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                                   Ragionamenti
Il puzzle del senso
della vita:




Versione 30 luglio 2011
                                                                 Franco Bontadini




                                                                                    1
Ragionamenti, 30 luglio 2011




           Ragionamenti
          Definizioni, appunti, ragionamenti ...
          Pezzi di un grande puzzle (lontano
           dallʼessere completo, ma che)
          Tracciano una mappa (in cui mi riconosco e
           sulla cui base quotidianamente mi confronto) per
             la pratica dellʼagire e sentire
             la teoria del pensare e ragionare.




                                                                              2




Vedremo assieme che (e perché) il “sapere” in senso astratto non mi
interessa, ciò che conta è il sapere che mi fornisce indicazioni per la
pratica (l’agire) e, quindi la morale (come comportarsi bene / male).
Il sapere deve essere utile, “funzionare”, altrimenti non è sapere, poi,
come vedremo, questo non esaurisce la discussione, al sapere
chiederò anche altro.




                                                                                   2
Ragionamenti, 30 luglio 2011




          Ragionamenti
         È un sunto, dettagliare tutto è (sarebbe
          bello, ma) impossibile:
              Per aprire una discussione (un confronto)
               bastano, anzi sono più adatti, pochi concetti
               semplici
                • Se non ci si capisce su questi, ancor meno ci si
                  potrà intendere su analisi complesse e
                  dettagliate
                • La complessità nasce dal confronto, non può
                  precederlo.

                                                                             3




Complesso, ossia tessuto insieme, Edgar Morin




                                                                                  3
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Ragionamenti
   Temi «pesanti», certo, ma sono quelli
    che contano:
      Possiamo parlare dʼaltro
      Ma non ha senso lasciare che ciò che conta
         (a cominciare dalla felicità della vita nostra e dei
         nostri cari) sia lasciato ai soli silenzi
         dellʼintuizione, del non detto o, peggio,
         dellʼineffabile.


                                                                          4




                                                                               4
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Il Pensiero Assoluto e Perfetto

   Per secoli i filosofi hanno inseguito la
    Verità assoluta, perfetta.
   Progressi se ne sono fatti, ma di
    assoluto e perfetto non si è vista
    nemmeno lʼombra.
   Possiamo (dobbiamo, vogliamo) uscire da
    questa situazione?

                                                             5




                                                                  5
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Comincio da tre

   La prima parte di questi ragionamenti (i
    pezzi 1 e 2) rappresenta lo scenario in cui
    sviluppo il ragionamento
   Che, a mio modo di vedere, inizia dal
    pezzo numero 3 (slide 23, chi si annoia con le
    definizioni, ma è curioso di vedere dove vado a parare,
    salti le slide da 10 a 22 comprese, che inquadrano, in
    modo peraltro sommario, i termini che uso nello
    sviluppo successivo dei miei “ragionamenti”).
                                                                     6




                                                                          6
Ragionamenti, 30 luglio 2011




           Sommario dei “pezzi”
          1° (slide 10): io
          2° (slide 11): essere
          3° (slide 23): limitato - un dato di fatto che molti rifiutano, il
           fulcro di questi ragionamenti è nelle slide 25 e 26. Dal
           superamento di questo rifiuto nascono molte opportunità: il digitale,
           i valori, lʼetica, lʼimportanza delle emozioni, …
          4° (slide 37): relazione - la vita è relazione con altri esseri
           limitati, lʼinfinito è incapace di relazioni, il finito vive di relazioni
          5° (slide 72): cooperazione - strumento per spostare il
           confine posto dai limiti e rendere la vita degna di essere vissuta,
           richiede che le relazioni siano sviluppate su base di pari dignità,
           regole condivise e trasparenza, basi del mercato e della
           democrazia
                                                                                           7




Il puzzle è composto da 5 pezzi (facili?)




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




           Pensieri

          I contributi che ho raccolto negli anni
           sono molteplici, mi scuso con tutti, ma
           sarebbe troppo lungo citarli e troppo
           difficile selezionare le citazioni
          Di mio cʼè la ri-lettura, scelta e raccolta
           sistematica dei pezzi che mi sono parsi
           utili alla composizione del mio puzzle.

                                                                              8




L’affascinante Pascal non c’entra, piuttosto il «teocono».
Onore a Silvio Ceccato (e ad Antonio Galli, che me lo fece conoscere
quando ero molto giovane, prima del ‘68).


Però: il significato del termine “valore” è per me assai diverso da quello
assegnatogli nella teoria del teocono
Risente molto della lezione di Martha Nussbaum.




                                                                                   8
Ragionamenti, 30 luglio 2011




          Citazioni
         Aggiungo che non sono per niente sicuro di
          aver recepito i pezzi che ho scelto nello stesso
          spirito con cui sono stati inizialmente pensati:
              Anzi, sento che molti non si riconoscerebbero nelle
               mie attribuzioni di paternità
              Spesso ho reinterpretato i concetti in un contesto
               logico (con paradigmi) mutato rispetto allʼoriginale
              Così (per evitare di uscire dal tema che propongo) ho
               pensato di omettere le citazioni
              Ho lasciato solo qualche nota, promemoria o
               esemplificativa.
                                                                              9




Paradigma, termine derivante dal greco paradeigma che
significa “modello” (o “progetto”) ed “esempio”, e in Platone si
trova usato in entrambe le accezioni. Le idee sono infatti
modelli o termini di paragone assoluti, conoscendo i quali è
possibile decidere se qualcosa sia o non sia conforme ad essi:
per esempio conoscendo che cosa è la santità, si può giudicare
di un'azione se sia o non sia santa (Eutifrone 6e); le cose
sensibili sono copie dei modelli intelligibili e il cosmo generato
è prodotto dal demiurgo divino a imitazione di un paradigma
eterno, il vivente in sè (Timeo 28a al.). Col significato invece di
“esempio” o “caso esemplare”, Socrate si considera,
nell'Apologia (23b), un paradigma di cui il dio si è servito per
illustrare la condizione umana riguardo al sapere, che è
appunto di non-sapere. Sempre in Platone, nel Politico,
compare però un'accezione del termine diversa sia da quella di
modello sia da quella di esempio, e prossima invece a quella di
“analogia” (277d-278c). Aristotele, per il quale l'uso platonico
del termine con il significato di “modello intelligibile” è una
pura metafora poetica (Metafisica I 9, 991a 20-22), assume
paradigma come termine tecnico della logica e della retorica col
significato di «argomento fondato su un esempio» o
«induzione retorica», dal particolare al particolare (Analitici
primi II 24; Retorica II 20); è l'argomento che si trae da un
caso noto per illustrare, grazie alla pregnanza dell'esempio che
si è scelto, un caso meno noto o affatto ignoto.
                                                                                   9

Secondo Thomas Kuhn, le rivoluzioni scientifiche che segnano i
diversi momenti della storia della scienza, non vanno
considerate come confutazioni di singole ipotesi, fino a quel
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       «Io» e Essere: Soggetto e Oggetto

           Il primo pezzo del puzzle:
              «Io» sono “aperto”, posso sentire me
               stesso e lʼaltro da me stesso
               • Persone e oggetti esterni: la mamma, il
                 tavolo, la luna, …
               • Me stesso, i miei pensieri, il mio stato:
                 felice, affamato, infreddolito, …
               • La relazione con lʼesterno: caldo, ruvido,
                 fastidio, desiderio, …
                                                                             10




Qui i riferimento sono troppi per farne un elenco. I punti base sono:
-L’imprescindibilità del sentire, il fondamento sull’esperienza, fuori
dall’esperienza tutto è possibile, solo al suo interno conosco la realtà
ed i suoi vincoli
-La capacità di cambiare, grazie all’apertura verso l’altro da me stesso




                                                                                   10
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       «Io» e Essere: Soggetto e Oggetto

          Il secondo pezzo del puzzle:
              Essere è ciò che sento:
               • Sia esterno allʼio
                 • persone, animali, lʼaria, le montagne, il sole,
                   … Oggetti (che esistono anche in mia assenza)
               • Sia me stesso
                 • mi sento come entità esistente, Soggetto
                    (presente a me stesso, sento di pensare, salvo
                    quando perdo coscienza: dormo, coma, morte, …)

                                                                              11




Idem




                                                                                    11
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       «Io» e Essere: fonte del pensiero

          Quando penso, sono, sento (entro in
           contatto, in relazione con) lʼessere
          Il pensiero nasce dallʼesperienza (dalla
           percezione) dellʼesistente nelle due grandi
           classi:
               «Io» = soggetto
                 • ciò che esiste con me, in me
                «Noi» = oggetto
                 • ossia: “Nio”, anzi «Noi»: ciò che esiste anche in mia assenza
                                                                                     12




Cartesio, già! Ma, attenzione lo sviluppo è totalmente cambiato, anche
perché, per fortuna, la Santa Inquisizione non opera più in modo tanto
efficace quanto ai suoi tempi. Ho tolto il dualismo anima e corpo, Io e
Noi sono parti di una sola realtà, l’Essere.
Anche qui i riferimenti possibili sono tropo numerosi e vari per essere
esplicitati (non ne vedo l’utilità, ho citato Cartesio perché è troppo ovvio
e, soprattutto, per evitare l’equivoco di un’assimilazione pari pari).


Giuliana Bruno: Atlante delle Emozioni. Aptico = “capace di entrare in
contatto con”. La percezione è sensazione aptica, ossia mette in
contatto con me stesso e con l’altro da me.


Io esisto anche in mia assenza (quando dormo), per questo “noi” e non
solo “non-io”.




                                                                                           12
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IO e NOI
   Una distinzione che ognuno impara,
    non senza fatica, nella prima infanzia
   Ciò che esiste indipendentemente da
    me (ad es.: un albero), esiste
    indipendentemente anche dagli altri
    esseri pensanti
   Da qui la base per la condivisione di
    concetti nati dallʼesperienza di tali enti:
    sapere comune e scientifico.                               13




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




IO e NOI
   «Noi»: ciò che esiste anche in mia assenza,
    è una definizione convenzionale:
      Storicamente fonte di tanti vantaggi da
       farne, per alcuni un dogma
      Se potesse aprire delle prospettive
       nuove, ipotesi, al momento, per quanto a
       me noto, senza riscontri, si potrebbero
       considerare anche ipotesi diverse
       (ancorché sempre convenzionali).
                                                                   14




                                                                         14
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        IO, NOI ed IONOI, lʼEssere

           Essere è tutto ciò che sento, anche
            me stesso
           «Io» è un sottoinsieme dellʼEssere:
            ciò che esiste solo finché esisto
           «Noi» è il sottoinsieme complemen-
            tare di «Io» : ciò che esiste anche in
            mia assenza
           io + noi = ionoi = Essere percepibile
                                                                                15




ionoi un palindromo affascinante!


Per favore non facciamo gli spiritosi con la storia che non si può dire
cosa esiste quando non ci sono io, quando non lo sento.
E’ una storia che non mette neanche conto di approfondire, comunque,
ripeto, è una convenzione, che si è rivelata assai utile,
Al contrario delle possibili altre convenzioni.


Non credo che il risultato (funzione, serve, …) sia l’essenza della
ricerca, penso che ne sia un elemento necessario, anche se non
sufficiente.
In altre parole è indispensabile che la filosofia fornisca dei risultati, ma
non mi basta, voglio andare oltre il risultato.
“Oltre il risultato” non può però significare “al posto del risultato”.




                                                                                      15
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       IO, NOI

          La separazione fra «Io» e «Noi»
           appare ai più naturale e intuitiva
          Ma, ripeto, ha un carattere di
           definizione convenzionale
          Tornerò ancora sulla scelta di
           usare il termine «Noi» (piuttosto di altri
           che, ad es. pongono lʼaccento principale sul non-io o
           su termini “neutri”, come natura, realtà e simili).
                                                                              16




«Noi» comprende anche una parte di me, quella parte che resta anche
quando non ci sono (sia che dorma, sia che sia morto): il mio corpo, la
memoria altrui di quanto ho fatto, i miei scritti, le mie cose, …
Per questo dico «Noi» e non, chessò: Voi, Loro, Non-Io, ecc.


Vedi, ad es. slide 50




                                                                                    16
Ragionamenti, 30 luglio 2011




IO, NOI

   Non è insolito incontrare chi abbia
    tracciato un confine diverso
   La frontiera ha (come la maggior parte
    delle frontiere convenzionali) contorni
    sfumati.


                                                           17




                                                                 17
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Essere percepito e realtà

   Lʼessere (ancorché limitatamente)
    percepito è parte della realtà
   La realtà mai percepita è
    sconosciuta
        A volte la si può intuire,
        Ma lʼintuizione non è conoscenza
         (vedi slide successive, in particolare la 28).


                                                                      18




                                                                            18
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Pensiero e Memoria

           Ho coscienza, ossia sono
            consapevole, di sentire lʼEssere:
           Penso: ho coscienza
           Pensieri: la mia coscienza
            dellʼEssere
           Memoria: posso archiviare i
            pensieri e richiamarli alla mente.
                                                                19




Anche la contemplazione è pensiero


Vedi oltre: Ricordi




                                                                      19
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Pensiero e Fantasia

           Il Pensiero nasce dallʼesperienza,
            ma non si esaurisce in essa:
           Sa rendersi indipendente (astratto)
            dallʼesperienza
           Penso: ho coscienza o immagino

       Anticipando il terzo pezzo del puzzle (fra tre slide), posso notare che
       disponendo di unʼesperienza limitata, sono costretto ad immaginare ciò
       che non conosco. Se non fossi limitato non avrei bisogno della fantasia.
                                                                                    20




Pensiero, percezione, coscienza; le affascinanti funzioni della mente
umana meritano più spazio, dettaglio, profondità, ma non è di questo
che voglio trattare qui, mi servono solo alcuni paletti per spiegare le
basi del “ragionamento”.


Pensiero = strumento
Strumento = doppio taglio
gli strumenti sono soggetti ad un cattivo uso, questo non significa che
non dobbiamo usarli,
Ma introduce prepotentemente l’esigenza di decidere quali sono usi
buoni e quali no,
la morale, la pratica.




                                                                                          20
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Pensiero e Fantasia

           Pensieri astratti: immaginano,
            stimolano, ispirano
           Pensieri astratti: sublimano, illudono,
            ingannano
           Uno strumento a doppio taglio


                                                                             21




Pensiero, percezione, coscienza; le affascinanti funzioni della mente
umana meritano più spazio, dettaglio, profondità, ma non è di questo
che voglio trattare qui, mi servono solo alcuni paletti per spiegare le
basi del “ragionamento”.


Pensiero = strumento
Strumento = doppio taglio
gli strumenti sono soggetti ad un cattivo uso, questo non significa che
non dobbiamo usarli,
Ma introduce prepotentemente l’esigenza di decidere quali sono usi
buoni e quali no,
la morale, la pratica.




                                                                                   21
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Esperienza e Azione

          Esperienza: interazione fra Essere e Io
               fissata in pensieri memorizzati
          Azione: interazione fra «Io» e Essere
               generata (almeno in parte) dai pensieri
          Quando agisco sento lʼAzione in modo
           riflessivo (penso la mia Azione).

                                                                             22




Il pensiero fantastico non è esperienza
Posso avere esperienza del mio pensare fantastico
Ma la cosa finisce lì
La fantasia mi fornisce intuizioni, ispirazioni, ma non esperienza.




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




        Esperienza del limite
         Il   terzo pezzo del puzzle:
                Mi sento (parzialmente) e ciò che
                 percepisco è limitato (finito, discreto):
                    Dipendo da oggetti «Noi» (persone e
                      ambiente, clima, cose, piante, animali, il mio corpo, le
                      mie capacità, …)
                    Sono in grado di controllarli solo in
                     modo (assai) parziale: sono limitato
                    «Io» e «Noi» sono separati, riesco a
                     pensarli omogenei solo in modi e casi
                     particolari e parziali.                                           23




Martha Nussbaum, però, anche in questo caso, lo sviluppo è assai
differenziato dal suo, in particolare per il «rimedio» adottato.
Da un certo punto di vista, questo è il primo pezzo del puzzle, nel senso
di più importante, in quanto (a dispetto del fatto di essere addirittura
“socratico”) diverso rispetto a quanto solitamente ragionato.


Da qui in poi abbiamo due fasi:
1                Ripensare tutto in funzione della coscienza del limite
2                Dare una soluzione ed un senso diverso alla vita,


Ripensare all’esperienza, alla ragione, alla comunicazione, ecc. non
sull’ipotesi che l’uomo sia o possa essere “infinito”, ma sulla coscienza
della sua intrinseca e totale limitatezza.


Dare un senso diverso alla vita, diverso da quello cui si mira partendo
dall’ipotesi che l’infinito esista e che l’uomo, pensandolo, non può non
farne parte.


