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INCHIESTA
BALI
di Lucia Ingrosso
l.ingrosso@millionaire.it
Natura, artigianato, colori, sapori.
Bali è il cuore del sogno indonesiano,
ma tutto il Paese è in piena crescita.
E premia chi sa reinventarsi.
Ecco come intraprendere (bene)
e vivere meglio in Indonesia
opportunità
imprenditoriali
e ottimismo
&
INDONESIA
Lamagiadell’Orienteeicomfortdell’Occidente.
Spiritualità e boom economico.
Una popolazione locale sorridente e una manodopera a basso costo.
Spiagge meravigliose, piscine naturali,
laterzaforestapluvialedelmondo,templiemontagne.
Maanchegrandicittà,cantieriovunque,abbondanzadirisorsenaturali.
L’IndonesiaoggièunPaeseaccoglienteeinpienacrescita,
chepremiachisareinventarsiedàunamanoachinonhapaura
diintegrarsiinunaculturasìdiversa,maanchericchissimadicontenutiesuggestioni.
«L’Indonesia è l’Italia di 30 anni fa: tanta voglia di fare e di crescere» sintetizza Roberto Capodieci, dal 2004 a Bali.
E proprio Bali, “l’isola degli dei” con oltre quattro milioni di abitanti (di cui oltre circa 2.000 stranieri con per-
messo di soggiorno e qualche centinaio di italiani) e turisti da tutto il mondo, è il cuore del sogno indone-
siano. Natura, artigianato, spiritualità. Ma elencare ciò che c’è a Bali non basta a raccontare ciò che Bali è.
Qui, dagli anni 70, sono arrivati i globetrotter da mezzo mondo. Qui si viveva con pochi soldi e molte sug- :
,
41
millionaire
gestioni. Proprio il mix di
cultura, natura, spiritualità ha
attirato una generazione di ar-
tisti, designer, artigiani, stilisti.
Una classe “colta” di emigranti.
«Bali ha un’energia che altre
isole non hanno. È come se
risvegliasse qualcosa che uno
ha nel suo profondo» sinte-
tizza il designer Maurizio Cau.
Secondo i balinesi, Bali è al cen-
tro dell’universo. Verità o leg-
genda? Di sicuro siamo al limite
della spaccatura continentale
che divide l’Asia dall’Australia.
C’è poi un vulcano “magico”. Il
verde particolare delle risaie. E
una sintonia tra italiani e balinesi.
Un’indole che li unisce e fa fun-
zionare i matrimoni e gli affari.
«I punti di forza di quest’iso-
la? Il mite clima tropicale, le
bellissime cerimonie rituali, la
natura, l’artigianato, i colori, i
sapori... Qui l’incontro con ciò
che è diverso è ma-
gico e affascinan-
te» dice Giuseppe
Confessa, console
italiano a Bali.
I primi italia-
ni sono ar-
rivati a Bali negli anni 70. Tra
loro molti artisti, artigiani, desi-
gner che tuttora abitano l’isola.
Cosa fare a Bali
«C’è chi fa l’antiquario, chi realizza
mobili rustici, chi ha laboratori di
ceramica. Sul fronte alimentare, co-
me non citare chi fa la pizza, ormai
quasi diventato un piatto nazionale.
E ancora, qui ci sono produttori di
mozzarelle e cioccolato. Infine, c’è
anche chi ha piantato vigneti e ini-
ziato a produrre vino in un Paese
che ha leggi molto severe sull’im-
portazione e lo smercio di bevan-
de alcoliche» prosegue Confessa.
Fra tanti punti a favore, qualche
limite. Sull’isola la concorrenza è
piuttosto accesa, quindi per emerge-
re serve davvero una marcia in più.
Per info ulteriori http://blog.ba-
liexpat.com, blog in inglese, dedi-
cato a chi vuole trasferirsi a Bali.
Ma l’Indonesia non è solo
Bali. «È un universo va-
riegato che comprende
17mila isole, quasi 250
milioni di abitan-
40 millionaire
INCHIESTA
euro
=13.050 rupie indonesiane
1
1
il mappamondo
:
:
Superficie: 1.904.443 kmq
Posizione: sud-est asiatico. È un
arcipelago di oltre 17mila isole (solo un
quarto abitate), il più grande del mondo. Le
isole principali sono Giava, Sumatra, Irian
Jaya e l’arcipelago di Sulawesi.
Popolazione: 239 milioni di abitanti.
Capitale: Giacarta (10 milioni di
abitanti).
Forma istituzionale: repubblica
presidenziale.
Membro di: Apec, Asean, Oci, Onu, G20.
Moneta: rupia indonesiana (1 euro vale
13.050 rupie).
Reddito medio annuo: 5.000 dollari
(3.850 euro).
Fuso orario: Sumatra e Giava sono 5
ore avanti rispetto all’Italia, Bali 6, 7 per
l’Indonesia Orientale.
Clima: tropicale, piogge da dicembre
a marzo, secco nel resto dell’anno;
temperature sempre miti.
Lingua: bahasa indonesia, giavanese
(inglese poco diffuso, ma conosciuto nel
mondo degli affari).
Religione: musulmani (87%), cristiani
(10%), induisti (2%), buddisti (1%).
43
millionaire
ti, risorse naturali, grandi
attrattive e moltissime oppor-
tunità» esordisce Samuele Por-
sia, direttore dell’Ice di Giacarta.
Ed è anche un Paese in cui aumen-
ta il reddito procapite e il numero
di milionari. Uno
di questi, Erick
Thohir, impren-
ditore 43enne di
Giacarta, a capo
di un impero che
fattura 25 miliar-
di all’anno, ha
offerto ben 280
milioni di euro a
Massimo Moratti per l’acquisto
dell’Inter. Offerta per ora respin-
ta al mittente, ma indicativa della
nuova geografia della ricchezza.
«Questo è un Paese importante,
in un momento importante. Sta-
re qui vuol dire andare a braccetto
con la storia. C’è pieno fermento e
succedono le cose: si costruiscono
grattacieli, nascono centri commer-
43
millionaire
le luci le ombre
ciali, si inaugurano linee della metro-
politana. Essere qui aiuta a sentirsi gio-
vani» afferma Romeo Orlandi, econo-
mista, professore universitario, sinolo-
go e vicedirettore di Osservatorio Asia.
Pil in crescita
Si tratta del più grande arcipelago del
mondo e il quarto Paese più popolo-
so della Terra. Economicamente è in
INCHIESTA
«Bali ha un’energia che altre isole non hanno.
è come se risvegliasse qualcosa che uno ha nel
suo profondo. C’è di più. Clima mite tutto l’anno,
bellissime cerimonie rituali, colori, sapori...»
pieno boom: quest’anno per il suo
Pil è atteso un aumento del 6%, do-
po che tra 2007 e 2012 era cresciuto
mediamente del 13,4%. L’Indonesia
punta a diventare la decima potenza
economica mondiale e la seconda “i”
dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina,
Sudafrica), che raggruppa i Paesi va-
sti, popolosi, ricchi di risorse, in pieno
sviluppo e forte crescita economica.
› Bellezze naturali
› Grandi dimensioni
› Crescita economica
› Abbondanza di risorse naturali
› Basso costo del lavoro e della vita
› Stabilità politica
› Multiculturalità
› Varietà di situazioni
(dalla megalopoli all’isoletta
incontaminata)
› Clima mite (26-32 °C tutto l’anno)
› Popolazione rilassata e
amichevole
› Nelle città e zone turistiche
servizi e prodotti occidentali
› Inglese diffuso solo
nel mondo degli affari
› Burocrazia
› Corruzione
› Dazi
› Limiti per gli stranieri
di fare business da soli
› Regole del gioco che
cambiano spesso
› Sanità e istruzione
pubbliche a bassi livelli
› Differenze di mentalità
› Difficoltà a ottenere
i permessi di soggiorno
(se non si porta capitale)
«Nonacaso,èappenastataorganizzata,
dopo 16 anni, una missione imprendi-
toriale che ha portato dall’Italia a Gia-
carta 57 aziende, 10 associazioni im-
prenditoriali e 8 banche intenzionate
a fare affari in Indonesia. Si tratta di un
Paese in forte crescita, in cui la richiesta
di beni di lusso è in grande aumento.
