Archaeological and Archaeometric Study from the Minerals to the Metallic Artefacts.
Accordo Bilaterale biennale CNRST-Marocco/ISCIMA-CNR.
Prof. Abdelilah Dekayir, Dott. Lorenza Ilia Manfredi.
2. Il ruolo dell’archeometria nel presente progetto si basa sull’applicazione di metodi
chimico-fisici per la collocazione geo referenziata dei così detti
“small finds” in metallo di interesse archeologico e storico-artistico nell’area del
Mediterraneo
STATO DELL’ARTE
Il progetto risponde ad una necessità sia storico-archeologica sia diagnostica.
Il 99% dei reperti ritrovati in ambito archeologico è costituito da piccoli oggetti, quali
utensili, armi, gioielleria, piccola statuaria, oggetti d’uso, studiati e musealizzati in funzione alla
loro tipologia, alla loro contestualizzazione storica e geografica. I moltissimi studi sulla
metallurgia antica si basano su localizzazione molto circoscritte o all’individuazione di possibili
scambi commerciali. Tale tipo di ricerca ha il rischio di trascurare uno studio integrato di dati
provenienti da discipline diverse, quali quella
archeologia, chimica, fisica, geologica, mineralogica, botanica, fondamentali nella ricostruzione
dello stile di vita dei popoli passati e del livello tecnologico raggiunto dagli stessi.
3. Finalità:
- determinazione delle potenzialità di risposta e dei limiti di applicazione delle
strumentazioni di nuova generazione basate sull’interazione radiazione/materia nello
studio di small findsmetallici
- integrazione delle informazioni ottenute per una completa caratterizzazione
dell’oggetto
- analisi e interpretazione chimico-fisica di reperti archeologici, quali
manufatti, scorie, minerali materiale ceramico, inerenti a possibili officine
metallurgiche inerenti alla cultura fenicio punica
- individuazione di parametri indipendenti per la caratterizzazione della tecnologia di
lavorazione mediante la definizione di markers morfologici e analitici
- analisi statistica dei parametri indipendenti per l’individuazione di gruppi di
caratteristiche omologhe
georiferimentodei parametri individuati dall’analisi statistica
4. Protocollo analitico
• definire un protocollo d’analisi per la collocazione storico - geografica degli oggetti
metallici di origine fenicio punica , integrando studi storico. archeologici con le
tecnologie d’indagine non invasive e delle strumentazioni portatili in situ
• individuazione di markerdiagnostici per la caratterizzazione delle procedure
antiche di lavorazione metallurgica, sia di reperimento dei metalli costituenti la lega
che di realizzazione di oggetti e monete.
• individuazione di parametri indipendenti per la conoscenza della tecnologia
di realizzazione dei manufatti mediante tecniche d’indagine chimico e chimico
fisiche
• confronto fra l’approccio conoscitivo applicato allo studio di reperti
musealizzati e quello applicato a ritrovamenti provenienti da scavi archeologici
• integrazione tra dati di letteratura e dati sperimentali per un contributo alla
definizione della tradizione metallurgica fenicio punica
• sperimentazione dei recenti sistemi informatici quale possibile integrazione
negli studi archeologici ed archeometrici.
