Dott.ssa Toni - Il linguaggio e le tecniche di problem solvingCarlo Cremaschi
Dott.ssa Toni - Il linguaggio e le tecniche di problem solving
Comune di Firenze
Direzione Istruzione – Servizi all’infanzia
P.O. Coordinamento Pedagogico e Professionale
Formazione 2022
Metodi e strumenti per una comunicazione efficace in ambito educativo 0-6
L’alleanza educativa con le famiglie
Dott.ssa Toni - Il linguaggio e le tecniche di problem solvingCarlo Cremaschi
Dott.ssa Toni - Il linguaggio e le tecniche di problem solving
Comune di Firenze
Direzione Istruzione – Servizi all’infanzia
P.O. Coordinamento Pedagogico e Professionale
Formazione 2022
Metodi e strumenti per una comunicazione efficace in ambito educativo 0-6
L’alleanza educativa con le famiglie
Andrea Tamburelli - I segreti della vendita (6 capitoli)Andrea Tamburelli
SE VUOI CONTINUARE LA LETTURA, ORDINA SUBITO IL LIBRO COMPLETO (270 pagine)
http://i-segreti-della-vendita.andreatamburelli-business.com/
Al prezzo di 25 euro avrai la cartella contenente il file .pdf ed il file .epub da visualizzare nel tuo Ipad ovunque ti trovi, inoltre avrai un coupon di sconto del valore del 50% su uno dei precedenti titoli di Andrea Tamburelli
OneBookOnePage #21 - The Obstacle is the Way, Ryan HolidayMauro Massironi
Quando ci troviamo di fronte a degli ostacoli, la maggior parte di noi si ritrova frustrata, arrabbiata e impaurita. Temiamo che rallenteranno i nostri piani o li faranno addirittura svanire.
Marco Aurelio diceva “L’ostacolo è ciò che ci fa progredire. Ciò che ostruisce la nostra via, diventa la via stessa.”
Il libro di Ryan Holiday parte dagli insegnamento dei filosofi stoici per indicare alcune modalità di gestione degli imprevisti che, inevitabilmente, troveremo sempre di fronte a noi in ogni aspetto della nostra vita.
PNL Sanità Comunicazione Medico-Paziente. NLP and Healthcare. Doctor Patient ...Claudio Pensieri
La fiducia che si instaura tra medico e paziente può scaturire da diversi fattori, compresa la consapevolezza dell’operatore nell’instaurare un rapporto con la persona che sta visitando, anche nel giro di pochi minuti e usando al meglio il tempo a disposizione. L’ideale è che il medico parli la stessa lingua del paziente, usandone gli stessi predicati e spiegando anche i motivi per cui prescrive o meno una determinata cura o analisi. La mancanza di fiducia nel proprio dottore porta i pazienti a chiedere un secondo parere, oppure ripetere analisi costose per il sistema sanitario. Questo è causa di sprechi che si aggirano intorno al 30% di tutto il debito nella sanità italiana. Qualsiasi azienda sa che investire in una comunicazione efficace migliora la produzione e la vendita. Eppure non sono ancora stati quantificati i soldi persi dal sistema sanitario italiano, come negli ospedali. Per esempio: un paziente arriva in un nosocomio alla ricerca di un reparto che spesso, a causa dei turn over, ha cambiato edificio. Manca anche un’adeguata segnaletica, di conseguenza chi entra cerca qualcuno a cui chiedere indicazioni, rivolgendosi spesso a un medico. Quanto tempo e quindi quanti soldi spende un professionista a dare indicazioni, piuttosto che a fare il suo lavoro? Ecco che, allora, il Governo invece di investire sulle cause (come avviare un rapporto di fiducia medico – paziente, migliorare la burocrazia interna e la comunicazione delle aziende sanitarie), taglia sugli effetti. Il libro è una base da dove partire per sviluppare forme di comunicazione sanitaria più specifiche, ad esempio su come comunicare una diagnosi infausta in un reparto oncologico. Si tratta di cominciare con gli studenti che a loro volta avranno centinaia di pazienti, diventeranno primari e dirigeranno i reparti degli ospedali italiani. In ogni caso la comunicazione non deve soppiantare altri insegnamenti, ma essere “integrativa” e non “sostitutiva” delle qualità tecniche, diagnostiche e terapeutiche del medico: comunicazione efficace e terapia efficiente devono quindi andare di pari passo.
