La digitalizzazione sta regalando un vantaggio competitivo alle PMI: ecco come
“DARK DATA” SONO IL 58% DEI DATI AZIENDALI IN ITALIA
1. IL REPORT DATABERG:
VEDI CIÒ CHE GLI
ALTRI NON VEDONO
IDENTIFICA IL VALORE,
I RISCHI E I COSTI DEI TUOI DATI
LO STATO DELL’INFORMATION MANAGEMENT OGGI:
ITALIA
2. Le aziende di Europa, Medio Oriente e Africa
stanno cercando di sfruttare tutta la forza
delle loro informazioni aziendali, pur a fronte
di volumi di dati in crescita costante.
Questa considerazione rende ancora più interessanti per
i dirigenti IT i risultati di uno dei più ampi report indipendenti
mai pubblicati sulla gestione dei dati aziendali, realizzato
grazie a oltre 1.475 interviste in 14 paesi.
L’indagine, condotta per Veritas dalla società di ricerca
Vanson Bourne, esamina i problemi connessi al fenomeno
del Databerg e illustra perché le aziende dell’area EMEA
perderanno inutilmente oltre 784 miliardi di euro entro il 2020.
Il report svela tre abitudini apparentemente non correlate
a livello industriale, strategico e aziendale che innalzano i costi
operativi e generano rischi non accettabili per le aziende
di oggi. L’indagine indica inoltre i passi concreti da compiere
per riguadagnare il controllo sui Databerg.
PANORAMICA
02 LO STATO DELL’INFORMATION MANAGEMENT OGGI: ITALIA IL REPORT DATABERG
IL REPORT È SUDDIVISO NELLE
TRE SEGUENTI SEZIONI:
1 Il sintomo = Il Databerg
2 I problemi = Le abitudini che generano i Dark Data
e i dati ROT
3 La soluzione
3. DARK DATA
58%
DATI ETICHETTATI
O CLASSIFICATI
42%
DATI ROT
27%
DATI BUSINESS CRITICAL
15%Le aziende italiane sono minacciate da
una nuova generazione di rischi, spesso sconosciuti.
Gli effetti generati dall’esplosione dei volumi di dati non sono stati presi
in debita considerazione da gran parte dei responsabili aziendali italiani.
Questa negligenza è tuttavia comprensibile. Infatti, i dirigenti che li hanno
preceduti non avevano a loro volta previsto una crescita di dati tanto rapida,
che di fatto non si era mai verificata a questi livelli.
Oggi, tuttavia, non è più possibile attendere oltre perché questo diluvio
di dati è destinato ad aumentare, con serie conseguenze per chi continuerà
a ignorare il Databerg e i tre elementi che lo compongono:
Dati Business Critical – Sono i dati considerati come vitali per il successo
operativo dell’azienda. Proteggere e gestire in modo proattivo i dati
Business Critical è fondamentale.
Dati ROT: Redundant, Obsolete e Trivial – Sono i dati ridondanti, ossia
i duplicati, i dati obsoleti che non hanno più valore di business e i dati triviali
che hanno un valore ininfluente per l’azienda. In questo caso l’obiettivo
è ridurre proattivamente al minimo i dati ROT, eliminandoli periodicamente.
Dark Data – Sono i dati il cui valore non è stato ancora chiaramente
identificato. Possono includere importanti dati Business Critical ma
anche dati ROT di scarsa utilità. In ambo i casi, consumano risorse.
I Dark Data devono essere esaminati non appena possibile e identificati
come dati ROT o Business Critical.
IL DATABERG
ITALIANO
03 LO STATO DELL’INFORMATION MANAGEMENT OGGI: ITALIA IL REPORT DATABERG
4. Veritas sfata 3 miti
L’azienda media italiana classifica il 15% dei suoi dati
come Business Critical o dati puliti, con un valore di business
riconosciuto, rispetto alla percentuale EMEA del 14%.
I dati ROT in Italia sono al 27%, cioè il 5% al di sotto rispetto alla media EMEA del 32%,
ma il volume dei Dark Data è del 4% peggiore rispetto alla media degli altri paesi. In pratica,
con un volume del 58%, l’Italia ha uno dei tassi di Dark Data più alti di tutti i paesi EMEA.
La maggior parte di ciò che le aziende italiane e dell’area EMEA stanno memorizzando
ha poco o nessun valore di business.
CIÒ EQUIVALE A UNO SPRECO DI RISORSE AZIENDALI FINO
A 784 MILIARDI DI EURO ENTRO IL 2020 SOLO IN EUROPA,
MEDIO ORIENTE E AFRICA, A MENO CHE LE AZIENDE NON
CAMBINO IL LORO APPROCCIO SULL’INFORMATION MANAGEMENT.
I Databerg non sono sempre del tutto nocivi. Con un’adeguata gestione, è possibile
proteggere i dati Business Critical e ridurre al minimo lo spreco di risorse.