5. STUDIO DELLA POSSIBILE PROCEDURA DEL MANUFATTO:
INDIVIDUAZIONE DEL TIPO E DEI MARKERS
L’approccio metodologico sarà diverso in funzione del contesto di ritrovamento o
dell’ambiente di esposizione del manufatto stesso
•analisi degli elementi in traccia mediante l’uso integrato di più tecniche analitiche
invasive e non
•Calcolo dei rapporti isotopici del piombo tra campioni di miniere del Marocco e
reperti musealizzati
•studio del composizione della lega
•individuazioni delle fasi nei diagrammi di stato inerenti rame-stagno-piombo
oggetti di scavo
•campionamento e analisi del terreno di ritrovamento
•analisi della parte interna , ove possibile, e superficiale del reperto mediante
tecniche analitiche non distruttive e micro-distruttive (XRF, XRD, ICP-MS)
•individuazione dei meccanismi di degrado sotto l’influenza dei fattori pedologici e
chimico-fisici del terreno
oggetti musealizzati
•analisi della superficie dell’oggetto mediante tecniche d’analisi non invasive
•studio dei parametri stilistici e compositivi, dell’oggetto
•individuazione dei meccanismi di realizzazione sotto l’influenza dei fattori geografici e
dei trattamenti termici effettuati sull’oggetto
6. Strumentazione
Le strumentazioni utilizzate saranno scelte fra quelle più innovative, disponibili in diversi
istituti di ricerca del CNR, che si occupano di tecnologie applicate al Patrimonio
Culturale:
Caratterizzazione morfologica:
SEM-EDS – Dipartimento di Chimica, Università “La Sapienza”
AFM – Dipartimento di Fisica, Università “La Sapienza”
Microtopografia, ENEA “La Casaccia»
Analisi chimico-fisiche:
XRF portatile –CNR, Montelibretti – Roma
XRD - Dipartimento di Chimica, Università “La Sapienza”
FEI QUANTA 200F FEG-ESEM-EDS-BSED: Field EmissionGun -
Environmental Scanning Electron Microscope – Energy DispersionSpectroscopy - Back
Scattered Electron Diffraction, ICIS-CNR, Padova (disponibilità di utilizzo della
strumentazione già data dal dr. Vigato, direttore dell’Istituto ICIS-CNR di Padova)
PIXE-alpha portatile, IBAM-CNR sede di Lecce
DPAA (Deep Proton Activation Analysis), IBAM-CNR sede di Lecce
LIBS – Laser Induced Breakdown Spectroscopy – IMIP-CNR, sede di Bari o
IPCF-CNR sede di Pisa, ENEA Frascati
altre tecniche potenzialmente utilizzabili:
FT-IR – prodotti di degrado (presenza di sali)
ICP-MS – elementi in traccia
luce di Sincrotrone
Tomografia per attivazione Neutronica – ENEA “La Casaccia”
7. Obiettivo primario
L’obiettivo del progetto è la definizione di un quadro storico e tecnologico che descriva il ciclo produttivo:
le tecniche estrattive, pirometallurgichee di lavorazione dei metalli come pure la gestione delle risorse e
la loro commercializzazione nel cosiddetto "circolo dello stretto“, nella più ampia economia dell’antico
Mediterraneo ed individuare nello specifico la funzione dell’ area del Marocco.
Operazioni pirometallurgiche
Semilavorato o
Localizzazione manufatto
della miniera
Analisi dei minerali
d’estrazione (meccanica o
tramite l’azione di acqua e
fuoco)
8. LA SCELTA DEL CONTESTO:
La scarsità degli studi specifici sull’utilizzo delle miniere in epoca fenicio punica e delle
tecnologie di trasformazione attuate nell’area in esame, fanno ritenere di grande interesse una
ricerca sulle miniere antiche del Marocco.
La regione è ricca
di importanti bacini minerari
9. LA SCELTA DEL CONTESTO:
La scarsità degli studi specifici sull’utilizzo delle miniere in epoca fenicio punica e delle
tecnologie di trasformazione attuate nell’area in esame, fanno ritenere di grande interesse una
ricerca sulle miniere antiche del Marocco.
Grande diffusione dei siti punici
10. Buona quantità di rìnveniemnti metallici e monetali delle zecche autonome
11. Rilevante, quindi, la possibilità di uno studio integrato che segua il minerale grezzo dal suo
reperimento dai bacini minerari alla sua produzione.
Il processo metterà inoltre in evidenza la possibilità di ricostruire il territorio nell’antichità;
Di individuare le vie di trasporto, lo stoccaggio del minerale;
Permetterà lo studio delle aree di lavorazione e dei processi pirometallurgici e dei manufatti
ottenuti, cioè la ricostruzione di un ciclo di produzione completo riferibile ad un epoca storica,
quella fenicio-punica, che rappresenta la cerniera tra le tradizioni metallurgiche protostoriche e
quelle romane.
12. LA METODOLOGIA DI RICERCA
1. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE tramite letteratura , cartografia e fotointerpretazione
2. GIS E CATALOGAZIONE informatica dei dati
3. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE E GEOFISICHE con applicazioni georadar e magnetometro.