Migliorare la comunicazione medico – paziente è allora l’inizio di un circolo virtuoso: porta a un servizio efficiente, a persone soddisfatte che si fidano del loro medico, completano il ciclo di terapie e non chiedono altre analisi o secondi pareri per rassicurarsi e, prima di mettere fine alla vita di un figlio, ci pensano almeno due volte.
Nella società contemporanea la negoziazione è divenuta un processo ed uno strumento particolarmente diffuso in molti settori della vita relazionale, dagli eventi macrosociali come i negoziati di pace tra nazioni o etnie in conflitto a situazioni come la mediazione familiare per i genitori separati, che seppur non assumono rilevanza in termini mass-mediatici costituiscono eventi critici e di grandissima importanza per il futuro dei figli. La vita di ogni giorno è ricca di piccoli e grandi negoziati tra persone, organizzazioni, aziende, gruppi, tra genitori e figli, tra bambini che presto imparano l’arte del negoziato quando si trovano ad operare le prime scelte nell’interazione con i coetanei, a gestire i conflitti, a far fronte alle richieste altrui, alla possibilità di ottenere o perdere un vantaggio per sé. Ognuno di questi innumerevoli negoziati, in cui le persone hanno la possibilità di incontrarsi – oppure copionalmente non incontrarsi o scontrarsi – può essere letto, interpretato, valutato, con la griglia concettuale dell’Analisi Transazionale e facilitato con i suoi strumenti operativi. Il termine negoziazione indica, di per sé, un insieme di attività, di trattative, che portano ad un accordo, pertanto è l’espressione del reciproco vantaggio e del principio berniano del Doppio Okness, se condotte e gestite senza giochi e manipolazioni dall’Adulto decontaminato.
Cos'è la comprensione emotiva? Le emozioni contengono informazioni; per capire i sentimenti degli altri, dobbiamo iniziare imparando a capire noi stessi, i nostri bisogni e desideri, quali cose, persone e situazioni ci fanno sentire emozioni particolari, quali pensieri generano quelle emozioni, come ci influenzano e quali conseguenze e reazioni scatenano. Questa capacità rende possibile rispondere a domande come: Perché mi sento felice? Come si sentirà il mio amico se glielo dico? Cosa succederebbe se lo dicessi a una certa persona?
Se capiamo e identifichiamo i nostri sentimenti, sarà più facile per noi connetterci con i sentimenti dei nostri simili. Come si usa questa abilità? Empatia, che significa, mettendo noi stessi al posto di un'altra persona ed essendo consapevoli dei loro sentimenti, delle loro ragioni e delle implicazioni personali, cioè, dobbiamo “mettere noi stessi nei panni di qualcun altro”.
INTRODUZIONE. COMPRENSIONE EMOTIVA…
COMUNICAZIONE VERBALE…
1.P.A.N
2. ascolto attivo
3. Empatia
4. Elevator pitch
5. Presentazioni di gruppi ampi. Rubriche.
A tutti noi piace pensare a noi stessi come esseri umani del tutto razionali, governati dalla logica e dall\'analisi ma purtroppo non siamo così logici come vorremmo. Per le nostre decisioni adottiamo tutti i tipi di pregiudizi e anche lo stesso modo in cui elaboriamo le informazioni nel nostro cervello umano questo crea una serie di pregiudizi. Siamo tutti intenti a vedere ciò che ci aspettiamo di vedere e quindi non solo non riusciamo a vedere la foresta attraverso gli alberi, ma alla stessa modo riusciamo ad ammirare la foresta senza far caso agli alberi. Siamo tutti troppo spesso intenti a guardare ciò che pensiamo dovremmo vedere (questo è uno dei motivi per cui è così difficile modificare il proprio modo di scrivere!).
Le prime 27 pagine di "Come Vivere Alla Grande", l'ultimo libro di Giancarlo ...Giancarlo Fornei
Giancarlo Fornei è conosciuto in rete come "Il Coach delle Donne" per la sua grande esperienza di lavoro con l'universo femminile. Questo è il suo ultimo libro, scritto per aiutare tutte quelle persone attualmente in difficoltà: emotiva, economica, di identità, ecc. il libro è una sorta di autobiografia, dove Fornei racconta nove consigli per incominciare a vivere la propria vita alla grande, nonostante tutti i problemi che ci possono essere...
