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LA COMUNICAZIONE
MOBILE DEI GIOVANI
DAGLI SMS AL SOCIAL NETWORKING
LA RICERCA
•Approfondire il concetto di socialità connesso al
 social networking e alla comunicazione mobile.

•Capire il reale utilizzo del cellulare, per arrivarne
 a definire l’identità, il valore simbolico.

•Raccogliere e sistematizzare nuovi dati.
ALCUNI DATI STATISTICI
• Monitoraggio classico attraverso un questionario.

• Età 11-18.

• 618 questionari restituiti.

• Un “open day” al quale sono stati invitati 200 ragazzi.
ALCUNI DATI STATISTICI
• L’etàmedia del primo cellulare è 11 anni, con un chiaro
 trend di abbassamento della soglia di accesso, per
 molti coincidente con la fine delle scuole primarie.

• Laspesa mensile, però, diminuisce: quasi la metà del
 campione spende meno di 10€ al mese. Ma il fenomeno
 può essere attribuibile alla diminuzione dei costi, non ad
 una minore utilizzo.
LE FORME DI UTILIZZO
SMS
•   I dati confermano l’ampio utilizzo degli SMS da parte
    dei giovani. Quasi la metà del campione invia almeno 4
    SMS al giorno, il 17,6% ne invia più di 10.

•   Gli SMS si utilizzano prevalentemente con gli amici,
    mentre nella comunicazione con i genitori continua a
    prevalere l’utilizzo della chiamata vocale.

•   Si riscontra una netta differenziazione di genere: le
    femmine usano gli SMS molto più dei maschi.
UTILIZZO DEGLI SMS (%)
HEAVY USERS
•Per molti giovani il cellulare è un lettore mp3 e una
 macchina fotografica, prima ancora che un telefono:
 prevale un utilizzo “povero” del cellulare.

•Una significativa minoranza di Heavy Users, tuttavia, fa
 un uso molto più ricco dello strumento.
HEAVY USERS/SOFT USER
PERCORSI DI RIFLESSIONE
SPAZI REALI/DIGITALI
 Cellulare come:

•Canale di comunicazione sotterraneo, non solo a
 distanza ma anche in presenza.

•Strumento capace di generare e sostenere ambienti di
 comunicazione on demand, in primo luogo integrando
 altri media.
COMPETENZA COMUNICATIVA
•Digital Natives/Digital Immigrants.

•Competenza tecnica/Competenza comunicativa.

•Utilizzo tradizionale/Utilizzo creativo.
LIBERTA’/CONTROLLO
•Scarsa consapevolezza della caratterizzazione
 ambivalente delle nuove tecnologie (rischi connessi alla
 privacy, alla tracciabilità, alla centralizzazione dei flussi
 comunicativi, alle forme di controllo sociale).

•Per molti assume una connotazione “neutra”, per altri,
 però:

    ➡ è uno strumento importante ma va utilizzato in maniera
     moderata, altrimenti se ne diventa schiavi (M,13);

    ➡ non deve essere utilizzato in continuazione, altrimenti
     diventa un’ossessione (M, 14).
CHI CONTROLLA CHI?
RAPPORTI CON GENITORI E GRUPPO DEI PARI

• Il controllo da parte dei genitori si attenua facendosi
virtuale. Si hanno forme di controllo da parte del gruppo
dei pari, il cui potere di influenza sul singolo si dilata
dall’ambito scolastico e ricreativo all’intera esperienza
sociale.

• Il giovane è posto direttamente in comunicazione con la
rete amicale (e quindi con le regole e i vincoli imposti dal
gruppo), anche dentro le mura domestiche. Ad esempio,
vi è una sorta di obbligo morale di rispondere agli SMS
ricevuti entro 10-15 minuti.
DIPENDENZA E COMPULSIVITA’
• Si sviluppano forme di dipendenza oltre che di
compulsività.

• Senza cellulare ci si sente incompleti, si prova ansia, si
teme di perdere comunicazioni importanti.

• Le forme di controllo sono intrinseche allo strumento. Ai
gesti e alle ritualità che vi sono associate.

    ➡Trascorro troppo tempo al cellulare dopo che ho comprato lo
     smartphone, è un’ azione spontanea che non vorrei che accadesse F, 15
PERCORSI DI SOCIAZIONE
E IDENTIFICAZIONE
•Il cellulare non amplia, in sé, le reti sociali e gli spazi
 comunicativi: asseconda (e favorisce) un naturale
 percorso di allargamento delle reti sociali dalla “socialità
 ristretta” verso forme di socialità più ampia, di tipo
 universalistico e specialistico.