4. ANALISI ARCHEOMETRICHE:
4aMinerale, scorie di lavorazione e semilavorati: a seguito del campionamento del minerale si possono eseguire sezioni
mineralogiche da studiare in laboratorio.
4b. Manufatti: selezione di tecniche non distruttive, in relazione alla possibilità di eseguire piccoli campionamenti si
propongono anche sezioni metallografiche con attacco chimico per riconoscimento di fasi e storia termo meccanica
dell’oggetto, da osservare con microscopio ottico metallografico.
5. RIELABORAZIONE DEI DATI e ricostruzione storica del ciclo produttivo dal minerale ai manufatti metallici e circuiti
commerciali di distribuzione
6. PROPOSTA DI RESTAURO E VALORIZZAZIONE dei siti minerari (con la possibilità di creare un parco minerario) e
degli oggetti provenienti dalle prospezioni
13. LETTERATURA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE D’ INTERESSE
G. Agricola: DE RE METALLICA: (1556). Il testo è un manuale di tecniche
minerarie e metallurgiche che rimase in voga per circa duecento anni a partire
Pubblicazioni sullo dalla metà del XVI secolo. In esso si ritrovano, tra l'altro, anche il modo
sfruttamento d’individuazione delle miniere, generalmente site in un luogo
minerario in epoca montagnoso, ricco di foreste e d acqua (libro II) e la descrizioni delle tecniche
impiegate per l’estrazione del minerale dalle miniere (Libri III-VI) ed i suoi
antica: processi lavorativi (VII-XI).
La cernita delle pietre grezze da avviare ai forni
(De re metallica di G. Agricola, 1556)
14. LETTERATURA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE D’ INTERESSE
Pubblicazioni sullo
sfruttamento
minerario in epoca
antica:
NATURALIS HISTORIA DI PLINIO LIB XXXIII-XXXVI, dedicato, in particolare, ai minerali
preziosi, oro ed argento. (95): Ora dobbiamo parlare delle miniere d’argento, la seconda follia. Si
trova solo nei pozzi e non dà segni della sua presenza, perché non ci sono, come nel caso
dell’oro, pagliuzze scintillanti. Il materiale è ora rosso ora cenere. Non si può fondere altro che
insieme al piombo nero o alla vena di piombo, detta galena, che si trova spesso accanto alle vene
d’argento. Nel trattamento col fuoco una parte precipita in piombo, mentre l’argento galleggia in
superficie come l’olio sull’acqua. (96) Si trova in quasi tutte le province, ma il migliore è in
Spagna, in terreno sterile e anche sulle montagne: dove si è scoperta una vena, non lontano se ne
trova un’altra. Questo avviene per tutti i metalli, e perciò appunto i Greci li hanno chiamati così.
15. LETTERATURA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE D’ INTERESSE
Erodoto IV, 196: I Cartaginesi raccontano anche questo: c’è una località della Libia e ci sono uomini
che la abitano fuori dalle colonne d’Eracle; quando i Cartaginesi giungono presso di loro, scaricano
le merci, le mettono in fila sulla spiaggia, salgono sulle navi e innalzano del fumo; gli indigeni, visto
il fumo, vengono al mare e quindi, deposto dell’oro in cambio delle merci, si ritirano lontano da esse.
2. Allora i Cartaginesi sbarcano e osservano: se l’oro sembra loro corrispondere al valore delle
merci, lo prendono e se ne vanno; in caso contrario, salgono di nuovo sulle navi e vi restano; gli
indigeni si accostano e aggiungono altro oro, finché non li soddisfino. 3. Nessuno fa torto all’altro;
infatti né i Cartaginesi toccano l’oro prima che gli indigeni l’abbiano equiparato al valore delle
merci, né gli indigeni toccano le merci prima che gli altri abbiano preso l’oro.
Fonti storiografiche Aristotele, Met. I, 13,21: Menziona un greco di Samo, che menzionava nei suoi raccoti una Montagna
d’argento coperta di neve, da cui scendevano un fiume che si gettava nell’oceano e l’altro arrivava al
sule miniere in deserto. (identificazione dell’Alto Atlas).
