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Sviluppo sostenibile
        ed educazione

 L’educazione risorsa di sviluppo per produrre
buoni legami sociali e benessere della persona
Lo sviluppo sostenibile secondo
l’educazione
 trasformazione sociale per una migliore
  convivenza che migliora il benessere dei
  singoli;
 I buoni legami costituiscono un modo di
  realizzare il benessere che non passa
  attraverso l’economia monetaria.
 Lo sviluppo sostenibile è anche una mutazione
  culturale che postula uno sviluppo centrato
  sulla persona piuttosto che sulle merci.
Compatibilità ecologica e
           sostenibilità psicologica
 La sostenibilità è riferibile
   all’ecosistema naturale,
   all’ecosistema mentale.
 Sostenibili sono le trasformazioni compatibili
  con gli stati psichici delle persone. Senza
  educazione e senza epowerment personale
  nessuno sviluppo compatibile sarà possibile.
  Un cambiamento non desiderato non si
  realizza.
Eguaglianza ed equità
 E’ la possibilità per ciascuno di partecipare alla
  vita sociale apportando le proprie risorse e
  potendo entrare in relazione con gli altri senza
  limitazioni dovute al censo, alla cultura o ad
  altro
 Per portare risorse ed accedere alle risorse
  sociali non è necessario che siamo eguali
  rispetto alla distribuzione della ricchezza o dei
  beni ma è necessario il pieno possesso delle
  proprie facoltà umane, ed il rispetto garantito
  dalle leggi per ogni persona.
Risorse interne ed educazione

 In questa definizione hanno un ruolo di primo
  piano le risorse interne della persona e di
  conseguenza l’educazione che è l’attività
  finalizzata a mobilitarle.
L’emarginazione primaria
 Il migliore alleato dell’oppressore è la
  mente dell’oppresso
 il migliore alleato della discriminazione
  sociale è la mente del discriminato
 emarginazione interiore che possiamo
  chiamare primaria in quanto genera
  tutte le altre.
Educazione come mobilitazione delle
risorse interne connesse alle radici
emotive
 Emarginazione interiore è una modalità di
  sviluppo della persona che mette in ombra
  importanti manifestazioni dell’essere ritenute
  non funzionali alla razionalità produttiva, quali
  le emozioni ed i sentimenti
 In questo senso l’emarginazione è una
  categoria trasversale che accomuna chi
  discrimina e chi è discriminato.
Educazione come mobilitazione delle
risorse interne connesse alle radici
emotive
 Chi intraprende una attività educativa
  dovrebbe essere profondamente consapevole
  di sé e delle proprie emozioni per poter
  riconoscere nell’altro la fatica e il dolore per
  elaborare le proprie emozioni.
L’educazione è una missione civilizzatrice
o promozione di cittadinanza attiva?
 Il lavoro educativo concepito come missione
  civilizzatrice che eradica costumi selvaggi è una
  operazione coloniale che impone ai giovani una
  condotta esteriore lasciando intatti e
  ingigantendo i nuclei di emarginazione di cui
  ciascuno è portatore.
 L’educazione come promozione della cittadinanza
  dei giovani è la missione civile dell’educazione in
  quanto riscrive il contratto sociale con le nuove
  generazioni
Un’educazione che coinvolga emarginati
ed emarginanti
 Dunque l’educazione che non produce
  discriminazioni è un’educazione che si rivolge
  contemporaneamente ai discriminati e a
  coloro che discriminano affinché ciascuno
  lavori sulle discriminazioni interiori che
  portano a vivere una vita infelice e povera di
  relazioni.
L’eguaglianza compulsiva
 Emarginati ed emarginanti sono spinti dalla stessa
  febbre a combattere l’emarginazione acquisendo
  cose e potere oppure difendendo la roba e il
  potere.
 Il modello di sviluppo espansivo fondato sulla
  moltiplicazione delle merci disponibili e nella
  disponibilità di danaro per acquistarlo asseconda
  questo modello di eguaglianza compulsiva e
  rappresenta la proiezione ideologica della
  coazione derivante dalla volontà di non vedere
  l’emarginazione interiore.
Connettere gli attori sociali connettendo il
sé L’educazione nel mentre lavora a connettere gli
 
