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Indipendentemente dal tipo di lavoro svolto, un qualsiasi lavoratore in quanto lavoratore,
riceve uno stipendio che fluttua tra i 1200 euro e 1800 euro liberi da imposte e tasse. Si
prenderà in considerazione quindi uno stipendio medio netto di 1500 euro. É pratica assai
comune quella di utilizzare questo valore per scambiarlo con altri valori e cioè utilizzare i
1500 euro per pagare mutuo o affitto, utenze, cibo e vestiario, automobile e carburante e gli
ormai tanto famigerati quanto sempre più nominati sfizi che nella società
dell’iper-consumismo assumono le forme più svariate ma che si raggruppano nelle necessità
secondarie e si subordinano alle primarie in quanto ad importanza. Si parla di cose
necessarie alla preservazione della vita biologica (cibo, vestiario ed energia); cose utili al
processo di indipendenza dal nucleo famigliare con l’obiettivo di crearne uno proprio (casa
e automobile); ma anche di cose utilizzate per il godimento della vita che è soggettivo per
ogni individuo. Quindi nei 1500 euro ci sono tutte queste spese e le loro manifestazioni che
hanno come conseguenza il sostentamento della vita ed il suo progresso, ovviamente con
riferimento all’attualità.
Per i lavoratori questi 1500 euro rappresentano gli orizzonti sociali raggiungibili, e quindi la
sola sopravvivenza, mentre per altri individui, sempre questi 1500 euro, sono un costo: un
costo di produzione. Nel sistema produttivo occidentale il lavoratore produce 1500 euro,
molto probabilmente, in 7 giorni tenendo come riferimento la canonica mensilità retributiva.
Non è importante dimostrare con calcoli che il lavoratore produce un valore pari a 1500
euro in 7 giorni basti sapere che il tempo di produzione di 1500 euro è inferiore ai 22/23
giorni (giorni effettivi lavorati in un mese) in cui il lavoratore è asservito al suo compratore.
Perché quindi il lavoratore deve lavorare un tempo più lungo di quello che realmente gli
servirebbe per sopravvivere? Se con 1500 euro il lavoratore preserva la sua vita e la fa
progredire e per far ciò gli bastano 7 giorni. Perché lavorarne 22/23, allora? Questa
differenza quantitativa corrisponde al profitto di qualcuno?
Il capitalismo 2.0, sotto le mentite spoglie dell’economia liberale, si fonda sull’asservimento
da parte della maggioranza alla minoranza ma, soprattutto, si basa sul lavoro dipendente per
‘fare soldi utilizzando soldi’; oppure valorizzare un valore iniziale che si valorizza
attraverso il lavoro dipendente (partite iva incluse cui capo è lo stato). E chi sarà mai il
lavoratore dipendente? Colui cui unica possessione è la forza-lavoro e l’unica vera comodità
che può scambiare nel mercato che ha un valore ben preciso dato dalla somma delle cose
necessarie alla sua preservazione che vende a colui che necessità della forza-lavoro per far
soldi producendo.
A grandissime linee si può parlare di capitalisti 2.0 e lavoratori, di un piccolo gruppo che
esercita il proprio potere sulla maggioranza delle persone all’interno della sfera economica.
Se si dovesse, però, cambiare il punto di osservazione ed adottare quello della politica i
soggetti cambierebbero: potere e quindi autorità, assoggettamento quindi obbedienza. Se
l’autorità appartiene a pochi si definisce oligarchia ma se appartiene ad uno solo…

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  • 1. Indipendentemente dal tipo di lavoro svolto, un qualsiasi lavoratore in quanto lavoratore, riceve uno stipendio che fluttua tra i 1200 euro e 1800 euro liberi da imposte e tasse. Si prenderà in considerazione quindi uno stipendio medio netto di 1500 euro. É pratica assai comune quella di utilizzare questo valore per scambiarlo con altri valori e cioè utilizzare i 1500 euro per pagare mutuo o affitto, utenze, cibo e vestiario, automobile e carburante e gli ormai tanto famigerati quanto sempre più nominati sfizi che nella società dell’iper-consumismo assumono le forme più svariate ma che si raggruppano nelle necessità secondarie e si subordinano alle primarie in quanto ad importanza. Si parla di cose necessarie alla preservazione della vita biologica (cibo, vestiario ed energia); cose utili al processo di indipendenza dal nucleo famigliare con l’obiettivo di crearne uno proprio (casa e automobile); ma anche di cose utilizzate per il godimento della vita che è soggettivo per ogni individuo. Quindi nei 1500 euro ci sono tutte queste spese e le loro manifestazioni che hanno come conseguenza il sostentamento della vita ed il suo progresso, ovviamente con riferimento all’attualità. Per i lavoratori questi 1500 euro rappresentano gli orizzonti sociali raggiungibili, e quindi la sola sopravvivenza, mentre per altri individui, sempre questi 1500 euro, sono un costo: un costo di produzione. Nel sistema produttivo occidentale il lavoratore produce 1500 euro, molto probabilmente, in 7 giorni tenendo come riferimento la canonica mensilità retributiva. Non è importante dimostrare con calcoli che il lavoratore produce un valore pari a 1500 euro in 7 giorni basti sapere che il tempo di produzione di 1500 euro è inferiore ai 22/23 giorni (giorni effettivi lavorati in un mese) in cui il lavoratore è asservito al suo compratore. Perché quindi il lavoratore deve lavorare un tempo più lungo di quello che realmente gli servirebbe per sopravvivere? Se con 1500 euro il lavoratore preserva la sua vita e la fa progredire e per far ciò gli bastano 7 giorni. Perché lavorarne 22/23, allora? Questa differenza quantitativa corrisponde al profitto di qualcuno? Il capitalismo 2.0, sotto le mentite spoglie dell’economia liberale, si fonda sull’asservimento da parte della maggioranza alla minoranza ma, soprattutto, si basa sul lavoro dipendente per ‘fare soldi utilizzando soldi’; oppure valorizzare un valore iniziale che si valorizza attraverso il lavoro dipendente (partite iva incluse cui capo è lo stato). E chi sarà mai il lavoratore dipendente? Colui cui unica possessione è la forza-lavoro e l’unica vera comodità che può scambiare nel mercato che ha un valore ben preciso dato dalla somma delle cose
  • 2. necessarie alla sua preservazione che vende a colui che necessità della forza-lavoro per far soldi producendo. A grandissime linee si può parlare di capitalisti 2.0 e lavoratori, di un piccolo gruppo che esercita il proprio potere sulla maggioranza delle persone all’interno della sfera economica. Se si dovesse, però, cambiare il punto di osservazione ed adottare quello della politica i soggetti cambierebbero: potere e quindi autorità, assoggettamento quindi obbedienza. Se l’autorità appartiene a pochi si definisce oligarchia ma se appartiene ad uno solo…