IO è ciò su cui ho un controllo assai ampio, in taluni casi anche
assoluto,
NOI è ciò su cui ho un controllo limitato, in molti casi anche nullo
                                                                                             23
Nasco con un pianto e imparo presto
Quanto io sono limitato: fame,
dolore, malattie, odio e morte.
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Esperienza
          LʼEsperienza genera la Conoscenza
          La prima conoscenza è la conoscenza
           del Limite
          Non è certo una novità (lʼunica cosa che
           certamente conosco è la mia ignoranza, pare
           dicesse Socrate) eppure tocca ripeterlo!
          La Natura (lʼEssere) è discreta e finita, il
           continuo e lʼinfinito non fanno parte
           della realtà che percepisco (sento).
                                                                           24




Esperienza: pensiero basato sulla percezione (sentire aptico, capace di
entrare in contatto con) dell’essere (IONOI)


Il pensiero astratto (svincolato dall’esperienza) non genera conoscenza,
al massimo fornisce ipotesi, apre punti di vista, forma concetti e
paradigmi, ecc. tutte cose importanti, ma diverse dalla conoscenza.




                                                                                 24
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Intolleranza del Limite
       «Io» non tollero il Limite
               fame, malattie, morte
               lavoro, sofferenza, odio
       Anelo al paradiso, ma sperimento
        lʼinferno in terra:  “vita = valle di lacrime”:
               Appena nato piango
               Per mesi il principale modo per interagire
                con la realtà a me esterna (Noi) è il pianto.

                                                                           25




Siddartha e Nussbaum. La base per capire il senso della vita.




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Intolleranza del Limite
Porterò con me per tutta la vita
      La prima esperienza di limitatezza
      Tutte le successive la rinforzeranno
Fino a che non avrò trovato una
                “soluzione”
Questa è unʼanalisi del (mio) percorso
verso la soluzione e dei suoi possibili
sbocchi.
                                                             26




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Esperienza e Conoscenza

   LʼEsperienza, sia pur limitatamente,
    genera pensieri di Conoscenza:
   Credenze (proposizioni che possono risultare
    vero o false), tra queste considero in
    particolare:
        Ricordi e spiegazioni
        Previsioni
        Valori
                                                                27




                                                                      27
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Conoscenza

   La conoscenza è capacità previsionale
   Posso supporre che dietro le apparenze
    vi sia una realtà impercettibile (prima,
    ultima, essenza, …)
   Ma non posso conoscerla in modo
    “oggettivo” (ossia condivisibile con gli altri, vedi
    slide 50, tornerò più volte da punti di vista diversi su
    questo mito umano).

                                                                       28




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Conoscenza

   La conoscenza, anche quando è
    capacità di ri-conoscere (ossia
    classificare ciò che percepisco assieme a
    qualcosa di precedentemente percepito),
    implica la previsione di poter
    attribuire al riconosciuto le qualità
    ad esso associate.


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                                                                      29
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Ricordi e Spiegazioni
   Ricordi: pensieri riguardanti le
    sensazioni sperimentate
   E la loro organizzazione (Spiegazione):
       Storia
       Nessi causali
       Regole
       …
   Utilizzando la Ragione
       (Da cui questi ragionamenti)
                                                                30




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Ragione
   Il modo in cui la mia mente analizza le
    esperienze ed organizza i pensieri che ne
    scaturiscono
   La definizione è certo vaga
   La Ragione non è “Dea”, anchʼessa è
    limitata



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                                                               31
Ragionamenti, 30 luglio 2011




         La Ragione non è “Dea”
              Si batte fra lʼautoreferenzialità e la
               contraddizione (secoli di sofismi lʼhanno ampiamente
               dimostrato)
              La riflessività (la ragione si applica allʼ«Io» che ha esperienza
               dellʼ«Io» e/o al «Noi» che ha esperienza del «Noi») pone
               grandi problemi
              Il principio di non contraddizione resta il miglior
               punto di partenza per ragionare sulla ragione …
               a patto che, come per ogni altro aspetto della
               realtà, se ne accettino i limiti.

                                                                                    32




Soros
cfr slide seguente, tornerò ancora su questo




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




La Ragione è dellʼuomo
   La Ragione è un attributo dellʼIo
   La Ragione è lo strumento che utilizzo per
    organizzare lʼEsperienza dellʼEssere
   La Ragione non è un attributo del «Noi»:
        Ragiono con i concetti di continuità e di infinito, ma
         sento il «Noi» discreto e finito
        Il continuo e lʼinfinito, applicati allʼEssere, sono
         origine di contraddizioni irrisolvibili
        Penso ai numeri e sviluppo logica, geometria e
         matematica, ma sono costretto a considerare numeri
         irrazionali ed immaginari. …
        Ancora, persino qui, la mia limitatezza!
                                                                      33




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Previsioni
          Dai Ricordi organizzati (miei o altrui, dirò poi
           come) in Credenze, traggo ipotesi su
           quanto potrò sperimentare in futuro
          Le Previsioni sono qualificate dalla
           probabilità che si dimostrino azzeccate,
           si spazia:
              dalle certezze
              alle sensazioni ed abitudini
              fino a timori e speranze.
                                                                             34




La fame di previsioni per l’uomo è essenziale, su questo bisogno sono
stati costruiti templi (ripensiamo agli oracoli greci ed agli sciamani di
ogni parte del mondo) e organizzazioni solidissime (a cominciare dalla
chiesa cattolica).
Il business delle assicurazioni si fonda sul terrore dell’uomo per la sua
incapacità di prevedere.
Ma l’esistenza del bisogno non postula la possibilità di soddisfarlo …
Anche se molti hanno mostrato che l’uomo capace di prevedere non è
più uomo
(perde un attributo essenziale per la qualifica di essere umano),
vi sono altri che hanno stabilito che l’uomo deve poter prevedere,
almeno l’essenziale, (la vita eterna).
Penso che la prima sia corretta, la seconda sia, e cercherò di spiegare
come e perché,
È un errore dettato da superbia e ingiustificato senso di onnipotenza.




                                                                                   34
Ragionamenti, 30 luglio 2011




      Previsioni
         Le previsioni nascono dalla memoria,
          ossia dal passato
         Posso ricordare e/o conoscere il passato,
          non il futuro
         Il futuro è il superamento del passato
         Il futuro non è la marcia verso una meta,
          ma lo sviluppo della vita nel suo continuo
          tentativo di “migliorarsi” (superare i propri limiti).
                                                                         35




Richard Rorty




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Valori
          Dalla percezione del Limite nascono
           i Valori:
              Oggetti esterni (materiali, immateriali, virtuali,
               … parti del “NOI”),
              Che non dipendono totalmente da me,
              Cui attribuisco (Credenza) importanza
               per il mio benessere-felicità.


                                                                           36




Aristotele? --> Nussbaum
Ma anche Il Teocono (Silvio Ceccato) per un’impostazione diversa di
“pezzi” e “valori”


Nota: Sono stato indeciso se considerare
questo punto un “pezzo” a sé stante del
puzzle, alla fine ho preferito considerarlo
una deduzione dai pezzi precedenti, ma
non ne sono certo al 100%




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       LʼEsperienza della Relazione
       Il quarto pezzo del puzzle:
            la Relazione è il collante di tutta
             lʼEsperienza ed ha due ambiti:
             1. Lʼidentità prodotta dellʼincontro con il Noi
             2. La credenza che le diverse esperienze
                siano in qualche modo (ancorché
                limitatamente come tutto) fra loro connesse


                                                                             37




Identità --> slide 83


Qui abbiamo lo snodo:
la Relazione consente, attraverso la scoperta dell’identità, dei
messaggi, del linguaggio, ecc. di superare il limite


Anche Sandel (Sen ed i comunitaristi), che però ho conosciuto dopo
aver steso questa nota (a conferma che il pensiero è spesso pensiero
sociale, sintonizzato dalla società in cui vivo).




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




LʼEsperienza della Relazione
1.   Lʼincontro con Noi:
       Ogni parte del «Noi», che percepisco simile a me, con cui ho
        qualcosa in comune, diventa elemento della mia identità:
       Cosa sono io? «Io» sono le mie relazioni con il Noi, diverso o
        simile a me, ossia: da solo, io non sono, in pratica non esisto.
2.   La Credenza che le esperienze siano fra loro in
     qualche modo connesse
       Lʼinterazione fra lʼ«Io» ed il «Noi» genera Relazioni Cognitive
        (conoscenza utile a prevedere):
       una mia Azione genera una reazione del «Noi» (o viceversa e,
        per estensione, fra due enti del “Noi”) parzialmente prevedibile: si
        è instaurata una Relazione Cognitiva.
                                                                                 38




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Rel-azione e Messaggi

   Messaggio: lʼAzione finalizzata ad una
    Relazione
   Nelle Relazioni «Io-Noi», lo scambio di
    Messaggi (Comunicazione) genera
    esperienza, da cui sviluppo nuovi
    pensieri e nuove credenze.


                                                          39




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




        Informazione

          Informazione: Messaggi e Relazione,
               Messaggi che condividono (mettono in comune,
                comunicano) lʼEsperienza e le Regole che ne
                abbiamo derivato (Regole “scientifiche” per il Noi
                e Regole “etiche”, per lʼIo)
          Lʼinformazione genera credenza (certamente
           parziale e limitata, può risultare “vera”, “falsa”, “distorta”,
           …).
                                                                                 40




L’informazione è
-vera, se dall’esperienza posso ottenere riscontri coerenti,
-falsa, se l’esperienza fornisce evidenze opposte
-distorta, se l’esperienza fornisce riscontri solo parziali
-Ipotetica, se non è possibile ottenere riscontri dall’esperienza




                                                                                       40
Ragionamenti, 30 luglio 2011




      Linguaggio
        I Messaggi sono basati su (mediati da) un
         Linguaggio, ossia Segni cui è attribuito un
         Significato (dallʼemittente, dal ricevente o da entrambi)
        I Segni sono esperienze condivise, i
         Significati (convenzioni realizzate assieme, comuni)
         sono indotti dallʼesperienza (si imparano):
             quando ottengo una risposta imprevista,
              suppongo che non ci siamo capiti:
              •   i Segni non sono stati condivisi / percepiti oppure
              •   i Significati scambiati non sono quelli attesi (indotti
                  dallʼEsperienza).
                                                                               41




Umberto Eco




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Linguaggio e Comunicazione

   La Comunicazione è mediata dal
    sensibile (il linguaggio deve essere percepibile):
       Non è necessariamente verbale, i Segni
        possono essere qualsiasi azione per lʼaltro
        percepibile: gesti, odori, carezze, musica,
        immagini, …
       Il significato è ampio: concettuale/razionale,
        narrativo, emotivo, retorico, …

                                                                   42




                                                                         42
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Linguaggio e Comunicazione

   La Comunicazione non è certa deve
    essere cercata e verificata
       Per questo, in genere, è assai ridondante
        (repetita iuvant)
       Se il significato è inatteso, fatte le
        opportune verifiche, cerco di capire cosa
        significhi per me, in relazione al significato
        (intenzionale o meno) per chi me lo ha
        inviato.
                                                                 43




                                                                       43
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Linguaggio e Comunicazione
          La Comunicazione non è deducibile da
           «Io» e «Noi»: è indotta dallʼEsperienza
           della Relazione
          Per mezzo dellʼEsperienza e
           dellʼAzione impariamo la Relazione e
           la comunicazione
          LʼEsperienza conferma quale
           comunicazione è possibile.

                                                                            44




La natura induttiva del significato. Potrebbe essere classificato come un
pezzo del puzzle a sé stante? Forse sì, per ora no!




                                                                                  44
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Linguaggio

   Il Linguaggio è lo strumento per
    Comunicare
   Si può (ma non “si deve”) usare per sentire,
    pensare, ricordare (la memoria è anche, anzi,
    soprattutto, immagini nello spazio e nel tempo)
   Emozioni (slide 61 e segg.) e Valori sono
    indipendenti dal Linguaggio (esistono
    anche in sua assenza).
                                                                    45




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Scienza:

   Organizzazione razionale
    dellʼesperienza passata,
   finalizzata alla previsione dellʼesperienza
    futura (e, perciò, “falsificabile”),
   descritta con un Linguaggio che la rende
    comunicabile (inter-soggettiva): patrimonio
    dellʼumanità (spesso qualcuno cerca di
    “privatizzare” un linguaggio, inevitabilmente è
    condannato allʼincomunicabilità).                                46




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




      Scienza e Probabilità

           Come ogni altra Esperienza, la scienza è
            limitata
           La scienza “esatta” è unʼastrazione, una
            fantasia, unʼillusione pragmatica
           La probabilità (è una componente ineludibile)
            rappresenta la qualità (distorsione della
            rappresentazione) delle ipotesi di spiegazione
            della realtà, che ho deciso di adottare.
                                                                     47




Feyeraben




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Scienza e Comunicazione
           Per condividere lʼorganizzazione
            dellʼesperienza che ho deciso di adottare
            devo essere in grado di comunicarla
           La falsificazione può riguardare sia
            lʼesperienza prevista, sia il modo di
            descriverla (per comunicarla)
           Non vedo come si possa scindere (se non
            in modo grossolano e impreciso) la scienza dal
            linguaggio che usa.                            48




Come non c’è scienza senza ragione,
non c’è scienza senza previsione (esperienza),
non c’è scienza senza linguaggio,
non c’è scienza senza probabilità,
non c’è scienza senza volontà (decisione).


Ragione, previsione, linguaggio, probabilità e volontà sono,
nella scienza, una “pentità” (come la trinità, ma con cinque dimensioni)
indissolubile.




                                                                                  48
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Da Soggettivo ad Oggettivo
   La Comunicazione mi fornisce
    Esperienza della possibilità di
    condividere con altri:
       non solo fisicità (parole e racconti, amore/odio,
        competizione per le risorse, cooperazione nel
        raggiungere traguardi, …),
       ma anche concetti (logici, matematici, estetici,
        sentimentali, emotivi, …) e previsioni
       purché resi comunicabili attraverso il
        linguaggio.                                                 49




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Da Soggettivo ad Oggettivo
   Non tutto è condivisibile,
   solo quando riesco a sperimentare (con
    opportuni tentativi di falsificazione, che tutti possono
    verificare), ho la condivisione, ossia la
    base della
   conoscenza “oggettiva”, che, a sua
    volta, costituisce il presupposto per la
    Comunicazione
       Questo ha a che fare con il chiamare “Noi”
        lʼaltro da me (slide 13-17).
                                                                     50




                                                                           50
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Da Soggettivo ad Oggettivo
   Posso avere percezioni che non riesco a
    condividere:
       Essere che solo io percepisco e non so
        riprodurre sperimentalmente,
       Fantasie prodotte dallʼIo,
       … altro agli altri sconosciuto;
   In tal caso non ho una base di
    conoscenza “oggettiva” per la
    comunicazione (né, quindi, per la scienza).
                                                               51




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Valori
Tornando alle Credenze generate
dallʼEsperienza (slide 27-36), anche i Valori
sono particolari Credenze: assegno valore
    ad oggetti esterni (materiali, immateriali, virtuali,
     …),
    che non dipendono totalmente da me
    cui attribuisco importanza (Valore) per il
     mio Benessere.


                                                                    52




                                                                          52
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Valori
   Si riferiscono al «Noi», ma sono
    credenze, pensieri, parte dellʼIo, non
    del «Noi»
   Possono essere positivi (Valori, ad es.: la
    famiglia, la pace, lʼigiene, lʼamicizia, i soldi, …) o
    negativi (Disvalori, ad es.: il degrado ambientale,
    la discriminazione, lʼeccesso, la mafia, …).


                                                                       53




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Valori
   I valori sono strumenti del mio
    benessere, in quanto strumenti il loro
    segno (positivo o negativo) dipende dal
    modo di usarli,
   questo è evidente per il denaro, ma lo
    è anche per la famiglia, lʼigiene, ecc.



                                                            54




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Valori
   I Valori sono asserzioni (Credenze)
    probabilistiche, che si credono risultare
    prevalentemente vere
        La famiglia è un valore, anche se a volte vi
         si annidano vipere
        Lʼeccesso è un disvalore, anche se a volte
         porta a superare limiti che altrimenti non
         avremmo mai affrontato.

                                                                  55




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Valori  Etica (Bene e Male)
   Ciò che rafforza i valori positivi (contrasta
    quelli negativi) è Bene, ciò che opera in
    senso opposto è Male
   I Valori (come tutte le credenze) possono
    essere condivisi con altri
   LʼEtica è la scienza dei Valori condivisi
    dalle persone.

