Il dottore Anzà, responsabile del “servizio 3 tutela dell'inquinamento atmosferico" del Dipartimento regionale Territorio e Ambiente della Regione siciliana, lamenta di subire un danno alla sua reputazione e all’ immagine ad opera del convenuto Ciampolillo Giuseppe il quale, a nome del “Comitato Cittadino Isola Pulita” dedito a campagne per la tutela dell'ambiente e della salute nel comune di Isola delle Femmine, sarebbe autore di una campagna di diffamazione condotta attraverso alcuni siti Internet.
Il ricorrente produce perciò cinque allegati a riprova di tali affermazioni.
Il primo ed il secondo degli allegati riporta la “richiesta di intervento a tutela della salute pubblica” contenuto all'interno di un blog ( un sito web, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l'autore, detto “blogger”, pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i propri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video) in cui si denuncia all'opinione pubblica ed all'assessore regionale al Territorio e Ambiente della regione Sicilia, Rossana Interlandi, e al dirigente generale del Dipartimento Territorio Ambiente arch. Pietro Tolomemeo, in particolare, la anomala richiesta di modifica delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera da parte della società Italcementi che ha un impianto nel comune di Isola delle Femmine.
Nel suo articolo, il convenuto Giuseppe Ciampolillo prende in esame lo svolgimento della conferenza di servizi convocata e presieduta dal dottore Anzà il 4 luglio 2007, indetta ai sensi dell'articolo 269 del decreto legislativo n. 152/2006, ed avente ad oggetto la richiesta di autorizzazione (modificativa di quelle già in atto) alle emissioni in atmosfera da parte della ditta Italcementi: cosa che destava allarme in tanti cittadini ed al citato comitato isola pulita per la manifesta intenzione della Italcementi di fare uso del pet-coke, trasportandolo all'interno del suo stabilimento dopo averlo fatto transitare lungo il tessuto urbano, pur essendo noto che il pet-coke è sostanza pericolosa e dannosa alla salute (il pet-coke e' l'ultimo prodotto delle attivita' di trasformazione del petrolio e viene considerato lo scarto dello scarto dell'oro nero tanto da guadagnarsi il nome di "feccia del petrolio". Per la sua composizione, comprendente oltre ad IPA (in particolare benzopirene) e metalli pesanti come nichel, cromo e vanadio, va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri respirabili. Il trattamento consistente in carico, scarico e deposito del pet-coke deve seguire le regole dettate dal decreto del Ministero della Sanita' 28 aprile 1997 concernente il trasporto di sostanze pericolose).
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
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Bruno francesco archivio storico del giornale l 0 ra di palermo
1. 1
BRUNO FRANCESCO ARCHIVIO STORICO DEL GIORNALE L’ORA DI PALERMO
inventario 625667/118 data in 1983 data ul. 1983
soggetto 1. Bruno, Francesco - Arresto - 1983. note 1 fotografia.
intestazione BRUNO FRANCESCO. Arrestato per spaccio di stupefacenti. PA 19/4/83.
cassetto 168 busta 118 doc 1
Pagina 191 di 1496
inventario 625667/119 data in 1990 data ul. 1990
soggetto 1. Bruno, Francesco -Arresto - 1990. note 10 fotografie: 3 dell'arresto di Francesco Bruno,
1 segnaletica, 1 dietro le sbarre del maxiprocesso, 1 foto ANSA; 1 foto dell'arresto dell'uomo che
ospitava il Bruno durante la latitanza, 1 foto segnaletica, 2 dei contanti rinvenuti nell'abitazione, 1
dell'abitazione. 6 ritagli di giornale (Giornale di Sicilia, L'Ora).
intestazione BRUNO FRANCESCO. Imputato al maxiprocesso catturato dopo nove anni di
latitanza. 22/10/1990.
cassetto 168 busta 119 doc 17
Pagina 191 di 1496
inventario 625673/404 data in 1982 data ul. 1982
soggetto 1. Enea, Vincenzo - Uccisione - 1982.
note 7 fotografie riguardanti l'uccisione di Enea, il corpo esanime di Enea, la folla di curiosi che
stanzia intorno al corpo esanime di Enea.
intestazione ENEA VINCENZO. Costruttore fallito ucciso ad Isola delle Femmine. 8/6/82.
cassetto 174 busta 404 doc 7
Pagina 648 di 1496
inventario 625672/9 data in 1982 data ul. 1982
soggetto 1. D'Agostino, Benedetto - Uccisione - 1982.
note 3 fotografie del luogo del delitto, del cadavere di D'Agostino e della Fiat 500 carbonizzata
utilizzata dai killer per uccidere l'uomo.
intestazione D'AGOSTINO BENEDETTO. Partanna Mondello, ucciso da killer nel suo residence.
13/5/82.
cassetto 173 busta 9 doc 3
Pagina 567 di 1496
inventario 625677/163 data in 1982 data ul. 1982
soggetto 1. Impastato, Giacomo - Uccisione - 1982.
note 1 fotografia formato tessera dell'Impastato, 2 fotografie riguardanti il corpo esanime
dell'ucciso
intestazione IMPASTATO GIACOMO. Ucciso a Isola delle Femmine. 16/1/82
cassetto 178 busta 163 doc 3
Pagina 960 di 1496
inventario 625666/22 data in 1985 data ul. 1985
soggetto 1. Badalamenti, Vito - Arresto - 1983.
