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I
ANI
ME
❤
I
ANI
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		 Fabio Cassella
L’INCANTEVOLE
CREAMY
La magia di essere se stessi
Collana: I Love Anime
L’incantevole Creamy
di Fabio Cassella
© Iacobelli Editore 2012
© Fabio Cassella per i testi
CREDITS:
Mahou no tenshi Creamy Mami (anime)
© Studio Pierrot/ Bandai/ NTV per l’edizione italiana © Yamato S.r.l.
Mahou no tenshi Creamy Mami (illustrazioni)
© Akemi Takada/ Studio Pierrot/ Bandai Mahou no tenshi Creamy Mami (manga)
© K. Itoh/ Y. Kitagawa/ Kodansha; per l’edizione italiana © Star Comics
Mahou no tenshi Creamy Mami – Eien no once more (manga)
© K. Itoh/ K. Kazuna/ Kodansha Mahou no tenshi Creamy Mami – Long Good bye (manga)
© K. Itoh/ K. Tashibu/ Kodansha / Tokuma Shoten
Per le pubblicazioni e il merchandising italiani, nel corso del testo vengono indicati i produttori e gli
editori detentori dei relativi diritti di pubblicazione per l’Italia.
Per il merchandising originale giapponese, nel corso del testo vengono indicati i produttori e gli
editori depositari dei relativi diritti per il Giappone.
Altri CREDITS:
Mahou no yousei Persia (Evelyn e la magia di un sogno d’amore)
© T. Aonuma/ Shueisha/ Y. Kishi S. Pierrot/ Bandai/ NTV
Mahou no star Magical Emi (Magica magica Emi)
© K. Arai/ Shogakukan/ K. Motoyama Y. Kishi/ S. Pierrot/ Bandai/ NTV
Mahou no idol Pastel Yumi (Sandy dai mille colori)
© Y. Horasawa/ K. Motoyama S. Pierrot/ Bandai/ NTV
Mahou no stage Fancy Lala (Fancy Lala)
© A. Takada/ R. Kasuga/ Studio Pierrot Bandai/ TV Osaka
Mahou no princess Minky Momo (Il magico mondo di Gigì)
© T. Ashida/ Ashi pro. Bandai/ Network
Himitsu no Akkochan (Stilly - Lo specchio magico)
© Fujio Production/ Toei/ TV Asahi
Majokko Meg chan (Bia la sfida della magia)
© Omochabako/ Hiromi Pro./ Toei/ TV Asahi
Hana no ko Lun Lun (Lulù l’angelo tra i fiori)
© Toei/ TV Asahi
Idol densetsu Eriko (Ciao Sabrina)
© Bigwest/ Ashi pro./ Network
Uruseiyatsura (Lamù la ragazza dello spazio)
© R. Takahashi/ Shogakukan/ A. Takada S. Pierrot/ Kitty Film/ Fuji TV
Chojiku yosai Macross (Robotech)
© Bigwest/ Tatsunoko/ Bandai
Project A-Ko
© Fairy Dust/ Soeishinsha/ APPP Final Nishijima
Heavy Metal L-Gaim (inedito)
© Nippon Sunrise/ Sotsu Agency
<<Gli anni ’80 rappresentano per noi trentenni, un
periodo coinvolgente a 360 gradi, un modus vivendi.
Qualsiasi aspetto che li riguardi ci appartiene intima-
mente, dalla tv al cinema, dalla musica alla moda, dai
profumi ai sapori, dalle scoperte scientifiche ai pri-
mi albori dell’informatica. >>
In quel periodo l’infanzia era ricca di nuovi ritmi, di colori, di essenza genuina.
Noi bambini trascorrevamo i pomeriggi scanditi dai compiti di scuola, i gio-
chi, le merendine e innegabilmente tanta tv. Cartoni e telefilm che ci lasciava-
no esterrefatti, cullavano i nostri sogni e influenzavano i nostri giochi. Cartoni
giapponesi in primis, che insegnavano tanto, ci intrattenevano divertendoci, e
forgiavano la nostra sensibilità, lanciando messaggi ben precisi. Alle 16:00, ap-
puntamento immancabile con Bim Bum Bam, il migliore contenitore per ragazzi
mai realizzato, ingenuo e tuttavia divertente.
Robottoni imbattibili, eroi in tute colorate, dolci animali parlanti, protagoniste sfor-
tunate ma tenaci, erano i compagni di tante avvincenti storie. Non certo ultimo il folto
gruppo delle cosiddette “maghette”: le ragazzine dalle facoltà magiche. Erano nume-
rosissime, così simili eppure così diverse… Alcune provenivano da mondi fatati, altre
erano bambine terrestri che avevano ricevuto in dono un potere magico. Proprio come
sarebbe potuto accadere a una nostra compagna di scuola. Questi cartoni ci schiude-
vano nuovi mondi. Realtà spensierate, allegre, a volte malinconiche, grazie alle quali
volavamo con la fantasia oltre la scontata quotidianità. Tutti desideravamo dei poteri
prodigiosi, una bacchetta magica in grado di allontanare la noia, alterare la forma de-
gli oggetti, modificare il corso degli eventi; credevamo fosse possibile ritrovarci in un
mondo fantastico semplicemente saltando in una pozza d’acqua. Sognavamo noi stessi
di essere diversi, più grandi, più belli, di trasformarci in qualcun altro. Nel decennio in
questione i cartoni animati di punta andavano in onda in prima serata, alle venti. Rag-
giungere quel posto d’onore, in prime time significava che l’anime doveva possedere
caratteristiche speciali. Accadde anche con “Creamy Mami” e… l’incantesimo ebbe ini-
zio… Le canzoni, la storia, le crêpes, lo stesso abbigliamento della piccola protagonista,
la sua caratteristica maglia col cappuccio (mi trasmise la passione per i cappucci sugli
indumenti), il suo spostarsi in monoscooter, erano elementi estremamente caratteriz-
zanti e nuovi per noi bambini, che hanno condizionato e colpito la nostra immagina-
zione formandoci indelebilmente. Simpatica peculiarità, quella dei cartoni delle venti,
che si è ormai persa e ha contribuito a rendere quegli anni unici. Chi li ha vissuti potrà
capirmi, così come comprenderà quanto Creamy abbia segnato un’epoca, aprendo la
strada alle maghette successive, crescendo una generazione di bambini e bambine con
avventure ed emozioni particolari, invitandoci a cullare i nostri sogni più fantastici, a
crederci e a goderne, pur restando con i piedi per terra. La magia è in ognuno di noi.
7
LA SERIE TV
Un “magico” cocktail
Nei primi anni ’80 il serial “Creamy Mami”
dello Studio Pierrot è un’anime di rottu-
ra sia per la struttura narrativa, sia per la
grafica adottata, non solo nel filone ma-
hou shoujo ma genericamente nel mondo
dell’animazione nipponica, influenzando
produzioni successive.
Il pubblico televisivo dell’arcipelago nipponico è affa-
scinato dalle avventure di tantissimi anime di maghet-
te o streghette dotate di poteri prodigiosi, tutte molto
graziose, in gran parte provenienti dalla Toei anima-
tion che dà loro i natali tra gli anni ’70 e ’80 (Stilly, Bia,
Lalabel, Lulù…). La prima piccola rivoluzione avviene
quando dalla pionieristica Tatsunoko, casa di cartoni
animati nata nel 1962 e stimata per la qualità dei suoi
prodotti come Kyashan o Yattaman, nasce, grazie a Yuji Nu-
nokawa e Hisayu Toriyumi, formatisi lì, un nuovo studio di
animazione. Nel 1979 i due ex dipendenti fondano una nuova
azienda, lo Studio Pierrot, che non si distacca subito dall’indi-
rizzo della casa madre, che in quel periodo produceva soprat-
tutto anime fantascientifici e di robot insieme ai classici, tratti
da romanzi occidentali per bambini (Meisaku kodomo). Nel
1980, l’opera prima del Pierrot consiste proprio in un classico
Meisaku, non osando più del dovuto. “Nills no fushigina tabi”
(Nills Holgersson, da noi), tratto dal libro della svedese Sel-
ma Lagerlöf, è un anime che raccoglie scarsa
popolarità.Il clamore suscitato l’anno succes-
sivo invece dall’originalità di Lamù, spronerà
l’azienda a cimentarsi nel genere mahou shoujo,
traendo in parte ispirazione da Minky Momo (Gigì da
noi), maghetta della Ashi production (1982). Una scom-
messa dagli esiti imprevisti che sottrasse presto il primato
e dominio incontrastato alla Toei in questo settore. Mentre
l’autore Itoh elabora il soggetto, ampio spazio è lasciato a una
donna dalla mano incisiva e delicata che porta il nome di Ake-
miTakada,coleicheharegalatoall’animeunguizzodiorigina-
lità e innovazione sul fronte del character designer. Reduce dal
successo di Lamù, nella medesima veste, suggerirà i parametri
grafici per le future produzioni mahou shoujo del Pierrot. Na-
sce così, nel 1983, la prima serie mahou della casa: “Mahou no
tenshi Creamy Mami” (Creamy Mami l’angelo della magia).
Tenendo conto dell’anno di produzione (1983), sul piano
tecnico, l’anime di Creamy è ancora oggi un pregevole pro-
dotto. A distanza di anni, diversi episodi si mostrano ben di-
segnati e animati, e non sfigurano affatto se confrontati
con alcune serie più recenti, conservando una propria
attrattiva. Un’animazione che non risente in maniera
eccessiva del passare del tempo, grazie forse all’apporto
di Akemi Takada, moglie di Kazunori Itoh, autore, ma
non disegnatore del fumetto originale. Seppure acerbe, le
� Lulù, Bia e
Stilly. Fra le più
note maghette
della Toei.
� La principessa Gigì, in
originale Minky Momo,
dalla serie “Il magico
mondo di Gigì”.
� La Funny Face, il logo
dello Studio Pierrot.
C A P I T O L O 1
Da Creamy in poi, tutte le avven-
ture delle majokko del Pierrot
(o Pierjokko) sono provviste di alcuni
elementi, dalla sceneggiatura al tipo di
disegno che le accomunerà e le distin-
guerà da quelle del periodo antecedente.
Le protagoniste non sono più originarie
di mondi fatati e lontani, alle quali esseri
fantastici, spiriti o alieni, doneranno
facoltà magiche, ma sempre comuni
ragazzine terrestri. Da questo punto di
vista, Gigì ancora appartiene alla vecchia
guardia, sebbene abbia innegabilmente
influito sullo stile grafico della prima
Pierjokko. La durata della loro espe-
rienza magica è limitata. Sono scortate
in ogni dove da piccoli folletti rimasti
sulla terra con l’incarico di proteggerle
e consigliarle. Le capacità miracolose
prendono il via grazie a un oggetto
trasformabile che portano indosso, il
quale, dopo la pronuncia di una formula
magica, le cambia d’aspetto. Unita a ciò
la grande cura rivolta al disegno (siamo
lontanissimi dall’essenzialità grafica di
Stilly e Chappy, majokko della Toei) so-
prattutto nel delineare l’aspetto “adulto”
della protagonista che, deve per forza
di cose, diversificarsi nella giusta misura
dalla figura di bambina, in contrasto con
i comportamenti, gli at-
teggiamenti e la mentalità,
che restano però infantili.
Lo sdoppiamento della
protagonista in due figure
simili e diverse insieme,
contraddistinse le maghet-
te Pierrot da quelle Toei.