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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Scienza ed Etica

   Si dice che la Scienza (e lʼeconomia, gli affari)
    non è etica, ossia
   Non è pertinente il mio Benessere, non
    utilizza i Valori
   Corretto, se e quando lo scienziato
    specula (pensa, ragiona) per puro amore
    della conoscenza

                                                                57




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Scienza ed Etica
   Già al momento di sperimentare (elemento di
    cui la Scienza non può privarsi), nascono però
    alcuni dubbi, forse non tutto si può
    sperimentare (ad esempio dei veleni)
   Ma, spesso, molti (ed io con loro) sviluppano
    la Scienza (non solo lʼeconomia e gli affari) in
    quanto strumento per il proprio Benessere
   Molti dibattiti in corso tentano di stabilire
    quali Valori la Scienza debba rispettare.
                                                              58




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Benessere e felicità
Una definizione fra le più difficili, con molte
possibili sfumature e accentuazioni:
    Pace
    Serenità
    Vita
    Libertà dal bisogno, dal dolore
    Libertà (capacità) di pensiero e di azione
    … eudaimonia (Aristotele) …
Benessere non è lʼinfinito o lʼeternità
(libertà dalla morte e dai limiti).
                                                                 59




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Benessere (segue)
   La definizione che propongo dipende
    molto dai ragionamenti che seguono:
       Benessere: la capacità di
        superare i limiti del passato,
        • miei e
        • dei miei valori: le persone amate, tutti coloro
          che considero parte del mio mondo, eventual-
          mente, per estensione progressiva, se riesco a
          superare la vergogna, la paura, la gelosia e la
          rabbia per lʼaltro: lʼumanità, la vita, lʼuniverso.
                                                                     60




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




     Esperienza ed Emozioni
     La mia vitale dipendenza da entità esterne
     fuori dal mio controllo (limitatezza) genera:
          Rabbia verso me stesso (non tollero i miei limiti) e
           verso altri (attentano ai Valori, quindi al mio bene)
          Vergogna (per la mia dipendenza e limitatezza)
          Paura (chi provvede ai miei bisogni è fuori dal mio controllo,
           potrei perderlo, altri potrebbero togliermi le risorse per
           soddisfare i miei bisogni, altri ancora potrebbero considerare
           un valore la mia sofferenza e, al limite, la mia morte)
          Gelosia/invidia        (verso chi mi contende ciò di cui ho
           bisogno)
          …
                                                                                  61




Ancora Nussbaum




                                                                                        61
Ragionamenti, 30 luglio 2011




     Esperienza ed Emozioni
     La mia vitale dipendenza da entità
     esterne fuori dal mio controllo (limitatezza)
     genera, però anche:
          Amore (verso chi provvede ai miei bisogni)
          Responsabilità (verso chi dipende da noi)
          Compassione (verso chi soffre per causa
           altrui)
          …


                                                                       62




Ancora Nussbaum




                                                                             62
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Emozioni = Pensieri
           Le Emozioni sono Pensieri che nascono
            dalla percezione che io dipendo da
            oggetti esterni che non sono in grado di
            controllare totalmente;
           comprendono asserzioni (Credenze)
           relative ai Valori (ciò che io credo contribuisca al
            mio Benessere);
           generano Azioni intenzionali (volte al mio
            Benessere).
                                                                                63




Scusate se insisto tanto su questa parte, ma la sento come la parte
meno abituale del ragionamento che tento di esporre, per questo
ritengo utile insistervi ripetutamente.


La poca coscienza del limite, il suo rifiuto istintivo, portano a emozioni
illimimitate, infinite, assolute, questo è il principale motivo per cui lo
strumento emotivo è spesso rozzo e inaffidabile.
Detto questo, va riconosciuto (dall’esperienza) che l’emozione è la
molla principale dell’agire umano, ben oltre la razionalità e l’utilità del
risultato (dell’esperienza).




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




Emozioni
 a volte producono risultati negativi
  (addirittura disastrosi) per il benessere,
ma, attenzione, esse
 non sono irrazionali, né razionali
       non prevedono le conseguenze
        dellʼazione
       non sono finalizzate ad un risultato futuro
       sono una categoria a sé stante.
                                                          

                                                              64




                                                                    64
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Emozioni < > Istinti
   Non sono istinti o appetiti in quanto
    questi ultimi sono
        privi di credenza e valore
        spesso mancanti del riferimento esterno
         (lʼoggetto che non controllo)
   Anche se, come istinti ed appetiti, sono
    un modo rapido per affrontare la vita, per
    fronteggiare lʼemergenza (il non previsto)
   Lo strumento, spesso fondamentale per
    la sopravvivenza, per agire subito
…                                                                 65




                                                                        65
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Emozioni < > Istinti
       Contrariamente ad istinti ed appetiti
        Le Emozioni, così come i Valori che le
         generano, sono comunicabili e condivisibili
        Valori ed emozioni (ma non gli istinti) sono
         parte dellʼidentità cosciente dellʼindividuo
         e, se e quando condivisi, del gruppo
        In particolare, se un Valore è condiviso, lo
         saranno anche le Emozioni che ne
         scaturiscono.
                                                                               66




Tutti capiscono subito che l’emozione, quando diventa infinita e
assoluta è perniciosa, ma molti faticano a rendersi conto che questo
vale anche per i Valori. Siamo intimamente abituati, cresciuti, con il
paradigma del “valore assoluto”, un valore relativo, ci pare sminuito,
povero, inutile. Non di meno le emozioni derivano dai valori e da valori
assoluti non possono che generarsi emozioni assolute.
Un nodo dei più duri, un rospo duro da digerire, un senso di pericolo e
smarrimento ci assale se consideriamo i valori alla stregua di ogni altra
esperienza umana: limitati e relativi.
L’intolleranza del limite ha qui il suo bastione più forte ed alto, qui è
forse il cambio di paradigma più pesante e difficile da digerire, ma
ineludibile:
quando i valori sono assoluti la libertà è uccisa, il talebano e
l’integralista la fanno da padrona.
(cfr. ad es. la slide 85 e, soprattutto, 103-105)




                                                                                     66
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Emozioni
   Sono la mia reazione a tutto ciò che
    concerne i miei Valori
        In questo sono oggetto di studio per lʼEtica
   Utilizzo le Emozioni come strumento
    decisionale, fondato su basi
    probabilistiche, per affrontare decisioni
    che necessitano di immediatezza o che,
    per quanto ci ragioni sopra non riesco a
    razionalizzare in modo soddisfacente.
                                                               67




                                                                     67
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Emozioni
Con le Emozioni si
 odia
 uccide
 giustifica ogni nefandezza
 perde il lume della ragione
 agisce precipitosamente
 …

Meglio non averci a che fare!
                                                         68




                                                               68
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Emozioni
Con le Emozioni si
 ragiona con il cuore
 butta il cuore oltre lʼostacolo
 riesce ad essere ottimisti (contro il
  pessimismo della ragione)
 ama
 agisce tempestivamente
 …

Non posso proprio farne a meno!                           69




                                                                69
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Intolleranza per i Limiti
Riprendiamo il tema del modo di affrontare lʼintolleranza
    dei limiti (slide 25-26)
   Non sopporto che il mio Benessere
    dipenda da oggetti esterni che non sono
    in grado di controllare
   LʼIntolleranza per i propri Limiti è una
    caratteristica profondamente umana
   (non risulta presente fra gli animali !?!)
   Il “peccato originale” umano !?! (lʼho detta
    grossa!)
                                                                          70




                                                                                70
Ragionamenti, 30 luglio 2011




        Rimedio alla mia Limitatezza
           LʼIntolleranza per i Limiti ammette (almeno)
            quattro categorie di “Rimedi Razionali”:
            1. Rifiuto del Limite (ad esempio: stoici, romantici, …)
            2. Rassegnazione al Limite (ad esempio: nichilisti,
                 cinici, relativisti assoluti, …)
            3. Superamento metafisico del Limite,
                 attraverso enti al di fuori dellʼEsperienza
                 (religioni, idealismi, …)
            4. Accettazione della limitatezza della realtà e
                 lotta comune per spostare i Limiti (cooperazione).
                                                                                 71




Siamo al dunque, la prima fase (ripensare tutto il funzione della
coscienza del limite) è terminata.


Non approfondirò i primi tre rimedi (ormai super proposti in tutte le
salse), mi dedico al nuovo:
Invece di partire dalla mia sete di infinito, parto dalla mia coscienza dei
limiti della realtà in cui vivo e di cui sono parte, rifiuto l’intolleranza dei
limiti e trovo una nuova chiave di lettura dei valori positivi della mia
esperienza (democrazia, mercato, cooperazione, …, libertà,
eguaglianza e fratellanza).


Da qui in poi il puzzle si compone e, piano piano, mostra il senso della
vita.


Un senso diverso della vita, diverso da quello cui si mira partendo
dall’ipotesi che l’infinito esista e che l’uomo, pensandolo, non può non
farne parte, ossia liberandomi dal peccato originale.


IO, Noi,
Percezione, Pensiero, Esperienza,
Ragione, Conoscenza, Scienza,
Valori, Emozioni                                                                       71
Relazione, Linguaggio, Comunicazione,
…
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Cooperazione
       Il quinto pezzo del puzzle:
          La Cooperazione è la relazione fra
           pari nellʼambito dellʼEssere:
              Tutti abbiamo dei limiti, come ogni oggetto
               percepito (Essere)
              Condividiamo lo stato di esseri limitati e
               siamo concordi nel
              Creare Benessere (Valore) spostando i Limiti
               attraverso lʼazione cooperativa.
                                                                             72




Un lungo percorso, iniziato ad Atene, proseguito in India (Ashoka,
decreto di Erragudi), in Inghilterra (Magna Charta) e negli USA
(Costituzione).
Nel dopo guerra (‘68) diventa globale, ma il potere costituito sul vecchio
paradigma dell’uomo-dio continua a resistere, si batte in ogni modo e
con ogni mezzo per sopravvivere … fino a quando non è dato di
sapere, ma l’era dell’uomo (a misura d’uomo) procede nel suo sviluppo
.
Possiamo ottenere soddisfazione, benessere e felicità, al posto delle
lacrime e sangue cui siamo stati educati in vista dell’improbabile
paradiso.




                                                                                   72
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Cooperazione
Per   questo (vedi slide precedente) occorre:
    “Pari dignità”, ossia assenza di una gerarchia
     precostituita, con due corollari:
       • “Pluralismo”: non cʼè un solo modo “giusto” di fare le
         cose
       • “Probabilità”, quindi “rischio” e necessità di operare
         “scelte” alla ricerca rischio minore (della maggior
        probabilità di successo)
  “Regole”, ossia convenzioni condivise di
   linguaggio e di comportamento, per prima la
  “Informazione e Trasparenza”, disponibilità a
   condividere lealmente le proprie conoscenze.
                                                                      73




                                                                            73
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Cooperazione e Dignità
        La Cooperazione accetta, senza
         rassegnazione, la limitatezza umana ed è
         consapevole che (1a parte):
           1. Lʼ«Io»  è parte dellʼEssere
           2. La capacità di comunicare consente di
              stabilire delle Credenze (capacità di previsione),
              Valori e Scienze comuni
           3. La storia dellʼumanità (degna di essere
              raccontata) è la storia della lotta per stabilire
              mete comuni e raggiungerle
           4. Questo dà valore alla vita: la rende degna di
              essere vissuta.                                                  74




Quasi tutti i concetti, le parole, nati nel tempo, ma rivissuti nel
paradigma dell’accettazione de limite assumono valore e significato
diversi, ad esempio, quanto diversa è l’umiltà di chi rifiuta l’intolleranza
del limite ed accetta di essere pari agli altri, dall’umiltà di chi si
rassegna al mistero divino e ne accetta i voleri.




                                                                                     74
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Cooperazione e Competizione
 LaCooperazione accetta, senza
 rassegnazione, la limitatezza umana ed è
 consapevole che (2a parte):
  1. Ogni  credenza è perfettibile (relativa, non assoluta)
  2. Se abbiamo credenze diverse, esse devono
     poter liberamente competere
  3. Quella che conquista il consenso della
     maggioranza è, probabilmente, la più adatta a
     generare cooperazione
  4. Lʼimposizione di una credenza senza il
     consenso non ne decreta la verità, rende solo
     più lunga e travagliata la vita di tutti.           75




                                                                        75
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Mercato

   Nel Mercato uomini (ed organizzazioni umane)
    competono con
        Pari Dignità,
        Regole
        Informazioni (trasparenza)
   per conquistare il consenso di coloro cui
    offrono le proprie idee, servizi e prodotti.

                                                               76




                                                                     76
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Mercati non competitivi
   Nella misura in cui il consenso è ottenuto
    senza parità di
        Dignità (ad es. con abuso di posizione dominante),
        Regole (o operando senza rispettarle)
        Informazioni (ad es. con lʼinganno, la non trasparenza,
         lʼinsider trading, …) e

   Il mercato diviene distorto e non
    competitivo
    
                                                                        77




                                                                              77
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Mercati non competitivi (segue)
   La sua capacità di ottenere i risultati che
    mi aspetto (spostamento dei limiti del mio
    benessere) è compromessa.
   Il mercato competitivo è un Valore da
    proteggere e garantire
   La distorsione del mercato è (come tutti gli
    altri limiti) un limite da spostare
   attraverso la cooperazione basata sulla
    condivisione del Valore (Etica).
                                                             78




                                                                   78
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Consenso (nei mercati competitivi)
         La conquista del consenso deve essere:
          Razionale: non contraddittoria
          Utile: finalizzata ad un bene futuro (un
             risultato)
         Ed, allo stesso tempo,
          Emotiva: protezione degli oggetti di
           valore -/- distruzione degli oggetti di
           disvalore.
                                                                             79




Attenzione, la parte più importante, ai fini della conquista del consenso,
non è la razionalità, né l’utilità, ma l’emozione!
Così Berlusconi ha vinto le elezioni del 2001 e perso di pochissimo
quelle del 2006, non certo per razionalità ed utilità del suo programma!




                                                                                   79
Ragionamenti, 30 luglio 2011




      Cooperazione e Mercato
         Cooperazione e Mercato implicano,
          oltre al pluralismo, il rifiuto
          dellʼIntolleranza (dei limiti propri o altrui):
         LʼEssere è discreto e limitato,
         LʼIntolleranza è umana, ma è priva di
          riscontri nellʼEsperienza, quindi
         È ingiustificata (è il peccato originale).

                                                                        80




Da Locke a Nietzsche!




                                                                              80
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Democrazia
   Lʼesperienza (la storia) ci mostra che
    lʼuomo è libero (può scegliere)
   Le decisioni comportano lʼassunzione di
    rischio
   Le decisioni assunte a maggioranza:
        Massimizzano la libertà
        Minimizzano il rischio (persino nella massima
         espressione dellʼimperialismo e dellʼassolutismo odierno,
         ossia le multinazionali, le decisioni sono, preferibilmente,
         assunte nei cda a maggioranza fra membri di pari dignità).          81




                                                                                   81
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Le stesse fondamenta!
   Cooperazione, Mercato, Democrazia e
    ricerca scientifica hanno le stesse
    fondamenta:
       Pari dignità (ogni testa un voto)
         • Pluralismo (non esiste una verità, ma delle ipotesi, valide
           se condivise da tutti, o, almeno, dalla maggioranza)
         • Probabilità (non abbiamo certezze assolute)
       Regole condivise
         • Trasparenza (le scelte sono modificate dalla conoscenza
           del “Noi”; quanto più vengono assunte in condizioni di
           informazione asimmetrica, quanto meno sono comparabili:
           si “sommano” scelte qualitativamente diverse).
                                                                             82




                                                                                   82
Ragionamenti, 30 luglio 2011




        Identità

           LʼIdentità di ciascun individuo e delle
            comunità da essi formate è:
                Relazione con i simili in quanto
                 diversi da me (slide 37)
                Esperienza, che genera Memoria,
                 che genera Valori, che generano
                 Regole.

                                                                                      83




Tornerò a ragionare su tutto questo, in particolare considerando lo Stato




                                                                                            83
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Identità comune

        LʼIdentità delle comunità umane è
         condivisione di:
            Memoria (esperienze comuni)
            Valori (oggetti importanti per il nostro
             benessere)
            Regole (convenzioni stabilite democraticamente
             o, comunque, consensualmente, per definire il
             confine fra la libertà di ciascun individuo e quella
             degli altri).
                                                                          84




Nota: Sono stato indeciso se considerare
questo punto un “pezzo” a sé stante del
puzzle, alla fine ho preferito considerarlo
una deduzione dai pezzi precedenti, ma
non ne sono certo al 100%




                                                                                84
Ragionamenti, 30 luglio 2011




        Regole e Libertà
           Il punto in cui la Libertà dellʼindividuo viene
            limitata è variabile e legato ai Valori della
            comunità, al proprio concetto di “bene
            comune”
                Se i Valori sono affermati senza la coscienza
                 dei limiti da cui nascono, essi chiudono,
                 uccidono la Libertà dellʼuomo e portano
                 allʼincapacità di innovare, di rinnovarsi di
                 adattamento: alla sterilità della comunità che
                 li adotta.                                    85




La libertà è un valore, così come il diritto alla vita, la famiglia, il rispetto
degli altri, ecc.
Molti valori confliggono (basti pensare alla libertà dell’individuo e
l’esigenza della legge) se uno diventa assoluto, gli altri soccombono, il
risultato è, inevitabilmente, tragico.




