniera perfetta, e funzionava. Quale consiglio daresti, per evitare un percorso difficile nella relazione con gli altri? Seguire la propria passione. E la tua passione qual é? In termini lavorativi quello che faccio, mi piace molto. Faccio l’imprenditore e sono stato abbastanza fortunato. Mi piace costruire delle cose per creare posti di lavoro. Credo nell’egoismo positivo o negativo. Per esempio Madre Maria Teresa di Calcutta, era una Santa perché aiutava gli altri, ed è un lavoro faticoso e importante; però un lavoro ti deve dare soddi- sfazione per farlo, quindi l’energia che spinge le persone è un’energia positiva, fai dei sacrifici per qualche cosa che ti piace e perché ti dà indietro qualche cosa. Allo stesso modo un serial killer, che è un malato, uccide per avere indietro qualche cosa. Sono due esempi, uno di egoismo positivo che viene chiamato altruismo, e l’altro di egoismo negativo perché fai del male agli altri. Quindi, se mi piace creare dei posti lavoro, è perché mi piace sapere che ci sono persone giovani che hanno iniziato a lavorare con me, si sono sposati, hanno potuto accendere un mutuo e iniziato a costruire la loro vita. Quindi quello che tu fai, non lo fai solo per avere dei soldi in più, ma anche per avere un ruolo sociale. Come quello di aiutare gli altri. Cosa consigli di fare assolutamente nella vita? Essere felici. Perché la felicità è uno stato della mente.Ti alzi la mattina e canti, perché? Perché stamattina mi sono alzato. Poi vediamo come affronto la giornata, però intanto ho una giornata in più che devo capire come affrontare. Però la vita mi ha dato una giornata in più. Puoi cantarci una canzone? (Guarda il video per ascoltarla!) “La felicità è uno stato mentale” Claudio Honegger Amministratore Unico di Richmond Italia Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 5. 8 9 “Amore per la famiglia e nessun rimpianto” Accogliamo Andrea nella splendida terrazza del Grand Hotel di Rimini, in una bella giornata di sole di fine settembre. Rompiamo il ghiaccio con una domanda tanto semplice quanto spiazzante: Cosa ti rende felice? Lafamiglia,quandocipenso sono felice e tutto ciò che faccio è per la famiglia. C’è un profumo, un cibo o un oggetto legato ad un ricordo di infanzia? Ci sono tantissime cose, soprattutto profumi che ricordano istanta- neamente momenti del passato. Infatti ho letto che la memoria olfattiva è la più potente di tutte. Anche il profumo di Rimini mi ricorda quando da piccolo andavo in vacanza al mare, ad esempio l’odore dei fritti per strada. Nei panni di chi vorresti svegliarti domani mattina? Fortunatamente non ho grossi rimpianti esonofelicedimestesso.Nonprovoalcunainvidia nei confronti di altre persone.Ho una famiglia,una casa, un lavoro stabile. Sono fortunato. Scelte determinanti della tua vita? Ce ne sono tantissime. Andare a convivere molto giovane, accettare un lavoro che mi faceva viaggiare tutti i giorni da pendolare, avere dei figli abbastanza giovane. Tutte scelte che mi hanno cambiato la vita, ma non ho neanche un rimpianto! Mai fatto pazzie per amore? Probabilmen- te sì, ma non me ne ricordo neanche una. Lo ammetto, nulla di eclatante comunque. La mia compagna dice che io non esternalizzo molto i miei sentimenti, è vero. Ma io li dimostro coi fatti, non con le parole. Con le parole non sono molto bravo. Qual è la tua paura più grande? La paura del futuro. Viviamo in un ambiente che cambia così velocemente da non avere la sensibilità per capire come affrontare le sfide future. Le maggiori paure sono per i miei figli, tutto ciò che faccio è in funzione della loro serenità futura. I B.Livers vogliono costruire un mondo migliore, tu cosa faresti per farlo? Comincio dalle piccole cose, cerco di aiutare nel mio piccolo persone meno fortunate di me e collaboro con delle onlus locali.Tuttavia noto che in Italia c’è ancora tanta resistenza a dare una mano agli altri, come se togliersi qualcosa fosse un disastro. Si rimane quindi a distanza, pensando: “Cavoli suoi”. Credo si debba aiutare di più gli altri, ma nelle piccole cose, per costruire pian piano un mondo migliore tutti insieme. #Ritratto Andrea Zin CIO/Head of E-Commerce Brooksfield brooksfield.com/it/ Andrea Zin CIO / Head of E-Commerce Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 6. 10 11 Claudia Broggini Digital Innovation Manager Il vestito di Claudia è una creazione sartoriale realizzata con tessuti riciclati. Le scarpe sono un prodotto artigianale e la collana un ricordo di famiglia. Claudia Broggini Digital Innovation Manager Di.Gi. International spa digi.it Torna all’indice
  • 7. 13 TROVA LE DIFFERENZE Segreteria organizzativa: Vuoi ospitare la mostra CICATRICI? Scrivici a info@bliveworld.org Puoi scoprire di più sul nostro evento alla Triennale di Milano su: bliveworld.org/cicatrici/ 12 Soluzioni a pag 129 Torna all’indice
  • 9. 17 Con Cosimo parliamo moltissimo e le sue parole ci accompagnano in un viaggio dentro le possibilità. Può la filosofia dialogare con la tecnologia? Può questa commistione aiutare la società a diventare migliore? E` davvero questa la strada verso un mondo migliore? Noi lo speriamo tantissimo. Cosa ti rende felice? Mi rendono felice tante cose. Sicuramente stare con la mia famiglia, leggere e studiare, incontrare persone nuove, chiacchierare con gli amici, nuotare e tante altre cose. Forse oltre alle cose che normalmente rendono felici tutti,come stare con la propria famiglia o con le persone che si amano, per me studiare è in pole position.L’ho sempre fatto fin da quando ero bambino e continuo a farlo al MIT. Quindi lo studio può aiutare la felicità? A me ha aiutato nel trovare un lavoro e a dare senso alla mia vita e poi molte delle cose che leggiamo e studiamo possono contribuire a migliorare la vita personale e collettiva della società in cui viviamo.Tra l’altro in periodi di cambiamento e trasformazione,o uno continua a studiare e ad aggiornarsi, oppure rimane indietro molto rapidamente. C’è un oggetto o un cibo o un profumo che ti riporta a un ricordo d’infanzia? Mia nonna era una cuoca straordinaria. Sicuramente tutti i dolci natalizi che si fanno giù in Salento, fritti e poi conditi con il miele. Quegli odori di quella frittura fatta in quei giorni particolari è una di quelle cose che non dimentico. L’altro sapore/odore è il pane fatto nel forno a legna, con la legna d’ulivo. Lo facevamo nel paesino dove sono nato e non erano soltanto gli odori, mi ricordo che eravamo bambini, ma ci alzavamo di notte, perché il pane si faceva di notte, preparavamo l’impasto, poi lo lasciavamo lievitare e poi a mezzanotte si usciva, in queste città un po’ buie ed era una specie di avventura notturna. Poi si arrivava al forno, dove c’era la vecchina che sembrava una sorta di strega, tutta vestita di nero ovviamente, un classico delle donne salentine, un po’ curvata, magrissima, piccolissima e quell’odore che arrivava dal forno me lo ricordo benissimo. Nei panni di chi ti piacerebbe svegliarti domattina? C’è qualcuno? Ci ho un po’ pensato, ma in realtà no, mi piacerebbe svegliarmi nei miei panni e magari cercare ognigiornodicostruireunCosimomigliorerispettoalCosimochesièaddormentatolaseraprima. Ci sono state delle scelte importanti che hanno delineato la tua vita? Quellapiùdeterminanteèforselasceltadiaverstudiatofilosofia.Dopoaverfattolescuoleclassiche avrei potuto scegliere qualunque cosa, ma al liceo ho capito che la cosa che mi piaceva studiare di più era filosofia e l’ho scelta senza neanche chiedermi se poi mi avrebbe dato un lavoro. All’epoca immaginavo di fare il professore a scuola, poi non è andata così, però devo dire che quella scelta lì fatta a 18 anni ha condizionato tutta la mia vita, anche se la mia vita non riguarda direttamente la filosofia, ma quella scelta lì, col senno di poi, ha condizionato anche le cose non filosofiche che professionalmente facevo e adesso è tornata prepotentemente con i miei libri. Quell’amore di un tempo è tornato a galla. Ma ci puoi dire in parole povere, che cosa fai? I miei libri sono un po’ particolari, perché generalmente chi studia la tecnologia è un tecnologo. Io arrivando dalla filosofia, mi sono reso conto di quanto fosse necessario studiare la tecnologia attraverso le lenti della filosofia, quindi della cultura, perché in questo modo possiamo capire l’impatto che le tecnologie hanno sulla nostra vita. Non soltanto saperle usare, ma che tipo di mondo migliore queste tecnologie possono produrre.Noi come società abbiamo bisogno di cose che funzionino tecnicamente per costruire un mondo migliore.Nel mio ultimo libro “Il mondo dato: Cinque brevi lezioni di filosofia digitale” un filosofo va al MIT dove ci sono ingegneri e informatici e cominciaainterrogarlipercapireseletecnologiechelorocostruisconopossonoaiutarciacostruire una vita migliore. Questa cosa che è tornata nella mia vita recentemente mi ha fatto capire che avevo dentro una necessitàditornareailibridifilosofiacheavevolettoeutilizzarequeiconcettiperstudiareilmondo di oggi. Se noi riusciamo attraverso quella capacità di riflessione a studiare la tecnologia e a capire se ci può essere utile oppure no, facciamo un servizio migliore alla società in cui viviamo. “A Better World” è il motto del MIT, la frase chiave scritta dappertutto, è lo spirito. Tutto quello che facciamo è for a better world. Quindi alla domanda cosa faresti per costruire un mondo migliore la risposta l’hai data già? Io cerco di fare qualcosa nel mio piccolo. Ho intuito che non c’era molto e quindi ho deciso di recuperareilmiobackgrounddistudentedifilosofiael’attualemiaposizionediricercaalMITtragliingegneri,metterle insieme e dire che sì la filosofia ci può aiutare a riflettere sulla tecnologia e a costruire una società migliore.Così molta dell’innovazionefattaalMITdiventaanchesocialeeinclusiva.Un’altraparolamoltousataalMITè“diversity”.Cerchiamo di costruire un mondo dove la diversità diventi un concetto chiave. I ricercatori arrivano lì da tutto il mondo, tutte le culture sono ospitate e si crea una cultura della diversità, per costruire un mondo e un’innovazione che siano inclusivi, che siano al servizio dei molti e non soltanto dei pochi. Hai un trucco emotivo per far decollare il nostro sito? Non sono un esperto di content marketing o social media, ma sicuramente il lavoro di produrre contenuti di qualità per le persone che abbiano voglia di familiarizzare con questi contenuti e con la missione che vi siete dati è una delle strategie vincenti.Quindi produzione di contenuti di qualità,e speriamo che quest’intervista possa contribuire,e poi ci sono le iniziative di partnership tramite eventi come questo con Richmond. Quali sono le tue paure? Non sono un pauroso,ma non sono neanche uno che azzarda molto.Sono abbastanza calmo e quieto nelle mie cose. Ci sono delle paure legate al mio amore per i libri, quindi la paura dell’ignoranza e della stupidità umana.Adesso tutti hanno paura dell’intelligenza artificiale, però qualcuno mi ha detto che forse bisognerebbe aver paura della stupidità umana, ad esempio quella che non riesce a capire che siamo tutti uguali sostanzialmente. Io ho più paura di queste cose qui rispetto alle paure fisiche come la vecchiaia,la paura di non esserci più o che i nostri cari ci manchino.In realtà una delle paure che più mi angosciano e contro la quale bisogna combattere, forse, è proprio l’ignoranza crescente che non ci fa apprezzare il fatto che siamo tutti umani, uguali, anche sé un po’ diversi. Cosimo Accoto Research affiliate MIT Boston mit.edu “Intelligenza artificiale VS stupidità umana” Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 10. 