Nelle vicende poi, nessuna missione
particolare, nessun nemico malvagio e
crudele da cui difendersi o da sconfigge-
re, pertanto non è necessario utilizzare
la magia come arma di difesa. Non è il
trionfo del bene sul male il principio della
serie, ma il percorso di crescita delle gio-
vani. Non mancano del tutto personaggi
dall’agire disturbante nei confronti della
protagonista. Presenze di poco intralcio,
maliziose, a volte anche buffe ma auten-
tiche, il più delle volte incapaci di com-
mettere azioni veramente malvagie, che
rendono la serie verosimile (vedi Duenote
o Joe Serpe in Creamy), riequilibrando
il traboccare di “magico” e sentimentale.
Tutto questo materiale è presente in
Creamy, che insieme a Magical Emi
sono l’emblema dei prodotti migliori del
filone, targati Studio Pierrot.
capacità della Takada erano già apprezzabili nel regalare a tut-
ti i personaggi una particolare dolcezza. Alla regia un Osamu
Kobayashi alle prime armi, altro debutto che conseguì ina-
spettati e gradevoli risultati. L’anime è strutturato in maniera
che gli episodi, escludendo quelli iniziali, un paio centrali e
i conclusivi, sono slegati gli uni dagli altri, pur essendoci un
percorso di base, più o meno percettibile, che lega le storie,
così come in Orange Road, di qualche anno dopo, titolo di
grande notorietà, sempre con Kobayashi alla regia e la Taka-
da ai disegni.
Il regista è ormai entrato di diritto nella cerchia dei big di-
rector di anime. Sue sono anche la regia e la sceneggiatura di
“Beck: Mongolian Chop Squad”, del 2005. A Kouji Makaino
è affidato il commento musicale di Creamy, frizzante, melo-
dico e decisamente pop durante le canzoni.
Sue sono anche le colonne sonore di Lady Oscar (1979) e
della Pierjokko Evelyn /Persia (1984). Anni in cui è sua con-
suetudine l’impiego di violini nelle BGM. Alcuni episodi di
Creamy Mami variano notevolmente fra di loro sul piano tec-
nico, ma su quello dei soggetti è impresa non facile scartarne
qualcuno in favore di altri. Risultare brillanti e scorrevoli
sono le principali peculiarità di tutte le puntate che
compongono la serie. Tante le novità non solo sul
piano tecnico-grafico. L’anime di Creamy focaliz-
za l’attenzione sia sulla vita giapponese con-
temporanea che sull’aspetto magico fine
a se stesso. Buona parte della fortuna dei
52 episodi è racchiusa in un mix di ge-
neri che vanno dal giallo all’horror, alla
fantascienza e al fantasy, staccandosi
da uno sdolcinato romanticismo.
È proprio la contaminazione di
linguaggi che continua a segnare la
� Lo studio Pierrot, non facilmente accessibi-
le a visitatori e appassionati se non grazie ad
appoggi interni, è situato a Mitaka, una città
a circa 31 km da Tokyo.
� Il primo memo-
rabile incontro fra
Yu e Pinopino.
� Akemi Takada.
I TRATTI
DISTINTIVI
DELLE NUOVE
MAJOKKO
10 11
sua riuscita insieme all’originalità narrativa che dota ogni
episodio di una trama varia e ben costruita. Gli episodi
affrontano ogni volta temi sempre diversi, passando
dal mondo onirico e fantastico al quotidiano. Vera
protagonista è la fantasia, intralciata soltanto dalla
realtà, che ostacola la realizzazione dei sogni. Il ritor-
no al vero di tutti i giorni spezza l’incantesimo che si
vive a occhi chiusi. Numerosi sono gli esseri fantastici,
appartenenti a un mondo leggendario e incantato, che si
alternano nei vari episodi. Le bizzarre vicende in compagnia
di fate, spiritelli, piccoli demoni, unicorni o cervi alati sono
quelle che maggiormente fanno presa sul pubblico dei più
piccini. Esseri fantastici con cui la piccola protagonista si
rapporta sempre nella maniera migliore, vale a dire senza
pregiudizi o timori infondati e con un profondo e sano
desiderio di scoperta. Proprio per merito di quest’atteg-
giamento innato, Yu riesce a riscattare tali creature da
cattive azioni che si trascinano da tempo e a nobilitarle
da uno stato di sofferenza. Un modo, anche questo, per in-
segnare l’accettazione del diverso e la comprensione di una
sua condotta negativa, che è sempre conseguenza naturale di
ragioni ben precise. La varietà di temi e situazioni ci permette
di scoprire ogni volta qualcosa di nuovo su un determinato
personaggio e di rendere l’anime articolato, non ripetitivo e
mai noioso. Una saggia ed equilibrata costruzione degli altri
caratteri fa in modo che, a serie conclusa, restino impressi
quasi allo stesso livello della protagonista. Tutti i personag-
gi sono mossi dall’amore, anche se in maniera differente. Da
quello non corrisposto di Midori per Yu, a quello combattuto
tra Duenote e Jingle, da quello vagamente nascosto di Yu per
Toshio a quello scontato tra Filippo e Candida, esempio di
coppia regolare.
I fattori esteriori determinanti che differenziano Mami
dalle altre maghette, sono quindi lo charme da idol mu-
sic, gli estrosi costumi, gli accessori e il mostrare, proprio
come una vera star, un leggero ma visibile maquillage.
Contrariamente ad alcune serie, sia giapponesi che
americane, dove il protagonista indossa sempre
il medesimo vestito (facile soluzione per sem-
plificare e ridurre il lavoro dei disegnatori
e automaticamente caratterizzare defi-
nitivamente il personaggio), Creamy è
possibile ammirarla in abiti di scena e
13
Altra importante innovazione è l’aver
introdotto e diffuso, assieme al
serial fantascientifico “Macross”, nato
appena un anno prima, il concetto di
idol in un cartone animato. Gli idol sono
giovani cantanti pop realmente esistenti
in Giappone, dal successo strepitoso ma
dalla breve carriera. Lynn Minmay di
“Macross” è stata la prima idol spaziale,
mentre Creamy Mami vanta lo stesso pri-
mato nella realtà quotidiana. La sua storia
è quella che meglio rispecchia l’arco
della carriera di un idol vivente degli anni
’80. Di conseguenza, è introdotta, per la
prima volta in un cartone, un’ambienta-
zione pertinente al mondo della tv e dello
spettacolo: quello nipponico dei primi
anni ’80. Particolarità fu che Mami/Yu di
“Creamy Mami” e Minmay di “Macross”
furono doppiate da idol in carne e ossa.
Rispettivamente Takako Ohta e Mari
Lijima. “Creamy” con il suo chara e le
sue canzoni, che hanno fatto epoca sia
in patria che in Italia, oltre a influenzare
le maghette successive del Pierrot e non
(vedi soprattutto “Magical Emi”), getterà
le basi per un nuovo genere di anime
fondato esclusivamente sul mondo della
canzone giapponese, l’“idol system”. Vale
per tutti l’interessante serial “Legendary
idol Eriko”, in Italia “Ciao Sabrina”. La
protagonista Eriko era doppiata come
Mami e Minmay, sia nel parlato che nel
canto, dalla cantante Eriko Tamura.
La storia animata racconta proprio la
sua vita in maniera romanzata e il chara
strizza volutamente l’occhio a quello di
Creamy & Co. Furono proprio la Ohta,
la Lijima e la Tamura tra le idols che ca-
ratterizzarono il panorama della pop mu-
sic giapponese di tutti gli anni ’80. Quasi
involontariamente le serie animate di cui
sopra hanno inaugurato il “mercato” giap-
ponese delle idol virtuali successive, come
la popolare Kyoko Date, Lara Croft di
“Tomb Raider”, Shiori Fujisaki, protago-
nista di “Tokimeki Memorial”, e ispirato
l’idea di “The Idolm@ster”. Videogiochi,
gli ultimi tre, poi trasposti in versioni
animate.
CREAMY
E L’IDOL
SYSTEM
acconciature diversi, con l’avanzare degli episodi. Non realiz-
za filtri da strega, la sua magia la trasforma in sedicenne che
fortuitamente diviene cantante (ricordiamo che non era certo
l’aspirazione di Yu). L’accoppiamento fra l’arcano della magia,
poco stregonesca e più metodica, e la futilità dello star system,
superficiale e attraente, sembra funzionare. Altra novità della se-
rie,almenoinItalia,riguardalecapigliaturedaicoloriinconsueti.
Yu ha un semplice caschetto ma di colore verde, mentre la sua
controparte esibisce una pettinatura di colore lilla chiaro al-
quanto originale e soprattutto cotonata.
In riferimento a quest’ultima caratteristica, forse non si era
fatto altro che trasferire la moda degli anni ’80 in un cartone.
Sempre in tema di colori, l’intero anime è dotato di delicate
tinte pastello, ben armonizzate tra loro, sia nei fondali che nel
vestiario. Non ultima la singolarità del personaggio principale
� Takako Ohta,
la voce giappone-
se di Creamy.
� Lynn Minmay,
dal serial SF
“Macross”.
� Legendary
idol Eriko, da noi
nota come “Ciao
Sabrina”.
14 15
chenascedallatrasformazionediunabambina,nonnell’usuale
“versione adulta” della stessa, o in qualche animale, come so-
vente accadeva nelle precedenti serie magiche, bensì in tutt’al-
tra persona, un’avvenente giovane promessa della canzone.
Pur somigliandole, infatti, Creamy non era Yu da grande.
Verso metà serie lo spettatore potrà notare come la figura e il
ruolo di Creamy Mami siano decentrati, sottolineando così il
passaggio da un’identità all’altra (senza la trasformazione), in
modo da intensificare il continuum tra l’identità di Yu e quel-
la di Mami. Non a caso, avanti nella serie, la regola secondo
la quale in ogni puntata debba esserci una trasformazione è
sovvertita. L’idea di far cantare e parlare la protagonista con
la voce di un’idol esistente, Takako Ohta, contribuì, in modo
decisivo, alla fortuna dell’anime in terra nipponica. Takako
raggiunse maggiore notorietà proprio grazie al personaggio
di Creamy. In effetti, per il pubblico giapponese, la serie ebbe
un’ulteriore attrattiva, grazie alla non facile combinazione,
nell’universo delle idol, fra una vita ordinaria di ragazzine an-
cora studentesse (come quella di Yu e Takako) e una vita fatta
di fama e popolarità (come quella di Creamy e Takako). Fu
così possibile mettere in commercio cd musicali sia dell’idol
“animata” che di quella vera, sfruttando il successo di Takako
ottenuto dalla serie per promuovere dischi della cantante con
inedite canzoni. Dopo Creamy Mami questo espediente verrà
intensamente utilizzato. Tutti gli elementi elencati in questo
capitolo rappresentano le caratteristiche vincenti di Creamy,
che daranno slancio al genere detto majokko, confermandola
come uno dei personaggi cardine dell’animazione giappone-
se. Tracce del suo ascendente sono giunte fino agli anni ’90.
Luna e Artemis, i due gatti di Usagi/Sailormoon ricoprono
sostanzialmente il ruolo di Posi e Nega e la stessa “combattente
vestitaallamarinara”èilprodottopiùrecentediun’evoluzione
(sia del genere che del personaggio) che ha origine per buona
parte da Creamy. Sailormoon, pur essendo una guerriera, non
combatte imbracciando armi varie o spade bensì impugnando
LE CHIAVI DEL
SUCCESSO DI
CREAMY
Gli avvenimenti narrati negli episodi coincidevano con le
date della messa in onda. In altre parole si creò una corri-
spondenza temporale tra le date fittizie e quelle reali della
trasmissione, coprendo esattamente l’arco di un anno,
medesima durata della carriera di Mami. L’episodio finale,
il 52°, ambientato il 29 giugno, fu trasmesso proprio il
29/6/84. Una prerogativa, questa, che è a tutt’oggi poco
utilizzata: Creamy è fra i pochi cartoni a possederla. La
correlazione fra le date effettive e immaginate, insieme al
fenomeno dell’“idol” sdoppiato e allo stesso tempo com-
baciante, conferì alla serie un certo realismo, assente nelle
precedenti maghette. Questo fu ulteriormente evidenziato
dalla cura con cui furono studiati l’oggettistica, la riprodu-
zione degli ambienti interni (l’abitazione dei Morisawa, l’ap-
partamento di Duenote, gli studi televisivi...) e l’urbanistica
della serie. Il quartiere di Yu, le strade, gli edifici, le scuole…
sono luoghi somiglianti a quelli realmente esistenti a Tokyo
e, rispetto all’animazione degli anni ’70, bambini finalmente
non più soli ma con una normalissima famiglia alle spalle.
