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CUM GRANO SALIS
Parole, detti e metafore alimentari del latino
Latin Words and Metaphors for food




                                          Marta Pettenella
                                          Latino

                                          New York, 2010-
                                          2011
Il che significa:
   Con un granello di
            sale
  cioe’ agisci "con un
     pizzico di buon
          senso“!




Così scriveva Plinio il Vecchio ("Addito salis grano" = Con l'aggiunta
di un granello di sale - Naturalis Historia Libro XXIII, 20) per indicare
un contravveleno che agiva soltanto se preso "con un grano di sale“.
E infatti nella vita ci vuole un
           po‟ di ….

      sapere…o
       sapore?
Beh, praticamente per i Romani
            era lo stesso!
Infatti usavano lo stesso verbo

         săpĭo, săpis, sapii, săpĕre

Per significare:

1. aver sapore, sapere di, avere odore, odorare di
2 avere il senso del gusto, gustare, sentire il sapore
3 (trasl.) avere intelligenza, giudizio, buon senso,
   essere saggio, prudente, assennato
4 tr. sapere, conoscere, capire, intendersi di.
E non e’ un caso che

             Il termine latino

           alumnus
            “alunno, discepolo”
           sia formato sulla
            radice al- del verbo
            alo che significa:
            “nutrire”!
Come a dire: l‟alunno
e‟ colui che si nutre
della sapienza?!
Beh, a dir la verita‟ Lucrezio lo dice un po‟ meglio, a proposito del

              messaggio salvifico del suo maestro Epicuro:




floriferis ut apes in saltibus omnia libant,
omnia nos itidem depascimur aurea dicta.
come le api sui clivi fioriti assaporano tutte le essenze,
ugualmente anche noi ci nutriamo delle tue auree parole.
[Lucrezio, De rerum natura, III, vv. 11-12]
Ma, per favore, prof.ssa Pettenella,
         non cominciamo




                            Ab ovo!
Lo diceva perfino il poeta Orazio invitando a non voler
         prendere le cose troppo alla lontana




                "Nec gemino bellum Troianum
                  orditur ab ovo "
                (Nè che la guerra di Troia ha
                  avuto inizio dall'uovo gemello).
                 Ars poetica, 147
Nelle Satire il poeta usa anche l'espressione:


Ab ovo usque ad mala
(Dall‟uovo fino alle mele)
Satire, I, 3


in pratica: “dall‟antipasto alla
frutta”, ossia “dal principio
alla fine”, alludendo all'usanza
romana di iniziare i pranzi con
le uova e le immancabili olive
per terminare con le mele.
A proposito di olive, mi torna in mente un altro
                          detto:




Oleum et operam perdidi:
Ci ho rimesso l'olio e la fatica! (Plauto, Poenulus).

Si dice di lavori lunghi e faticosi che non ottengono il risultato sperato,
che ci lasciano cioè a mani vuote col danno e le beffe.
Ovviamente Plauto si riferiva all‟olio di oliva, non a quello di gomito!
Come avrete capito, in latino il
campo dell‟alimentazione costituisce
un serbatoio alquanto capiente per
una quantita‟ di espressioni
metaforiche che agiscono ed
operano negli ambiti piu‟ disparati.
E ne fanno uso illustri personaggi di
nostra conoscenza.
Ma cerchiamo di andare con un po‟
di ordine...
RETORICA & STILE
Nel lessico retorico, ad esempio,
il cibo da’origine a veri e propri
termini tecnici.
Infatti, parlando dell’ORNATUS,
ossia dell’espressione o stile,
quando Cicerone spiega
l’importanza dell’actio (dei
gesti) per una buona esecuzione
oratoria, e specifica che non
bisogna esagerare , ricorre al
cibo.
Quintiliano, citando Cicerone,
               aggiunge:
  “ecco quindi che l‟oratore che deve
     pronunciare il suo discorso in
   pubblico applichera‟ gli indugi del
   dubbio, le flessioni della voce e le
 varie mosse della mano e i cenni del
  capo. L’orazione cosi’ ha un altro
   sapore e non richiede di essere
    troppo condita: essa consiste
    nell‟azione non nell‟imitazione.”

