La stampa 3d in architettura - Marco MuscogiuriFaberLab
I vantaggi offerti dalla stampa 3D ad Architetti, Ingenieri, Designer,: se ne è parlato durante l'incontro di venerdì 6 novembre 2015 al Faberlab di Tradate, “La stampa 3D in architettura” dedicato a tutti quei professionisti – architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori – interessati ad acquisire una nuova professionalità in tema di digitalizzazione.
Relatore Marco Muscogiuri, architetto, docente e ricercatore del Politecnico di Milano.
Calendario 2019 con le foto dei progetti dello studio Concept Architettura, i compleanni degli architetti, designer e stilisti che hanno segnato la storia e le fiere di settore del 2019
Liceo Classico Francesco Vivona Reading CornersSerena Rubino
Il progetto dei reading corners ha mosso i suoi primi passi già nella ricerca della committenza di una nuova spazialità per la biblioteca del Liceo Classico "Francesco Vivona" di Roma.
Come in diversi casi architettonici, l’edificio nella sua configurazione attuale è il risultato di una serie di interventi realizzati negli anni al fine di migliorarne la qualità funzionale, sebbene in maniera unidirezionale. La scuola ha infatti diversi spazi e laboratori, ha saputo adeguare il proprio edificio ad un numero crescente di studenti, e dispone di un ampio spazio polifunzionale che ospita la biblioteca e l’aula magna. Questo tipo di “espansione della funzione” ha prodotto una serie di innovazioni per quanto riguarda la didattica frontale e le risorse della scuola, ma non ha avuto alcuna interazione con i nuovi modi di fruizione della cultura e nello specifico con le nuove esigenze di lettura. Quindi, trovando diversi punti di contatto tra le necessità e volontà dell’utenza e lo stato di fatto dell’edificio, è stato possibile individuare degli spazi di risulta nei corridoi, che sono stati riconvertiti in reading corners.
I punti fondamentali della progettazione sono stati: la ricerca di una nuova spazialità all’interno di un perimetro prestabilito; la progettazione dello spazio attraverso arredi di design che favoriscono un clima di serenità e curiosità; uno studio dei materiali, delle forme e dei colori da utilizzare al fine di proporre una rosa di scelte cromatiche, sulla base delle quali la committenza ha potuto esprimere una preferenza; l’ideazione di diverse soluzioni di trattamento delle pareti dei reading corners al fine di renderli degli spazi riconoscibili ed identificabili; e la possibilità di rendere questa realizzazione un processo collettivo, in cui gli studenti possono contribuire con le proprie energie.
I principali risultati di questo processo progettuale e creativo sono la realizzazione dei reading corners non solo come spazio e insieme di arredi con una specifica funzione, ma come “oggetto architettonico” che funziona singolarmente, in un sistema, o ancora meglio può essere l’elemento guida per un’eventuale ampliamento e sistemazione di altre parti della scuola. Questa qualità è necessaria in termini di sostenibilità dell’intervento, poiché laddove la realizzazione di un progetto unitario e coevo non è possibile, è necessario puntare su micro-progetti versatili, costituiti da elementi mobili, replicabili e integrabili in possibili realtà future. Infine, il reading corner può essere considerato un elemento tipologico, esportabile in altre scuole, avendo cura di contestualizzarlo non solo cromaticamente ma anche spazialmente, senza intaccare le sue qualità intrinseche.
Il progetto dei reading corners ha mosso i suoi primi passi già nella ricerca della committenza di una nuova spazialità per la biblioteca del Liceo Classico "Francesco Vivona" di Roma. Come in diversi casi architettonici, l’edificio nella sua configurazione attuale è il risultato di una serie di interventi realizzati negli anni al fine di migliorarne la qualità funzionale, sebbene in maniera unidirezionale. La scuola ha infatti diversi spazi e laboratori, ha saputo adeguare il proprio edificio ad un numero crescente di studenti, e dispone di un ampio spazio polifunzionale che ospita la biblioteca e l’aula magna. Questo tipo di “espansione della funzione” ha prodotto una serie di innovazioni per quanto riguarda la didattica frontale e le risorse della scuola, ma non ha avuto
alcuna interazione con i nuovi modi di fruizione della cultura e nello specifico con le nuove esigenze di lettura. Quindi, trovando diversi punti di contatto tra le necessità e volontà dell’utenza e lo stato di fatto dell’edificio, è stato possibile individuare degli spazi di risulta nei corridoi, che sono
stati riconvertiti in reading corners.
