The University Hospital "Luigi Sacco"of Vialba has a long history linked to the evolution of the medical care of Milan and its province.
La realtà ospedaliera, oltre a rappresentare un momento di cura e di speranza per tutti coloro che vivono l’esperienza della malattia, costituisce anche un punto di riferimento per la comunità cittadina dove è inserita.
L’ospedale di Vialba, ad esempio, ha alle spalle una lunga storia forse non molto conosciuta ma profondamente radicata nella tradizione assistenziale di Milano e della sua provincia.
Ospedali e territorio. L' Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano-ItalyMaurizio De Filippis
From an epidemiological point of view, Tuberculosis and AIDS have marked the history and evolution of "Luigi Sacco" hospital throughout the last century. Since 2016 "Sacco" hospital is part of ASST with "Fatebenefratelli", "Macedonio Melloni" and "Vittore Buzzi" as a result of the regional law of social-health service No. 23 of 11 August 2015.
Tubercolosi e AIDS nel corso del Novecento hanno caratterizzato -da un punto di vista epidemiologico- la storia della salute in Italia e l’evoluzione degli indirizzi di cura dell’ospedale “Luigi Sacco” di Milano confluito -a partire dal 1° gennaio 2016- in un’unica ASST con ”Fatebenefratelli e Oftalmico”, “Macedonio Melloni” e “Vittore Buzzi” per effetto della legge regionale lombarda di riforma del servizio socio-sanitario n. 23 dell'11 agosto 2015.
From an epidemiological point of view, Tuberculosis and AIDS have marked the history and evolution of "Luigi Sacco" hospital throughout the last century. Since 2016 "Sacco" hospital is part of ASST with "Fatebenefratelli", "Macedonio Melloni" and "Vittore Buzzi" as a result of the regional law of social-health service No. 23 of 11 August 2015.
Tubercolosi e AIDS nel corso del Novecento hanno caratterizzato -da un punto di vista epidemiologico- la storia della salute in Italia e l’evoluzione degli indirizzi di cura dell’ospedale “Luigi Sacco” di Milano confluito -a partire dal 1° gennaio 2016- in un’unica ASST con ”Fatebenefratelli e Oftalmico”, “Macedonio Melloni” e “Vittore Buzzi” per effetto della legge regionale lombarda di riforma del servizio socio-sanitario n. 23 dell'11 agosto 2015.
The University Hospital "Luigi Sacco"of Vialba has a long history linked to the evolution of the medical care of Milan and its province.
La realtà ospedaliera, oltre a rappresentare un momento di cura e di speranza per tutti coloro che vivono l’esperienza della malattia, costituisce anche un punto di riferimento per la comunità cittadina dove è inserita.
L’ospedale di Vialba, ad esempio, ha alle spalle una lunga storia forse non molto conosciuta ma profondamente radicata nella tradizione assistenziale di Milano e della sua provincia.
Ospedali e territorio. L' Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano-ItalyMaurizio De Filippis
From an epidemiological point of view, Tuberculosis and AIDS have marked the history and evolution of "Luigi Sacco" hospital throughout the last century. Since 2016 "Sacco" hospital is part of ASST with "Fatebenefratelli", "Macedonio Melloni" and "Vittore Buzzi" as a result of the regional law of social-health service No. 23 of 11 August 2015.
Tubercolosi e AIDS nel corso del Novecento hanno caratterizzato -da un punto di vista epidemiologico- la storia della salute in Italia e l’evoluzione degli indirizzi di cura dell’ospedale “Luigi Sacco” di Milano confluito -a partire dal 1° gennaio 2016- in un’unica ASST con ”Fatebenefratelli e Oftalmico”, “Macedonio Melloni” e “Vittore Buzzi” per effetto della legge regionale lombarda di riforma del servizio socio-sanitario n. 23 dell'11 agosto 2015.
From an epidemiological point of view, Tuberculosis and AIDS have marked the history and evolution of "Luigi Sacco" hospital throughout the last century. Since 2016 "Sacco" hospital is part of ASST with "Fatebenefratelli", "Macedonio Melloni" and "Vittore Buzzi" as a result of the regional law of social-health service No. 23 of 11 August 2015.
Tubercolosi e AIDS nel corso del Novecento hanno caratterizzato -da un punto di vista epidemiologico- la storia della salute in Italia e l’evoluzione degli indirizzi di cura dell’ospedale “Luigi Sacco” di Milano confluito -a partire dal 1° gennaio 2016- in un’unica ASST con ”Fatebenefratelli e Oftalmico”, “Macedonio Melloni” e “Vittore Buzzi” per effetto della legge regionale lombarda di riforma del servizio socio-sanitario n. 23 dell'11 agosto 2015.