Requisiti in seguito adottati in buona parte di anime degli
anni ’80.
Il successo, specialmente in terra d’origine, è dovuto inoltre
al fatto di aver fatto presa, in maniera e in misura differenti,
su due target di pubblico. Il risultato iniziale era stato otte-
nuto: l’identificazione con Yu da parte di tutti i bambini.
Sia i maschi che le femmine solidarizzano con la loro coe-
tanea televisiva e si appassionano alle sue avventure in com-
pagnia di esseri magici e fatati; soprattutto nelle bambine si
sviluppa un riflesso proiettivo maggiore, grazie alla facoltà
di Yu di crescere d’età a piacimento, sognano di essere già
ragazze con la libertà che ne deriva. Inoltre gli spettatori si
sentono unici depositari del magico segreto della bimba,
il che facilita ancor di più un legame di
simpatia e partecipazione. Quasi inaspetta-
tamente, però, anche i ragazzini poco più
grandi e gli adolescenti seguono il serial,
attratti dall’affascinante giovane idol, dalla
vita fitta d’impegni e dai legami intessuti
con i colleghi, sfiorando un blando com-
plesso di Lolita. Assieme a Gigì, Creamy è stata le maghetta
più popolare e seguita dei primi anni ’80 in Giappone. In
quel periodo erano realmente e indistintamente conosciute
da qualsiasi giapponese, adulto o bambino. A differenza di
Gigì, in Creamy non c’è nessuno scopo da raggiungere o
missione da compiere, ma soltanto utilizzare la magia per
giocare e svagarsi nel corso di un anno.
La trasformazione di Yu non la rende molto diversa dai
classici supereroi. Il suo compito, però, non sarà quello di
difendere il mondo dal male, come farà poi Sailormoon,
anch’essa maghetta trasformista, ma combattente. Yu
diventerà idol per caso e, per quanto all’inizio sarà solo un
gioco, più avanti si troverà ad affrontare una doppia identità
difficilmente gestibile per la responsabilità insita nel nuovo
ruolo. Il dover rispettare gli appuntamenti e gli impegni
lavorativi la metteranno in condizione di scappare di nasco-
sto da casa e di inventarsi bugie con i genitori. Parte della
vita di Yu si sposta in un mondo professionale malgrado la
giovane età. Pur avendo vissuto e agito senza allarmismi e
preconcetti, è come se
avesse scavalcato alcune
fasi fondamentali della
sua infanzia, crescendo
prima del tempo. Questo
tipo di esperienza non
� Mami in tenuta
classica.
� Il Live Stage, il
palco di Mami.
19
le consente di vivere appieno la sua fanciullezza. Sulle
prime non desidera altro che servirsi delle vesti adulte
di Creamy per conquistare il suo amato Toshio, l’usuale
ragazzo belloccio della porta accanto, di un paio di anni più
grande di lei. Anch’egli figura messa a fuoco dalla Takada,
che condizionerà graficamente anche i protagonisti maschi-
li nelle successive maghette.
La doppia identità di Yu si rivelerà assai controproducente:
il ragazzo prenderà una cotta per la controparte Creamy, e
non per lei. Viene a formarsi un anomalo triangolo da due
lati corrispondenti: Toshio ama Creamy
che non è altri che Yu; quest’ultima
ama il ragazzo, ma non ne è corrisposta
se non sotto le spoglie “magiche”. Yu
per raggiungere il cuore dell’amato
non traffica in pozioni d’amore o diavolerie, bensì assume
le sembianze che il ragazzo agogna. Il pubblico di bambine,
identificandosi nella protagonista, vede nella figura di To-
shio il sostituto, forse del compagno di scuola, per il quale
ha perso la testa. Situazione molto ricorrente nelle succes-
sive Pierjokko, dove il giovanotto di turno assumerà ancor
più un ruolo marginale, anche a causa dell’età più elevata
che intercorrerà con la protagonista, restando pur sempre
sognante proiezione dell’amato.
Questo meccanismo proiettivo legherà maggiormente
le ragazzine all’anime, mettendole alla ricerca di qualche
strumento magico che produca analoghi effetti nella vita.
Costante la presenza in questi anime di oggetti dotati di una
utilità intrinseca (un bracciale, un ciondolo, un cerchio per
capelli…), nella realtà la scelta della piccola telespettatrice
ricadrà sull’oggetto che più è simile a quello dalla propria
eroina preferita vista in tv, se non sul giocattolo ufficiale che
lo rappresenta. A differenza delle altre Pierjokko, probabil-
mente solo in “Creamy” il giovane amico della protagonista
acquista più spessore, rivestendo una parte essenziale nello
svolgimento della trama. Il Pierrot intuì brillantemente
anche le potenzialità del “Creamy merchandising”. L’og-
getto magico di Yu, un medaglione da cui balza fuori una
magica bacchetta in grado di tramutarla, è dotato di un
ampio potere commerciale. Le bambine che seguono le sue
avventure sono spinte a desiderare lo strumento in modo da
poter diventare loro stesse tante piccole Creamy.
Gli altri accessori che sopraggiungeranno nel corso della se-
rie daranno anch’essi sfogo all’aspetto ludico. Più materiale,
� Fotogrammi
“storici” tratti dal
primo episodio.
20 21
uno scettro-bacchetta magica proprio come quella di Creamy
o di altre maghette, rinnovata solo nel design.
Creamy si prospettava, anche all’orizzonte italiano, come un
serial animato dalle buone potenzialità, con fresche storie
contemporanee che partivano da situazioni comuni anche al
nostro spettatore, come la scuola o la vita in famiglia.
Un nuovo stampo di giovani eroine, bambine moderne, so-
gnatrici, prive di problematiche insormontabili, nelle quali i
piccoli spettatori, soprattutto le femminucce, potessero im-
medesimarsi, e grazie a un colpo di bacchetta fantasticare di
realizzare quei sogni innocenti, propri della fanciullezza, che
osserva rapita il mondo dei grandi. Un’alternativa ai cartoni
femminili fino ad allora trasmessi, pieni di storie appassionan-
ti ma permeate di sofferenza, così distanti dalla spensieratezza
tipica dell’età infantile. Il mondo fiabesco della magia stimola
la curiosità e la fantasia nell’infanzia.
� Una inusuale
Creamy dai capelli
sciolti, ad opera
della Takada.
CREAMY
E la relazione
con gli adulti
Dietro l’apparente semplicità di
una serie a cartoni animati come
“L’incantevole Creamy”, gli spunti di
riflessione sono molteplici. L’evento
“trasformazione”, ininterrottamente
presente nelle serie appartenenti al filone
“magia” e in misura diversa in anime di
altri generi, include un altro significato:
manifestare anche con i cartoni animati
un desiderio di mutazione, di cambia-
mento, di trasformazione insito in una
buona fetta di popolazione giapponese.
Costoro, ancora alquanto segnati psico-
logicamente dalla memoria della bomba
atomica, cercano, inconsapevolmente,
di liberarsi delle proprie paure anche
rifugiandosi nell’animazione.
Non è un caso che gli anime trattino
storie di battaglie tra robot, di guerre ga-
lattiche e terrestri. Questi cartoni, oltre
a proporre appassionanti scene d’azione,
vogliono essere d’esempio per le genera-
zioni che verranno, esorcizzando quello
che hanno vissuto i propri antenati.
Il tema portante della serie è “la relazione
fra infanzia ed età adulta”, caro a tantis-
simi anime nipponici. La metamorfosi
attuata da Yu e dalle altre maghette,
simboleggia il passaggio dal mondo
infantile a una primordiale maturità e a
una prima fase d’indipendenza. Bambine
che sperimentano un mondo adulto.
Alla fine però l’anime di Creamy Mami
si può considerare un inno all’infanzia
vissuta serenamente, esprimendo come
sia svantaggioso accelerare i tempi di cre-
scita. Yu vuole arrivare subito al cuore di
Toshio ma comprende, infine, quanto sia
dispendioso bruciare le tappe. Riuscirà
a capire ciò e a essere consapevole della
situazione solo alle ultime battute della
storia, nel momento in cui la sua avven-
tura musicale starà per concludersi.
La bacchetta assolve la funzione di farle
vivere un’esperienza “da grandi” restando
comunque, nell’animo, una bambina,
e di farle comprendere, quando perde
la magia, che la sua “straordinarietà”, il
suo essere “speciale” risiede nell’essere
se stessa. A quel punto è avvenuta una
crescita emotiva, per merito di un giusto
uso dell’immaginazione.
Yu è portatrice di un messaggio semplice
e di valore, destinato a un pubblico di
grandi e piccoli, che consiste nel restitu-
ire un posto alla sfera del fantastico, che
nei vertiginosi ritmi della vita moderna
viene spesso emarginata. Non c’è tempo
per i sogni, visti come superflui e infantili
di fronte alla concretezza degli obiettivi
da raggiungere, come dimostra Jingle,
vittima e prigioniero di una realtà chiusa
e seriosa che gli regala solo stress ed esa-
sperazione. L’esempio della bambina ci
invita a uscire dal grigiore della vita quo-
tidiana e riscoprire un mondo a colori
sulle note (anche musicali) della fantasia.
Il trasferimento nella dimensione onirica
non poteva che essere accompagnato
dalla musica, come sottolinea la chiave
di violino disegnata da Yu durante la for-
mula magica. Pinopino, il più piccolo dei
characters, figlio della magia, è colui che
possiede un metodo di lettura dell’intera
serie. Alla domanda di Yu sull’eventualità
di rincontrarsi risponde che il suo pianeta
non è in nessun posto perché si trova
ovunque, come a voler dire che è a carico
nostro la capacità di vedere oltre la realtà,
come ha saputo fare Yu.
Assieme alle serie delle altre Pierjokko,
l’anime di Creamy esprime quanto gli
adulti non diano il peso che merita sia
al punto di vista che alle osservazioni
dell’universo infantile. Proprio gra-
zie alle potenzialità magiche di una
bacchetta, però, “la piccola Yu” riesce
a entrare, per poco, nel “mondo dei
grandi”, altrimenti non accessibile ai
bambini, consentendole di viverci ed
esaminarlo in prima persona. Attraver-
so il susseguirsi di vicende, ne uscirà
più matura, si renderà conto di quali
siano i valori importanti della vita e di
come l’impazienza di crescere presto,
l’abbia privata di qualcosa. L’essenziale
è sempre e comunque essere se stessi,
non senza un pizzico di sano orgoglio.
La vera trasformazione o cambiamen-
to è guardare avanti, migliorandoci e
modellandoci. L’avventura di Creamy
ci insegna che per essere una persona
“speciale” non è necessario possedere dei
poteri “speciali”. All’età adulta ci si arri-
va gradualmente, credendo in noi stessi
e nelle nostre capacità, vivendo tutte le
esperienze, belle o spiacevoli che siano,
senza rifugiarci nella magia. Quest’ulti-
ma è in grado solo di abbellirci la vita,
modificare le apparenze senza cambiare
la sostanza. La nostra stessa esistenza
non è forse già una fantastica magia?