Marocco: Geografo di Ravenna, III, 2,5: segnala in MuretaniaTingitania un luogo che si chiama ARGENTI
(forse sede di miniera di argento o piombo argentifero).
EL Yaqoubi (IX sec.): A Sidjilmassa appartiene il paese di BanouDara, nel quale c’era una piccola città
chiamata Tamdelt dove c’erano attorno oro e argento affioranti.
ElBekridescript. D’Afrique, p. 231 (XI sec.): afferma di aver trovato nella regione di Taza dell’oro
perfettamente puro e di qualità eccellente; menziona inoltre una miniera d’argento a Tamdelt o Tamaddoult.
KitabelIstibçar (XII sec.): testimonia la presenza di una miniera d’oro a Sidjilmassa.
ElMarekeschi (XIII sec.): menziona la miniera d’argento di Tamdelt, nel passo a p. 236-7: “Esiste un
miniera di Argento non lontana da Miknasa, alla distanza di 3 tappe, al forte Warkennas.
Leone L’Africano Decript. D’Afrique, p. 16 e 27 (XVI sec.): Sapeva che in epoca anteriore, si estraeva del
Fe dalla miniera di MadenelAouam sul fiume BouRegreg a S/W di Fes e dalle miniere di Adendum nella
stessa regione e che per arrivare a queste miniere, bisognava uscire da Fes, dalla porta del ferro
“BabelHadid”.
IbnHaucal (J.A. 1842, p.251): Afferma che una buona quantità di metalli venivano inviati in Oriente.
16. LETTERATURA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE D’ INTERESSE
Pochissime informazioni esistono
circa i resti archeologici a sud di
Volubilis, verso la fitta area mineraria,
Ricerca di attestazioni ma un monumento spicca: il mausoleo
archeologiche attorno alle aree di ElGour.
minerarie
Interessantissima la scoperta di
gioielli legati alla cultura punica in
tumoli locali nella zona di
Tayadirt, vicino alle miniere di
Zaida.
Tayadir
Gli sbocchi delle vie minerarie
possono arrivare nei grandi centri
produttivi e commerciali di Volubilis
e Rabat
17. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
Il Gis è il software più adatto per organizzare, analizzare e comunicare dati le cui
informazioni sono strettamente legate alla posizione geografica.
Le miniere anticamente conosciute e sfruttate sono state localizzate tramite sistema GIS
21 siti minerari
sono stati
georeferenziati
I dati analitici ottenuti possono
essere georiferiti e visualizzati
sulla mappa tematica
(lemappe tematiche qui presentate a titolo
esemplificativo fanno parte di un lavoro
analogo realizzato in collaborazione con il
Centro de Geofisica dell’Universidade de
Evora - PT)
18. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
Il Gis è il software più adatto per organizzare, analizzare e comunicare dati le cui
informazioni sono strettamente legate alla posizione geografica.
Le miniere anticamente conosciute e sfruttate sono state localizzate tramite sistema GIS
Il database
può essere
interrogato
19. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
miniera
Città di
riferimento
Miniere di Oro
20. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
miniera
Miniere di Argento
Città di
riferimento
21. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
miniera
Città di
riferimento
Miniere di Rame
22. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
miniera
Città di
riferimento
Miniere di Zinco
23. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
miniera
Città di
riferimento
Miniere Piombo
24. Le risorse minerarie del Marocco: GIS e mappe tematiche
miniera
Città di
riferimento
Nador
Miniera di Ferro
28. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE: Jebel Aouam e Tighza
All’interno dell’area mineraria sono
state prospettate due zone in
particolare:
1-il filone Nord, con tracce di
estrazione a cielo aperto di epoca
antica;
2-la fortezza islamica chiamata
IghramAousser
29. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE: Jebel Aouam e Tighza
Il centro minerario di Tighza si trova nella regione
amministrativa di Meknes - Tafilalet nel Medio Atlante,
a 5 km dalla città di M'rirt (90 Km a sud di Meknes)
1.440 m dal DjebelAouam
Geologicamente il sito è situato nella parte settentrionale
della Meseta marocchina ed è caratterizzata da
mineralizzazioni di granito e mineralizzazione
polimetallifera:
-Piombo, zinco e argento sotto forma di galena e
blenda argentifera ;
-Orofiloniano o in skarns, associata a quarzo e solfuri
-Tungsteno, in forma di scheelite e wolframite.