I punti fondamentali della progettazione sono stati: la ricerca di una nuova spazialità all’interno di un perimetro prestabilito; la progettazione dello spazio attraverso arredi di design che favoriscono un clima di serenità e curiosità; uno studio dei materiali, delle forme e dei colori da utilizzare al fine di proporre una rosa di scelte cromatiche, sulla base delle quali la committenza ha potuto esprimere una preferenza; l’ideazione di diverse soluzioni di trattamento delle pareti dei reading corners al fine di renderli degli spazi riconoscibili ed identificabili; e la possibilità di rendere questa realizzazione un processo collettivo, in cui gli studenti possono contribuire con le proprie energie.
I principali risultati di questo processo progettuale e creativo sono la realizzazione dei reading corners non solo come spazio e insieme di arredi con una specifica funzione, ma come “oggetto architettonico” che funziona singolarmente, in un sistema, o ancora meglio può essere l’elemento guida
per un’eventuale ampliamento e sistemazione di altre parti della scuola. Questa qualità è necessaria in termini di sostenibilità dell’intervento, poiché laddove la realizzazione di un progetto unitario e coevo non è possibile, è necessario puntare su micro-progetti versatili, costituiti da elementi mobili,
replicabili e integrabili in possibili realtà future. Infine, il reading corner può essere considerato un elemento tipologico, esportabile in altre scuole, avendo cura di contestualizzarlo non solo cromaticamente ma anche spazialmente, senza intaccare le sue qualità intrinseche.
La stampa 3d in architettura - Marco MuscogiuriFaberLab
I vantaggi offerti dalla stampa 3D ad Architetti, Ingenieri, Designer,: se ne è parlato durante l'incontro di venerdì 6 novembre 2015 al Faberlab di Tradate, “La stampa 3D in architettura” dedicato a tutti quei professionisti – architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori – interessati ad acquisire una nuova professionalità in tema di digitalizzazione.
Relatore Marco Muscogiuri, architetto, docente e ricercatore del Politecnico di Milano.
Calendario 2019 con le foto dei progetti dello studio Concept Architettura, i compleanni degli architetti, designer e stilisti che hanno segnato la storia e le fiere di settore del 2019
Liceo Classico Francesco Vivona Reading CornersSerena Rubino
Il progetto dei reading corners ha mosso i suoi primi passi già nella ricerca della committenza di una nuova spazialità per la biblioteca del Liceo Classico "Francesco Vivona" di Roma.
Come in diversi casi architettonici, l’edificio nella sua configurazione attuale è il risultato di una serie di interventi realizzati negli anni al fine di migliorarne la qualità funzionale, sebbene in maniera unidirezionale. La scuola ha infatti diversi spazi e laboratori, ha saputo adeguare il proprio edificio ad un numero crescente di studenti, e dispone di un ampio spazio polifunzionale che ospita la biblioteca e l’aula magna. Questo tipo di “espansione della funzione” ha prodotto una serie di innovazioni per quanto riguarda la didattica frontale e le risorse della scuola, ma non ha avuto alcuna interazione con i nuovi modi di fruizione della cultura e nello specifico con le nuove esigenze di lettura. Quindi, trovando diversi punti di contatto tra le necessità e volontà dell’utenza e lo stato di fatto dell’edificio, è stato possibile individuare degli spazi di risulta nei corridoi, che sono stati riconvertiti in reading corners.
I punti fondamentali della progettazione sono stati: la ricerca di una nuova spazialità all’interno di un perimetro prestabilito; la progettazione dello spazio attraverso arredi di design che favoriscono un clima di serenità e curiosità; uno studio dei materiali, delle forme e dei colori da utilizzare al fine di proporre una rosa di scelte cromatiche, sulla base delle quali la committenza ha potuto esprimere una preferenza; l’ideazione di diverse soluzioni di trattamento delle pareti dei reading corners al fine di renderli degli spazi riconoscibili ed identificabili; e la possibilità di rendere questa realizzazione un processo collettivo, in cui gli studenti possono contribuire con le proprie energie.