                                                                                        85
Ragionamenti, 30 luglio 2011




     Multi e Mono
     Il   primo corollario del puzzle:
      Mi sono convinto che, nella nostra storia,
      uno spazio importante è il cambio di
      paradigma da “Mono” a “Multi”
          Dalla notte dei tempi nella cultura umana i
           paradigmi di unità si sono scontrati con quelli della
           molteplicità
          La declinazione di questo cambiamento di
           paradigma porta considerazioni perfino sorprendenti
          Ne presento alcune:                                   86




Nota: Questo punto non è un “pezzo” a sé
stante del puzzle, ma una deduzione dai
pezzi precedenti. L’ho così chiamato
“corollario”




                                                                                86
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Se “Multi” sostituisce “Mono”
 La struttura prevalente non è più la
  piramide, ma il cerchio, la matrice, la rete
 Si governa più con il consenso che con la
  forza
 La qualità dell'invenzione non è frutto
  della genialità individuale, ma del lavoro
  di gruppo di comunità di persone che
  riescono ad interagire in modo
  collaborativo (cooperativo).
                                                           87




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Multi e Mono
 Nel mondo di ieri (“Monocratico”) c'era spazio
  per pochi protagonisti e molte comparse,
 Nel mondo di domani (Democratico o
  “Multicratico”), al contrario, ci sono, ci
  debbono essere, c'è bisogno, di persone
  con pari dignità (né protagonisti, né comparse).



                                                              88




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




 Multi e Mono, la diversità

 Nelmondo “Monocratico” la diversità
 è un disvalore (una minaccia per il
 benessere) da combattere
 Nelmondo “Multicratico” la diversità
 è un valore da proteggere


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                                                           89
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Multi e Mono, la diversità
   Nel mondo “Monocratico” la diversità è un
    disvalore (una minaccia per il benessere) da
    combattere:
     Fonte di omogeneizzazione, che minaccia
      lʼidentità di ciascuno
     Ove possibile va combattuta con la
      separazione
     Altrimenti genera conflitto e guerra: uno solo
      vincerà le diversità non possono coesistere
     Non possono esistere due “Onnipotenti”.

                                                               90




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Multi e Mono, la diversità
   Nel mondo “Multicratico”, la diversità è un
    valore da proteggere:
     Lʼorigine dellʼinnovazione, il seme del
      progresso, la fonte della vita e della capacità
      di sopravvivere (adattamento).
     Dal contatto fra diversità non si perde
      identità, né si genera omologazione, anzi:
      nascono nuove diversità (esempio: gli USA)
     LʼIdentità è memoria, conoscenza, contatto,
      confronto, esperienza della diversità.

                                                                 91




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Multi e Mono
   La mia realizzazione non è più nel potere
    che riesco ad esercitare sugli altri, ma
    nelle relazioni (affettive, intellettuali, produttive, …)
    paritarie, cooperative, che riesco ad
    attivare con gli altri.




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                                                                             92
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Multi (versus Mono)
 molti (un) universi,                organizzazione multi
 molti (un) mondi possibili,          (mono) dimensionale,
…                                    rete (molti) o piramide
                                         (uni)
 multi etnica (una vera cultura),
                                      impero (mono) o
 multi (una) lingua,
                                       democrazia (multi)
 multi (mono) mediale,
                                      interdipendenza
…                                       (indipendenza)
 molti competitori (monopolio),      probabilità (certezza)
 molti mercati (unico)               relativo (assoluto)
…                                   …

                                                                          93




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




 Multi versus Mono
La globalizzazione
 è l'impossibilità di tenere divise e
  separate le molteplici e contrastanti
  diversità presenti nel globo,
 non è la sua unificazione in un solo
  mercato,
 la conseguenza non è semplificazione ed
  omologazione, ma, al contrario,
  complessità, interdipendenza dinamica e
  circolare di tutto da tutti.
                                                       94




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Multi versus Mono
 Chi legge il mercato globalizzato con il
  paradigma “Mono” vede (magari con paura)
  unità, semplicità, omologazione,..
 «Io» leggo con il paradigma “Multi” e vedo
  complessità, interdipendenza, diversità,
  pluralismo, …
 Senza dubbio le due visuali portano a
  risultati assai diversi:
 Quali sono più proficui per rendere la vita
  degna di essere vissuta?
                                                         95




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Multi versus Mono
 La mia scelta è fatta sulla base della qualità
  predittiva che percepisco
 Non sono (non mi sento) certamente solo, ma
  non posso ancora riscontrare condivisione
  della maggioranza
 Perciò propongo a tutti questa ipotesi:
 Transitiamo dallʼera del “Mono” a quella del
  “Multi”
 Il cambiamento ci offre possibilità fino a ieri
  inimmaginabili di spostare i nostri limiti.
                                                           96




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




 Multi versus Mono (in informatica)
Mono
 Leggo la realtà con il paradigma mono
  e mi propongo la normalizzazione, la
  consistenza, la sterilizzazione
  dellʼinformazione …
 La ripetizione di un dato è un rischio
  potenziale, meno spesso lʼaccetto e
  meglio sto!
                                                     97




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




 Multi versus Mono (in informatica)
Multi (1)
 Leggo la realtà con il paradigma multi e
  capisco che i dati sono in natura
  imprecisi, interdipendenti, imprevedibi-
  li, instabili (i loro significati evolvono)
 La ridondanza non è un difetto da
  eliminare, anzi, è il nostro modo
  naturale di parlare, guardare, ascoltare,
  raccontare … lavorare
                                                        98




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




 Multi versus Mono (in informatica)
Multi (2)
 La ridondanza ci offre controllo e
  consente il governo del cambiamento,
  è un valore cui non possiamo
  rinunciare!
 Occorre imparare ad usarla
  valorizzandola, combatterla è una
  castrazione.
                                                    99




                                                          99
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Cooperazione e Mercato
Torniamo un passo indietro:
 Cooperazione e Mercato sono spesso
  attuati senza rinunciare allʼIntolleranza
  (del proprio essere limitato)
 Il peccato originale rode la coscienza
  dellʼuomo che coopera in modo
  pragmatico, in vista del solo risultato
 È così che …
                                                          100




                                                                 100
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Rimedio alla mia limitatezza
   I 4 diversi tipi di “soluzione” possono
    coesistere nelle Credenze dellʼIo:
   «Io» posso essere, contemporaneamente:
       Religioso (credo in Dio o in un Ideale metafisico)
       Stoico (credo nella mia autosufficienza)
       Nichilista (mi considero realista)
       Cooperativo (credo nella società di uguali, come
        modo per progredire, spostare i Limiti)

                                                                     101




                                                                            101
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Rimedio alla mia limitatezza
   Le prime tre soluzioni possono portare
    nellʼIo sensazioni di pace e serenità
   Ma solo la Cooperazione (Mercato e Democrazia)
    sposta i limiti (meno fame, vita più lunga, …)
   E rende la vita degna di essere vissuta
   Coesiste con gli altri rimedi, così non è
    però in grado di generare pace e serenità,
    bensì travaglio e battaglia.
                                                           102




                                                                  102
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    I disastri dellʼIntolleranza
    Quando lʼuomo è insofferente dei propri limiti,
     desidera, anzi pretende lʼassoluto e lʼinfinito,
     Dio (il “peccato originale”); sono state poste le
     premesse per molti disastri:
    Vergogna (per la propria limitatezza),
     lʼautodistruzione, il suicidio
    Rabbia (verso chi potrebbe minacciare il mio
     benessere), lʼarroganza di decidere della vita e
     della morte, la pena capitale, le guerre
    Disgusto (per il diverso e lo sconosciuto): i gulag, il
     razzismo, lo schiavismo, le lotte fra civiltà, …
     sono basate sul e generano il disgusto.               103




                                                                           103
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Intolleranza
   Intolleranza = anelito ad essere senza limiti
   Di fronte allʼinfinito (senza limiti) nulla ha
    valore
   Dallʼintolleranza nasce lʼideologia (rappresen-
    tazione distorta dellʼEssere limitato al servizio di unʼidea
    assoluta / senza limiti):
      creo una realtà soggettiva che ammette
       lʼassenza di limiti
      la pongo in modo dogmatico, non è una
       Credenza (soggetta a falsificazione), è la verità
       apriori.                                                        104




                                                                              104
Ragionamenti, 30 luglio 2011




           Intolleranza e Fondamentalismo
          Quando esiste lʼassoluto (lʼinfinito), il relativo
           (il limitato, ossia ciò che percepiscono i sensi) vale
           zero (la scommessa di Pascal),
          Perdo ogni possibilità di porre in relazione,
           di trovare un equilibrio …
          Allora, veramente, tutto è possibile e tutto è
           permesso:
               Proprio il contrario di quanto affermato da
                Dostoeskij !
          Millenni di storia sono lì a testimoniarlo,
           basta guardare.                                                 105




Alludo alla famosa affermazione di Dostoeskij: “Se Dio non c’è, allora
tutto è permesso”.
Un terribile abbaglio! (una vera cazzata!)




                                                                                  105
Ragionamenti, 30 luglio 2011




 Rifiutare lʼIntolleranza
Con lʼIntolleranza si vanifica (prima parte)
   La possibilità di convivenza pacifica: i
    senza-limiti non possono coesistere
   Il   progresso: per chi vuole lʼinfinito un passo
    avanti è nulla: chi si contenta gode … così e così
   Ilvalore della vita: son contento di morire per
    andare in paradiso o, quanto meno, per por termine
    a questa vita di sofferenza.



                                                                  106




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




 Rifiutare lʼIntolleranza
Con lʼIntolleranza si vanifica (seconda parte)
   La democrazia: è una limitazione, la difesa dei
     deboli contro i forti, delle pecore contro i lupi, dei
     normali contro il superuomo, …
    Il   mercato competitivo: chi non accetta limiti
     distrugge ogni possibilità di mercato competitivo
   …

Lʼintolleranza dei limiti (propri e altrui) è il
maggior disvalore umano.
                                                                      107




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Rifiutare lʼIntolleranza
   Con lʼaccettazione dellʼEssere limitato
   si accettano
      il pluralismo,
      la parità di dignità,
      la democrazia ed il mercato competitivo

   che rendono possibili
      la pace
      il progresso
      una vita degna di essere vissuta.

                                                              108




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Ragionamenti, 30 luglio 2011




            Relativismo
         Aneliamo ad una società aperta: ogni
          verità è perfettibile
         Il relativismo è implicito al rifiuto
          dellʼIntolleranza, allʼaccettazione della
          limitatezza
         Accettare che altri abbiano credenze
          diverse dalle nostre non significa
          accettare che le impongano alla mia vita,
          siano esse relative o assolute!                                      109




I Valori sono oggetti esterni, percepibili, anche astrattamente (come
l’amicizia, la democrazia, il mercato).
Spesso l’intolleranza per i (propri) limiti si insinua proponendo valori
“Assoluti”, ossia estranei (antitetici) alla percezione ed all’esperienza
(Dio, Libertà, Amore, Duce, …), dall’accettazione di tali valori Assoluti
sgorgano le emozioni e l’azione di molti uomini, travolti dalla propria
intolleranza verso i limiti, usando la ragione applicata a fantasie
megalomani, che porta alla violenza, alla guerra, alla vita indegna di
essere vissuta, alla disperazione o alla rassegnazione, da cui segue
l’incapacità di battersi per migliorare lo stato di cose, per spostare i limiti
che ci affliggono.




                                                                                      109
Ragionamenti, 30 luglio 2011




           Relativismo
        Aneliamo ad una società aperta: ogni
         verità è perfettibile, questo non significa
         che ognuno può fare qualunque
         affermazione:
        Chi propone Fatti, Valori o Regole deve
         essere in grado di convincere altri ad
         acquisirle, a modificare la propria visione
         della realtà
        Se non ne è capace ha diritto solo alla
         propria opinione.
                                                                              110




Un’affermazione (un valore, una previsione) che non può essere
verificata (o falsificata), che non ammette limiti ed eccezioni, è da
rifiutare in quanto illusoria, ingannevole, frutto del peccato originale e
feconda solo di sofferenze e dolori.


La tesi che: “se i valori sono relativi, allora ognuno può fare quel che
vuole”, figlia della già criticata affermazione di Dostoeskij (slide 105) è
una terribile spina nel cuore di molti uomini, che su questo presupposto
ideologico chiudono gli occhi e non vedono l’esperienza ormai
vastissima nella nostra storia: i valori assoluti uccidono la
libertà e, in loro nome, si può compiere ogni nefandezza.

Dire che i valori osno relativi significa che non posso imporli ad altri,
l’unica pretesa lecita è che gli altri non impongano a me i propri valori.


Ad esempio i cattolici possono credere negli angeli, nell’immacolata
concezione ecc. ma non possono imporre a tutti il matrimonio, il
crocefisso, l’etica della castità e del sesso finalizzato alla riproduzione.
Liberi di seguire queste regole, ma non di renderle leggi dello stato
obbligatorie per tutti!



                                                                                     110
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Competizione
 La competizione nel mercato è una forma
  di Cooperazione
 Avviene per i beni così come per le idee e
  le credenze
       cosʼè la democrazia se non il mercato
        competitivo delle idee e delle credenze su
        cosa sia meglio fare?


                                                                111




                                                                       111
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Competizione
 Chi non vuole operare nel mercato
  competitivo si isola da solo,
 non è necessaria una guerra preventiva,
 come è più volte successo (non solo, ma
  soprattutto nel XX secolo):
     sarà spazzato dalla forza dei risultati
     o imploderà su sé stesso,
     se dichiarerà guerra sarà sconfitto.

                                                                112




                                                                       112
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Competizione
   Lʼimpredicibilità impone la competizione:
     Nellʼambito delle Regole sociali/economiche,
      ognuno può decidere cosa ritiene meglio
     La decisione non è volontà, né preveggenza,
      ma scelta probabilistica (siamo tutti giocatori
        dʼazzardo)
       Il valore generato dalle scelte economiche
        deriva dallʼassunzione di rischio legata a
        previsioni incerte che si avverano (che valore ha
        “decidere” che 2+2=4 o che la notte è buia?).
                                                                            113




                                                                                   113
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Resistenza
   Se la Cooperazione non è possibile (sono
    ammesse solo relazioni gerarchiche)
   Se la Competizione fra diverse credenze
    non è possibile (la società è chiusa, cʼè una sola
    verità fondamentale)
   Quando ci vogliono imporre realtà, valori
    o regole senza convincerci
   È necessario resistere, non accettare
    una vita che non è degna di essere
    vissuta.
                                                                  114




                                                                         114
Ragionamenti, 30 luglio 2011




           Resistenza
           Ma per mantenere una vita degna,
            occorre resistere nel rispetto della
            propria identità valori e convinzioni
           Altrimenti lʼumanità arretra, ripiega su
            livelli precedenti, i limiti aumentano
            (invece di essere superati)
           Cedendo allʼIntolleranza dei nostri limiti,
            ossia alla Rabbia ed allʼOdio, rendiamo
            la vita indegna di essere vissuta.
                                                                            115




Bello il motto attribuito a Gandhi “occhio per occhio e il mondo diventa
cieco”.




