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Recuperare il rapporto con il mare: una sfida ancora aperta per Napoli
Riunione propedeutica al costituendo Museo del Mare di Napoli
Sede: Perseveranza spa Piazza Municipio – 16 febbraio 2015, h. 17,00
Il fenomeno di Waterfront renaissance ha interessato in epoche e con
modalità differenti tutte le città portuali del mondo. In Italia, a Napoli in
particolare, tale fenomeno ha origini più recenti e si inquadra in un
contesto più generale che richiede, per avere successo, il verificarsi di
condizioni di dialogo fra diversi attori della gestione politico
amministrativa.
Sembra che il momento sia giunto. Atteso da molti, soprattutto da quelli
che amano la Città e il suo Mare.
Alle 17 del 16 febbraio 2015, nella Sala Riunioni di Perseveranza spa, si è
riunito un folto gruppo di persone tutte animate dalla stessa passione:
riuscire a creare sul water front un Museo del mare degno della memoria
e delle attività dei napoletani.
Il padrone di casa, il Comandante Peppino D’Amato, ha dato il suo saluto
di accoglienza ai convenuti dimostrando il suo compiacimento nel
constatare il gran numero di presenze autorevoli, tutte evidentemente
spinte dalla volontà che l’utopia divenga realtà.
Coordinatore del pomeriggio l’avv. Umberto Masucci, perfetto nella
gestione degli interventi. Masucci conferma che la riunione nasce dalla
comune volontà di persone autorevoli di certo adeguate a coordinare
l’iniziativa.
Prende dapprima la parola il Presidente dell’Associazione Promotori
Musei del Mare e della navigazione di Genova , Pierluigi Ferrari
(tesoriere) il quale fa presente all’uditorio che 19 anni prima, proprio
nella stessa maniera e con lo stesso entusiasmo, a Genova, persone dello
shipping, dell’armamento, delle istituzioni si sono determinate a creare il
Museo del Mare di Genova. L’Associazione Promotori del Museo del Mare
di Genova ha avuto da subito molta fortuna. Anche il Sindaco della città
ha spinto per creare un’istituzione dotata di autonomia decisionale per
poter procedere con rapidità. Oggi l’Associazione degli Amici del museo si
sostiene con 1000 euro al mese versati da tutti i componenti (il Direttore
Campodomico può fornire le linee guida) e con le entrate degli oltre
2000.000 visitatori che lo frequentano con piacere, “perché si potrebbe
definire un museo divertente”.
Il Presidente D’Amato comunica che all’interno dell’area portuale sono
disponibili i Magazzini Generali su due livelli, che andrebbero
naturalmente interamente restaurati.
Il Consigliere comunale Gianni Formisano, Presidente della Commissione
Trasporti e Mobilità, propone anche di “desmanializzare” la zona portuale
e ritiene adeguata la scelta dei Magazzini Generali, che potranno essere
facilmente raggiungibili da tre “porte”, il Porto di Napoli, la Stazione
centrale e l’Aeroporto, quando ci saranno le condizioni di mobilità
adeguate. La sua disponibilità è totale e farà da ponte per i contatti con il
Comune.
Masucci ricorda che nel passato sarebbe stata messa a disposizione
dall’Ammiraglio Branciforte una parte della Darsena Acton, cosa oggi non
più possibile per mutate condizioni della Marina Militare. Comunque,
senza pensare al passato, è opportuno creare un Comitato che
fattivamente si dia da fare e predisporre un Business plan con una
descrizione dell'attività, delle attuali prospettive e possibilità future. È già
stata tastata la possibilità di un interesse da parte della Fondazione Banco
Napoli (Barracco).
La parola passa poi all’avv. Bruno Castaldo, che dopo avere ricordato il
progetto per l’”Immacolatella vecchia” che doveva essere il Museo delle
Migrazioni, descrive una bozza di statuto per la costituzione della
Fondazione Museo del Mare. Precisa che il Comitato promotore per tale
realizzazione dovrà essere articolato in tre ramificazioni:
1. Comitato tecnico
2. Comitato giuridico / amministrativo
3. Comitato Pubbliche relazioni
L’impresa riuscirà, sostiene l’avv. Castaldo, perché ci sono due forti
componenti alla base, quella scientifica e quella culturale. Poi si
creerà la Fondazione. Naturalmente non c’è bisogno di distruggere
l’esistente, bisognerà costruire su ciò che è già stato fatto,
migliorandolo.