R. Villano - L’antica spezieria del complesso ospitaliero della S.S. Annunzia...Raimondo Villano
“L’antica spezieria del complesso ospitaliero della S.S. Annunziata di Sulmona”, Atti e Memorie dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, Rubrica Memorie dell’AISF, Anno XXVIII n. 1, Belluno, Aprile 2011, pagg. 13-24 (tiratura 2.000 copie)
Il Sanatorio di Vialba in "Vivere insieme la periferia", n.3, XXII, 2023, p.30.Maurizio De Filippis
Vialba e Roserio un tempo erano Comuni autonomi. In seguito sono diventati frazioni del Comune di Musocco aggregato a sua volta a Milano nel 1923. La via Orsini, di cui è rimasta una traccia storica lungo il muro di cinta dell'Ospedale Sacco, univa i due borghi. Qui nel 1927 veniva posta la prima pietra di quello che fu il Sanatorio di Vialba, oggi Ospedale "Luigi Sacco", ultimato nel 1931. La struttura è una pietra miliare nella storia ospedaliera italiana.
#OspedaleLuigiSaccoMilano #GrandeMilano1923 #associazionevecchiamiciquartoggiaro #quartoggiarovivibile
Raimondo Villano - Spunti di cultura farmaceutica correlati al senso della st...Raimondo Villano
This conference first discusses the issues, peculiarities and problems related to the barycentric sense of history, reaching in deductive should put emphasis on having a cultural, social and scientific memory, then develops an analysis on the role of memory as important element of collective identity, sense memory health in the arts, the essence and logic of subtraction facts to oblivion, and finally on the seat of divine epiphany in the interweaving of time and eternity. In the second part, however, have addressed the technical and methodological paradigms of historical sciences, the conceptual approach to history and methodology, heuristics historiography of science, the insights about the history of art and health, in particular, historical aspects of archiving and management of museums and various insights on the use values of information technology to improve the study and enhance the dissemination of medical history. Are also given notes and reflections relating to aspects of the historyof the Italian Risorgimento and, in particular, the process of unification of Italy in the healthcare and pharmaceutical. National days of pharmaceutical culture - First Session, Italian Academy of the History of Pharmacy, Regional Museum of Natural Science, Turin, 09 April 2011.
R. Villano - Il farmacista nell'unità d'Italia (parte 1-2)Raimondo Villano
historic social excursus on the figure of the pharmacist in the years of independence. The difficult work of administrative harmonization. Pharmacopoeia including "Punto Effe
R. Villano - Approdo romano del S.M. Ordine di MaltaRaimondo Villano
with a presentation by Mons. Prof. Raffaele Ferriero, Penitentiary of the Cathedral of Naples and Rector of the Church of San Ferdinando di Napoli; under the patronage of the Academy of the History of Health Art and Chiron dpt Hystart. According to S.E. Ven. Balì Grand Cross of Justice Fra 'Franz VON LOBSTEIN, former Grand Prior of Rome and Member of the Sovereign Council of the Sovereign Military Order of Malta, "the book stands out for in-depth information and smoothness of exposure". Appreciated by numerous civil, religious and melitensian authorities, including: the Head of State, the Holy Father, S.A. E.ma the Prince and Grand Master of the SMOM, various rulers of Europe and High Prelates. It is in various prestigious governmental, scientific, historical, professional institutions, in many Italian Institutes of Culture, in various religious, pontifical and Vatican institutions, in many specialist, civic and national libraries in Italy and abroad, including: Quirinale; Vatican CITY; Magistral Library of the Sovereign Military Order of Malta; Casa de la Zarzuela, Madrid-Spain; Residence of the Archduke of Luxembourg; Royal Palace of Albert II of Belgium; Palais du Prince de Monaco-Montecarlo; National Academy of Sciences called the XL; Central Juridical-Rome
Ci sono due modi per accostarsi a questo articolo. Il primo è quello di sfruttarlo, per penetrare in un ambito del magistero della Chiesa, quello specificamente rivolto ai farmacisti, di significativo rilievo, ma ancora poco conosciuto e divulgato. Credo che Raimondo Villano sia stato il primo a raccogliere, in questo ambito, materiali importanti, sofisticati, ma non di facile accessibilità. Li ha raccolti con estrema precisione e attenzione, li ha ampiamente trascritti e citati e soprattutto li ha sottoposti a commenti non solo intelligenti e rispettosi, ma soprattutto esegeticamente rigorosi e corretti. Villano guida il lettore ad apprezzare come negli anni gli interventi magisteriali si arricchiscono, si precisano, acquistano valenze nuove, anche linguisticamente, e soprattutto entrano in un contatto sempre più stretto con la realtà della modernità, con le grandi questioni dottrinali e pratiche che siamo ormai avvezzi a ricomprendere sotto la denominazione complessiva (e forse non del tutto corretta) di Bioetica. Il senso ultimo della sua fatica viene quasi subito colto dal lettore di buona volontà: da Papa a Papa, da Pio XII a