Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...
Â
Rua_Loparco
1. Don Rua e l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
tra continuitĂ e innovazioni
Grazia Loparco fma
Introduzione
In ventidue anni di rettorato il rapporto tra don Michele Rua e l’Istituto delle Figlie di Maria
Ausiliatrice (FMA) fu segnato da alcune trasformazioni istituzionali. L’intero arco cronologico è
oggetto del nostro esame, tenendo conto che le FMA, fondate nel 1872, dal 1888 al 1910 passarono da
415 a 2716; le loro case da 54 a 320, senza contare quelle di breve durata. Rispetto all’impostazione
iniziale, un incisivo cambio avvenne nel 1906 con la separazione delle due congregazioni; esso sarĂ
analizzato altrove, mentre alcune domande di piĂą ampio respiro sottendono a questa riflessione.
A partire dalle Costituzioni delle FMA (1885) sul ruolo del Superiore maggiore, ci chiediamo come
don Rua dovette modificarlo, dunque come interpretò la fedeltà allo spirito di don Bosco, senza poter
ripetere il suo schema di governo. Con il cambio canonico, quali furono le conseguenze de facto
dell’autonomia giuridica delle FMA riguardo al Superiore; che tipo di interazione egli ebbe con madre
Caterina Daghero, il consiglio generale; data l’espansione continua delle fondazioni, come intervenne
nella formazione e nell’erezione canonica delle ispettorie (1908), con quali implicanze nel governo e
nell’economia; come incise sul piano educativo e formativo, ascetico e spirituale; quali sinergie suggerì
alle FMA la sua apertura sociale, la propensione a collaborare con i laici; che risonanza ebbe presso
don Rua qualche disagio avvertito a livello locale dalle FMA rispetto ai Salesiani, e come intervenne.
Su tutti questi fattori tipici della vita delle FMA si può fondare il giudizio sulla continuità perseguita e
sulle innovazioni introdotte nel ruolo del rettor maggiore in rapporto all’Istituto.
A livello documentario sono oggi disponibili, tra l’altro, centinaia di lettere di don Rua a FMA (ben più
di quelle di don Bosco..), ma molte cose furono decise a voce, a Nizza Monferrato e a Torino.
L’indagine vorrebbe esplorare il tema, integrando ciò che già si conosce, con fonti poco note o poco
valorizzate, che confermano o completano la sua figura.
1. Il profilo istituzionale del successore di don Bosco in relazione all’Istituto delle FMA
Le Costituzioni date da don Bosco sancivano la dipendenza delle FMA dal superiore e le suore erano
convinte che l’osservanza avrebbe assicurato la fedeltà al suo spirito e l’avvenire dell’istituto. Ancor
prima della scomparsa del fondatore si era posto il problema dell’autorità maschile tra le religiose e si
era cercato di non creare confusione tra l’autorità del rettor maggiore, del direttore generale e di quelli
locali. Con il 1888 don Rua assunse in pieno il proprio compito, collaborando con madre Daghero, che
aveva poco piĂą di 30 anni. Lo scambio epistolare attesta la gamma di temi e decisioni concordate, come
pure l’intesa e la collaborazione favorita dall’informazione precisa, dalla stima e dal rispetto reciproco
di antica data.
Con il moltiplicarsi delle case, nel 1893 si abbozzarono le ispettorie e si estesero agli ispettori le
attribuzioni del direttore generale. In un certo senso diventava piĂą delicato coordinare tante autoritĂ .
Anche madre Daghero si mostrò all’altezza del compito. Don Rua si avvalse delle mediazioni locali,
unendo discrezione, chiarezza di vedute. Alcune istanze rimbalzarono nei capitoli generali dei
Salesiani, dal 1889 al 1904, contemperando la moltiplicazione di norme scritte e la conferma del
progetto originario. Nel consiglio generale delle FMA don Rua presiedeva qualche incontro l’anno, ma
i contatti erano più frequenti. Agli inizi del ’900 don Albera e don Gusmano visitarono anche le case
delle FMA in America, riferendo a Torino sia sui vantaggi della collaborazione, sia gli inconvenienti di
alcune ingerenze, la scarsa separazione di abitazione in alcuni collegi, l’eccessiva presenza dei vescovi
salesiani tra le suore, la pretesa di confidenza e per le confessioni.
Nel contempo erano giunti a Roma alcuni ricorsi di sacerdoti e vescovi. Il S. Uffizio, giĂ interessato ai
SDB per il tema delle confessioni, esaminò le Costituzioni delle FMA. I consultori segnalarono gravi