18 19 “Sorrido alle persone perché lo possono fare tutti” I B.Livers hanno una panchina speciale, che ogni tanto non è una vera e propria panchina, ma più un luogo dove sedersi insieme e chiacchierare. Ci siamo fermati a chiacchierare con Marco nella rumorosa hall del Grand Hotel di Rimini, ecco cosa ci ha voluto raccontare di lui… Cosa ti rende felice? Alzarmi ogni giorno e vedere che le persone intorno a me sono felici e stanno bene. C’è un oggetto o un cibo o un profumo che ti ricorda un momento felice della tua infanzia? L’odore del pane o della torta di mele perché mi ricorda quando la mangiavo da bambino. Se dovessi scegliere, domani mattina nei panni di chi ti piacerebbe svegliarti? Mi trovo abba- stanza a mio agio nei miei panni, con tutte le mie problematiche, ma mi piacerebbe essere una persona che ha avuto una grande intuizione nella storia, un fisico, un matematico oppure un musicista. Quali sono state le scelte determinanti della tua vita? Fino a decidere di fare quest’intervista qui? (risate) Beh banalmente, l’università che ho scelto di fare, le persone che si scelgono di frequentare, i viaggi che si decidono di fare e le cose che si decidono di non fare. C’è qualche rimpianto? No. Hai mai fatto una pazzia per amore? Penso proprio di sì, visto che c’è una persona che mi sopporta da 11 anni. Quindi è lei che ha fatto una pazzia? Beh, ovviamente. Quali sono le tue paure? Parlare in pubblico, ad esempio, di fronte a una telecamera, perché non mi piace che la gente mi guardi. Ma la mia paura più concreta è quella di non essere in grado di far star bene le persone che ho intorno e quindi creare dolore. Noi B.Livers abbiamo uno scopo: costruire un mondo migliore. Tu che cosa fai per costruire un mondo migliore? Sorrido alle persone, che è una cosa molto facile, non costa niente, tutti lo possono fare. Cerco di dare il giusto peso alle cose, perché non sono un cardiochirurgo e non salvo vite. #Ritratto Marco Giusti Major Account Executive Akamai akamai.com/it/it/ Marco Giusti Major Account Executive Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 11. 20 21 Alessandra Monasta Life & Sport Coach Enpathos enpathos.com #Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita? Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre. Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma, se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza. IMPARARE A CUCINARE perché preparare da mangiare vuol dire accogliere l’altro e prendersene cura. SCRIVERE DI PIÙ perché non siamo abituati a farlo per noi stessi. Scrivere un libro o un diario ci permette di tirar fuori le proprie emozioni e vederle su carta è la cosa più bella. AVVICINARSI ALLA MUSICA attraverso uno strumento, il canto o il ballo, perché si sprigiona dell’energia che esce dal corpo e che ci avvicina agli altri. Il tempo è importate per te? Lo è, e si può dilatare. Ho imparato a farlo scegliendo le cose che amo fare. Lavoro tantissimo ma lo faccio con le persone e per le persone. Questo è il nutrimento maggiore che possa avere e mi rende felice. Ma come si fa a dilatare il tempo? Aiutaci! Cercando di ritagliare sempre uno spazio per noi stessi all’interno delle 24 ore. Comunque, se fossero state quattro le cose da fare nella vita, avrei detto anche tornare bambini! Alessandra Monasta LIFE & SPORT COACH Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 12. 22 23 Matteo Stragliotto Responsabile Controllo di Gestione Acciaierie Venete acciaierievenete.com/it Matteo Stragliotto RESPONSABILE CONTROLLO DI GESTIONE Nordkapp Il nostro “mezzo aziendale” è l’amato Ape Calessino. Lo usiamo per consegnare il nostro giornale, Il Bullone, per tutta Milano. I B.Livers hanno anche intrapreso un lungo viaggio l’anno scorso proprio con questo mezzo da Milano a Roma, per incontrare giovani realtà che fanno la differenza in giro per l’Italia. Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti. Per questo il Viaggio è un tema che ci è molto caro e che abbiamo pensato di inserire in queste interviste fatte di persone che viaggiano. Come mai il tuo luogo è Nordkapp? Perché è stato il primo viaggio che ho fatto in solitaria in moto. Sono partito da solo e questo mi ha aperto la mente, mi ha insegnato a interagire con la gente e a capire il mondo. Questo viaggio mi ha fatto capire quanto sia importante l’interazione con le persone e come i valori nella vita siano ben diversi dall’avere un reddito sufficientemente elevato. Come mai hai scelto questo posto per fare questo viaggio? Perché è il punto più a nord del continente europeo raggiungibile via terra, e per questo è un po’ “mitizzato” dai motociclisti. C’è un’esperienza che ti ha portato a fare un viaggio interiore? Sempre quel viaggio mi ha fatto capire come cambiare il modo di interagire possa essere utile, e come la mia esperienza personale possa diventare un ponte verso tante altre persone. E come quando si dice “aiutati che il ciel t’aiuta”: se io aiuto qualcuno in difficoltà, sono certo, come è successo, che qualcuno a sua volta aiuterà me in quei momenti di bisogno. Insomma, è un modo per trovare un equilibrio tutti assieme. “Una moto per conoscere me stesso” Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 13. Tobia indossa una camicia confezionata su misura da un mastro sarto di Napoli. Il suo anello è un cimelio di famiglia, creato da un orefice. Giacca, scarpe, pantaloni e calzini sono Made in Italy. La cravatta è un manufatto milanese, mentre l’orologio è di fattura inglese. Tobia La Marca Business Development Tobia La Marca Business Development Akamai akamai.com/it/it/ 2524 Torna all’indice
  • 14. 26 27 “Studiare, amare e... Scoprire Batman!” C’è un oggetto, un cibo o un profumo legato ad un ricordo d’infanzia? Non sono molto legato agli oggetti,lo sono di più agli odori.In particolare quelli della cucina della mamma e della nonna. Se domattina ti potessi svegliare nei panni di qualcun altro, chi vorresti essere? Vorrei vivere un giorno come Batman. Non per la fama, i soldi o l’avventura, ma per provare la sensazione di questo mix tra bene e male, compreso il disagio che lo porta alla trasformazione. E’ un personag- gio che riesce a stare in equilibrio tra le sue luci ed ombre, e nonostante tutto sceglie sempre il bene. Cosa faresti per amore? Per amore si fa qualsiasi cosa. Cosa non si farebbe per amore? Non esi- stono pazzie per amore, l’amore è già di per sé una follia. Quindi tutto ciò che si fa per amore è la normalità di quello che si fa per una persona che si ama, che può essere la propria figlia o la propria compagna. Non trovo che siano pazzie. Anche prendere un aereo e andare a trovare la propria compagna per un’ora, non è una pazzia. È la normalità. Altrimenti cosa ami a fare? Hai un consiglio per vincere le paure? Le paure non vanno sconfitte, bisogna imparare a conviverci. Sono quelle che ci fanno fare gli errori giusti, non sbagliare una seconda volta ed imparare.Se si vuole sconfiggeretuttelepropriepaure,apartechepenso sia impossibile, ci si toglie un pezzo di umanità. Noi siamo i B.Livers e vogliamo costruire un futuro migliore, tu cosa faresti per farlo? Nel nostro piccolo, nella vita di tutti i giorni, già amare e rispettare le persone che ci stanno vicino è una buona cosa. Cercare l’impegno sociale. Io ho partecipato per tantissimi anni al mondo dei Giovani Imprenditori. Impegnarsi socialmente, a qualsiasi livello, è già qualcosa. Dobbiamo partire dalle piccole cose e ognuno deve fare ciò che sente. È inutile cercare di fare i santi e dire: “andrò ad assistere i bambini malati”. Ci sono persone che non ce la fanno perché non se la sentono. Alcuni hanno un sentimento sociale più ampio ed altri semplicemente devono cercare di fare la differenza nel “piccolo”, amando e rispettando la propria moglie, la propria famiglia, i propri vicini e andando avanti così. Cosa pensi del creare ponti tra profit e no profit? Va molto bene ma non deve essere uno strumento di marketing. Spesso il no profit viene usato dalle aziende profit come strumento di marketing, perché in questo momento va di moda fare così. Le aziende invece devono credere nella respon- sabilità sociale. Il concetto del benefit company non deve essere solo un bollino che ci si prende perché fa “fa figo” e ti tiene sul mercato. Se costruiti sulle basi giuste, i ponti tra profit e no profit sono fortissimi strumenti di veicolazione di buone idee e ne favoriscono il moltiplicarsi. Nella cornice del magnifico Grand Hotel di Rimini accogliamo Matteo, che dopo qualche piccola incertezza sul ciak, si lascia andare e ci racconta di sé in questa profonda intervista. Cosa ti rende felice? Tante cose! Mi rende felice mia figlia quando la sveglio al mattino per andare all’asilo, stare con gli amici e con le persone a cui voglio bene. Mi rende felice il mio lavoro, impa- rare cose nuove e tutto ciò che arricchisce la vita. Che consiglio daresti a chi si sta affacciando al mondo del lavoro per essere felice? Consiglierei di sperimentare e di cambiare se necessario, benché non troppo spesso per via dell’immagine del curriculum anche se cambiare lavoro spesso non significa necessariamente cambiare azienda. Consiglierei anche di continuare a studiare,anche da soli. Oggi con la potenzialità dei corsi online si riesce facilmente ad accedere a molteplici conte- nuti. Credo si debba continuare a cambiare fino a quando non si trova ciò che ci rende felici, perché alla fine la propria passione arriva. Magari non è quello che si sognava da bambini, come fare il pompiere o l’astronauta, però possiamo scoprire che amiamo fare il CFO, il venditore, il gelataio o lo chef. Insomma provando si trova la propria strada. Se non si è felici si deve cambiare. Quali sono state le scelte determinanti della tua vita, che ti hanno portato fino a qui? Innanzitutto decidere di avviare un’impresa, di cui potevo guidare la trasformazione al di là del mero gua- dagno, bensì seguendo la mia passione e la mia visione. Quando lavori con aziende importanti, quando fai crescere la tua azienda, quando inizi a daredeglistipendiadeiragazzichepoisisposano e hanno dei figli, questo ti dà soddisfazione. Chiaramente anche il guadagno, la carriera e la fama sono tutti aspetti importanti, ma non sono tutto.E non sono quelli a fare la differenza quando scegli di fare l’imprenditore. #Ritratto Matteo Giudici Founder & CEO Mesa mesaconsulting.eu/it Matteo Giudici Founder & CEO Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 15. 