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Lo straordinario successo dei referendum su acqua e energia
                      compie un anno
Il 13 giugno, in tutta Italia, i movimenti referendari tornano in piazza per ricordare il successo
   dei referendum e denunciare ler mancate risposte della politica nazionale e delle ammini-
    strazioni locali. A MIlano, cinque giorni di mobilitazione in difesa del voto referendario.




                            dal 13 al 17 Giugno
                         Acqua e energia
        A un anno dal referendum il mio voto va rispettato!
                   Cinque Giornate di informazione, dibattito, confronto
                     su tutto quello che è successo e non è successo
                               rispetto alle scelte referendarie

                        via Dante, angolo via Giulini
                                 ore 17-20
 	     13   giugno: Rispettare i Referendum, rispettare la democrazia!
 	     14   giugno: Terra, bene comune.
 	     15   giugno: Acqua, bene comune.
 	     16   giugno: Aria, bene comune.
 	     17   giugno: Sole, bene comune.
 Ci saranno sportelli aperti su energia, consumo critico, immigrazione; incontri di
 alfabetizzazione alla finanza a cura del GIT Milano di Banca Etica; presentazione di
 libri sui beni comuni.
 ORGANIZZATO DA ASSOCIAZIONE ENERGIA FELICE E COMITATO MILANESE ACQUA PUBBLICA

                                                                                                DEL REFER
                                                                                            TA'          EN
                                                                                         ON
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                                                                        RA




                                                                                                                          RE
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                                                                                                               C.
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                                                                                         A .V              O
                                                                                             .R.A.) COMITAT
Che fine hanno fatto i referendum e i 27 milioni di nostri voti?
Ad un anno dal successo straordinario dei Referendum, siamo purtroppo nella condizione
di dover denunciare l’assenza di ogni risposta, da parte dell’esecutivo come da parte
delle amministrazioni locali, alle scelte di indirizzo espresse dai 27 milioni di cittadini che li
hanno votati. Attraverso l’abrogazione dell’articolo 23bis (1° quesito) e del DL 112/2008 (3°
quesito), la maggioranza dei cittadini si è espressa per la gestione pubblica e partecipata
dei servizi pubblici essenziali e contro la costruzione di centrali nucleari. Eppure, nei mesi
successivi e fino a questi giorni, si sono susseguite norme che hanno teso a rendere di
nuovo obbligatoria la privatizzazione dei servizi, promettendo anche incentivi ai Comuni che
li privatizzeranno, mentre nulla è stato fatto per chiudere i nuovi piani e mettere in sicurezza
il vecchio nucleare. Le scelte espresse attraverso i referendum sembrano non contare nulla,
sono ignorate e perfino contraddette dalle decisioni politiche nazionali e regionali, così
come dai progetti che alcuni grandi Comuni portano avanti. Due esempi per tutti:
il Comune di Roma vuole vendere ACEA, i Comuni di Milano e Torino progettano insieme
una grande Multiutility del Nord.
La Multiutility si costruirebbe sulla fusione di Iren e A2A per poi estendersi ad HERA e altre
società, creando una grande impresa di servizi da cui i Comuni si ritirerebbero a favore di
una maggiore partecipazione di soci privati. L’obiettivo è di riunire i servizi di tutto il Nord in
un “grande polo energetico capace di competere sul piano internazionale”. Energia, acqua
e rifiuti delle nostre città sarebbero gestiti da managers liberati dal controllo dei Comuni ma
soggetti al controllo delle banche, le sole in grado di garantire capitale fresco per finanziare
società oggi oberate da debiti per almeno 6-7miliardi. Alcuni Consigli comunali, come
quello di Genova, si sono già espressi contro il progetto, ma Milano che pure l’ha lanciato
insieme con Torino non ne ha ancora discusso né in Giunta né in Consiglio comunale. La
creazione di multiutility sempre più grandi e sempre più lontane dai territori su cui agiscono
non è solo, a nostro avviso, una scelta fallimentare come dimostrano i bilanci in rosso di
A2A, Iren, Hera ecc., ma è soprattutto una scelta pericolosa che estrometterebbe i Comuni
dalla responsabilità sui servizi e pregiudicherebbe la possibilità di costruire infrastrutture
decentrate per un modello energetico diffuso, pulito, legato al territorio.
Nonostante i Referendum, si continua dunque a proporre come "unica possibile" sempre la
stessa soluzione: vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio. 27 milioni di voti
hanno scelto una via esattamente opposta: i beni comuni gestiti sul territorio da imprese
totalmente pubbliche con la partecipazione della cittadinanza; i servizi idrici sottratti alla
remunerazione del capitale; l’abbandono di ogni piano nucleare a favore di modalità di
conversione ecologica basata su efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili.
Sono gli stessi principi affermati dalle Proposte di Legge d’Iniziativa Popolare presentate da
tempo al Parlamento.
• Chiediamo che il Parlamento prenda in esame le DUE PROPOSTE DI LEGGE
D’INIZIATIVA POPOLARE, quella per la Tutela, governo e gestone pubblica delle
acque, presentata nel 2007, e quella per lo Sviluppo dell’efficienza energetica e
delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima, presentata nel 2010.
• Chiediamo che il Comune di Milano abbandoni la via pericolosa e
antidemocratica della Multiutility del Nord, che apra Tavoli di lavoro per affrontare
il ridisegno dei servizi idrici, energetici e dei rifiuti in modo partecipato,
trasparente, aperto al confronto con la cittadinanza, che faccia propria la volontà
referendaria di gestire questi servizi nel territorio, attraverso strutture pubbliche
o ripubblicizzate e con modalità di effettiva partecipazione.