    (Insitutio Oratoria libro 11, cap. 3)



Aliud oratio sapit nec vult nimium esse
condita:
CONDITA ORATIO
I due autori dunque
definiscono condita oratio
[dal verbo condio, “
condire”] un discorso
gradevole, abbellito degli
ornamenti dello stile; e le
figure retoriche sono da
entrambi addirittura
assimilate alle salse e o
ai condimenti!
D‟altra parte lo stesso verbo ornare riferito, come si e‟
detto, allo stile, trova una delle sue applicazioni piu‟
consuete nella tavola, col significato
di “imbandire”
[l‟espressione
prandium ornare =
allestire il pranzo
si trova spesso
in Plauto]
Parlando di stile, famosa e’ l’associazione della dolcezza del
               miele a quella della poesia….
Lucrezio! Che paragona la sua poesia al miele che
    addolcisce la tazza di una medicina amara somministrata dal medico al fanciullo,
per giustificarne l‟uso come strumento di trasmissione dell‟arduo pensiero filosofico del maestro
                                             Epicuro:




  • “ma, come i medici, quando                   •   così io ora, [...] ho voluto esporti
    cercano di dare ai fanciulli                 •   la nostra dottrina col canto delle
                                                     Pieridi che suona soave,
  • il ripugnante assenzio, prima
                                                 •   e quasi cospargerla col dolce
    gli orli, tutt'attorno al bicchiere,             miele delle Muse,
  • cospargono col dolce e                       •   per provare se per caso potessi in
    biondo liquore del miele,[...]                   tal modo tenere
                                                 •   avvinto il tuo animo ai miei versi,
                                                     [...]

                                                     (De rerum natura I, 936-950)
Anche Petronio nelle pagine iniziali del suo
            romanzo, Satyricon
inframmezza le parole di Agamennone, maestro di retorica – al
quale e‟ affidata la replica alle rimostranze di Encolpio, protagonista
del racconto, contro le decadenti condizioni dell’oratoria del suo
tempo- con metafore e similitudini vivaci e pregnanti tratte dal
campo semantico del cibo o da quello, ad esso collegato della
pesca.
[3] “il maestro di eloquenza, se
   come un pescatore non
   infilera‟ agli ami l‟esca che i
   pesciolini brameranno,
   restera‟ sullo scoglio senza
   speranza che abbocchino
   [nisi tanquam piscator eam
   imposuerit hamis escam,
   quam scierit appetituros
   esse pisciculos, sine spe
   praedae morabitur in
   scopulo.]
[4] A meritarsi il rimprovero sono
   i genitori, cui non piace che i
   loro figlioli progrediscano
   sotto una severa disciplina
   [...] lasciano nel Foro
   studentucoli ancora acerbi
A PROPOSITO DI PESCE, DI
       GATTI... e di latino




Ecco alcuni detti popolari:
Catus amat pisces, sed non vult tingere
plantas:
Al gatto piacciono i pesci ma non vuole
bagnarsi le zampe per pescarli.
e dal pesce alle sirene, traditrici…
Desinit in piscem:

Termina a coda di pesce.
(Orazio, Ars poetica, 4).
   Allusione ad un verso dell‟ Ars
   poetica nel quale l‟opera d‟arte
   senza unità è paragonata ad un
   busto di bella donna che termina
   con la coda di pesce

Desinit in piscem, mulier
formosa superne

Termina a coda di pesce, una donna
   bella nella parte superiore
   Si dice delle cose il cui fine non
   corrisponde al principio, iniziate bene
   e finite male
per concludere in bellezza!
 Quando ce vo’ ce vo’ (anche in latino)


                        Piscis primum a
                        capite foetet:
                        Il pesce comincia a
                        puzzare dalla testa.

                       Il detto napoletano, di
                       identico significato,
                       suona pressapoco
                       così:
                      "O pesce fete da „a
                       capa".
Dal nutrimento materiale a quello intellettuale e
                  spirituale


                         E‟ Il passaggio piu‟ naturale
                            e spontaneo.

