2. In Rajasthan:
visita a programmi per la prevenzione e contrasto del
Matrimonio Precoce, per promuovere villaggi Liberi dal
Matrimonio Infantile: programmi condotti in
coordinamento con il Governo e attraverso il sostegno ad
Ong partner e la mobilitazione di adolescenti e comunità di
villaggio
Nel Bengala Occidentale:
focus sul Traffico di Minori e sulle condizioni di
vulnerabilità di bambine e ragazze, e su come l’UNICEF
affronta localmente tali problemi con le comunità dei villaggi
e negli gli slum di Calcutta
IL PROGRAMMA DI VIAGGIO
3. Sanjay Nirala - Specialista del Programma di Protezione dell’Infanzia dell’UNICEF Rajasthan -
durante il brief introduttivo appena giunti da Delhi a Jodhpur. Dinanzi a lui Neige De Benedetti,
Adriano Sofri, Dora Giusti, Specialista del programma di Protezione dell’Infanzia dell’Ufficio centrale
dell’UNICEF a Delhi
Rajasthan - 16-18 febbraio
4. Partenza per Bikaner, in direzione nord, muovendoci parallelamente al confine pakistano, a circa 70
km, e precorrendo strade immerse in una natura semi-desertica che lambisce in deserto del Thar,
tra dune di sabbia, vacche sacre e cammelli, quale ininterrotto panorama di viaggio.
5. 17 febbraio 2015, Bikaner
Adriano Sofri con il Responsabile dell’UNICEF Rajasthan Samuel Mawunganidze, e gli Specialisti di Protezione
dell’infanzia dell’UNICEF Sanjay Nirala e Dora Giusti, prima del confronto con l’Assemblea delle bambine del villaggio
di Benisar
7. L’Assemblea delle ragazze del villaggio di Benisar parla del dramma
dell’aborto selettivo delle bambine
8. La mappatura delle famiglie vulnerabili nel villaggio di Benisar, compilata dal
Comitato di Protezione dell’Infanzia con indagini porta a porta e informazioni
fornite dall’Assemblea delle bambine
9. L’intera comunità del villaggio riunita per la cerimonia che certifica che Benisar è ora
un Villaggio Libero dal Matrimonio infantile: a destra gli anziani e leader comunitari,
a sinistra gli uomini, dietro i bambini, al centro, le bambine.
10. Neige De Benedetti tra la comunità di villaggio scatta fotografie della cerimonia,
pubblicate poi sul quotidiano La Repubblica
11. Dora Giusti, Specialista di Protezione dell’Infanzia dell’UNICEF, consegna un attestato di
riconoscimento ad un’operatrice comunitaria per la sua azione contro il matrimonio
infantile
12. Un’operatrice comunitaria membro del Comitato di Protezione dell’Infanzia firma il
cartello con cui si riconosce Benisar quale Villaggio Libero dal Matrimonio infantile
13. Gli anziani del villaggio di Bisenar rendono onore ad Adriano Sofri per la
partecipazione alla cerimonia che riconosce Bisenar come Villaggio Libero dai
Matrimoni infantili
14. Ad oggi 1.250 villaggi sono stati coinvolti nei programmi di prevenzione del matrimonio
infantile, per un totale di 187.500 famiglie e 560.000 bambini: solo negli ultimi 2 anni 230
villaggi sono stati dichiarati Liberi dal Matrimonio infantile, a beneficio di 23.000 bambine e
ragazze
15. Adriano Sofri, a sinistra gli Specialisti di Protezione dell’Infanzia Dora Giusti e Sanjay Nirala e, a destra, il
Responsabile dell’Ong partner dell’UNICEF Arvind Ojha, nel collegio femminile per le bambine di caste o
tribù svantaggiate. La scuola è “a misura di bambino”, adornata di dipinti murali con messaggi educativi
che stimolino la curiosità ed interesse delle bambine.
16. Le bambine e le ragazze che studiano e vivono nel collegio femminile del distretto di
Bikaner
17. Le donne del Comitato di Protezione dell’Infanzia del villaggio di
Dharmas
18. La comunità del villaggio di Inpalsar, radunato per accoglierci e per assistere ad un’attività
teatrale che in realtà l’UNICEF sostiene la sensibilizzazione comunitaria
19. Si tratta di una sorta di teatro dei pupi, in cui marionette e bambine, operatori
di URMUL - in costume tradizionale e di scena – interagiscono tra loro, per
inviare al villaggio messaggi chiave contro il Matrimonio precoce.
20. La recitazione è comica. Tutti ridono. Bambini e bambine, donne uomini. E ridono divertiti
anche gli anziani del villaggio.
