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Rappresentanza, contrattazione
e partecipazione
Marco Leonardi
Libertà Eguale
Orvieto, 26 settembre 2015
Il problema dell’Italia
2
Allocazione sbagliata
• 1) a partire dal 2000 in Italia i salari sono
cresciuti di più nei settori dove la produttività
del lavoro è cresciuta di meno;
• 2) Nel breve periodo, l’occupazione tende a
spostarsi verso i settori produttivi in cui la
produttività del lavoro aumenta di meno.
• Art 18 non crea occupazione, Germania ci
insegna che modello contrattuale serve
3
Inflazione e salari
• La flessione dell’inflazione ha determinato
uno scostamento significativo tra la dinamica
effettiva dei prezzi al consumo e quella
prevista utilizzata per i rinnovi contrattuali.
L’entità dello scostamento varia da contratto a
contratto. Mediamente è di 3,5 punti
percentuali cumulati e implica 3,8 miliardi
annui di maggior costo del lavoro
4
5
Cambio di modello
• Non si possono bloccare aumenti dei salari
perché molte famiglie hanno perso in termini
reali (tasse e disoccupazione) e per i consumi
• Indicizzazione implica perdita di competitività
• Germania ha contratti annuali e Spagna hanno
contratti che cessano di valere se non sono
rinnovati ad un anno dalla scadenza.
6
Tre interventi possibili
• Salario minimo
• Legge rappresentanza e modello contrattuale
CCNL di sola garanzia
• Incentivo alla contrattazione di II livello
7
Salario minimo
• Contro: incentiva uscita da associazioni datoriali per non
applicare CCNL.
• Pro: controlli più facili e riduzione diseguaglianze.
• Non c’è rischio di aumentare la disoccupazione e in tutti i
paesi i sindacati sono favorevoli ai salari minimi legali
• Il punto è quanti lavoratori sono pagati sotto i minimi
tabellari? In Italia non c’è estensione erga omnes per via
dell’art. 39 Cost.
Quanti lavoratori sono scoperti?
I minimi contrattuali in Italia
salario minimo
contrattuale
indice di
Kaitz (*)
lavoratori
non coperti
(%)
a agricoltura, silvicoltura, pesca 8,4 -- --
b - e industria in s.s. 9,6 0,73 9,8
f costruzioni 11,8 0,93 36,9
g commercio 9,3 0,79 13,9
h trasporto e magazzinaggio 11,0 0,80 11,9
i alloggio e ristorazione 9,3 0,98 29,4
j informazioni e comunicazioni 9,9 0,59 5,9
k att.finanziarie e assicurative 14,5 0,66 13,4
l - n att.immobiliari, professionali, noleggio 9,2 0,67 15,9
o PA 13,3 -- --
p istruzione 14,7 0,66 23,5
q sanità e assistenza sociale 9,9 0,60 8,3
r - u att.artistiche, sociali, altri servizi 8,6 0,81 27,7
(*) salario medio tratto da indagine SES (Structural Earnings Survey, Eurostat, 2010)
Se l’obiettivo è decentralizzare…
• abbiamo bisogno solo di legge della
rappresentanza e incentivi normativi e fiscali
alla contrattazione di II livello.
• Sapendo che…senza salario minimo la
diffusione della contrattazione di II livello
potrebbe essere sempre molto bassa nelle
piccole imprese e molti lavoratori potrebbero
non essere mai coperti dai CCNL.
• Spagna e Germania
II livello prevalente
• I vantaggi del decentramento non dipendono
tanto e solo dal fatto che una componente
del salario sia variabile. Le imprese
sperimentano aumenti di produttività che si
consolidano nel tempo in aumenti fissi e
permanenti delle retribuzioni.
• Spesso sono variabili solo al fine di godere
del sussidio di incentivazione del salario di
produttività
11
Un solo livello
• ll duplice livello rappresenta una delle cause
che ha impedito la contrattazione di secondo
livello.
• le imprese non vorrebbero pagare due volte
• In altre parole non ci possono essere tre
livelli di contrattazione (nazionale,
territoriale, aziendale) ma solo uno
12
contratto nazionale il ruolo di rete
protettiva
• gli aumenti dei minimi tabellari nazionali
dovrebbero essere stabiliti alla fine della
tornata di contrattazione di II livello.
