Jerzy Rudnicki, Senior Product Manager di Risen Energy spiega a quali parametri prestare attenzione nella realizzazione di impianti residenziali, C&I o su scala utility
MFR22, l’innovazione energetica sostenibile firmata Eni
Ad ogni installazione il suo modulo fv: Risen Energy aiuta ad orientarsi
1. Ad ogni installazione il suo modulo fv: Risen Energy aiuta ad orientarsi
Jerzy Rudnicki, Senior Product Manager di Risen Energy spiega a quali parametri prestare
attenzione nella realizzazione di impianti residenziali, C&I o su scala utility
Link: https://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/adattamento-moduli-fotovoltaici-tipo-
installazione
Quando si progetta un impianto fotovoltaico sia che si tratti di una piccola installazione
residenziale, che di un impianto su scala commerciale -industriale o di una grande centrale su
scala utility, è importante che tutti i componenti lavori in perfetta sinergia. Come non
sbagliare? Lo spiega Jerzy Rudnicki, Senior Product Manager di Risen Energy in un
editoriale pubblicato su Rinnovabili.it. La prima questione da considerare, scrive Rudnicki, è
cosa influisce sulla resa di un impianto fotovoltaico. Sia i fattori esterni, come le condizioni
meteorologiche, il posizionamento e il collegamento dei pannelli, l’ombreggiamento, lo
sporco, l’affidabilità dell’inverter ecc. che quelli relativi ai moduli stessi. In questo secondo
caso è necessario fare attenzione a 4 criteri, i cui valori possono essere facilmente reperiti
nelle schede di catalogo disponibili: l’efficienza del modulo, l’efficienza del retro (fattore
2. bifacciale) nel caso di pannelli bifacciali, il coefficiente di temperatura e la perdita di
efficienza. Ma non solo.
Perché non è consigliabile utilizzare moduli fotovoltaici ad alta potenza in installazioni
residenziali?
Iniziamo con un’installazione su tetto residenziale. I moderni moduli per micro installazioni
sono di dimensioni relativamente ridotte e relativamente leggeri. Ad esempio, il modulo
Risen RSM40-8-410M (410 W) pesa 21 kg e, se posizionato verticalmente a terra, è alto al
massimo quanto il suo installatore (175 cm). Tali parametri faciliteranno l’installazione su
tetti dalle forme limitate e spesso complicate (si pensi alle pendenze e all’ombreggiatura). Un
modulo grande non solo sarà più difficile da spostare fino al tetto, ma avrà anche opzioni di
montaggio limitate (ad esempio, opzioni di montaggio orizzontali limitate).
Un altro problema è la compatibilità con l’inverter. I moduli di grandi dimensioni hanno
spesso parametri di corrente aumentati, adattati agli inverter su scala utility. Il realtà tali
pannelli possono essere collegati a un piccolo inverter domestico e funzionerà nella maggior
parte dei casi. Sfortunatamente, l’efficienza di tale installazione, specialmente nelle giornate
di sole, sarà limitata e senza alcun ritorno per gli utenti.
Perché non utilizzare moduli fotovoltaici a bassa potenza per installazioni commerciali e
su larga scala?
A parte il fatto che spesso i moduli delle piccole installazioni sono monofacciali – quindi, in
pratica perderemmo il potenziale vantaggio del retro dei bifacciali – il loro utilizzo in grandi
progetti aumenterebbe inutilmente i costi indirettamente legati ad essi. Stiamo parlando di
cavi, lavori di sterro o persino strutture di supporto.
Quali sono queste spese extra?
E’ necessario osservare la topologia di un tipico impianto fotovoltaico. I moduli fotovoltaici
sono collegati in serie in stringhe e queste sono solitamente collegate direttamente
all’inverter. Una struttura residenziale avrà una di queste stringhe, al massimo due. Una
commerciale ne avrà molti. Per questo motivo, ottimizzandone i costi, si cercherà di
progettare stringhe con il maggior numero possibile di moduli, in modo che, a parità di
potenza totale dell’impianto, il numero delle prime sia il più basso possibile. Ogni stringa è
collegata singolarmente all’inverter. Aumentando le sue dimensioni a scapito della sue
quantità, otterrai un risparmio. La dimensione massima della stringa dipende dai parametri
di tensione dei moduli stessi, dove il limite è la tensione massima consentita dell’inverter sul
lato CC.
3. Facendo i calcoli, possiamo vedere che per realizzare un impianto ad esempio con una
potenza di 4 MW, utilizzando i moduli delle piccole installazioni precedentemente
menzionati, RSM40-8-410M con una potenza di 410 W, dovremmo costruire 295 stringhe con
una dimensione massima (33 moduli per stringa). Utilizzando i moduli più diffusi con una
potenza superiore di 550W e tecnologia delle celle M10 (182mm), ridurremo efficacemente il
numero minimo di stringhe, raggiungendo anche i 4 MW di potenza installata.
Un’ulteriore analisi mostra allo stesso modo il vantaggio dei moduli con celle G12 grandi
(210 mm) rispetto alle M10 più piccole. Ebbene, i moduli con tecnologia G12, aventi la
stessa potenza, ma una corrente più alta e una tensione più bassa, ridurranno nuovamente il
numero necessario di stringhe.
L’ultimo elemento è aggiungere al confronto un modulo di tipo N ad alta efficienza con
tecnologia ad eterogiunzione (HJT), ad esempio il modello RSM110-8-575-BHDG, G12 con
una potenza di 575W. Qui otteniamo un numero di stringhe simile a quello del caso
precedente, ma poiché siamo di fronte ad una notevole differenza di efficienza a favore
dell’HJT, a parità di potenza di progetto, nel caso di moduli HJT occuperemo circa il 4,35%
di terreno in meno. E, grazie a questo, risparmieremo su cavi, lavori di sterro e costruzione.