L’arch. Claudio Grimellini ha detto che finalmente si mettevano le basi a
qualcosa che non era una delle solite esercitazioni accademiche. Ha
precisato che ha fatto parte del gruppo di progetto che ha partecipato
alla gara per il Galata (arrivato terzo).
Il Prof. Antonio Troiano dell’Istituto Nautico “Duca degli Abruzzi” offre al
costituendo Comitato la sua esperienza e le sue competenze.
La prof.ssa Angela Procaccini, delegata dall’Assessore Enrico Panini
(Lavoro e Attività produttive Comune di Napoli), dopo aver ringraziato il
Presidente Peppino d'Amato, Masucci, le tante persone collegate
all'ambiente marittimo di Napoli, e il Consigliere Formisano che hanno in
animo di far parte attiva del Comitato dei Promotori di un Museo Navale
di Napoli, riconosce che questa costituzione è il primo obiettivo da
centrare e non dipende da nient’altro che dalla nostra comune volontà.
Ben venga l’apporto, di impegno e di idee, di tante diverse professionalità
manifestatesi durante la riunione, tutte concordi sulle finalità culturali,
sociali ed economiche del progetto. L’assessore Panini è pienamente
favorevole all’iniziativa, in cui crede come crede nella grande opportunità
del Mare per la Città. D’altronde il successo del piccolo Museo del Mare di
Bagnoli è evidente, il suo limite è dovuto solo all’angustia degli spazi e dei
mezzi finanziari. Certamente è diventato un punto di riferimento nel
panorama culturale di Napoli in conseguenza delle tante attività poste in
essere con l’aiuto di pochi volontari. La prof. Procaccini mette a
disposizione del Comitato la sua tenacia, la sua lealtà e le sue capacità
relazionali e di coordinamento.
Il Direttore Antonio Mussari del Museo del mare chiarisce che l’ipotesi di
avere finalmente a Napoli un grande Museo del Mare cittadino è
senz’altro affascinante e ci si augura che si centri l’obiettivo e che non lo
si faccia in tempi biblici.
Peppino d'Amato, Umberto Masucci e le tante persone che stanno
spendendo la loro credibilità e le loro disinteressate energie meritano di
vedere concretizzato il frutto di tanto impegno.
Così come si augura che le tante eccellenze di Napoli siano tanto
generose da pensare al raggiungimento dell’obiettivo comune più che alla
visibilità che il loro impegno professionale e finanziario meriterebbe. Fino
quando l’impegno di tutti non si concretizzerà in un Comitato dei
Promotori di un Museo Navale di Napoli egli continuerà ad occuparsi del
piccolo Museo del Mare (provocatoriamente chiamato) di Napoli.
Sapendo perfettamente che Napoli merita ben altro.
L’arch. Gennaro Matacena (Presidente della Caronte) comunica che già
nel passato si è occupato di musei del mare, anche di quello di Bagnoli. Il
nuovo Museo dovrebbe avere diverse sezioni. Conclude con la
considerazione che Napoli non ha mai costruito un impero sul mare
perché è soprattutto città di accoglienza.
Il Dott. Vittorio Porzio sostiene la necessità che si debba procedere a
tappe “parcellizzate” ma la prima ed assolutamente propedeutica è la
realizzazione di un Comitato dei Promotori. Con questo si darà vita ad una
suddivisione di cariche e di compiti (consiglio direttivo/amministrazione,
curatori, comitato tecnico scientifico, gruppo di progetto, gruppo per la
comunicazione e marketing, …) da assolvere secondo le competenze che
ciascuno dei Promotori vorrà spendere.