                                                                                   115
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Storia
    La ricchezza, la scienza, la durata della
     vita si sono sviluppati in proporzione alla
     libertà, alla cooperazione, alla presenza
     di mercati competitivi (concorrenziali)
    Assolutismi, menzogne, censura,
     imposizioni violente hanno portato
     sofferenza e miseria
    Nulla mi autorizza a supporre che non
     sarà così anche in futuro.
                                                            116




                                                                   116
Ragionamenti, 30 luglio 2011




    Cooperazione e Mercato
    Non significano assenza di regole e
     legge della giungla
         Alla loro base stanno le tre parità (dignità,
          regole e informazione)
    Lʼintolleranza per i limiti induce gli
     uomini e le loro organizzazioni ad
     uccidere la cooperazione ed il mercato
    Senza regole la cooperazione ed il
     mercato sono a rischio grave
    E con essi la dignità della vita umana.
                                                                   117




                                                                          117
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Regole
   Le Regole sono convenzioni relative ai
    comportamenti, stabilite per garantire la
    qualità della cooperazione e del mercato
   Le regole non sono né la Verità, né la
    Giustizia (intesi come concetti assoluti, sono frutto
    dellʼintolleranza dei limiti dellʼEssere)
   Le regole devono essere costruite
    democraticamente e fatte rispettare (chi
    non le rispetta e con ciò si avvantaggia sugli altri deve
    perdere tale vantaggio).
                                                                        118




                                                                               118
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Rispettare le regole
   La forte presenza di uomini che rifiutano il
    proprio essere limitati e cercano un rimedio
    nellʼoppressione e dominio del prossimo,
    impone alla società democratica di reprimere i
    comportamenti manifestamente intolleranti:
        Dei valori relativi condivisi dalla società (a cominciare
         dallʼaltrui libertà e dallʼuso della violenza illegale)
        Delle regole di comportamento adottate (da quelle della
         strada a quelle societarie)
        Dei fatti percepiti e percepibili (proclamare vero ciò che
         non è possibile verificare empiricamente o, peggio, ciò che la
         verifica empirica manifestamente falsifica).
                                                                                 119




                                                                                        119
Ragionamenti, 30 luglio 2011




        Rispettare le regole
           La repressione non può trascendere i valori, le
            regole ed i fatti che si intendono difendere
           Non è possibile:
                 Proclamare il falso
                 Umiliare o uccidere altre persone
                 …
           È lecito, sulla base dei valori relativi (non assoluti)
            condivisi della comunità, reprimere con la forza
            (con la privazione dei mezzi economici illecitamente
            conquistati, con più limitazione della libertà personale),
            soprattutto gli intolleranti dei propri limiti, specie
            se partono da posizioni di vantaggio sociale. 120


Locke




                                                                                     120
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Rispettare le regole
   La repressione è una sofferenza sociale, un
    limite che dobbiamo accettare per non
    soccombere sotto i colpi dei prepotenti ed
    assolutisti di ogni risma
   I valori, i prìncipi ed i princìpî assoluti possono
    costituire opinione delle persone, ma non regole
    di vita, tanto meno leggi dello Stato
   Ogni tentativo in tal senso deve trovare la più
    ferma resistenza, con la stessa forza con cui mi
    opporrei ad ogni invasore e ad ogni prepotente.
                                                               121




                                                                      121
Ragionamenti, 30 luglio 2011




       Stato
          Lo Stato è lʼorganizzazione che gestisce le
           Regole
               Lo Stato è soggetto al conflitto di interessi,
                per questo non deve operare nel Mercato
               Ma deve gestire le attività che non possono
                essere affidate al mercato (le reti, la
                sicurezza, …)
          Il pluralismo implica la possibilità di diversi
           insiemi di regole (diversi Stati)
          La convivenza è possibile solo leggendo
           lʼEssere con il paradigma “Multi”             122




Sul paradigma “multi” vedi le slide da 86 a 99




                                                                                122
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Stato
   La globalizzazione impone lʼadozione di
    un codice globale: regole per
      poterci confrontare,
      scambiare merci e servizi
      convivere pacificamente
     …
   Da qui lʼesigenza (ormai una necessità) di dare
    maggior potere ad organismi sovrastatali
    (lʼONU non lo è, potrebbe diventarlo?) che dettino
    le regole globali.
                                                                123




                                                                       123
Ragionamenti, 30 luglio 2011




Nazione
   La Nazione è una comunità culturale
    (identità costruita su valori, concetti, memoria, lingua, …)
   Le Nazioni possono cooperare in un
    mercato globale (liberandosi dellʼIntolleranza per i
    Limiti) o confliggere per prevalere lʼuna
    sullʼaltra (alla ricerca del potere assoluto…)
   La cooperazione richiede parità di: Dignità,
    Regole e Informazione
   Non può essere costruita sul paradigma
    (“Mono”) dellʼimpero.
                                                                     124