Papa Giovanni, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, fino a Benedetto XVI l’impegno dottrinale e pastorale della Chiesa si fa sempre più evidente, sempre più teoreticamente calibrato, sempre più immerso in un orizzonte di complessità davvero inquietante. Quella di Villano non è una cronaca e meno che mai una generica esaltazione della Chiesa docente: è un’occasione per ribadire una verità che molti oggi vorrebbero mettere in un angolo per meglio marginalizzarla. Una verità che si traduce in una provocazione: gli insegnamenti della Chiesa, in ogni ambito (e per ciò che qui rileva, nell’ambito bioetico), non solo fanno parte costitutiva della storia, ma la orientano, la indirizzano e (arriverei a dire, esasperando un poco il mio discorso) le fanno violenza, le impongono cioè di tematizzare ciò che altrimenti verrebbe escluso da qualsivoglia riflessione di etica pubblica. Villano ha saputo cogliere questo punto e dobbiamo essergliene grati. C’è però anche un altro modo per trarre profitto dalla lettura di questo libro. Da esso infatti emerge il grande, e per molti forse inaspettato, rilievo del farmaco come vero e proprio problema bioetico. Il tema dell’obiezione di coscienza dei farmacisti, che è andato lentamente crescendo in questi ultimi decenni, è solo uno tra i tanti temi che rivelano non solo la complessità, ma soprattutto la nobiltà di questa professione. È un tema tuttora tragicamente aperto e controverso: chi vorrà leggere con attenzione quanto il Magistero pontificio si sia impegnato in tal senso e con quanta intelligenza critica, non potrà che essere ulteriormente grato a Raimondo Villano per il lavoro da lui fatto e che ha messo a nostra disposizione (Giuseppe D'AGOSTINO, Bioeticista di rango internazionale)
Educazione alle stelline nel quadriennio socialista 1915 1918CristinaCenedella1
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
Con l’epiteto di “Papessa rossa”, “Papessa Linda” o “Papessa del socialismo milanese” venne designata dalla stampa cattolica la socialista Linda Malnati (1855-1921), consigliera delegata dalla giunta socialista di Emilio Caldara all’Orfanotrofio femminile di Milano, nel periodo compreso tra il 1915 e il 1918.
L’epiteto alla Malnati venne dato dalla stampa cattolica e di destra, a seguito dei tentativi di laicizzazione dell’orfanotrofio, mediante la diminuzione della pratiche religiose quotidiane. E’ possibile ricostruire la vicenda attraverso il carteggio e i ritagli di stampa raccolti da don Mosé Merli, sacerdote interno al collegio e uno dei protagonisti dei fatti. La documentazione ha l’eloquente titolo di “Carteggio riferentesi agli anni 19[1]5-1918 durante l’imperversare del socialismo e della consigliera delegata sig.ra Linda Malnati”.
R. Villano - L’antica spezieria del complesso ospitaliero della S.S. Annunzia...Raimondo Villano
“L’antica spezieria del complesso ospitaliero della S.S. Annunziata di Sulmona”, Atti e Memorie dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, Rubrica Memorie dell’AISF, Anno XXVIII n. 1, Belluno, Aprile 2011, pagg. 13-24 (tiratura 2.000 copie)
Il Sanatorio di Vialba in "Vivere insieme la periferia", n.3, XXII, 2023, p.30.Maurizio De Filippis
Vialba e Roserio un tempo erano Comuni autonomi. In seguito sono diventati frazioni del Comune di Musocco aggregato a sua volta a Milano nel 1923. La via Orsini, di cui è rimasta una traccia storica lungo il muro di cinta dell'Ospedale Sacco, univa i due borghi. Qui nel 1927 veniva posta la prima pietra di quello che fu il Sanatorio di Vialba, oggi Ospedale "Luigi Sacco", ultimato nel 1931. La struttura è una pietra miliare nella storia ospedaliera italiana.
#OspedaleLuigiSaccoMilano #GrandeMilano1923 #associazionevecchiamiciquartoggiaro #quartoggiarovivibile
Raimondo Villano - Spunti di cultura farmaceutica correlati al senso della st...Raimondo Villano
This conference first discusses the issues, peculiarities and problems related to the barycentric sense of history, reaching in deductive should put emphasis on having a cultural, social and scientific memory, then develops an analysis on the role of memory as important element of collective identity, sense memory health in the arts, the essence and logic of subtraction facts to oblivion, and finally on the seat of divine epiphany in the interweaving of time and eternity. In the second part, however, have addressed the technical and methodological paradigms of historical sciences, the conceptual approach to history and methodology, heuristics historiography of science, the insights about the history of art and health, in particular, historical aspects of archiving and management of museums and various insights on the use values of information technology to improve the study and enhance the dissemination of medical history. Are also given notes and reflections relating to aspects of the historyof the Italian Risorgimento and, in particular, the process of unification of Italy in the healthcare and pharmaceutical. National days of pharmaceutical culture - First Session, Italian Academy of the History of Pharmacy, Regional Museum of Natural Science, Turin, 09 April 2011.
