1. 44 9 luglio 2016
nite & go vote”. Uniamoci e andia-
mo a votare. Dopo aver portato
decine di migliaia di persone nelle
piazze lo scorso anno per protesta-
re contro le nuove leggi di sicurezza
entrate in vigore a fine marzo - che daranno alle
forze di autodifesa giapponesi più libertà d’azione
fuori dai confini nazionali - con questo slogan, in
inglese, il gruppo studentesco Student emergency
action for liberal democracy (SEALDs) ha lanciato
una campagna di sensibilizzazione al voto tramite
i suoi account facebook e twitter. Grazie a inter-
net, si rivolgono ai propri coetanei, da decenni
considerati i più politicamente afasici. Li invitano
a partecipare alla manifestazioni, ai comizi eletto-
rali, a informarsi e votare con coscienza. Qualcosa
che negli ultimi anni nessun movimento politico
aveva mai fatto: secondo un recente sondaggio
più della metà degli studenti dei licei non parla
mai di politica né a casa né a scuola.
È questa la vera sfida per i partiti d’opposizio-
ne e i movimenti della società civile: stimolare
la partecipazione dei più giovani, sulla carta più
progressisti, e intercettare il malcontento verso la
maggioranza, costituita dal blocco Partito liberal
democratico e dal Komeito - formazione legata ai
buddisti della Soka Gakkai. L’astensione è la vera
bestia nera: nel 2012, anno dell’elezione del se-
condo governo Abe, aveva votato appena il 59,3
per cento degli aventi diritto, mentre nel 2014 si è
toccato il minimo storico al 52,6.
“Vogliamo una politica per tutti, ora!”, recita uno
degli slogan dei SEALDs, lanciato in occasione
dell’apertura della campagna elettorale lo scorso
19 giugno. Non correranno direttamente, dopo
aver organizzato decine di manifestazioni nel
2015 e favorito la nascita della piattaforma uni-
taria dell’opposizione, si scioglieranno. È stato il
loro leader, il 24enne Aki Okuda, ad annunciarlo
lo scorso maggio: «Siamo riusciti a far sentire la
nostra voce», ha detto al quotidiano
Mainichi. Intanto, l’impegno di alcu-
ni dei loro membri continua con la
Civil alliance for peace and constitu-
tionalism (Shimin Reng), un network
di movimenti nati sulla scia delle
proteste pacifiste dello scorso anno,
e a fianco dei partiti di opposizione
- democratici, socialisti e comunisti,
su tutti - che in molte province del Paese hanno
deciso di correre con un candidato unitario. Per
loro, le prossime elezioni saranno un “esperimen-
to” di democrazia diretta, in cui società civile e
partiti sosterranno candidati scelti sulla base di un
comune programma politico. Uno dei leader del
fronte dell’opposizione, il veterano della politica
giapponese Ichir Ozawa, al termine di un comi-
zio elettorale a Morioka, nel Nordest del Paese, si è
sbilanciato: «Vinceremo a tutti i costi».
Al di là degli esperimenti a sinistra, quelle del
prossimo 10 luglio, saranno elezioni importanti
per altri aspetti. Si rinnova metà della Camera dei
consiglieri, la Camera alta della Dieta. La vittoria
del blocco di maggioranza sembra scontata, ma
il fronte unito dell’opposizione potrebbe soffiare
alcune province dove si elegge un solo candida-
to. Le zone calde sono il Nordest del Giappone,
dove molti elettori sono disillusi sull’operato del
La vera sfida per i partiti
d’opposizione: stimolare
la partecipazione dei più
giovani, sulla carta più
progressisti, e intercettare
il malcontento nei confronti
della maggioranza
“U
Quelle del 10 luglio saranno elezioni importanti. Si rinnova metà
della Camera alta della Dieta. La vittoria della maggioranza
sembra scontata, ma l’opposizione potrebbe vincere in alcune province
di Marco Zappa
GIAPPONE
ALLA PROVA DEL VOTO