28 29 Matteo Pagliarulo Founder Vrients vrients.com/it METTERSI SEMPRE NEI PANNI DEGLI ALTRI quando ci si trova ad affrontare delle discussioni o quando si hanno punti di vista diversi. Questo in realtà vale in tutti gli ambiti della vita, quindi anche sul lavoro o nella vita di coppia. Sviluppare empatia, ecco ho trovato la parola giusta! ASSECONDARE QUELLA VOCINA INTERIORE che ci parla ma che spesso ignoriamo involontariamente. Ascoltarsi di più. VIAGGIARE MOLTO perché è il modo migliore per aumentare la propria capacità di essere empatici. Matteo Pagliarulo FOUNDER #Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita? Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre. Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma, se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza. Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 16. 30 Il Natale si avvicina e noi non stiamo più nella pelle! Così abbiamo pensato di chiedere ai partecipanti dei forum di raccontarci qualche aneddoto sulle proprie avventure natalizie. Che voi siate inguaribili entusiasti o cinici sprezzanti del Natale, leggete queste divertenti interviste natalizie e non ve ne pentirete! Fuori inizia a far freddo, l’inverno e alle porte, noi ci rifugiamo nella sala congressi del Park Hotel Cappuccini e parliamo di Natale con Chiara. Qual è il piatto tradizionale delle tue feste natalizie? Non c’è un vero e proprio piatto tradizionale, ma c’è una costante, che è la lasagna della zia. Anche a casa mia fanno sempre la lasagna e in vari modi… Noi invece rimaniamo sul classico, lasagna tradizionale. Qual è il regalo più imbarazzante che ti è capitato di ricevere a Natale? Penso una candela bruttissima, di quelle con i fiori dentro. Era almeno profumata? No! Chi baceresti sotto il vischio? Questa è facile. Il mio fidanzato e quindi speriamo che a questo punto… Invece se fosse un personaggio famoso? Io ad esempio mi farei subito una foto con Luca Argentero… Si effettivamente ci sta. Per questo Natale quindi abbiamo un sacco di aspettative e speriamo di non ricevere candele brutte… Chiara Teresa Barletta HR Development Axa Corporate Solutions axa-corporatesolutions.com Chiara Teresa Barletta “Natale 4.0” HR DEVELOPMENT Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 17. B.LIVE è il progetto di Fondazione Near Onlus che coinvolge i ragazzi malati in attività creative e percorsi professionalizzanti, sviluppati insieme a professionisti e aziende, per andare insieme oltre la malattia, per dare loro il coraggio di continuare a vivere sperando e costruendo un futuro e un mondo migliore. Il nostro simbolo in quanto B.Livers è il bullone. Lo abbiamo scelto per portare nel mondo il nostro messaggio di forza, coesione e coraggio! bliveworld.org E bliveworld Q bliveworld COSA FACCIAMO Vuoi collaborare con noi? Clicca qui CO-BRANDING ADVERTISING MARKETING MATERIALS COMUNICAZIONE SOCIAL WEB DESIGN FORMAZIONE AZIENDALE Per saperne di più su di noi clicca qui oppure scrivici a info@bliveworld.org
  • 19. 36 “Il lato positivo del sacrificio” E` una calda sera di fine estate, siamo a Rimini, il mare a due passi, nulla farebbe pensare che da lì a poco inizierà il Finance Director Forum di Richmond Italia, a parte la presenza di perso- naggi inequivocabili come Sebastiano Barisoni, Vice Direttore Esecutivo di Radio 24. Forse Ada potrebbe chiedergli qualche consiglio per far fruttare al meglio il proprio salvadanaio, ma noi Blivers abbiamo sempre altri pensieri per la testa, perciò. Cosa ti rende veramente felice? Dal punto di vista personale mio figlio, dal punto di vista professionale fare il giornalista, quando riesco a farlo. Ho sempre provato a farlo in maniera deontologicamente corretta e quelle sono le vere soddisfazioni. C’è un oggetto o un cibo o un profumo a cui sei legato dall’infanzia? Si, il pomodoro. La mia madeleine dell’infanzia è il pane al pomodoro e in generale tutti i sapori legati al pomodoro. Nei panni di chi ti piacerebbe svegliarti domattina? Non ho grandi invidie per le vite degli altri, vorrei risvegliarmi nei miei panni magari 20 anni prima, per non fare certi errori che ho fatto. Questo si. Quali sono state le scelte determinanti della tua vita? Le scelte determinanti sono state da un lato la scelta dell’università. Io sono di Venezia e per studiare sono andato via dalla mia città e ho studiato a Firenze.A 18 anni è una scelta che ti impegna, ti rende più consapevole e più indipendente. Infine la scelta di andare a lavorare all’estero, a Londra, quando avevo 23 anni. In questo periodo ho avuto la possibilità di interfacciarmi con realtà completamente diverse e di uscire dalla mia comfort zone. La scomodità è quel qualcosa che spesso ti porta ad ottenere i risultati più faticosi e soddisfacenti. Difficilmente riesci a ottenere risultati importanti per te se sei su un sofà comodamente sdraiato. Sebastiano Barisoni Vice Direttore Esecutivo Il Sole 24 ore - RADIO 24 radio24.ilsole24ore.com Cosa faresti per amore? Tutto quello che ho già fatto. Per amore si fanno tante sciocchezze, tanti sacrifici, però ricor- diamoci che sacrificio deriva da sacro e quindi non è qualcosa di negativo, il sacrificio rende sacro l’atto. Sacrificarsi per tuo figlio rende sacro il rapporto con tuo figlio, sacrificarsi per lavoro rende sacro il tuo rapporto con il lavoro, e sacrificarsi per una donna rende sacro il rapporto che hai con questa donna. Quindi il sacrificio è qualcosa di buono e positivo. Un uomo che non si è mai sacrificato per la sua donna, ha un’idea un po’ strana dell’amore. Un consiglio per affrontare la paura? Pensarci, pensarci molto, metabolizzarla e non nasconderla sotto il tappeto. La paura esiste, la paura ti salva. Io per molti anni ho fatto l’inviato in zone di guerra e se non avessi avuto paura mi sarei fatto più male di quello che mi sono fatto. La paura è fondamentale perché il contrario di paura non è coraggio. Il contrario di coraggio è pavidità. Il contrario di paura è irresponsabilità. La paura ti permette di non essere irresponsabile. Noi B.Livers abbiamo uno scopo: costruire un mondo migliore. Tu, nel tuo piccolo, che cosa fai per costruirlo? Fino all’anno scorso ho fatto parte del consiglio d’amministrazione di Oxfam; è una realtà che si occupa di aiutare le donne nei Paesi in via di sviluppo e lavora molto sulla componente femminile, nell’idea che là dove c’è una donna che gestisce una famiglia ci sia un elemento di maggiore struttura e serietà. Per cui dare la possibilità, non tanto con aiuti economici, ma anche e soprattutto con aiuti concreti per sviluppare forme di autonomia economica per le donne e di conseguenza anche per i loro figli che non hanno avuto la stessa fortuna che ho avuto io. Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 20. 38 39 Greta Giolo Marketing & Business Development Manager Greta indossa un pantalone nero a vita alta, una chemise con la rouge nelle tonalità dei colori dell’autunno. A ravvivare l’intero outfit, Greta ci mostra i suoi meravigliosi braccialetti in argento battuto e intarsiato di artigianato locale, realizzati in Madagascar. Greta Giolo Marketing & Business Development Manager Crediter srl crediter.it Torna all’indice
  • 21. 40 41 Il workshop di Quanto valgono le emozioni nel mondo del lavoro? Sempre di più le aziende investono nel valore aggiunto dei loro dipendenti, si cercano persone capaci di svolgere più mansioni e aperte alla sperimentazione di nuove strategie. Si cercano talenti e background diversi per riuscire ad avere un pensiero sempre più eterogeneo e innovativo. Seguendo questo filone i B.Livers, che da molti anni sono ospiti agli eventi di Richmond, hanno tenuto dei workshop su come integrare al meglio le emozioni e gli aspetti più personali in un contesto lavorativo. B.LIVE è un progetto della Fondazione Near che affonda le sue radici in una mentalità imprendi- toriale nata dall’imprinting dato dal suo stesso fondatore, Bill Niada. Una mentalità aziendale applicata ad una realtà sociale fatta di progetti e collaborazioni con professionisti e aziende per costruire un mondo migliore. All’inizio del workshop, io (Ada) e Alessandra abbiamo posto una domanda: “Come deve essere il manager ideale?”. La risposta è stata ricercata durante un brainstorming durato un’ora. I Financial manager hanno ricevuto stimoli e aiuti dal businessman del Piccolo Principe e dalle emozioni del film Disney InsideOut. La risposta a “chi è il manager ideale?” alla fine non si è trovata,perché in fondo è impossibile per il semplice fatto che la perfezione assoluta non esiste, ma esiste il continuo migliorarsi. L’entrare in contatto con le proprie emozioni quando si lavora può essere una distrazione ma, dall’altro lato della medaglia, può essere allo stesso modo un incentivo incredibile per ricercare le proprie passioni. Fare un lavoro poco stimolante e non dare stimoli a chi lavora con te è deleterio perché si perde la motivazione, l’obiettivo finale per cui si sta facendo quel lavoro. Unadellecosechesonouscitedalnostroworkshopèstatailfattocheilmanageridealedovrebbe saper riconoscere i talenti del suo staff e sfruttarli mettendoli a disposizione di progetti innovativi. A volte essere se stessi a lavoro non è un male, siamo persone dopotutto, esseri umani, perché fingere di essere androidi? A che scopo? Il fatto che il lavoro serva a portare la pagnotta a casa non deve costringerci a vivere una vita a metà per la paura di sembrare di meno agli occhi dei superiori, i quali a loro volta sono persone ! Eliminare piano piano le gabbie che ci costringono a dover lasciar perdere chi siamo, le nostre passioni, le nostre ambizioni, sul posto di lavoro potrebbe essere un rischio certo, ma allo stesso tempo il NON farlo sarebbe un ridursi alla stregua di una macchina. Il “lavorare per vivere” ci costringe ad una vita a metà a volte,lavorare per un progetto come B.LIVE ci ha insegnato che saper sfruttare le competenze e soprattutto le passioni di una persona può portare a grandi risultati.Questo perché più passione ci metti,più sei motivato in quello che fai. Alla fine del workshop,quel che davvero ci ha sbalordito,è stata l’apertura dei manager nei nostri confronti.Durante l’ora abbiamo cercato di creare un ambiente informale (il ché è stato facile dato che abbiamo vent’anni) e più andava a scadere il tempo, più dalle bocche di chi era seduto con noi uscivano storie di vita personali, di quanto a volte a lavoro fosse stato difficile comportarsi come al solito perché nel privato erano successe cose molto più importanti. I feedback positivi e i risultati ottenuti ci hanno davvero sbalordito ed è per questo che vogliamo dire un grande GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato al workshop. Un grazie da parte di tutti i B.Livers! “Emozionarsi per lavorare meglio” Torna all’indice