   attori sociali creando legami, deve
   necessariamente mantenere le connessioni tra lo
   sviluppo razionale e le parti emozionali di
   ciascuno.
  la scuola serve soprattutto a sviluppare la
   possibilità di pensare una realtà complessa, per
   molti versi caotica
  usare la ragione non per costruire una mappa
   perfetta del mondo ma per conservare la propria
   integrità in un mondo che resta imperfetto,
   assurdo, pieno di contraddizioni.
Saperi di strada: una metafora per
mantenere la connessione con le origini
 I maestri di strada si sono cimentati in questa
  impresa ed hanno adottato questo nome come
  metafora per indicare un sapere che si
  costruisce mantenendo le connessioni con le
  sue origini.
Il Progetto Chance come educazione a
riattivare le funzioni di pensiero
 Il progetto che per undici anni è stato
  realizzato nelle zone più emarginate della città
  ha lavorato per questo, per ridare a giovani
  emarginati la capacità di gestire emozioni
  devastanti: paura, molteplici strati di paura;
  rabbia, tanta rabbia per ingiustizie e
  discriminazioni; invidie e gelosie che si
  raccolgono a piene mani nei contesti in cui per
  farsi valere occorre affiliarsi o esibire i segni
  della ricchezza e della potenza.
Chi educa al pensiero deve pensare
 Chance ha lavorato per costituire le funzioni di
  pensiero a scuola;
 la scuola non può insegnare a pensare se non
  pensa e ripensa le sue attività.
 Docenti che siano frustrati, che non riescano a
  contenere le emozioni dei giovani, che non
  riescono a contenere le proprie emozioni, non
  hanno nulla da insegnare se non nozioni fredde
  che sono oggi disponibili su supporti più
  efficaci che non la persona del docente.
Insegnare al Principe di Danimarca
 Con la pubblicazione di Insegnare al Principe di
  Danimarca abbiamo lanciato questo
  messaggio al di fuori dei contesti di
  emarginazione per dire a tutti i docenti che è
  l’ora di riprendere il lavoro educativo in tutta
  la sua portata civile e per supportare un modo
  di affrontare la crisi economica che batta le
  strade le dello sviluppo civile ed umano
  piuttosto che quello della ricerca compulsiva di
  espansioni del mercato.
Educare alla cittadinanza
         praticando la cittadinanza
 Una didattica che aiuti i giovani ad elaborare il
  dolore e le difficoltà, che aiuta ad essere
  cittadini attivi oggi assumendo una posizione
  attiva nel processo educativo è possibile anche
  nelle condizioni peggiori a patto che la scuola
  stessa sia un luogo di cittadinanza, di
  accoglienza, di partecipazione e di serio
  impegno per l’acquisizione di competenze di
  cittadinanza e professionali.
Un progetto educativo integrato
 Nei progetti dei Maestri di Strada
 in corso di realizzazione
 l’educazione che promuove la
 persona viene realizzata
 integrando figure educative
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 pensiero nella scuola.

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Presentazione prof. Moreno 1