• In modo di consegnare a quest’ultima uno
spazio effettivo per legare gli aumenti dei
salari agli aumenti della produttività.
• ex post, stabilire la quota di questa dinamica
salariale che deve rientrare nei nuovi livelli
dei minimi nazionali. NO IPCA
13
Per legge si possono fare 2 cose
• Tradurre in legge l’accordo sulla
rappresentanza del 2011 per estenderlo a
tutti.
– Per ridurre numero di CCNL (oggi 712 al CNEL ma
«solo» 300 firmati da associazioni
rappresentative), bisogna fissare criteri di
rappresentatività anche dei datori.
• Stabilire che contratti aziendali o territoriali
firmati secondo le regole della rappresentanza
sono prevalenti su CCNL
14
Accordo interconfederale 2011
• Con (Confindustria, Confservizi, Alleanza
Cooperative + tavolo in fase avanzata con
Confcommercio)
• misurare e certificare la rappresentatività
sindacale e legare a una soglia di
rappresentatività il titolo ad essere soggetti
negoziali per CCNL
• individuare regole per l’approvazione dei
contratti collettivi ai vari livelli in modo da
rendere efficaci ed esigibili 15
Possono essere oggetto di legge:
1. I criteri su cui basare la rappresentatività sia
delle organizzazioni dei lavoratori che di
quelle delle imprese (numero di addetti
come in Francia)
– media semplice tra il dato associativo (lavoratori
iscritti) ed il dato elettorale (voti conseguiti per
l’elezione delle RSU). Nei settori nei quali per
ragioni oggettive non è praticabile l’elezione
delle RSU: dato associativo e altri indicatori
16
2. I soggetti istituzionali a cui fare riferimento
per la rilevazione e certificazione della
rappresentatività- NO CNEL- INPS
3. Gli obblighi a fornire i dati per i soggetti
idonei individuati- (finora elusione
dell’obbligo ha fornito dati falsati)
17
4. Posto che in ogni singola realtà vi debba
essere una sola forma di rappresentanza -
RSU o RSA.
– Individuare il numero dei componenti delle
rappresentanze sindacali in relazione al numero
dei dipendenti;
– le modalità di elezione delle rappresentanze su
base periodica e con criterio proporzionale;
– le modalità di passaggio da una forma di
rappresentanza all’altra.
18
4. La previsione delle modalità per
l’approvazione dei contratti collettivi
– I contratti collettivi nazionali e di secondo livello
approvati secondo le norme stabilite sulla
rappresentanza acquisiscono efficacia erga
omnes.
– Ai fini dell’approvazione di tali contratti collettivi
vale la maggioranza semplice.
19
Il contratto di II livello può
derogare in basso sul salario?
• PRO: serve più variazione territoriale, se si
facesse contrattazione territoriale potrebbe
servire. Neanche in Germania si fa a livello di
singola azienda
• CONTRO: se CCNL è di garanzia, non serve
deroga in basso, ma CCNL di garanzia non si
può imporre per legge
20
Tempi magri per salario di
produttività
21
Ampliare il menù del II livello
• Ad oggi salario produttività non è più
incentivato, welfare aziendale contrattato e
profit sharing (distribuzione degli utili) non
sono mai stati incentivati
3 possibilità con un unico tetto complessivo e
possibilità di mix:
• Salario di produttività
• Welfare aziendale
• Profit sharing (condizionato a Partecipazione)
22
ESEMPIO:
• RETRIBUZIONE CONTRATTUALE ASSOGGETTABILE
ANNUALE= 26.000 EURO
• MASSIMALE SGRAVIO PER AZIENDA = 2,5%= 585 EURO.