Solo a Giacarta, esistono una trentina
di Mall (centri commerciali) dove si
Economicamente
l’Indonesia è in pieno
boom. Punta a diventare
la decima potenza
economica mondiale. Stare
qui significa vivere dove
succedono le cose
trovano tutte le firme italiane al top,
in assoluto le più amate. Ogni anno
qui si vendono più di 70 Ferrari. L’éli-
te ricca rappresenta il 5% del totale,
ma è in crescita il potere d’acquisto
delle classi medie (il 10% del totale),
che apre la strada a prodotti e marchi
di fascia inferiore» prosegue Porsia.
I margini, in effetti, non mancano, se
pensiamo che i rapporti economici tra
i due Paesi sono al momento piuttosto
scarsi: 1,23 miliardi di euro l’export
italiano e 2,08 miliardi di importa-
zioni dall’Indonesia lo scorso anno.
Piccoli numeri, ma in forte crescita:
+50% nell’ultimo anno. Inoltre sono
allo studio misure per attrarre investi-
menti esteri: ammortamenti accelerati,
meno tasse e dazi all’importazione.
Piazza ideale per…
«L’Indonesia è una piazza ideale per
agroindustria, componentistica auto,
meccanica, costruzioni ed energia»
assicura l’ambasciatore Federico Failla.
La domanda di beni di consumo è
:
:
42 millionaire
42 millionaire
45
millionaire
}
INCHIESTA
reale e in crescita: cibo, moda, auto,
motorini(èunodeiPaesiapiùaltaden-
sità di centauri), edilizia, arredamento...
«L’export verso l’Indonesia resta penaliz-
zato sia dai dazi (10% per gli alimentari,
20% per i mobili, 40% per le auto...) sia
dalle barriere non tariffarie. La trafila,
dal punto di vista di certificazioni,
etichettature, standard qualitativi, è
talmente complessa da scoraggiare
o rendere spesso non più convenien-
ti le esportazioni» prosegue Porsia.
Affariconsocilocali
Stesso problema per chi vuole apri-
re un’attività in loco (bar, ristoran-
te, albergo, negozio...). La strada
che si consiglia di seguire è quella
di aprire una società con soci locali.
Spiega un imprenditore italiano da an-
ni in Indonesia: «La prima possibilità
è quella di aprire una Pma, cioè una
società “mista” di italiani e indone-
siani. È soggetta a controlli frequenti
e a una tassazione più severa. Adatta
per progetti di grosse dimensioni. Per
investimenti più bassi, la soluzione
è quella di una Pt, cioè di una socie-
il costo
della vita
«Ci sono poi un vulcano
magico, il verde delle
risaie e una sintonia
tra italiani e balinesi
che fa funzionare
matrimoni e affari»
200-300
euro al mese: quanto basta
per vivere in Indonesia
accontentandosi (lontani
da Giacarta)
3euro pranzo in un
ristorante medio (con 20
si è al top)
15euro al kg, costo
della carne locale
3 euro al kg, arance
e mele
2,5euro una corsa
in taxi
0,80 euro un’ora
di lavoro domestico
100euro costo della
manodopera mensile
da 80 a 400
euro al mese affitto di un
appartamento in centro
a Giacarta
tà solo indonesiana, con un prestanome
locale. Il percorso è legale, anche se con
qualche limite e alcune accortezze da se-
guire. Se si lavora “fisicamente” in azien-
da, bisogna “autoassumersi” e procurarsi
il Kitas, il costoso permesso di lavoro,
qui l’ufficio immigrazione non scherza!».
L’Indonesia è ricca di opportunità anche
dal punto di vista delle risorse naturali:
petrolio, gas naturale, stagno, rame, oro,
carbone... I principali prodotti agricoli
sono legno, riso, cacao, tè, caffè, spezie,
alghe, gomma... La tassazione dei
:
:
44 millionaire
47
millionaire
INCHIESTA
redditi aziendali è intorno
al 15% (circa la metà dell’Italia).
«Una delle attrattive del Paese è
il basso costo della manodopera
che, per lavori despecializzati, non
supera 100 euro mensili. La popola-
zione locale è gentile e disponibile
anche se spesso fin troppo rilassata:
guai a metterle fretta. Per gestire per-
sonale qui, consiglio di assumere
un indonesiano affidabile e con
un buon livello di studi cui delega-
re il potere da supervisore» spiega
Matteo Ferrando, 31enne romano,
che con il fratello gestisce due ri-
storanti a Bali (vedi box a pag. 51).
Come avvicinare
questo mercato
«Bisogna informarsi prima, non
partire all’avventura. Solo il viag-
gio richiede un giorno e mezzo e
la prima permanenza consigliata è
di una settimana. Occorre avere le
idee chiare sul settore in cui ope-
rare. L’Ice offre consulenza e studi
di settore ad hoc» continua Porsia.
Ma quali sono i settori più redditizi?
«Ristorazione, costruzioni, alber-
ghi, edilizia, infrastrutture, tessile.
L’Indonesia è grande e varia. C’è
la capitale, che è una megalopoli
piena di Mall. C’è Bali che è al top
per turismo e design. C’è Papua, al
confine con la Nuova Guinea, che
è ancora una zona vergine» prose-
gue il direttore dell’Ice di Giacarta.
Gli investimenti
«Ancora bassi, finché dura. Con 30mi-
la euro si possono iniziare a fare pic-
coli business: ristorantini e negozi in
posti turistici ben frequentati. Se si
gioca di anticipo, con circa 100mila
euro, si può fare molto e in grande
nel settore dell’edilizia turistica. Bi-
sogna avere occhio per il valore dei
terreni e il movimento dei turisti. Bali
sta diventando troppo inflazionata. Il
futuro, per chi ha coraggio, potrebbe
essere, per esempio, nella vicina isola
di Lombok» continua Ferrando.
Intervista con Riccardo Federico Rocca,
presidente della Camera di commercio
italiana per il Sud-Est asiatico.
Quale iter seguire?
«Prima cosa: farsi i conti in tasca e definire la
somma che si è disposti a investire nel progetto.
Gli investimenti all’estero hanno sempre tempi di
rientro abbastanza lunghi».
Oltre al capitale, che cosa serve?
«Una forte motivazione.In Italia,per quanto ci
si lamenti,si vive bene.Trasferirsi in Indonesia è
comunque impegnativo.Va poi fatta una scelta:
avviare un’attività e poi rientrare dopo tre-cinque
anni,completata la fase di startup oppure stabilirsi
nel Paese in via pressoché definitiva? Fondamentali,
poi,soci e/o collaboratori affidabili».
Ostacoli burocratici?
«Lo straniero con competenze,professionalità
e capitali che intenda lavorare in Indonesia non
incontra eccessivi ostacoli.Tuttavia,ci sono regole
precise.Per esempio,in Indonesia il settore del
commercio al dettaglio,per legge,è riservato ai
cittadini indonesiani.Ci sono poi leggi non scritte:
alcuni settori sono di fatto controllati da gruppi
economici locali in condizioni di semimonopolio e
per gli stranieri è difficile entrarvi».
La vostra struttura che supporto offre?
«Noi affianchiamo l’imprenditore nella fase
di impostazione del progetto,una cattiva
programmazione è la principale causa della maggior
parte dei fallimenti.In particolare,verifichiamo
se le risorse finanziarie,umane e tecniche a
disposizione siano sufficienti.Controlliamo poi
l’affidabilità di eventuali soci e le chance di
successo offerte dalla location.Organizziamo
anche un network di persone affidabili – dal legale
al commercialista,dalla banca agli agenti – che
supportino l’impresa con continuità».
Imparare la lingua locale è necessario?
«La lingua locale,relativamente semplice da
apprendere,in genere è essenziale per fare
business.In alcune attività di nicchia basta
l’inglese.Nei primi tempi,è consigliabile assumere
un interprete che agevoli la comprensione».
