1. CUM GRANO SALIS
Parole, detti e metafore alimentari del latino
Latin Words and Metaphors for food
Marta Pettenella
Latino
New York, 2010-
2011
2. Il che significa:
Con un granello di
sale
cioe’ agisci "con un
pizzico di buon
senso“!
Così scriveva Plinio il Vecchio ("Addito salis grano" = Con l'aggiunta
di un granello di sale - Naturalis Historia Libro XXIII, 20) per indicare
un contravveleno che agiva soltanto se preso "con un grano di sale“.
4. Beh, praticamente per i Romani
era lo stesso!
Infatti usavano lo stesso verbo
săpĭo, săpis, sapii, săpĕre
Per significare:
1. aver sapore, sapere di, avere odore, odorare di
2 avere il senso del gusto, gustare, sentire il sapore
3 (trasl.) avere intelligenza, giudizio, buon senso,
essere saggio, prudente, assennato
4 tr. sapere, conoscere, capire, intendersi di.
5. E non e’ un caso che
Il termine latino
alumnus
“alunno, discepolo”
sia formato sulla
radice al- del verbo
alo che significa:
“nutrire”!
6. Come a dire: l‟alunno
e‟ colui che si nutre
della sapienza?!
7. Beh, a dir la verita‟ Lucrezio lo dice un po‟ meglio, a proposito del
messaggio salvifico del suo maestro Epicuro:
floriferis ut apes in saltibus omnia libant,
omnia nos itidem depascimur aurea dicta.
come le api sui clivi fioriti assaporano tutte le essenze,
ugualmente anche noi ci nutriamo delle tue auree parole.
[Lucrezio, De rerum natura, III, vv. 11-12]
9. Lo diceva perfino il poeta Orazio invitando a non voler
prendere le cose troppo alla lontana
"Nec gemino bellum Troianum
orditur ab ovo "
(Nè che la guerra di Troia ha
avuto inizio dall'uovo gemello).
Ars poetica, 147
10. Nelle Satire il poeta usa anche l'espressione:
Ab ovo usque ad mala
(Dall‟uovo fino alle mele)
Satire, I, 3
in pratica: “dall‟antipasto alla
frutta”, ossia “dal principio
alla fine”, alludendo all'usanza
romana di iniziare i pranzi con
le uova e le immancabili olive
per terminare con le mele.
11. A proposito di olive, mi torna in mente un altro
detto:
Oleum et operam perdidi:
Ci ho rimesso l'olio e la fatica! (Plauto, Poenulus).
Si dice di lavori lunghi e faticosi che non ottengono il risultato sperato,
che ci lasciano cioè a mani vuote col danno e le beffe.
Ovviamente Plauto si riferiva all‟olio di oliva, non a quello di gomito!
12. Come avrete capito, in latino il
campo dell‟alimentazione costituisce
un serbatoio alquanto capiente per
una quantita‟ di espressioni
metaforiche che agiscono ed
operano negli ambiti piu‟ disparati.
E ne fanno uso illustri personaggi di
nostra conoscenza.
Ma cerchiamo di andare con un po‟
di ordine...
13. RETORICA & STILE
Nel lessico retorico, ad esempio,
il cibo da’origine a veri e propri
termini tecnici.
Infatti, parlando dell’ORNATUS,
ossia dell’espressione o stile,
quando Cicerone spiega
l’importanza dell’actio (dei
gesti) per una buona esecuzione
oratoria, e specifica che non
bisogna esagerare , ricorre al
cibo.
14. Quintiliano, citando Cicerone,
aggiunge:
“ecco quindi che l‟oratore che deve
pronunciare il suo discorso in
pubblico applichera‟ gli indugi del
dubbio, le flessioni della voce e le
varie mosse della mano e i cenni del
capo. L’orazione cosi’ ha un altro
sapore e non richiede di essere
troppo condita: essa consiste
nell‟azione non nell‟imitazione.”
(Insitutio Oratoria libro 11, cap. 3)
Aliud oratio sapit nec vult nimium esse
condita:
15. CONDITA ORATIO
I due autori dunque
definiscono condita oratio
[dal verbo condio, “
condire”] un discorso
gradevole, abbellito degli
ornamenti dello stile; e le
figure retoriche sono da
entrambi addirittura
assimilate alle salse e o
ai condimenti!
16. D‟altra parte lo stesso verbo ornare riferito, come si e‟
detto, allo stile, trova una delle sue applicazioni piu‟
consuete nella tavola, col significato
di “imbandire”
[l‟espressione
prandium ornare =
allestire il pranzo
si trova spesso
in Plauto]
17. Parlando di stile, famosa e’ l’associazione della dolcezza del
miele a quella della poesia….