I principali risultati di questo processo progettuale e creativo sono la realizzazione dei reading corners non solo come spazio e insieme di arredi con una specifica funzione, ma come “oggetto architettonico” che funziona singolarmente, in un sistema, o ancora meglio può essere l’elemento guida per un’eventuale ampliamento e sistemazione di altre parti della scuola. Questa qualità è necessaria in termini di sostenibilità dell’intervento, poiché laddove la realizzazione di un progetto unitario e coevo non è possibile, è necessario puntare su micro-progetti versatili, costituiti da elementi mobili, replicabili e integrabili in possibili realtà future. Infine, il reading corner può essere considerato un elemento tipologico, esportabile in altre scuole, avendo cura di contestualizzarlo non solo cromaticamente ma anche spazialmente, senza intaccare le sue qualità intrinseche.
Il progetto dei reading corners ha mosso i suoi primi passi già nella ricerca della committenza di una nuova spazialità per la biblioteca del Liceo Classico "Francesco Vivona" di Roma. Come in diversi casi architettonici, l’edificio nella sua configurazione attuale è il risultato di una serie di interventi realizzati negli anni al fine di migliorarne la qualità funzionale, sebbene in maniera unidirezionale. La scuola ha infatti diversi spazi e laboratori, ha saputo adeguare il proprio edificio ad un numero crescente di studenti, e dispone di un ampio spazio polifunzionale che ospita la biblioteca e l’aula magna. Questo tipo di “espansione della funzione” ha prodotto una serie di innovazioni per quanto riguarda la didattica frontale e le risorse della scuola, ma non ha avuto
alcuna interazione con i nuovi modi di fruizione della cultura e nello specifico con le nuove esigenze di lettura. Quindi, trovando diversi punti di contatto tra le necessità e volontà dell’utenza e lo stato di fatto dell’edificio, è stato possibile individuare degli spazi di risulta nei corridoi, che sono
stati riconvertiti in reading corners.
I punti fondamentali della progettazione sono stati: la ricerca di una nuova spazialità all’interno di un perimetro prestabilito; la progettazione dello spazio attraverso arredi di design che favoriscono un clima di serenità e curiosità; uno studio dei materiali, delle forme e dei colori da utilizzare al fine di proporre una rosa di scelte cromatiche, sulla base delle quali la committenza ha potuto esprimere una preferenza; l’ideazione di diverse soluzioni di trattamento delle pareti dei reading corners al fine di renderli degli spazi riconoscibili ed identificabili; e la possibilità di rendere questa realizzazione un processo collettivo, in cui gli studenti possono contribuire con le proprie energie.
I principali risultati di questo processo progettuale e creativo sono la realizzazione dei reading corners non solo come spazio e insieme di arredi con una specifica funzione, ma come “oggetto architettonico” che funziona singolarmente, in un sistema, o ancora meglio può essere l’elemento guida
per un’eventuale ampliamento e sistemazione di altre parti della scuola. Questa qualità è necessaria in termini di sostenibilità dell’intervento, poiché laddove la realizzazione di un progetto unitario e coevo non è possibile, è necessario puntare su micro-progetti versatili, costituiti da elementi mobili,
replicabili e integrabili in possibili realtà future. Infine, il reading corner può essere considerato un elemento tipologico, esportabile in altre scuole, avendo cura di contestualizzarlo non solo cromaticamente ma anche spazialmente, senza intaccare le sue qualità intrinseche.