Quali i business più promettenti?
«Il turismo,il settore agricolo,le energie rinnovabili
e tutti i servizi ad alto valore aggiunto.Per i grandi
gruppi ci sono enormi possibilità nel settore delle
infrastrutture e nella valorizzazione delle risorse
naturali.Di recente,Pirelli ha realizzato uno
stabilimento per la produzione di pneumatici per le
motociclette,un settore in straordinaria crescita».
Visto turistico
1 mese
Puoi richiederlo
all’aeroporto di arrivo.
Costa 25 dollari (18 euro),
dura un mese e non è
rinnovabile.
Visto di lavoro (kitas)
Ti permette di risiedere e lavorare.
Si ottiene aprendo una società in
Indonesia (o essendone dipendente).
Costa 900 euro all’anno, va rinno-
vato ogni cinque e servono in media
quattro mesi per ottenerlo.
«Capitali,
motivazione e
collaboratori»
il visto
} Visto turistico
rinnovabile
Puoi richiederlo alle autorità indonesiane
in Italia (consolato o ambasciata). Costa
34 euro, dura 2 mesi, si può rinnovare
per altri 6 (45 euro al mese) se trovi in
Indonesia uno sponsor che fa da garante.
l’esperto
:
:
«Il grosso patrimonio
dell’Indonesia è costituito
dalle sue 17mila isole.
Vicino a Lombok è stata
installata una turbina
per produrre
energia “marina”.
Se funzionerà,
si apriranno spazi
per valorizzare
migliaia di isole»
46 millionaire
49
millionaire
Cosa attira in
Indonesia?
«Un mix di fattori: territorio di
bellezza struggente e grande pra-
ticabilità, clima mite, qualità della
vita discreta e in crescita, stabilità
politica, disponibilità di prodotti oc-
cidentali, ambiente multiculturale e
multietnico, popolazione cordiale
e aperta» spiega Ro-
meo Orlandi, autore
del libro Indonesia.
Passaggio a Sud-Est. E
poi le isole, il mare.
Spiega Riccardo Fe-
derico Rocca, presi-
dente della Camera
di commercio italiana per il Sud-
Est Asiatico: «Un grosso patrimonio
dell’Indonesia è costituito dalle sue
17mila isole, ma molte di queste
sono difficili da raggiungere o prive
di elettricità e servizi. È anche vero
che grazie all’evoluzione tecnolo-
gica molti problemi sono in via di
superamento. I ponti radio rendo-
no ormai non più necessarie le reti
di telefonia fissa. In prossimità di
Lombok è stata installata di recente
una turbina per produrre energia
dalle correnti marine. Se il siste-
ma funziona, si apriranno enor-
mi spazi per valorizzare a fini tu-
ristici migliaia di isole e isolotti».
INCHIESTA
Qualche ombra
«I difetti di Giacarta: inquinamento,
traffico, rumore. Rimangono grandi
differenze tra i pochi ricchi e i molti
poveri. La sanità pubblica è a livelli
bassi: per essere ben curati, occorre
rivolgersi a strutture private. Per emer-
genze si gravita su Singapore» spiega
Samuele Porsia, direttore dell’Ice.
Entrare nel Paese non è diffici-
le: il Visto turistico di un mese
può essere chiesto all’aeroporto.
«Il Paese accoglie con entusiasmo gli
investitori. Più difficoltà, invece, per chi
entra per lavorare, perché si è conside-
rati in concorrenza con la forza lavoro
locale. Bassi gli stipendi locali, ma il co-
sto della vita è in linea» continua Porsia.
Altri aspetti negativi raccontati da un
imprenditore italiano in Indonesia:
«Gli uffici correggono leggi modifi-
cosa tenere
d’occhio
Banche moderne
Il sistema bancario in
Indonesia è molto moderno e
ben sviluppato.
Il Paese è un
cantiere Il Governo vuole
costruire 4.500 km di nuove
strade entro il 2025. Boom per
i produttori di cemento.
Classe media in
aumento Entro il
2020 potrebbe arrivare a
rappresentare il 54% del totale.
Legno
L’Indonesia ospita la terza
foresta pluviale del mondo. Di
recente, la Corte costituzionale
indonesiana ha restituito alle
comunità locali il diritto di
gestire le proprie aree forestali.
Made in Italy
Sempre alta la richiesta di beni
di lusso con griffe del Belpaese.
:
Auto (e motorini)
Al momento, l’Indonesia è
al terzultimo posto in Asia
per possesso di auto (ce ne
sono 35 ogni 1.000 abitanti).
Ma la crescita attesa del
settore è del 16% in 5-7 anni.
In Indonesia c’è la più alta
penetrazione di motorini.
48 millionaire
51
millionaire
INCHIESTA
cando clausole ogni 10 minuti
e neanche i funzionari sono sicuri di
quel che stanno facendo. Poi esiste
la corruzione e una forma di racket,
anche se in forme più economiche
dell’Italia. E ancora: non sai mai che
cosa aspettarti. Magari fai business
con una villa vista mare e due an-
ni dopo ti costruiscono davanti un
grattacielo in cemento armato».
Mette sul chi va là anche Giuseppe
Confessa, console italiano a Bali:
«Gli spazi operativi per gli stranie-
ri si stanno riducendo. Il capitale
iniziale è spesso oneroso». Prose-
gue Riccardo Federico Rocca: «La
proprietà della terra è riservata ai
cittadini indonesiani. Gli stranieri
possono stipulare contratti di affitto
fino a 30 anni di durata. Possibili-
tà maggiori esistono per acquista-
re appartamenti: la proprietà non
risulterà piena, ma con qualche
Matteo Ferrando, 31 anni, ro-
mano, si è trasferito a Bali con
il fratello.
I locali. «Abbiamo due ristoranti.
Uno situato a Kuta, patria mondia-
le del surf, della “baldoria” nonché
luogo d’incontro cosmopolita. L’altro
nel cuore della “Bali per bene”. L’a-
rea si chiama Canggu. Famosa per le
risaie, le ville, i templi».
Le dimensioni. «Tutti e due i risto-
ranti sono al di sotto dei 30 coperti,
cosa che facilita moltissimo l’aspetto
burocratico per via di richieste, per-
messi, certificati, tasse».
La cucina.«Niente cucina indone-
siana, italiana, messicana o giappo-
nese, che qui sono già inflazionate.
Sfruttando gli ingredienti locali mol-
to economici, offriamo al pubblico
una cucina fusion creativa e a bas-
sissimo costo. Warung Creative non
a caso è il nostro nome. Qualche
esempio? Pollo con cocco, papaya
con pomodoro, mela con chili, cre-
ando salse e connubi unici e gustosi.
Ci riforniamo da una panetteria che
produce baguette francesi, creando
una sezione sandwich d’ispirazione
europea e offriamo dolci fatti in casa,
tutte cose rare da trovare in Asia nei
ristoranti a basso costo».
Da Roma
a Bali: con
due ristoranti
Noi, padovani a Gili Trawangan
storia 1
«Siamo due fratelli:Antonio
(53 anni) e Carmine Lucio
(62) Sodano,originari di
Padova. Per anni abbiamo lavorato
come pellicciai,nella storica
attività di famiglia.A fine anni
80,con l’avvento del movimento
animalista,ci siamo resi conto che
era ora di cambiare mestiere».
Cosa avete fatto? «Abbiamo
chiuso l’attività prima della vera
crisi del settore.Io (Carmine,
ndr) ero stato in Indonesia ed ero
rimasto affascinato dai loro oggetti
e dai mobili in stile coloniale.Così
abbiamo iniziato un’attività di
import/export: tre-quattro mesi
in Indonesia a comprare e spedire
poi quattro-cinque in Italia a
vendere,fino al 1998,anno della
caduta del presidente Suharto.
Da quel momento,è scoppiato il
boom dell’etnico e i competitor
si sono moltiplicati.Così abbiamo
puntato sul turismo: complice il
cambio favorevole dollaro/rupia,si
potevano fare ottimi affari».