                                                                            124
Ragionamenti 11 07 74
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Ragionamenti 11 07 74

  • 1. In 128 slide + 11 (di presentazione, indice e battutina finale) Ragionamenti Il puzzle del senso della vita: Versione 30 luglio 2011 Franco Bontadini 1
  • 2. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Ragionamenti  Definizioni, appunti, ragionamenti ...  Pezzi di un grande puzzle (lontano dallʼessere completo, ma che)  Tracciano una mappa (in cui mi riconosco e sulla cui base quotidianamente mi confronto) per  la pratica dellʼagire e sentire  la teoria del pensare e ragionare. 2 Vedremo assieme che (e perché) il “sapere” in senso astratto non mi interessa, ciò che conta è il sapere che mi fornisce indicazioni per la pratica (l’agire) e, quindi la morale (come comportarsi bene / male). Il sapere deve essere utile, “funzionare”, altrimenti non è sapere, poi, come vedremo, questo non esaurisce la discussione, al sapere chiederò anche altro. 2
  • 3. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Ragionamenti  È un sunto, dettagliare tutto è (sarebbe bello, ma) impossibile:  Per aprire una discussione (un confronto) bastano, anzi sono più adatti, pochi concetti semplici • Se non ci si capisce su questi, ancor meno ci si potrà intendere su analisi complesse e dettagliate • La complessità nasce dal confronto, non può precederlo. 3 Complesso, ossia tessuto insieme, Edgar Morin 3
  • 4. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Ragionamenti  Temi «pesanti», certo, ma sono quelli che contano:  Possiamo parlare dʼaltro  Ma non ha senso lasciare che ciò che conta (a cominciare dalla felicità della vita nostra e dei nostri cari) sia lasciato ai soli silenzi dellʼintuizione, del non detto o, peggio, dellʼineffabile. 4 4
  • 5. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Il Pensiero Assoluto e Perfetto  Per secoli i filosofi hanno inseguito la Verità assoluta, perfetta.  Progressi se ne sono fatti, ma di assoluto e perfetto non si è vista nemmeno lʼombra.  Possiamo (dobbiamo, vogliamo) uscire da questa situazione? 5 5
  • 6. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Comincio da tre  La prima parte di questi ragionamenti (i pezzi 1 e 2) rappresenta lo scenario in cui sviluppo il ragionamento  Che, a mio modo di vedere, inizia dal pezzo numero 3 (slide 23, chi si annoia con le definizioni, ma è curioso di vedere dove vado a parare, salti le slide da 10 a 22 comprese, che inquadrano, in modo peraltro sommario, i termini che uso nello sviluppo successivo dei miei “ragionamenti”). 6 6
  • 7. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Sommario dei “pezzi”  1° (slide 10): io  2° (slide 11): essere  3° (slide 23): limitato - un dato di fatto che molti rifiutano, il fulcro di questi ragionamenti è nelle slide 25 e 26. Dal superamento di questo rifiuto nascono molte opportunità: il digitale, i valori, lʼetica, lʼimportanza delle emozioni, …  4° (slide 37): relazione - la vita è relazione con altri esseri limitati, lʼinfinito è incapace di relazioni, il finito vive di relazioni  5° (slide 72): cooperazione - strumento per spostare il confine posto dai limiti e rendere la vita degna di essere vissuta, richiede che le relazioni siano sviluppate su base di pari dignità, regole condivise e trasparenza, basi del mercato e della democrazia 7 Il puzzle è composto da 5 pezzi (facili?) 7
  • 8. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Pensieri  I contributi che ho raccolto negli anni sono molteplici, mi scuso con tutti, ma sarebbe troppo lungo citarli e troppo difficile selezionare le citazioni  Di mio cʼè la ri-lettura, scelta e raccolta sistematica dei pezzi che mi sono parsi utili alla composizione del mio puzzle. 8 L’affascinante Pascal non c’entra, piuttosto il «teocono». Onore a Silvio Ceccato (e ad Antonio Galli, che me lo fece conoscere quando ero molto giovane, prima del ‘68). Però: il significato del termine “valore” è per me assai diverso da quello assegnatogli nella teoria del teocono Risente molto della lezione di Martha Nussbaum. 8
  • 9. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Citazioni  Aggiungo che non sono per niente sicuro di aver recepito i pezzi che ho scelto nello stesso spirito con cui sono stati inizialmente pensati:  Anzi, sento che molti non si riconoscerebbero nelle mie attribuzioni di paternità  Spesso ho reinterpretato i concetti in un contesto logico (con paradigmi) mutato rispetto allʼoriginale  Così (per evitare di uscire dal tema che propongo) ho pensato di omettere le citazioni  Ho lasciato solo qualche nota, promemoria o esemplificativa. 9 Paradigma, termine derivante dal greco paradeigma che significa “modello” (o “progetto”) ed “esempio”, e in Platone si trova usato in entrambe le accezioni. Le idee sono infatti modelli o termini di paragone assoluti, conoscendo i quali è possibile decidere se qualcosa sia o non sia conforme ad essi: per esempio conoscendo che cosa è la santità, si può giudicare di un'azione se sia o non sia santa (Eutifrone 6e); le cose sensibili sono copie dei modelli intelligibili e il cosmo generato è prodotto dal demiurgo divino a imitazione di un paradigma eterno, il vivente in sè (Timeo 28a al.). Col significato invece di “esempio” o “caso esemplare”, Socrate si considera, nell'Apologia (23b), un paradigma di cui il dio si è servito per illustrare la condizione umana riguardo al sapere, che è appunto di non-sapere. Sempre in Platone, nel Politico, compare però un'accezione del termine diversa sia da quella di modello sia da quella di esempio, e prossima invece a quella di “analogia” (277d-278c). Aristotele, per il quale l'uso platonico del termine con il significato di “modello intelligibile” è una pura metafora poetica (Metafisica I 9, 991a 20-22), assume paradigma come termine tecnico della logica e della retorica col significato di «argomento fondato su un esempio» o «induzione retorica», dal particolare al particolare (Analitici primi II 24; Retorica II 20); è l'argomento che si trae da un caso noto per illustrare, grazie alla pregnanza dell'esempio che si è scelto, un caso meno noto o affatto ignoto. 9 Secondo Thomas Kuhn, le rivoluzioni scientifiche che segnano i diversi momenti della storia della scienza, non vanno considerate come confutazioni di singole ipotesi, fino a quel
  • 10. Ragionamenti, 30 luglio 2011 «Io» e Essere: Soggetto e Oggetto  Il primo pezzo del puzzle:  «Io» sono “aperto”, posso sentire me stesso e lʼaltro da me stesso • Persone e oggetti esterni: la mamma, il tavolo, la luna, … • Me stesso, i miei pensieri, il mio stato: felice, affamato, infreddolito, … • La relazione con lʼesterno: caldo, ruvido, fastidio, desiderio, … 10 Qui i riferimento sono troppi per farne un elenco. I punti base sono: -L’imprescindibilità del sentire, il fondamento sull’esperienza, fuori dall’esperienza tutto è possibile, solo al suo interno conosco la realtà ed i suoi vincoli -La capacità di cambiare, grazie all’apertura verso l’altro da me stesso 10
  • 11. Ragionamenti, 30 luglio 2011 «Io» e Essere: Soggetto e Oggetto  Il secondo pezzo del puzzle:  Essere è ciò che sento: • Sia esterno allʼio • persone, animali, lʼaria, le montagne, il sole, … Oggetti (che esistono anche in mia assenza) • Sia me stesso • mi sento come entità esistente, Soggetto (presente a me stesso, sento di pensare, salvo quando perdo coscienza: dormo, coma, morte, …) 11 Idem 11
  • 12. Ragionamenti, 30 luglio 2011 «Io» e Essere: fonte del pensiero  Quando penso, sono, sento (entro in contatto, in relazione con) lʼessere  Il pensiero nasce dallʼesperienza (dalla percezione) dellʼesistente nelle due grandi classi:  «Io» = soggetto • ciò che esiste con me, in me  «Noi» = oggetto • ossia: “Nio”, anzi «Noi»: ciò che esiste anche in mia assenza 12 Cartesio, già! Ma, attenzione lo sviluppo è totalmente cambiato, anche perché, per fortuna, la Santa Inquisizione non opera più in modo tanto efficace quanto ai suoi tempi. Ho tolto il dualismo anima e corpo, Io e Noi sono parti di una sola realtà, l’Essere. Anche qui i riferimenti possibili sono tropo numerosi e vari per essere esplicitati (non ne vedo l’utilità, ho citato Cartesio perché è troppo ovvio e, soprattutto, per evitare l’equivoco di un’assimilazione pari pari). Giuliana Bruno: Atlante delle Emozioni. Aptico = “capace di entrare in contatto con”. La percezione è sensazione aptica, ossia mette in contatto con me stesso e con l’altro da me. Io esisto anche in mia assenza (quando dormo), per questo “noi” e non solo “non-io”. 12
  • 13. Ragionamenti, 30 luglio 2011 IO e NOI  Una distinzione che ognuno impara, non senza fatica, nella prima infanzia  Ciò che esiste indipendentemente da me (ad es.: un albero), esiste indipendentemente anche dagli altri esseri pensanti  Da qui la base per la condivisione di concetti nati dallʼesperienza di tali enti: sapere comune e scientifico. 13 13
  • 14. Ragionamenti, 30 luglio 2011 IO e NOI  «Noi»: ciò che esiste anche in mia assenza, è una definizione convenzionale:  Storicamente fonte di tanti vantaggi da farne, per alcuni un dogma  Se potesse aprire delle prospettive nuove, ipotesi, al momento, per quanto a me noto, senza riscontri, si potrebbero considerare anche ipotesi diverse (ancorché sempre convenzionali). 14 14
  • 15. Ragionamenti, 30 luglio 2011 IO, NOI ed IONOI, lʼEssere  Essere è tutto ciò che sento, anche me stesso  «Io» è un sottoinsieme dellʼEssere: ciò che esiste solo finché esisto  «Noi» è il sottoinsieme complemen- tare di «Io» : ciò che esiste anche in mia assenza  io + noi = ionoi = Essere percepibile 15 ionoi un palindromo affascinante! Per favore non facciamo gli spiritosi con la storia che non si può dire cosa esiste quando non ci sono io, quando non lo sento. E’ una storia che non mette neanche conto di approfondire, comunque, ripeto, è una convenzione, che si è rivelata assai utile, Al contrario delle possibili altre convenzioni. Non credo che il risultato (funzione, serve, …) sia l’essenza della ricerca, penso che ne sia un elemento necessario, anche se non sufficiente. In altre parole è indispensabile che la filosofia fornisca dei risultati, ma non mi basta, voglio andare oltre il risultato. “Oltre il risultato” non può però significare “al posto del risultato”. 15
  • 16. Ragionamenti, 30 luglio 2011 IO, NOI  La separazione fra «Io» e «Noi» appare ai più naturale e intuitiva  Ma, ripeto, ha un carattere di definizione convenzionale  Tornerò ancora sulla scelta di usare il termine «Noi» (piuttosto di altri che, ad es. pongono lʼaccento principale sul non-io o su termini “neutri”, come natura, realtà e simili). 16 «Noi» comprende anche una parte di me, quella parte che resta anche quando non ci sono (sia che dorma, sia che sia morto): il mio corpo, la memoria altrui di quanto ho fatto, i miei scritti, le mie cose, … Per questo dico «Noi» e non, chessò: Voi, Loro, Non-Io, ecc. Vedi, ad es. slide 50 16
  • 17. Ragionamenti, 30 luglio 2011 IO, NOI  Non è insolito incontrare chi abbia tracciato un confine diverso  La frontiera ha (come la maggior parte delle frontiere convenzionali) contorni sfumati. 17 17
  • 18. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Essere percepito e realtà  Lʼessere (ancorché limitatamente) percepito è parte della realtà  La realtà mai percepita è sconosciuta  A volte la si può intuire,  Ma lʼintuizione non è conoscenza (vedi slide successive, in particolare la 28). 18 18
  • 19. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Pensiero e Memoria  Ho coscienza, ossia sono consapevole, di sentire lʼEssere:  Penso: ho coscienza  Pensieri: la mia coscienza dellʼEssere  Memoria: posso archiviare i pensieri e richiamarli alla mente. 19 Anche la contemplazione è pensiero Vedi oltre: Ricordi 19
  • 20. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Pensiero e Fantasia  Il Pensiero nasce dallʼesperienza, ma non si esaurisce in essa:  Sa rendersi indipendente (astratto) dallʼesperienza  Penso: ho coscienza o immagino Anticipando il terzo pezzo del puzzle (fra tre slide), posso notare che disponendo di unʼesperienza limitata, sono costretto ad immaginare ciò che non conosco. Se non fossi limitato non avrei bisogno della fantasia. 20 Pensiero, percezione, coscienza; le affascinanti funzioni della mente umana meritano più spazio, dettaglio, profondità, ma non è di questo che voglio trattare qui, mi servono solo alcuni paletti per spiegare le basi del “ragionamento”. Pensiero = strumento Strumento = doppio taglio gli strumenti sono soggetti ad un cattivo uso, questo non significa che non dobbiamo usarli, Ma introduce prepotentemente l’esigenza di decidere quali sono usi buoni e quali no, la morale, la pratica. 20
  • 21. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Pensiero e Fantasia  Pensieri astratti: immaginano, stimolano, ispirano  Pensieri astratti: sublimano, illudono, ingannano  Uno strumento a doppio taglio 21 Pensiero, percezione, coscienza; le affascinanti funzioni della mente umana meritano più spazio, dettaglio, profondità, ma non è di questo che voglio trattare qui, mi servono solo alcuni paletti per spiegare le basi del “ragionamento”. Pensiero = strumento Strumento = doppio taglio gli strumenti sono soggetti ad un cattivo uso, questo non significa che non dobbiamo usarli, Ma introduce prepotentemente l’esigenza di decidere quali sono usi buoni e quali no, la morale, la pratica. 21
  • 22. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Esperienza e Azione  Esperienza: interazione fra Essere e Io  fissata in pensieri memorizzati  Azione: interazione fra «Io» e Essere  generata (almeno in parte) dai pensieri  Quando agisco sento lʼAzione in modo riflessivo (penso la mia Azione). 22 Il pensiero fantastico non è esperienza Posso avere esperienza del mio pensare fantastico Ma la cosa finisce lì La fantasia mi fornisce intuizioni, ispirazioni, ma non esperienza. 22
  • 23. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Esperienza del limite  Il terzo pezzo del puzzle:  Mi sento (parzialmente) e ciò che percepisco è limitato (finito, discreto):  Dipendo da oggetti «Noi» (persone e ambiente, clima, cose, piante, animali, il mio corpo, le mie capacità, …)  Sono in grado di controllarli solo in modo (assai) parziale: sono limitato  «Io» e «Noi» sono separati, riesco a pensarli omogenei solo in modi e casi particolari e parziali. 23 Martha Nussbaum, però, anche in questo caso, lo sviluppo è assai differenziato dal suo, in particolare per il «rimedio» adottato. Da un certo punto di vista, questo è il primo pezzo del puzzle, nel senso di più importante, in quanto (a dispetto del fatto di essere addirittura “socratico”) diverso rispetto a quanto solitamente ragionato. Da qui in poi abbiamo due fasi: 1 Ripensare tutto in funzione della coscienza del limite 2 Dare una soluzione ed un senso diverso alla vita, Ripensare all’esperienza, alla ragione, alla comunicazione, ecc. non sull’ipotesi che l’uomo sia o possa essere “infinito”, ma sulla coscienza della sua intrinseca e totale limitatezza. Dare un senso diverso alla vita, diverso da quello cui si mira partendo dall’ipotesi che l’infinito esista e che l’uomo, pensandolo, non può non farne parte. IO è ciò su cui ho un controllo assai ampio, in taluni casi anche assoluto, NOI è ciò su cui ho un controllo limitato, in molti casi anche nullo 23 Nasco con un pianto e imparo presto Quanto io sono limitato: fame, dolore, malattie, odio e morte.
  • 24. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Esperienza  LʼEsperienza genera la Conoscenza  La prima conoscenza è la conoscenza del Limite  Non è certo una novità (lʼunica cosa che certamente conosco è la mia ignoranza, pare dicesse Socrate) eppure tocca ripeterlo!  La Natura (lʼEssere) è discreta e finita, il continuo e lʼinfinito non fanno parte della realtà che percepisco (sento). 24 Esperienza: pensiero basato sulla percezione (sentire aptico, capace di entrare in contatto con) dell’essere (IONOI) Il pensiero astratto (svincolato dall’esperienza) non genera conoscenza, al massimo fornisce ipotesi, apre punti di vista, forma concetti e paradigmi, ecc. tutte cose importanti, ma diverse dalla conoscenza. 24
  • 25. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Intolleranza del Limite «Io» non tollero il Limite  fame, malattie, morte  lavoro, sofferenza, odio Anelo al paradiso, ma sperimento lʼinferno in terra:  “vita = valle di lacrime”:  Appena nato piango  Per mesi il principale modo per interagire con la realtà a me esterna (Noi) è il pianto. 25 Siddartha e Nussbaum. La base per capire il senso della vita. 25
  • 26. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Intolleranza del Limite Porterò con me per tutta la vita  La prima esperienza di limitatezza  Tutte le successive la rinforzeranno Fino a che non avrò trovato una “soluzione” Questa è unʼanalisi del (mio) percorso verso la soluzione e dei suoi possibili sbocchi. 26 26
  • 27. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Esperienza e Conoscenza  LʼEsperienza, sia pur limitatamente, genera pensieri di Conoscenza:  Credenze (proposizioni che possono risultare vero o false), tra queste considero in particolare:  Ricordi e spiegazioni  Previsioni  Valori 27 27
  • 28. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Conoscenza  La conoscenza è capacità previsionale  Posso supporre che dietro le apparenze vi sia una realtà impercettibile (prima, ultima, essenza, …)  Ma non posso conoscerla in modo “oggettivo” (ossia condivisibile con gli altri, vedi slide 50, tornerò più volte da punti di vista diversi su questo mito umano). 28 28
  • 29. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Conoscenza  La conoscenza, anche quando è capacità di ri-conoscere (ossia classificare ciò che percepisco assieme a qualcosa di precedentemente percepito), implica la previsione di poter attribuire al riconosciuto le qualità ad esso associate. 29 29
  • 30. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Ricordi e Spiegazioni  Ricordi: pensieri riguardanti le sensazioni sperimentate  E la loro organizzazione (Spiegazione):  Storia  Nessi causali  Regole  …  Utilizzando la Ragione  (Da cui questi ragionamenti) 30 30
  • 31. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Ragione  Il modo in cui la mia mente analizza le esperienze ed organizza i pensieri che ne scaturiscono  La definizione è certo vaga  La Ragione non è “Dea”, anchʼessa è limitata 31 31
  • 32. Ragionamenti, 30 luglio 2011 La Ragione non è “Dea”  Si batte fra lʼautoreferenzialità e la contraddizione (secoli di sofismi lʼhanno ampiamente dimostrato)  La riflessività (la ragione si applica allʼ«Io» che ha esperienza dellʼ«Io» e/o al «Noi» che ha esperienza del «Noi») pone grandi problemi  Il principio di non contraddizione resta il miglior punto di partenza per ragionare sulla ragione … a patto che, come per ogni altro aspetto della realtà, se ne accettino i limiti. 32 Soros cfr slide seguente, tornerò ancora su questo 32
  • 33. Ragionamenti, 30 luglio 2011 La Ragione è dellʼuomo  La Ragione è un attributo dellʼIo  La Ragione è lo strumento che utilizzo per organizzare lʼEsperienza dellʼEssere  La Ragione non è un attributo del «Noi»:  Ragiono con i concetti di continuità e di infinito, ma sento il «Noi» discreto e finito  Il continuo e lʼinfinito, applicati allʼEssere, sono origine di contraddizioni irrisolvibili  Penso ai numeri e sviluppo logica, geometria e matematica, ma sono costretto a considerare numeri irrazionali ed immaginari. …  Ancora, persino qui, la mia limitatezza! 33 33
  • 34. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Previsioni  Dai Ricordi organizzati (miei o altrui, dirò poi come) in Credenze, traggo ipotesi su quanto potrò sperimentare in futuro  Le Previsioni sono qualificate dalla probabilità che si dimostrino azzeccate, si spazia:  dalle certezze  alle sensazioni ed abitudini  fino a timori e speranze. 34 La fame di previsioni per l’uomo è essenziale, su questo bisogno sono stati costruiti templi (ripensiamo agli oracoli greci ed agli sciamani di ogni parte del mondo) e organizzazioni solidissime (a cominciare dalla chiesa cattolica). Il business delle assicurazioni si fonda sul terrore dell’uomo per la sua incapacità di prevedere. Ma l’esistenza del bisogno non postula la possibilità di soddisfarlo … Anche se molti hanno mostrato che l’uomo capace di prevedere non è più uomo (perde un attributo essenziale per la qualifica di essere umano), vi sono altri che hanno stabilito che l’uomo deve poter prevedere, almeno l’essenziale, (la vita eterna). Penso che la prima sia corretta, la seconda sia, e cercherò di spiegare come e perché, È un errore dettato da superbia e ingiustificato senso di onnipotenza. 34
  • 35. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Previsioni  Le previsioni nascono dalla memoria, ossia dal passato  Posso ricordare e/o conoscere il passato, non il futuro  Il futuro è il superamento del passato  Il futuro non è la marcia verso una meta, ma lo sviluppo della vita nel suo continuo tentativo di “migliorarsi” (superare i propri limiti). 35 Richard Rorty 35
  • 36. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Valori  Dalla percezione del Limite nascono i Valori:  Oggetti esterni (materiali, immateriali, virtuali, … parti del “NOI”),  Che non dipendono totalmente da me,  Cui attribuisco (Credenza) importanza per il mio benessere-felicità. 36 Aristotele? --> Nussbaum Ma anche Il Teocono (Silvio Ceccato) per un’impostazione diversa di “pezzi” e “valori” Nota: Sono stato indeciso se considerare questo punto un “pezzo” a sé stante del puzzle, alla fine ho preferito considerarlo una deduzione dai pezzi precedenti, ma non ne sono certo al 100% 36
