3. Allocazione sbagliata
• 1) a partire dal 2000 in Italia i salari sono
cresciuti di più nei settori dove la produttività
del lavoro è cresciuta di meno;
• 2) Nel breve periodo, l’occupazione tende a
spostarsi verso i settori produttivi in cui la
produttività del lavoro aumenta di meno.
• Art 18 non crea occupazione, Germania ci
insegna che modello contrattuale serve
3
4. Inflazione e salari
• La flessione dell’inflazione ha determinato
uno scostamento significativo tra la dinamica
effettiva dei prezzi al consumo e quella
prevista utilizzata per i rinnovi contrattuali.
L’entità dello scostamento varia da contratto a
contratto. Mediamente è di 3,5 punti
percentuali cumulati e implica 3,8 miliardi
annui di maggior costo del lavoro
4
6. Cambio di modello
• Non si possono bloccare aumenti dei salari
perché molte famiglie hanno perso in termini
reali (tasse e disoccupazione) e per i consumi
• Indicizzazione implica perdita di competitività
• Germania ha contratti annuali e Spagna hanno
contratti che cessano di valere se non sono
rinnovati ad un anno dalla scadenza.
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7. Tre interventi possibili
• Salario minimo
• Legge rappresentanza e modello contrattuale
CCNL di sola garanzia
• Incentivo alla contrattazione di II livello
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8. Salario minimo
• Contro: incentiva uscita da associazioni datoriali per non
applicare CCNL.
• Pro: controlli più facili e riduzione diseguaglianze.
• Non c’è rischio di aumentare la disoccupazione e in tutti i
paesi i sindacati sono favorevoli ai salari minimi legali
• Il punto è quanti lavoratori sono pagati sotto i minimi
tabellari? In Italia non c’è estensione erga omnes per via
dell’art. 39 Cost.
9. Quanti lavoratori sono scoperti?
I minimi contrattuali in Italia
salario minimo
contrattuale
indice di
Kaitz (*)
lavoratori
non coperti
(%)
a agricoltura, silvicoltura, pesca 8,4 -- --
b - e industria in s.s. 9,6 0,73 9,8
f costruzioni 11,8 0,93 36,9
g commercio 9,3 0,79 13,9
h trasporto e magazzinaggio 11,0 0,80 11,9
i alloggio e ristorazione 9,3 0,98 29,4
j informazioni e comunicazioni 9,9 0,59 5,9
k att.finanziarie e assicurative 14,5 0,66 13,4
l - n att.immobiliari, professionali, noleggio 9,2 0,67 15,9
o PA 13,3 -- --
p istruzione 14,7 0,66 23,5
q sanità e assistenza sociale 9,9 0,60 8,3
r - u att.artistiche, sociali, altri servizi 8,6 0,81 27,7
(*) salario medio tratto da indagine SES (Structural Earnings Survey, Eurostat, 2010)
10. Se l’obiettivo è decentralizzare…
• abbiamo bisogno solo di legge della
rappresentanza e incentivi normativi e fiscali
alla contrattazione di II livello.
• Sapendo che…senza salario minimo la
diffusione della contrattazione di II livello
potrebbe essere sempre molto bassa nelle
piccole imprese e molti lavoratori potrebbero
non essere mai coperti dai CCNL.
• Spagna e Germania
11. II livello prevalente
• I vantaggi del decentramento non dipendono
tanto e solo dal fatto che una componente
del salario sia variabile. Le imprese
sperimentano aumenti di produttività che si
consolidano nel tempo in aumenti fissi e
permanenti delle retribuzioni.
• Spesso sono variabili solo al fine di godere
del sussidio di incentivazione del salario di
produttività
11
12. Un solo livello
• ll duplice livello rappresenta una delle cause
che ha impedito la contrattazione di secondo
livello.
• le imprese non vorrebbero pagare due volte
• In altre parole non ci possono essere tre
livelli di contrattazione (nazionale,
territoriale, aziendale) ma solo uno
12
13. contratto nazionale il ruolo di rete
protettiva
• gli aumenti dei minimi tabellari nazionali
dovrebbero essere stabiliti alla fine della
tornata di contrattazione di II livello.