Francesco S. Lauro ringrazia tutti per l'invito a far parte del nucleo
promotore dell’iniziativa. Per dare concretezza all’impegno sarebbe
opportuno intendersi bene sulle finalità culturali, sociali ed economiche
del progetto e rapidamente mettere a punto un iter procedurale di
massima che potrà essere poi nel tempo aggiornato e modificato. Il
Comitato promotore non sarà il soggetto attuatore che verrà individuato
in seguito. Nell’operazione dovranno essere espressi l’aspetto culturale,
quello giuridico, quello formativo e quello economico/industriale.
Chiede altresì di coinvolgere anche il collega Giovanni Zarra e alcuni
consulenti dello studio, gli economisti Arturo Capasso e Giulio Maggiore,
nonché il Prof. Carlo Iannello, dottissimo esperto di diritto pubblico.
Il Rettore dell’Università “Parthenope”, Claudio Quintano, con il prof.
Scamardella ribadiscono l’importanza della valenza formativa e
tecnologica del costituendo Museo, che apporterà validi canali e
strumenti di perfezionamento tecnico alle nuove generazioni.
Il giovane e fattivo Achille Onorato (Moby Lines) mette a disposizione un
forte contributo sostanziale e di ricerca, compreso un ricco archivio di
famiglia con foto e documenti interessanti.
Manuela Palmieri dell’IPE è ugualmente coinvolta nell’iniziativa e aspetta
direttive per aderire.
Italo Abbate ricorda i Musei Navali di Londra e Greenwich, di Parigi e
Palais de Chaillot, di Amsterdam negli ex Magazzini dell’Ammiragliato:
tutti imperdibili per chi ama la Storia della Marina, ma di certo non gli
unici. In Europa e nel Mondo ne esistono un numero addirittura
impressionante. Ma a Napoli “non ci sta” ed invece ci può e ci deve stare.
E perciò considera lo slancio appassionato di Don Peppino D’Amato anche
come un garbato ma severo richiamo a chi, sul punto, è animato soltanto
da un distratto sentire.
Certo, l’impresa non è tra le più semplici, come ha rilevato Vittorio
Porzio che ha pure offerto indicazioni interessanti. Ma è possibile; a
condizione, però, che tutti si muovano con la consapevolezza che non si
tratta di una passeggiata in un bosco ridente; che non ci si dovrà fermare
dinanzi alla prima difficoltà; che tutti operino nella medesima direzione
non soltanto con impegno ma anche con largo uso di modestia. E, prima
di ogni altra cosa, che si pensi tempestivamente, e si attui, la più rigorosa
predisposizione di tutto quanto necessario per la realizzazione
dell’iniziativa. E a tal riguardo riterrei che il costituendo Comitato possa
essere suddiviso in più sezioni, a ciascuna delle quali affidare il compito di
esaminare e risolvere specifiche problematiche, e così favorire la migliore
e più spedita realizzazione del’impresa.
Ennio Marsella del CNR IAMC parla della sua ricerca sul Mare iniziata 6/7
anni fa per una programmazione PON per tecnologie e ritiene che un
asset di tecnologie possa avere un forte appeal per il Museo del mare e i
suoi visitatori. È a disposizione per eventuali raccordi. Parla del Progetto
M.A.R.E.
L’idea di M.A.R.E. nasce sulla scorta di esperienze di altri grandi
musei del mare high-tech europei (Museo di Vigo ad alto contenuto
virtuale; il German Oceanographic Museum in cui assieme ad attività
divulgative vengo offerte anche attività conviviali come l’Ocean club
cafè).
La maggior parte dei musei oggi nel mondo come il The Franklin Institute
Science Museum Philadelphia (PA), La Villette a Parigi ad esempio, sono
incentrati sull'intrattenimento educativo. Le loro esposizioni permanenti
sulle immagini, la matematica, i suoni, il comportamento, ecc. hanno
come scopo principale quello di coinvolgere l'utente attraverso giochi e
trovate spettacolari che, oltre ad intrattenerlo, gli permettono una reale
acquisizione dei contenuti veicolati. Anche l'Exploratoriuma a San
Francisco in California utilizza la stessa metodologia di coinvolgimento.