Come siete arrivati alle isole
Gili? «L’idea era di intraprendere
a Bali,poi sono capitato nelle isole
Gili e precisamente aTrawagan:
un mare che sembra una piscina
piena di tartarughe e pesci.Appena
arrivato,ho capito dalle pulsazioni
del mio cuore che il nostro futuro
sarebbe stato lì.Mi sono fermato
un paio di mesi,per capire com’era
la situazione,se c’erano mafie o
problemi per aprire.Tutto tranquillo:
mi sono inserito nella comunità di
400 anime,nel 2000 abbiamo aperto il
primo resort Almarik,poi venduto nel
2006.E poi abbiamo aperto il resort
Luce d’Alma».
Come vanno gli affari?
«Il resort va alla grande: abbiamo
presenze tutto l’anno.Intraprendere
in Indonesia è facile,basta essere
in regola con permessi e Visti.
L’investimento per partire nella
costruzione dipende da che materiali
si vuole usare (legno,bambù,mattoni)
e parte da 200mila-300mila euro.I
guadagni sono buoni e i costi bassi (il
salario medio di un dipendente è
70-80 euro al mese)».
INFO: http://lucedalmaresort.com
escamotage lo straniero può acquisire
il diritto di utilizzare l’appartamento
per un tempo indefinito. La normativa
è comunque in evoluzione». Ma, alla
base, bisogna tenere conto della diver-
sa di mentalità. L’Indonesia è un luogo
che sposa la magia, la spiritualità e la
bellezza dell’Oriente con le como-
dità, la mentalità e i servizi dell’Oc-
cidente. Ma le differenze restano.
«Noi occidentali siamo
una linea retta con
la presunzione di
pretendere che da A si
vada a B. Gli orientali
sono un cerchio.
Si perdono ovunque
ma, non si sa come,
si ritrovano sempre»
storia 2
I clienti.«Il nostro target gradisce il
buon cibo, ma controlla i prezzi del
menu prima di sedersi.».
I guadagni.«I ristoranti con questa
metratura, aperti per pranzo e cena,
possono calcolare in media quotidia-
namente circa 25 coperti (con grossi
margini di miglioramento). Lo scon-
trino medio è di 40mila rupie (oltre
tre euro). Si parla quindi di un milio-
ne di rupie al giorno (80 euro). E di
circa 30mila euro all’anno».
I costi. «Per le forniture si acquista
a 10 e si rivende a 30. Il personale
viaggia intorno a 80 euro mensili a
cameriere/a e 96 euro a cuoco/a. Le
tasse sul personale non si pagano
finché lo stipendio è al di sotto dei
160 euro mensili. Le tasse ammini-
strative sono al 10% su quello che si
dichiara. Il commercialista costa 32
euro all’anno. L’aspetto più oneroso
è l’affitto, che nelle zone turistiche
viaggia sui 500 euro al mese. Ora
vogliamo vendere uno dei due risto-
ranti (30mila euro, comunque tratta-
bili)» conclude Ferrando.
INFO: creativebali2012@gmail.com
:
Le Gili sono
un arcipelago
di tre isole:
Trawangan
(nella foto),
Memo, Air. Si
trovano tra
Bali e Lombok.
50 millionaire
› Ambasciata indonesiana in Italia,via Campania 53/55,00187 Roma.
Tel.06 4200911,www.ambasciata-indorom.com/indonesia,indorom@uni.net
Camera di Commercio italiana per il Sud-Est asiatico,piazza Belgioioso
2,20121 Milano.Tel.02 76318091,www.ccisea.org,ccisea@tin.it
› Itpc Milano (Ufficio indonesiano del commercio),via Vittor Pisani 8,20124
Milano.Tel.02 36598191,http://itpc-milan.com,itpcmilan@live.it
› Ufficio Ice (Agenzia per la promozione all’estero e
l’internazionalizzazione delle imprese italiane) di Giacarta: www.ice.gov.it/
paesi/asia/indonesia/index.htm,giacarta@ice.it
› Consolato italiano a Bali,www.italconsbali.org,sito@italconsbali.org
a chi rivolgersi
INCHIESTA
storia 4
A 5 anni si è appassio-
nato ai computer, a 9 ha
inventato il suo pri-
mo videogioco, a
13 ha creato un club
di assistenza per il
computer, a 14 ha
aperto una sua dit-
ta individuale. Mi
chiedo che cosa farà
a 40 anni». Con queste
parole Maurizio Costanzo
presentava Roberto Capodieci,
allora 22enne, in una delle punta-
te del Costanzo Show. Oggi Roberto,
originario di Mestre, ai 40 anni ci è
appena arrivato. E Millionaire lo ha
trovato. A Bali.
Come mai sei qui?
«Quando ho cominciato a fare bu-
siness sul serio ero ancora un ra-
gazzino. Da grande, l’Italia mi stava
stretta. Ho cominciato a viaggiare.
Ho passato 12 anni fra Italia e Stati
Uniti. Quando ho visto che la Cina
stava per diventare la nuova potenza
Luisella Zappetto, 46 anni, nati-
va di Sassari. Fa la vita che vuo-
le: giornalista e giramondo. L’a-
more (il marito lavora come geologo
in una multinazionale del petrolio)
l’ha portata in mezzo mondo: Angola,
Egitto, Olanda, Russia... E anche dopo
la nascita di Federico, 11 anni, lei ha
deciso di vivere lontana dall’Italia.
Perché?
«Quando spalanchi la porta sul mon-
do, ti rendi conto che tornare indietro
non è facile. Cambia il tuo modo di
vedere le cose e ti senti frustrato perché
è difficile condividere la tua visione e
certe esperienze di vita con chi non ha
«Io, giornalista
giramondo, in Italia
non torno più»
da leggere
Indonesia,Edt,
32 euro.
Indonesia.
Passaggio a
Sud-Est,a cura
di Romeo Orlandi,
il Mulino,20 euro.
economica mondiale,
ho deciso di passare
un anno a Singapore,
dove avrei imparato
il cinese, per poi tra-
sferirmi in Cina. Ma mi
sono innamorato di Bali,
e nel 2004 mi sono trasferito
a Ubud, un villaggio nell’entroterra,
storia 3
A Lombok c’è
tutto da fare
«A chiunque mi dice
“beato te”, io rispondo
“basta che compri un
biglietto e parti”. Non
è mai troppo tardi per
farlo. Si vive una sola
volta, vale la pena
vivere bene!»
sulle colline. Nel frattempo ho sposato
una ragazza di Singapore e abbiamo
avuto due bambini (ora di 3 e 5 an-
ni)».
Cosa fai a Bali?
«Ho aperto diversi business, tutti lega-
ti all’ambito informatico. Dalla crea-
zione di siti web, al marketing online,
dalla vendita di sistemi per la gestione
di negozi, allo sviluppo di software».
Ci sono opportunità?
«Qui l’economia è fiorente, fare busi-
ness è molto facile. Bisogna arrivare da
imprenditori, non sperare di trovare
un posto da dipendenti».
Consigli per trasferirsi?
«Investigate la situazione nell’isola qui
a fianco: Lombok. C’è tutto da fare».
storia 4 Io, giornalista giramondo, non torno più
mai vissuto Oltreconfine».
Da due anni,vivi a Giacarta:
luci e ombre?
«Il principale problema del Paese è
la corruzione i cui esiti sono palpa-
bili nella vita delle persone: traffico
e inquinamento, mancanza di infra-
strutture, scuole pubbliche inefficienti,
sistema sanitario che costringe chi può
permetterselo a cercare cure migliori a
Singapore o Bangkok. Tra i vantaggi:
l’Indonesia è uno di quei Paesi dove in
genere un europeo riesce a vivere be-
ne. Ovviamente all’inizio non è facile
abituarsi al modo di fare asiatico e alla
città. I locali sono spesso sorridenti e
disponibili, ma la differenza culturale
è marcata».
Checosapuòfareunitalianoche
arriva in Indonesia?