2. 2
note 2 fotografie, 3 ritagli di giornale sulla concessione da parte della Spagna dell'estradizione
negli Stati Uniti del boss Vito Badalamenti
intestazione BADALAMENTI VITO. Commerciante, figlio di Tano Badalamenti. Novembre
'83 Cinisi.
cassetto 167 busta 22 doc 5
Pagina 136 di 1496
inventario 625666/21 data in 1983 data ul. 1983
soggetto 1. Badalamenti, Silvio - Uccisione - 1983.
note 6 ritagli di giornale sull'omicidio Badalamenti, proclamatosi sempre estraneo ad ogni
coinvolgimento mafioso
intestazione BADALAMENTI SILVIO. Nipote di don Tano. Ucciso a Marsala. 2/6/83
cassetto 167 busta 21 doc 6
Pagina 135 di 1496
inventario 625677/91 data in 1984 data ul. 1984
soggetto 1. Lo Bianco, Antonino Arresto - 1984 2. Di Maggio, Vincenzo - Arresto - 1984 3. Bruno,
Giovanni - Arresto - 1984.
note 4 ritagli di giornale (L'Ora, Repubblica, Giornale di Sicilia, Corriere della Sera) riguardanti
l'arresto dell'ex sindaco e del sindaco e assessori di Isola delle femmine. L'accusa: speculazione
edilizia e assunzioni di favore. In manette anche un costruttore. Una delle due giunte arrestate dopo
una settimana in cui i suoi componenti sono rimasti all'Ucciardone, è stata scarcerata, metre l'altra
resta all'Ucciardone.
intestazione ISOLA DELLE FEMMINE. Arrestati: il sindaco e la sua giunta il costruttore Giovanni
Bruno e l'ex sindaco 11/10/1984.
cassetto 178 busta 91 doc 4
Pagina 989 di 1496
inventario 625679/131 data in 1978 data ul. 1978
soggetto 1. Longo, Gaetano - Uccisione - 1978.
note 24 fotografie: del funerale (foto di Franco Zecchin), del figlio che ha assistito all'omicidio,
dell'abitazione davanti alla quale è avvenuto l'agguato, della vettura in cui si trovava il Longo,
della moglie che si reca in ospedale, dell'ingresso della banca presso cui era direttore, dell'identikit
dell'assassino.
intestazione LONGO GAETANO. Ex sindaco di Capaci e direttore della Banca del popolo PA
ucciso in un agguato sotto gli occhi del figlio. 17/1/1978.
cassetto 180 busta 131 doc 24
Pagina 1073 di 1496
inventario 625675/54 data in 1981 data ul. 1981
soggetto 1. Gallina, Stefano - Uccisione - 1981 2. Criminalità organizzata - Carini - 1981.
note 1 fotografia di ritratto di Gallina ed 1 fotografia del cadavere. Sul retro nota manoscritta:
"Stefano Gallina, 59 anni, allevatore di bestiame ucciso a Carini".
intestazione GALLINA STEFANO. Crivellato di colpi, allevatore di bestiame. 2/10/'81.
cassetto 176 busta 54 doc 2
Pagina 834 di 1496
3. 3
inventario 625676/352 data in 1976 data ul. 1976
soggetto Guglielmo, Felice - uccisione - 1976 2. Criminalità organizzata - Partanna Mondello -
1976.
note 2 fotografie di diverso formato del Guglielmo, 5 fotografie riguardanti il corpo esanime del
Guglielmo, il luogo dove è avvenuta l'uccisione, i funerali dello stesso
intestazione GUGLIELMO FELICE. Mafioso assassinato. (Palermo) Partanna Mondello. 9/1/76
cassetto 177 busta 352 doc 7
Pagina 915 di 1496
inventario 625679/20 data in 0 data ul. 0
soggetto 1. Lo Cicero.
note 2 fotografie di grande formato con in primo piano, nell'una un giovane uomo, nell'altra un
uomo più maturo, probabilmente si tratta della stessa persona
intestazione LO CICERO. Tommaso Natale.
cassetto180 busta 20 doc 2
Pagina 1086 di 1496
QUELLO 'SBIRRO' URLATO A RIINA JR LA VITA "SPERICOLATA" DI DI GIACOMO
Venerdì 02 Maggio 2014 - 06:24 di Riccardo Lo Verso
Le confidenze di Giovanni Di Giacomo, captate in carcere, svelano retroscena inediti sul killer
ergastolano del mandamento palermitano di Porta Nuova. E aprono delle piste investigative
sull'omicidio del fratello Giuseppe, freddato alla Zisa.
PALERMO - Glaciale e spietato. Sia fuori che dentro il carcere. Pronto a massacrare di botte un
altro detenuto e a dare dello “sbirro” al figlio di Totò Riina.