  • 37. Ragionamenti, 30 luglio 2011 LʼEsperienza della Relazione Il quarto pezzo del puzzle:  la Relazione è il collante di tutta lʼEsperienza ed ha due ambiti: 1. Lʼidentità prodotta dellʼincontro con il Noi 2. La credenza che le diverse esperienze siano in qualche modo (ancorché limitatamente come tutto) fra loro connesse 37 Identità --> slide 83 Qui abbiamo lo snodo: la Relazione consente, attraverso la scoperta dell’identità, dei messaggi, del linguaggio, ecc. di superare il limite Anche Sandel (Sen ed i comunitaristi), che però ho conosciuto dopo aver steso questa nota (a conferma che il pensiero è spesso pensiero sociale, sintonizzato dalla società in cui vivo). 37
  • 38. Ragionamenti, 30 luglio 2011 LʼEsperienza della Relazione 1. Lʼincontro con Noi: Ogni parte del «Noi», che percepisco simile a me, con cui ho qualcosa in comune, diventa elemento della mia identità: Cosa sono io? «Io» sono le mie relazioni con il Noi, diverso o simile a me, ossia: da solo, io non sono, in pratica non esisto. 2. La Credenza che le esperienze siano fra loro in qualche modo connesse Lʼinterazione fra lʼ«Io» ed il «Noi» genera Relazioni Cognitive (conoscenza utile a prevedere): una mia Azione genera una reazione del «Noi» (o viceversa e, per estensione, fra due enti del “Noi”) parzialmente prevedibile: si è instaurata una Relazione Cognitiva. 38 38
  • 39. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rel-azione e Messaggi  Messaggio: lʼAzione finalizzata ad una Relazione  Nelle Relazioni «Io-Noi», lo scambio di Messaggi (Comunicazione) genera esperienza, da cui sviluppo nuovi pensieri e nuove credenze. 39 39
  • 40. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Informazione  Informazione: Messaggi e Relazione,  Messaggi che condividono (mettono in comune, comunicano) lʼEsperienza e le Regole che ne abbiamo derivato (Regole “scientifiche” per il Noi e Regole “etiche”, per lʼIo)  Lʼinformazione genera credenza (certamente parziale e limitata, può risultare “vera”, “falsa”, “distorta”, …). 40 L’informazione è -vera, se dall’esperienza posso ottenere riscontri coerenti, -falsa, se l’esperienza fornisce evidenze opposte -distorta, se l’esperienza fornisce riscontri solo parziali -Ipotetica, se non è possibile ottenere riscontri dall’esperienza 40
  • 41. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Linguaggio  I Messaggi sono basati su (mediati da) un Linguaggio, ossia Segni cui è attribuito un Significato (dallʼemittente, dal ricevente o da entrambi)  I Segni sono esperienze condivise, i Significati (convenzioni realizzate assieme, comuni) sono indotti dallʼesperienza (si imparano):  quando ottengo una risposta imprevista, suppongo che non ci siamo capiti: • i Segni non sono stati condivisi / percepiti oppure • i Significati scambiati non sono quelli attesi (indotti dallʼEsperienza). 41 Umberto Eco 41
  • 42. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Linguaggio e Comunicazione  La Comunicazione è mediata dal sensibile (il linguaggio deve essere percepibile):  Non è necessariamente verbale, i Segni possono essere qualsiasi azione per lʼaltro percepibile: gesti, odori, carezze, musica, immagini, …  Il significato è ampio: concettuale/razionale, narrativo, emotivo, retorico, … 42 42
  • 43. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Linguaggio e Comunicazione  La Comunicazione non è certa deve essere cercata e verificata  Per questo, in genere, è assai ridondante (repetita iuvant)  Se il significato è inatteso, fatte le opportune verifiche, cerco di capire cosa significhi per me, in relazione al significato (intenzionale o meno) per chi me lo ha inviato. 43 43
  • 44. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Linguaggio e Comunicazione  La Comunicazione non è deducibile da «Io» e «Noi»: è indotta dallʼEsperienza della Relazione  Per mezzo dellʼEsperienza e dellʼAzione impariamo la Relazione e la comunicazione  LʼEsperienza conferma quale comunicazione è possibile. 44 La natura induttiva del significato. Potrebbe essere classificato come un pezzo del puzzle a sé stante? Forse sì, per ora no! 44
  • 45. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Linguaggio  Il Linguaggio è lo strumento per Comunicare  Si può (ma non “si deve”) usare per sentire, pensare, ricordare (la memoria è anche, anzi, soprattutto, immagini nello spazio e nel tempo)  Emozioni (slide 61 e segg.) e Valori sono indipendenti dal Linguaggio (esistono anche in sua assenza). 45 45
  • 46. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Scienza:  Organizzazione razionale dellʼesperienza passata,  finalizzata alla previsione dellʼesperienza futura (e, perciò, “falsificabile”),  descritta con un Linguaggio che la rende comunicabile (inter-soggettiva): patrimonio dellʼumanità (spesso qualcuno cerca di “privatizzare” un linguaggio, inevitabilmente è condannato allʼincomunicabilità). 46 46
  • 47. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Scienza e Probabilità  Come ogni altra Esperienza, la scienza è limitata  La scienza “esatta” è unʼastrazione, una fantasia, unʼillusione pragmatica  La probabilità (è una componente ineludibile) rappresenta la qualità (distorsione della rappresentazione) delle ipotesi di spiegazione della realtà, che ho deciso di adottare. 47 Feyeraben 47
  • 48. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Scienza e Comunicazione  Per condividere lʼorganizzazione dellʼesperienza che ho deciso di adottare devo essere in grado di comunicarla  La falsificazione può riguardare sia lʼesperienza prevista, sia il modo di descriverla (per comunicarla)  Non vedo come si possa scindere (se non in modo grossolano e impreciso) la scienza dal linguaggio che usa. 48 Come non c’è scienza senza ragione, non c’è scienza senza previsione (esperienza), non c’è scienza senza linguaggio, non c’è scienza senza probabilità, non c’è scienza senza volontà (decisione). Ragione, previsione, linguaggio, probabilità e volontà sono, nella scienza, una “pentità” (come la trinità, ma con cinque dimensioni) indissolubile. 48
  • 49. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Da Soggettivo ad Oggettivo  La Comunicazione mi fornisce Esperienza della possibilità di condividere con altri:  non solo fisicità (parole e racconti, amore/odio, competizione per le risorse, cooperazione nel raggiungere traguardi, …),  ma anche concetti (logici, matematici, estetici, sentimentali, emotivi, …) e previsioni  purché resi comunicabili attraverso il linguaggio. 49 49
  • 50. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Da Soggettivo ad Oggettivo  Non tutto è condivisibile,  solo quando riesco a sperimentare (con opportuni tentativi di falsificazione, che tutti possono verificare), ho la condivisione, ossia la base della  conoscenza “oggettiva”, che, a sua volta, costituisce il presupposto per la Comunicazione  Questo ha a che fare con il chiamare “Noi” lʼaltro da me (slide 13-17). 50 50
  • 51. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Da Soggettivo ad Oggettivo  Posso avere percezioni che non riesco a condividere:  Essere che solo io percepisco e non so riprodurre sperimentalmente,  Fantasie prodotte dallʼIo,  … altro agli altri sconosciuto;  In tal caso non ho una base di conoscenza “oggettiva” per la comunicazione (né, quindi, per la scienza). 51 51
  • 52. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Valori Tornando alle Credenze generate dallʼEsperienza (slide 27-36), anche i Valori sono particolari Credenze: assegno valore  ad oggetti esterni (materiali, immateriali, virtuali, …),  che non dipendono totalmente da me  cui attribuisco importanza (Valore) per il mio Benessere. 52 52
  • 53. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Valori  Si riferiscono al «Noi», ma sono credenze, pensieri, parte dellʼIo, non del «Noi»  Possono essere positivi (Valori, ad es.: la famiglia, la pace, lʼigiene, lʼamicizia, i soldi, …) o negativi (Disvalori, ad es.: il degrado ambientale, la discriminazione, lʼeccesso, la mafia, …). 53 53
  • 54. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Valori  I valori sono strumenti del mio benessere, in quanto strumenti il loro segno (positivo o negativo) dipende dal modo di usarli,  questo è evidente per il denaro, ma lo è anche per la famiglia, lʼigiene, ecc. 54 54
  • 55. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Valori  I Valori sono asserzioni (Credenze) probabilistiche, che si credono risultare prevalentemente vere  La famiglia è un valore, anche se a volte vi si annidano vipere  Lʼeccesso è un disvalore, anche se a volte porta a superare limiti che altrimenti non avremmo mai affrontato. 55 55
  • 56. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Valori  Etica (Bene e Male)  Ciò che rafforza i valori positivi (contrasta quelli negativi) è Bene, ciò che opera in senso opposto è Male  I Valori (come tutte le credenze) possono essere condivisi con altri  LʼEtica è la scienza dei Valori condivisi dalle persone. 56 56
  • 57. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Scienza ed Etica  Si dice che la Scienza (e lʼeconomia, gli affari) non è etica, ossia  Non è pertinente il mio Benessere, non utilizza i Valori  Corretto, se e quando lo scienziato specula (pensa, ragiona) per puro amore della conoscenza 57 57
  • 58. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Scienza ed Etica  Già al momento di sperimentare (elemento di cui la Scienza non può privarsi), nascono però alcuni dubbi, forse non tutto si può sperimentare (ad esempio dei veleni)  Ma, spesso, molti (ed io con loro) sviluppano la Scienza (non solo lʼeconomia e gli affari) in quanto strumento per il proprio Benessere  Molti dibattiti in corso tentano di stabilire quali Valori la Scienza debba rispettare. 58 58
  • 59. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Benessere e felicità Una definizione fra le più difficili, con molte possibili sfumature e accentuazioni:  Pace  Serenità  Vita  Libertà dal bisogno, dal dolore  Libertà (capacità) di pensiero e di azione  … eudaimonia (Aristotele) … Benessere non è lʼinfinito o lʼeternità (libertà dalla morte e dai limiti). 59 59
  • 60. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Benessere (segue)  La definizione che propongo dipende molto dai ragionamenti che seguono:  Benessere: la capacità di superare i limiti del passato, • miei e • dei miei valori: le persone amate, tutti coloro che considero parte del mio mondo, eventual- mente, per estensione progressiva, se riesco a superare la vergogna, la paura, la gelosia e la rabbia per lʼaltro: lʼumanità, la vita, lʼuniverso. 60 60
  • 61. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Esperienza ed Emozioni La mia vitale dipendenza da entità esterne fuori dal mio controllo (limitatezza) genera:  Rabbia verso me stesso (non tollero i miei limiti) e verso altri (attentano ai Valori, quindi al mio bene)  Vergogna (per la mia dipendenza e limitatezza)  Paura (chi provvede ai miei bisogni è fuori dal mio controllo, potrei perderlo, altri potrebbero togliermi le risorse per soddisfare i miei bisogni, altri ancora potrebbero considerare un valore la mia sofferenza e, al limite, la mia morte)  Gelosia/invidia (verso chi mi contende ciò di cui ho bisogno)  … 61 Ancora Nussbaum 61
  • 62. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Esperienza ed Emozioni La mia vitale dipendenza da entità esterne fuori dal mio controllo (limitatezza) genera, però anche:  Amore (verso chi provvede ai miei bisogni)  Responsabilità (verso chi dipende da noi)  Compassione (verso chi soffre per causa altrui)  … 62 Ancora Nussbaum 62
  • 63. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Emozioni = Pensieri  Le Emozioni sono Pensieri che nascono dalla percezione che io dipendo da oggetti esterni che non sono in grado di controllare totalmente;  comprendono asserzioni (Credenze)  relative ai Valori (ciò che io credo contribuisca al mio Benessere);  generano Azioni intenzionali (volte al mio Benessere). 63 Scusate se insisto tanto su questa parte, ma la sento come la parte meno abituale del ragionamento che tento di esporre, per questo ritengo utile insistervi ripetutamente. La poca coscienza del limite, il suo rifiuto istintivo, portano a emozioni illimimitate, infinite, assolute, questo è il principale motivo per cui lo strumento emotivo è spesso rozzo e inaffidabile. Detto questo, va riconosciuto (dall’esperienza) che l’emozione è la molla principale dell’agire umano, ben oltre la razionalità e l’utilità del risultato (dell’esperienza). 63
  • 64. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Emozioni  a volte producono risultati negativi (addirittura disastrosi) per il benessere, ma, attenzione, esse  non sono irrazionali, né razionali  non prevedono le conseguenze dellʼazione  non sono finalizzate ad un risultato futuro  sono una categoria a sé stante.  64 64
  • 65. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Emozioni < > Istinti  Non sono istinti o appetiti in quanto questi ultimi sono  privi di credenza e valore  spesso mancanti del riferimento esterno (lʼoggetto che non controllo)  Anche se, come istinti ed appetiti, sono un modo rapido per affrontare la vita, per fronteggiare lʼemergenza (il non previsto)  Lo strumento, spesso fondamentale per la sopravvivenza, per agire subito … 65 65
  • 66. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Emozioni < > Istinti Contrariamente ad istinti ed appetiti  Le Emozioni, così come i Valori che le generano, sono comunicabili e condivisibili  Valori ed emozioni (ma non gli istinti) sono parte dellʼidentità cosciente dellʼindividuo e, se e quando condivisi, del gruppo  In particolare, se un Valore è condiviso, lo saranno anche le Emozioni che ne scaturiscono. 66 Tutti capiscono subito che l’emozione, quando diventa infinita e assoluta è perniciosa, ma molti faticano a rendersi conto che questo vale anche per i Valori. Siamo intimamente abituati, cresciuti, con il paradigma del “valore assoluto”, un valore relativo, ci pare sminuito, povero, inutile. Non di meno le emozioni derivano dai valori e da valori assoluti non possono che generarsi emozioni assolute. Un nodo dei più duri, un rospo duro da digerire, un senso di pericolo e smarrimento ci assale se consideriamo i valori alla stregua di ogni altra esperienza umana: limitati e relativi. L’intolleranza del limite ha qui il suo bastione più forte ed alto, qui è forse il cambio di paradigma più pesante e difficile da digerire, ma ineludibile: quando i valori sono assoluti la libertà è uccisa, il talebano e l’integralista la fanno da padrona. (cfr. ad es. la slide 85 e, soprattutto, 103-105) 66
  • 67. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Emozioni  Sono la mia reazione a tutto ciò che concerne i miei Valori  In questo sono oggetto di studio per lʼEtica  Utilizzo le Emozioni come strumento decisionale, fondato su basi probabilistiche, per affrontare decisioni che necessitano di immediatezza o che, per quanto ci ragioni sopra non riesco a razionalizzare in modo soddisfacente. 67 67
  • 68. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Emozioni Con le Emozioni si  odia  uccide  giustifica ogni nefandezza  perde il lume della ragione  agisce precipitosamente  … Meglio non averci a che fare! 68 68
  • 69. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Emozioni Con le Emozioni si  ragiona con il cuore  butta il cuore oltre lʼostacolo  riesce ad essere ottimisti (contro il pessimismo della ragione)  ama  agisce tempestivamente  … Non posso proprio farne a meno! 69 69
  • 70. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Intolleranza per i Limiti Riprendiamo il tema del modo di affrontare lʼintolleranza dei limiti (slide 25-26)  Non sopporto che il mio Benessere dipenda da oggetti esterni che non sono in grado di controllare  LʼIntolleranza per i propri Limiti è una caratteristica profondamente umana  (non risulta presente fra gli animali !?!)  Il “peccato originale” umano !?! (lʼho detta grossa!) 70 70
  • 71. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rimedio alla mia Limitatezza  LʼIntolleranza per i Limiti ammette (almeno) quattro categorie di “Rimedi Razionali”: 1. Rifiuto del Limite (ad esempio: stoici, romantici, …) 2. Rassegnazione al Limite (ad esempio: nichilisti, cinici, relativisti assoluti, …) 3. Superamento metafisico del Limite, attraverso enti al di fuori dellʼEsperienza (religioni, idealismi, …) 4. Accettazione della limitatezza della realtà e lotta comune per spostare i Limiti (cooperazione). 71 Siamo al dunque, la prima fase (ripensare tutto il funzione della coscienza del limite) è terminata. Non approfondirò i primi tre rimedi (ormai super proposti in tutte le salse), mi dedico al nuovo: Invece di partire dalla mia sete di infinito, parto dalla mia coscienza dei limiti della realtà in cui vivo e di cui sono parte, rifiuto l’intolleranza dei limiti e trovo una nuova chiave di lettura dei valori positivi della mia esperienza (democrazia, mercato, cooperazione, …, libertà, eguaglianza e fratellanza). Da qui in poi il puzzle si compone e, piano piano, mostra il senso della vita. Un senso diverso della vita, diverso da quello cui si mira partendo dall’ipotesi che l’infinito esista e che l’uomo, pensandolo, non può non farne parte, ossia liberandomi dal peccato originale. IO, Noi, Percezione, Pensiero, Esperienza, Ragione, Conoscenza, Scienza, Valori, Emozioni 71 Relazione, Linguaggio, Comunicazione, …
  • 72. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Cooperazione Il quinto pezzo del puzzle:  La Cooperazione è la relazione fra pari nellʼambito dellʼEssere:  Tutti abbiamo dei limiti, come ogni oggetto percepito (Essere)  Condividiamo lo stato di esseri limitati e siamo concordi nel  Creare Benessere (Valore) spostando i Limiti attraverso lʼazione cooperativa. 72 Un lungo percorso, iniziato ad Atene, proseguito in India (Ashoka, decreto di Erragudi), in Inghilterra (Magna Charta) e negli USA (Costituzione). Nel dopo guerra (‘68) diventa globale, ma il potere costituito sul vecchio paradigma dell’uomo-dio continua a resistere, si batte in ogni modo e con ogni mezzo per sopravvivere … fino a quando non è dato di sapere, ma l’era dell’uomo (a misura d’uomo) procede nel suo sviluppo . Possiamo ottenere soddisfazione, benessere e felicità, al posto delle lacrime e sangue cui siamo stati educati in vista dell’improbabile paradiso. 72
  • 73. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Cooperazione Per questo (vedi slide precedente) occorre:  “Pari dignità”, ossia assenza di una gerarchia precostituita, con due corollari: • “Pluralismo”: non cʼè un solo modo “giusto” di fare le cose • “Probabilità”, quindi “rischio” e necessità di operare “scelte” alla ricerca rischio minore (della maggior probabilità di successo)  “Regole”, ossia convenzioni condivise di linguaggio e di comportamento, per prima la  “Informazione e Trasparenza”, disponibilità a condividere lealmente le proprie conoscenze. 73 73
  • 74. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Cooperazione e Dignità  La Cooperazione accetta, senza rassegnazione, la limitatezza umana ed è consapevole che (1a parte): 1. Lʼ«Io» è parte dellʼEssere 2. La capacità di comunicare consente di stabilire delle Credenze (capacità di previsione), Valori e Scienze comuni 3. La storia dellʼumanità (degna di essere raccontata) è la storia della lotta per stabilire mete comuni e raggiungerle 4. Questo dà valore alla vita: la rende degna di essere vissuta. 74 Quasi tutti i concetti, le parole, nati nel tempo, ma rivissuti nel paradigma dell’accettazione de limite assumono valore e significato diversi, ad esempio, quanto diversa è l’umiltà di chi rifiuta l’intolleranza del limite ed accetta di essere pari agli altri, dall’umiltà di chi si rassegna al mistero divino e ne accetta i voleri. 74
  • 75. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Cooperazione e Competizione  LaCooperazione accetta, senza rassegnazione, la limitatezza umana ed è consapevole che (2a parte): 1. Ogni credenza è perfettibile (relativa, non assoluta) 2. Se abbiamo credenze diverse, esse devono poter liberamente competere 3. Quella che conquista il consenso della maggioranza è, probabilmente, la più adatta a generare cooperazione 4. Lʼimposizione di una credenza senza il consenso non ne decreta la verità, rende solo più lunga e travagliata la vita di tutti. 75 75
  • 76. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Mercato  Nel Mercato uomini (ed organizzazioni umane) competono con  Pari Dignità,  Regole  Informazioni (trasparenza)  per conquistare il consenso di coloro cui offrono le proprie idee, servizi e prodotti. 76 76
  • 77. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Mercati non competitivi  Nella misura in cui il consenso è ottenuto senza parità di  Dignità (ad es. con abuso di posizione dominante),  Regole (o operando senza rispettarle)  Informazioni (ad es. con lʼinganno, la non trasparenza, lʼinsider trading, …) e  Il mercato diviene distorto e non competitivo  77 77
  • 78. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Mercati non competitivi (segue)  La sua capacità di ottenere i risultati che mi aspetto (spostamento dei limiti del mio benessere) è compromessa.  Il mercato competitivo è un Valore da proteggere e garantire  La distorsione del mercato è (come tutti gli altri limiti) un limite da spostare  attraverso la cooperazione basata sulla condivisione del Valore (Etica). 78 78
  • 79. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Consenso (nei mercati competitivi) La conquista del consenso deve essere:  Razionale: non contraddittoria  Utile: finalizzata ad un bene futuro (un risultato) Ed, allo stesso tempo,  Emotiva: protezione degli oggetti di valore -/- distruzione degli oggetti di disvalore. 79 Attenzione, la parte più importante, ai fini della conquista del consenso, non è la razionalità, né l’utilità, ma l’emozione! Così Berlusconi ha vinto le elezioni del 2001 e perso di pochissimo quelle del 2006, non certo per razionalità ed utilità del suo programma! 79