2. -AmmarEloueini nasce a Beirut in Libano nel 1968 -Frequenta l’Ecole d’Architetcture a Parigi e studia in alcune Università negli Stati Uniti, ad esempio nella Columbia University, dove si laurea con un Master in Scienza del Design Architettonico nel 1996. -Fonda nel 1997 a Parigi lo studio AEDS (Ammar EloueiniDigit-all Studio), un premiato studio di Design di Architettura, Design del Prodotto e Digital Media. A partire dal 1999 lo studio opera con sedi in Europa e negli Stati Uniti e sin dalla sua creazione si occupa di progetti su scale diverse e in diverse località geografiche. -Nel 2001 gli viene consegnato il “NouveauxAlbumsdesJeunesArchitectes”, il più importante riconoscimento del Ministero della Cultura Francese per gli architetti under 35. -Tra il 1999 e il 2005, Ammar Eloueini presiede il Digital Media Program e insegna Progettazione, Teoria e Costruzione Digitale presso la Universityof Illinois a Chicago. -Il lavoro di Ammar Eloueini fa parte di quattro collezioni permanenti: MoMA, MuseumofModern Art di New York, il Centro Canadese di Architettura a Montreal, il Centre Georges Pompidou di Parigi e il Museo Ogden ofSouthern Art di New Orleans. -Eloueini attualmente è Professore Associato all'Università di Tulane e lavora regolarmente come redattore di tesi all’ENCSI di Parigi. Biografia
3. -Divine Detail AIA New Orleans Chapter 2010-Divine Detail AIA New Orleans Chapter 2010-Divine Detail AIA New Orleans Chapter 2009-Project AIA New Orleans Chapter 2009-Flip a Strip Competition Second Prize, Scottsdale Museum of Contemporary Art, 2008-Emerging Voices Architectural League NY 2007-"Aides a la creation" VIA Grant 2006-2007-Divine Detail AIA Chicago Chapter 2006-Divine Detail AIA Chicago Chapter 2005-Interior Architecture AIA Chicago Chapter 2005-Modern + Design + Function DWR & TENbyTEN 2004-Emerging Visions Chicago Architectural Club 2003-Possible FuturesBienalMiami+Beach 2003-Nouveaux Albums des JeunesArchitectes French Ministry of Culture 2001 – 2002-Far Eastern International Digital Architectural Design Award FEIDAD 2002-Graham Foundation Grant 2001-Far Eastern International Digital Architectural Design Award FEIDAD 2001-Villa Medicis Hors les Murs French Ministry of Culture 1998 PremiedOnorificenze
4. -“L’architettura digitale è possibile e realistica nel mondo del “non-digitale”. -Eloueini infatti, appartiene ad una generazione di architetti che stanno definendo un nuovo repertorio di design e di tecniche di realizzazione che conducono verso un linguaggio architettonico molto provocatorio e personale e allo stesso tempo, innovativo e spaziale. -Il suo orientamento concettuale e teorico è basato sull'uso di sistemi dinamici e non lineari per rispondere alle attuali complessità architettoniche ed urbane. -“Io credo che i progetti sui quali stiamo lavorando appartengano ad un discorso più ampio, che include i cambiamenti e le nuove applicazioni del design nell’era digitale.” -Rispetto al dibattito tra box e blob, due opposti principi formali in architettura, l’uno caratterizzato da configurazioni spaziali geometriche, l’altro da forme più organiche, rese possibili grazie all’uso del computer, Eloueini afferma che ormai l'architettura, concepita grazie alla tecnica digitale, può ritenersi pienamente soddisfacente e stimolante. -Eloueini è uno tra i primi ad iniziare una ricerca creativa piegata ai processi di realizzazione CNC (Computer NumericallyControlled): da semplici principi di modelli bidimensionali a più complessi prodotti tridimensionali. Contribuisce a creare una piattaforma per l’esplorazione del cosiddetto Computer Aided Design (CAD) e per creare nuove strutture spaziali. -Eloueini sviluppa una firma personale, un know-how tecnico e nuove sensibilità formali e materiali, coerenti e rigorose. Pensiero
31. Dopo 4 anni di progettazione, 3 diversi siti, 2 permessi e una variante dalla città di New Orleans, la costruzione della J-House inizia. Fasi della costruzione I 76 pali sono arrivati al sito.
34. La macchina a getto d’acqua Fasi della costruzione Assemblaggio della struttura del lucernario Assemblaggio delle casseforme per le fondazioni
35. Bibliografia: AmmarEloueini, CoReFab, Luigi PrestinenzaPuglisi and Greg Lynn, Oro Editions, 2006. AmmarEloueini, Digital Gothic: The Construction and the Shaping of Space in the Electronic Era (IT Revolution in Architecture), Birkhäuser, 2003. Siti web: http://www.digit-all.net/ http://www.digit-all.net/AEDSBLOG Contatti: info@digit-all.net 5, rue de l'harmonie75015 ParisFrancephone / fax + 33 1 48 42 49 44 365 Canal Street Suite 1575New Orleans LA 70130USAphone / fax + 1 504 599 2131 enquiries@burohappold.com Bibliografia, siti web, contatti