Anteprima di SIAMO FRITTI
di GIUSEPPE CLOZA
Il teatrino della Bassa Finanza, quello che non ci dicono e come possiamo difenderci
http://www.siamofritti.biz/
Talento e sfida, l’importanza di conoscere se stessi: intervista a Leo Wencel...Free Your Talent
Testimonianza di Leo Wencel, Presidente ed AD di Nestlé Italiana ai Master ISTUD in Risorse Umane e Marketing 2016-2017.
Articolo a cura di Giorgio Terranova, Nicoletta Nicosia - Master in Marketing Management 2016-2017 e Grazia Cannone - Master in Risorse Umane e Organizzazione 2016-2017
“Facciamo come fanno loro” - Gli errori nella comunicazione politica, quando ...Proforma
In comunicazione politica l'epic fail è sempre dietro l'angolo.
Ma ci sono alcune coordinate che possono valere come perimetro entro il quale rimanere per evitare almeno gli errori più grossolani. Attenzioni semplici, che però, nonostante tutto, spesso sono disattese.
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Andrea Tamburelli - I segreti della vendita (6 capitoli)Andrea Tamburelli
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OneBookOnePage #21 - The Obstacle is the Way, Ryan HolidayMauro Massironi
Quando ci troviamo di fronte a degli ostacoli, la maggior parte di noi si ritrova frustrata, arrabbiata e impaurita. Temiamo che rallenteranno i nostri piani o li faranno addirittura svanire.
Marco Aurelio diceva “L’ostacolo è ciò che ci fa progredire. Ciò che ostruisce la nostra via, diventa la via stessa.”
Il libro di Ryan Holiday parte dagli insegnamento dei filosofi stoici per indicare alcune modalità di gestione degli imprevisti che, inevitabilmente, troveremo sempre di fronte a noi in ogni aspetto della nostra vita.
PNL Sanità Comunicazione Medico-Paziente. NLP and Healthcare. Doctor Patient ...Claudio Pensieri
La fiducia che si instaura tra medico e paziente può scaturire da diversi fattori, compresa la consapevolezza dell’operatore nell’instaurare un rapporto con la persona che sta visitando, anche nel giro di pochi minuti e usando al meglio il tempo a disposizione. L’ideale è che il medico parli la stessa lingua del paziente, usandone gli stessi predicati e spiegando anche i motivi per cui prescrive o meno una determinata cura o analisi. La mancanza di fiducia nel proprio dottore porta i pazienti a chiedere un secondo parere, oppure ripetere analisi costose per il sistema sanitario. Questo è causa di sprechi che si aggirano intorno al 30% di tutto il debito nella sanità italiana. Qualsiasi azienda sa che investire in una comunicazione efficace migliora la produzione e la vendita. Eppure non sono ancora stati quantificati i soldi persi dal sistema sanitario italiano, come negli ospedali. Per esempio: un paziente arriva in un nosocomio alla ricerca di un reparto che spesso, a causa dei turn over, ha cambiato edificio. Manca anche un’adeguata segnaletica, di conseguenza chi entra cerca qualcuno a cui chiedere indicazioni, rivolgendosi spesso a un medico. Quanto tempo e quindi quanti soldi spende un professionista a dare indicazioni, piuttosto che a fare il suo lavoro? Ecco che, allora, il Governo invece di investire sulle cause (come avviare un rapporto di fiducia medico – paziente, migliorare la burocrazia interna e la comunicazione delle aziende sanitarie), taglia sugli effetti. Il libro è una base da dove partire per sviluppare forme di comunicazione sanitaria più specifiche, ad esempio su come comunicare una diagnosi infausta in un reparto oncologico. Si tratta di cominciare con gli studenti che a loro volta avranno centinaia di pazienti, diventeranno primari e dirigeranno i reparti degli ospedali italiani. In ogni caso la comunicazione non deve soppiantare altri insegnamenti, ma essere “integrativa” e non “sostitutiva” delle qualità tecniche, diagnostiche e terapeutiche del medico: comunicazione efficace e terapia efficiente devono quindi andare di pari passo.
Migliorare la comunicazione medico – paziente è allora l’inizio di un circolo virtuoso: porta a un servizio efficiente, a persone soddisfatte che si fidano del loro medico, completano il ciclo di terapie e non chiedono altre analisi o secondi pareri per rassicurarsi e, prima di mettere fine alla vita di un figlio, ci pensano almeno due volte.