24
25
Takako (3 agosto 1967), sopranno-
minata Creamy Takako, muove
i primi passi nel mondo della tv, nel
1982, in seguito a un’audizione per lo
show “Star Tanjou” sulla rete nipponica
Nippon Television. Dopo essere stata
notata dalla Tokuma Japan Communi-
cation, debutta nel mondo della canzone
l’anno successivo col singolo Delicate ni
sukishite, che diventa la sigla della serie
animata di Creamy, in cui si cimenta
anche nel doppiaggio della protagonista.
Tra i suoi pochi doppiaggi ricordiamo
una comparsa in Nausicaa, il film di Ha-
yao Miyazaki, una ragazza appartenente
al popolo di Pejite, il personaggio di
Pio in Arion, la partecipazione all’OAV
TWD Express Rolling Takeoff e alla
serie “Anime Sanjushi” (D’Artagnan e
i moschettieri del Re). Parallelamente
alla carriera musicale, con l’incisione di
numerosi dischi, Takako è lanciata anche
nel mondo pubblicitario. Si ritira dalle
scene nel 1994 per convolare a nozze.
Dal 1998 torna alla tv come ospite in
uno show per poi riprendere la professio-
ne di cantante, eseguendo i suoi successi
adeguati e aggiornati ai gusti del nuovo
secolo. Attualmente risiede a Tokyo, nel
quartiere di Shinjuku.
Titolo originale:
Mahou No Tenshi
Creamy Mami
(Creamy Mami, l’angelo
della magia)
Titolo italiano:
L’incantevole Creamy
Rete televisiva:
Nippon Television (NTV)
Numero episodi: 52
Messa in onda:
01/07/83 – 29/06/84
Distribuzione:
Bandai
Produzione:
Studio Pierrot
Produttori:
Minoru Ohno, Yoshitaka
Suzuki, Toru Horikoshi
Produttore esecutivo:
Yuji Nunokawa
Soggetto:
Kazunori Itoh
Sceneggiature:
Kazunori Itoh, Tokio Tsu-
chiya, Hiroshi Konishikawa,
Mitsuru Shimada
Regia generale:
Osamu Kobayashi
Storyboard:
Takashi Anno, Narumi Ta-
mano, Tomomi Mochizuki,
Ryo Tachiba
Character designer e
illustratore ufficiale:
Akemi Takada
Direzione dell’animazio-
ne: Hideo Kawachi, Masako
Gotoh, Asami Endoh
Direzione della fotogra-
fia: Akio Wakana
Disegni di base:
Eiko Miyamoto, Hiroki
Takagi, Yumiko Horasawa,
Takashi Akaishizawa
Direzione artistica:
Shichirou Kobayashi
Animazione delle sigle:
Yuji Moriyama, Tsukasa Abe
Musiche:
Kouji Makaino
Effetti sonori:
Fusanobu Fujiyama
SCHEDATECNICA
TV SERIES
TAKAKO OHTA
La prima
magical idol
SCHEDATECNICA
� Il primo 45 giri di Takako con la sigla
della serie: Delicate ni sukishite.
27
LO STUDIO
PIERROT
I TRATTI
DISTINTIVI
BOX TRAMA
TV SERIES
Siamo a Tokyo, quartiere di Kurimiga-
oka, nel luglio del 1983.
Yu Morisawa, una vivace ragazzina,
scorge nel cielo un oggetto misterioso,
a quanto pare visibile solo ai suoi occhi.
Il comandante di quest’arca di cristal-
lo, il piccolo extraterrestre Pinopino,
proveniente dalla Stella Piumata,
conosciuta da tutti gli esseri umani
prima della nascita, aveva perso la strada
per tornarvi. La sua nave si era trovata
coinvolta in una tempesta d’incubi ma
aveva recuperato la via di casa grazie ai
bei sogni di Yu. Per ringraziarla, Pino-
pino le dona una bacchetta magica con
la quale potrà tramutarsi per un anno in
un’adolescente.
Grazie a una serie di circostanze, Yu
diviene presto un idolo della pop-music
nelle vesti dell’affascinante Creamy
Mami, superando in popolarità Megumi
Ayase, cantante di punta della sua stessa
casa discografica, la Partnenon produc-
tion. La bambina non dovrà mai rivelare
a nessuno la sua doppia identità, né farsi
scoprire, in caso contrario perderà la
sua magica facoltà. Nemmeno Toshio, il
ragazzo di cui è innamorata, e i geni-
tori di Yu sono al corrente del segreto
della piccola. In seguito a innumerevoli
successi musicali e avventure di vario
genere, Yu sarà vista, per caso, da Toshio
durante la trasformazione, poco prima di
un importante festival canoro, perden-
do in tal modo i poteri. In aiuto della
ragazza ecco tornare Pinopino che, non
essendo ancora scaduto l’anno offertole,
concede a Yu l’opportunità di ritornare
in possesso dei suoi poteri magici e
proseguire la sua ascesa di cantante non
prima di aver compiuto una missione. Yu
e Toshio vengono trasportati sulla Stella
Piumata, il loro compito è colpire una
stellina nascente alla Fontana della Vita
con una freccia conficcata sul dorso di
un dragone. Il tutto va a buon fine e Yu
può nuovamente ottenere i poteri. La
stellina assume le fattezze di un tambu-
rello utilizzabile come nuova bacchetta.
Intanto Pinopino fa dimenticare a
Toshio quell’avventura nella dimensione
della Stella Piumata e il momento in
cui ha visto l’amica trasformarsi. Allo
scadere dell’anno, di un sogno durato un
anno, Creamy Mami saluta i suoi fan con
uno splendido concerto d’addio. Nel
corso dello spettacolo, Toshio riacquista
la memoria e, a fine serata, Mami ritorna
nelle sembianze di Yu perdendo per
sempre i poteri magici.
I PERSONAGGI
I PERSONAGGIYu Morisawa-Creamy
Dinamica, coraggiosa e curiosa bambina
dalla duplice identità, Yu vive la sua in-
fanzia normalmente, fra scuola, genitori
e amici. Ha un debole per Toshio, che
però è invaghito di Mami, frutto della
trasformazione della stessa.
Yu, infantile e mascolina, non regge
il confronto con la femminilità più
matura di Mami, scatenando una sorta
di competizione con l’altra espressione
di sé. L’incantesimo crea la proiezio-
ne cresciuta della bambina Yu, che
s’introduce nel mondo dello spettacolo
per mezzo dei suoi straordinari poteri.
Star della pop-music in ascesa, la cui
vita è costellata di concerti, incisioni e
fan, Mami è la trasposizione in concreto
dell’immaginazione e della fantasia di
Yu. Entrambe racchiudono due aspetti
dello stesso individuo. Posi e Nega
Sono due gattini alieni, assolutamente
opposti per carattere, che scortano Yu
ovunque. Posi, una femmina, è l’abbre-
viazione di “positiva”, Nega, un maschio,
sta per “negativo”. Sognatrice, romantica
e dal temperamento ottimista, la prima
rappresenta una femminilità delicata, in
contrapposizione al secondo, dal carat-
tere diffidente, burbero, saccente, ma fin
troppo realista. Entrambi rispecchiano
la silenziosa voce della coscienza che
interviene in ogni circostanza. Nega è la
razionalità indispensabile per riportare
alla realtà due figure femminili come Yu
e Posi, altrimenti in balia di puro senti-
mentalismo e impulsività. Nel manga,
per rimarcare ulteriormente questa
differenza fra i due, Nega era un gatto
grigio mentre Posi era bianco.
� Yu e Mami, le due fac-
ce della stessa medaglia.
28 29
Pinopino
Proveniente, come Posi e Nega, dal pia-
neta Stella Piumata, dalle dimensioni che
lo contengono nel palmo di una mano,
appare in poche occasioni pur essendo
una presenza rilevante. Comandante
dell’arca della Stella Piumata, è anche il
gestore dei poteri magici che dispensa
o toglie a suo piacimento. Personaggio
dotato di grande generosità e sensibilità,
è il detentore di facoltà soprannaturali,
oltre a essere il motore dell’intera serie.
Toshio Ohtomo
Protagonista maschile, amico di Yu,
conquistato invece da Creamy, è l’unico
che scoprirà, durante la serie, l’identità
segreta di quest’ultima, accettando di
dimenticare l’accaduto, per amore della
piccola, in seguito all’intervento occor-
sole da Pinopino. La fasulla superiorità
che mostra nei confronti della sua amica
di sempre cela un sentimento profondo,
presente sin dall’inizio della storia.
Ha sempre avvertito in cuor suo una
strana affinità fra la “sua” Yu di tutti
i giorni e Mami, star della canzone e
oggetto dei suoi desideri.
Midori (Midori Kisaragi)
Farsesco personaggio, che ricopre il
ruolo dell’innamorato cronico di Yu,
destinato al fallimento sin dall’inizio
della storia. Anche dal disegno s’intuisce
da subito l’inutilità del suo sentimento.
Riesce a ottenere solo un appuntamento
con Yu in tutta la serie, non certo per
desiderio di lei, che lo considera solo un
amico. Presenza che porta comunque
simpatia e allegria, grazie alla sua ingenu-
ità, bontà, goffaggine, al fisico panciuto e
alla sua grande passione per le crêpes del
chiosco dei genitori Yu.
Candida e Filippo
Morisawa (Natsume e
Tetsuo Morisawa)
I genitori di Yu sono persone giova-
nili, affabili e alla mano, dal giusto
peso all’interno della storia. Candida
sognava di fare la cantante ma, una volta
sposato Filippo, si è dedicata col marito
al chiosco di famiglia dal nome “Creamy
Crêpes”, producendo le migliori crêpes
del paese.
Jingle Pentagramma
(Shingo Tachibana)
Tra i personaggi della Terra, il più
rappresentativo di un’umanità perduta
dietro il miraggio della ricchezza e del
facile successo è Jingle Pentagramma,
presidente della Parthenon Production,
la casa discografica a cui si appoggerà il
giovane talento di Creamy. Abilmente i
soggettisti fanno incontrare casualmente
i due, mettendo a capo della vicenda la
sete di espansione commerciale di Jingle,
che prevarica anche la ex prima star
della casa, Duenote, sua innamorata non
ricambiata. Il comportamento di Jingle,
completamente annebbiato dal desiderio
di affermazione, gli fa dimenticare le più
elementari regole di civile convivenza,
rendendolo anche vittima della gelosia
dell’innamorata. Questo divertente per-
sonaggio rappresenta, simbolicamente e
con una buona dose d’ironia, il fantoccio
di un colosso d’argilla all’inseguimento
di un capitalismo smodato, che perde
di vista le qualità che rendono un uomo
degno di essere definito tale. I sogni di
gloria di questo intraprendente impren-
ditore svaniscono come l’incantesimo
della Stella Piumata.
30 31
Kidokoro (Hayato
Kidokoro)
L’impacciato e distratto manager di
Creamy riveste un ruolo assai delicato
nel meccanismo del sistema produttivo
della casa discografica, trovandosi in
balia delle ambizioni del presidente e
del temperamento ingenuamente ribelle
della giovane artista. Figura debole,
remissiva ma comica, è spesso sopraffatto
dalle scelte di una bambina che sembra
beffarsi dell’importanza del suo ruolo
di cantante di punta, fornitole dalle sue
metamorfosi magiche.
Duenote Ayase
(Megumi Ayase)
Ultimo personaggio del sistema pro-
duttivo presieduto da Jingle è Duenote,
stella della casa discografica fino all’ar-
rivo di Creamy. Costei è principalmente
vittima di se stessa, della propria vanità e
ambizione, che la mettono apertamente
contro quest’ultima da cui si sente de-
fraudata di un ruolo che riteneva le toc-
casse di diritto. Alla base c’è una vicenda
sentimentale con Jingle che è lampante e
ironicamente colorita dai suoi frequenti
sonori rovesci allo sventurato destinata-
rio del suo amore. I due sono soggiogati,
uno dal potere economico e l’altra dal
proprio ego smisurato.