  • 80. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Cooperazione e Mercato  Cooperazione e Mercato implicano, oltre al pluralismo, il rifiuto dellʼIntolleranza (dei limiti propri o altrui):  LʼEssere è discreto e limitato,  LʼIntolleranza è umana, ma è priva di riscontri nellʼEsperienza, quindi  È ingiustificata (è il peccato originale). 80 Da Locke a Nietzsche! 80
  • 81. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Democrazia  Lʼesperienza (la storia) ci mostra che lʼuomo è libero (può scegliere)  Le decisioni comportano lʼassunzione di rischio  Le decisioni assunte a maggioranza:  Massimizzano la libertà  Minimizzano il rischio (persino nella massima espressione dellʼimperialismo e dellʼassolutismo odierno, ossia le multinazionali, le decisioni sono, preferibilmente, assunte nei cda a maggioranza fra membri di pari dignità). 81 81
  • 82. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Le stesse fondamenta!  Cooperazione, Mercato, Democrazia e ricerca scientifica hanno le stesse fondamenta:  Pari dignità (ogni testa un voto) • Pluralismo (non esiste una verità, ma delle ipotesi, valide se condivise da tutti, o, almeno, dalla maggioranza) • Probabilità (non abbiamo certezze assolute)  Regole condivise • Trasparenza (le scelte sono modificate dalla conoscenza del “Noi”; quanto più vengono assunte in condizioni di informazione asimmetrica, quanto meno sono comparabili: si “sommano” scelte qualitativamente diverse). 82 82
  • 83. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Identità  LʼIdentità di ciascun individuo e delle comunità da essi formate è:  Relazione con i simili in quanto diversi da me (slide 37)  Esperienza, che genera Memoria, che genera Valori, che generano Regole. 83 Tornerò a ragionare su tutto questo, in particolare considerando lo Stato 83
  • 84. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Identità comune  LʼIdentità delle comunità umane è condivisione di:  Memoria (esperienze comuni)  Valori (oggetti importanti per il nostro benessere)  Regole (convenzioni stabilite democraticamente o, comunque, consensualmente, per definire il confine fra la libertà di ciascun individuo e quella degli altri). 84 Nota: Sono stato indeciso se considerare questo punto un “pezzo” a sé stante del puzzle, alla fine ho preferito considerarlo una deduzione dai pezzi precedenti, ma non ne sono certo al 100% 84
  • 85. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Regole e Libertà  Il punto in cui la Libertà dellʼindividuo viene limitata è variabile e legato ai Valori della comunità, al proprio concetto di “bene comune”  Se i Valori sono affermati senza la coscienza dei limiti da cui nascono, essi chiudono, uccidono la Libertà dellʼuomo e portano allʼincapacità di innovare, di rinnovarsi di adattamento: alla sterilità della comunità che li adotta. 85 La libertà è un valore, così come il diritto alla vita, la famiglia, il rispetto degli altri, ecc. Molti valori confliggono (basti pensare alla libertà dell’individuo e l’esigenza della legge) se uno diventa assoluto, gli altri soccombono, il risultato è, inevitabilmente, tragico. 85
  • 86. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi e Mono  Il primo corollario del puzzle: Mi sono convinto che, nella nostra storia, uno spazio importante è il cambio di paradigma da “Mono” a “Multi”  Dalla notte dei tempi nella cultura umana i paradigmi di unità si sono scontrati con quelli della molteplicità  La declinazione di questo cambiamento di paradigma porta considerazioni perfino sorprendenti  Ne presento alcune: 86 Nota: Questo punto non è un “pezzo” a sé stante del puzzle, ma una deduzione dai pezzi precedenti. L’ho così chiamato “corollario” 86
  • 87. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Se “Multi” sostituisce “Mono”  La struttura prevalente non è più la piramide, ma il cerchio, la matrice, la rete  Si governa più con il consenso che con la forza  La qualità dell'invenzione non è frutto della genialità individuale, ma del lavoro di gruppo di comunità di persone che riescono ad interagire in modo collaborativo (cooperativo). 87 87
  • 88. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi e Mono  Nel mondo di ieri (“Monocratico”) c'era spazio per pochi protagonisti e molte comparse,  Nel mondo di domani (Democratico o “Multicratico”), al contrario, ci sono, ci debbono essere, c'è bisogno, di persone con pari dignità (né protagonisti, né comparse). 88 88
  • 89. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi e Mono, la diversità  Nelmondo “Monocratico” la diversità è un disvalore (una minaccia per il benessere) da combattere  Nelmondo “Multicratico” la diversità è un valore da proteggere 89 89
  • 90. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi e Mono, la diversità  Nel mondo “Monocratico” la diversità è un disvalore (una minaccia per il benessere) da combattere:  Fonte di omogeneizzazione, che minaccia lʼidentità di ciascuno  Ove possibile va combattuta con la separazione  Altrimenti genera conflitto e guerra: uno solo vincerà le diversità non possono coesistere  Non possono esistere due “Onnipotenti”. 90 90
  • 91. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi e Mono, la diversità  Nel mondo “Multicratico”, la diversità è un valore da proteggere:  Lʼorigine dellʼinnovazione, il seme del progresso, la fonte della vita e della capacità di sopravvivere (adattamento).  Dal contatto fra diversità non si perde identità, né si genera omologazione, anzi: nascono nuove diversità (esempio: gli USA)  LʼIdentità è memoria, conoscenza, contatto, confronto, esperienza della diversità. 91 91
  • 92. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi e Mono  La mia realizzazione non è più nel potere che riesco ad esercitare sugli altri, ma nelle relazioni (affettive, intellettuali, produttive, …) paritarie, cooperative, che riesco ad attivare con gli altri. 92 92
  • 93. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi (versus Mono)  molti (un) universi,  organizzazione multi  molti (un) mondi possibili, (mono) dimensionale, …  rete (molti) o piramide (uni)  multi etnica (una vera cultura),  impero (mono) o  multi (una) lingua, democrazia (multi)  multi (mono) mediale,  interdipendenza … (indipendenza)  molti competitori (monopolio),  probabilità (certezza)  molti mercati (unico)  relativo (assoluto) … … 93 93
  • 94. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi versus Mono La globalizzazione  è l'impossibilità di tenere divise e separate le molteplici e contrastanti diversità presenti nel globo,  non è la sua unificazione in un solo mercato,  la conseguenza non è semplificazione ed omologazione, ma, al contrario, complessità, interdipendenza dinamica e circolare di tutto da tutti. 94 94
  • 95. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi versus Mono  Chi legge il mercato globalizzato con il paradigma “Mono” vede (magari con paura) unità, semplicità, omologazione,..  «Io» leggo con il paradigma “Multi” e vedo complessità, interdipendenza, diversità, pluralismo, …  Senza dubbio le due visuali portano a risultati assai diversi:  Quali sono più proficui per rendere la vita degna di essere vissuta? 95 95
  • 96. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi versus Mono  La mia scelta è fatta sulla base della qualità predittiva che percepisco  Non sono (non mi sento) certamente solo, ma non posso ancora riscontrare condivisione della maggioranza  Perciò propongo a tutti questa ipotesi:  Transitiamo dallʼera del “Mono” a quella del “Multi”  Il cambiamento ci offre possibilità fino a ieri inimmaginabili di spostare i nostri limiti. 96 96
  • 97. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi versus Mono (in informatica) Mono  Leggo la realtà con il paradigma mono e mi propongo la normalizzazione, la consistenza, la sterilizzazione dellʼinformazione …  La ripetizione di un dato è un rischio potenziale, meno spesso lʼaccetto e meglio sto! 97 97
  • 98. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi versus Mono (in informatica) Multi (1)  Leggo la realtà con il paradigma multi e capisco che i dati sono in natura imprecisi, interdipendenti, imprevedibi- li, instabili (i loro significati evolvono)  La ridondanza non è un difetto da eliminare, anzi, è il nostro modo naturale di parlare, guardare, ascoltare, raccontare … lavorare 98 98
  • 99. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Multi versus Mono (in informatica) Multi (2)  La ridondanza ci offre controllo e consente il governo del cambiamento, è un valore cui non possiamo rinunciare!  Occorre imparare ad usarla valorizzandola, combatterla è una castrazione. 99 99
  • 100. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Cooperazione e Mercato Torniamo un passo indietro:  Cooperazione e Mercato sono spesso attuati senza rinunciare allʼIntolleranza (del proprio essere limitato)  Il peccato originale rode la coscienza dellʼuomo che coopera in modo pragmatico, in vista del solo risultato  È così che … 100 100
  • 101. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rimedio alla mia limitatezza  I 4 diversi tipi di “soluzione” possono coesistere nelle Credenze dellʼIo:  «Io» posso essere, contemporaneamente:  Religioso (credo in Dio o in un Ideale metafisico)  Stoico (credo nella mia autosufficienza)  Nichilista (mi considero realista)  Cooperativo (credo nella società di uguali, come modo per progredire, spostare i Limiti) 101 101
  • 102. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rimedio alla mia limitatezza  Le prime tre soluzioni possono portare nellʼIo sensazioni di pace e serenità  Ma solo la Cooperazione (Mercato e Democrazia) sposta i limiti (meno fame, vita più lunga, …)  E rende la vita degna di essere vissuta  Coesiste con gli altri rimedi, così non è però in grado di generare pace e serenità, bensì travaglio e battaglia. 102 102
  • 103. Ragionamenti, 30 luglio 2011 I disastri dellʼIntolleranza  Quando lʼuomo è insofferente dei propri limiti, desidera, anzi pretende lʼassoluto e lʼinfinito, Dio (il “peccato originale”); sono state poste le premesse per molti disastri:  Vergogna (per la propria limitatezza), lʼautodistruzione, il suicidio  Rabbia (verso chi potrebbe minacciare il mio benessere), lʼarroganza di decidere della vita e della morte, la pena capitale, le guerre  Disgusto (per il diverso e lo sconosciuto): i gulag, il razzismo, lo schiavismo, le lotte fra civiltà, … sono basate sul e generano il disgusto. 103 103
  • 104. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Intolleranza  Intolleranza = anelito ad essere senza limiti  Di fronte allʼinfinito (senza limiti) nulla ha valore  Dallʼintolleranza nasce lʼideologia (rappresen- tazione distorta dellʼEssere limitato al servizio di unʼidea assoluta / senza limiti):  creo una realtà soggettiva che ammette lʼassenza di limiti  la pongo in modo dogmatico, non è una Credenza (soggetta a falsificazione), è la verità apriori. 104 104
  • 105. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Intolleranza e Fondamentalismo  Quando esiste lʼassoluto (lʼinfinito), il relativo (il limitato, ossia ciò che percepiscono i sensi) vale zero (la scommessa di Pascal),  Perdo ogni possibilità di porre in relazione, di trovare un equilibrio …  Allora, veramente, tutto è possibile e tutto è permesso:  Proprio il contrario di quanto affermato da Dostoeskij !  Millenni di storia sono lì a testimoniarlo, basta guardare. 105 Alludo alla famosa affermazione di Dostoeskij: “Se Dio non c’è, allora tutto è permesso”. Un terribile abbaglio! (una vera cazzata!) 105
  • 106. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rifiutare lʼIntolleranza Con lʼIntolleranza si vanifica (prima parte)  La possibilità di convivenza pacifica: i senza-limiti non possono coesistere  Il progresso: per chi vuole lʼinfinito un passo avanti è nulla: chi si contenta gode … così e così  Ilvalore della vita: son contento di morire per andare in paradiso o, quanto meno, per por termine a questa vita di sofferenza. 106 106
  • 107. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rifiutare lʼIntolleranza Con lʼIntolleranza si vanifica (seconda parte)  La democrazia: è una limitazione, la difesa dei deboli contro i forti, delle pecore contro i lupi, dei normali contro il superuomo, …  Il mercato competitivo: chi non accetta limiti distrugge ogni possibilità di mercato competitivo … Lʼintolleranza dei limiti (propri e altrui) è il maggior disvalore umano. 107 107
  • 108. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rifiutare lʼIntolleranza  Con lʼaccettazione dellʼEssere limitato  si accettano  il pluralismo,  la parità di dignità,  la democrazia ed il mercato competitivo  che rendono possibili  la pace  il progresso  una vita degna di essere vissuta. 108 108
  • 109. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Relativismo  Aneliamo ad una società aperta: ogni verità è perfettibile  Il relativismo è implicito al rifiuto dellʼIntolleranza, allʼaccettazione della limitatezza  Accettare che altri abbiano credenze diverse dalle nostre non significa accettare che le impongano alla mia vita, siano esse relative o assolute! 109 I Valori sono oggetti esterni, percepibili, anche astrattamente (come l’amicizia, la democrazia, il mercato). Spesso l’intolleranza per i (propri) limiti si insinua proponendo valori “Assoluti”, ossia estranei (antitetici) alla percezione ed all’esperienza (Dio, Libertà, Amore, Duce, …), dall’accettazione di tali valori Assoluti sgorgano le emozioni e l’azione di molti uomini, travolti dalla propria intolleranza verso i limiti, usando la ragione applicata a fantasie megalomani, che porta alla violenza, alla guerra, alla vita indegna di essere vissuta, alla disperazione o alla rassegnazione, da cui segue l’incapacità di battersi per migliorare lo stato di cose, per spostare i limiti che ci affliggono. 109
  • 110. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Relativismo  Aneliamo ad una società aperta: ogni verità è perfettibile, questo non significa che ognuno può fare qualunque affermazione:  Chi propone Fatti, Valori o Regole deve essere in grado di convincere altri ad acquisirle, a modificare la propria visione della realtà  Se non ne è capace ha diritto solo alla propria opinione. 110 Un’affermazione (un valore, una previsione) che non può essere verificata (o falsificata), che non ammette limiti ed eccezioni, è da rifiutare in quanto illusoria, ingannevole, frutto del peccato originale e feconda solo di sofferenze e dolori. La tesi che: “se i valori sono relativi, allora ognuno può fare quel che vuole”, figlia della già criticata affermazione di Dostoeskij (slide 105) è una terribile spina nel cuore di molti uomini, che su questo presupposto ideologico chiudono gli occhi e non vedono l’esperienza ormai vastissima nella nostra storia: i valori assoluti uccidono la libertà e, in loro nome, si può compiere ogni nefandezza. Dire che i valori osno relativi significa che non posso imporli ad altri, l’unica pretesa lecita è che gli altri non impongano a me i propri valori. Ad esempio i cattolici possono credere negli angeli, nell’immacolata concezione ecc. ma non possono imporre a tutti il matrimonio, il crocefisso, l’etica della castità e del sesso finalizzato alla riproduzione. Liberi di seguire queste regole, ma non di renderle leggi dello stato obbligatorie per tutti! 110
  • 111. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Competizione  La competizione nel mercato è una forma di Cooperazione  Avviene per i beni così come per le idee e le credenze  cosʼè la democrazia se non il mercato competitivo delle idee e delle credenze su cosa sia meglio fare? 111 111
  • 112. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Competizione  Chi non vuole operare nel mercato competitivo si isola da solo,  non è necessaria una guerra preventiva,  come è più volte successo (non solo, ma soprattutto nel XX secolo):  sarà spazzato dalla forza dei risultati  o imploderà su sé stesso,  se dichiarerà guerra sarà sconfitto. 112 112
  • 113. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Competizione  Lʼimpredicibilità impone la competizione:  Nellʼambito delle Regole sociali/economiche, ognuno può decidere cosa ritiene meglio  La decisione non è volontà, né preveggenza, ma scelta probabilistica (siamo tutti giocatori dʼazzardo)  Il valore generato dalle scelte economiche deriva dallʼassunzione di rischio legata a previsioni incerte che si avverano (che valore ha “decidere” che 2+2=4 o che la notte è buia?). 113 113
  • 114. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Resistenza  Se la Cooperazione non è possibile (sono ammesse solo relazioni gerarchiche)  Se la Competizione fra diverse credenze non è possibile (la società è chiusa, cʼè una sola verità fondamentale)  Quando ci vogliono imporre realtà, valori o regole senza convincerci  È necessario resistere, non accettare una vita che non è degna di essere vissuta. 114 114
  • 115. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Resistenza  Ma per mantenere una vita degna, occorre resistere nel rispetto della propria identità valori e convinzioni  Altrimenti lʼumanità arretra, ripiega su livelli precedenti, i limiti aumentano (invece di essere superati)  Cedendo allʼIntolleranza dei nostri limiti, ossia alla Rabbia ed allʼOdio, rendiamo la vita indegna di essere vissuta. 115 Bello il motto attribuito a Gandhi “occhio per occhio e il mondo diventa cieco”. 115
  • 116. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Storia  La ricchezza, la scienza, la durata della vita si sono sviluppati in proporzione alla libertà, alla cooperazione, alla presenza di mercati competitivi (concorrenziali)  Assolutismi, menzogne, censura, imposizioni violente hanno portato sofferenza e miseria  Nulla mi autorizza a supporre che non sarà così anche in futuro. 116 116
  • 117. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Cooperazione e Mercato  Non significano assenza di regole e legge della giungla  Alla loro base stanno le tre parità (dignità, regole e informazione)  Lʼintolleranza per i limiti induce gli uomini e le loro organizzazioni ad uccidere la cooperazione ed il mercato  Senza regole la cooperazione ed il mercato sono a rischio grave  E con essi la dignità della vita umana. 117 117
  • 118. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Regole  Le Regole sono convenzioni relative ai comportamenti, stabilite per garantire la qualità della cooperazione e del mercato  Le regole non sono né la Verità, né la Giustizia (intesi come concetti assoluti, sono frutto dellʼintolleranza dei limiti dellʼEssere)  Le regole devono essere costruite democraticamente e fatte rispettare (chi non le rispetta e con ciò si avvantaggia sugli altri deve perdere tale vantaggio). 118 118
  • 119. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rispettare le regole  La forte presenza di uomini che rifiutano il proprio essere limitati e cercano un rimedio nellʼoppressione e dominio del prossimo, impone alla società democratica di reprimere i comportamenti manifestamente intolleranti:  Dei valori relativi condivisi dalla società (a cominciare dallʼaltrui libertà e dallʼuso della violenza illegale)  Delle regole di comportamento adottate (da quelle della strada a quelle societarie)  Dei fatti percepiti e percepibili (proclamare vero ciò che non è possibile verificare empiricamente o, peggio, ciò che la verifica empirica manifestamente falsifica). 119 119
  • 120. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rispettare le regole  La repressione non può trascendere i valori, le regole ed i fatti che si intendono difendere  Non è possibile:  Proclamare il falso  Umiliare o uccidere altre persone  …  È lecito, sulla base dei valori relativi (non assoluti) condivisi della comunità, reprimere con la forza (con la privazione dei mezzi economici illecitamente conquistati, con più limitazione della libertà personale), soprattutto gli intolleranti dei propri limiti, specie se partono da posizioni di vantaggio sociale. 120 Locke 120
  • 121. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Rispettare le regole  La repressione è una sofferenza sociale, un limite che dobbiamo accettare per non soccombere sotto i colpi dei prepotenti ed assolutisti di ogni risma  I valori, i prìncipi ed i princìpî assoluti possono costituire opinione delle persone, ma non regole di vita, tanto meno leggi dello Stato  Ogni tentativo in tal senso deve trovare la più ferma resistenza, con la stessa forza con cui mi opporrei ad ogni invasore e ad ogni prepotente. 121 121
  • 122. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Stato  Lo Stato è lʼorganizzazione che gestisce le Regole  Lo Stato è soggetto al conflitto di interessi, per questo non deve operare nel Mercato  Ma deve gestire le attività che non possono essere affidate al mercato (le reti, la sicurezza, …)  Il pluralismo implica la possibilità di diversi insiemi di regole (diversi Stati)  La convivenza è possibile solo leggendo lʼEssere con il paradigma “Multi” 122 Sul paradigma “multi” vedi le slide da 86 a 99 122
  • 123. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Stato  La globalizzazione impone lʼadozione di un codice globale: regole per  poterci confrontare,  scambiare merci e servizi  convivere pacificamente …  Da qui lʼesigenza (ormai una necessità) di dare maggior potere ad organismi sovrastatali (lʼONU non lo è, potrebbe diventarlo?) che dettino le regole globali. 123 123
  • 124. Ragionamenti, 30 luglio 2011 Nazione  La Nazione è una comunità culturale (identità costruita su valori, concetti, memoria, lingua, …)  Le Nazioni possono cooperare in un mercato globale (liberandosi dellʼIntolleranza per i Limiti) o confliggere per prevalere lʼuna sullʼaltra (alla ricerca del potere assoluto…)  La cooperazione richiede parità di: Dignità, Regole e Informazione  Non può essere costruita sul paradigma (“Mono”) dellʼimpero. 124 124