  • 22. 42 43 Guarda il video dell’intervista qui “Sposare la donna di cui mi sono innamorato è stato come vincere alla lotteria” Andrea Brumgnach CEO Samandel spa samandel.it Intervistiamo Andrea nella Hall del Grand Hotel di Rimini, ci accoglie con un sorriso e ci trasmette un grande entusiasmo. Partiamo con una domanda diretta e preziosa: Cosa ti rende felice? Sinceramente, quello che faccio. Nel mio quotidiano sono molto contento, sia nell’attività lavorativa, sia nella mia vita privata. Mi considero estremamente fortunato, perché ho una bellissima famiglia e faccio il lavoro che adoro. C’è un profumo, un cibo o un oggetto legato ad un ricordo di infanzia? Il pane con burro e zucchero. Me lo faceva la mia nonna quando tornavo dai giardini tutto sbucciato e sporco, perché avevo giocato come un matto con i miei amici. Giochi di un tempo, di tanti anni fa, giochi fisici: dal pallone, alle biglie, al nascondino. Bellissimo. Quello è un profumo stupendo. Ritorneresti bambino? Devo dire di no. La scorsa settimana mio padre ha compiuto ottant’anni,e io e mia sorella gli abbiamo organizzato una festa a sor- presa ed eravamo tutti lì, e mi hanno fatto la stessa domanda: ho risposto che sono contentissimo dell’età che ho, e non farei cambio. Quali sono state le scelte determinanti della tua vita? Sicuramente sposare la donna di cui mi sono innamorato, quello è stato come vincere alla lotteria. E poi avere la fortuna di fare il lavoro che amo, che inizialmente ho fatto quasi per caso perché nella vita la casualità è tutto. Io ho studiato per fare una cosa e poi mi sono trovato a farne un’altra che mi piace tantissimo, e quindi la ritengo una grande fortuna ed un grande dono. Hai mai fatto pazzie per amore? (Ride) Sì, inenarrabili. Sono stato molto folle. Hai un consiglio da darci per sconfiggere la paura? Non so se esiste una risposta che si può applicare a tutti. Io penso che la cosa più importante sia cercare di affrontarla e cercare di sdrammatizzarla. Perché ognuno di noi ha avuto i suoi momenti di dolore, i suoi momenti di paura ed angoscia, anche chi fa finta di niente. Penso invece che parlandone riesci a “smitizzarla”, e riesci a renderla più umana e quindi più sopportabile. Io ho sempre condiviso le mie paure ed ho sempre trovatograndegiovamentodaquestacondivisione senza veli. Molto spesso ci si vergogna, penso invecechenoncisidebbavergognare,seunohaun problema deve parlarne, e parlandone scopri che tante altre persone hanno avuto quella stessa pau- ra o quel problema,e condividere aiuta a superare. I B.Livers vogliono costruire un mondo migliore, tu cosa faresti per farlo? Ti dico quello che sto cercando di insegnare ai miei figli: “Ad essere delle persone per bene”. Avere un’etica,capire che vivi in una società insieme ad altre persone,penso che sia un grande passo. Oggi viviamo in una società che troppo spesso, invece, tende a calpestare e dove il menefreghismo è dominante. Essere persone per bene, che fanno di tutto per vivere in serenità in una società, è bellissimo. Se poi qualcuno vuole venire a lavorare nel mio mondo, che è quello dell’efficienza e delle fonti rinnovabili, che hanno come obiettivo quello di abbattere l’inquinamento e di rendere più sostenibile questo pianeta, questo è un altro passo. #Ritratto Andrea Brumgnach CEO Torna all’indice
  • 23. 44 45 A chi non è mai capitato di avere un problema di cuore o qualche preoccupazione? Confidarsi con qualcuno è il primo passo per vedere le cose da un altro punto di vista e sentirsi rincuorato. La posta di Marina è proprio questo: una panchina sulla quale l’ospite può sfogarsi e ascoltare i buoni consigli di Super-Marina! La posta di Marina Gabriele Fava Avvocato Favalex favalex.it “Speranza, ottimismo e la piscina ogni tanto” Marina ha bisogno di rilassarsi e così decide di portare il primo ospite della Posta di Marina, Gabrie- le, nella Spa del Park Hotel Cappuccini di Gubbio. Finalmente in totale relax sulle comode sedie sdraio della piscina e con il suono delle cascate d’acqua nelle orecchie Gabriele confida a Marina un suo grande timore perché il mondo del lavoro va troppo veloce e ogni tanto occorre fermarsi. G: “Mi stavo chiedendo Marina, siccome sono sempre dentro le dinamiche del mondo del lavoro, che futuro possibile c’è per i giovani?”. M: “Una cosa la vedo Gabriele, vedo che diventeranno vecchi come noi”. G: “Peggio o meglio di noi?”. M: “Temo proprio che dipenda un po’ da noi come diventeranno vecchi loro”. G: “Sai cosa, questa è una santa verità”. M: “Eh si, comunque tutti quelli che vengono alla Posta di Marina mi fanno domande più facili, di solito riesco a risolvere i loro problemi, ma questa è una domanda difficile”. G: “Dobbiamo aiutarli questi giovani, come siamo stati aiutati noi, ma io ho dei dubbi sul come”. M: “Dando un po’ di speranza. Tocca a noi dare speranza. Noi ci lamentiamo sempre, del governo, dell’economia, della società e dei valori che non ci sono più e lamentandoci sosteniamo che non ci sono più speranze per il futuro e che le cose andranno male, ma se noi iniziassimo a pensare che le cose andranno bene, forse proprio perché non ci saremo più noi, magari i giovani vedrebbero più luce e saranno degli anziani contenti”. G: “Mi hai convinto: speranza e ottimismo, E` quello che ci vuole”. M: “Sì e la piscina ogni tanto”. Gabriele Fava avvocato Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 24. 46 47 “Donare i frutti del proprio orto anche agli altri” Ci siamo rifugiati in una saletta del meraviglioso Park Hotel Cappuccini di Gubbio per prenderci un po’ di tempo e chiacchierare con Barbara che dopo aver risposto a tutte le nostre domande si è concessa un momento giocoso, come quelli che condivide con il suo bambino, soffiando via i pensieri dentro le nostre bolle di sapone. Che cosa ti rende felice? SonoisorrisideimieifigliLeonardo e Luca a rendermi felice. Hai qualche ricordo della tua infanzia, un cibo, un odore, un profumo che ti riporta a quando eri bambina? L’odore dell’erba tagliata, mi ricorda mio nonno. Ancora adesso quando vedo un prato appena tagliato, ad esempio allo IEO lo fanno spesso, penso subito ai miei nonni. Hai mai fatto qualche pazzia per amore? Ho detto ai miei genitori che sarei andata da un’amica, in realtà andavo a Milanodalmiofidanzato.Nonsonoproprioscappata,però… Ci dai qualche consiglio per sconfiggere le paure? Non mollare mai, qualsiasi cosa succeda, non bisogna mollare mai, ma cercare di trovare sempre una soluzione o una luce in fondo al percorso. Nonostante le difficoltà, andare oltre e vedere sempre il lato positivo? Si esatto! Mi dici 3 cose da fare assolutamente nella vita? Amare, fare una gita in montagna (perché adoro la natura), avere un amico vero. Hai un amico vero in questo momento? Ho un’amica, è di Bressanone, la mia città. Abbiamo sempre studiato insieme, ora viviamo a Milano e abbiamo avuto due percorsi di vita differenti, ma se devo dire qualcosa a qualcuno, so di poter contare su di lei. Noi siamo i B.Liverse e vogliamo costruire un mondo migliore. Tu che cosa faresti per farlo? Secondo me ci vorrebbe un po’ meno egoismo e un po’ più condivisione. Non guardare solo il proprio orticello, ma creare più relazioni, cercando di donare i frutti del proprio orticello anche agli altri. #Ritratto Barbara Daprà HR Specialist IEO ieo.it Barbara Daprà HR Specialist Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 25. 48 49 Fabio Manuppelli SALES EXECUTIVE Fabio Manuppelli Sales Executive Poste Italiane poste.it Che valore ha per te il tempo? Senti di averne abbastanza? Il tempo me lo prendo ogni giorno quando, al di là del lavoro o della famiglia, cerco di dedicare almeno un quarto d’ora a me stesso, perché mi spetta. Lo faccio quasi sempre ascoltando musica, in particolare jazz, per ritagliarmi un momento tutto mio che mi appaga e mi rende felice. Spesso cerco di farlo anche quando di tempo non ne ho, cioè all’una di notte prima di dormire. Ci deve sempre essere un po’ di musica che mi aiuti a chiudere la giornata. PROVARE qualsiasi tipo di esperienza che sia importante per noi. FARE IN MODO DI lasciare un senso al nostro passaggio sulla terra, dedicandosi agli altri quando si può. AMARE qualcuno, piuttosto che qualcosa. #Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita? Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre. Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma, se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza. Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 26. 50 51 Francesco La Pietra Assistente di Direzione Francesco indossa una giacca blu di lavorazione sartoriale prodotta a Napoli. Anche il suo completo, la cravatta e la camicia sono tutte creazioni artigianali. Al polso un orologio portafortuna che indossa quotidianamente. Mocassini lucidi neri di un calzaturificio napoletano. Francesco La Pietra Assistente di Direzione MD spa mdspa.it Torna all’indice
  • 27. 52 53 #Ritratto Francesco Salvoro HR Generalist Everel Group spa everelgroup.com “Empatia: L’unica strada possibile” Qualsiasi posto può diventare la nostra panchina, perché la panchina è un modo di raccontarsi le cose. Quindi siamo seduti sulla nostra panchina con Francesco e lo intervistiamo per conoscerlo meglio. Cosa ti rende felice? Il mio lavoro che potrebbe essere la mia passione, di conseguenza dico le mie passioni e qui mi potrei dilungare aprendo un capitolo piuttosto importante. La tua passione più forte? La relazione. Il gior- nalismo, perché io ho una formazione di studi di carattere giornalistico, la scoperta e il viaggio. Sono tutte metafore per me assolutamente importanti. Visto che ti piace viaggiare, ci consigli un posto dove andare? Sarajevo, è la mia città simbolo, io la adoro. E` la capitale della Bosnia ed Erzegovina ed è la capitale europea dell’intercultura perché nei secoli e nella storia Sarajevo è stato il crocevia del secolo scorso, per motivi storici, ma soprattutto a livello interculturale è una città che racchiude una grande spiritualità e che unisce in un’unica piazza una chiesa cattolica, una ortodossa e una moschea. Un’interculturalità molto forte, è un popolo splen- dido. Non è facile andarci, però ne vale la pena. Hai un cibo, un oggetto o qualcosa che ti riporta a un ricordo d’infanzia? La pearà. Tipico piatto veronese,in sostanza è pane grattugiato con il pepe che diventa una salsina da mangiare con il lesso o con il bollito. Nei panni di chi ti piacerebbe svegliarti domani mattina?MipiacerebbeavereilcaratterediPeppino Impastato, che è il mio idolo assoluto. Ho sempre adorato la sua storia. Quali scelte sono state determinanti per la tua vita? Gioco forza la scelta del mio primo lavoro che mi ha portato ad avere questa professionalità. Io mi occupo di risorse umane ed è stata una scelta dettata dalla contingenza, perché io per motivi economici ho dovuto approcciarmi al mondo del lavoro con un po’ di anticipo. Questo ha anche avuto un risvolto negativo perché ha compromesso il mio percorso verso quella che era la mia vera passione che è il giornalismo. Ti inviteremo a scrivere sul Bullone. Hai mai fatto qualche follia per amore? No, purtroppo. E` una storia un po’ complessa. Si parlava prima di Cicatrici e questa è un po’ la mia cicatrice più forte,nel senso che ho avuto una storia, sono stato sposato, non è andata bene e forse proprio perché non ho mai fatto una vera follia. Noi siamo i Blivers e vorremo costruire un mondo migliore. Tu cosa faresti per costruire un mondo migliore in futuro? La mia idea, e faccio riferimento alla mia città che è Sarajevo, è quella dell’Intercultura,ma non solamente tra etnie diverse o nazionalità diverse, ma anche a livello di aspettati- ve e di creatività a livello relazionale. Quindi saper convivere in sinergia e saper sviluppare una dote fondamentale che è l’empatia. Questa secondo me è la strada più giusta, poi chiaro che sembra tutta retorica, sembrano tutte metafore belle e poi la realtà è un’altra, però, secondo me, è l’unica strada che si può percorrere. Francesco Salvoro HR Generalist Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 28. 