R. Villano - Il farmacista nell'unità d'Italia (parte 1-2)Raimondo Villano
historic social excursus on the figure of the pharmacist in the years of independence. The difficult work of administrative harmonization. Pharmacopoeia including "Punto Effe
R. Villano - Approdo romano del S.M. Ordine di MaltaRaimondo Villano
with a presentation by Mons. Prof. Raffaele Ferriero, Penitentiary of the Cathedral of Naples and Rector of the Church of San Ferdinando di Napoli; under the patronage of the Academy of the History of Health Art and Chiron dpt Hystart. According to S.E. Ven. Balì Grand Cross of Justice Fra 'Franz VON LOBSTEIN, former Grand Prior of Rome and Member of the Sovereign Council of the Sovereign Military Order of Malta, "the book stands out for in-depth information and smoothness of exposure". Appreciated by numerous civil, religious and melitensian authorities, including: the Head of State, the Holy Father, S.A. E.ma the Prince and Grand Master of the SMOM, various rulers of Europe and High Prelates. It is in various prestigious governmental, scientific, historical, professional institutions, in many Italian Institutes of Culture, in various religious, pontifical and Vatican institutions, in many specialist, civic and national libraries in Italy and abroad, including: Quirinale; Vatican CITY; Magistral Library of the Sovereign Military Order of Malta; Casa de la Zarzuela, Madrid-Spain; Residence of the Archduke of Luxembourg; Royal Palace of Albert II of Belgium; Palais du Prince de Monaco-Montecarlo; National Academy of Sciences called the XL; Central Juridical-Rome
Ci sono due modi per accostarsi a questo articolo. Il primo è quello di sfruttarlo, per penetrare in un ambito del magistero della Chiesa, quello specificamente rivolto ai farmacisti, di significativo rilievo, ma ancora poco conosciuto e divulgato. Credo che Raimondo Villano sia stato il primo a raccogliere, in questo ambito, materiali importanti, sofisticati, ma non di facile accessibilità. Li ha raccolti con estrema precisione e attenzione, li ha ampiamente trascritti e citati e soprattutto li ha sottoposti a commenti non solo intelligenti e rispettosi, ma soprattutto esegeticamente rigorosi e corretti. Villano guida il lettore ad apprezzare come negli anni gli interventi magisteriali si arricchiscono, si precisano, acquistano valenze nuove, anche linguisticamente, e soprattutto entrano in un contatto sempre più stretto con la realtà della modernità, con le grandi questioni dottrinali e pratiche che siamo ormai avvezzi a ricomprendere sotto la denominazione complessiva (e forse non del tutto corretta) di Bioetica. Il senso ultimo della sua fatica viene quasi subito colto dal lettore di buona volontà: da Papa a Papa, da Pio XII a Papa Giovanni, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, fino a Benedetto XVI l’impegno dottrinale e pastorale della Chiesa si fa sempre più evidente, sempre più teoreticamente calibrato, sempre più immerso in un orizzonte di complessità davvero inquietante. Quella di Villano non è una cronaca e meno che mai una generica esaltazione della Chiesa docente: è un’occasione per ribadire una verità che molti oggi vorrebbero mettere in un angolo per meglio marginalizzarla. Una verità che si traduce in una provocazione: gli insegnamenti della Chiesa, in ogni ambito (e per ciò che qui rileva, nell’ambito bioetico), non solo fanno parte costitutiva della storia, ma la orientano, la indirizzano e (arriverei a dire, esasperando un poco il mio discorso) le fanno violenza, le impongono cioè di tematizzare ciò che altrimenti verrebbe escluso da qualsivoglia riflessione di etica pubblica. Villano ha saputo cogliere questo punto e dobbiamo essergliene grati. C’è però anche un altro modo per trarre profitto dalla lettura di questo libro. Da esso infatti emerge il grande, e per molti forse inaspettato, rilievo del farmaco come vero e proprio problema bioetico. Il tema dell’obiezione di coscienza dei farmacisti, che è andato lentamente crescendo in questi ultimi decenni, è solo uno tra i tanti temi che rivelano non solo la complessità, ma soprattutto la nobiltà di questa professione. È un tema tuttora tragicamente aperto e controverso: chi vorrà leggere con attenzione quanto il Magistero pontificio si sia impegnato in tal senso e con quanta intelligenza critica, non potrà che essere ulteriormente grato a Raimondo Villano per il lavoro da lui fatto e che ha messo a nostra disposizione (Giuseppe D'AGOSTINO, Bioeticista di rango internazionale)
Educazione alle stelline nel quadriennio socialista 1915 1918CristinaCenedella1
https://www.lamemoriadellavoro.it/it/
Con l’epiteto di “Papessa rossa”, “Papessa Linda” o “Papessa del socialismo milanese” venne designata dalla stampa cattolica la socialista Linda Malnati (1855-1921), consigliera delegata dalla giunta socialista di Emilio Caldara all’Orfanotrofio femminile di Milano, nel periodo compreso tra il 1915 e il 1918.
L’epiteto alla Malnati venne dato dalla stampa cattolica e di destra, a seguito dei tentativi di laicizzazione dell’orfanotrofio, mediante la diminuzione della pratiche religiose quotidiane. E’ possibile ricostruire la vicenda attraverso il carteggio e i ritagli di stampa raccolti da don Mosé Merli, sacerdote interno al collegio e uno dei protagonisti dei fatti. La documentazione ha l’eloquente titolo di “Carteggio riferentesi agli anni 19[1]5-1918 durante l’imperversare del socialismo e della consigliera delegata sig.ra Linda Malnati”.