• In modo di consegnare a quest’ultima uno
spazio effettivo per legare gli aumenti dei
salari agli aumenti della produttività.
• ex post, stabilire la quota di questa dinamica
salariale che deve rientrare nei nuovi livelli
dei minimi nazionali. NO IPCA
13
14. Per legge si possono fare 2 cose
• Tradurre in legge l’accordo sulla
rappresentanza del 2011 per estenderlo a
tutti.
– Per ridurre numero di CCNL (oggi 712 al CNEL ma
«solo» 300 firmati da associazioni
rappresentative), bisogna fissare criteri di
rappresentatività anche dei datori.
• Stabilire che contratti aziendali o territoriali
firmati secondo le regole della rappresentanza
sono prevalenti su CCNL
14
15. Accordo interconfederale 2011
• Con (Confindustria, Confservizi, Alleanza
Cooperative + tavolo in fase avanzata con
Confcommercio)
• misurare e certificare la rappresentatività
sindacale e legare a una soglia di
rappresentatività il titolo ad essere soggetti
negoziali per CCNL
• individuare regole per l’approvazione dei
contratti collettivi ai vari livelli in modo da
rendere efficaci ed esigibili 15
16. Possono essere oggetto di legge:
1. I criteri su cui basare la rappresentatività sia
delle organizzazioni dei lavoratori che di
quelle delle imprese (numero di addetti
come in Francia)
– media semplice tra il dato associativo (lavoratori
iscritti) ed il dato elettorale (voti conseguiti per
l’elezione delle RSU). Nei settori nei quali per
ragioni oggettive non è praticabile l’elezione
delle RSU: dato associativo e altri indicatori
16
17. 2. I soggetti istituzionali a cui fare riferimento
per la rilevazione e certificazione della
rappresentatività- NO CNEL- INPS
3. Gli obblighi a fornire i dati per i soggetti
idonei individuati- (finora elusione
dell’obbligo ha fornito dati falsati)
17
18. 4. Posto che in ogni singola realtà vi debba
essere una sola forma di rappresentanza -
RSU o RSA.
– Individuare il numero dei componenti delle
rappresentanze sindacali in relazione al numero
dei dipendenti;
– le modalità di elezione delle rappresentanze su
base periodica e con criterio proporzionale;
– le modalità di passaggio da una forma di
rappresentanza all’altra.
18
19. 4. La previsione delle modalità per
l’approvazione dei contratti collettivi
– I contratti collettivi nazionali e di secondo livello
approvati secondo le norme stabilite sulla
rappresentanza acquisiscono efficacia erga
omnes.
– Ai fini dell’approvazione di tali contratti collettivi
vale la maggioranza semplice.
19
20. Il contratto di II livello può
derogare in basso sul salario?
• PRO: serve più variazione territoriale, se si
facesse contrattazione territoriale potrebbe
servire. Neanche in Germania si fa a livello di
singola azienda
• CONTRO: se CCNL è di garanzia, non serve
deroga in basso, ma CCNL di garanzia non si
può imporre per legge
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22. Ampliare il menù del II livello
• Ad oggi salario produttività non è più
incentivato, welfare aziendale contrattato e
profit sharing (distribuzione degli utili) non
sono mai stati incentivati
3 possibilità con un unico tetto complessivo e
possibilità di mix:
• Salario di produttività
• Welfare aziendale
• Profit sharing (condizionato a Partecipazione)
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23. ESEMPIO:
• RETRIBUZIONE CONTRATTUALE ASSOGGETTABILE
ANNUALE= 26.000 EURO
• MASSIMALE SGRAVIO PER AZIENDA = 2,5%= 585 EURO.
• SGRAVIO PER AZIENDA = ALIQUOTA COMPLESSIVA-25
punti= 32,22,%- 25 =7,22% DI 585,00=146,00 EURO
• SGRAVIO PER LAVORATORE = 9,49% RETRIBUZIONE
IMPONIBILE= 585*9,49=56,00
• SGRAVIO COMPLESSIVO RICHIESTO=202 EURO cui si può
aggiungere 258 euro di forfeit= CIRCA 500 EURO PER
LAVORATORE
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