Sono le sue stesse parole, le parole di Giovanni Di Giacomo, killer ergastolano, ad aprire alcune
piste investigative sull'omicidio del fratello Giuseppe, freddato alla Zisa. Parlando con un nipote e
con l'altro fratello, Marcello, Giovanni non escludeva che il delitto fosse una vendetta nei suoi
confronti. I colloqui sono stati registrati fra marzo e aprile scorsi, prima che Giovanni Di Giacomo
individuasse in Onofrio ed Emanuele Lipari i presunti mandanti dell'omicidio e, così sostiene
l'accusa, ne ordinasse l'eliminazione, “costringendo” i carabinieri ad accelerare il blitz a Porta
Nuova.
Il nipote piangeva durante il colloqui. Si commuoveva pensando a Giuseppe che “... era tutto
sparato... la costola... forse non ce l'ha fatta più ed è caduto e l'ultimo gli hanno sparato in testa...”.
“... una volta che avevano questa intenzione c'è poco da fare”, spiegava Giovanni Di Giacomo con
apparente freddezza. Poi, aggiungeva: “... può essere pure che è stato fatto per me”. “... sto
pensando ora il fatto di Padova magari c'entra niente?”, gli chiedeva il nipote. Risposta: “... bravo...
bravo... mettilo al dieci per cento però mettilo al dieci per cento... sei intelligente, ma lo hai pensato
tu lo hai pensato?... il dieci per cento perché questo che dici tu non ha tutta questa capacità di
potere... hai capito?”.
Il “fatto di Padova” è un episodio di inaudita violenza carceraria. L'11 luglio 2011, all'interno
del penitenziario Due Torri della città veneta Di Giacomo massacrò a colpi di fornellino da
campo un altro detenuto, Francesco Bruno. Che non è l'ultimo arrivato. Sta scontando pure
lui un ergastolo per l'omicidio di Stefano Gallina, capomafia di Cinisi freddato negli anni
Ottanta. Bruno, nato ad Isola delle Femmine, era uomo di fiducia di Saro Riccobono, storico
boss di Partanna Mondello. Ha condiviso il ruolo di imputato in un processo con Salvatore Lo
Piccolo colui che, vent'anni dopo, avrebbe preso il potere fra Resuttana e San Lorenzo.
4. 4
Una mattina afosa del luglio 2011, le celle del carcere di Padova sono aperte per fare “respirare” i
detenuti. Bruno si trova nel reparto Eiv (elevato indice di vigilanza). Un attimo di distrazione delle
guardie carcerarie e nella sua cella piomba Di Giacomo. Al termine del pestaggio, Bruno riporta
diverse fratture alle gambe e alle braccia. Il suo volto è tumefatto. La testa fracassata. Ci vorranno
diversi interventi chirurgici e 500 punti di sutura per strapparlo alla morte e cucire le ferite. Oggi si
trova nel carcere di Milano-Opera, dove ha assistito al processo nel corso del quale, nel 2013, è
stato condannato a 30 anni per l'omicidio di Vincenzo Enea, un imprenditore edile di Isola delle
Femmine assassinato, secondo l'accusa, per essersi rifiutato di entrare in società con alcuni mafiosi,
tra cui Bruno.
Giovanni Di Giacomo stava per commettere, dunque, il terzo omicidio della sua vita dopo quelli di
Natale Tagliavia, trovato incaprettato il 18 settembre '81 e di Filippo Ficarra, vittima della lupara
bianca nel 1982. Sempre in carcere, su ordine di Totò Riina, Pippo Calò e Michele Greco, aveva
cercato di di avvelenare Gerlando Alberti "u paccarè", lo storico capo della famiglia di Porta
Nuova. Di Giacomo eseguiva ordini e non guardava in faccia nessuno. È uno che non le manda a
dire. Non si è fermato neppure di fronte al figlio del capo dei capi. È accaduto anche questo.
Ancora una volta è lo stesso Giovanni Di Giacomo a raccontarlo. Al fratello Marcello, che l'11
aprile scorso era andato a trovarlo in carcere, ammetteva di avere avuto tanti, troppi “discorsi in
galera … discorsi che ho avuto in galera… discorsi… hai capito?... per esempio… ho avuto discorsi
pure con il figlio di Totò Riina… gli ho detto… 'sei sbirro'… 'sei cane'”. Giuseppe Riina è stato
rinchiuso a Padova nello stesso carcere di Giovanni Di Giacomo.
http://livesicilia.it/2014/05/02/killer-ergastolo-mafia-di-giacomo_481078/
B.B.P., BILLECI VINCENZO, BIONDO, BRUNO FRANCESCO, CONSIGLIO MARIA CONCETTA, GALLINA
STEFANO,IMPASTATO, SALICETO, VASSALLO
GIUSEPPE, VITALE,D’AGOSTINO,ENEA,BADALAMENTI,MUTOLO,NAIMO,MICALIZZI,RICCOBONO,GUGLIELMO
FELICE,LUCIDO,CATALDO,CARDINALE,LO CICERO,IMMOBILIARE SICANIA,LO CICERO VINCENZO,TRIPICIANO
EDOARDO,PULEO COSTANTINO, LUPARELLO SANTO,TESAURO GIROLAMO,
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2011/08/la-nostra-isola.html