Analogamente, Marsella ricorda che la Commissione Europea promuove
e invita vivamente gli stati membri a partecipare e contribuire
all’arricchimento del portale europeo Europeana, aggregatore di
contenuto digitale, che apre l’accesso alle risorse digitali di musei,
librerie, archivi e collezioni mettendo a disposizione il patrimonio
culturale e scientifico dell’Europa.
Nello scenario museale appena descritto è nata la sua idea del Centro
Mare ben inserita nelle azioni programmatiche dell’Accordo Quadro
(Horizon 2020), e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca (Decreto Direttoriale 1 luglio 2014 n. 2216).
Massimo Maresca del Museo del Mare di Meta di Sorrento concorda nel
ritenere che le sinergie sono più produttive rispetto all’azione solitaria.
Vincenzo de Notaris, (Institutional Relationship ManagerGruppo
Deutsche Bank S.p.A.Finanza&Futuro S.p.A.) socio del Propeller e vice-
presidente dell' Associazione Pietrasanta Polo Culturale, volta alla tutela
del patrimonio artistico e culturale del centro storico di Napoli, ha
organizzato la "Mostra Impossibile" nel complesso di San Domenico
Maggiore. Esperienza che gli ha fatto comprendere non solo la vocazione
turistica della città, ma soprattutto la voglia della cittadinanza di
valorizzare la propria storia e la propria tradizione. Per questo motivo il
Museo del Mare, che affonda le radici nelle origini della storia partenopea
e la attraversa trasversalmente, sarà un grande successo. Egli si sente
onorato di mettere a disposizione la sua esperienza in materia: anche i
musei devono essere al passo con i tempi e quindi non rappresentare
polverose realtà statiche, bensì entità dinamiche, accogliendo eventi
tematici e sfruttando le più moderne tecnologie informatiche. Su quest'
ultimo aspetto potrà fornire un contributo, avendo seguito l'
implementazione tecnologica -informatica del sito della Basilica della
Pietrasanta.
Dopo circa tre ore di interessanti scambi di vedute, tutti sorretti dalla
volontà di andare avanti, nonostante le difficoltà che indubbiamente si
incontreranno, la riunione si scioglie per essere aggiornata a breve.
In conclusione, la frase di Mussari sembra appropriata: “Il bruco non
aspira che a diventare farfalla”.
Angela Procaccini

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Verso il Museo del Mare

  • 1. Recuperare il rapporto con il mare: una sfida ancora aperta per Napoli Riunione propedeutica al costituendo Museo del Mare di Napoli Sede: Perseveranza spa Piazza Municipio – 16 febbraio 2015, h. 17,00 Il fenomeno di Waterfront renaissance ha interessato in epoche e con modalità differenti tutte le città portuali del mondo. In Italia, a Napoli in particolare, tale fenomeno ha origini più recenti e si inquadra in un contesto più generale che richiede, per avere successo, il verificarsi di condizioni di dialogo fra diversi attori della gestione politico amministrativa. Sembra che il momento sia giunto. Atteso da molti, soprattutto da quelli che amano la Città e il suo Mare. Alle 17 del 16 febbraio 2015, nella Sala Riunioni di Perseveranza spa, si è riunito un folto gruppo di persone tutte animate dalla stessa passione: riuscire a creare sul water front un Museo del mare degno della memoria e delle attività dei napoletani. Il padrone di casa, il Comandante Peppino D’Amato, ha dato il suo saluto di accoglienza ai convenuti dimostrando il suo compiacimento nel constatare il gran numero di presenze autorevoli, tutte evidentemente spinte dalla volontà che l’utopia divenga realtà. Coordinatore del pomeriggio l’avv. Umberto Masucci, perfetto nella gestione degli interventi. Masucci conferma che la riunione nasce dalla comune volontà di persone autorevoli di certo adeguate a coordinare l’iniziativa. Prende dapprima la parola il Presidente dell’Associazione Promotori Musei del Mare e della navigazione di Genova , Pierluigi Ferrari (tesoriere) il quale fa presente all’uditorio che 19 anni prima, proprio