Nella società contemporanea la negoziazione è divenuta un processo ed uno strumento particolarmente diffuso in molti settori della vita relazionale, dagli eventi macrosociali come i negoziati di pace tra nazioni o etnie in conflitto a situazioni come la mediazione familiare per i genitori separati, che seppur non assumono rilevanza in termini mass-mediatici costituiscono eventi critici e di grandissima importanza per il futuro dei figli. La vita di ogni giorno è ricca di piccoli e grandi negoziati tra persone, organizzazioni, aziende, gruppi, tra genitori e figli, tra bambini che presto imparano l’arte del negoziato quando si trovano ad operare le prime scelte nell’interazione con i coetanei, a gestire i conflitti, a far fronte alle richieste altrui, alla possibilità di ottenere o perdere un vantaggio per sé. Ognuno di questi innumerevoli negoziati, in cui le persone hanno la possibilità di incontrarsi – oppure copionalmente non incontrarsi o scontrarsi – può essere letto, interpretato, valutato, con la griglia concettuale dell’Analisi Transazionale e facilitato con i suoi strumenti operativi. Il termine negoziazione indica, di per sé, un insieme di attività, di trattative, che portano ad un accordo, pertanto è l’espressione del reciproco vantaggio e del principio berniano del Doppio Okness, se condotte e gestite senza giochi e manipolazioni dall’Adulto decontaminato.
Cos'è la comprensione emotiva? Le emozioni contengono informazioni; per capire i sentimenti degli altri, dobbiamo iniziare imparando a capire noi stessi, i nostri bisogni e desideri, quali cose, persone e situazioni ci fanno sentire emozioni particolari, quali pensieri generano quelle emozioni, come ci influenzano e quali conseguenze e reazioni scatenano. Questa capacità rende possibile rispondere a domande come: Perché mi sento felice? Come si sentirà il mio amico se glielo dico? Cosa succederebbe se lo dicessi a una certa persona?
Se capiamo e identifichiamo i nostri sentimenti, sarà più facile per noi connetterci con i sentimenti dei nostri simili. Come si usa questa abilità? Empatia, che significa, mettendo noi stessi al posto di un'altra persona ed essendo consapevoli dei loro sentimenti, delle loro ragioni e delle implicazioni personali, cioè, dobbiamo “mettere noi stessi nei panni di qualcun altro”.
INTRODUZIONE. COMPRENSIONE EMOTIVA…
COMUNICAZIONE VERBALE…
1.P.A.N
2. ascolto attivo
3. Empatia
4. Elevator pitch
5. Presentazioni di gruppi ampi. Rubriche.
A tutti noi piace pensare a noi stessi come esseri umani del tutto razionali, governati dalla logica e dall\'analisi ma purtroppo non siamo così logici come vorremmo. Per le nostre decisioni adottiamo tutti i tipi di pregiudizi e anche lo stesso modo in cui elaboriamo le informazioni nel nostro cervello umano questo crea una serie di pregiudizi. Siamo tutti intenti a vedere ciò che ci aspettiamo di vedere e quindi non solo non riusciamo a vedere la foresta attraverso gli alberi, ma alla stessa modo riusciamo ad ammirare la foresta senza far caso agli alberi. Siamo tutti troppo spesso intenti a guardare ciò che pensiamo dovremmo vedere (questo è uno dei motivi per cui è così difficile modificare il proprio modo di scrivere!).
Le prime 27 pagine di "Come Vivere Alla Grande", l'ultimo libro di Giancarlo ...Giancarlo Fornei
Giancarlo Fornei è conosciuto in rete come "Il Coach delle Donne" per la sua grande esperienza di lavoro con l'universo femminile. Questo è il suo ultimo libro, scritto per aiutare tutte quelle persone attualmente in difficoltà: emotiva, economica, di identità, ecc. il libro è una sorta di autobiografia, dove Fornei racconta nove consigli per incominciare a vivere la propria vita alla grande, nonostante tutti i problemi che ci possono essere...
Anteprima di SIAMO FRITTI
di GIUSEPPE CLOZA
Il teatrino della Bassa Finanza, quello che non ci dicono e come possiamo difenderci
http://www.siamofritti.biz/
Talento e sfida, l’importanza di conoscere se stessi: intervista a Leo Wencel...Free Your Talent
Testimonianza di Leo Wencel, Presidente ed AD di Nestlé Italiana ai Master ISTUD in Risorse Umane e Marketing 2016-2017.