Manovre dell'ente eccles. per l'usurpazione 25sett13.doc
1. 1
Le manovre dell’Ente Ecclesiastico per impadronirsi
dell’Ospedale Civile Fr. Miulli di Acquaviva delle
Fonti
Il giureconsulto avv. Francesco Miulli lasciò nel 1713 l’intero suo patrimonio in eredità “a lo Spedale di
Acquaviva seu a li poveri infermi di Acquaviva”. Dunque non alla Chiesa. Eppure un sedicente e
fantomatico Ente Ecclesiastico (il Vescovo? la Diocesi?), attraverso falsi storici e abusive manovre
burocratico-amministrative, ha metamorfizzato l’Ospedale in Ente Ecclesiastico, annettendoselo da
padrone. Ma due recenti sentenze, nn.2522 e 2529, del Consiglio di Stato del 09 maggio 2013, hanno
precisato che l’Ente Ecclesiastico gestisce l’Ospedale ‘Miulli’, non si identifica con esso ma è entità
giuridica distinta. Dunque, l’operazione di ecclesiasticizzare e fagocitare, anche patrimonialmente,
l’Ospedale Civile Miulli, è immorale (contro il settimo comandamento), illecita (contro le leggi) e
giuridicamente mostruosa. Come si è sviluppata?
1) L’Ospedale Civile Miulli nella sua storia e nei riconoscimenti ufficiali
Negli atti d’archivio del Decurionato di Acquaviva (l’Amministrazione Comunale dell’epoca), l’Ospedale
viene sempre ritenuto e poi definito come “Ospedale Pubblico e Civile di Acquaviva”, come afferma
anche lo Statuto Organico, tuttora vigente, approvato con il massimo e incontrovertibile suggello
giuridico del Decreto Reale di Umberto I del 27 dicembre 1896. Questo fu perorato dal Ministro
dell’Interno Rudinì, dopo che la bozza di Statuto era stata approvata dal Consiglio Comunale di
Acquaviva delle Fonti (20.1.1896) e dalla Giunta Provinciale Amministrativa di Bari (28.4.1896), e giusta
il parere del Consiglio di Stato, ai sensi della legge n. 6972/1890 sulle “Istituzioni Pubbliche di
Assistenza e Beneficenza/IPAB”.
Stante il Decreto Reale nulla mutò con i Patti Lateranensi del 1929, che pure regolarizzarono la materia
ecclesiastica. Non vi fu nessuna modifica, perché era pacifico, scontato e sancito che l’Ospedale Miulli
era per sua natura un’istituzione pubblica e civile, affidata all’Arciprete per il solo governo e neppure in
modo esclusivo, ponendosi l’alternanza (obbligatoria) del Sindaco, in caso di mancato adempimento delle
volontà testamentarie, alternanza che costituiva un’evidente conferma di assoluta non-ecclesiasticità
dell’istituzione.
In quanto “Ospedale Civile Miulli” e avendo una media giornaliera di 90 degenze, il 5 agosto 1939 fu
ufficialmente classificato come “Ospedale di terza categoria”. Il 22 novembre 1962 di seconda
categoria e il 17 giugno 1967, vantando n.785 posti-letto, il Medico Provinciale “DECRETA: è variata
la classifica dell’Ospedale Civile Miulli di Acquaviva d. F. … in Ospedale Generale di 1^
categoria”. Il 7.9.1967 il Ministero della Sanità decretava: “L’Amministrazione dell’Ospedale Civile
di Acquaviva d.F. è autorizzata ad istituire una scuola per infermieri”. Sono tutti atti di ufficiale
testimonianza giuridica, adottati per l’Ospedale Miulli in quanto ente civile e pubblico. Come
confermano pure i contratti di lavoro dei dipendenti e la loro iscrizione all’INADEL e poi ENPDAP,
enti di previdenza per i dipendenti di enti pubblici. E come ancora dimostrano i finanziamenti destinati
all’Ospedale Civile Miulli, per l’ampliamento dei reparti (es. Collone) con fondi della Cassa Depositi e
Prestiti, riservati esclusivamente agli enti pubblici.
2) L’emanazione della legge n. 132/1968 e le manovre ecclesiastiche
Ma il 12.2.1968 fu emanata la legge n. 132, detta legge Mariotti con il seguente oggetto: “Enti
ospedalieri e assistenza ospedaliera”. La legge, all’art. 3, disponeva che le IPAB (e il Miulli era tale)
fossero dichiarate dalle costituende Regioni “enti ospedalieri…equiparati all’amministrazione dello
Stato”.
2. 2
Il Governatore dell’Ospedale, mons. D’Erchia ritenne di utilizzare l’ininterrotto governo ecclesiastico per
provocare una metamorfosi della natura giuridica dell’Ospedale e inserirlo tra gli enti ecclesiastici,
sottraendolo alle pastoie e controlli burocratici, e agendo più liberamente nel fiorente clientelismo
democristiano e socialista. In quel momento, se pure ecclesiastico, l’Ospedale sarebbe rimasto un
patrimonio della Città, sede di “Praelatura Nullius Dioecesis”, in sé autonoma e indipendente da altre
Diocesi.