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13 giugno Acqua e Energia

  • 1. Lo straordinario successo dei referendum su acqua e energia compie un anno Il 13 giugno, in tutta Italia, i movimenti referendari tornano in piazza per ricordare il successo dei referendum e denunciare ler mancate risposte della politica nazionale e delle ammini- strazioni locali. A MIlano, cinque giorni di mobilitazione in difesa del voto referendario. dal 13 al 17 Giugno Acqua e energia A un anno dal referendum il mio voto va rispettato! Cinque Giornate di informazione, dibattito, confronto su tutto quello che è successo e non è successo rispetto alle scelte referendarie via Dante, angolo via Giulini ore 17-20 13 giugno: Rispettare i Referendum, rispettare la democrazia! 14 giugno: Terra, bene comune. 15 giugno: Acqua, bene comune. 16 giugno: Aria, bene comune. 17 giugno: Sole, bene comune. Ci saranno sportelli aperti su energia, consumo critico, immigrazione; incontri di alfabetizzazione alla finanza a cura del GIT Milano di Banca Etica; presentazione di libri sui beni comuni. ORGANIZZATO DA ASSOCIAZIONE ENERGIA FELICE E COMITATO MILANESE ACQUA PUBBLICA DEL REFER TA' EN ON DU L VO M TTUARE LA ANTI NUCLEA RA RE PE C. ( A .V O .R.A.) COMITAT
  • 2. Che fine hanno fatto i referendum e i 27 milioni di nostri voti? Ad un anno dal successo straordinario dei Referendum, siamo purtroppo nella condizione di dover denunciare l’assenza di ogni risposta, da parte dell’esecutivo come da parte delle amministrazioni locali, alle scelte di indirizzo espresse dai 27 milioni di cittadini che li hanno votati. Attraverso l’abrogazione dell’articolo 23bis (1° quesito) e del DL 112/2008 (3° quesito), la maggioranza dei cittadini si è espressa per la gestione pubblica e partecipata dei servizi pubblici essenziali e contro la costruzione di centrali nucleari. Eppure, nei mesi successivi e fino a questi giorni, si sono susseguite norme che hanno teso a rendere di nuovo obbligatoria la privatizzazione dei servizi, promettendo anche incentivi ai Comuni che li privatizzeranno, mentre nulla è stato fatto per chiudere i nuovi piani e mettere in sicurezza il vecchio nucleare. Le scelte espresse attraverso i referendum sembrano non contare nulla, sono ignorate e perfino contraddette dalle decisioni politiche nazionali e regionali, così come dai progetti che alcuni grandi Comuni portano avanti. Due esempi per tutti: il Comune di Roma vuole vendere ACEA, i Comuni di Milano e Torino progettano insieme una grande Multiutility del Nord. La Multiutility si costruirebbe sulla fusione di Iren e A2A per poi estendersi ad HERA e altre società, creando una grande impresa di servizi da cui i Comuni si ritirerebbero a favore di una maggiore partecipazione di soci privati. L’obiettivo è di riunire i servizi di tutto il Nord in un “grande polo energetico capace di competere sul piano internazionale”. Energia, acqua e rifiuti delle nostre città sarebbero gestiti da managers liberati dal controllo dei Comuni ma soggetti al controllo delle banche, le sole in grado di garantire capitale fresco per finanziare società oggi oberate da debiti per almeno 6-7miliardi. Alcuni Consigli comunali, come quello di Genova, si sono già espressi contro il progetto, ma Milano che pure l’ha lanciato insieme con Torino non ne ha ancora discusso né in Giunta né in Consiglio comunale. La creazione di multiutility sempre più grandi e sempre più lontane dai territori su cui agiscono non è solo, a nostro avviso, una scelta fallimentare come dimostrano i bilanci in rosso di A2A, Iren, Hera ecc., ma è soprattutto una scelta pericolosa che estrometterebbe i Comuni dalla responsabilità sui servizi e pregiudicherebbe la possibilità di costruire infrastrutture decentrate per un modello energetico diffuso, pulito, legato al territorio. Nonostante i Referendum, si continua dunque a proporre come "unica possibile" sempre la stessa soluzione: vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio. 27 milioni di voti hanno scelto una via esattamente opposta: i beni comuni gestiti sul territorio da imprese totalmente pubbliche con la partecipazione della cittadinanza; i servizi idrici sottratti alla remunerazione del capitale; l’abbandono di ogni piano nucleare a favore di modalità di conversione ecologica basata su efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili. Sono gli stessi principi affermati dalle Proposte di Legge d’Iniziativa Popolare presentate da tempo al Parlamento. • Chiediamo che il Parlamento prenda in esame le DUE PROPOSTE DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE, quella per la Tutela, governo e gestone pubblica delle acque, presentata nel 2007, e quella per lo Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima, presentata nel 2010. • Chiediamo che il Comune di Milano abbandoni la via pericolosa e antidemocratica della Multiutility del Nord, che apra Tavoli di lavoro per affrontare il ridisegno dei servizi idrici, energetici e dei rifiuti in modo partecipato, trasparente, aperto al confronto con la cittadinanza, che faccia propria la volontà referendaria di gestire questi servizi nel territorio, attraverso strutture pubbliche o ripubblicizzate e con modalità di effettiva partecipazione.