Articolo a cura di Giorgio Terranova, Nicoletta Nicosia - Master in Marketing Management 2016-2017 e Grazia Cannone - Master in Risorse Umane e Organizzazione 2016-2017
“Facciamo come fanno loro” - Gli errori nella comunicazione politica, quando ...Proforma
In comunicazione politica l'epic fail è sempre dietro l'angolo.
Ma ci sono alcune coordinate che possono valere come perimetro entro il quale rimanere per evitare almeno gli errori più grossolani. Attenzioni semplici, che però, nonostante tutto, spesso sono disattese.
Similar to Soldi in testa chi è responsabile di cosa (20)
“Facciamo come fanno loro” - Gli errori nella comunicazione politica, quando ...
Soldi in testa chi è responsabile di cosa
1. Nel mio punto di svolta, il 1972, aveva certamente agito il caso
(morte di mio suocero, nascita di un figlio, posto a Trieste). E
tuttavia le “vere” cause erano da individuare nelle mie decisioni
personali, quelle che avrei potuto prendere in modo diverso.
Nel 1983, cercai di risolvere la questione con un esperimento,
come di consueto.
Ci misi molto a decidermi perché, nel frattempo, mi ero dato a un
nuovo mestiere, a quei tempi inclassificabile, simile forse a quello
che oggi si chiamerebbe pomposamente “social media marketing”.
Si tratta di collaborare a tutta quella catena di decisioni lungo il
percorso che va dall’invenzione di un concetto-prodotto, fino alla
strategia di promozione sui vari canali. Allora non c’era la rete, e
si usavano tutti gli altri canali disponibili, quelli che, ancor oggi,
sono i più importanti (TV,radio,giornali,punti di vendita,confezioni,
sponsorizzazioni, e così via). E’ un tipo di consulenza che ha preso
molto piede. Al punto che a fine 2013, secondo i dati Linkedin,
questa è l’attività per cui, più spesso, un giovane italiano va a
lavorare all’estero.
Avevo cominciato con una multinazionale della cosmesi, L’Oréal
(dall’aureola che cinge la testa di una donna con i capelli colorati),
dove per anni aveva lavorato proprio il mio capo triestino, Gaetano
Kanizsa, precursore delle ricerche motivazionali in Italia. Lui, però,
non ci aveva preso molto gusto. Il fatto è che non conosceva la
psicologia adatta. Io, invece, trovavo nelle aziende un terreno di
collaudo e di spunto per quella che era, di fatto, psicologia del
pensiero applicata alle scelte delle organizzazioni, alle lotte con
la concorrenza. Mi divertivo.
Lezione N°96 || CHI È RESPONSABILE DI CHE COSA?
The exclusive manager of Julius Baer Funds. A member of the GAM group.
I SOLDI IN TESTA
7 AGOSTO 2014
Torniamo dunque al quesito di Ernst Bloch e al problema con cui
cercai di rispondervi tramite esperimenti. Provai a costruire una
breve storia, come un riassunto di un racconto di Alice Munro:
Il Sig. Bianchi era responsabile di un passaggio a livello lungo una
linea ferroviaria molto isolata, a mezz’ora dal villaggio dove
abitava. Per prudenza egli si recava ogni giorno, mezz’ora prima
del passaggio dell’unico treno per quella linea, così da essere
sicuro di poter chiudere il passaggio a livello per tempo.
Il giorno della catastrofe, Bianchi era uscito di casa addirittura
un’ora e mezza prima e, non avendo nulla da fare, si stava recando
al punto di controllo.Trovò però per strada un suo amico carissimo
che lo invitò al bar. Bianchi, essendo in anticipo, l’accompagnò per
lasciarlo mezz’ora dopo, con l’orario consueto. Bianchi si mise in
cammino, ma a metà strada sentì un boato e vide crollare di fronte
a sé il ponte di legno. Le travi di sostegno, troppo vecchie, per
fatalità avevano ceduto proprio in quel momento. Bianchi cercò di
attraversare la valle a piedi, ce la mise tutta, ma arrivò con cinque
minuti di ritardo. Era appena successo un incidente: un carro e un
contadino erano stati travolti dal treno presso il passaggio a livello
incustodito.
Come capita dire in queste occasioni: “Se solo …”.
La preghiamo di completare questa frase.
E Lei, lettore, una volta letta la storia, immaginandosi di essere il
Sig. Bianchi, come completerebbe la frase che inizia con “Se solo
…”?
