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RAPPORTO ANNUALE 2012: DOCUMENTI PUBBLICI ITALIA GENNAIO – MAGGIO 2012


19 gennaio 2012, comunicato stampa: Amnesty International scrive al presidente del Consiglio Monti in
occasione della visita in Libia: “La collaborazione con Tripoli sia basata sui diritti umani”

Alla vigilia della visita in Libia del 21 gennaio, Amnesty International ha chiesto al presidente del Consiglio
Mario Monti di prendere in considerazione una serie di raccomandazioni relative alla situazione dei diritti
umani in Libia e alla tutela dei diritti umani dei migranti e dei richiedenti asilo. Amnesty International ha
richiesto al governo italiano di desistere dal condurre qualsiasi operazione di “respingimento”, mettere da
parte il Memorandum d’intesa sul “controllo delle migrazioni”, firmato col Consiglio nazionale di transizione il
17 giugno 2011, e assicurare che ogni forma di cooperazione sia trasparente e subordinata all’impegno e
alla capacità delle due parti di rispettare appieno i diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati e migranti, e che
sia coerente con il diritto internazionale dei diritti umani e con il diritto internazionale dei rifugiati.

14 febbraio 2012, comunicato stampa: Dichiarazione di Amnesty International Italia sulla sentenza della Corte di
cassazione sull’omicidio di Gabriele Sandri

Secondo Amnesty International, la sentenza è la conferma definitiva, sul piano giudiziario, di un grave
episodio che chiama in causa le responsabilità delle forze di polizia italiane circa l'uso delle armi da fuoco e
della forza. Questa sentenza, come altre precedenti, deve interrogare le autorità italiane in merito alla
formazione e al comportamento degli agenti di polizia e alla loro responsabilità circa la protezione delle
persone. Le autorità italiane devono dare attuazione alle raccomandazioni degli organismi internazionali per
prevenire ulteriori tragici casi del genere.

23 febbraio 2012, comunicato stampa: Sentenza della Corte europea sui respingimenti in Libia: una “pietra
miliare” per Amnesty International, che torna a chiedere che gli accordi con Tripoli siano basati sui diritti umani

Amnesty International ha giudicato una “una pietra miliare” la sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti
umani nel caso Hirsi Jamaa e altri contro Italia. Il caso riguardava 11 cittadini somali e 13 cittadini eritrei che
facevano parte di un gruppo di circa 200 persone intercettate in mare dalle autorità italiane e respinte in
Libia, senza che fosse stata valutata la loro necessità di protezione internazionale. La sentenza si pone
come un argine di fronte alla disponibilità dell’Italia a cooperare con un governo che era conosciuto per la
violazione sistematica dei diritti umani. Respingere migranti e richiedenti asilo in Libia, nonostante fossero
ampiamente conosciuti i rischi cui sarebbero andati incontro, è stata una politica priva di scrupoli.

15 marzo 2012, comunicato stampa: Delegazione di Amnesty International Italia incontra il ministro dell’Interno
Cancellieri

Una delegazione di Amnesty International Italia ha incontrato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri
per discutere una serie di preoccupazioni e raccomandazioni sul rispetto dei diritti umani nel contesto dei
rapporti tra Italia e Libia, in occasione della sua visita nel paese nordafricano. La delegazione di Amnesty
International ha segnalato al ministro Cancellieri l’allarmante situazione dei diritti umani in Libia, con
particolare riferimento ai maltrattamenti di migranti subsahariani, ritenuti collettivamente, assieme ai libici di
pelle nera, lealisti pro-Gheddafi o sanzionati con uno status d’immigrazione irregolare. Amnesty International
ha auspicato che l’Italia possa esercitare un ruolo chiave nel favorire una transizione verso un sistema
pienamente fondato sui diritti umani. Non si può invece ipotizzare in questo momento, e nelle attuali
condizioni, una cooperazione sul controllo dell’immigrazione che sia compatibile con i diritti umani.