• SGRAVIO PER AZIENDA = ALIQUOTA COMPLESSIVA-25
punti= 32,22,%- 25 =7,22% DI 585,00=146,00 EURO
• SGRAVIO PER LAVORATORE = 9,49% RETRIBUZIONE
IMPONIBILE= 585*9,49=56,00
• SGRAVIO COMPLESSIVO RICHIESTO=202 EURO cui si può
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Rappresentanza, contrattazione e partecipazione

  • 1. Rappresentanza, contrattazione e partecipazione Marco Leonardi Libertà Eguale Orvieto, 26 settembre 2015
  • 3. Allocazione sbagliata • 1) a partire dal 2000 in Italia i salari sono cresciuti di più nei settori dove la produttività del lavoro è cresciuta di meno; • 2) Nel breve periodo, l’occupazione tende a spostarsi verso i settori produttivi in cui la produttività del lavoro aumenta di meno. • Art 18 non crea occupazione, Germania ci insegna che modello contrattuale serve 3
  • 4. Inflazione e salari • La flessione dell’inflazione ha determinato uno scostamento significativo tra la dinamica effettiva dei prezzi al consumo e quella prevista utilizzata per i rinnovi contrattuali. L’entità dello scostamento varia da contratto a contratto. Mediamente è di 3,5 punti percentuali cumulati e implica 3,8 miliardi annui di maggior costo del lavoro 4
  • 5. 5
  • 6. Cambio di modello • Non si possono bloccare aumenti dei salari perché molte famiglie hanno perso in termini reali (tasse e disoccupazione) e per i consumi • Indicizzazione implica perdita di competitività • Germania ha contratti annuali e Spagna hanno contratti che cessano di valere se non sono rinnovati ad un anno dalla scadenza. 6
  • 7. Tre interventi possibili • Salario minimo • Legge rappresentanza e modello contrattuale CCNL di sola garanzia • Incentivo alla contrattazione di II livello 7
  • 8. Salario minimo • Contro: incentiva uscita da associazioni datoriali per non applicare CCNL. • Pro: controlli più facili e riduzione diseguaglianze. • Non c’è rischio di aumentare la disoccupazione e in tutti i paesi i sindacati sono favorevoli ai salari minimi legali • Il punto è quanti lavoratori sono pagati sotto i minimi tabellari? In Italia non c’è estensione erga omnes per via dell’art. 39 Cost.
  • 9. Quanti lavoratori sono scoperti? I minimi contrattuali in Italia salario minimo contrattuale indice di Kaitz (*) lavoratori non coperti (%) a agricoltura, silvicoltura, pesca 8,4 -- -- b - e industria in s.s. 9,6 0,73 9,8 f costruzioni 11,8 0,93 36,9 g commercio 9,3 0,79 13,9 h trasporto e magazzinaggio 11,0 0,80 11,9 i alloggio e ristorazione 9,3 0,98 29,4 j informazioni e comunicazioni 9,9 0,59 5,9 k att.finanziarie e assicurative 14,5 0,66 13,4 l - n att.immobiliari, professionali, noleggio 9,2 0,67 15,9 o PA 13,3 -- -- p istruzione 14,7 0,66 23,5 q sanità e assistenza sociale 9,9 0,60 8,3 r - u att.artistiche, sociali, altri servizi 8,6 0,81 27,7 (*) salario medio tratto da indagine SES (Structural Earnings Survey, Eurostat, 2010)
  • 10. Se l’obiettivo è decentralizzare… • abbiamo bisogno solo di legge della rappresentanza e incentivi normativi e fiscali alla contrattazione di II livello. • Sapendo che…senza salario minimo la diffusione della contrattazione di II livello potrebbe essere sempre molto bassa nelle piccole imprese e molti lavoratori potrebbero non essere mai coperti dai CCNL. • Spagna e Germania
  • 11. II livello prevalente • I vantaggi del decentramento non dipendono tanto e solo dal fatto che una componente del salario sia variabile. Le imprese sperimentano aumenti di produttività che si consolidano nel tempo in aumenti fissi e permanenti delle retribuzioni. • Spesso sono variabili solo al fine di godere del sussidio di incentivazione del salario di produttività 11
  • 12. Un solo livello • ll duplice livello rappresenta una delle cause che ha impedito la contrattazione di secondo livello. • le imprese non vorrebbero pagare due volte • In altre parole non ci possono essere tre livelli di contrattazione (nazionale, territoriale, aziendale) ma solo uno 12