Attualmente la miniera è la prima in Marocco per l’estrazione del piombo e la seconda per
l’argento.
Nei prossimi anni si prevede l’estrazione di nuovi metalli ( rame, manganese, oro, ecc..)
32. JEBEL AOUAM E TIGHZA: i materiali
Percentuale della presenza delle classi ceramiche
XII-XIV d.C. rinvenute nelle prospezione di Ighrama
Aousser
ceramica invetriata ceramica comune ceramica da preparzione
14%
19%
67%
33. JEBEL AOUAM E TIGHZA: i materiali
Percentuale della presenza delle classi
ceramiche XII-XIV d.C. rinvenute nelle
prospezione del filone Nord della miniera si
Aouam
Ceramica invetriata Ceramica comune
Ceramica da preparazione ceramica da fuoco
8% 11%
36%
45%
34. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE: Aouam filone Nord e IghramaAousser
Campionamento di minerali
Campionamento di scorie e
ceramiche fusorie
35. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE: Aouam filone Nord e IghramaAousser
Provenienza: Aouam Filone Nord
Provenienza:
Non certa, dalla
miniera di Tighza
Provenienza: Ighrama Aousser
37. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE: OULMES
Facies: granito, leucogranito e
biotite.
Vene di quarzo contenente il
minerale di stagno sotto forma
di lenti di dimensioni variabili
38. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE: OULMES i minerali
A seguito di analisi SEM-EDS il
minerale risulta avere una componente
di ferro che può indicare la presenza di
un cappellaccio di idrossidi di ferro
nella zona di Oulmes.
La domanda archeologica e
archeometrica è?
“...questo strato superficiale veniva
sfruttato in tempi antichi?”
S C O Na Mg Al Si P S Cl K Ca Fe
A 5.77 49.53 0.54 0.50 12.66 16.11 nd nd 0.25 5.44 nd 9.21
B 10.57 49.69 nd nd 10.13 13.57 nd nd nd 4.25 nd 11.80
C 8.39 49.97 nd 0.68 6.90 9.42 0.25 0.19 nd 2.32 4.54 17.34
40. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE:
Tayadirt e Zaida
70% in forma di
Miniere di Zaida, visibile da Tayadirt
cerussite e il 30% sotto forma di
galena, c’è anche barite e ossidi
minerali di Pb
41. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE:
Tayadirt e Zaida
Pianta del tumulo G1/T3 della
necropoli di Tayadirt
Corredo metallico della tomba G1/T3 di Tayadirt
Sezione dei vecchi scavi della necropoli di Tayadirt
70% in forma di
cerussite e il 30% sotto forma di
galena, c’è anche barite e ossidi
minerali di Pb
44. PROSPEZIONI ARCHEOLOGICHE: ElGour
Confronto puntuale con il mausoleo
numida detto Madracen in Algeria
Confronto in Marocco con il mausoleo
mauritano di Volubilis
45. PROSPEZIONI GEOFISICHE
LE PROPEZIONI GEO FISICHE SI REALIZZERANNO NEL 2013.
GEORADAR O MAGNETOMETRO?
Magnetometro:
Si misura l'intensità del campo magnetico terrestre e valutandone
le variazioni e anomalie riferite agli strati più superficiali del
terreno è possibile mappare il terreno sottostante nelle sue
discontinuità di composizione.La presenza di nuclei di materiale
vulcanico nelle vicinanze o la presenza di materiale metallico
poco profondo può causare disturbi che vanno opportunamente
filtrati.
Georadar:
si basa sull'immissione di brevi impulsi elettromagnetici ad alta
frequenza, emessi da un'antenna: quando l'impulso
elettromagnetico incontra una superficie che separa due mezzi
aventi caratteristiche fisiche diverse, una parte dell'energia
incidente viene riflessa ed una parte prosegue nel secondo
mezzo. Le onde riflesse dalla superficie di discontinuità
ritornano in superficie e vengono rilevate dall'antenna
ricevente, mentre la parte di energia trasmessa che procede oltre
la discontinuità stessa è disponibile per altre riflessioni su
discontinuità più profonde.