Tuttavia, possiamo gestire solo ciò che vediamo. I dati ROT disturbano, ma il vero
problema per l’Italia sono i Dark Data.
Perfino il dato EMEA di 784 miliardi di euro non rivela del tutto il problema. Infatti, i costi
diretti dei Databerg in termini di risorse IT e tempi di gestione non tengono conto
degli attuali e futuri investimenti che richiedono e che potrebbero essere diretti altrove.
Classificando una quantità superiore dei loro dati, le aziende avrebbero una visione
più completa sulle cifre da reinvestire.
NON TUTTI
I DATI SONO
UGUALI
PIÙ DATI NON
SIGNIFICA
PIÙ VALORE
LO STORAGE
GRATUITO
NON ESISTE
IL 58% DEI DATI
AZIENDALI IN ITALIA
SONO “DARK DATA”
04 LO STATO DELL’INFORMATION MANAGEMENT OGGI: ITALIA IL REPORT DATABERG
5. La crescita dei Dark Data e dei dati ROT nasce
dalle nostre abitudini nella gestione quotidiana dei dati
e dai nostri comportamenti a livello strategico, aziendale
e di singolo dipendente. Tali comportamenti includono:
LE ABITUDINI
CHE GENERANO
I DARK DATA E I DATI ROT
STRATEGICO
Strategie e budget
IT basati
esclusivamente
sui volumi di dati,
non sul valore
di business
INDIVIDUALE
I dipendenti ritengono
che le risorse IT aziendali
siano gratuite,
sia per l’uso aziendale
che personale
AZIENDALE
Una rapida adozione
di applicazioni
e archiviazione
su cloud sotto
la falsa promessa
di “storage gratuito”
05 LO STATO DELL’INFORMATION MANAGEMENT OGGI: ITALIA IL REPORT DATABERG
6. A questo punto, come possiamo far luce sui “dark data” e generare valore di business?
1Avere una policy IT che richieda l’eliminazione dei dati ROT
è essenziale, soprattutto considerando che il 4% delle aziende
italiane non lo fa. Una volta resa operativa questa strategia, i dati
ROT andranno eliminati su base settimanale anziché trimestrale.
Più spesso si liberano risorse, prima migliora il flusso di cassa.
2I dati devono essere classificati, come fa solo il 4% delle
aziende italiane, in base alla policy aziendale di conservazione
dei dati e non in base alla sensibilità, al progetto o al tipo di dati.
È soprattutto fondamentale, inoltre, mettere in atto una
transizione funzionale per la governance delle informazioni,
riferita ai Dark Data.
3Con il crescente numero di aziende italiane che stanno
passando al cloud, aumenta il numero di dipendenti che
usano la rete aziendale per uso personale, memorizzando durante
il lavoro più tipi di file, come ad esempio documenti personali,
legali e identificativi (60%), foto (48%) o software non approvati
(41%). A causa di questa crescita, il 27% degli intervistati in Italia
ha dichiarato che i responsabili IT dovrebbero preoccuparsi
della noncuranza con cui i dipendenti gestiscono i dati dell’azienda.
Per rimediare a questo problema occorre impostare procedure
e stimolare comportamenti virtuosi nei dipendenti.
INIZIA A CONTROLLARE
IL DATABERG
Policy IT delle aziende che indicano
quando devono essere eliminati i dati ROT
41%
memorizzano
software
non approvati
48%
memorizzano
foto
60%
memorizzano documenti
personali di tipo
identificativo e legale
06 LO STATO DELL’INFORMATION MANAGEMENT OGGI: ITALIA IL REPORT DATABERG
settimanale mensile trimestrale annuale meno che
annuale
ad-hoc nessuna
strategia
in uso
Flusso
di cassa alto
Flusso
di cassa basso
10%
30%
29%
18%
2%
7%
4%
7. 3
Al fine di evitare una spirale di futuri costi di gestione dei dati
e il rischio di pesanti sanzioni, le aziende italiane devono agire ora
e ridurre i loro Databerg con le seguenti azioni:
IN POCHI AVEVANO PREVISTO CHE LA CRESCITA DI VOLUME
DEI DATI UN GIORNO AVREBBE SUPERATO LA NOSTRA
CAPACITÀ DI CONTROLLARLI. ORA, PURTROPPO, È SUCCESSO.
ADESSO LE AZIENDE DEVONO ACQUISIRE VISIBILITÀ,
AGIRE E RIPRENDERE IL CONTROLLO.
Facendo luce sui
Dark Data
Liberandosi
dei dati ROT
che bloccano
il lavoro
delle aziende
Incoraggiando
i dipendenti
a mantenere
e gestire
in modo proattivo
i dati vitali
per le aziende
italiane di oggi
LE AZIENDE ITALIANE
DEVONO AGIRE
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07 LO STATO DELL’INFORMATION MANAGEMENT OGGI: ITALIA IL REPORT DATABERG