                         In Epitteto, filosofo greco,
                            vissuto tra I-II sec.d.C.,
                            incontriamo una
                            similitudine che godra‟
                            di grande fortuna...
quella del Convivio




fino ad arrivare a dare il titolo chiaramente metaforico
allegorico ad un‟opera di Dante che, come lui stesso ci
indica, vuole essere un banchetto del sapere, offerto
come cibo, messo alla portata anche di chi non e‟ dotto
e non conosce il latino.
ma vediamo l‟originale metafora di Epitteto:
Sappi che devi comportati come in un          Memento oportere te in convivio
banchetto. Sta girando una portata; e‟        versari. In quo si fercula ad te
giunta fino a te? Allunga la mano e           perveniunt, extenta manu
prendine con discrezione. Va oltre?           modeste carpe. Si transit qui fert,
Non trattenerla. Non e‟ ancora                ne eum detine. Si nondum
arrivata? Non cominciare a desiderarla        pervenit, ne procul appetitum
con tanto anticipo, ma aspetta che sia        extende, sed expecta dum ad te
arrivata a te. Agisci cosi‟ anche con i
figli, con tua moglie, con le cariche         veniat. Sic erga filios, sic erga
pubbliche, con le ricchezze: in questo        uxorem, sic erga principatus, sic
modo sarai degno commensale degli             erga divitias, erisque aliquando
dei. Se poi, quando ti saranno                dignus deorum convivio. Si vero
offerti cibi, tu non solo non ne              quae apposita fuerint non capies,
prenderai, ma li disprezzerai, non            sed contemnes, tunc vero non
solo sarai un commensale degli dei,           modo deorum conviva, sed
ma addirittura ti troverai alla pari di       collega eris. Id enim cum facerent
loro. Operando infatti in questo modo         Diogenes et Heraclitus atque his
Diogene, Eraclito [entrambi noti per
essere stati particolarmente frugali,         similes, merito et divini erant et
ndt] e altri loro simili furono chiamati      vocabantur.
degnamente divini e ne ottenero la
fama.
                                           [Epitteto, Manuale, 15]
BANCHETTO E PER ANALOGIA CONVIVIALITA’
           DUNQUE... VINO!!!

                    Vediamo allora quali
                    profondi pensieri
                    possono scaturire nella
                    Mente umana, Inter
                    Pocula:

                    1.   “Chi sa il latino elogia
                         l’acqua e beve il
                         vino”,
                         ma questo e’ italiano,
                         non vale!?
2. Ut enim non omne vinum, sic non omnis natura
                vetustate coacescit.


 Come infatti non
 tutti i vini così non
 tutti i caratteri
 inacidiscono con il
 passare degli anni.
 (Cicerone, Cato Maior De
 senectute 65).
3. In vino veritas
A commento di questo detto riporto
un sillogismo attribuito ad un
monaco tedesco non certo astemio,
ma sicuramente filosofo:

"Qui bene bibit bene dormit, qui
bene dormit non peccat, qui non
peccat vadit in caelum, ergo qui
bene bibit vadit in caelum!"
Chi beve bene dorme bene, chi
dorme bene non pecca, chi non
pecca va in cielo, ergo chi beve
bene va in cielo!
AMICIZIA E VINO?! MA CHI CI CREDE??? Infatti tutti sanno che:

         Amicitia inter pocula contracta, plerumque est vitrea




Un'amicizia avvenuta tra i bicchieri è spesso fragile come il
vetro
A PROPOSITO DI AMICI, SAPETE COME
  NASCE LA PAROLA “COMPAGNO”?
Secondo l‟etmologia piu‟ diffusa il termine deriva da:


                  CUM + PANIS

nel senso di colui che e‟ partecipe dello stesso cibo,
commensale, e quindi e‟ formato nella stessa relazione
di idee e sentimenti dell‟altro. Il rimando al sacramento
cristiano dell‟eucarestia e‟ evidente, cosi‟ come alla piu‟
quotidiana esperienza del mangiare insieme.
IL PANE COME METAFORA DEL
 SOPRAVVIVERE...
con un pizzico di pragmatismo tutto romano
Carmina non dant panem

        Sigh!
Panem et circenses:
Pane e divertimenti nei circhi (Giovenale, Satire, X, 81).
     "Bread and Circuses" (or bread and games)
Is a metaphor for a superficial means of appeasement.



In the case of politics, the phrase
    is used to describe the creation
    of public approval, not through
    exemplary or excellent public
    service or public policy, but
    through the mere satisfaction of
    the immediate, shallow
    requirements of a populace.