Joe Serpe (Snake Joe)
Testardo fotoreporter che nutre da
subito dubbi sull’identità di Mami, Joe
è alla perenne ricerca dello scoop sulla
nuova e bella idol, ordendo trappole ai
suoi danni. Svolge il suo lavoro speran-
do di risollevarsi dalla sua condizione
di spiantato. È un uomo ordinario e
tutto sommato umile nella vita di tutti
i giorni, e non prova certo odio per la
protagonista.
Mamoru
(Mamoru Hidaka)
Compagno di classe di Yu, compare
tardi nella serie, divenendo ugualmente
parte integrante della comitiva composta
da Yu, Toshio e Midori. Sulle prime è
difficile da inquadrare, ma rivela in se-
guito una sana sensibilità e genuinità nei
sentimenti, dovute alle sue origini rurali,
lontane dal ritmo cittadino di Tokyo.
Schietto e con i piedi per terra, è l’unico
a non subire il fascino di Creamy, troppo
fittizio per lui.

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imp1

  • 2. I ANI ME ❤ Fabio Cassella L’INCANTEVOLE CREAMY La magia di essere se stessi Collana: I Love Anime L’incantevole Creamy di Fabio Cassella © Iacobelli Editore 2012 © Fabio Cassella per i testi CREDITS: Mahou no tenshi Creamy Mami (anime) © Studio Pierrot/ Bandai/ NTV per l’edizione italiana © Yamato S.r.l. Mahou no tenshi Creamy Mami (illustrazioni) © Akemi Takada/ Studio Pierrot/ Bandai Mahou no tenshi Creamy Mami (manga) © K. Itoh/ Y. Kitagawa/ Kodansha; per l’edizione italiana © Star Comics Mahou no tenshi Creamy Mami – Eien no once more (manga) © K. Itoh/ K. Kazuna/ Kodansha Mahou no tenshi Creamy Mami – Long Good bye (manga) © K. Itoh/ K. Tashibu/ Kodansha / Tokuma Shoten Per le pubblicazioni e il merchandising italiani, nel corso del testo vengono indicati i produttori e gli editori detentori dei relativi diritti di pubblicazione per l’Italia. Per il merchandising originale giapponese, nel corso del testo vengono indicati i produttori e gli editori depositari dei relativi diritti per il Giappone. Altri CREDITS: Mahou no yousei Persia (Evelyn e la magia di un sogno d’amore) © T. Aonuma/ Shueisha/ Y. Kishi S. Pierrot/ Bandai/ NTV Mahou no star Magical Emi (Magica magica Emi) © K. Arai/ Shogakukan/ K. Motoyama Y. Kishi/ S. Pierrot/ Bandai/ NTV Mahou no idol Pastel Yumi (Sandy dai mille colori) © Y. Horasawa/ K. Motoyama S. Pierrot/ Bandai/ NTV Mahou no stage Fancy Lala (Fancy Lala) © A. Takada/ R. Kasuga/ Studio Pierrot Bandai/ TV Osaka Mahou no princess Minky Momo (Il magico mondo di Gigì) © T. Ashida/ Ashi pro. Bandai/ Network Himitsu no Akkochan (Stilly - Lo specchio magico) © Fujio Production/ Toei/ TV Asahi Majokko Meg chan (Bia la sfida della magia) © Omochabako/ Hiromi Pro./ Toei/ TV Asahi Hana no ko Lun Lun (Lulù l’angelo tra i fiori) © Toei/ TV Asahi Idol densetsu Eriko (Ciao Sabrina) © Bigwest/ Ashi pro./ Network Uruseiyatsura (Lamù la ragazza dello spazio) © R. Takahashi/ Shogakukan/ A. Takada S. Pierrot/ Kitty Film/ Fuji TV Chojiku yosai Macross (Robotech) © Bigwest/ Tatsunoko/ Bandai Project A-Ko © Fairy Dust/ Soeishinsha/ APPP Final Nishijima Heavy Metal L-Gaim (inedito) © Nippon Sunrise/ Sotsu Agency
  • 3. <<Gli anni ’80 rappresentano per noi trentenni, un periodo coinvolgente a 360 gradi, un modus vivendi. Qualsiasi aspetto che li riguardi ci appartiene intima- mente, dalla tv al cinema, dalla musica alla moda, dai profumi ai sapori, dalle scoperte scientifiche ai pri- mi albori dell’informatica. >> In quel periodo l’infanzia era ricca di nuovi ritmi, di colori, di essenza genuina. Noi bambini trascorrevamo i pomeriggi scanditi dai compiti di scuola, i gio- chi, le merendine e innegabilmente tanta tv. Cartoni e telefilm che ci lasciava- no esterrefatti, cullavano i nostri sogni e influenzavano i nostri giochi. Cartoni giapponesi in primis, che insegnavano tanto, ci intrattenevano divertendoci, e forgiavano la nostra sensibilità, lanciando messaggi ben precisi. Alle 16:00, ap- puntamento immancabile con Bim Bum Bam, il migliore contenitore per ragazzi mai realizzato, ingenuo e tuttavia divertente. Robottoni imbattibili, eroi in tute colorate, dolci animali parlanti, protagoniste sfor- tunate ma tenaci, erano i compagni di tante avvincenti storie. Non certo ultimo il folto gruppo delle cosiddette “maghette”: le ragazzine dalle facoltà magiche. Erano nume- rosissime, così simili eppure così diverse… Alcune provenivano da mondi fatati, altre erano bambine terrestri che avevano ricevuto in dono un potere magico. Proprio come sarebbe potuto accadere a una nostra compagna di scuola. Questi cartoni ci schiude- vano nuovi mondi. Realtà spensierate, allegre, a volte malinconiche, grazie alle quali volavamo con la fantasia oltre la scontata quotidianità. Tutti desideravamo dei poteri prodigiosi, una bacchetta magica in grado di allontanare la noia, alterare la forma de- gli oggetti, modificare il corso degli eventi; credevamo fosse possibile ritrovarci in un mondo fantastico semplicemente saltando in una pozza d’acqua. Sognavamo noi stessi di essere diversi, più grandi, più belli, di trasformarci in qualcun altro. Nel decennio in questione i cartoni animati di punta andavano in onda in prima serata, alle venti. Rag- giungere quel posto d’onore, in prime time significava che l’anime doveva possedere caratteristiche speciali. Accadde anche con “Creamy Mami” e… l’incantesimo ebbe ini- zio… Le canzoni, la storia, le crêpes, lo stesso abbigliamento della piccola protagonista, la sua caratteristica maglia col cappuccio (mi trasmise la passione per i cappucci sugli indumenti), il suo spostarsi in monoscooter, erano elementi estremamente caratteriz- zanti e nuovi per noi bambini, che hanno condizionato e colpito la nostra immagina- zione formandoci indelebilmente. Simpatica peculiarità, quella dei cartoni delle venti, che si è ormai persa e ha contribuito a rendere quegli anni unici. Chi li ha vissuti potrà capirmi, così come comprenderà quanto Creamy abbia segnato un’epoca, aprendo la strada alle maghette successive, crescendo una generazione di bambini e bambine con avventure ed emozioni particolari, invitandoci a cullare i nostri sogni più fantastici, a crederci e a goderne, pur restando con i piedi per terra. La magia è in ognuno di noi.
  • 4. 7 LA SERIE TV Un “magico” cocktail Nei primi anni ’80 il serial “Creamy Mami” dello Studio Pierrot è un’anime di rottu- ra sia per la struttura narrativa, sia per la grafica adottata, non solo nel filone ma- hou shoujo ma genericamente nel mondo dell’animazione nipponica, influenzando produzioni successive. Il pubblico televisivo dell’arcipelago nipponico è affa- scinato dalle avventure di tantissimi anime di maghet- te o streghette dotate di poteri prodigiosi, tutte molto graziose, in gran parte provenienti dalla Toei anima- tion che dà loro i natali tra gli anni ’70 e ’80 (Stilly, Bia, Lalabel, Lulù…). La prima piccola rivoluzione avviene quando dalla pionieristica Tatsunoko, casa di cartoni animati nata nel 1962 e stimata per la qualità dei suoi prodotti come Kyashan o Yattaman, nasce, grazie a Yuji Nu- nokawa e Hisayu Toriyumi, formatisi lì, un nuovo studio di animazione. Nel 1979 i due ex dipendenti fondano una nuova azienda, lo Studio Pierrot, che non si distacca subito dall’indi- rizzo della casa madre, che in quel periodo produceva soprat- tutto anime fantascientifici e di robot insieme ai classici, tratti da romanzi occidentali per bambini (Meisaku kodomo). Nel 1980, l’opera prima del Pierrot consiste proprio in un classico Meisaku, non osando più del dovuto. “Nills no fushigina tabi” (Nills Holgersson, da noi), tratto dal libro della svedese Sel- ma Lagerlöf, è un anime che raccoglie scarsa popolarità.Il clamore suscitato l’anno succes- sivo invece dall’originalità di Lamù, spronerà l’azienda a cimentarsi nel genere mahou shoujo, traendo in parte ispirazione da Minky Momo (Gigì da noi), maghetta della Ashi production (1982). Una scom- messa dagli esiti imprevisti che sottrasse presto il primato e dominio incontrastato alla Toei in questo settore. Mentre l’autore Itoh elabora il soggetto, ampio spazio è lasciato a una donna dalla mano incisiva e delicata che porta il nome di Ake- miTakada,coleicheharegalatoall’animeunguizzodiorigina- lità e innovazione sul fronte del character designer. Reduce dal successo di Lamù, nella medesima veste, suggerirà i parametri grafici per le future produzioni mahou shoujo del Pierrot. Na- sce così, nel 1983, la prima serie mahou della casa: “Mahou no tenshi Creamy Mami” (Creamy Mami l’angelo della magia). Tenendo conto dell’anno di produzione (1983), sul piano tecnico, l’anime di Creamy è ancora oggi un pregevole pro- dotto. A distanza di anni, diversi episodi si mostrano ben di- segnati e animati, e non sfigurano affatto se confrontati con alcune serie più recenti, conservando una propria attrattiva. Un’animazione che non risente in maniera eccessiva del passare del tempo, grazie forse all’apporto di Akemi Takada, moglie di Kazunori Itoh, autore, ma non disegnatore del fumetto originale. Seppure acerbe, le � Lulù, Bia e Stilly. Fra le più note maghette della Toei. � La principessa Gigì, in originale Minky Momo, dalla serie “Il magico mondo di Gigì”. � La Funny Face, il logo dello Studio Pierrot. C A P I T O L O 1