18. Lucrezio! Che paragona la sua poesia al miele che
addolcisce la tazza di una medicina amara somministrata dal medico al fanciullo,
per giustificarne l‟uso come strumento di trasmissione dell‟arduo pensiero filosofico del maestro
Epicuro:
• “ma, come i medici, quando • così io ora, [...] ho voluto esporti
cercano di dare ai fanciulli • la nostra dottrina col canto delle
Pieridi che suona soave,
• il ripugnante assenzio, prima
• e quasi cospargerla col dolce
gli orli, tutt'attorno al bicchiere, miele delle Muse,
• cospargono col dolce e • per provare se per caso potessi in
biondo liquore del miele,[...] tal modo tenere
• avvinto il tuo animo ai miei versi,
[...]
(De rerum natura I, 936-950)
19. Anche Petronio nelle pagine iniziali del suo
romanzo, Satyricon
inframmezza le parole di Agamennone, maestro di retorica – al
quale e‟ affidata la replica alle rimostranze di Encolpio, protagonista
del racconto, contro le decadenti condizioni dell’oratoria del suo
tempo- con metafore e similitudini vivaci e pregnanti tratte dal
campo semantico del cibo o da quello, ad esso collegato della
pesca.
20. [3] “il maestro di eloquenza, se
come un pescatore non
infilera‟ agli ami l‟esca che i
pesciolini brameranno,
restera‟ sullo scoglio senza
speranza che abbocchino
[nisi tanquam piscator eam
imposuerit hamis escam,
quam scierit appetituros
esse pisciculos, sine spe
praedae morabitur in
scopulo.]
[4] A meritarsi il rimprovero sono
i genitori, cui non piace che i
loro figlioli progrediscano
sotto una severa disciplina
[...] lasciano nel Foro
studentucoli ancora acerbi
21. A PROPOSITO DI PESCE, DI
GATTI... e di latino
Ecco alcuni detti popolari:
Catus amat pisces, sed non vult tingere
plantas:
Al gatto piacciono i pesci ma non vuole
bagnarsi le zampe per pescarli.
22. e dal pesce alle sirene, traditrici…
Desinit in piscem:
Termina a coda di pesce.
(Orazio, Ars poetica, 4).
Allusione ad un verso dell‟ Ars
poetica nel quale l‟opera d‟arte
senza unità è paragonata ad un
busto di bella donna che termina
con la coda di pesce
Desinit in piscem, mulier
formosa superne
Termina a coda di pesce, una donna
bella nella parte superiore
Si dice delle cose il cui fine non
corrisponde al principio, iniziate bene
e finite male
23. per concludere in bellezza!
Quando ce vo’ ce vo’ (anche in latino)
Piscis primum a
capite foetet:
Il pesce comincia a
puzzare dalla testa.
Il detto napoletano, di
identico significato,
suona pressapoco
così:
"O pesce fete da „a
capa".
24. Dal nutrimento materiale a quello intellettuale e
spirituale
E‟ Il passaggio piu‟ naturale
e spontaneo.
In Epitteto, filosofo greco,
vissuto tra I-II sec.d.C.,
incontriamo una
similitudine che godra‟
di grande fortuna...
25. quella del Convivio
fino ad arrivare a dare il titolo chiaramente metaforico
allegorico ad un‟opera di Dante che, come lui stesso ci
indica, vuole essere un banchetto del sapere, offerto
come cibo, messo alla portata anche di chi non e‟ dotto
e non conosce il latino.
26. ma vediamo l‟originale metafora di Epitteto:
Sappi che devi comportati come in un Memento oportere te in convivio
banchetto. Sta girando una portata; e‟ versari. In quo si fercula ad te
giunta fino a te? Allunga la mano e perveniunt, extenta manu
prendine con discrezione. Va oltre? modeste carpe. Si transit qui fert,
Non trattenerla. Non e‟ ancora ne eum detine. Si nondum
arrivata? Non cominciare a desiderarla pervenit, ne procul appetitum
con tanto anticipo, ma aspetta che sia extende, sed expecta dum ad te
arrivata a te. Agisci cosi‟ anche con i
figli, con tua moglie, con le cariche veniat. Sic erga filios, sic erga
pubbliche, con le ricchezze: in questo uxorem, sic erga principatus, sic
modo sarai degno commensale degli erga divitias, erisque aliquando
dei. Se poi, quando ti saranno dignus deorum convivio. Si vero
offerti cibi, tu non solo non ne quae apposita fuerint non capies,
prenderai, ma li disprezzerai, non sed contemnes, tunc vero non
solo sarai un commensale degli dei, modo deorum conviva, sed
ma addirittura ti troverai alla pari di collega eris. Id enim cum facerent
loro. Operando infatti in questo modo Diogenes et Heraclitus atque his
Diogene, Eraclito [entrambi noti per
essere stati particolarmente frugali, similes, merito et divini erant et
ndt] e altri loro simili furono chiamati vocabantur.
degnamente divini e ne ottenero la
fama.