  • 2. nella stessa maniera e con lo stesso entusiasmo, a Genova, persone dello shipping, dell’armamento, delle istituzioni si sono determinate a creare il Museo del Mare di Genova. L’Associazione Promotori del Museo del Mare di Genova ha avuto da subito molta fortuna. Anche il Sindaco della città ha spinto per creare un’istituzione dotata di autonomia decisionale per poter procedere con rapidità. Oggi l’Associazione degli Amici del museo si sostiene con 1000 euro al mese versati da tutti i componenti (il Direttore Campodomico può fornire le linee guida) e con le entrate degli oltre 2000.000 visitatori che lo frequentano con piacere, “perché si potrebbe definire un museo divertente”. Il Presidente D’Amato comunica che all’interno dell’area portuale sono disponibili i Magazzini Generali su due livelli, che andrebbero naturalmente interamente restaurati. Il Consigliere comunale Gianni Formisano, Presidente della Commissione Trasporti e Mobilità, propone anche di “desmanializzare” la zona portuale e ritiene adeguata la scelta dei Magazzini Generali, che potranno essere facilmente raggiungibili da tre “porte”, il Porto di Napoli, la Stazione centrale e l’Aeroporto, quando ci saranno le condizioni di mobilità adeguate. La sua disponibilità è totale e farà da ponte per i contatti con il Comune. Masucci ricorda che nel passato sarebbe stata messa a disposizione dall’Ammiraglio Branciforte una parte della Darsena Acton, cosa oggi non più possibile per mutate condizioni della Marina Militare. Comunque, senza pensare al passato, è opportuno creare un Comitato che fattivamente si dia da fare e predisporre un Business plan con una descrizione dell'attività, delle attuali prospettive e possibilità future. È già stata tastata la possibilità di un interesse da parte della Fondazione Banco Napoli (Barracco). La parola passa poi all’avv. Bruno Castaldo, che dopo avere ricordato il progetto per l’”Immacolatella vecchia” che doveva essere il Museo delle
  • 3. Migrazioni, descrive una bozza di statuto per la costituzione della Fondazione Museo del Mare. Precisa che il Comitato promotore per tale realizzazione dovrà essere articolato in tre ramificazioni: 1. Comitato tecnico 2. Comitato giuridico / amministrativo 3. Comitato Pubbliche relazioni L’impresa riuscirà, sostiene l’avv. Castaldo, perché ci sono due forti componenti alla base, quella scientifica e quella culturale. Poi si creerà la Fondazione. Naturalmente non c’è bisogno di distruggere l’esistente, bisognerà costruire su ciò che è già stato fatto, migliorandolo. L’arch. Claudio Grimellini ha detto che finalmente si mettevano le basi a qualcosa che non era una delle solite esercitazioni accademiche. Ha precisato che ha fatto parte del gruppo di progetto che ha partecipato alla gara per il Galata (arrivato terzo). Il Prof. Antonio Troiano dell’Istituto Nautico “Duca degli Abruzzi” offre al costituendo Comitato la sua esperienza e le sue competenze. La prof.ssa Angela Procaccini, delegata dall’Assessore Enrico Panini (Lavoro e Attività produttive Comune di Napoli), dopo aver ringraziato il Presidente Peppino d'Amato, Masucci, le tante persone collegate all'ambiente marittimo di Napoli, e il Consigliere Formisano che hanno in animo di far parte attiva del Comitato dei Promotori di un Museo Navale di Napoli, riconosce che questa costituzione è il primo obiettivo da centrare e non dipende da nient’altro che dalla nostra comune volontà. Ben venga l’apporto, di impegno e di idee, di tante diverse professionalità manifestatesi durante la riunione, tutte concordi sulle finalità culturali, sociali ed economiche del progetto. L’assessore Panini è pienamente favorevole all’iniziativa, in cui crede come crede nella grande opportunità del Mare per la Città. D’altronde il successo del piccolo Museo del Mare di Bagnoli è evidente, il suo limite è dovuto solo all’angustia degli spazi e dei mezzi finanziari. Certamente è diventato un punto di riferimento nel