«Gli indonesiani ci
considerano com-
petenti e questo può
aprire le porte a molte attività
nel campo della ristorazione, del
design e della moda (qui a Gia-
carta sono ambiti molto vivaci,
nei quali l’Italia gode sicuramente
di un vantaggio), del benessere (è
tutto un fiorire di palestre di yoga, pi-
lates, fisioterapisti, insegnanti di danza
di altre nazionalità)».
Luisella ha scritto un
libro: Vivere felici all’e-
stero. Come trasfor-
mare una necessità in
una grande opportu-
nità. (Il Sole 24 Ore,
16 euro).
Vuoi avere qualche dritta sull’attività vincente da
intraprendere? Scrivi un’email entro il 31 agosto
a: esperto@millionaire.it mettendo nell’oggetto
“Indonesia”.Ai tuoi dubbi risponderà Riccardo
Federico Rocca,presidente della Camera di
commercio italiana per il Sud-Est asiatico.
Sogni di trasferirti in Indonesia?
Chiedi al nostro esperto
‹‹‹
53
millionaire
Roberto
Capodieci
Luisella
Zappetto
52 millionaire
Giacarta
I n d o n e s i a
Bali
Lombok

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  • 1. 38 millionaire 39 millionaire INCHIESTA BALI di Lucia Ingrosso l.ingrosso@millionaire.it Natura, artigianato, colori, sapori. Bali è il cuore del sogno indonesiano, ma tutto il Paese è in piena crescita. E premia chi sa reinventarsi. Ecco come intraprendere (bene) e vivere meglio in Indonesia opportunità imprenditoriali e ottimismo & INDONESIA Lamagiadell’Orienteeicomfortdell’Occidente. Spiritualità e boom economico. Una popolazione locale sorridente e una manodopera a basso costo. Spiagge meravigliose, piscine naturali, laterzaforestapluvialedelmondo,templiemontagne. Maanchegrandicittà,cantieriovunque,abbondanzadirisorsenaturali. L’IndonesiaoggièunPaeseaccoglienteeinpienacrescita, chepremiachisareinventarsiedàunamanoachinonhapaura diintegrarsiinunaculturasìdiversa,maanchericchissimadicontenutiesuggestioni. «L’Indonesia è l’Italia di 30 anni fa: tanta voglia di fare e di crescere» sintetizza Roberto Capodieci, dal 2004 a Bali. E proprio Bali, “l’isola degli dei” con oltre quattro milioni di abitanti (di cui oltre circa 2.000 stranieri con per- messo di soggiorno e qualche centinaio di italiani) e turisti da tutto il mondo, è il cuore del sogno indone- siano. Natura, artigianato, spiritualità. Ma elencare ciò che c’è a Bali non basta a raccontare ciò che Bali è. Qui, dagli anni 70, sono arrivati i globetrotter da mezzo mondo. Qui si viveva con pochi soldi e molte sug- : ,
  • 2. 41 millionaire gestioni. Proprio il mix di cultura, natura, spiritualità ha attirato una generazione di ar- tisti, designer, artigiani, stilisti. Una classe “colta” di emigranti. «Bali ha un’energia che altre isole non hanno. È come se risvegliasse qualcosa che uno ha nel suo profondo» sinte- tizza il designer Maurizio Cau. Secondo i balinesi, Bali è al cen- tro dell’universo. Verità o leg- genda? Di sicuro siamo al limite della spaccatura continentale che divide l’Asia dall’Australia. C’è poi un vulcano “magico”. Il verde particolare delle risaie. E una sintonia tra italiani e balinesi. Un’indole che li unisce e fa fun- zionare i matrimoni e gli affari. «I punti di forza di quest’iso- la? Il mite clima tropicale, le bellissime cerimonie rituali, la natura, l’artigianato, i colori, i sapori... Qui l’incontro con ciò che è diverso è ma- gico e affascinan- te» dice Giuseppe Confessa, console italiano a Bali. I primi italia- ni sono ar- rivati a Bali negli anni 70. Tra loro molti artisti, artigiani, desi- gner che tuttora abitano l’isola. Cosa fare a Bali «C’è chi fa l’antiquario, chi realizza mobili rustici, chi ha laboratori di ceramica. Sul fronte alimentare, co- me non citare chi fa la pizza, ormai quasi diventato un piatto nazionale. E ancora, qui ci sono produttori di mozzarelle e cioccolato. Infine, c’è anche chi ha piantato vigneti e ini- ziato a produrre vino in un Paese che ha leggi molto severe sull’im- portazione e lo smercio di bevan- de alcoliche» prosegue Confessa. Fra tanti punti a favore, qualche limite. Sull’isola la concorrenza è piuttosto accesa, quindi per emerge- re serve davvero una marcia in più. Per info ulteriori http://blog.ba- liexpat.com, blog in inglese, dedi- cato a chi vuole trasferirsi a Bali. Ma l’Indonesia non è solo Bali. «È un universo va- riegato che comprende 17mila isole, quasi 250 milioni di abitan- 40 millionaire INCHIESTA euro =13.050 rupie indonesiane 1 1 il mappamondo : : Superficie: 1.904.443 kmq Posizione: sud-est asiatico. È un arcipelago di oltre 17mila isole (solo un quarto abitate), il più grande del mondo. Le isole principali sono Giava, Sumatra, Irian Jaya e l’arcipelago di Sulawesi. Popolazione: 239 milioni di abitanti. Capitale: Giacarta (10 milioni di abitanti). Forma istituzionale: repubblica presidenziale. Membro di: Apec, Asean, Oci, Onu, G20. Moneta: rupia indonesiana (1 euro vale 13.050 rupie). Reddito medio annuo: 5.000 dollari (3.850 euro). Fuso orario: Sumatra e Giava sono 5 ore avanti rispetto all’Italia, Bali 6, 7 per l’Indonesia Orientale. Clima: tropicale, piogge da dicembre a marzo, secco nel resto dell’anno; temperature sempre miti. Lingua: bahasa indonesia, giavanese (inglese poco diffuso, ma conosciuto nel mondo degli affari). Religione: musulmani (87%), cristiani (10%), induisti (2%), buddisti (1%).