The phrase also implies the
  erosion or ignorance of civic
  duty amongst the concerns of
  the common man. In modern
  usage, the phrase has become
  an adjective to deride a
  populace that no longer values
  civic virtues and the public life.
E PER CHI ARRIVA IN RITARDO A TAVOLA....


Tarde venientibus ossa!
Quelli che arrivano tardi a tavola
  trovano solamente le ossa!!



     cioe‟ se per
     negligenza o
     pigrizia si perdono
     opportunità di
     guadagno o di
     lavoro la colpa è
     solamente nostra.
Gli eccessi sono sempre da rifuggire...
Come non bisogna rimpinzarsi di cibo, cosi‟ non
bisogna esagerare con le letture e le
informazioni. E‟ Seneca ad affermarlo,
servendosi di metafore alimentari.


Devi acquistare dimestichezza con autori
    scelti e nutrirti [innutriri] di essi [...]
Non giova, ne‟ si assimila, il cibo [non
    prodest cibus] rigettato appena
    preso...
“Ma - tu dici – a me piace sfogliare ora
    questo volume ora quello.”
Assaggiare qua e la‟ e‟ proprio di uno
    stomaco viziato [Fastidientis stomachi
    est multa degustare]
e troppi cibi diversi non nutrono, ma
    rovinano l‟organismo [quae ubi varia
    sunt et diversa, inquinant non alunt].
[Seneca, Epistulae ad Lucilium, 2, 2-4]
A PROPOSITO DI FAME: FAVOREVOLI E CONTRARI
                                   Cibi condimentum esse famem!
                                   La fame è il condimento del cibo
                                 ("De finibus bonorum et malorum II")




                                         VIRGILIO
         CICERONE




            Malesuada fames:
              La fame cattiva
            consigliera. (Virgilio,
             Eneide, VI, 276).
Vi sentite abbastanza
          soddisfatti?

MA ….

…. DULCIS IN
 FUNDO….
Satira & Soddisfazione
       *SATU                             SATI                    SATIS =
                                                         abbastanza, a sufficienza

                                     SATIS-FACERE=
 SATUR, SATURA =
                                     soddisfare
    nutrimento
                                     SATIS-FACTIO =
                                     soddisfazione               SATIETAS=
    SATURA SATURITAS=                                            sazieta‟
    LANX,    essere sazio
    SATIRA =
    macedonia di                     SATURO, ARE =    SATIO, ARE =
    frutta e verdura >               rendere sazio    saziare
    componimento
    misto di prosa e IN-SATIABILIS   =
    versi             insaziabile
SATULLUS =
satollo
Ancora una parola in latino e…
Scusate se mi sono dilungata,
         d’altronde:

       Melius est
       abundare
         quam
       deficere!!!

