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Giovanninocinico
il
I Come vogsvo Atene ricerco
Diogene per ollo dell'Uomo,
= cosi montovo sellosu"un
Guoreschi in ornese"
vecchio
I pu pensoretrovare"idee
e singolori'!
opo i1 cinema con Totò, pare che i critici ab-
b-iano riscoperto anche i pregi letterari di Gio-
vannino Guareschi, il cui Don Camillo costi-
tuisce, insieme al Pinocchio di Collodi, iI libro
italiano pir) Ietto al mondo. Ma ai ciclo-filosofi
Guareschi interessa soprattutto perché nei
suoi racconti la bicicietta è un personaggio
fondamentale, compagno inseparabile delle
baruffe tra Don Camillo e Peppone, spesso
impegnati in sfide degne di Coppi e Bartali.
C'è tuttavia qualcosa di pir) che invita a inse-
rire Guareschi nel pantheon della ciclo-filosofia: è stato lui infatti il primo fi-
losofo in bicicletta Quasi quasi verrebbe da non credere ai propri occhi quando
si scopre che, nel 1932, Guareschi aveva iniziato 1a carriera giornalistica su un
periodico drParm4La Fiamma, una piccola rubrica di cronaca con questa firma:
Bowden, un filosofo in bicidetta. Aveva voglia Croce a sentenziare che il sapere
filosofico era agli antipodi dell'attività pratica; e Cioran a scrivere libri di filoso-
fia andandosene a spassoin bic! ci voleva un umorista come Guareschi per avere
il coraggio di legare la filosofia alle ruote di una bicicletta. Insomma, in bici con
Socrate Grovannino ci si era già messo settant'enni fa! Solo che a Socrate preferi-
va Diogene, quel simpaticone di filosofo, detto il cinico, che abitava in una botte
e possedeva solo una ciotola per bere, buttatavra appene avevavisto unra,Eazzo
che si portava I'acqua alla bocca con le mani. Diogene girovagava per Atene con
una lanterna alla ricerca dell'uomo, che, ahimè, non aveva mai incontrato. Piir
modestamente, Guareschi cercava per le strade di Parma Io spunto per un arti-
colo; e siccome ailora non c'era internet e Ia cronaca si faceva'tor piedi", cioè bi-
sognava andare in giro a tincorrere le notizie, aveva pensato bene di unire futile
ai dilettevole e si era àttÍezzato con una bici. Ma chi era Bowden, la trasfigurazione cicli- Giovannino Guareschi, autore
stica di Díogene? Invano si cercherebbe questo nome in un dizÍonario di filosofia. Frank italiano i piùlettial mondo,
tra
Bowden non era un filosofo, bensì il fondatore della bicicletta Raleigh, il quale nel rgoz è statounciclo-filosofoante
Lne-ar,enche definivasuoi
se i
aveva inventato un dispositivo fondamentale: il cosiddetto filo del freno o "freno Bowden", 6 r cpÉp "di hassn rnniO'l
1o1c o-
che permetteva di stringere i pattini contro il cerchione in modo piìr efficiente del freno
h bacchetta'. La bici di cui nel r93z disponeva Guareschi era "un vecchio arnese" che aveva
ritrovato "in solaio sfasciata e arrugginita", eppure funzionava alla perfezione - qui v.iene
il bello! - per aiutarlo'h pensare". Insomma, Guareschi aveva intuito con cinquant'anni di
anticipo queÌlo che hanno dimostrato le neuroscienze: che Ia bici è una grande miniera di
benesserefisico e mentale, al punto che, impastando sudore e felÍcità, tutti possono conce-
dersi il lusso di fare divagazioni'?indole morale e filosofica". Giovannino non riusciva a
capire come mar, pigiando sui pedal, sbocciassero in teste così tante "idee singolari'. D'al-
tra parte lui faceva il giornalista e non il filosofo o 1o scienziato, si limitava a "raccontare
dei fatti" e non se la sentiva di "spiegare il perché dei fatti". Non eta vero, come sanno bene
tutti i ciclo-filosofi; ma Guareschi preferiva presentare 1apropria filosofia di vita come una
filosofia'di basso conio", per l'appunto una "filosofia da cronista". Una filosofi4 diciamo
noi aila portata di tutti, così come la felicità: per provarla basta saltare in sella!
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