1. Lu Laurieddhru”, il folletto dispettoso che animava i racconti di
paese ed il cui nome cambia a seconda dei diversi paesi.
Laureddri, skazzamurreddri, sciacuddri, urri. Ci sono
innumerevoli nomi per descrivere questo burlone folletto che
tante volte infesta le case e che un tempo faceva disperare i
“massari”. Si tratta del folletto salentino che infesta con il suo
spirito burlone tanti luoghi. Preferisce le masserie, ma non
disdegna neppure le campagne ed i luoghi abitati. I massari si
disperavano per la sua presenza rilevabile dal fatto che le
lunghe code dei cavalli si ritrovavano magistralmente
intrecciate. A volte due o tre cavalli formavano una treccia
lunghissima, altre volte le criniere e le code mostravano
stupende treccine. Ma questo non è l’unico modo in cui si
manifestava questo folletto. Ama anche, ad esempio, creare
un rumore infernale mettendo in subbuglio le cucine e
rovesciando pentole, padelle, coperchi e piatti. In alcuni casi,
invece, si accanisce contro una singola persona. Il malcapitato,
nel sonno, avverte un senso di pesantezza e “perde il respiro”
per via del peso molto concentrato sul petto. Il folletto, infatti,
è molto piccolo ma pesante, nerboruto, veloce e dall’aspetto
del viso simile al fauno. Le orecchie a punta, la barbetta a
fomra di becco ed un copricapo a punta. A volte possiede una
lunga coda, altre volte ne è privo. Per liberarsene – nel caso
disturbi i vostri sogni – occorre mettere davanti alla porta una
scopa di saggina oppure un tappeto di lana annodata. Non
resiste, infatti, alla tentazione di annodare e riannodare i fili. In
questo modo passa tutta la notte intento nel suo febbrile
lavoro lasciando riposare bene il malcapitato obiettivo delle
sue burle. Ma si può anche attendere il folletto fingendo di
dormire. Se si è veloci e coraggiosi si può tentare di strappargli
il cappello dalla testa. In questo caso, per riaverlo, vi offrirà
una pentola colma di monete d’oro. Sì, lo skazzamurreddru
porta ricchezza, e chi è riuscito a catturarlo con vari trucchi ha
sempre trovato un’acchiatura. Insomma, uno spiritello burlone,
sostanzialmente innocuo che se trova un uomo furbo lo rende
ricco.