  • 3. 43 millionaire ti, risorse naturali, grandi attrattive e moltissime oppor- tunità» esordisce Samuele Por- sia, direttore dell’Ice di Giacarta. Ed è anche un Paese in cui aumen- ta il reddito procapite e il numero di milionari. Uno di questi, Erick Thohir, impren- ditore 43enne di Giacarta, a capo di un impero che fattura 25 miliar- di all’anno, ha offerto ben 280 milioni di euro a Massimo Moratti per l’acquisto dell’Inter. Offerta per ora respin- ta al mittente, ma indicativa della nuova geografia della ricchezza. «Questo è un Paese importante, in un momento importante. Sta- re qui vuol dire andare a braccetto con la storia. C’è pieno fermento e succedono le cose: si costruiscono grattacieli, nascono centri commer- 43 millionaire le luci le ombre ciali, si inaugurano linee della metro- politana. Essere qui aiuta a sentirsi gio- vani» afferma Romeo Orlandi, econo- mista, professore universitario, sinolo- go e vicedirettore di Osservatorio Asia. Pil in crescita Si tratta del più grande arcipelago del mondo e il quarto Paese più popolo- so della Terra. Economicamente è in INCHIESTA «Bali ha un’energia che altre isole non hanno. è come se risvegliasse qualcosa che uno ha nel suo profondo. C’è di più. Clima mite tutto l’anno, bellissime cerimonie rituali, colori, sapori...» pieno boom: quest’anno per il suo Pil è atteso un aumento del 6%, do- po che tra 2007 e 2012 era cresciuto mediamente del 13,4%. L’Indonesia punta a diventare la decima potenza economica mondiale e la seconda “i” dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), che raggruppa i Paesi va- sti, popolosi, ricchi di risorse, in pieno sviluppo e forte crescita economica. › Bellezze naturali › Grandi dimensioni › Crescita economica › Abbondanza di risorse naturali › Basso costo del lavoro e della vita › Stabilità politica › Multiculturalità › Varietà di situazioni (dalla megalopoli all’isoletta incontaminata) › Clima mite (26-32 °C tutto l’anno) › Popolazione rilassata e amichevole › Nelle città e zone turistiche servizi e prodotti occidentali › Inglese diffuso solo nel mondo degli affari › Burocrazia › Corruzione › Dazi › Limiti per gli stranieri di fare business da soli › Regole del gioco che cambiano spesso › Sanità e istruzione pubbliche a bassi livelli › Differenze di mentalità › Difficoltà a ottenere i permessi di soggiorno (se non si porta capitale) «Nonacaso,èappenastataorganizzata, dopo 16 anni, una missione imprendi- toriale che ha portato dall’Italia a Gia- carta 57 aziende, 10 associazioni im- prenditoriali e 8 banche intenzionate a fare affari in Indonesia. Si tratta di un Paese in forte crescita, in cui la richiesta di beni di lusso è in grande aumento. Solo a Giacarta, esistono una trentina di Mall (centri commerciali) dove si Economicamente l’Indonesia è in pieno boom. Punta a diventare la decima potenza economica mondiale. Stare qui significa vivere dove succedono le cose trovano tutte le firme italiane al top, in assoluto le più amate. Ogni anno qui si vendono più di 70 Ferrari. L’éli- te ricca rappresenta il 5% del totale, ma è in crescita il potere d’acquisto delle classi medie (il 10% del totale), che apre la strada a prodotti e marchi di fascia inferiore» prosegue Porsia. I margini, in effetti, non mancano, se pensiamo che i rapporti economici tra i due Paesi sono al momento piuttosto scarsi: 1,23 miliardi di euro l’export italiano e 2,08 miliardi di importa- zioni dall’Indonesia lo scorso anno. Piccoli numeri, ma in forte crescita: +50% nell’ultimo anno. Inoltre sono allo studio misure per attrarre investi- menti esteri: ammortamenti accelerati, meno tasse e dazi all’importazione. Piazza ideale per… «L’Indonesia è una piazza ideale per agroindustria, componentistica auto, meccanica, costruzioni ed energia» assicura l’ambasciatore Federico Failla. La domanda di beni di consumo è : : 42 millionaire 42 millionaire
  • 4. 45 millionaire } INCHIESTA reale e in crescita: cibo, moda, auto, motorini(èunodeiPaesiapiùaltaden- sità di centauri), edilizia, arredamento... «L’export verso l’Indonesia resta penaliz- zato sia dai dazi (10% per gli alimentari, 20% per i mobili, 40% per le auto...) sia dalle barriere non tariffarie. La trafila, dal punto di vista di certificazioni, etichettature, standard qualitativi, è talmente complessa da scoraggiare o rendere spesso non più convenien- ti le esportazioni» prosegue Porsia. Affariconsocilocali Stesso problema per chi vuole apri- re un’attività in loco (bar, ristoran- te, albergo, negozio...). La strada che si consiglia di seguire è quella di aprire una società con soci locali. Spiega un imprenditore italiano da an- ni in Indonesia: «La prima possibilità è quella di aprire una Pma, cioè una società “mista” di italiani e indone- siani. È soggetta a controlli frequenti e a una tassazione più severa. Adatta per progetti di grosse dimensioni. Per investimenti più bassi, la soluzione è quella di una Pt, cioè di una socie- il costo della vita «Ci sono poi un vulcano magico, il verde delle risaie e una sintonia tra italiani e balinesi che fa funzionare matrimoni e affari» 200-300 euro al mese: quanto basta per vivere in Indonesia accontentandosi (lontani da Giacarta) 3euro pranzo in un ristorante medio (con 20 si è al top) 15euro al kg, costo della carne locale 3 euro al kg, arance e mele 2,5euro una corsa in taxi 0,80 euro un’ora di lavoro domestico 100euro costo della manodopera mensile da 80 a 400 euro al mese affitto di un appartamento in centro a Giacarta tà solo indonesiana, con un prestanome locale. Il percorso è legale, anche se con qualche limite e alcune accortezze da se- guire. Se si lavora “fisicamente” in azien- da, bisogna “autoassumersi” e procurarsi il Kitas, il costoso permesso di lavoro, qui l’ufficio immigrazione non scherza!». L’Indonesia è ricca di opportunità anche dal punto di vista delle risorse naturali: petrolio, gas naturale, stagno, rame, oro, carbone... I principali prodotti agricoli sono legno, riso, cacao, tè, caffè, spezie, alghe, gomma... La tassazione dei : : 44 millionaire
  • 5. 47 millionaire INCHIESTA redditi aziendali è intorno al 15% (circa la metà dell’Italia). «Una delle attrattive del Paese è il basso costo della manodopera che, per lavori despecializzati, non supera 100 euro mensili. La popola- zione locale è gentile e disponibile anche se spesso fin troppo rilassata: guai a metterle fretta. Per gestire per- sonale qui, consiglio di assumere un indonesiano affidabile e con un buon livello di studi cui delega- re il potere da supervisore» spiega Matteo Ferrando, 31enne romano, che con il fratello gestisce due ri- storanti a Bali (vedi box a pag. 51). Come avvicinare questo mercato «Bisogna informarsi prima, non partire all’avventura. Solo il viag- gio richiede un giorno e mezzo e la prima permanenza consigliata è di una settimana. Occorre avere le idee chiare sul settore in cui ope- rare. L’Ice offre consulenza e studi di settore ad hoc» continua Porsia. Ma quali sono i settori più redditizi? «Ristorazione, costruzioni, alber- ghi, edilizia, infrastrutture, tessile. L’Indonesia è grande e varia. C’è la capitale, che è una megalopoli piena di Mall. C’è Bali che è al top per turismo e design. C’è Papua, al confine con la Nuova Guinea, che è ancora una zona vergine» prose- gue il direttore dell’Ice di Giacarta. Gli investimenti «Ancora bassi, finché dura. Con 30mi- la euro si possono iniziare a fare pic- coli business: ristorantini e negozi in posti turistici ben frequentati. Se si gioca di anticipo, con circa 100mila euro, si può fare molto e in grande nel settore dell’edilizia turistica. Bi- sogna avere occhio per il valore dei terreni e il movimento dei turisti. Bali sta diventando troppo inflazionata. Il futuro, per chi ha coraggio, potrebbe essere, per esempio, nella vicina isola di Lombok» continua Ferrando. Intervista con Riccardo Federico Rocca, presidente della Camera di commercio italiana per il Sud-Est asiatico. Quale iter seguire? «Prima cosa: farsi i conti in tasca e definire la somma che si è disposti a investire nel progetto. Gli investimenti all’estero