Ed invece con l’avvento nel 1986 della Diocesi Murgiana (Gravina, Altamura, Santeramo,
Spinazzola, Acquaviva, ecc.), questa ha diritto di incamerare il patrimonio pubblico dell’Ospedale,
fatto diventare (illegalmente) ecclesiastico, nonostante la vigenza del Testamento e del Decreto Reale di
Umberto I, unico decreto istitutivo per l’Ospedale Miulli, dichiarato di natura pubblica/IPAB, mentre
nessun Decreto o accenno di ecclesiasticità esiste nella documentazione storica sia civile che
vaticana o ecclesiastica.
Il Governatore mons. Antonio D’Erchia, suggerito e sostenuto dal Segretario Generale avv. Santino
Ventura, dal 1968 avviò una fitta pressione epistolare col Vaticano e con i Parlamentari Baresi,
soprattutto democristiani, sollecitandoli a produrre una dichiarazione di ente ecclesiastico per l’Ospedale,
giustificandola con l’ininterrotto governo dell’Arciprete di Acquaviva. Allo scopo allegava un apposito
‘Promemoria’, infarcito di annotazioni storiche false o manipolate, al fine di insinuarne l’ecclesiasticità
‘ab origine’. Ma sia il Vaticano che i parlamentari, come Aldo Moro, apparvero perplessi sull’azzardata
l’operazione di trasformazione di un’istituzione civile in un ente ecclesiastico, e neppure per effetto
dell’ininterrotto, ma insufficiente, governo dell’Arciprete o invocando un’eventuale, ma giuridicamente
inapplicabile, usucapione.
3) L’avvento del Governatore mons. Enrico Nicodemo
Ma nell’autunno del 1969, mons. Enrico Nicodemo, Arcivescovo di Bari dal 1952, divenne anche
Amministratore Apostolico di Acquaviva, e quindi Governatore dell’Ospedale Miulli. Con un prestigio
ed un peso molto maggiori di mons D’Erchia, sia sul Vaticano che sul ceto politico, egli scrisse
subito al Presidente della Regione, il democristiano avv. Gennaro Trisorio Liuzzi, suo amico e consulente
legale della Curia barese, chiedendo che l’Ospedale Miulli fosse dichiarato Ospedale Generale
Regionale, di natura ecclesiastica, potendo vantare oramai 1.130 posti-letto e la crescita anche di
reparti e servizi. Nel frattempo riuscì ad ottenere dal Ministro dell’Interno dei pareri favorevoli,
seppure insufficienti, ad una ecclesiasticità ‘ab origine’dell’Ospedale. Di conseguenza il Prefetto di
Bari, il 18 marzo 1971, avvertiva gli uffici provinciali di controllo, come il CPAB, che l’Ospedale
doveva considerarsi ecclesiastico e quindi escluso, a norma del Concordato, dai normali controlli
burocratici sugli enti pubblici di assistenza e beneficenza.
Ed invece era ovvio che tutti quei pareri ministeriali erano giuridicamente inidonei a definire o peggio
cambiare la natura ecclesiastica dell’Ospedale, come successivamente (26.11.1976), defunto oramai
mons.Nicodemo, doveva riconoscere onestamente il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga, con
lettera inviata al Presidente della Regione Puglia, affermando che quelli dei precedenti Ministri erano
semplici pareri non vincolanti, ed era compito della Regione pronunciarsi ai sensi dell’art. 4 della legge
132/1968.
4) L’Ospedale Miulli classificato Ospedale Generale Regionale
La Giunta Regionale il 25.10.1972 deliberava la classificazione del Miulli come Ospedale Generale
Regionale, senza, tuttavia, che a norma di legge essa interferisse con la sua natura giuridica. Il
Presidente Trisorio Liuzzi, l’8.1.1973, emise, di conseguenza, senza implicazione di ecclesiasticità, il
decreto di classificazione. Ma mons. Nicodemo lo rimbrottò immediatamente e il Presidente dovette, il 12
febbraio, precipitosamente emettere un secondo decreto, questa volta ai sensi dei commi 5 e 6 dell’art.
3. 3
1 della 132/1968, relativi agli enti ecclesiastici, come ‘imposto’ da mons. Nicodemo e senza neppure
tornare in Giunta Regionale per fare approvare la sostanziale modifica, che evidentemente temeva
sarebbe stata respinta.
E tuttavia, l’8 maggio 1974, una sentenza del Pretore di Acquaviva, Francesco Montaruli, in una
causa di lavoro ripercorse la storia del Miulli, concludendo che trattavasi di “Opera Pia appartenente
alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza di prima classe”. Il Comune, per parte sua,
nominò tre illustri giureconsulti, M. S. Giannini, C. Carbone e M. Troccoli, affinché producessero un
‘parere pro veritate’ sulla natura giuridica dell’Ospedale. Conclusero affermando che l’Ospedale era
una istituzione pubblica di assistenza e beneficenza ai sensi della legge n. 6972/1890 e non aveva mai
avuto fine di culto o di religione.