•A 10 anni sono I genitori che vogliono che i figli utilizzino
 il cellulare; dopo pochi anni il cellulare diventa canale di
 comunicazione con gli amici e terrendo di conflitto con I
 genitori.
DAI GENITORI AL GRUPPO DEI
PARI ALLA RETE
• Non utilizzo molto il cellulare, è una cosa della quale potrei fare a
  meno. Ovviamente è comodo, ma non vitale, e lo utilizzo
  soprattutto per non far preoccupare mia mamma (F, 13).

• Fino alla seconda media il cellulare per me era inutile, dal
  momento che me lo hanno regalato i miei lo considero troppo
  comodo (F, 15).

• Io utilizzo il cellulare per amministrare la mia pagina di Facebook
 insieme a un’amica che ho conosciuto sui Social Network (non è
 di qui, è di Milano). Grazie alla pagina mi sento di avere più amici
 e questo mi fa sentire più sicura e apprezzata dagli altri (F, 15).
COMUNICAZIONE DIRETTA E
 INDIRETTA
• Il cellulare permette di comunicare, ma esso stesso, tramite la
  personalizzazione (con covers, suonerie, sfondi, ecc.) comunica l’identità del
  proprietario.

• Il cellulare integra la dimensione dell’identificazione (ciò che segna
  l’appartenenza a un gruppo, con cui si condivide atteggiamenti, valori, segni e
  codici) la dimensione dell’individuazione, ovvero ciò che distingue dagli altri e
  che rende “unico”, nonché la dimensione della comunicazione di tali
  dinamiche di identità/alterità.

• Il risultato è che esso stesso diventa “un amico”:

      ➡Il cellulare per me è un amico (F, 12); Il telefono è come una seconda
       sorella, io il telefono lo uso sempre (M, 13); Ringrazio chi ha inventato il
       cellulare perché io sono innamorato del mio telefono persino da chiamarlo
       Mourinho (F, 13).
CONCLUSIONI
•   Uso intenso, ma in prevalenza "povero"/significativa presenza di heavy users.

•   Cellulare come multimedium: strumento di comunicazione, di produzione e di
    riproduzione di contenuti.

•   Strumento personale e interfaccia comunicativa per eccellenza, in grado di
    creare ambienti sociali, reti e connessioni.

•   Da strumento di approfondimento a strumento di allargamento delle reti
    sociali.

•   Monitoraggio sull'effettivo comportamento comunicativo dei giovani, anche ai
    fini della progettazione di contenuti di tipo formativo.
l.raffini@unich.it

gianluca.torrini@unifi.it

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La comunicazione mobile dei giovani: dagli sms al social networking