  • 13. contratto nazionale il ruolo di rete protettiva • gli aumenti dei minimi tabellari nazionali dovrebbero essere stabiliti alla fine della tornata di contrattazione di II livello. • In modo di consegnare a quest’ultima uno spazio effettivo per legare gli aumenti dei salari agli aumenti della produttività. • ex post, stabilire la quota di questa dinamica salariale che deve rientrare nei nuovi livelli dei minimi nazionali. NO IPCA 13
  • 14. Per legge si possono fare 2 cose • Tradurre in legge l’accordo sulla rappresentanza del 2011 per estenderlo a tutti. – Per ridurre numero di CCNL (oggi 712 al CNEL ma «solo» 300 firmati da associazioni rappresentative), bisogna fissare criteri di rappresentatività anche dei datori. • Stabilire che contratti aziendali o territoriali firmati secondo le regole della rappresentanza sono prevalenti su CCNL 14
  • 15. Accordo interconfederale 2011 • Con (Confindustria, Confservizi, Alleanza Cooperative + tavolo in fase avanzata con Confcommercio) • misurare e certificare la rappresentatività sindacale e legare a una soglia di rappresentatività il titolo ad essere soggetti negoziali per CCNL • individuare regole per l’approvazione dei contratti collettivi ai vari livelli in modo da rendere efficaci ed esigibili 15
  • 16. Possono essere oggetto di legge: 1. I criteri su cui basare la rappresentatività sia delle organizzazioni dei lavoratori che di quelle delle imprese (numero di addetti come in Francia) – media semplice tra il dato associativo (lavoratori iscritti) ed il dato elettorale (voti conseguiti per l’elezione delle RSU). Nei settori nei quali per ragioni oggettive non è praticabile l’elezione delle RSU: dato associativo e altri indicatori 16
  • 17. 2. I soggetti istituzionali a cui fare riferimento per la rilevazione e certificazione della rappresentatività- NO CNEL- INPS 3. Gli obblighi a fornire i dati per i soggetti idonei individuati- (finora elusione dell’obbligo ha fornito dati falsati) 17
  • 18. 4. Posto che in ogni singola realtà vi debba essere una sola forma di rappresentanza - RSU o RSA. – Individuare il numero dei componenti delle rappresentanze sindacali in relazione al numero dei dipendenti; – le modalità di elezione delle rappresentanze su base periodica e con criterio proporzionale; – le modalità di passaggio da una forma di rappresentanza all’altra. 18
  • 19. 4. La previsione delle modalità per l’approvazione dei contratti collettivi – I contratti collettivi nazionali e di secondo livello approvati secondo le norme stabilite sulla rappresentanza acquisiscono efficacia erga omnes. – Ai fini dell’approvazione di tali contratti collettivi vale la maggioranza semplice. 19
  • 20. Il contratto di II livello può derogare in basso sul salario? • PRO: serve più variazione territoriale, se si facesse contrattazione territoriale potrebbe servire. Neanche in Germania si fa a livello di singola azienda • CONTRO: se CCNL è di garanzia, non serve deroga in basso, ma CCNL di garanzia non si può imporre per legge 20
  • 21. Tempi magri per salario di produttività 21
  • 22. Ampliare il menù del II livello • Ad oggi salario produttività non è più incentivato, welfare aziendale contrattato e profit sharing (distribuzione degli utili) non sono mai stati incentivati 3 possibilità con un unico tetto complessivo e possibilità di mix: • Salario di produttività • Welfare aziendale • Profit sharing (condizionato a Partecipazione) 22
  • 23. ESEMPIO: • RETRIBUZIONE CONTRATTUALE ASSOGGETTABILE ANNUALE= 26.000 EURO • MASSIMALE SGRAVIO PER AZIENDA = 2,5%= 585 EURO. • SGRAVIO PER AZIENDA = ALIQUOTA COMPLESSIVA-25 punti= 32,22,%- 25 =7,22% DI 585,00=146,00 EURO • SGRAVIO PER LAVORATORE = 9,49% RETRIBUZIONE IMPONIBILE= 585*9,49=56,00 • SGRAVIO COMPLESSIVO RICHIESTO=202 EURO cui si può aggiungere 258 euro di forfeit= CIRCA 500 EURO PER LAVORATORE 23