  • 5. Da Creamy in poi, tutte le avven- ture delle majokko del Pierrot (o Pierjokko) sono provviste di alcuni elementi, dalla sceneggiatura al tipo di disegno che le accomunerà e le distin- guerà da quelle del periodo antecedente. Le protagoniste non sono più originarie di mondi fatati e lontani, alle quali esseri fantastici, spiriti o alieni, doneranno facoltà magiche, ma sempre comuni ragazzine terrestri. Da questo punto di vista, Gigì ancora appartiene alla vecchia guardia, sebbene abbia innegabilmente influito sullo stile grafico della prima Pierjokko. La durata della loro espe- rienza magica è limitata. Sono scortate in ogni dove da piccoli folletti rimasti sulla terra con l’incarico di proteggerle e consigliarle. Le capacità miracolose prendono il via grazie a un oggetto trasformabile che portano indosso, il quale, dopo la pronuncia di una formula magica, le cambia d’aspetto. Unita a ciò la grande cura rivolta al disegno (siamo lontanissimi dall’essenzialità grafica di Stilly e Chappy, majokko della Toei) so- prattutto nel delineare l’aspetto “adulto” della protagonista che, deve per forza di cose, diversificarsi nella giusta misura dalla figura di bambina, in contrasto con i comportamenti, gli at- teggiamenti e la mentalità, che restano però infantili. Lo sdoppiamento della protagonista in due figure simili e diverse insieme, contraddistinse le maghet- te Pierrot da quelle Toei. Nelle vicende poi, nessuna missione particolare, nessun nemico malvagio e crudele da cui difendersi o da sconfigge- re, pertanto non è necessario utilizzare la magia come arma di difesa. Non è il trionfo del bene sul male il principio della serie, ma il percorso di crescita delle gio- vani. Non mancano del tutto personaggi dall’agire disturbante nei confronti della protagonista. Presenze di poco intralcio, maliziose, a volte anche buffe ma auten- tiche, il più delle volte incapaci di com- mettere azioni veramente malvagie, che rendono la serie verosimile (vedi Duenote o Joe Serpe in Creamy), riequilibrando il traboccare di “magico” e sentimentale. Tutto questo materiale è presente in Creamy, che insieme a Magical Emi sono l’emblema dei prodotti migliori del filone, targati Studio Pierrot. capacità della Takada erano già apprezzabili nel regalare a tut- ti i personaggi una particolare dolcezza. Alla regia un Osamu Kobayashi alle prime armi, altro debutto che conseguì ina- spettati e gradevoli risultati. L’anime è strutturato in maniera che gli episodi, escludendo quelli iniziali, un paio centrali e i conclusivi, sono slegati gli uni dagli altri, pur essendoci un percorso di base, più o meno percettibile, che lega le storie, così come in Orange Road, di qualche anno dopo, titolo di grande notorietà, sempre con Kobayashi alla regia e la Taka- da ai disegni. Il regista è ormai entrato di diritto nella cerchia dei big di- rector di anime. Sue sono anche la regia e la sceneggiatura di “Beck: Mongolian Chop Squad”, del 2005. A Kouji Makaino è affidato il commento musicale di Creamy, frizzante, melo- dico e decisamente pop durante le canzoni. Sue sono anche le colonne sonore di Lady Oscar (1979) e della Pierjokko Evelyn /Persia (1984). Anni in cui è sua con- suetudine l’impiego di violini nelle BGM. Alcuni episodi di Creamy Mami variano notevolmente fra di loro sul piano tec- nico, ma su quello dei soggetti è impresa non facile scartarne qualcuno in favore di altri. Risultare brillanti e scorrevoli sono le principali peculiarità di tutte le puntate che compongono la serie. Tante le novità non solo sul piano tecnico-grafico. L’anime di Creamy focaliz- za l’attenzione sia sulla vita giapponese con- temporanea che sull’aspetto magico fine a se stesso. Buona parte della fortuna dei 52 episodi è racchiusa in un mix di ge- neri che vanno dal giallo all’horror, alla fantascienza e al fantasy, staccandosi da uno sdolcinato romanticismo. È proprio la contaminazione di linguaggi che continua a segnare la � Lo studio Pierrot, non facilmente accessibi- le a visitatori e appassionati se non grazie ad appoggi interni, è situato a Mitaka, una città a circa 31 km da Tokyo. � Il primo memo- rabile incontro fra Yu e Pinopino. � Akemi Takada. I TRATTI DISTINTIVI DELLE NUOVE MAJOKKO
  • 6. 10 11 sua riuscita insieme all’originalità narrativa che dota ogni episodio di una trama varia e ben costruita. Gli episodi affrontano ogni volta temi sempre diversi, passando dal mondo onirico e fantastico al quotidiano. Vera protagonista è la fantasia, intralciata soltanto dalla realtà, che ostacola la realizzazione dei sogni. Il ritor- no al vero di tutti i giorni spezza l’incantesimo che si vive a occhi chiusi. Numerosi sono gli esseri fantastici, appartenenti a un mondo leggendario e incantato, che si alternano nei vari episodi. Le bizzarre vicende in compagnia di fate, spiritelli, piccoli demoni, unicorni o cervi alati sono quelle che maggiormente fanno presa sul pubblico dei più piccini. Esseri fantastici con cui la piccola protagonista si rapporta sempre nella maniera migliore, vale a dire senza pregiudizi o timori infondati e con un profondo e sano desiderio di scoperta. Proprio per merito di quest’atteg- giamento innato, Yu riesce a riscattare tali creature da cattive azioni che si trascinano da tempo e a nobilitarle da uno stato di sofferenza. Un modo, anche questo, per in- segnare l’accettazione del diverso e la comprensione di una sua condotta negativa, che è sempre conseguenza naturale di ragioni ben precise. La varietà di temi e situazioni ci permette di scoprire ogni volta qualcosa di nuovo su un determinato personaggio e di rendere l’anime articolato, non ripetitivo e mai noioso. Una saggia ed equilibrata costruzione degli altri caratteri fa in modo che, a serie conclusa, restino impressi quasi allo stesso livello della protagonista. Tutti i personag- gi sono mossi dall’amore, anche se in maniera differente. Da quello non corrisposto di Midori per Yu, a quello combattuto tra Duenote e Jingle, da quello vagamente nascosto di Yu per Toshio a quello scontato tra Filippo e Candida, esempio di coppia regolare. I fattori esteriori determinanti che differenziano Mami dalle altre maghette, sono quindi lo charme da idol mu- sic, gli estrosi costumi, gli accessori e il mostrare, proprio come una vera star, un leggero ma visibile maquillage. Contrariamente ad alcune serie, sia giapponesi che americane, dove il protagonista indossa sempre il medesimo vestito (facile soluzione per sem- plificare e ridurre il lavoro dei disegnatori e automaticamente caratterizzare defi- nitivamente il personaggio), Creamy è possibile ammirarla in abiti di scena e
  • 7. 13 Altra importante innovazione è l’aver introdotto e diffuso, assieme al serial fantascientifico “Macross”, nato appena un anno prima, il concetto di idol in un cartone animato. Gli idol sono giovani cantanti pop realmente esistenti in Giappone, dal successo strepitoso ma dalla breve carriera. Lynn Minmay di “Macross” è stata la prima idol spaziale, mentre Creamy Mami vanta lo stesso pri- mato nella realtà quotidiana. La sua storia è quella che meglio rispecchia l’arco della carriera di un idol vivente degli anni ’80. Di conseguenza, è introdotta, per la prima volta in un cartone, un’ambienta- zione pertinente al mondo della tv e dello spettacolo: quello nipponico dei primi anni ’80. Particolarità fu che Mami/Yu di “Creamy Mami” e Minmay di “Macross” furono doppiate da idol in carne e ossa. Rispettivamente Takako Ohta e Mari Lijima. “Creamy” con il suo chara e le sue canzoni, che hanno fatto epoca sia in patria che in Italia, oltre a influenzare le maghette successive del Pierrot e non (vedi soprattutto “Magical Emi”), getterà le basi per un nuovo genere di anime fondato esclusivamente sul mondo della canzone giapponese, l’“idol system”. Vale per tutti l’interessante serial “Legendary idol Eriko”, in Italia “Ciao Sabrina”. La protagonista Eriko era doppiata come Mami e Minmay, sia nel parlato che nel canto, dalla cantante Eriko Tamura. La storia animata racconta proprio la sua vita in maniera romanzata e il chara strizza volutamente l’occhio a quello di Creamy & Co. Furono proprio la Ohta, la Lijima e la Tamura tra le idols che ca- ratterizzarono il panorama della pop mu- sic giapponese di tutti gli anni ’80. Quasi involontariamente le serie animate di cui sopra hanno inaugurato il “mercato” giap- ponese delle idol virtuali successive, come la popolare Kyoko Date, Lara Croft di “Tomb Raider”, Shiori Fujisaki, protago- nista di “Tokimeki Memorial”, e ispirato l’idea di “The Idolm@ster”. Videogiochi, gli ultimi tre, poi trasposti in versioni animate. CREAMY E L’IDOL SYSTEM acconciature diversi, con l’avanzare degli episodi. Non realiz- za filtri da strega, la sua magia la trasforma in sedicenne che fortuitamente diviene cantante (ricordiamo che non era certo l’aspirazione di Yu). L’accoppiamento fra l’arcano della magia, poco stregonesca e più metodica, e la futilità dello star system, superficiale e attraente, sembra funzionare. Altra novità della se- rie,almenoinItalia,riguardalecapigliaturedaicoloriinconsueti. Yu ha un semplice caschetto ma di colore verde, mentre la sua controparte esibisce una pettinatura di colore lilla chiaro al- quanto originale e soprattutto cotonata. In riferimento a quest’ultima caratteristica, forse non si era fatto altro che trasferire la moda degli anni ’80 in un cartone. Sempre in tema di colori, l’intero anime è dotato di delicate tinte pastello, ben armonizzate tra loro, sia nei fondali che nel vestiario. Non ultima la singolarità del personaggio principale � Takako Ohta, la voce giappone- se di Creamy. � Lynn Minmay, dal serial SF “Macross”. � Legendary idol Eriko, da noi nota come “Ciao Sabrina”.