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Cum grano salis nw

  • 1. CUM GRANO SALIS Parole, detti e metafore alimentari del latino Latin Words and Metaphors for food Marta Pettenella Latino New York, 2010- 2011
  • 2. Il che significa: Con un granello di sale cioe’ agisci "con un pizzico di buon senso“! Così scriveva Plinio il Vecchio ("Addito salis grano" = Con l'aggiunta di un granello di sale - Naturalis Historia Libro XXIII, 20) per indicare un contravveleno che agiva soltanto se preso "con un grano di sale“.
  • 3. E infatti nella vita ci vuole un po‟ di …. sapere…o sapore?
  • 4. Beh, praticamente per i Romani era lo stesso! Infatti usavano lo stesso verbo săpĭo, săpis, sapii, săpĕre Per significare: 1. aver sapore, sapere di, avere odore, odorare di 2 avere il senso del gusto, gustare, sentire il sapore 3 (trasl.) avere intelligenza, giudizio, buon senso, essere saggio, prudente, assennato 4 tr. sapere, conoscere, capire, intendersi di.
  • 5. E non e’ un caso che Il termine latino alumnus “alunno, discepolo” sia formato sulla radice al- del verbo alo che significa: “nutrire”!
  • 6. Come a dire: l‟alunno e‟ colui che si nutre della sapienza?!
  • 7. Beh, a dir la verita‟ Lucrezio lo dice un po‟ meglio, a proposito del messaggio salvifico del suo maestro Epicuro: floriferis ut apes in saltibus omnia libant, omnia nos itidem depascimur aurea dicta. come le api sui clivi fioriti assaporano tutte le essenze, ugualmente anche noi ci nutriamo delle tue auree parole. [Lucrezio, De rerum natura, III, vv. 11-12]
  • 8. Ma, per favore, prof.ssa Pettenella, non cominciamo Ab ovo!
  • 9. Lo diceva perfino il poeta Orazio invitando a non voler prendere le cose troppo alla lontana "Nec gemino bellum Troianum orditur ab ovo " (Nè che la guerra di Troia ha avuto inizio dall'uovo gemello). Ars poetica, 147
  • 10. Nelle Satire il poeta usa anche l'espressione: Ab ovo usque ad mala (Dall‟uovo fino alle mele) Satire, I, 3 in pratica: “dall‟antipasto alla frutta”, ossia “dal principio alla fine”, alludendo all'usanza romana di iniziare i pranzi con le uova e le immancabili olive per terminare con le mele.
  • 11. A proposito di olive, mi torna in mente un altro detto: Oleum et operam perdidi: Ci ho rimesso l'olio e la fatica! (Plauto, Poenulus). Si dice di lavori lunghi e faticosi che non ottengono il risultato sperato, che ci lasciano cioè a mani vuote col danno e le beffe. Ovviamente Plauto si riferiva all‟olio di oliva, non a quello di gomito!
  • 12. Come avrete capito, in latino il campo dell‟alimentazione costituisce un serbatoio alquanto capiente per una quantita‟ di espressioni metaforiche che agiscono ed operano negli ambiti piu‟ disparati. E ne fanno uso illustri personaggi di nostra conoscenza. Ma cerchiamo di andare con un po‟ di ordine...
  • 13. RETORICA & STILE Nel lessico retorico, ad esempio, il cibo da’origine a veri e propri termini tecnici. Infatti, parlando dell’ORNATUS, ossia dell’espressione o stile, quando Cicerone spiega l’importanza dell’actio (dei gesti) per una buona esecuzione oratoria, e specifica che non bisogna esagerare , ricorre al cibo.
  • 14. Quintiliano, citando Cicerone, aggiunge: “ecco quindi che l‟oratore che deve pronunciare il suo discorso in pubblico applichera‟ gli indugi del dubbio, le flessioni della voce e le varie mosse della mano e i cenni del capo. L’orazione cosi’ ha un altro sapore e non richiede di essere troppo condita: essa consiste nell‟azione non nell‟imitazione.” (Insitutio Oratoria libro 11, cap. 3) Aliud oratio sapit nec vult nimium esse condita:
  • 15. CONDITA ORATIO I due autori dunque definiscono condita oratio [dal verbo condio, “ condire”] un discorso gradevole, abbellito degli ornamenti dello stile; e le figure retoriche sono da entrambi addirittura assimilate alle salse e o ai condimenti!
  • 16. D‟altra parte lo stesso verbo ornare riferito, come si e‟ detto, allo stile, trova una delle sue applicazioni piu‟ consuete nella tavola, col significato di “imbandire” [l‟espressione prandium ornare = allestire il pranzo si trova spesso in Plauto]
  • 17. Parlando di stile, famosa e’ l’associazione della dolcezza del miele a quella della poesia….