54 Qual è il piatto tradizionale della tua famiglia? ll piatto tradizionale della mia famiglia sono le lasagne. La lasagna non deve essere molle,deve essere dura, con strati ben definiti e tanto sugo. Come secondo piatto adoriamo mangiare lo stinco di vitello al forno con le patate, che si taglia rigorosamente sul piatto davanti ai commensali. Qual è il regalo più imbarazzante che tu abbia mai ricevuto per Natale? Una cintura di Topolino che ho ricevuto qualche anno fa da un amico. L’hai mai utiliazzata? É rimasta appesa nell’armadio fino al trasloco, poi l’ho defenestrata! Questo regalo è rimasto lì. Io direi che regali imbarazzanti ne ho tantissimi, ma evitiamo. Chi baceresti sotto al vischio? Assolutamente la mia compagna, Elisa. Ami il Natale? Sì, mi piace molto. Adoro l’aria che si respira, adoro i festoni, mi piace tantissimo arredare la casa, addobbarla di ogni cosa, curare la tavola, curare l’albero in ogni dettaglio, ricoprire le sedie. Sì assolutamente adoro il Natale e l’aria che si respira. Tutto curato e preciso per far capire che sta arrivando la festività natalizia che si vive in quel momento. Lo zerbino fuori di casa è già natalizio! Andrea Franchina CIO Rapetti Food Service rapettifoodservice.com Andrea Franchina “Lo zerbino di Babbo Natale” CIO Il Natale si avvicina e noi non stiamo più nella pelle! Così abbiamo pensato di chiedere ai partecipanti dei forum di raccontarci qualche aneddoto sulle proprie avventure natalizie. Che voi siate inguaribili entusiasti o cinici sprezzanti del Natale, leggete queste divertenti interviste natalizie e non ve ne pentirete! Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 29. 56 57 Cristiano Cafferata CEO&FOUNDER Come tuo luogo del cuore, ci hai indicato Quaalude, dove si trova? E’ uno scantinato nei fondi dei vicoli di Genova. E come mai se ti chiedo di parlare di un luogo importante, mi parli di questo? Perché qui ho incontrato le persone che sono diventate le più importanti della mia vita. Intendi dire famiglia e amici? Si, famiglia ed un paio di amici. Ti va di raccontarci come è andata? Wow, si. E’ una storia lunga, dobbiamo partire per Firenze per una gita organiz- zata. La macchina dell’amico che ci deve portare si ferma, io non ho voglia di guidare, e il terzo amico del gruppo si ammala… io quindi rimango da solo a girare per la città quel sabato sera e a mezzanotte decido di entrare al Quaalude, che è un semplicissimo circolo di musica dal vivo. Però lì ho incontrato le persone che poi sono diventate gli ultimi vent’anni della mia vita. C’è un’esperienza che ti ha portato a fare un viaggio interiore? Intanto l’intervista con voi, sicuramente! Il Qua- alude è stata una botta di fortuna che ha cambiato la mia vita, ma non un viaggio interiore. Lo è stato invece il Messico. Per via del confronto con le persone del posto, perché non è stato un viaggio superorganizzato in mega ville o hotel, ma il vivere alla “messicana”, tant’è che mi scambiavano per messicano, per ovvi motivi. Quindi un viaggio molto particolare, dal cielo a scendere fino agli specchi d’acqua scopri cose decisamente diverse. Cristiano Cafferata CEO & Founder SecurEnclave securenclave.it “Un’auto ferma a Genova per scrivere la mia vita” Quaalude, Genova Il nostro “mezzo aziendale” è l’amato Ape Calessino. Lo usiamo per consegnare il nostro giornale, Il Bullone, per tutta Milano. I B.Livers hanno anche intrapreso un lungo viaggio l’anno scorso proprio con questo mezzo da Milano a Roma, per incontrare giovani realtà che fanno la differenza in giro per l’Italia. Viaggiare ci cambia e ci fa crescere, perché quando si torna non si è mai la stessa persona di quando si è partiti. Per questo il Viaggio è un tema che ci è molto caro e che abbiamo pensato di inserire in queste interviste fatte di persone che viaggiano. Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 30. 58 59 Abbiamo ideato una mini intervista per raccontare il valore aggiunto che ogni forum lascia ai propri partecipanti. Un valore fatto non solo di incontri business tra aziende, ma soprattutto di relazioni tra persone. Al termine delle quali ognuno torna a casa arricchito, anche a livello umano. Mai più Senza
  • 31. 60 61 È la prima volta che partecipi al forum di Richmond? Si, è la prima volta che partecipo all’e-commerce forum, ma ho già partecipato ad altri forum in passato. Cosa ne pensi e che cosa ti lascia questo forum? Mi lascia degli stimoli e degli spunti molto interessanti, che possono servire per migliorare e implementare la nostra struttura organizzativa e il nostro lavoro. Hai partecipato anche a qualche conferenza? Ho assistito questa mattina alla conferenza su come migliorare la customer experience. È stata molto utile, infatti ho scambiato anche qualche contatto. Una parola per descrivere questo forum: crescita. BARBARA VILLA RESPONSABILE CUSTOMER SERVICE Barbara Villa Responsabile Customer Service Mokarabia Caffè mokarabia.com/it Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 32. 62 63 È la prima volta che partecipi al forum di Richmond? In realtà questo è il mio terzo forum. Ho partecipato per più anni, anche a forum diversi. Cambia la location ma il forum resta un momento di networking importante, anche per rincontrare qualcuno che nel frattempo è di- ventato tuo amico. È bello essere accolti qui e confron- tarsi con persone e volti positivi, attraverso i quali ci si può mettere in discussione e rompere la routine quotidiana. Ti chiedo di trovare una parola che sintetizzi la tua esperienza al forum. Confronto, con gli altri e con se stessi. Forse è ancor meglio dire misura: ossia misurarsi con le proprie conoscenzeeconquelledeglialtri.Mettersiindiscussione, confrontarsi e misurarsi penso sia lo scopo ultimo del networking. STEFANO PIERBATTISTA DIGITAL MARKETING & SALES MANAGER Stefano Pierbattista Digital Marketing & Sales Manager Fratelli Guzzini fratelliguzzini.com Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 33. 64 65 E’ la prima volta che partecipi ai forum? Assolutamente! È la primissima volta. Come ti sembra? E’ un bel format! Sono abituato a fare tanti eventi, dove solitamente si ha il proprio stand e si possono fissare gli appuntamenti, però è molto confusionario. Qui a Rich- mond invece ognuno ha un’agenda ben dettagliata ed è molto più efficace. Cosa ti porti a casa da questo forum? Mi porto a casa l’idea di aver sempre buttato via il tempo in altri eventi o altre fiere. Di fatto a volte si partecipa ad alcune manifestazioni solo perché “ci devi essere” e perché si tratta dell’agorà dove ci sono anche tutti i tuoi competitors. Invece a livello di qualità e numero di contat- ti è molto meglio Richmond. Una parola per descrivere questo forum: scoperta. RICCARDO PORTA DIGITAL MARKETING STRATEGIST Riccardo Porta Digital Marketing Strategist My Bank mybank.eu/it Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 34. 66 67Torna all’indice Da quanto tempo partecipi a questi forum? Saranno 8 anni, ogni due anni partecipo. Cosa ti ha lasciato questo forum? Siamo all’inizio, quindi è un po’ difficile rispondere. Sicuramente l’aspettativa è quella di potermi con- frontare con colleghi, con fornitori e trovare sempre nuovi strumenti che mi consentano di potenziare il capitale umano che è presente nella mia società. Ti chiedo di trovare una parola significativa per questo forum: confronto. LUCA BATTISTINI DIRETTORE RISORSE UMANE Luca Battistini Direttore Risorse Umane Mercato Centrale Firenze Roma mercatocentrale.it Guarda il video dell’intervista qui
  • 35. 68 69 Da quanto tempo partecipi ai forum di Richmond? Questa per me è la primissima volta. Mi hanno invitato tante volte, ma per sovrapposizioni con altri eventi non ho mai avuto il piacere di partecipare prima d’ora. Ti sta piacendo? Moltissimo, devo dire che sono molto colpita. Cosa ti ha lasciato questo forum? Al momento non ci sono grandi novità per me, perché è da 30 anni che faccio questo mestiere nelle risorse umane. Peròtantissimeconfermeepuntualizzazionisualcunecose, così come su quelli che sono gli argomenti più importanti del futuro. Per me questo forum, infatti, è una vetrina sul futuro. Ho fatto tantissime riflessioni in merito. Ti chiedo di trovare una parola significativa per questo forum: consapevolezza. MARIELLA SCUDERI DIRETTORE RISORSE UMANE Mariella Scuderi Direttore Risorse Umane Werfen werfen.com/it/it Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 36. Emiliana indossa un vestito floreale, acquistato nel negozio della sorella LF Concept Boutique Bellona, a Caserta. Spiccano un paio di meravigliose décolleté in vernice nera. Emiliana Fusco Responsabile Risorse Umane e Responsabile Amministrativo Emiliana Fusco Responsabile Risorse Umane e Responsabile Amministrativo Fusco srl mangimifusco.it 7170 Torna all’indice