5) La lettera del Ministro dell’Interno Cossiga e la sentenza del TAR
Il 25 novembre 1976 arrivò, come già riferito, la lettera del Ministro dell’Interno Francesco Cossiga, che
non attribuiva alcun valore vincolante ai pareri dei suoi predecessori e invitava la Regione Puglia ad
ossequiare la legge 132/1968. Il Consiglio Comunale, subito dopo, il 3 dicembre 1976, invitava, e
perfino diffidava il Predente della Regione, ad emettere il decreto, tuttora atteso, di riconoscimento
della natura giuridica di ente ospedaliero per l’Ospedale Miulli, ai sensi dell’art. 3 della legge
132/1968.
Intanto i successivi Governatori del ‘Miulli’, mons. Giacomo Palombella e mons. Salvatore Isgrò,
inviavano altri promemoria al Ministero dell’Interno, ulteriormente infarciti di falsità, manipolazioni e
distorsioni storiche. Ma ora il Ministero aveva mutato atteggiamento e si atteneva alla norme che
imponevano una rigida procedura per ottenere il riconoscimento, implicante il Decreto del Capo
dello Stato, sentito il Consiglio di Stato oltre al consenso del Consiglio Comunale di Acquaviva delle
Fonti. I due Governatori, stando così le cose, chiesero (11.3.1975 e 9.11.1976) .allo stesso Ministero di
soprassedere alla richiesta di riconoscimento di ecclesiasticità per l’Ospedale Miulli, che restava
dunque pubblico e non ecclesiastico.
Ma pochi mesi dopo il TAR Puglia di Bari, con sentenza 340 del 26.4.1977, utilizzava le fallaci
ricostruzioni storiche dei promemoria dei Governatori per affermare, prevaricando le sue competenze, che
l’Ospedale Miulli era da considerarsi ‘ente ecclesiastico conservato’. Ed invece cinque anni dopo, l’11
maggio 1982, la Cassazione civile a sezioni unite dichiarava che in presenza del Decreto Reale era
incontrovertibile la natura di Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza-IPAB. Il giudice
poteva intervenire solo in assenza del Decreto Reale. La sentenza del TAR Puglia, pertanto, non
aveva nessuna valenza e nessuno spiraglio restava per l’Ente Ecclesiastico. E la stessa Prefettura il
30.9.1985 scriveva all’Ospedale dichiarando “la natura non ecclesiastica dell’Ospedale’, già ribadita
nella comunicazione del 12.9.1984. La questione era definitivamente chiusa con il naufragio del
fantomatico Ente Ecclesiastico.
6) Il nuovo Concordato con la S. Sede e il fraudolento Attestato del 1.10.1987
Ma la legge applicativa dei nuovi Patti Lateranensi del 1984, la legge n.222/1985, obbligava gli Enti
Ecclesiastici ad iscriversi presso il Registro delle Persone Giuridiche del Tribunale entro il 1987. E il
Regolamento di esecuzione della legge, il DPR n. 33/1987 art.15, consentiva agli Enti Ecclesiastici, “in
luogo del decreto di riconoscimento”, di allegare alla richiesta di iscrizione un ‘Attestato’ del Ministro
dell’Interno, in cui dovevano indicarsi “gli elementi che dimostrano il possesso della personalità
giuridica civile da parte dell’ente”. Il Governatore del ‘Miulli’, ha sfruttato questo sotterfugio,
nonostante che i precedenti Governatori avessero soprasseduto alla ecclesiasticità e la Prefettura ne avesse
dichiarato “la natura non ecclesiastica”. Egli ha occultato illecitamente il Decreto Reale, lo Statuto e
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il Testamento (e ciò costituisce reato,art.85, l.6972/1890) ed ha chiesto, come se fosse già un Ente
Ecclesiastico, il famigerato ‘Attestato’. E’ stato così concesso, l’1.10.1987, un ‘Attestato’ fraudolento
ed illegale, con questi ulteriori vizi dirimenti :
è firmato non dal Ministro dell’Interno, ma da un sedicente Direttore Generale;
non ha il numero di protocollo a garanzia della registrazione da parte dell’ufficio competente;
non allega nessun decreto della S.Sede attestante l’ecclesiasticità;
si basa esclusivamente sulla sentenza del TAR Puglia, favorevole all’Ente Ecclesiastico, ma
ignorando ( o fingendo) la sentenza della Cassazione n. 2922 dell’11.5.1982, che l’aveva caducata, perché il
giudice, come detto, non doveva pronunciarsi in presenza del Decreto Reale, come quello del Miulli;
non indica, anzi occulta, commettendo reato, “gli elementi che dimostrano il possesso della
personalità giuridica civile” , che per il Miulli sono il Testamento, il Decreto Reale e lo Statuto;
afferma che l’Ospedale Miulli è un Ente Ecclesiastico civilmente riconosciuto, mentre l’unico
riconoscimento dell’Ospedale nella sua storia era ed è quello del Decreto Reale di Umberto I che lo ha
dichiarato IPAB e cioè Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza e non Ente Ecclesiastico.