hanno sempre tempi di rientro abbastanza lunghi». Oltre al capitale, che cosa serve? «Una forte motivazione.In Italia,per quanto ci si lamenti,si vive bene.Trasferirsi in Indonesia è comunque impegnativo.Va poi fatta una scelta: avviare un’attività e poi rientrare dopo tre-cinque anni,completata la fase di startup oppure stabilirsi nel Paese in via pressoché definitiva? Fondamentali, poi,soci e/o collaboratori affidabili». Ostacoli burocratici? «Lo straniero con competenze,professionalità e capitali che intenda lavorare in Indonesia non incontra eccessivi ostacoli.Tuttavia,ci sono regole precise.Per esempio,in Indonesia il settore del commercio al dettaglio,per legge,è riservato ai cittadini indonesiani.Ci sono poi leggi non scritte: alcuni settori sono di fatto controllati da gruppi economici locali in condizioni di semimonopolio e per gli stranieri è difficile entrarvi». La vostra struttura che supporto offre? «Noi affianchiamo l’imprenditore nella fase di impostazione del progetto,una cattiva programmazione è la principale causa della maggior parte dei fallimenti.In particolare,verifichiamo se le risorse finanziarie,umane e tecniche a disposizione siano sufficienti.Controlliamo poi l’affidabilità di eventuali soci e le chance di successo offerte dalla location.Organizziamo anche un network di persone affidabili – dal legale al commercialista,dalla banca agli agenti – che supportino l’impresa con continuità». Imparare la lingua locale è necessario? «La lingua locale,relativamente semplice da apprendere,in genere è essenziale per fare business.In alcune attività di nicchia basta l’inglese.Nei primi tempi,è consigliabile assumere un interprete che agevoli la comprensione». Quali i business più promettenti? «Il turismo,il settore agricolo,le energie rinnovabili e tutti i servizi ad alto valore aggiunto.Per i grandi gruppi ci sono enormi possibilità nel settore delle infrastrutture e nella valorizzazione delle risorse naturali.Di recente,Pirelli ha realizzato uno stabilimento per la produzione di pneumatici per le motociclette,un settore in straordinaria crescita». Visto turistico 1 mese Puoi richiederlo all’aeroporto di arrivo. Costa 25 dollari (18 euro), dura un mese e non è rinnovabile. Visto di lavoro (kitas) Ti permette di risiedere e lavorare. Si ottiene aprendo una società in Indonesia (o essendone dipendente). Costa 900 euro all’anno, va rinno- vato ogni cinque e servono in media quattro mesi per ottenerlo. «Capitali, motivazione e collaboratori» il visto } Visto turistico rinnovabile Puoi richiederlo alle autorità indonesiane in Italia (consolato o ambasciata). Costa 34 euro, dura 2 mesi, si può rinnovare per altri 6 (45 euro al mese) se trovi in Indonesia uno sponsor che fa da garante. l’esperto : : «Il grosso patrimonio dell’Indonesia è costituito dalle sue 17mila isole. Vicino a Lombok è stata installata una turbina per produrre energia “marina”. Se funzionerà, si apriranno spazi per valorizzare migliaia di isole» 46 millionaire
  • 6. 49 millionaire Cosa attira in Indonesia? «Un mix di fattori: territorio di bellezza struggente e grande pra- ticabilità, clima mite, qualità della vita discreta e in crescita, stabilità politica, disponibilità di prodotti oc- cidentali, ambiente multiculturale e multietnico, popolazione cordiale e aperta» spiega Ro- meo Orlandi, autore del libro Indonesia. Passaggio a Sud-Est. E poi le isole, il mare. Spiega Riccardo Fe- derico Rocca, presi- dente della Camera di commercio italiana per il Sud- Est Asiatico: «Un grosso patrimonio dell’Indonesia è costituito dalle sue 17mila isole, ma molte di queste sono difficili da raggiungere o prive di elettricità e servizi. È anche vero che grazie all’evoluzione tecnolo- gica molti problemi sono in via di superamento. I ponti radio rendo- no ormai non più necessarie le reti di telefonia fissa. In prossimità di Lombok è stata installata di recente una turbina per produrre energia dalle correnti marine. Se il siste- ma funziona, si apriranno enor- mi spazi per valorizzare a fini tu- ristici migliaia di isole e isolotti». INCHIESTA Qualche ombra «I difetti di Giacarta: inquinamento, traffico, rumore. Rimangono grandi differenze tra i pochi ricchi e i molti poveri. La sanità pubblica è a livelli bassi: per essere ben curati, occorre rivolgersi a strutture private. Per emer- genze si gravita su Singapore» spiega Samuele Porsia, direttore dell’Ice. Entrare nel Paese non è diffici- le: il Visto turistico di un mese può essere chiesto all’aeroporto. «Il Paese accoglie con entusiasmo gli investitori. Più difficoltà, invece, per chi entra per lavorare, perché si è conside- rati in concorrenza con la forza lavoro locale. Bassi gli stipendi locali, ma il co- sto della vita è in linea» continua Porsia. Altri aspetti negativi raccontati da un imprenditore italiano in Indonesia: «Gli uffici correggono leggi modifi- cosa tenere d’occhio Banche moderne Il sistema bancario in Indonesia è molto moderno e ben sviluppato. Il Paese è un cantiere Il Governo vuole costruire 4.500 km di nuove strade entro il 2025. Boom per i produttori di cemento. Classe media in aumento Entro il 2020 potrebbe arrivare a rappresentare il 54% del totale. Legno L’Indonesia ospita la terza foresta pluviale del mondo. Di recente, la Corte costituzionale indonesiana ha restituito alle comunità locali il diritto di gestire le proprie aree forestali. Made in Italy Sempre alta la richiesta di beni di lusso con griffe del Belpaese. : Auto (e motorini) Al momento, l’Indonesia è al terzultimo posto in Asia per possesso di auto (ce ne sono 35 ogni 1.000 abitanti). Ma la crescita attesa del settore è del 16% in 5-7 anni. In Indonesia c’è la più alta penetrazione di motorini. 48 millionaire
  • 7. 51 millionaire INCHIESTA cando clausole ogni 10 minuti e neanche i funzionari sono sicuri di quel che stanno facendo. Poi esiste la corruzione e una forma di racket, anche se in forme più economiche dell’Italia. E ancora: non sai mai che cosa aspettarti. Magari fai business con una villa vista mare e due an- ni dopo ti costruiscono davanti un grattacielo in cemento armato». Mette sul chi va là anche Giuseppe Confessa, console italiano a Bali: «Gli spazi operativi per gli stranie- ri si stanno riducendo. Il capitale iniziale è spesso oneroso». Prose- gue Riccardo Federico Rocca: «La proprietà della terra è riservata ai cittadini indonesiani. Gli stranieri possono stipulare contratti di affitto fino a 30 anni di durata. Possibili- tà maggiori esistono per acquista- re appartamenti: la proprietà non risulterà piena, ma con qualche Matteo Ferrando, 31 anni, ro- mano, si è trasferito a Bali con il fratello. I locali. «Abbiamo due ristoranti. Uno situato a Kuta, patria mondia- le del surf, della “baldoria” nonché luogo d’incontro cosmopolita. L’altro nel cuore della “Bali per bene”. L’a- rea si chiama Canggu. Famosa per le risaie, le ville, i templi». Le dimensioni. «Tutti e due i risto- ranti sono al di sotto dei 30 coperti, cosa che facilita moltissimo l’aspetto burocratico per via di richieste, per- messi, certificati, tasse». La cucina.