  • 37. 72 73 “Una pazzia da fare tutti i giorni è dare un bacio serio ogni mattina a tua moglie” Èunabellissimagiornatadisolequandoincontriamo Antonio nel giardino del Grand Hotel di Rimini e lo intervistiamo all’ombra dei pini marittimi. Cosa ti rende felice? Questa giornata per esempio: il sole, il suono dei gabbiani. Quindi, anche il posto in cui ti trovi? Il posto, le persone, la modalità di interazione. Tante cose mi rendono felice, difficile trovarne una sola. Credo sia importante trovare in ogni situazione un momento di felicità, altrimenti se ci si aspetta che arrivi da altri… Bisogna vivere ogni momento per essere felici, è diverso. C’è un oggetto, un cibo o un profumo che ti riporta ad un ricordo d’infanzia? Se penso al gioco dei Lego, quello mi riporta tanto all’infanzia. Oppure la città di Monza, dove ho abitato fino ai diciotto anni, che ha segnato un momento impor- tante della mia vita. C’è profumo, invece,che ti evoca un ricordo? Non ho alcun ricordo legato ai profumi. Sono una persona che si basa di più sulle immagini e sui suoni, come la campanella della scuola (ride), o le lezioni di pianoforte e la scoperta della musica. Quindi hai una passione per la musica? Assolutamente si, la mia è una ricerca continua per ascoltare e imparare a suonare. Nei panni di chi ti vorresti risvegliare domattina? Non mi sono mai ispirato ad una persona sole e di recente ho fatto un’esperienza che mi ha colpito particolarmente. Qualche anno fa sono stato negli Stati Uniti, a San Francisco, e in tre giorni ho in- contrato tre uomini di circa settant’anni. Il primo era il fondatore di Oracle, il secondo un profes- sore universitario che ha assegnato come tesi a due ragazzi un motore di ricerca che è diventato Google, mentre il terzo era il cantante degli Aerosmith. Ecco: vorrei essere tutti e tre assieme a settant’anni e avere la forza che hanno loro. Ci sono delle scelte nella tua vita che consideri molto determinanti per quello che è stato il tuo vissuto? Sì, assolutamente. Premetto che la scelta più importante di tutte è proprio scegliere e non farsi trasportare dagli eventi. Detto questo, una decisione fondamentale è stata entrare in Acca- demia Militare a diciotto anni e fare il percorso di vita militare. Un percorso molto rigido ma non poi così diverso da tanti altri. Poi scegliere di fare ingegneria, laurearmi, andare avanti nella carriera militare e, infine, uscire dalla carriera militare. Hai mai fatto qualche pazzia per amore? Uh, hai voglia! Una volta quando ancora ero mili- tare, per raggiungere quella che allora era la mia ragazza, mi sfilai da uno schieramento durante una cerimonia, presi un aereo poi un treno per vederla due ore in Francia e tornare poi indietro senza farmi beccare. Non è stata l’unica, ma la più eclatante. Poi ci sono anche le pazzie che si fanno quotidianamente. Una pazzia da fare tutti i giorni? Dare un bacio serio ogni mattina a tua moglie, un gesto dal cuore, forse la pazzia più importante. Hai per caso qualche consiglio per vincere le paure? Affrontarle ! Conoscerle e guardarle in faccia, andarci contro e superarle. C’è qualcosa di pratico che faresti per superare le paure? Per esempio avevo paura dell’altezza e mi sono buttato col paracadute. Quindi, aiuta buttarsi dentro alle paure? Si, ma non in maniera impavida. La paura è un segnale che ci aiuta a fare meglio le cose. Il corag- gio è saper affrontare le proprie paure, se no non si è coraggiosi, ma si è semplicemente incoscienti. Noi siamo i B.Livers, e crediamo nell’idea di costruire un mondo migliore. Tu cosa faresti per costruirlo? Faccio mia un’espressione di Baden-Powell che era il fondatore degli Scout ed è “lasciare il posto in cui si sta, meglio di come lo si è trovato”. Se ognuno lo facesse forse tutto sarebbe migliore. Può non essere solo uno spazio fisico ma anche mentale. Il concetto di migliorare, non solo quello che si ha, ma tutto quello con cui si interagisce! #Ritratto Antonio Maria Tambato Dirigente dei sistemi Informativi Ministero dello Sviluppo Economico sviluppoeconomico.gov.it Antonio Maria Tambato Dirigente dei Sistemi Informativi Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 38. 74 75 MARKETING & COMMUNICATION MANAGER Laura Rossi Marketing & Communication Manager Diners Club Italia dinersclub.it Laura Rossi RIDERE STARE CON GLI AMICIMANGIARE Ci sono delle cose che, nonostante la mancanza di tempo, bisognerebbe sempre cercare di fare nel quotidiano? Sì, ce ne sono tante. La prima è non dimenticarsi di sé stessi, cosa che ogni tanto succede quando si è stressati. Si è sempre di corsa e si perde di vista sia sé stessi, sia gli altri. Di conseguenza si diventa molto egoisti e allo stesso tempo ci si trascura. Bisognerebbe imparare a gestirsi e soprattutto ad avere attenzione per gli altri. Ma quale potrebbe essere la soluzione? Un trucchetto? Bisognerebbe fermarsi: noi puntiamo la sveglia per tante cose, dovremmo mettere la sveglia anche per questo. Una sveglia per ricordarsi che magari è il momento di fermarsi e dire: “5 minuti per leggere un giornale, sentire un amico, chiamare la mamma…”. Queste sono le cose che andrebbero fatte! #Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita? Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre. Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma, se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza. Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 39. 76 77 #Ritratto Marco Policastro CTO Consob consob.it Conosciamo Marco all’IT Forum, in una soleggiata giornata di novembre, e dopo un ciak di inizio partiamoconlasuaintervistanellosplendidogiardino del Grand Hotel di Rimini. Partiamo così: cosa ti rende felice? Sicuramente passare del tempo con la mia famiglia, con le mie figlie, perché ormai sono partite: una è in Svezia e l’altra è in Spagna quindi… E poi quando suono... Qual è il tuo genere preferito? Blues, Rock Blues. C’è un oggetto o un profumo che ti riporta ad un ricordo d’infanzia? Un profumo, devo dirti, faccio molta fatica, perché purtroppo sono allergico e questa cosa mi ha praticamente quasi distrutto il senso dell’olfatto. Forse l’unica cosa che mi riporta veramente all’infanzia, anche se non li vedo più perché le figlie sono molto grandi, sono i biscotti Plasmon, perché quelli c’erano all’epoca. Quelli che si liquefano dentro il latte. Quelli che li metti nel biberon, lo scuoti e si sciolgono completamente. Anche il loro profumo. Se ti dovessi svegliare una mattina nei panni di qualcun altro, nei panni di chi vorresti trovarti? Questa è una domanda a cui non saprei dare una risposta perché non ci ho mai pensato. Forse con un po’ di presunzione ti dico che mi piace stare nei miei panni; quindi cambiare per entrare nei panni di qualcun altro, così su due piedi non lo so. Ho pensato ad “un musicista” ma alla fine non so se mi sarebbe piaciuta quella vita. Un conto è viverla come passione, un conto è viverla come lavoro. Ci sono state scelte determinanti nella tua vita, che ti hanno fatto cambiare? Ho fatto quindici anni di consulenza in giro per il mondo, e arrivare in un’autority pubblica con i vincoli del pubblico, una mentalità distante mille miglia da quello che è il mondo di un’azienda che fa profitto, era una qualcosa a cui non ero sicuramente preparato, ma che mi ha cambiato tanto rispetto a come ero prima. Sia nella considerazione di come devi affrontare il lavoro,ma anche la vita,perché ti espone a determi- nate situazioni che sono un po’ diverse rispetto ad una persona che non ha a che fare con lo Stato.Però non è una connotazione negativa quella che sto dando, ha anche tanti pregi e ti aiuta a strutturarti, a vedere le cose, anche dal punto di vista di come un governo porta avanti un Paese. Questo mi ha cambiato tanto. Haimaifattopazzieperamore?Mah,qualchepazzia sì, piccola però. Non so cosa raccontarti su questo perché le mie sono sempre state pazzie interiori, non sono mai pazzie esteriori. Più qualcosa nei con- fronti della persona, mai qualcosa che sia visibile al mondo. Sono abbastanza riservato in questo senso. Hai da darci qualche consiglio per affrontare le paure? Credere in sé stessi e nelle proprie capacità, perché solo facendo un lavoro interiore si possono vincere le paure. Gli aiuti esterni possono aiutare, ma se non hai un tuo modo di affrontarle e viverle, loro avranno sempre il sopravvento su di te. Poi ci può essere sempre il colpo di fortuna che aiuta, ma non può essere la base principale, sei tu, dentro di te, a dover essere convinto di riuscire a vincerla. Noi B.Livers vogliamo costruire un mondo migliore. Tu cosa faresti, o cosa stai già facendo, per costruire un mondo migliore? Gli interessi politici e di profitto sono talmente tanti che se uno cerca una soluzione sistemica diventa difficile. Se lo vedi, invece, in un piccolo ambito allora sicura- mente si possono fare tante cose. Quindi, se pensi a un piccolo ambito, come potrebbe essere per esempio portare una pompa d’acqua in un villaggio dell’Africa, che è una cosa concreta, piccola e ben definita, allora quello lo riesci a fare. Ma se vuoi cambiare le cose a livello sistemico,come dovrebbe essere,perché in fondo tutti aspiriamo a vivere in un mondo migliore, la vedo difficile, per come siamo messi adesso. Marco Policastro CTO “Solo facendo un lavoro interiore si possono vincere le paure” Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 40. 79 Claudio Di Bernardo Chef Claudio Di Bernardo Chef Grand Hotel Rimini grandhotelrimini.com Da quanto tempo lavori qua e com’è lavorare al Grand Hotel di Rimini? Bella domanda! Lavoro qui dal 2003, sono ormai 15 anni. Per me è stato come raggiungere un traguardo, tagliare un nastro. Da giovane sognavo di arrivare fino a qui, perché giravo Rimini per lavoro. Quindi ho per-corso le varie tappe, prima in alberghi più piccoli e poi a salire fino ad arrivare qua. È stata dura?Abbastanza,perché per arrivare fino al Grand Hotel dovevo essere formato,quindi ho fatto varie esperien- ze sia in Italia che all’estero per arricchire il mio bagaglio tecnico e professionale. E alla fine eccomi qua. Questa è la tua passione? Si, venire a lavorare non mi pesa. Lo faccio con gioia. Ovvio, ci sono momenti i cui si soffre un po’dipiù,mavabenelostesso.Siamointantieamogestireimieiragazzi.Infattiglidicosemprecheiosonoilpiùvecchio ed è come se fossi il loro zio. Gestire i ragazzi mi tiene vivo! Ci puoi consigliare una ricetta autunnale, per i primi freddi di questa stagione? Ce ne sono tante.Vi consiglio questa perché è molto facile da replicare a casa, la faccio spesso anche io per stuzzicare. Una piadina riminese sottile e farcita con melanzana, ricotta, sugo di pomodoro e i sardoncini, ricchi di omega, che fanno bene. Si trovano tranquillamente in pescheria. La piadina si può fare in casa oppure si acquista. Si puliscono i sardoncini, si tolgono le spine. Vengono marinati con succo di limone, aceto e sale. Si farcisce la piadina con ricotta fresca, il sugo di pomodoro e le melanzane passate in forno o alla griglia. Può essere un ottimo spuntino, pranzo, o (perché no?) anche un buon aperitivo, tagliata a piccoli bocconcini. (per la ricetta dettagliata, vai alla pagina successiva) I forum Richmond sono anche l’occasione ideale per gustare cibo di altissima qualità! Tra una conferenza e l’altra gli ospiti possono continuare a socializzare davanti a un buon bicchiere di vino e un ottimo piatto, studiato nei minimi dettagli. Abbiamo deciso quindi di fare due chiacchiere con gli chef delle location di Rimini e Gubbio, per scoprire l’arte del mestiere e per farci consigliare un’ottima ricetta di stagione! Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 41. 