  • 18. Lucrezio! Che paragona la sua poesia al miele che addolcisce la tazza di una medicina amara somministrata dal medico al fanciullo, per giustificarne l‟uso come strumento di trasmissione dell‟arduo pensiero filosofico del maestro Epicuro: • “ma, come i medici, quando • così io ora, [...] ho voluto esporti cercano di dare ai fanciulli • la nostra dottrina col canto delle Pieridi che suona soave, • il ripugnante assenzio, prima • e quasi cospargerla col dolce gli orli, tutt'attorno al bicchiere, miele delle Muse, • cospargono col dolce e • per provare se per caso potessi in biondo liquore del miele,[...] tal modo tenere • avvinto il tuo animo ai miei versi, [...] (De rerum natura I, 936-950)
  • 19. Anche Petronio nelle pagine iniziali del suo romanzo, Satyricon inframmezza le parole di Agamennone, maestro di retorica – al quale e‟ affidata la replica alle rimostranze di Encolpio, protagonista del racconto, contro le decadenti condizioni dell’oratoria del suo tempo- con metafore e similitudini vivaci e pregnanti tratte dal campo semantico del cibo o da quello, ad esso collegato della pesca.
  • 20. [3] “il maestro di eloquenza, se come un pescatore non infilera‟ agli ami l‟esca che i pesciolini brameranno, restera‟ sullo scoglio senza speranza che abbocchino [nisi tanquam piscator eam imposuerit hamis escam, quam scierit appetituros esse pisciculos, sine spe praedae morabitur in scopulo.] [4] A meritarsi il rimprovero sono i genitori, cui non piace che i loro figlioli progrediscano sotto una severa disciplina [...] lasciano nel Foro studentucoli ancora acerbi
  • 21. A PROPOSITO DI PESCE, DI GATTI... e di latino Ecco alcuni detti popolari: Catus amat pisces, sed non vult tingere plantas: Al gatto piacciono i pesci ma non vuole bagnarsi le zampe per pescarli.
  • 22. e dal pesce alle sirene, traditrici… Desinit in piscem: Termina a coda di pesce. (Orazio, Ars poetica, 4). Allusione ad un verso dell‟ Ars poetica nel quale l‟opera d‟arte senza unità è paragonata ad un busto di bella donna che termina con la coda di pesce Desinit in piscem, mulier formosa superne Termina a coda di pesce, una donna bella nella parte superiore Si dice delle cose il cui fine non corrisponde al principio, iniziate bene e finite male
  • 23. per concludere in bellezza! Quando ce vo’ ce vo’ (anche in latino) Piscis primum a capite foetet: Il pesce comincia a puzzare dalla testa. Il detto napoletano, di identico significato, suona pressapoco così: "O pesce fete da „a capa".
  • 24. Dal nutrimento materiale a quello intellettuale e spirituale E‟ Il passaggio piu‟ naturale e spontaneo. In Epitteto, filosofo greco, vissuto tra I-II sec.d.C., incontriamo una similitudine che godra‟ di grande fortuna...
  • 25. quella del Convivio fino ad arrivare a dare il titolo chiaramente metaforico allegorico ad un‟opera di Dante che, come lui stesso ci indica, vuole essere un banchetto del sapere, offerto come cibo, messo alla portata anche di chi non e‟ dotto e non conosce il latino.
  • 26. ma vediamo l‟originale metafora di Epitteto: Sappi che devi comportati come in un Memento oportere te in convivio banchetto. Sta girando una portata; e‟ versari. In quo si fercula ad te giunta fino a te? Allunga la mano e perveniunt, extenta manu prendine con discrezione. Va oltre? modeste carpe. Si transit qui fert, Non trattenerla. Non e‟ ancora ne eum detine. Si nondum arrivata? Non cominciare a desiderarla pervenit, ne procul appetitum con tanto anticipo, ma aspetta che sia extende, sed expecta dum ad te arrivata a te. Agisci cosi‟ anche con i figli, con tua moglie, con le cariche veniat. Sic erga filios, sic erga pubbliche, con le ricchezze: in questo uxorem, sic erga principatus, sic modo sarai degno commensale degli erga divitias, erisque aliquando dei. Se poi, quando ti saranno dignus deorum convivio. Si vero offerti cibi, tu non solo non ne quae apposita fuerint non capies, prenderai, ma li disprezzerai, non sed contemnes, tunc vero non solo sarai un commensale degli dei, modo deorum conviva, sed ma addirittura ti troverai alla pari di collega eris. Id enim cum facerent loro. Operando infatti in questo modo Diogenes et Heraclitus atque his Diogene, Eraclito [entrambi noti per essere stati particolarmente frugali, similes, merito et divini erant et ndt] e altri loro simili furono chiamati vocabantur. degnamente divini e ne ottenero la fama. [Epitteto, Manuale, 15]
