2. Nasce intorno al 400 a. C. a
Paros, isola delle Cicladi,
Lavora in Grecia, ma
soprattutto in Asia Minore.
Skopas è uno dei più celebri
artisti della Grecia antica.
Attivo nel IV secolo a.C., è
noto per l’intensità
espressiva delle sue opere.
3. Non è facile ricostruire la
cronologia delle sue opere,
realizzate prevalentemente
in marmo
Molte sono andate perdute,
ma sono note attraverso
copie di età antica, che
permettono di apprezzarne
lo stile.
4. Molte delle sue figure hanno i
tratti del volto duramente
incisi, le occhiaie scavate e le
labbra socchiuse.
Skopas è definito dalle fonti
letterarie maestro del
pathos: è infatti tra i primi
scultori antichi a esprimere
le passioni e gli stati d’animo
più intensi.
5. Intorno alla metà del IV secolo a.C.,
Skopas è chiamato a decorare il
monumentale Mausoleo di
Alicarnasso, considerato una delle
sette meraviglie del mondo antico. Per
il Mausoleo, Skopas realizza fregi con
scene di combattimento tra Greci e
Amazzoni, immagini che si
distinguono per forza drammatica e
concitazione. Queste caratteristiche si
ritrovano nella Menade danzante.
Photos (350/325 a.C.)
Menade danzante
(335/330 a.C.)
Tra le opere realizzate da Skopas si ricordano
tre statue collocate nel Tempio di Afrodite a
Megara che rappresentano tre diversi aspetti
dell’amore. Di queste, resta una copia del
Photos.
6. Photos
Pothos è la raffigurazione di una
delle tre divinità minori che
rappresentavano il sentimento
amoroso.
L’opera fu realizzata assieme a
quelle raffiguranti Eros (l’amore
attivo) e Himeros (il desiderio
verso l’amore vicino).
Pothos, rappresentava il
desiderio irrealizzabile per
l’amore lontano, motivo per cui
il corpo è totalmente inclinato
su un lato.
7. Le gambe sono incrociate e le
braccia appoggiate ad un
sostegno esterno, fronteggiato
da un’oca simbolica. Inoltre,
un tempo il braccio destro un
tirso dionisiaco (bastone cinto
di edera, attributo di Dionisio).
L’anca è particolarmente
accentuata e il viso, rivolto
verso l’alto, assume
un’espressione sfinita,
esasperata.
8. Menade danzante
La donna danzante è una menade. Le Menadi, erano donne
in preda alla frenesia e invasate da Dioniso, dio della forza
vitale. Esse celebravano il dio cantando, danzando e
vagando come animali per foreste e monti.
Il corpo, visto di profilo, segue una linea curva: testa
all’indietro, schiena inclinata, busto in avanti, gamba sinistra
indietro. Invece, visto di fronte, il corpo compie una torsione a
vortice: dalla gamba sinistra, passa per il busto e il collo sino
alla testa. Le due gambe si trovano su due piani diversi: la
sinistra segue la linea curva del corpo, mentre la destra si
sposta in avanti, staccandosi dal gruppo. La cintura taglia a
metà il corpo, in corrispondenza dell’addome. Le parti del
corpo sono proporzionali tra loro.
9. Skopas nella Menade danzante vuole esprimere il senso di
euforia di queste donne. Egli è riuscito, con la posizione del
corpo, a farci percepire la danza frenetica che la donna sta
compiendo. La sua è un’arte che non cerca la perfezione, ma
l’espressività. Egli è alla ricerca di un’espressività che ci
possa trasmettere le sensazioni e i sentimenti del soggetto
raffigurato. Tutto questo, però, sacrificando la perfezione
delle forme e deformando il corpo, in modo da trasmetterci
l’intensità dei sentimenti interiori. Infatti, il panneggio non è
molto lavorato, ma piuttosto semplice. La forza che muove la
donna non è di tipo atletico, dimostrata dall’assenza di
muscoli sviluppati, ma una forza mossa dall’intensità del
sentimento interiore. L’oggetto della comunicazione
dell’opera non è più, quindi, il godimento estetico, ma la
percezione di sensazioni interiori.