«Niente cucina indone- siana, italiana, messicana o giappo- nese, che qui sono già inflazionate. Sfruttando gli ingredienti locali mol- to economici, offriamo al pubblico una cucina fusion creativa e a bas- sissimo costo. Warung Creative non a caso è il nostro nome. Qualche esempio? Pollo con cocco, papaya con pomodoro, mela con chili, cre- ando salse e connubi unici e gustosi. Ci riforniamo da una panetteria che produce baguette francesi, creando una sezione sandwich d’ispirazione europea e offriamo dolci fatti in casa, tutte cose rare da trovare in Asia nei ristoranti a basso costo». Da Roma a Bali: con due ristoranti Noi, padovani a Gili Trawangan storia 1 «Siamo due fratelli:Antonio (53 anni) e Carmine Lucio (62) Sodano,originari di Padova. Per anni abbiamo lavorato come pellicciai,nella storica attività di famiglia.A fine anni 80,con l’avvento del movimento animalista,ci siamo resi conto che era ora di cambiare mestiere». Cosa avete fatto? «Abbiamo chiuso l’attività prima della vera crisi del settore.Io (Carmine, ndr) ero stato in Indonesia ed ero rimasto affascinato dai loro oggetti e dai mobili in stile coloniale.Così abbiamo iniziato un’attività di import/export: tre-quattro mesi in Indonesia a comprare e spedire poi quattro-cinque in Italia a vendere,fino al 1998,anno della caduta del presidente Suharto. Da quel momento,è scoppiato il boom dell’etnico e i competitor si sono moltiplicati.Così abbiamo puntato sul turismo: complice il cambio favorevole dollaro/rupia,si potevano fare ottimi affari». Come siete arrivati alle isole Gili? «L’idea era di intraprendere a Bali,poi sono capitato nelle isole Gili e precisamente aTrawagan: un mare che sembra una piscina piena di tartarughe e pesci.Appena arrivato,ho capito dalle pulsazioni del mio cuore che il nostro futuro sarebbe stato lì.Mi sono fermato un paio di mesi,per capire com’era la situazione,se c’erano mafie o problemi per aprire.Tutto tranquillo: mi sono inserito nella comunità di 400 anime,nel 2000 abbiamo aperto il primo resort Almarik,poi venduto nel 2006.E poi abbiamo aperto il resort Luce d’Alma». Come vanno gli affari? «Il resort va alla grande: abbiamo presenze tutto l’anno.Intraprendere in Indonesia è facile,basta essere in regola con permessi e Visti. L’investimento per partire nella costruzione dipende da che materiali si vuole usare (legno,bambù,mattoni) e parte da 200mila-300mila euro.I guadagni sono buoni e i costi bassi (il salario medio di un dipendente è 70-80 euro al mese)». INFO: http://lucedalmaresort.com escamotage lo straniero può acquisire il diritto di utilizzare l’appartamento per un tempo indefinito. La normativa è comunque in evoluzione». Ma, alla base, bisogna tenere conto della diver- sa di mentalità. L’Indonesia è un luogo che sposa la magia, la spiritualità e la bellezza dell’Oriente con le como- dità, la mentalità e i servizi dell’Oc- cidente. Ma le differenze restano. «Noi occidentali siamo una linea retta con la presunzione di pretendere che da A si vada a B. Gli orientali sono un cerchio. Si perdono ovunque ma, non si sa come, si ritrovano sempre» storia 2 I clienti.«Il nostro target gradisce il buon cibo, ma controlla i prezzi del menu prima di sedersi.». I guadagni.«I ristoranti con questa metratura, aperti per pranzo e cena, possono calcolare in media quotidia- namente circa 25 coperti (con grossi margini di miglioramento). Lo scon- trino medio è di 40mila rupie (oltre tre euro). Si parla quindi di un milio- ne di rupie al giorno (80 euro). E di circa 30mila euro all’anno». I costi. «Per le forniture si acquista a 10 e si rivende a 30. Il personale viaggia intorno a 80 euro mensili a cameriere/a e 96 euro a cuoco/a. Le tasse sul personale non si pagano finché lo stipendio è al di sotto dei 160 euro mensili. Le tasse ammini- strative sono al 10% su quello che si dichiara. Il commercialista costa 32 euro all’anno. L’aspetto più oneroso è l’affitto, che nelle zone turistiche viaggia sui 500 euro al mese. Ora vogliamo vendere uno dei due risto- ranti (30mila euro, comunque tratta- bili)» conclude Ferrando. INFO: creativebali2012@gmail.com : Le Gili sono un arcipelago di tre isole: Trawangan (nella foto), Memo, Air. Si trovano tra Bali e Lombok. 50 millionaire
  • 8. › Ambasciata indonesiana in Italia,via Campania 53/55,00187 Roma. Tel.06 4200911,www.ambasciata-indorom.com/indonesia,indorom@uni.net Camera di Commercio italiana per il Sud-Est asiatico,piazza Belgioioso 2,20121 Milano.Tel.02 76318091,www.ccisea.org,ccisea@tin.it › Itpc Milano (Ufficio indonesiano del commercio),via Vittor Pisani 8,20124 Milano.Tel.02 36598191,http://itpc-milan.com,itpcmilan@live.it › Ufficio Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) di Giacarta: www.ice.gov.it/ paesi/asia/indonesia/index.htm,giacarta@ice.it › Consolato italiano a Bali,www.italconsbali.org,sito@italconsbali.org a chi rivolgersi INCHIESTA storia 4 A 5 anni si è appassio- nato ai computer, a 9 ha inventato il suo pri- mo videogioco, a 13 ha creato un club di assistenza per il computer, a 14 ha aperto una sua dit- ta individuale. Mi chiedo che cosa farà a 40 anni». Con queste parole Maurizio Costanzo presentava Roberto Capodieci, allora 22enne, in una delle punta- te del Costanzo Show. Oggi Roberto, originario di Mestre, ai 40 anni ci è appena arrivato. E Millionaire lo ha trovato. A Bali. Come mai sei qui? «Quando ho cominciato a fare bu- siness sul serio ero ancora un ra- gazzino. Da grande, l’Italia mi stava stretta. Ho cominciato a viaggiare. Ho passato 12 anni fra Italia e Stati Uniti. Quando ho visto che la Cina stava per diventare la nuova potenza Luisella Zappetto, 46 anni, nati- va di Sassari. Fa la vita che vuo- le: giornalista e giramondo. L’a- more (il marito lavora come geologo in una multinazionale del petrolio) l’ha portata in mezzo mondo: Angola, Egitto, Olanda, Russia... E anche dopo la nascita di Federico, 11 anni, lei ha deciso di vivere lontana dall’Italia. Perché? «Quando spalanchi la porta sul mon- do, ti rendi conto che tornare indietro non è facile. Cambia il tuo modo di vedere le cose e ti senti frustrato perché è difficile condividere la tua visione e certe esperienze di vita con chi non ha «Io, giornalista giramondo, in Italia non torno più» da leggere Indonesia,Edt, 32 euro. Indonesia. Passaggio a Sud-Est,a cura di Romeo Orlandi, il Mulino,20 euro. economica mondiale, ho deciso di passare un anno a Singapore, dove avrei imparato il cinese, per poi tra- sferirmi in Cina. Ma mi sono innamorato di Bali, e nel 2004 mi sono trasferito a Ubud, un villaggio nell’entroterra, storia 3 A Lombok c’è tutto da fare «A chiunque mi dice “beato te”, io rispondo “basta che compri un biglietto e parti”. Non è mai troppo tardi per farlo. Si vive una sola volta, vale la pena vivere bene!» sulle colline. Nel frattempo ho sposato una ragazza di Singapore e abbiamo avuto due bambini (ora di 3 e 5 an- ni)». Cosa fai a Bali? «Ho aperto diversi business, tutti lega- ti all’ambito informatico. Dalla crea- zione di siti web, al marketing online, dalla vendita di sistemi per la gestione di negozi, allo sviluppo di software». Ci sono opportunità? «Qui l’economia è fiorente, fare busi- ness è molto facile. Bisogna arrivare da imprenditori, non sperare di trovare un posto da dipendenti». Consigli per trasferirsi? «Investigate la situazione nell’isola qui a fianco: Lombok. C’è tutto da fare». storia 4 Io, giornalista giramondo, non torno più mai vissuto Oltreconfine». Da due anni,vivi a Giacarta: luci e ombre? «Il principale problema del Paese è la corruzione i cui esiti sono palpa- bili nella vita delle persone: traffico e inquinamento, mancanza di infra- strutture, scuole pubbliche inefficienti, sistema sanitario che costringe chi può permetterselo a cercare cure migliori a Singapore o Bangkok. Tra i vantaggi: l’Indonesia è uno di quei Paesi dove in genere un europeo riesce a vivere be- ne. Ovviamente all’inizio non è facile abituarsi al modo di fare asiatico e alla città. I locali sono spesso sorridenti e disponibili, ma la differenza culturale è marcata». Checosapuòfareunitalianoche arriva in Indonesia? «Gli indonesiani ci considerano com- petenti e questo può aprire le porte a molte attività nel campo della ristorazione, del design e della moda (qui a Gia- carta sono ambiti molto vivaci, nei quali l’Italia gode sicuramente di un vantaggio), del benessere (è tutto un fiorire di palestre di yoga, pi- lates, fisioterapisti, insegnanti di danza di altre nazionalità)». Luisella ha scritto un libro: Vivere felici all’e- stero. Come trasfor- mare una necessità in una grande opportu- nità. (Il Sole 24 Ore, 16 euro). Vuoi avere qualche dritta sull’attività vincente da intraprendere? Scrivi un’email entro il 31 agosto a: esperto@millionaire.it mettendo nell’oggetto “Indonesia”.Ai tuoi dubbi risponderà Riccardo Federico Rocca,presidente della Camera di commercio italiana per il Sud-Est asiatico. Sogni di trasferirti in Indonesia? Chiedi al nostro esperto ‹‹‹ 53 millionaire Roberto Capodieci Luisella Zappetto 52 millionaire Giacarta I n d o n e s i a Bali Lombok