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30 marzo 2012, comunicato stampa: 63 migranti morti nel Mediterraneo nel marzo 2011. Amnesty International
Italia: “Necessaria giustizia per le vittime, i loro familiari e i sopravvissuti”

A seguito delle dichiarazioni del ministro per la Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi, relative al
riconoscimento da parte del governo italiano delle responsabilità per la morte nel mar Mediterraneo, nel
marzo 2011, di 63 migranti partiti dalla Libia e in rotta per l’Italia, Amnesty International Italia ha sottolineato
la necessità che vi sia giustizia per le vittime, i loro familiari e i sopravvissuti. Il 29 marzo il Comitato su
migrazione, rifugiati e sfollati dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato un rapporto
dell’Assemblea parlamentare su quel tragico episodio, mettendo in evidenza le responsabilità della Nato e di
alcuni paesi mediterranei, tra cui l’Italia.


6 aprile 2012, comunicato stampa: Giornata internazionale dei rom e dei sinti: le iniziative di Amnesty
International Italia

In occasione della Giornata internazionale dei rom e sinti dell’8 aprile, Amnesty International Italia ha
rinnovato le sue preoccupazioni per le violazioni dei diritti umani che colpiscono le comunità rom nel paese.
Dal 2008, Amnesty International Italia denuncia il clima di discriminazione nei confronti dei rom e dei sinti e
l’adozione di norme (quali la dichiarazione dello stato d’emergenza, nello stesso 2008, giudicato illegittimo
dal Consiglio di stato nel novembre 2011, sentenza contro la quale il governo Monti ha presentato ricorso
alla Corte di cassazione) che hanno determinato la violazione di diritti fondamentali, come il diritto a un
alloggio adeguato, e favorito pratiche contrarie al diritto internazionale, tra cui soprattutto gli sgomberi forzati.

18 aprile 2012, comunicato stampa: Dichiarazione di Amnesty International Italia riguardo alla foto diffusa ai
media che ritrae l’uso di nastro adesivo sulla bocca durante un’operazione di espulsione forzata

Amnesty International ha ricordato gli standard internazionali sui diritti umani sull'uso dei mezzi di
contenzione durante le operazioni di espulsione forzata, al fine di evitare rischi per l'incolumità delle persone
espulse. L’organizzazione ha auspicato che le autorità forniscano al più presto rassicurazioni sulla salute
delle due persone espulse e chiarimenti su quanto realmente accaduto durante l'espulsione.

10 maggio 2012, comunicato stampa: Amnesty International chiede alle autorità italiane di proteggere i rom
dalla violenza

Amnesty International si è detta preoccupata per le notizie relative a tentativi di compiere attacchi razzisti a
Pescara e nei suoi dintorni, a seguito dell’uccisione di Domenico Rigante, avvenuta il 1° maggio e della
quale è sospettato un cittadino italiano di etnia rom. Amnesty International ha sollecitato le autorità italiane a
prendere tutte le misure necessarie per proteggere le comunità rom da intimidazioni e attacchi, a
condannare pubblicamente la violenza razzista e l’incitamento alla violenza razzista e all’odio razziale, ad
avviare immediate e approfondite indagini su atti di intimidazione e di violenza di stampo razzista e a
garantire che gli autori di tali azioni saranno sottoposti a procedimenti sulla base di leggi contemplanti pene
commisurate alla gravità dei crimini commessi.

11 maggio 2012, comunicato stampa: Dichiarazione congiunta: “Necessario relegare l’’emergenza nomadi’ al
passato”

Insieme ad Associazione 21 luglio, ASGI, Human Rights Watch e Open Society Justice Initiative, Amnesty
International ha chiesto al governo italiano di abbandonare ogni iniziativa tesa a perpetuare gli effetti
dell’“emergenza nomadi”, uno stato d’emergenza che attribuiva poteri straordinari ai prefetti in riferimento ai
rom e ai loro insediamenti in cinque regioni italiane e che era stato giudicato illegittimo dal Consiglio di stato
nel novembre 2011. Contro tale decisione, il 12 febbraio di quest’anno il governo italiano aveva presentato in
cassazione un ricorso straordinario. Il 9 maggio, il Consiglio di stato ha deciso di sospendere gli effetti della
propria sentenza in attesa del giudizio della Corte di cassazione.