  • 4. panorama culturale di Napoli in conseguenza delle tante attività poste in essere con l’aiuto di pochi volontari. La prof. Procaccini mette a disposizione del Comitato la sua tenacia, la sua lealtà e le sue capacità relazionali e di coordinamento. Il Direttore Antonio Mussari del Museo del mare chiarisce che l’ipotesi di avere finalmente a Napoli un grande Museo del Mare cittadino è senz’altro affascinante e ci si augura che si centri l’obiettivo e che non lo si faccia in tempi biblici. Peppino d'Amato, Umberto Masucci e le tante persone che stanno spendendo la loro credibilità e le loro disinteressate energie meritano di vedere concretizzato il frutto di tanto impegno. Così come si augura che le tante eccellenze di Napoli siano tanto generose da pensare al raggiungimento dell’obiettivo comune più che alla visibilità che il loro impegno professionale e finanziario meriterebbe. Fino quando l’impegno di tutti non si concretizzerà in un Comitato dei Promotori di un Museo Navale di Napoli egli continuerà ad occuparsi del piccolo Museo del Mare (provocatoriamente chiamato) di Napoli. Sapendo perfettamente che Napoli merita ben altro. L’arch. Gennaro Matacena (Presidente della Caronte) comunica che già nel passato si è occupato di musei del mare, anche di quello di Bagnoli. Il nuovo Museo dovrebbe avere diverse sezioni. Conclude con la considerazione che Napoli non ha mai costruito un impero sul mare perché è soprattutto città di accoglienza. Il Dott. Vittorio Porzio sostiene la necessità che si debba procedere a tappe “parcellizzate” ma la prima ed assolutamente propedeutica è la realizzazione di un Comitato dei Promotori. Con questo si darà vita ad una suddivisione di cariche e di compiti (consiglio direttivo/amministrazione, curatori, comitato tecnico scientifico, gruppo di progetto, gruppo per la comunicazione e marketing, …) da assolvere secondo le competenze che ciascuno dei Promotori vorrà spendere. Francesco S. Lauro ringrazia tutti per l'invito a far parte del nucleo promotore dell’iniziativa. Per dare concretezza all’impegno sarebbe
  • 5. opportuno intendersi bene sulle finalità culturali, sociali ed economiche del progetto e rapidamente mettere a punto un iter procedurale di massima che potrà essere poi nel tempo aggiornato e modificato. Il Comitato promotore non sarà il soggetto attuatore che verrà individuato in seguito. Nell’operazione dovranno essere espressi l’aspetto culturale, quello giuridico, quello formativo e quello economico/industriale. Chiede altresì di coinvolgere anche il collega Giovanni Zarra e alcuni consulenti dello studio, gli economisti Arturo Capasso e Giulio Maggiore, nonché il Prof. Carlo Iannello, dottissimo esperto di diritto pubblico. Il Rettore dell’Università “Parthenope”, Claudio Quintano, con il prof. Scamardella ribadiscono l’importanza della valenza formativa e tecnologica del costituendo Museo, che apporterà validi canali e strumenti di perfezionamento tecnico alle nuove generazioni. Il giovane e fattivo Achille Onorato (Moby Lines) mette a disposizione un forte contributo sostanziale e di ricerca, compreso un ricco archivio di famiglia con foto e documenti interessanti. Manuela Palmieri dell’IPE è ugualmente coinvolta nell’iniziativa e aspetta direttive per aderire. Italo Abbate ricorda i Musei Navali di Londra e Greenwich, di Parigi e Palais de Chaillot, di Amsterdam negli ex Magazzini dell’Ammiragliato: tutti imperdibili per chi ama la Storia della Marina, ma di certo non gli unici. In Europa e nel Mondo ne esistono un numero addirittura impressionante. Ma a Napoli “non ci sta” ed invece ci può e ci deve stare. E perciò considera lo slancio appassionato di Don Peppino D’Amato anche come un garbato ma severo richiamo a chi, sul punto, è animato soltanto da un distratto sentire. Certo, l’impresa non è tra le più semplici, come ha rilevato Vittorio Porzio che ha pure offerto indicazioni interessanti. Ma è possibile; a condizione, però, che tutti si muovano con la consapevolezza che non si tratta di una passeggiata in un bosco ridente; che non ci si dovrà fermare dinanzi alla prima difficoltà; che tutti operino nella medesima direzione non soltanto con impegno ma anche con largo uso di modestia. E, prima