46. ANALISI ARCHEOMETRICHE: i minerali di Aouam
Procedura di studio:
• Analisi preliminare con SEM-EDS o tecnica ifenata SEM-EDS-XRF per ottenere la
caratterizzazione elementare dei minerali
• Diffrazione di polveri ottenute dai minerali eseguite con strumentazione XRD
F14D F14E
4000 30000
Em Pi
Pi
3500
Pi - Pirite 25000
Em - Ematite Em Ge - Gesso
3000
20000
2500 Pi Pi
Pi
CPS
CPS
Em 2000 15000
Em Pi Pi Pi Pi
1500
Em Em Em Em 10000
1000
Ge
5000
500
0 0
8.83
7.62
6.70
5.98
5.40
4.92
4.52
4.19
3.90
3.64
3.42
3.23
3.05
2.90
2.76
2.63
2.52
2.41
2.32
2.23
2.15
2.07
2.00
1.94
1.88
1.82
1.77
1.72
1.67
8.18
1.59
1.55
1.51
1.48
1.44
1.41
1.38
1.36
17.6
13.2
10.5
8.74
7.48
6.55
5.82
5.24
4.76
4.37
4.03
3.75
3.5
3.29
3.1
2.93
2.78
2.64
2.52
2.41
2.31
2.21
2.13
2.05
1.98
1.91
1.85
1.79
1.74
1.69
1.64
1.6
1.55
1.51
1.48
1.44
1.41
1.38
1.35
d (Angstrom) d (Angstrom)
• Studio statistico delle componenti dei minerali con
diagramma ternario o con analisi multivariata PCA
• Studio delle abbondanze isotopiche presso il laboratorio di Spettrometria di Massa
dell’Università Sapienza di Roma
47. ANALISI ARCHEOMETRICHE: i minerali di Aouam
S C O Mg Al Si S K Ca Fe Cu
A 15.76 52.07 0.58 2.77 12.73 1.03 0.96 7.58 1.14 5.37
All’analisi SEM-EDS il minerale risulta avere un contenuto
importante di rame. La domanda archeologica e
archeometrica è:
“...è possibile che nelle antiche miniere di Tighza venissero
sfruttati anche minerali a base di rame?”
S C O Al Si P S Cl K Ca Fe Cu
A 19.40 46.59 1.77 6.58 nd 0.3 nd 0.40 12.50 0.81 11.60
B 17.68 43.94 1.97 8.79 0.53 nd 0.76 0.40 6.00 1.11 18.81
C 16.93 52.09 1.55 3.57 nd nd nd nd 21.12 0.93 3.81
48. ANALISI ARCHEOMETRICHE: le ceramiche refrattarie di Aouam
Evoluzione dei forni fusori: da semplici buche
scavate nel terreno o l’uso di vasi forno
(Calcolitico) si passa alle fornaci a) a pozzetto b)
a cupola, c) a tino (Età del Bronzo). L’adduzione
controllata di aria avveniva attraverso la tuyere.
Le pareti in argilla, ceramica, pietra
o pietra rivestita di argilla dovevano
essere refrattarie per sopportare
temperature e gradienti termici
elevati.
Due strati distinti compongono la tuyere: una interna
rossiccia (a contatto con il flusso di aria entrante ricca di
ossigeno) ed una esterna grigio nerastra (atmosfera riducente
dovuta al CO generata dalla combustione del carbone di
legna) resa refrattaria con l’aggiunta di sabbia quarzosa
nell’impasto
49. ANALISI ARCHEOMETRICHE: le ceramiche refrattarie di Aouam
Azione a valvola
semplice
1) Dalla differenza microstrutturale della tuyere è possibile stimare il tempo di
esercizio della fornace e i gradienti di temperatura.