[Epitteto, Manuale, 15]
27. BANCHETTO E PER ANALOGIA CONVIVIALITA’
DUNQUE... VINO!!!
Vediamo allora quali
profondi pensieri
possono scaturire nella
Mente umana, Inter
Pocula:
1. “Chi sa il latino elogia
l’acqua e beve il
vino”,
ma questo e’ italiano,
non vale!?
28. 2. Ut enim non omne vinum, sic non omnis natura
vetustate coacescit.
Come infatti non
tutti i vini così non
tutti i caratteri
inacidiscono con il
passare degli anni.
(Cicerone, Cato Maior De
senectute 65).
29. 3. In vino veritas
A commento di questo detto riporto
un sillogismo attribuito ad un
monaco tedesco non certo astemio,
ma sicuramente filosofo:
"Qui bene bibit bene dormit, qui
bene dormit non peccat, qui non
peccat vadit in caelum, ergo qui
bene bibit vadit in caelum!"
Chi beve bene dorme bene, chi
dorme bene non pecca, chi non
pecca va in cielo, ergo chi beve
bene va in cielo!
30. AMICIZIA E VINO?! MA CHI CI CREDE??? Infatti tutti sanno che:
Amicitia inter pocula contracta, plerumque est vitrea
Un'amicizia avvenuta tra i bicchieri è spesso fragile come il
vetro
31. A PROPOSITO DI AMICI, SAPETE COME
NASCE LA PAROLA “COMPAGNO”?
Secondo l‟etmologia piu‟ diffusa il termine deriva da:
CUM + PANIS
nel senso di colui che e‟ partecipe dello stesso cibo,
commensale, e quindi e‟ formato nella stessa relazione
di idee e sentimenti dell‟altro. Il rimando al sacramento
cristiano dell‟eucarestia e‟ evidente, cosi‟ come alla piu‟
quotidiana esperienza del mangiare insieme.
32.
33. IL PANE COME METAFORA DEL
SOPRAVVIVERE...
con un pizzico di pragmatismo tutto romano
35. Panem et circenses:
Pane e divertimenti nei circhi (Giovenale, Satire, X, 81).
"Bread and Circuses" (or bread and games)
36. Is a metaphor for a superficial means of appeasement.
In the case of politics, the phrase
is used to describe the creation
of public approval, not through
exemplary or excellent public
service or public policy, but
through the mere satisfaction of
the immediate, shallow
requirements of a populace.
The phrase also implies the
erosion or ignorance of civic
duty amongst the concerns of
the common man. In modern
usage, the phrase has become
an adjective to deride a
populace that no longer values
civic virtues and the public life.
37. E PER CHI ARRIVA IN RITARDO A TAVOLA....
Tarde venientibus ossa!
Quelli che arrivano tardi a tavola
trovano solamente le ossa!!
cioe‟ se per
negligenza o
pigrizia si perdono
opportunità di
guadagno o di
lavoro la colpa è
solamente nostra.
38. Gli eccessi sono sempre da rifuggire...
Come non bisogna rimpinzarsi di cibo, cosi‟ non
bisogna esagerare con le letture e le
informazioni. E‟ Seneca ad affermarlo,
servendosi di metafore alimentari.
Devi acquistare dimestichezza con autori
scelti e nutrirti [innutriri] di essi [...]
Non giova, ne‟ si assimila, il cibo [non
prodest cibus] rigettato appena
preso...
“Ma - tu dici – a me piace sfogliare ora
questo volume ora quello.”
Assaggiare qua e la‟ e‟ proprio di uno
stomaco viziato [Fastidientis stomachi
est multa degustare]
e troppi cibi diversi non nutrono, ma
rovinano l‟organismo [quae ubi varia
sunt et diversa, inquinant non alunt].
[Seneca, Epistulae ad Lucilium, 2, 2-4]
39. A PROPOSITO DI FAME: FAVOREVOLI E CONTRARI
Cibi condimentum esse famem!
La fame è il condimento del cibo
("De finibus bonorum et malorum II")
VIRGILIO
CICERONE
Malesuada fames:
La fame cattiva
consigliera. (Virgilio,
Eneide, VI, 276).