  • 27. BANCHETTO E PER ANALOGIA CONVIVIALITA’ DUNQUE... VINO!!! Vediamo allora quali profondi pensieri possono scaturire nella Mente umana, Inter Pocula: 1. “Chi sa il latino elogia l’acqua e beve il vino”, ma questo e’ italiano, non vale!?
  • 28. 2. Ut enim non omne vinum, sic non omnis natura vetustate coacescit. Come infatti non tutti i vini così non tutti i caratteri inacidiscono con il passare degli anni. (Cicerone, Cato Maior De senectute 65).
  • 29. 3. In vino veritas A commento di questo detto riporto un sillogismo attribuito ad un monaco tedesco non certo astemio, ma sicuramente filosofo: "Qui bene bibit bene dormit, qui bene dormit non peccat, qui non peccat vadit in caelum, ergo qui bene bibit vadit in caelum!" Chi beve bene dorme bene, chi dorme bene non pecca, chi non pecca va in cielo, ergo chi beve bene va in cielo!
  • 30. AMICIZIA E VINO?! MA CHI CI CREDE??? Infatti tutti sanno che: Amicitia inter pocula contracta, plerumque est vitrea Un'amicizia avvenuta tra i bicchieri è spesso fragile come il vetro
  • 31. A PROPOSITO DI AMICI, SAPETE COME NASCE LA PAROLA “COMPAGNO”? Secondo l‟etmologia piu‟ diffusa il termine deriva da: CUM + PANIS nel senso di colui che e‟ partecipe dello stesso cibo, commensale, e quindi e‟ formato nella stessa relazione di idee e sentimenti dell‟altro. Il rimando al sacramento cristiano dell‟eucarestia e‟ evidente, cosi‟ come alla piu‟ quotidiana esperienza del mangiare insieme.
  • 32.
  • 33. IL PANE COME METAFORA DEL SOPRAVVIVERE... con un pizzico di pragmatismo tutto romano
  • 34. Carmina non dant panem Sigh!
  • 35. Panem et circenses: Pane e divertimenti nei circhi (Giovenale, Satire, X, 81). "Bread and Circuses" (or bread and games)
  • 36. Is a metaphor for a superficial means of appeasement. In the case of politics, the phrase is used to describe the creation of public approval, not through exemplary or excellent public service or public policy, but through the mere satisfaction of the immediate, shallow requirements of a populace. The phrase also implies the erosion or ignorance of civic duty amongst the concerns of the common man. In modern usage, the phrase has become an adjective to deride a populace that no longer values civic virtues and the public life.
  • 37. E PER CHI ARRIVA IN RITARDO A TAVOLA.... Tarde venientibus ossa! Quelli che arrivano tardi a tavola trovano solamente le ossa!! cioe‟ se per negligenza o pigrizia si perdono opportunità di guadagno o di lavoro la colpa è solamente nostra.
  • 38. Gli eccessi sono sempre da rifuggire... Come non bisogna rimpinzarsi di cibo, cosi‟ non bisogna esagerare con le letture e le informazioni. E‟ Seneca ad affermarlo, servendosi di metafore alimentari. Devi acquistare dimestichezza con autori scelti e nutrirti [innutriri] di essi [...] Non giova, ne‟ si assimila, il cibo [non prodest cibus] rigettato appena preso... “Ma - tu dici – a me piace sfogliare ora questo volume ora quello.” Assaggiare qua e la‟ e‟ proprio di uno stomaco viziato [Fastidientis stomachi est multa degustare] e troppi cibi diversi non nutrono, ma rovinano l‟organismo [quae ubi varia sunt et diversa, inquinant non alunt]. [Seneca, Epistulae ad Lucilium, 2, 2-4]
  • 39. A PROPOSITO DI FAME: FAVOREVOLI E CONTRARI Cibi condimentum esse famem! La fame è il condimento del cibo ("De finibus bonorum et malorum II") VIRGILIO CICERONE Malesuada fames: La fame cattiva consigliera. (Virgilio, Eneide, VI, 276).
  • 40. Vi sentite abbastanza soddisfatti? MA …. …. DULCIS IN FUNDO….
  • 41. Satira & Soddisfazione *SATU SATI SATIS = abbastanza, a sufficienza SATIS-FACERE= SATUR, SATURA = soddisfare nutrimento SATIS-FACTIO = soddisfazione SATIETAS= SATURA SATURITAS= sazieta‟ LANX, essere sazio SATIRA = macedonia di SATURO, ARE = SATIO, ARE = frutta e verdura > rendere sazio saziare componimento misto di prosa e IN-SATIABILIS = versi insaziabile SATULLUS = satollo
  • 42. Ancora una parola in latino e…
  • 43. Scusate se mi sono dilungata, d’altronde: Melius est abundare quam deficere!!!