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L’analisi dei social network per rilevare la reputazione delle istituzioni cu...
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ITA - Il lavoro presenta il concetto di metadato, l'evoluzione degli standard catalografici e le ragioni della normalizzazione di regole e formati che traggono le loro origini nella cooperative cataloguing, avviata da Melvil Dewey nel corso della prima conferenza dei bibliotecari statunitensi tenutasi a Philadelphia nel 1876, il quale portò con forza all'attenzione dell'assemblea l'importanza di predisporre e stampare delle schede catalografiche da mettere a disposizione delle biblioteche americane, al fine di evitare che i bibliotecari dovessero rifare la stessa cosa migliaia di volte quando catalogano gli stessi libri acquistati dalle biblioteche del loro Paese. Il sentire dell'assemblea di Philadelphia può essere ben riassunto dalle parole pronunciate in quell'occasione dal prof. Otis Hall Robinson, bibliotecario della Rochester University «nothing can be more annoying than to do work which one knows is done by others over and over in all our libraries, and which might be done once for all». Dewey nel lanciare l'iniziativa di condividere la catalogazione per evitare che un libro venisse catalogato n volte nelle biblioteche degli Stati Uniti, riprende l'idea di Charles C. Jewett, mai realizzata per l'inadeguatezza della tecnologia allora disponibile, che nel 1851 concepisce il progetto "A plan for stereotyping catalogues by separate titles and for forming a general stereotyped catalogue of public libraries in the United States", immaginando una circolazione delle notizie bibliografiche tramite la realizzazione di cataloghi, in forma di volume a stampa, rapida e a basso costo. Successivamente, anticipando il Cataloguing in Publication project si arriverà all'inserimento delle schede catalografiche stampate su carta sottile all'interno dei libri pubblicati, in modo tale che potessero essere ritagliate e incollate sulle schede di cartoncino del catalogo. Risultò subito evidente che la circolazione delle schede, indipendentemente dalla modalità di distribuzione, richiedeva una condivisione di regole catalografiche che allora ancora non era consolidata, in tal senso prima lo stesso Melvil Dewey, e poi l'ALA, prendendo come riferimento le regole elaborate da Panizzi nel 1841, da Jewett nel 1852 e da Cutter nel 1876, iniziano a definire e diffondere delle regole comuni per tutte le biblioteche americane. Questo principio di condivisione di schede e regole, necessario per ridurre tempi e costi della catalogazione, che mutuando le parole di Ranganathan, potrebbe essere sintetizzato in una non dichiarata sesta legge della bibliotecomia "Save the time of the librarian", ha guidato l'attività di normalizzazione catalografica in ambito internazionale, portando, all'evoluzione dei formati di scambio, a partire dal MARC, al programma dell'IFLA per l'Universal Bibliographic Control, allo standard ISBD, fino a FRBR. Questa evoluzione della catalogazione ha condizionato formati e standard penalizzando la descrizione di documenti unici come i manoscritti ...
Normalizzare per condividere. Esigenze di ricerca, reperimento e catalogazion...
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