Infine, in quanto semplice attestato, quello del 1.10.1987 non aveva e non ha il potere di
trasformare
in ecclesiastica la natura giuridica pubblica e civile dell’Ospedale Miulli. La sentenza n. 114 del
Consiglio di Stato del 20.2.1960 infatti afferma: “è da escludere che un ente pubblico possa venir
meno per atto del potere esecutivo, se la soppressione non è prevista da una espressa norma di
legge”. Eppure quel fraudolento e fasullo ’attestato’ è l’unico fondamento giuridico dell’Ente
Ecclesiastico!
6) Il governo abusivo ed autocratico dell’Ente Ecclesiastico e la voragine
debitoria
Ottenuto l’anomalo ed illegittimo riconoscimento, la Dirigenza Ecclesiastica il 16 dicembre chiese al
Tribunale di Bari l’iscrizione nel Registro delle Persone giuridiche come Ente Ecclesiastico,
ottenendola in tre giorni e venendo con ciò autorizzata ad agire nei negozi giuridici. Ma questi, per le
anomalie denunciate, presentano un grave rischio di nullità per millantata titolarità ecclesiastica,
perseguibile anche penalmente.
Strappato questo indebito ed illecito riconoscimento, è cominciata subito da parte dell’Ente Ecclesiastico
una gestione autoritaria, autocratica e padronale dell’Ospedale Miulli, trasgredendo perfino il Diritto
Canonico che obbliga (canoni 1277, 1279,1280, 1281 ecc.) ad amministrare i beni ecclesiastici secondo
le Tavole di Fondazione e gli Statuti dei rispettivi enti. Ed invece il Vescovo-Governatore:
1) ha estromesso da ogni coinvolgimento il Capitolo della Cattedrale, cui il Testamento affida il
compito di vigilare sulla gestione economica con il potere di nomina del Procuratore e Revisore dei Conti;
2) ha estromesso dal Consiglio dell’Ospedale i due rappresentanti del Comune, mentre il Consiglio
Comunale, che storicamente perfino approvava i bilanci dell’Ospedale, è stato del tutto estromesso da
ogni coinvolgimento, ed è stato nel 1997 perfino diffidato dal Governatore mons. Superbo di occuparsi
dell’Ospedale, retto, secondo la sua singolare arroganza pseudogiuridica, da convenzioni internazionali
(?);
3) sono stati prevaricati i diritti di partecipazione della Città, mentre l’Ente Ecclesiastico ha amministrato
l’Ospedale in modo chiuso, opaco, senza trasparenza, né partecipazione istituzionale, né
rendicontazione e neppure verso le istituzioni deputate al controllo dell’Ospedale secondo la legge e la
storia;
4) il potere ecclesiastico autocratico nell’amministrazione ha prodotto, senza la prescritta selezione dei
pubblici concorsi, la subordinazione ad affaristi spregiudicati tesi al profitto, causando spese eccessive ed
incontrollate con il risultato di produrre l’attuale dannosa voragine debitoria , che si cerca di
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scaricare sui fornitori e sull’incolpevole personale, che ad ogni livello ha ben lavorato e fatto grande
l’Ospedale;
5) il codice civile, art. 2221, afferma che nella procedura di fallimento fallisce l’imprenditore e non
l’azienda, perché questa è giusto che continui a produrre e, nel caso dell’Ospedale, come istituzione
pubblica che offre un servizio necessario e irrinunciabile ai Cittadini e non può accedere al concordato
preventivo né può fallire. Risulta vano lo stratagemma del Governatore dell’Ospedale di iscrizione tardiva,
rispetto alla precedente attività, presso la Camera di Commercio (REA), come piccola impresa privata.
Il Consiglio Comunale storicamente ha sempre controllato l’Ospedale, come Opera Pia cittadina ed ha il
diritto/dovere di pretendere l’osservanza delle leggi, del Decreto Reale e del Testamento, calpestati
dall’Ente Ecclesiastico. L’Ospedale Miulli, come l’omologo ‘Galliera’ di Genova, va portato nell’alveo
della legge 132/1968. A viso aperto, per dovere d’ufficio e di lealtà verso la Comunità, superando vecchie
ignavie o connivenze, responsabili di gravi danni per la Città, come la perdita del Tribunale, il Consiglio
Comunale deve difendere l’Ospedale cittadino, i suoi lavoratori insieme ai suoi infermi, pretendendo
dalla parte ecclesiastica, indiziabile del reato di usurpazione e di bancarotta, che si faccia carico
onestamente delle sue responsabilità e dei risarcimenti dovuti. Occorre correttezza, legalità e
collaborazione con la Magistratura, per evitare che tra potenti e politici, in una zona (ecclesiastica)
franca, sopravvivano ancora indegni mercimoni ai danni dell’Ospedale e della Comunità. Occorre per
l’interesse collettivo cacciare mercanti e sanguisughe dal tempio dell’Istituzione caritativa cittadina
dell’Ospedale Miulli, prima così florida ed onesta.
Acquaviva delle Fonti, 10 ottobre 2013
Associazione pro Fondazione Ospedale Miulli
Comitato Cittadino in difesa dell’Ospedale Miulli (080-762909- 3389145709)
Cittadinanzattiva di Acquaviva d.F. – Assemblea del Sud-Est Barese