80 81 Preparazione del pesce 24 filetti sardoncini freschi 1/2 litro acqua 15cl aceto balsamico 3gr sale Fonduta di pomodori arrosto 160gr fonduta di pomodori arrosto (vedi ricetta) scalogno olio EVO Melanzane casseruola 300gr melanzane 30gr cipolla bianca tritata 80gr di vino bianco secco 20gr olio EVO coriandolo Base di formaggio 125gr ricotta fresca 125 gr mozzarella fresca 20gr grana padano olio EVO sale pepe Pomodori confit. 12 pomodorini datterini Finitura olivelle taggiasche foglie di menta fresca steli di erba cipollina rucola Melanzane casseruola Pelare la melanzana e ridurla a cubetti; in un tegame appassire la cipolla tritata, dorare, mettere le melanzane, riscalda- re, bagnare con il vino bianco, salare e pepare, aggiungere il coriandolo, coprire con un coperchio e cuocere per circa 3/4 minuti a fuoco moderato.Togliere dal fuoco, scolare e raffreddare velocemente, porre da parte. Fonduta di pomodori arrosto Scottare in acqua bollente i pomodorini freschi, raffreddarli velocemente in acqua ghiacciata, spellare e cavare la parte interna, sciacquare e scolare per bene, porre in mantenitore di calore per 3 ore a 65°.Tritare lo scalogno e soffriggere in una casseruola, aggiungere i pomodori semisecchi, cuocere velocemente e passare al mixer, aggiustare di sale, pepe e mettere al setaccio, mettere da parte. Pomodorini confit Lavare i pomodorini, asciugarli e spaccarli a metà per il lungo, porre in una placchetta, pennellare con poco olio EVO, spolverare con poco zucchero a velo, un pizzico, cuocere in forno a 85° per almeno 90 minuti, verificare se necessita altro tempo. Preparazione del pesce Pulire i pesci in maniera convenzionale, sfilettare e spinare il pesce. Mescolare acqua, aceto e sale, immergere le sardi- ne e lasciare in frigorifero per almeno 4 ore. Sgocciolare i filetti di sardina e asciugarli, porli in un recipiente capiente e condire con poco olio EVO, conservare al fresco, le sardine sono pronte per essere utilizzate per farcire le piadine. Se non si dispone di sardine fresche, si possono utilizzare anche sardine già marinate, che si trovano facilmente in com- mercio. Base di formaggio Tagliare la mozzarella in cubetti piccoli, porre in una ciotola capiente con la ricotta e il grana padano, frullare con 4 cucchiai d’olio, sale e pepe da mulinello, fino a ottenere un composto morbido e cremoso, porre da parte.Affettare il prosciutto crudo e porre in fresco ben coperto per evitare l’ossidazione. Confezionare la piadina Riscaldare la piadina, dividerla a metà. Spalmare entrambi i lati con la base di formaggio, tenere al caldo una metà. Porre sopra l’altra metà della piadina le melanzane calde, i filetti di sardina marinati, alcune foglie di rucola, i pomodori- ni confit, qualche cucchiaiata di salsa pomodoro arrosto, le olivelle tritate assieme con olio EVO, infine aromatizzare con erba cipollina e foglie di menta. Coprire con l’altra metà della piadina tenuta al caldo e servire. Da mangiare con le mani, oppure con coltello e forchetta. PIADINA “RIMINESE”CON SARDONCINI, MELANZANE, POMODORO E RICOTTA INGREDIENTI PER 6 PERSONE PROCEDIMENTO Ricetta del mese Il Bullone è il giornale mensile ideato e scritto dai B.Livers, ragazzi che lottano contro la malattia e che hanno deciso di dire sì, per andare oltre i propri limiti. Il Bullone è anche tuo, fai sentire la tua voce. Se ti abboni a Il Bullone potrai scrivere il tuo articolo. LA RIVOLUZIONE INIZIA DA TE PER ABBONARTI AL BULLONE CLICCA QUI SCRIVI #latuarivoluzione e SOSTIENI #larivoluzionedelpossibile ilbullone.org E redazioneilbullone
  • 42. 82 83 Giacinto Siciliano DIRETTORE CASA CIRCONDARIALE DI SAN VITTORE
  • 43. 85 Da sempre noi Blivers siamo vicini alla realtà del carcere e la possibilità di intervi-stare il direttore del Carcere di San Vittore ci emoziona moltissimo, tant’è che seppur seduti comodamente e in un momento di relax Stefania non riesce a dare del tu a Giacinto Sicilianocheaccantoaleileparladigrandisentimenti,divalori,didignitàesoprattutto di libertà. Ogni tanto timidamente il TU torna a far capolino fra le domande, per poi cedere al più formale lei e viceversa. Ma la forza delle risposte supera anche gli inciampi dell’emozione. La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. Non posso che chiederlo a lei, che cos’è la libertà? Penso che sia effettivamente partecipazione,perché ognuno ha un limite alla libertà che è nella sua testa e penso che sia assolutamente fondamentale che ognuno si riappropri della capacità e della libertà di pensare.La capacità di pensare di essere libero.Anche in carcere questo è estremamente importante,perché il vincolo alla libertà non è dato dalle sbarre o dalle regole,ma proprio dall’inca- pacità delle persone di rivedersi in modo diverso e di essere consapevoli di poter scegliere. Ascoltando il suo workshop mi è tornato alla mente il titolo di un incontro organizzato da noi BliversperlanostramostraCicatrici:“Laforzadeigrandisentimenti”.Immaginocheleiattraversi tutti i giorni dei sentimenti di una forza enorme sia positivi che negativi. Qual è l’importanza di saper cogliere questo aspetto umano e come lo gestisce a livello professionale e personale? Penso che non ci sia grande differenza fra la vita personale e quella professionale. Il discorso va impostatosulriconoscimentodell’uomoedell’umanità.Tuseiquellochesei,perciòohailacapacità di cogliere, di vivere, di trasmettere emozioni oppure non ce l’hai, né in famiglia, né sul lavoro. In carcere questo è molto difficile perché così facendo ti assumi dei rischi. E` molto più facile dire SI o NO in modo freddo e formale, molto più difficile quando, invece, vai ad approfondire, a differen- ziare, a cercare di capire cosa c’è dietro il comportamento di una persona ben oltre le apparenze. Come vive questi grandi sentimenti, come li porta nel suo vissuto, in un lavoro come il suo in cui non si può staccare alle 6 e ricominciare al mattino alle 9? Le emozioni te le porti dietro, quando parli con le persone, ascolti i loro problemi, cerchi di indivi- duare soluzioni o semplicemente non ne hai. Questo fa parte del tuo bagaglio personale, ti entra dentroetunonpuoiprescinderedatuttoquesto.Peròèancheverocheiltuointerlocutoresentete, le tue emozioni e la tua capacità di rispondere, qualche volta anche negativamente.Tuttavia penso che conti molto il rapporto di fiducia che si crea e soprattutto il rapporto di rispetto e riconosci- mento dell’altro. E` difficile, ma penso sia anche una delle cose più belle del lavorare in carcere. Lei cosa farebbe per amore? Io per amore darei la mia vita, in fondo è quello che faccio tutti i giorni nel momento in cui vivo da uomo e nel momento in cui lavoro sapendo che rischio, ma la vita è qualcosa che va al di là della vita fisica. Io penso di dare tutto me stesso e lo faccio con gioia, con orgoglio, con entusiasmo, sperando di contagiare gli altri in modo che facciano altrettanto. Io amo il mio lavoro e questo penso sia importante per fare tutta una serie di cose che altrimenti non riuscirei a fare. Questo traspare sentendoTI parlare. Hai detto una frase meravigliosa che mi sono segnata: la fragilità del singolo, la forza del gruppo. E’ una cosa che noi Blivers, che siamo una fondazione che raggruppa tanti ragazzi fragili, capiamo e riconosciamo perché ci accorgiamo che la condivisione e la forza che creiamo nel gruppo aiuta ad andare avanti. Questo succede anche in carcere oppure il gruppo diventa pericoloso, o comunque da gestire? Il gruppo può essere pericoloso se non porti le persone al suo interno a sentirsi e viversi diversa- mente. Noi lavoriamo molto con i gruppi. Il gruppo consente alla persona detenuta di non fare entrare lo Stato, perché ognuno rientra nelle proprie logiche di gruppo e quindi fa fatica ad ac- cettarti come interlocutore serio. Ma se tu riesci a mettere le persone in gruppo positivamente, il gruppo ti fa vincere tutte le fragilità, ti aiuta quando stai cadendo, ti fa capire gli errori. Questo è quello che fa la differenza. In un periodo come questo in cui si parla di muri, confini, linee, c’è un confine che lei non vuole superare nella sua vita? Il confine che non si può superare è quello della dignità,ognuno di noi deve rispondere a dei valori e deve fare quello in cui crede fino a che ci crede difendendolo strenuamente. Questa è la cosa Giacinto Siciliano Direttore Casa Circondariale di San Vittore “Per amore darei la mia vita” importante. Nel nel mio lavoro ti devi assumere molte responsabilità, a volte devi andare fino al limite (se non oltre), ma penso che l’importante sia che tutti possano percepire i tuoi valori e la tua dignità, e che in nome di tutto questo possano accettare anche i rifiuti e le situazioni che non condividono. Io credo che conoscendo delle realtà che sono “limitanti”, si rifletta maggiormente sulle possibilità della vita, quindi me le vuole dire tre cose che sono da fare nella vita? Amare, viaggiare e credere. La lascio con questa frase che noi Blivers abbiamo pensato e che ci accompagna per creare un mondo migliore: Essere, Credere, Vivere. Sono i nostri tre punti fermi. Lei cosa fa per creare un mondo migliore? Sono, credo, vivo. Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 44. 86 Visto che si avvicinano le feste di natale direi che possiamo entrare in una modalità di intervista più appropriata... (indossano gadget di Natale) Qual è il piatto tradizionale della tua famiglia? I tortellini in brodo, visto che sono di Modena. Do una mano anche io a prepararli perché mi piace molto cucinare. E da buona tradizione modenese, tramandata da mia nonna e mia mamma, anche io tiro la sfoglia e faccio il ripieno. Mi piace! Qual è il regalo più imbarazzante che hai ricevuto a Natale? Una sorta di maglione con dei colori improbabili, praticamente importabile. Mai utilizzato. L’ho messo esposto in un quadro però! Chi baceresti sotto al vischio? Mio figlio, Emanuele. A te piace il Natale? Si, mi piace il Natale. Perché mi fa riunire con la famiglia, che non vedo spesso. È un modo per ritrovarsi con loro in montagna, dato che io vengo dalla montagna. Con la neve fuori, mangiando bene e chiacchierando. Nicola Querciagrossa “Tortelli in brodo e compagnia” CIO Il Natale si avvicina e noi non stiamo più nella pelle! Così abbiamo pensato di chiedere ai partecipanti dei forum di raccontarci qualche aneddoto sulle proprie avventure natalizie. Che voi siate inguaribili entusiasti o cinici sprezzanti del Natale, leggete queste divertenti interviste natalizie e non ve ne pentirete! Guarda il video dell’intervista qui Nicola Querciagrossa CIO Grissin Bon spa grissinbon.it Torna all’indice