2. Se le cose funzionassero come suggeriva Bloch, dovremmo
aspettarci che le persone menzionino l’evento più improbabile, e
cioè il cedimento delle travi. E invece solo due persone su trenta
modificano la storia con queste parole: “Se solo il ponte non fosse
crollato …”. Quasi tutti evitano l’incidente mortale immaginando
che Bianchi faccia qualcosa di diverso. Costruiscono cioè una
storia in cui è stata modificata un’azione che era sotto il controllo
di Bianchi, qualcosa insomma che lui avrebbe potuto fare in modo
diverso. Nella grande maggioranza delle risposte, l’evento su cui
s’interviene è la sosta al bar, eliminandolo oppure modificandone
la durata.
Il lavoro del 1983 si serviva dell’euristica della simulazione. Si
tratta di chiedere alle persone di completare la frase finale, che
inizia con Se solo … Il compito di chi partecipa all’esperimento
consiste nell’immaginare un mondo diverso da quello della storia,
per esempio quella del Sig. Bianchi. Fu Phil Johnson-Laird a
parlarmene, e a regalarmi copia dell’articolo di Daniel Kahneman
e di Amos Tversky, uno psicologo eccezionale, che conobbi bene
nel 1996, poco prima che morisse.
Io lessi la ricerca, e mi colpì la tecnica del completamento del “Se
solo …”. Ecco un modo per rispondere agli interrogativi sollevati
da Bloch.
Kahneman e Tversky sostenevano una tesi simile a quella di
Bloch, e cioè che noi, nell’immaginare una storia priva del tragico
epilogo, avremmo fatto dei cambiamenti minimi, sostituendo o
eliminando l’ultimo evento, oppure quello più improbabile. In
effetti, quando si tratta d’incidenti scampati per miracolo, le cose
stanno così. Costruii una versione della storia del Sig. Bianchi in
cui lui evitava la catastrofe per un pelo, riuscendo ad arrivare sul
posto pochi minuti prima del passaggio del treno. In questi casi,
alla maggioranza delle persone, viene spontaneo dire: “Se solo
fosse arrivato cinque minuti dopo”.
Questa differenza tra quando capita un guaio, e quando il pericolo
viene evitato per un pelo, è molto sensata. Quando capita un guaio,
noi andiamo a cercare qualcosa che avremmo potuto fare in modo
diverso, così da evitare le conseguenze negative. Maneggiare in
questo modo l’euristica della simulazione è molto pedagogico
perché ci insegna a evitare guai in futuro, quando ci troveremo in
situazioni simili. Nel caso però della gestione del risparmio e della
teoria del portafoglio le cose non funzionano così perché noi non
possiamo mai imparare, dato che è difficile capire quando si è
formata una bolla, se non dopo che è scoppiata. E tuttavia questo
è un problema che riprenderò quando parlerò dell’irrazionalità del
rimpianto nella gestione dei risparmi. Dato che qui ci occupiamo
invece della relazione tra cliente e consulente, dobbiamo
soffermarci su quello che chiamo “il grande problema”.
Il grande problema dei rapporti di un consulente con un cliente è
che i quasi-guai, quelli che non sono successi per un pelo, nella
vita sono sempre evidenti. Ci accorgiamo subito dello scampato
pericolo, e ci viene spontaneo tirare un respiro di sollievo perché
il guaio del quasi-guaio non è accaduto.Tutte le storie di “scampato
pericolo” che si accompagnano agli aerei civili abbattuti, pensando
che si trattasse di velivoli militari (il caso del volo da Amsterdam
alla Malesia è solo il più recente), sono accompagnate, nelle
cronache, dai resoconti di coloro che, per un motivo o per l’altro,
hanno perso quel volo. Un disastro evitato di poco,
inconsapevolmente, per circostanze spesso fortuite.
Il grande problema discende dal fatto che, quando si gestiscono i
risparmi di un cliente, tutti i disastri evitati non si vedono. Non si
vedono perché troppe cose succedono sui mercati finanziari e il
cliente si è affidato a voi proprio per non occuparsene. Quello che
lui vede è soltanto l’andamento dei diversi comparti nel “suo
portafoglio”. E queste differenze ci sono, ed è bene che ci siano,
proprio perché il portafoglio è ben diversificato. Come fare in
modo che il nostro cliente veda le “cause” giuste, veda anche i
guai che non sono successi, abbia le emozioni corrette, invece che
rimpianti, emozioni cioè che alla lunga distruggono un rapporto?
Continueremo nella prossima lezione e, intanto, buone vacanze!