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  • 2. 30 marzo 2012, comunicato stampa: 63 migranti morti nel Mediterraneo nel marzo 2011. Amnesty International Italia: “Necessaria giustizia per le vittime, i loro familiari e i sopravvissuti” A seguito delle dichiarazioni del ministro per la Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi, relative al riconoscimento da parte del governo italiano delle responsabilità per la morte nel mar Mediterraneo, nel marzo 2011, di 63 migranti partiti dalla Libia e in rotta per l’Italia, Amnesty International Italia ha sottolineato la necessità che vi sia giustizia per le vittime, i loro familiari e i sopravvissuti. Il 29 marzo il Comitato su migrazione, rifugiati e sfollati dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato un rapporto dell’Assemblea parlamentare su quel tragico episodio, mettendo in evidenza le responsabilità della Nato e di alcuni paesi mediterranei, tra cui l’Italia. 6 aprile 2012, comunicato stampa: Giornata internazionale dei rom e dei sinti: le iniziative di Amnesty International Italia In occasione della Giornata internazionale dei rom e sinti dell’8 aprile, Amnesty International Italia ha rinnovato le sue preoccupazioni per le violazioni dei diritti umani che colpiscono le comunità rom nel paese. Dal 2008, Amnesty International Italia denuncia il clima di discriminazione nei confronti dei rom e dei sinti e l’adozione di norme (quali la dichiarazione dello stato d’emergenza, nello stesso 2008, giudicato illegittimo dal Consiglio di stato nel novembre 2011, sentenza contro la quale il governo Monti ha presentato ricorso alla Corte di cassazione) che hanno determinato la violazione di diritti fondamentali, come il diritto a un alloggio adeguato, e favorito pratiche contrarie al diritto internazionale, tra cui soprattutto gli sgomberi forzati. 18 aprile 2012, comunicato stampa: Dichiarazione di Amnesty International Italia riguardo alla foto diffusa ai media che ritrae l’uso di nastro adesivo sulla bocca durante un’operazione di espulsione forzata Amnesty International ha ricordato gli standard internazionali sui diritti umani sull'uso dei mezzi di contenzione durante le operazioni di espulsione forzata, al fine di evitare rischi per l'incolumità delle persone espulse. L’organizzazione ha auspicato che le autorità forniscano al più presto rassicurazioni sulla salute delle due persone espulse e chiarimenti su quanto realmente accaduto durante l'espulsione. 10 maggio 2012, comunicato stampa: Amnesty International chiede alle autorità italiane di proteggere i rom dalla violenza Amnesty International si è detta preoccupata per le notizie relative a tentativi di compiere attacchi razzisti a Pescara e nei suoi dintorni, a seguito dell’uccisione di Domenico Rigante, avvenuta il 1° maggio e della quale è sospettato un cittadino italiano di etnia rom. Amnesty International ha sollecitato le autorità italiane a prendere tutte le misure necessarie per proteggere le comunità rom da intimidazioni e attacchi, a condannare pubblicamente la violenza razzista e l’incitamento alla violenza razzista e all’odio razziale, ad avviare immediate e approfondite indagini su atti di intimidazione e di violenza di stampo razzista e a garantire che gli autori di tali azioni saranno sottoposti a procedimenti sulla base di leggi contemplanti pene commisurate alla gravità dei crimini commessi. 11 maggio 2012, comunicato stampa: Dichiarazione congiunta: “Necessario relegare l’’emergenza nomadi’ al passato” Insieme ad Associazione 21 luglio, ASGI, Human Rights Watch e Open Society Justice Initiative, Amnesty International ha chiesto al governo italiano di abbandonare ogni iniziativa tesa a perpetuare gli effetti dell’“emergenza nomadi”, uno stato d’emergenza che attribuiva poteri straordinari ai prefetti in riferimento ai rom e ai loro insediamenti in cinque regioni italiane e che era stato giudicato illegittimo dal Consiglio di stato nel novembre 2011. Contro tale decisione, il 12 febbraio di quest’anno il governo italiano aveva presentato in cassazione un ricorso straordinario. Il 9 maggio, il Consiglio di stato ha deciso di sospendere gli effetti della propria sentenza in attesa del giudizio della Corte di cassazione. 2