  • 1. LA COMUNICAZIONE MOBILE DEI GIOVANI DAGLI SMS AL SOCIAL NETWORKING
  • 2. LA RICERCA •Approfondire il concetto di socialità connesso al social networking e alla comunicazione mobile. •Capire il reale utilizzo del cellulare, per arrivarne a definire l’identità, il valore simbolico. •Raccogliere e sistematizzare nuovi dati.
  • 3. ALCUNI DATI STATISTICI • Monitoraggio classico attraverso un questionario. • Età 11-18. • 618 questionari restituiti. • Un “open day” al quale sono stati invitati 200 ragazzi.
  • 4. ALCUNI DATI STATISTICI • L’etàmedia del primo cellulare è 11 anni, con un chiaro trend di abbassamento della soglia di accesso, per molti coincidente con la fine delle scuole primarie. • Laspesa mensile, però, diminuisce: quasi la metà del campione spende meno di 10€ al mese. Ma il fenomeno può essere attribuibile alla diminuzione dei costi, non ad una minore utilizzo.
  • 5. LE FORME DI UTILIZZO
  • 6. SMS • I dati confermano l’ampio utilizzo degli SMS da parte dei giovani. Quasi la metà del campione invia almeno 4 SMS al giorno, il 17,6% ne invia più di 10. • Gli SMS si utilizzano prevalentemente con gli amici, mentre nella comunicazione con i genitori continua a prevalere l’utilizzo della chiamata vocale. • Si riscontra una netta differenziazione di genere: le femmine usano gli SMS molto più dei maschi.
  • 8. HEAVY USERS •Per molti giovani il cellulare è un lettore mp3 e una macchina fotografica, prima ancora che un telefono: prevale un utilizzo “povero” del cellulare. •Una significativa minoranza di Heavy Users, tuttavia, fa un uso molto più ricco dello strumento.
  • 11. SPAZI REALI/DIGITALI Cellulare come: •Canale di comunicazione sotterraneo, non solo a distanza ma anche in presenza. •Strumento capace di generare e sostenere ambienti di comunicazione on demand, in primo luogo integrando altri media.
  • 12. COMPETENZA COMUNICATIVA •Digital Natives/Digital Immigrants. •Competenza tecnica/Competenza comunicativa. •Utilizzo tradizionale/Utilizzo creativo.
  • 13. LIBERTA’/CONTROLLO •Scarsa consapevolezza della caratterizzazione ambivalente delle nuove tecnologie (rischi connessi alla privacy, alla tracciabilità, alla centralizzazione dei flussi comunicativi, alle forme di controllo sociale). •Per molti assume una connotazione “neutra”, per altri, però: ➡ è uno strumento importante ma va utilizzato in maniera moderata, altrimenti se ne diventa schiavi (M,13); ➡ non deve essere utilizzato in continuazione, altrimenti diventa un’ossessione (M, 14).
  • 14. CHI CONTROLLA CHI? RAPPORTI CON GENITORI E GRUPPO DEI PARI • Il controllo da parte dei genitori si attenua facendosi virtuale. Si hanno forme di controllo da parte del gruppo dei pari, il cui potere di influenza sul singolo si dilata dall’ambito scolastico e ricreativo all’intera esperienza sociale. • Il giovane è posto direttamente in comunicazione con la rete amicale (e quindi con le regole e i vincoli imposti dal gruppo), anche dentro le mura domestiche. Ad esempio, vi è una sorta di obbligo morale di rispondere agli SMS ricevuti entro 10-15 minuti.
  • 15. DIPENDENZA E COMPULSIVITA’ • Si sviluppano forme di dipendenza oltre che di compulsività. • Senza cellulare ci si sente incompleti, si prova ansia, si teme di perdere comunicazioni importanti. • Le forme di controllo sono intrinseche allo strumento. Ai gesti e alle ritualità che vi sono associate. ➡Trascorro troppo tempo al cellulare dopo che ho comprato lo smartphone, è un’ azione spontanea che non vorrei che accadesse F, 15
  • 16. PERCORSI DI SOCIAZIONE E IDENTIFICAZIONE •Il cellulare non amplia, in sé, le reti sociali e gli spazi comunicativi: asseconda (e favorisce) un naturale percorso di allargamento delle reti sociali dalla “socialità ristretta” verso forme di socialità più ampia, di tipo universalistico e specialistico. •A 10 anni sono I genitori che vogliono che i figli utilizzino il cellulare; dopo pochi anni il cellulare diventa canale di comunicazione con gli amici e terrendo di conflitto con I genitori.
  • 17. DAI GENITORI AL GRUPPO DEI PARI ALLA RETE • Non utilizzo molto il cellulare, è una cosa della quale potrei fare a meno. Ovviamente è comodo, ma non vitale, e lo utilizzo soprattutto per non far preoccupare mia mamma (F, 13). • Fino alla seconda media il cellulare per me era inutile, dal momento che me lo hanno regalato i miei lo considero troppo comodo (F, 15). • Io utilizzo il cellulare per amministrare la mia pagina di Facebook insieme a un’amica che ho conosciuto sui Social Network (non è di qui, è di Milano). Grazie alla pagina mi sento di avere più amici e questo mi fa sentire più sicura e apprezzata dagli altri (F, 15).
  • 18. COMUNICAZIONE DIRETTA E INDIRETTA • Il cellulare permette di comunicare, ma esso stesso, tramite la personalizzazione (con covers, suonerie, sfondi, ecc.) comunica l’identità del proprietario. • Il cellulare integra la dimensione dell’identificazione (ciò che segna l’appartenenza a un gruppo, con cui si condivide atteggiamenti, valori, segni e codici) la dimensione dell’individuazione, ovvero ciò che distingue dagli altri e che rende “unico”, nonché la dimensione della comunicazione di tali dinamiche di identità/alterità. • Il risultato è che esso stesso diventa “un amico”: ➡Il cellulare per me è un amico (F, 12); Il telefono è come una seconda sorella, io il telefono lo uso sempre (M, 13); Ringrazio chi ha inventato il cellulare perché io sono innamorato del mio telefono persino da chiamarlo Mourinho (F, 13).
  • 19. CONCLUSIONI • Uso intenso, ma in prevalenza "povero"/significativa presenza di heavy users. • Cellulare come multimedium: strumento di comunicazione, di produzione e di riproduzione di contenuti. • Strumento personale e interfaccia comunicativa per eccellenza, in grado di creare ambienti sociali, reti e connessioni. • Da strumento di approfondimento a strumento di allargamento delle reti sociali. • Monitoraggio sull'effettivo comportamento comunicativo dei giovani, anche ai fini della progettazione di contenuti di tipo formativo.

Editor's Notes

  1. \n
  2. \n
  3. \n
  4. \n
  5. \n
  6. \n
  7. \n
  8. \n
  9. \n
  10. \n
  11. \n
  12. \n
  13. \n
  14. \n
  15. \n
  16. \n
  17. \n
  18. \n
  19. \n
  20. \n