21. Si assiste incuriositi alla recitazione. Le attività di sensibilizzazione rientrano nella Campagna
Girls Not Brides
22. La recitazione continua, il padre combina il matrimonio della sua bambina, che lascia il villaggio. Dopo due
anni il padre parte, desidera rivedere la figlia, è felice di rivederla. Ma giunto nel villaggio riceve la notizia
che la sua bambina è morta di parto. Si dispera, e si rivolge al pubblico: "Cosa ho fatto. La mia bambina è
morta. Cosa ho fatto. Non sono stato un buon padre“. Nel villaggio si sprofonda nel silenzio.
23. Si apre il dibattito e il confronto comunitario. Molti intervengono esprimendo la propria opinione. Ad un
certo punto, una bambina di 7 anni, senza chiedere il permesso ai genitori, va al microfono che le
abbassano per farla parlare. "Bambini e bambine hanno gli stessi diritti. I bambini sono la lampada, noi
siamo la luce". Rimaniamo colpiti.
24. Il confronto il giorno dopo presso URMUL l’Ong partner dell’UNICEF: da destra a sinistra il
rappresentante del Governo, Suchorita Bardhan, Samuel Mawunganidze, originario dello Zimbabwe
e Responsabile da 6 anni e Sanjay Nirala dell’UNICEF, Arvind Ojha e il suo staff di URMUL, Adriano
Sofri e accanto a lui Niege De Benedetti.
29. Lo slum di Calcutta dove l’UNICEF opera con e attraverso il sostegno
all’Ong locale Prayasam
30. E dove la vita si svolge come in una comunità di villaggio
31. Adriano Sofri con la Specialista di Protezione dell’Infanzia dell’UNICEF del Bengala
Occidentale Paramita Neogi, durante l’incontro con il gruppo di adolescenti dell’Ong
Prayasam nello slum di Calcutta, attiva contro Traffico di Minori e Matrimonio infantile
32. Bijay Mondal, 16 anni, al centro, con il gruppo di adolescenti dell’Ong Prayasam. Dietro, con la
machina fotografica in mano, Neige De Benedetti ne ascolta le storie. A destra, la Specialista
dell’UNICEF Delhi Maria Fernandez
34. La madre di Bijay , a sinistra, confida: "In principio ero preoccupata e timorosa, non capivo le attività da cui
Bijay era sempre più coinvolto. Ora sono felice ed orgogliosa di mio figlio, e dei cambiamenti positivi che ha
contribuito a portare nella mia famiglia e nella mia comunità".
35. Il villaggio di Sandeshkhali, 70 km circa da Calcutta, comunità di pescatori isolata e difficilmente
raggiungibile via terra, dove ci si reca per incontrarne il Comitato di Protezione dell’Infanzia e l’Assemblea
di bambini e adolescenti del villaggio, e ascoltarne l’esperienza diretta su Traffico di minori e condizioni
dei bambini
37. L’Assemblea di bambini e adolescenti del villaggio di Sandeshkhali, distretto North Parangas 24,
attivi nella propria comunità e con il Comitato di Protezione dell’Infanzia per il diritto all’istruzione e
contro il traffico di minori ed il matrimonio infantile
38. Adriano Sofri interagisce divertito e interessato con
l’Assemblea dei bambini ed adolescenti di Sandeshkhali
41. Il Comitato di Protezione dell’Infanzia del villaggio di Sandeshkhali: per lo più sono giovani genitori,
ma si presentano come membri attivi della comunità: un poliziotto, diversi operatori sociali, un
educatore, un ex membro del Panchayat, l’autorità di governo del villaggio
42. Adriano Sofri si confronta con il Comitato di Protezione e prende
nota delle loro posizioni
43. In India l’UNICEF è un partner strategico dello Stato, che svolge un ruolo complementare
rispetto a quello delle istituzioni, e che il Governo cerca quale organizzazione depositaria di
conoscenze, strategie e modelli di sviluppo.
Per equilibri diplomatici con il Governo di un paese orgoglioso - che si sviluppa a tassi di
crescita dell’8% annui – l’UNICEF è forse meno visibile che altrove in termini di logo, ma la sua
presenza è immanente, ed è capace di intervenire trasversalmente a supporto delle diverse
realtà con cui opera: istituzioni, Ong partner, associazioni comunitarie, villaggi, famiglie, bambini
e bambine. Raccordandole e coordinandole, per accrescerne la consapevolezza che le
strategie proposte sono nel loro primario interesse.
Devono essere loro stesse – quali attori locali - a doversi attivare e sostenere tali processi di
cambiamento per via endogena, attraverso una partecipazione attiva, che migliorando le
condizioni di bambine e bambini migliorerà quelle di famiglie e comunità, degli stati e dell’India
stessa