  • 45. 88 89 Mirko Manaresi HR Manager Gildemeister it.dmgmori.com ANDARE AVANTI E COMUNQUESEMPRE HR MANAGER Mirko Manaresi Che cos’è il successo per te? Non arrendersi e andare avanti. Credo che il successo sia riuscire a rompere gli schemi con i quali si vedono le cose, creandone di nuovi per cambiare punto di vista e quindi andare oltre. E più semplicemente il successo cos’è? Ti aiuto: è il participio passato del verbo succedere. Se hai raggiunto un obiettivo, perché tirarti indietro quando davanti ce n’è uno nuovo? Per me i miei TOP 3 sono la stessa cosa: andare avanti sempre. Girala come vuoi, ma mai voltarsi indietro, quello che è fatto è fatto. Non puoi cambiare, quindi sei sempre in un work in progress. La base ti serve per costruire il tuo futuro. Il successo è stato ieri, domani c’è una nuova sfida. Grazie per questa bellissima risposta, ma adesso me le dici tre cose concrete da fare per forza nella vita? Progredire e non fermarsi mai, non mollare. Cercare di essere sereni sempre, è fondamentale perché non puoi avere un avanzamento da arrabbiato. Avere la possibilità di creare una famiglia. #Top 3Quali sono le cose che dobbiamo assolutamente fare nella vita? Ognuno di noi ne troverebbe moltissime, ma abbiamo chiesto lo sforzo ai nostri intervistati di ridurle solo a tre. Tre priorità, che se non ascoltate si trasformano in rimorso ma, se valorizzate, danno un senso alla nostra esistenza. Guarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 46. 90 91 “Le batoste servono” Seduti comodamente in terrazza, Mariano ci racconta di sé e del suo modo di vivere, lavorare e pensare, dando vita ad una profonda chiacchierata. Cosa ti rende felice? Fare qualcosa che mi appassiona, in cui metterci tutta la mia concentra- zione. Perdermi dentro qualcosa. Quindi non solo a livello lavorativo... Non penso che ci sia una sfera professionale e una sfera personale anzi, secondo me è un po’ sopravvalu- tata questa distinzione. Certo, ci sono comporta- menti e codici, ma credo vada mantenuto un forte collegamento tra le due sfere. In tutte le letture di management che si fanno oggi è sempre più chiarocheilcosìdettoempowermentèlacapacità di dare alle persone la possibilità di esprimersi, ed esprimersi vuol dire realizzare sé stessi come potenzialità. Se io so fare una cosa e riesco ad esprimerla anche nella sfera professionale lo farò con maggior entusiasmo e con maggiori risultati. Quando uno è contento di quello che fa lo farà meglio, con una pulsione personale e quindi sarà molto più motivato e concentrato. E se uno è con- centrato fa le cose meglio. Ti viene in mente un profumo, un gusto, un oggetto che ti riporta ad un ricordo d’infanzia? Gli alberi di fico al sud.Mia madre è del sud,vicino a Benevento, e quando andavo nei posti della sua infanzia, ricordo gli odori degli alberi di fico. I fichi non sono altissimi quindi…mi arrampicavo per mangiarli! Se potessi scegliere, nei panni di chi ti sveglie- resti domani mattina? Nei miei. Ho fatto fatica per essere quello che sono e non vorrei sprecarlo diventando qualcun altro. Vorrei essere il me stesso di domani, con tutte le sfide e le incertezze, ma me stesso. Voglio portar dietro la mia storia. Ci sono scelte che hanno determinato quello che sei adesso nella tua vita? Si: gli errori e la capacità di fermarmi e di accettarli come cambi di percorso. Ho fatto degli errori nella vita? Sì, con gli elementi e il percorso che avevo allora, non avrei mai potuto fare una scelta diversa. Col senno di poi uno rivaluta certe decisioni, ma si accorge che il percorso è stato altrettanto importante. Perché, quando si sbatte il muso su certe cose, non ha più la possibilità di aggirare i problemi, e solo lì si fanno i conti e si cresce. Io ho fatto un percorso professionale abbastanza tortuoso e anomalo: nasco come umanista e come musicista classico, mentre ora lavoro nell’IT. Ho dovuto capire tante cose nel frattempo, ma sono contento di quello che faccio. Quindi un percorso multitasking? Sì, abbastanza eclettico. Oggi ti chiedono spesso una specializza- zione, quindi anche quando devo cercare lavoro, faccio sempre un po’ fatica. In realtà un approccio eclettico è una cosa che ti da molto respiro e una grandeserenitàperchédici:”guardahovistounlato e l’altro, soffro per le cose in un modo e nell’altro”, e questo ti dà molta serenità.Anche questa intervista l’ho affrontata con estrema serenità. Quindi la risposta centrale è: le batoste! Le batoste servono! A nessuno piacciono, poi sembrano sempre peggio. Invece, quando le hai superate, dici: “Eh Vabbè, è lavoro no?”. Hai fatto pazzie per amore? Ti potrà sembrare una cosa banale, ma mettere una persona prima di me, è l’unica cosa che interrompe l’”Io”. Mettere davanti un’altra persona ti fa dimenti- care di te stesso? Dimenticare no, perché dimen- ticarsi di sé stessi non è mai una buona scelta, se ti dimentichi di te stesso, prima o poi te stesso viene a ricordarti che ci sei. Intendo dire rendersi conto di aver bisogno di certe cose, ma metterle da parte momentaneamente e dire: “è una scelta consapevole e non una scelta cieca”.L’amore cieco “dura minga”. Noi abbiamo un motto: “costruire un mondo migliore”, che è generica come cosa, ma che abbraccia tante idee. Tu cosa fai o faresti per costruire un mondo migliore?Cercodiconvincere lepersonechepartecipareèsemprepiùimportante che comprare. Che essere protagonisti è sempre più importante di essere spettatori. Partecipare, mettersi in gioco, buttarsi in una cosa ancora prima di aver pensato a “ma sì, ma no”, mettere da parte un sacco di remore ed essere parte di un gruppo, esserci. Nelle cose bisogna esserci, e poi queste succedono. Per quanto riguarda me, nell’IT, nell’open source, questo modo di partecipare alle community di incontri e di confronto ti fa scoprire che sai molto meno di quello che pensavi. Incontri della gente veramente in gamba, come incontri della gente come te. Siamo tutti un po’ viaggiatori in diverse fasi di un percorso: non c’è quello che sa tutto e quello che non sa niente, non ci sono il maestro e l’allievo. Ci sono il viaggiatore esperto e quello che ha appena iniziato. É un modo diverso di vedere le cose, siamo tutti compagni di viaggio e questo mi piace molto. #Ritratto Mariano Cunietti Open Cloud Manager Irideos spa irideos.it Mariano Cunietti Open Cloud ManagerGuarda il video dell’intervista qui Torna all’indice
  • 47. Valentina indossa una camicia di boutique in tessuto damascato. Il pantalone in cotone di color amaranto a vita alta con cintura in tessuto legata a fiocco. La giacca è in stile retrò, modello Jacquard. I gioielli portati con eleganza da Valentina sono dei braccialetti con bead personalizzati in argento e vetro di murano, l’orologio è di manifattura vintage e gli orecchini sono in perla di mare. A completare l’outfit di Valentina, delle scarpe stringate in camoscio blu, modello Oxford. Valentina Gallio Sales Manager Valentina Gallio Sales Manager Innovaphone innovaphone.com 9392 Torna all’indice
  • 48. 94 Abbiamo ideato questo format di intervista con l’idea di liberarci dallo stress che si accumula nella vita di tutti i giorni e ritrovare un po’ di spensieratezza e leggerezza. È così che gli intervistati hanno pescato dalla scatola di B.LIVE un bigliettino con una attività simpatica e alternativa, che gli facesse ritrovare lo spirito giocoso nascosto dentro di sé! LIBERI TUTTI SELFIE E GADGET Guarda il video di Giorgio alle prese con un selfie dai mille gadget: Giorgio Netti Direttore Marketing Fusco mangimifusco.it Riuscirai a indovinare la canzone cantanta dal simpatico Giovanni? provaci! CANZONI ACCENNATE Giovanni Gueli Chief Financial Officer Vorwerk Italia corporate.vorwerk.com/it L’ABBRACCIO Il nostro Marco deve trovare qualcuno a cui regalare un bellissimo abbraccio: ce la farà? Marco Spezzaferri Sales Executive Piteco spa pitecolab.it La solare Daniela stupisce qualcuno con un abbraccio davvero inaspettato e gradito: L’ABBRACCIO Daniela Rossi Responsabile Comunicazione MTU Academy mtuacademy.org Guarda il video qui Guarda il video qui Guarda il video qui Guarda il video qui 95Torna all’indice
  • 49. 96 97 Cristiano Dondi IT Manager Almet Italia srl almetitalia.com “Gentilezze a caso” Facciamo finta che siamo sulla panchina e ci racconti qualcosa di te? Eleonora rompe il ghiaccio così per iniziare l’intervista con Cristiano. Che cosa ti rende felice? L’amore, quando c’è. C’è un profumo che ti riporta a un momento della tua infanzia? Che bella domanda, sicuramente il cibo della domenica della mia mamma. Io sono bolognese, quindi potete immaginarvi le teglie di lasagne, il meraviglioso odore del ragù. Tutte cose che mi legano a mia mamma e al pranzo in famiglia. Se domani mattina ti svegliassi nei panni di qualcun altro chi vor- resti essere? Onestamente è un pensiero che non ho mai fatto, alla fine i miei quattro panni mi vanno benissimo. Faccio quello che posso e cerco di farlo al meglio. Non ho tutta questa voglia di svegliarmi nei panni di un altro, anche perché poi ci sarebbero i problemi di un altro e ne ho già abbastanza dei miei. Non mi sono mai posto nell’ottica di poter abbandonare la mia vita per vivere quella di un altro. Quali sono state le scelte determinanti della tua vita?E`unadomanda difficilissima. Spesso le scelte si fanno perché sei davanti a certe situazioni inaspettate e sei obbligato a fare una scelta. Non ricordo di aver mai fatto delle scelte deliberate così forti, veramente volute. Mi sono sempre trovato di fronte a situazioni davanti alle quali ho dovuto decidere. Di scelte importanti ne ho fatte tante, la vita ti pone spesso di fronte a decisioni e comunque ciascuna è determinante. Non sono fatalista, ma credo al fato. Hai mai fatto qualche pazzia per amore e ce n’è una in particolare che ci vuoi raccontare? Sì, certo. Ne ho fatte diverse, però una me la ricordo perché è buffa. Un giorno sapevo di poter incontrare una persona in un certo posto e a una certa ora, ma non avevo nessuna garanzia che ci fosse. Quel posto era a Roma e io ero a Bologna. Ho preso un treno e ci sono andato. Ovviamente la persona non si è fatta viva, ma questo è un altro discorso. Però tu ti sei messo in gioco e hai rischiato per amore? Assoluta- mente si. L’effetto era la sorpresa, speravo succedesse perché sarebbe stato una cosa meravigliosa. Spesso abbiamo delle paure, ci troviamo di fronte a tante dif- ficoltà. Hai qualche consiglio per affrontarle? Buoni consigli da me? E’ dura! Posso dirti che le situazioni esistono e quindi in qualche modo vanno affrontate. Bisogna razionalizzare queste situazioni, perché ci sono tante cose che spaventano, ma non spari- scono solo perché tu hai paura. Bisogna in qualche modo affrontarle. Noi siamo i B.Livers e la nostra frase è “essere, credere, vivere” e abbiamo uno scopo: costruire un mondo migliore. Tu che cosa fai per costruire un mondo migliore? Io faccio gentilezze a caso. Trovo che fare una gentilezza sia comunque un gesto bello, esteticamente bello e quindi mi da gioia, mi da felicità. Io le faccio, quando posso. Faccio una gentilezza a caso. Perché no? Tra scegliere se ignorare una persona e farle una gentilezza, preferisco fare una gentilezza, perché la faccio anche a me stesso. La gioia è il carburante per qualsiasi cosa. Mi fai un esempio? Ad esempio questa mattina Flaminia ha iniziato a lavorare alle 8:05 e io le ho portato il caffè. #Ritratto Guarda il video dell’intervista qui Cristiano Dondi IT Manager Torna all’indice