  • 1. Sviluppo sostenibile ed educazione L’educazione risorsa di sviluppo per produrre buoni legami sociali e benessere della persona
  • 2. Lo sviluppo sostenibile secondo l’educazione trasformazione sociale per una migliore convivenza che migliora il benessere dei singoli;  I buoni legami costituiscono un modo di realizzare il benessere che non passa attraverso l’economia monetaria.  Lo sviluppo sostenibile è anche una mutazione culturale che postula uno sviluppo centrato sulla persona piuttosto che sulle merci.
  • 3. Compatibilità ecologica e sostenibilità psicologica  La sostenibilità è riferibile  all’ecosistema naturale,  all’ecosistema mentale.  Sostenibili sono le trasformazioni compatibili con gli stati psichici delle persone. Senza educazione e senza epowerment personale nessuno sviluppo compatibile sarà possibile. Un cambiamento non desiderato non si realizza.
  • 4. Eguaglianza ed equità  E’ la possibilità per ciascuno di partecipare alla vita sociale apportando le proprie risorse e potendo entrare in relazione con gli altri senza limitazioni dovute al censo, alla cultura o ad altro  Per portare risorse ed accedere alle risorse sociali non è necessario che siamo eguali rispetto alla distribuzione della ricchezza o dei beni ma è necessario il pieno possesso delle proprie facoltà umane, ed il rispetto garantito dalle leggi per ogni persona.
  • 5. Risorse interne ed educazione  In questa definizione hanno un ruolo di primo piano le risorse interne della persona e di conseguenza l’educazione che è l’attività finalizzata a mobilitarle.
  • 6. L’emarginazione primaria  Il migliore alleato dell’oppressore è la mente dell’oppresso  il migliore alleato della discriminazione sociale è la mente del discriminato  emarginazione interiore che possiamo chiamare primaria in quanto genera tutte le altre.
  • 7. Educazione come mobilitazione delle risorse interne connesse alle radici emotive  Emarginazione interiore è una modalità di sviluppo della persona che mette in ombra importanti manifestazioni dell’essere ritenute non funzionali alla razionalità produttiva, quali le emozioni ed i sentimenti  In questo senso l’emarginazione è una categoria trasversale che accomuna chi discrimina e chi è discriminato.
  • 8. Educazione come mobilitazione delle risorse interne connesse alle radici emotive  Chi intraprende una attività educativa dovrebbe essere profondamente consapevole di sé e delle proprie emozioni per poter riconoscere nell’altro la fatica e il dolore per elaborare le proprie emozioni.
  • 9. L’educazione è una missione civilizzatrice o promozione di cittadinanza attiva?  Il lavoro educativo concepito come missione civilizzatrice che eradica costumi selvaggi è una operazione coloniale che impone ai giovani una condotta esteriore lasciando intatti e ingigantendo i nuclei di emarginazione di cui ciascuno è portatore.  L’educazione come promozione della cittadinanza dei giovani è la missione civile dell’educazione in quanto riscrive il contratto sociale con le nuove generazioni
  • 10. Un’educazione che coinvolga emarginati ed emarginanti  Dunque l’educazione che non produce discriminazioni è un’educazione che si rivolge contemporaneamente ai discriminati e a coloro che discriminano affinché ciascuno lavori sulle discriminazioni interiori che portano a vivere una vita infelice e povera di relazioni.
  • 11. L’eguaglianza compulsiva  Emarginati ed emarginanti sono spinti dalla stessa febbre a combattere l’emarginazione acquisendo cose e potere oppure difendendo la roba e il potere.  Il modello di sviluppo espansivo fondato sulla moltiplicazione delle merci disponibili e nella disponibilità di danaro per acquistarlo asseconda questo modello di eguaglianza compulsiva e rappresenta la proiezione ideologica della coazione derivante dalla volontà di non vedere l’emarginazione interiore.
  • 12. Connettere gli attori sociali connettendo il sé L’educazione nel mentre lavora a connettere gli  attori sociali creando legami, deve necessariamente mantenere le connessioni tra lo sviluppo razionale e le parti emozionali di ciascuno.  la scuola serve soprattutto a sviluppare la possibilità di pensare una realtà complessa, per molti versi caotica  usare la ragione non per costruire una mappa perfetta del mondo ma per conservare la propria integrità in un mondo che resta imperfetto, assurdo, pieno di contraddizioni.
  • 13. Saperi di strada: una metafora per mantenere la connessione con le origini  I maestri di strada si sono cimentati in questa impresa ed hanno adottato questo nome come metafora per indicare un sapere che si costruisce mantenendo le connessioni con le sue origini.
  • 14. Il Progetto Chance come educazione a riattivare le funzioni di pensiero  Il progetto che per undici anni è stato realizzato nelle zone più emarginate della città ha lavorato per questo, per ridare a giovani emarginati la capacità di gestire emozioni devastanti: paura, molteplici strati di paura; rabbia, tanta rabbia per ingiustizie e discriminazioni; invidie e gelosie che si raccolgono a piene mani nei contesti in cui per farsi valere occorre affiliarsi o esibire i segni della ricchezza e della potenza.
  • 15. Chi educa al pensiero deve pensare  Chance ha lavorato per costituire le funzioni di pensiero a scuola;  la scuola non può insegnare a pensare se non pensa e ripensa le sue attività.  Docenti che siano frustrati, che non riescano a contenere le emozioni dei giovani, che non riescono a contenere le proprie emozioni, non hanno nulla da insegnare se non nozioni fredde che sono oggi disponibili su supporti più efficaci che non la persona del docente.
  • 16. Insegnare al Principe di Danimarca  Con la pubblicazione di Insegnare al Principe di Danimarca abbiamo lanciato questo messaggio al di fuori dei contesti di emarginazione per dire a tutti i docenti che è l’ora di riprendere il lavoro educativo in tutta la sua portata civile e per supportare un modo di affrontare la crisi economica che batta le strade le dello sviluppo civile ed umano piuttosto che quello della ricerca compulsiva di espansioni del mercato.
  • 17. Educare alla cittadinanza praticando la cittadinanza  Una didattica che aiuti i giovani ad elaborare il dolore e le difficoltà, che aiuta ad essere cittadini attivi oggi assumendo una posizione attiva nel processo educativo è possibile anche nelle condizioni peggiori a patto che la scuola stessa sia un luogo di cittadinanza, di accoglienza, di partecipazione e di serio impegno per l’acquisizione di competenze di cittadinanza e professionali.
  • 18. Un progetto educativo integrato  Nei progetti dei Maestri di Strada in corso di realizzazione l’educazione che promuove la persona viene realizzata integrando figure educative diverse e attivando le funzioni di pensiero nella scuola.