  • 8. 14 15 chenascedallatrasformazionediunabambina,nonnell’usuale “versione adulta” della stessa, o in qualche animale, come so- vente accadeva nelle precedenti serie magiche, bensì in tutt’al- tra persona, un’avvenente giovane promessa della canzone. Pur somigliandole, infatti, Creamy non era Yu da grande. Verso metà serie lo spettatore potrà notare come la figura e il ruolo di Creamy Mami siano decentrati, sottolineando così il passaggio da un’identità all’altra (senza la trasformazione), in modo da intensificare il continuum tra l’identità di Yu e quel- la di Mami. Non a caso, avanti nella serie, la regola secondo la quale in ogni puntata debba esserci una trasformazione è sovvertita. L’idea di far cantare e parlare la protagonista con la voce di un’idol esistente, Takako Ohta, contribuì, in modo decisivo, alla fortuna dell’anime in terra nipponica. Takako raggiunse maggiore notorietà proprio grazie al personaggio di Creamy. In effetti, per il pubblico giapponese, la serie ebbe un’ulteriore attrattiva, grazie alla non facile combinazione, nell’universo delle idol, fra una vita ordinaria di ragazzine an- cora studentesse (come quella di Yu e Takako) e una vita fatta di fama e popolarità (come quella di Creamy e Takako). Fu così possibile mettere in commercio cd musicali sia dell’idol “animata” che di quella vera, sfruttando il successo di Takako ottenuto dalla serie per promuovere dischi della cantante con inedite canzoni. Dopo Creamy Mami questo espediente verrà intensamente utilizzato. Tutti gli elementi elencati in questo capitolo rappresentano le caratteristiche vincenti di Creamy, che daranno slancio al genere detto majokko, confermandola come uno dei personaggi cardine dell’animazione giappone- se. Tracce del suo ascendente sono giunte fino agli anni ’90. Luna e Artemis, i due gatti di Usagi/Sailormoon ricoprono sostanzialmente il ruolo di Posi e Nega e la stessa “combattente vestitaallamarinara”èilprodottopiùrecentediun’evoluzione (sia del genere che del personaggio) che ha origine per buona parte da Creamy. Sailormoon, pur essendo una guerriera, non combatte imbracciando armi varie o spade bensì impugnando
  • 9. LE CHIAVI DEL SUCCESSO DI CREAMY Gli avvenimenti narrati negli episodi coincidevano con le date della messa in onda. In altre parole si creò una corri- spondenza temporale tra le date fittizie e quelle reali della trasmissione, coprendo esattamente l’arco di un anno, medesima durata della carriera di Mami. L’episodio finale, il 52°, ambientato il 29 giugno, fu trasmesso proprio il 29/6/84. Una prerogativa, questa, che è a tutt’oggi poco utilizzata: Creamy è fra i pochi cartoni a possederla. La correlazione fra le date effettive e immaginate, insieme al fenomeno dell’“idol” sdoppiato e allo stesso tempo com- baciante, conferì alla serie un certo realismo, assente nelle precedenti maghette. Questo fu ulteriormente evidenziato dalla cura con cui furono studiati l’oggettistica, la riprodu- zione degli ambienti interni (l’abitazione dei Morisawa, l’ap- partamento di Duenote, gli studi televisivi...) e l’urbanistica della serie. Il quartiere di Yu, le strade, gli edifici, le scuole… sono luoghi somiglianti a quelli realmente esistenti a Tokyo e, rispetto all’animazione degli anni ’70, bambini finalmente non più soli ma con una normalissima famiglia alle spalle. Requisiti in seguito adottati in buona parte di anime degli anni ’80. Il successo, specialmente in terra d’origine, è dovuto inoltre al fatto di aver fatto presa, in maniera e in misura differenti, su due target di pubblico. Il risultato iniziale era stato otte- nuto: l’identificazione con Yu da parte di tutti i bambini. Sia i maschi che le femmine solidarizzano con la loro coe- tanea televisiva e si appassionano alle sue avventure in com- pagnia di esseri magici e fatati; soprattutto nelle bambine si sviluppa un riflesso proiettivo maggiore, grazie alla facoltà di Yu di crescere d’età a piacimento, sognano di essere già ragazze con la libertà che ne deriva. Inoltre gli spettatori si sentono unici depositari del magico segreto della bimba, il che facilita ancor di più un legame di simpatia e partecipazione. Quasi inaspetta- tamente, però, anche i ragazzini poco più grandi e gli adolescenti seguono il serial, attratti dall’affascinante giovane idol, dalla vita fitta d’impegni e dai legami intessuti con i colleghi, sfiorando un blando com- plesso di Lolita. Assieme a Gigì, Creamy è stata le maghetta più popolare e seguita dei primi anni ’80 in Giappone. In quel periodo erano realmente e indistintamente conosciute da qualsiasi giapponese, adulto o bambino. A differenza di Gigì, in Creamy non c’è nessuno scopo da raggiungere o missione da compiere, ma soltanto utilizzare la magia per giocare e svagarsi nel corso di un anno. La trasformazione di Yu non la rende molto diversa dai classici supereroi. Il suo compito, però, non sarà quello di difendere il mondo dal male, come farà poi Sailormoon, anch’essa maghetta trasformista, ma combattente. Yu diventerà idol per caso e, per quanto all’inizio sarà solo un gioco, più avanti si troverà ad affrontare una doppia identità difficilmente gestibile per la responsabilità insita nel nuovo ruolo. Il dover rispettare gli appuntamenti e gli impegni lavorativi la metteranno in condizione di scappare di nasco- sto da casa e di inventarsi bugie con i genitori. Parte della vita di Yu si sposta in un mondo professionale malgrado la giovane età. Pur avendo vissuto e agito senza allarmismi e preconcetti, è come se avesse scavalcato alcune fasi fondamentali della sua infanzia, crescendo prima del tempo. Questo tipo di esperienza non � Mami in tenuta classica. � Il Live Stage, il palco di Mami.
  • 10. 19 le consente di vivere appieno la sua fanciullezza. Sulle prime non desidera altro che servirsi delle vesti adulte di Creamy per conquistare il suo amato Toshio, l’usuale ragazzo belloccio della porta accanto, di un paio di anni più grande di lei. Anch’egli figura messa a fuoco dalla Takada, che condizionerà graficamente anche i protagonisti maschi- li nelle successive maghette. La doppia identità di Yu si rivelerà assai controproducente: il ragazzo prenderà una cotta per la controparte Creamy, e non per lei. Viene a formarsi un anomalo triangolo da due lati corrispondenti: Toshio ama Creamy che non è altri che Yu; quest’ultima ama il ragazzo, ma non ne è corrisposta se non sotto le spoglie “magiche”. Yu per raggiungere il cuore dell’amato non traffica in pozioni d’amore o diavolerie, bensì assume le sembianze che il ragazzo agogna. Il pubblico di bambine, identificandosi nella protagonista, vede nella figura di To- shio il sostituto, forse del compagno di scuola, per il quale ha perso la testa. Situazione molto ricorrente nelle succes- sive Pierjokko, dove il giovanotto di turno assumerà ancor più un ruolo marginale, anche a causa dell’età più elevata che intercorrerà con la protagonista, restando pur sempre sognante proiezione dell’amato. Questo meccanismo proiettivo legherà maggiormente le ragazzine all’anime, mettendole alla ricerca di qualche strumento magico che produca analoghi effetti nella vita. Costante la presenza in questi anime di oggetti dotati di una utilità intrinseca (un bracciale, un ciondolo, un cerchio per capelli…), nella realtà la scelta della piccola telespettatrice ricadrà sull’oggetto che più è simile a quello dalla propria eroina preferita vista in tv, se non sul giocattolo ufficiale che lo rappresenta. A differenza delle altre Pierjokko, probabil- mente solo in “Creamy” il giovane amico della protagonista acquista più spessore, rivestendo una parte essenziale nello svolgimento della trama. Il Pierrot intuì brillantemente anche le potenzialità del “Creamy merchandising”. L’og- getto magico di Yu, un medaglione da cui balza fuori una magica bacchetta in grado di tramutarla, è dotato di un ampio potere commerciale. Le bambine che seguono le sue avventure sono spinte a desiderare lo strumento in modo da poter diventare loro stesse tante piccole Creamy. Gli altri accessori che sopraggiungeranno nel corso della se- rie daranno anch’essi sfogo all’aspetto ludico. Più materiale, � Fotogrammi “storici” tratti dal primo episodio.
  • 11. 20 21 uno scettro-bacchetta magica proprio come quella di Creamy o di altre maghette, rinnovata solo nel design. Creamy si prospettava, anche all’orizzonte italiano, come un serial animato dalle buone potenzialità, con fresche storie contemporanee che partivano da situazioni comuni anche al nostro spettatore, come la scuola o la vita in famiglia. Un nuovo stampo di giovani eroine, bambine moderne, so- gnatrici, prive di problematiche insormontabili, nelle quali i piccoli spettatori, soprattutto le femminucce, potessero im- medesimarsi, e grazie a un colpo di bacchetta fantasticare di realizzare quei sogni innocenti, propri della fanciullezza, che osserva rapita il mondo dei grandi. Un’alternativa ai cartoni femminili fino ad allora trasmessi, pieni di storie appassionan- ti ma permeate di sofferenza, così distanti dalla spensieratezza tipica dell’età infantile. Il mondo fiabesco della magia stimola la curiosità e la fantasia nell’infanzia. � Una inusuale Creamy dai capelli sciolti, ad opera della Takada.
  • 12. CREAMY E la relazione con gli adulti Dietro l’apparente semplicità di una serie a cartoni animati come “L’incantevole Creamy”, gli spunti di riflessione sono molteplici. L’evento “trasformazione”, ininterrottamente presente nelle serie appartenenti al filone “magia” e in misura diversa in anime di altri generi, include un altro significato: manifestare anche con i cartoni animati un desiderio di mutazione, di cambia- mento, di trasformazione insito in una buona fetta di popolazione giapponese. Costoro, ancora alquanto segnati psico- logicamente dalla memoria della bomba atomica, cercano, inconsapevolmente, di liberarsi delle proprie paure anche rifugiandosi nell’animazione. Non è un caso che gli anime trattino storie di battaglie tra robot, di guerre ga- lattiche e terrestri. Questi cartoni, oltre a proporre appassionanti scene d’azione, vogliono essere d’esempio per le genera- zioni che verranno, esorcizzando quello che hanno vissuto i propri antenati. Il tema portante della serie è “la relazione fra infanzia ed età adulta”, caro a tantis- simi anime nipponici. La metamorfosi attuata da Yu e dalle altre maghette, simboleggia il passaggio dal mondo infantile a una primordiale maturità e a una prima fase d’indipendenza. Bambine che sperimentano un mondo adulto. Alla fine però l’anime di Creamy Mami si può considerare un inno all’infanzia vissuta serenamente, esprimendo come sia svantaggioso accelerare i tempi di cre- scita. Yu vuole arrivare subito al cuore di Toshio ma comprende, infine, quanto sia dispendioso bruciare le tappe. Riuscirà a capire ciò e a essere consapevole della situazione solo alle ultime battute della storia, nel momento in cui la sua avven- tura musicale starà per concludersi. La bacchetta assolve la funzione di farle vivere un’esperienza “da grandi” restando comunque, nell’animo, una bambina, e di farle comprendere, quando perde la magia, che la sua “straordinarietà”, il suo essere “speciale” risiede nell’essere se stessa. A quel punto è avvenuta una crescita emotiva, per merito di un giusto uso dell’immaginazione. Yu è portatrice di un messaggio semplice e di valore, destinato a un pubblico di grandi e piccoli, che consiste nel restitu- ire un posto alla sfera del fantastico, che nei vertiginosi ritmi della vita moderna viene spesso emarginata. Non c’è tempo per i sogni, visti come superflui e infantili di fronte alla concretezza degli obiettivi da raggiungere, come dimostra Jingle, vittima e prigioniero di una realtà chiusa e seriosa che gli regala solo stress ed esa- sperazione. L’esempio della bambina ci invita a uscire dal grigiore della vita quo- tidiana e riscoprire un mondo a colori sulle note (anche musicali) della fantasia. Il trasferimento nella dimensione onirica non poteva che essere accompagnato dalla musica, come sottolinea la chiave di violino disegnata da Yu durante la for- mula magica. Pinopino, il più piccolo dei characters, figlio della magia, è colui che possiede un metodo di lettura dell’intera serie. Alla domanda di Yu sull’eventualità di rincontrarsi risponde che il suo pianeta non è in nessun posto perché si trova ovunque, come a voler dire che è a carico nostro la capacità di vedere oltre la realtà, come ha saputo fare Yu. Assieme alle serie delle altre Pierjokko, l’anime di Creamy esprime quanto gli adulti non diano il peso che merita sia al punto di vista che alle osservazioni dell’universo infantile. Proprio gra- zie alle potenzialità magiche di una bacchetta, però, “la piccola Yu” riesce a entrare, per poco, nel “mondo dei grandi”, altrimenti non accessibile ai bambini, consentendole di viverci ed esaminarlo in prima persona. Attraver- so il susseguirsi di vicende, ne uscirà più matura, si renderà conto di quali siano i valori importanti della vita e di come l’impazienza di crescere presto, l’abbia privata di qualcosa. L’essenziale è sempre e comunque essere se stessi, non senza un pizzico di sano orgoglio. La vera trasformazione o cambiamen- to è guardare avanti, migliorandoci e modellandoci. L’avventura di Creamy ci insegna che per essere una persona “speciale” non è necessario possedere dei poteri “speciali”. All’età adulta ci si arri- va gradualmente, credendo in noi stessi e nelle nostre capacità, vivendo tutte le esperienze, belle o spiacevoli che siano, senza rifugiarci nella magia. Quest’ulti- ma è in grado solo di abbellirci la vita, modificare le apparenze senza cambiare la sostanza. La nostra stessa esistenza non è forse già una fantastica magia?
