Intervento al convegno Performatività del dominio organizzato dal Giardino dei ciliegi a Firenze (27-29 settembre 2019).
Prendendo spunto e avvio dal libro "Sguardi che contano. Il cinema al tempo della visibilità lesbica” (Iacobelli editore 2019), nel mio intervento ho approfondito il ruolo sociale e la rappresentazione cinematografica/televisiva della butch. Partendo dal sempre verde dibattito sull’immagine positiva delle lesbiche, Jack Halberstam, ad esempio, si posiziona in modo più sfumato rispetto alla spesso rigida richiesta di una rappresentazione ‘corretta’, richiesta che peraltro si ascrive ad una data cultura tendenzialmente bianca, borghese, monogamica, rispettosa della legge e altre pubbliche virtù. Ovviamente la richiesta, giusta soprattutto in tempi in cui la mannaia del ‘bury your gays’ non risparmiava nessuna, non ha prodotto un immaginario più ricco e variegato di tante e diverse figurazioni dell’essere e del vivere, ma al contrario ne è risultata una contrazione che ha cancellato le identità che erano state stereotipate, le butch appunto. Può essere quindi utile rileggere alcuni prodotti della cinematografia e della serialità televisiva, anche quelli che sono sembrati alle più una sorta di vetrina per la lesbofobia, per identificare nella butch una sorta di avamposto di resistenza lesbica e femminista. Una rappresentazione che è prodotta e a sua volta produce e rilancia una lotta di genere, affermando il valore della diversità, che non è solo quello dell’orientamento sessuale, ma anche di classe, di etnia, di dis/abilità. E’ evidente che, al tempo del queer, può sembrare anacronistico parlare di butch e non vi è dubbio che le comunità lesbiche si siano in parte scrollate di dosso le rigide categorizzazioni che hanno segnato negativamente la rappresentazione sia femminile sia maschile. Tuttavia, in tempi di ipervisibilità lesbica nella cultura visuale mainstream, la lesbica mascolina ha subito e ancora subisce varie manomissioni che può essere interessante approfondire.
2. In “Fun Home,” you wrote about becoming a connoisseur of
masculinity at a young age. Today a young person like you would be
more likely to identify as transgender than gay. Is the butch lesbian
endangered? I think the way I first understood my lesbianism, before I
had more of a political awareness of it, was like: Oh, I’m a man
trapped in a female body. I would’ve just gone down that road if it had
been there. But I’m so glad it wasn’t, because I really like being this
kind of unusual woman. I like making this new space in the world.
Among lesbians of a certain generation, there’s an ambivalence about
the emergence of the transgender identity. I’m not totally tapped into
that world, but I feel like people are more open to the genderqueer
identity — they’re trans, but they’re not necessarily having surgery.
There’s less of this binary pull, I think.
butch
Il paradosso
Alison
Bechdel
temporale della
4. Bury your butch
Films utilize what disability theorist Elizabeth
Donaldson calls the 'psychiatric gaze,' a
technique in which the camera diagnoses a
butch character as 'sick' or 'crazy' and invites
the viewer to participate vicariously in this
diagnosis.Anton Dimin
5. Barely butch
Negli anni 80 la butch è stata quasi completamente eliminata per mondare il cinema
lesbico con quello che era considerato un molto odiato stereoTpo. La butch è una lesbica
ma è anche uno stereoTpo della lesbica. La sua scomparsa al cinema doveva portare una
nuova era di immagini posiTve.
La storia delle butch è spesso
stata vista come la storia della
lesbofobia al cinema. Ma la
butch non ha solo un registro
negaTvo. Prima dell’emersione
d i u n c i n e m a l e s b i c o
indipendente, la butch era
l’unico modo per registrare una
v a r i a z i o n e s e s s u a l e
nell’ambiente repressivo di
Hollywood.
6. Bound
La locandina del film offre un'immagine allettante del
lesbismo- Jennifer Tilly nei panni di Violet, la femme del
film nel suo vestito seducente, che lancia occhiate
esplicite nei confronti di Gina Gershon, dura di aspetto
con la canottiera e il braccio tatuato. Gershon interpreta
la butch, Corky, e ne dà una rappresentazione forte (e
innegabilmente sexy)”. Questa immagine, quella della
locandina ma anche tutte quelle che la rappresentano
nel film, segnano in modo differente la mascolinità di
Gershon; ha il marchio della butch, e per estensione non
casuale della classe operaia, per aspetto, modi di fare e
p a r t i c o l a r i a b i l i t à i d r a u l i c h e , “ m a è
contemporaneamente marcata come femminile con le
sue labbra imbronciate alla Julia Roberts, i capelli che le
cadono sugli occhi (…) e particolare non irrilevante è il
suo corpo femminile e convenzionalmente attraente che
vediamo completamente nudo, non quello di Tilly.
7. Che tipo di lesbica è
‘uscita allo scoperto’
negli anni ’90? Più
precisamente, a che tipo
d i l e s b i c a è stato
permesso di apparire nei
panorami culturali
dominanti?
Go
Fish
8. Quando la butch bianca appare nel campo della
rappresentazione visiva, la sua identità è
intimamente legata alla possibilità di
transizione (ftm), senza vivere la tensione delle
"guerre di confine ... tra queste due modalità di
identificazione" (Halberstam) . Alla luce di ciò,
sembrerebbe più facile per la supremazia
eteronormativa bianca accettare il
transgenderismo, che sostiene i tradizionali
binari di genere, piuttosto che sostenere l'idea
del lesbismo bianco e butch.
The
L word
9. Nonostante Carol sia "efficace come una storia
d'amore tout court" per Patricia White è
indubbio che il film evochi una fantasia
specificamente lesbica. Avrebbe dovuto, a suo
giudizio, osare di più, scavalcando con maggior
forza alcune delle trappole disseminate sul
percorso; si scivola un po’ troppo, a suo
giudizio, nel lesbismo predatorio di Carol e
nell’ammiccare al rapporto madre / figlia tra le
due donne. White lamenta proprio quello che il
film avrebbe potuto essere se avesse spostato
l’akenzione, esteTca e formale, sulla scena della
New York lesbica di quegli anni.
Siamo nel Greenwich Village degli anni '50, lo
spazio miTco dei bar lesbici, le storie tra
butch e femme, i raid della polizia (…) a deka
di tuo, Highsmith era una frequentatrice
assidua di quei bar. Invece di graTficare il
desiderio di vedere come fosse veramente la
New York lesbica, Carol descrive il mondo di
un’amante, al di fuori del quale, citando
Barthes, tuko è irreale.
Carol
14. Ever
Can you
forgive me?
Nel freddo inverno di una New York degli anni ’90, Lee
Israel è una butch, una sorta di versione moderna,
miserabile ma non ridicolizzata, di June Buckridge (la
già citata Sister George): sovrappeso, poco incline alla
pulizia, asociale, ubriacona, che preferisce i gatti agli
umani. E’ l’identità lesbica alla sua rappresentabilità
minima, qualcuna di cui ci eravamo quasi dimenticate,
tanto da non ricordare quanto ci stesse mancando.
17. A volte ritornano
Federica Fabbiani
La rappresentazione della buch al cinema e in TV
Performatività del dominio - Il Giardino dei ciliegi - Firenze, 28 settembre 2019
Grazie!