2) Lo studio della barba di scorie intrappolata intorno all’ugello della tuyere permette il
riconoscimento del minerale trattato
50. ANALISI ARCHEOMETRICHE: le scorie di Aouam
S O Al Si K Ca Fe Ba Pb
A 37.95 5.43 17.3 2.2 2.45 19.21 5.76 11.27
B 50.52 4.02 21.7 nd 1.7 9.47 nd 12.46
S C O Al Si P K Ca Ti Fe Pb
C nd 51.09 4.67 18.5 nd 1.4 1.61 1.52 11.08 9.98
Cc 5.6 37.18 1.38 6.05 3.1 nd 1.33 nd 2.43 42.8
5 8
S C O Al Si P K Ca Fe As Pb
A nd 48.24 3.78 19.72 nd 1.37 1.72 12.78 0.33 12.05
B nd 20.97 2.80 18.90 2.86 nd 2.62 19.07 nd 32.78
C 7.26 43.87 3.46 9.38 nd 0.73 nd 14.45 nd 20.84
Le scorie analizzate con SEM-EDS hanno una composizione molto
simile, con presenza costante di silicio, ferro e piombo (scoria
fayalitica generata dallo smelting della galena)
51. ANALISI ARCHEOMETRICHE: le scorie di Aouam
S C O Na Mg Al Si P K Ca Ti Mn Fe Pb
A 5.40 45.80 0.31 0.70 5.04 12.73 0.65 0.97 1.32 0.29 1.03 25.25 0.51
B 5.78 46.18 nd nd 4.22 9.62 0.38 1.07 1.66 nd nd 9.26 21.84
C 6.19 53.43 0.24 0.57 7.37 12.82 0.46 1.86 0.45 0.45 6.45 5.29 4.43
La scoria di colata analizzata con SEM-EDS ha una composizione molto simile alle altre, con presenza costante di
silicio, ferro e piombo da cui si può ipotizzare che si tratti di scoria fayalitica proveniente da operazione di smelting della
galena
52. ANALISI ARCHEOMETRICHE: le scorie di Aouam
Agente scorificante
Adduzione d’aria (minerale di ferro)
carbone
Flussante: Fe2O3 +
CO = 2FeO+CO2
Scoria: SiO2
smelting +2FeO= 2FeO*SiO2 fayalite
Scoria di
colata
Scoria di fornace
semilavorato
Rottura e selezione
manuale
carbone
Fusione e
Agglomerati Scoria
raffinazione
metallici frammentata
Lingotto finito
53. ANALISI ARCHEOMETRICHE: le scorie di IghramaOusser e ipotesi di coppellazione
Estrazione del Pb e dell’Ag dal minerale piombo-argentifero:
1) Arrostimento della galena PbS argentifera contenete circa lo o0,1-0,15% di arento. Si dovrebbe
trovare minerale arrostito. Durante l’arrostimento si produceva PbO e Pb e si producevano
fumi solforosi e solforici
2) Scorificazione delle scorie silicatiche e delle componenti ferrose: produzione di scorie
ferruginose con microparticelle di piombo.
3) Ottenuto il piombo metallico con le tracce di argento si separava l’argento, la vera e propria
coppellazione perché veniva fatta nella coppella: con l’azione combinata di acqua e fuoco si
riossida il Pb a litargirio a 1000°C. L’ossido fuso veniva rimosso per gravità o con bacchette
di ferro.
4) Sulla coppella rimaneva l’argento
5) Si riconvertiva il PbO a Pb mediante monossido di carbonio
54. PROGRAMMAZIONE DEGLI OBIETTIVI PER IL 2013
COMPLETAMENTO LE ANALISI SUI MATERIALI RACCOLTI
CONTINUAZIONE DELLA CAMPAGNA DI PROSPEZIONE ARCHEOLOGICA E
GEOLOGICA DELLE AREE DI OULMES, TAYADIRT/ZAIDA E AOUAM.
AMPLIAMENTO DELL’AREA PROSPETTATA:
o verso sud a Errachidiya, Imiter e Bohazar per individuare le vie di penetrazione verso il
deserto, l’alto Atlas e le miniere i oro e rame;
o est per Imiter, verso L’Alto Atlas;
o ovest per la via verso il mare.