  • 13. 24 25 Takako (3 agosto 1967), sopranno- minata Creamy Takako, muove i primi passi nel mondo della tv, nel 1982, in seguito a un’audizione per lo show “Star Tanjou” sulla rete nipponica Nippon Television. Dopo essere stata notata dalla Tokuma Japan Communi- cation, debutta nel mondo della canzone l’anno successivo col singolo Delicate ni sukishite, che diventa la sigla della serie animata di Creamy, in cui si cimenta anche nel doppiaggio della protagonista. Tra i suoi pochi doppiaggi ricordiamo una comparsa in Nausicaa, il film di Ha- yao Miyazaki, una ragazza appartenente al popolo di Pejite, il personaggio di Pio in Arion, la partecipazione all’OAV TWD Express Rolling Takeoff e alla serie “Anime Sanjushi” (D’Artagnan e i moschettieri del Re). Parallelamente alla carriera musicale, con l’incisione di numerosi dischi, Takako è lanciata anche nel mondo pubblicitario. Si ritira dalle scene nel 1994 per convolare a nozze. Dal 1998 torna alla tv come ospite in uno show per poi riprendere la professio- ne di cantante, eseguendo i suoi successi adeguati e aggiornati ai gusti del nuovo secolo. Attualmente risiede a Tokyo, nel quartiere di Shinjuku. Titolo originale: Mahou No Tenshi Creamy Mami (Creamy Mami, l’angelo della magia) Titolo italiano: L’incantevole Creamy Rete televisiva: Nippon Television (NTV) Numero episodi: 52 Messa in onda: 01/07/83 – 29/06/84 Distribuzione: Bandai Produzione: Studio Pierrot Produttori: Minoru Ohno, Yoshitaka Suzuki, Toru Horikoshi Produttore esecutivo: Yuji Nunokawa Soggetto: Kazunori Itoh Sceneggiature: Kazunori Itoh, Tokio Tsu- chiya, Hiroshi Konishikawa, Mitsuru Shimada Regia generale: Osamu Kobayashi Storyboard: Takashi Anno, Narumi Ta- mano, Tomomi Mochizuki, Ryo Tachiba Character designer e illustratore ufficiale: Akemi Takada Direzione dell’animazio- ne: Hideo Kawachi, Masako Gotoh, Asami Endoh Direzione della fotogra- fia: Akio Wakana Disegni di base: Eiko Miyamoto, Hiroki Takagi, Yumiko Horasawa, Takashi Akaishizawa Direzione artistica: Shichirou Kobayashi Animazione delle sigle: Yuji Moriyama, Tsukasa Abe Musiche: Kouji Makaino Effetti sonori: Fusanobu Fujiyama SCHEDATECNICA TV SERIES TAKAKO OHTA La prima magical idol SCHEDATECNICA � Il primo 45 giri di Takako con la sigla della serie: Delicate ni sukishite.
  • 14. 27 LO STUDIO PIERROT I TRATTI DISTINTIVI BOX TRAMA TV SERIES Siamo a Tokyo, quartiere di Kurimiga- oka, nel luglio del 1983. Yu Morisawa, una vivace ragazzina, scorge nel cielo un oggetto misterioso, a quanto pare visibile solo ai suoi occhi. Il comandante di quest’arca di cristal- lo, il piccolo extraterrestre Pinopino, proveniente dalla Stella Piumata, conosciuta da tutti gli esseri umani prima della nascita, aveva perso la strada per tornarvi. La sua nave si era trovata coinvolta in una tempesta d’incubi ma aveva recuperato la via di casa grazie ai bei sogni di Yu. Per ringraziarla, Pino- pino le dona una bacchetta magica con la quale potrà tramutarsi per un anno in un’adolescente. Grazie a una serie di circostanze, Yu diviene presto un idolo della pop-music nelle vesti dell’affascinante Creamy Mami, superando in popolarità Megumi Ayase, cantante di punta della sua stessa casa discografica, la Partnenon produc- tion. La bambina non dovrà mai rivelare a nessuno la sua doppia identità, né farsi scoprire, in caso contrario perderà la sua magica facoltà. Nemmeno Toshio, il ragazzo di cui è innamorata, e i geni- tori di Yu sono al corrente del segreto della piccola. In seguito a innumerevoli successi musicali e avventure di vario genere, Yu sarà vista, per caso, da Toshio durante la trasformazione, poco prima di un importante festival canoro, perden- do in tal modo i poteri. In aiuto della ragazza ecco tornare Pinopino che, non essendo ancora scaduto l’anno offertole, concede a Yu l’opportunità di ritornare in possesso dei suoi poteri magici e proseguire la sua ascesa di cantante non prima di aver compiuto una missione. Yu e Toshio vengono trasportati sulla Stella Piumata, il loro compito è colpire una stellina nascente alla Fontana della Vita con una freccia conficcata sul dorso di un dragone. Il tutto va a buon fine e Yu può nuovamente ottenere i poteri. La stellina assume le fattezze di un tambu- rello utilizzabile come nuova bacchetta. Intanto Pinopino fa dimenticare a Toshio quell’avventura nella dimensione della Stella Piumata e il momento in cui ha visto l’amica trasformarsi. Allo scadere dell’anno, di un sogno durato un anno, Creamy Mami saluta i suoi fan con uno splendido concerto d’addio. Nel corso dello spettacolo, Toshio riacquista la memoria e, a fine serata, Mami ritorna nelle sembianze di Yu perdendo per sempre i poteri magici. I PERSONAGGI I PERSONAGGIYu Morisawa-Creamy Dinamica, coraggiosa e curiosa bambina dalla duplice identità, Yu vive la sua in- fanzia normalmente, fra scuola, genitori e amici. Ha un debole per Toshio, che però è invaghito di Mami, frutto della trasformazione della stessa. Yu, infantile e mascolina, non regge il confronto con la femminilità più matura di Mami, scatenando una sorta di competizione con l’altra espressione di sé. L’incantesimo crea la proiezio- ne cresciuta della bambina Yu, che s’introduce nel mondo dello spettacolo per mezzo dei suoi straordinari poteri. Star della pop-music in ascesa, la cui vita è costellata di concerti, incisioni e fan, Mami è la trasposizione in concreto dell’immaginazione e della fantasia di Yu. Entrambe racchiudono due aspetti dello stesso individuo. Posi e Nega Sono due gattini alieni, assolutamente opposti per carattere, che scortano Yu ovunque. Posi, una femmina, è l’abbre- viazione di “positiva”, Nega, un maschio, sta per “negativo”. Sognatrice, romantica e dal temperamento ottimista, la prima rappresenta una femminilità delicata, in contrapposizione al secondo, dal carat- tere diffidente, burbero, saccente, ma fin troppo realista. Entrambi rispecchiano la silenziosa voce della coscienza che interviene in ogni circostanza. Nega è la razionalità indispensabile per riportare alla realtà due figure femminili come Yu e Posi, altrimenti in balia di puro senti- mentalismo e impulsività. Nel manga, per rimarcare ulteriormente questa differenza fra i due, Nega era un gatto grigio mentre Posi era bianco. � Yu e Mami, le due fac- ce della stessa medaglia.
  • 15. 28 29 Pinopino Proveniente, come Posi e Nega, dal pia- neta Stella Piumata, dalle dimensioni che lo contengono nel palmo di una mano, appare in poche occasioni pur essendo una presenza rilevante. Comandante dell’arca della Stella Piumata, è anche il gestore dei poteri magici che dispensa o toglie a suo piacimento. Personaggio dotato di grande generosità e sensibilità, è il detentore di facoltà soprannaturali, oltre a essere il motore dell’intera serie. Toshio Ohtomo Protagonista maschile, amico di Yu, conquistato invece da Creamy, è l’unico che scoprirà, durante la serie, l’identità segreta di quest’ultima, accettando di dimenticare l’accaduto, per amore della piccola, in seguito all’intervento occor- sole da Pinopino. La fasulla superiorità che mostra nei confronti della sua amica di sempre cela un sentimento profondo, presente sin dall’inizio della storia. Ha sempre avvertito in cuor suo una strana affinità fra la “sua” Yu di tutti i giorni e Mami, star della canzone e oggetto dei suoi desideri. Midori (Midori Kisaragi) Farsesco personaggio, che ricopre il ruolo dell’innamorato cronico di Yu, destinato al fallimento sin dall’inizio della storia. Anche dal disegno s’intuisce da subito l’inutilità del suo sentimento. Riesce a ottenere solo un appuntamento con Yu in tutta la serie, non certo per desiderio di lei, che lo considera solo un amico. Presenza che porta comunque simpatia e allegria, grazie alla sua ingenu- ità, bontà, goffaggine, al fisico panciuto e alla sua grande passione per le crêpes del chiosco dei genitori Yu. Candida e Filippo Morisawa (Natsume e Tetsuo Morisawa) I genitori di Yu sono persone giova- nili, affabili e alla mano, dal giusto peso all’interno della storia. Candida sognava di fare la cantante ma, una volta sposato Filippo, si è dedicata col marito al chiosco di famiglia dal nome “Creamy Crêpes”, producendo le migliori crêpes del paese. Jingle Pentagramma (Shingo Tachibana) Tra i personaggi della Terra, il più rappresentativo di un’umanità perduta dietro il miraggio della ricchezza e del facile successo è Jingle Pentagramma, presidente della Parthenon Production, la casa discografica a cui si appoggerà il giovane talento di Creamy. Abilmente i soggettisti fanno incontrare casualmente i due, mettendo a capo della vicenda la sete di espansione commerciale di Jingle, che prevarica anche la ex prima star della casa, Duenote, sua innamorata non ricambiata. Il comportamento di Jingle, completamente annebbiato dal desiderio di affermazione, gli fa dimenticare le più elementari regole di civile convivenza, rendendolo anche vittima della gelosia dell’innamorata. Questo divertente per- sonaggio rappresenta, simbolicamente e con una buona dose d’ironia, il fantoccio di un colosso d’argilla all’inseguimento di un capitalismo smodato, che perde di vista le qualità che rendono un uomo degno di essere definito tale. I sogni di gloria di questo intraprendente impren- ditore svaniscono come l’incantesimo della Stella Piumata.
  • 16. 30 31 Kidokoro (Hayato Kidokoro) L’impacciato e distratto manager di Creamy riveste un ruolo assai delicato nel meccanismo del sistema produttivo della casa discografica, trovandosi in balia delle ambizioni del presidente e del temperamento ingenuamente ribelle della giovane artista. Figura debole, remissiva ma comica, è spesso sopraffatto dalle scelte di una bambina che sembra beffarsi dell’importanza del suo ruolo di cantante di punta, fornitole dalle sue metamorfosi magiche. Duenote Ayase (Megumi Ayase) Ultimo personaggio del sistema pro- duttivo presieduto da Jingle è Duenote, stella della casa discografica fino all’ar- rivo di Creamy. Costei è principalmente vittima di se stessa, della propria vanità e ambizione, che la mettono apertamente contro quest’ultima da cui si sente de- fraudata di un ruolo che riteneva le toc- casse di diritto. Alla base c’è una vicenda sentimentale con Jingle che è lampante e ironicamente colorita dai suoi frequenti sonori rovesci allo sventurato destinata- rio del suo amore. I due sono soggiogati, uno dal potere economico e l’altra dal proprio ego smisurato. Joe Serpe (Snake Joe) Testardo fotoreporter che nutre da subito dubbi sull’identità di Mami, Joe è alla perenne ricerca dello scoop sulla nuova e bella idol, ordendo trappole ai suoi danni. Svolge il suo lavoro speran- do di risollevarsi dalla sua condizione di spiantato. È un uomo ordinario e tutto sommato umile nella vita di tutti i giorni, e non prova certo odio per la protagonista. Mamoru (Mamoru Hidaka) Compagno di classe di Yu, compare tardi nella serie, divenendo ugualmente parte integrante della comitiva composta da Yu, Toshio e Midori. Sulle prime è difficile da inquadrare, ma rivela in se- guito una sana sensibilità e genuinità nei sentimenti, dovute alle sue origini rurali, lontane dal ritmo cittadino di Tokyo. Schietto e con i piedi per terra, è l’unico a non subire il fascino di Creamy, troppo fittizio per lui.