  • 6. di ogni altra cosa, che si pensi tempestivamente, e si attui, la più rigorosa predisposizione di tutto quanto necessario per la realizzazione dell’iniziativa. E a tal riguardo riterrei che il costituendo Comitato possa essere suddiviso in più sezioni, a ciascuna delle quali affidare il compito di esaminare e risolvere specifiche problematiche, e così favorire la migliore e più spedita realizzazione del’impresa. Ennio Marsella del CNR IAMC parla della sua ricerca sul Mare iniziata 6/7 anni fa per una programmazione PON per tecnologie e ritiene che un asset di tecnologie possa avere un forte appeal per il Museo del mare e i suoi visitatori. È a disposizione per eventuali raccordi. Parla del Progetto M.A.R.E. L’idea di M.A.R.E. nasce sulla scorta di esperienze di altri grandi musei del mare high-tech europei (Museo di Vigo ad alto contenuto virtuale; il German Oceanographic Museum in cui assieme ad attività divulgative vengo offerte anche attività conviviali come l’Ocean club cafè). La maggior parte dei musei oggi nel mondo come il The Franklin Institute Science Museum Philadelphia (PA), La Villette a Parigi ad esempio, sono incentrati sull'intrattenimento educativo. Le loro esposizioni permanenti sulle immagini, la matematica, i suoni, il comportamento, ecc. hanno come scopo principale quello di coinvolgere l'utente attraverso giochi e trovate spettacolari che, oltre ad intrattenerlo, gli permettono una reale acquisizione dei contenuti veicolati. Anche l'Exploratoriuma a San Francisco in California utilizza la stessa metodologia di coinvolgimento. Analogamente, Marsella ricorda che la Commissione Europea promuove e invita vivamente gli stati membri a partecipare e contribuire all’arricchimento del portale europeo Europeana, aggregatore di contenuto digitale, che apre l’accesso alle risorse digitali di musei, librerie, archivi e collezioni mettendo a disposizione il patrimonio culturale e scientifico dell’Europa. Nello scenario museale appena descritto è nata la sua idea del Centro Mare ben inserita nelle azioni programmatiche dell’Accordo Quadro
  • 7. (Horizon 2020), e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Decreto Direttoriale 1 luglio 2014 n. 2216). Massimo Maresca del Museo del Mare di Meta di Sorrento concorda nel ritenere che le sinergie sono più produttive rispetto all’azione solitaria. Vincenzo de Notaris, (Institutional Relationship ManagerGruppo Deutsche Bank S.p.A.Finanza&Futuro S.p.A.) socio del Propeller e vice- presidente dell' Associazione Pietrasanta Polo Culturale, volta alla tutela del patrimonio artistico e culturale del centro storico di Napoli, ha organizzato la "Mostra Impossibile" nel complesso di San Domenico Maggiore. Esperienza che gli ha fatto comprendere non solo la vocazione turistica della città, ma soprattutto la voglia della cittadinanza di valorizzare la propria storia e la propria tradizione. Per questo motivo il Museo del Mare, che affonda le radici nelle origini della storia partenopea e la attraversa trasversalmente, sarà un grande successo. Egli si sente onorato di mettere a disposizione la sua esperienza in materia: anche i musei devono essere al passo con i tempi e quindi non rappresentare polverose realtà statiche, bensì entità dinamiche, accogliendo eventi tematici e sfruttando le più moderne tecnologie informatiche. Su quest' ultimo aspetto potrà fornire un contributo, avendo seguito l' implementazione tecnologica -informatica del sito della Basilica della Pietrasanta. Dopo circa tre ore di interessanti scambi di vedute, tutti sorretti dalla volontà di andare avanti, nonostante le difficoltà che indubbiamente si incontreranno, la riunione si scioglie per essere aggiornata a breve. In conclusione, la frase di Mussari sembra appropriata: “Il bruco non aspira che a diventare farfalla”. Angela Procaccini