SlideShare a Scribd company logo
1 of 34
IMPIANTISTICA SPORTIVA 
IN CAMPANIA 
GLI IMPIANTI SPORTIVI 
IL PARERE DEL C.O.N.I. 
IL D.M. 18 MARZO 1996 
Il D.M. 6 Giugno 2005 
L’ACCESSIBILITÀ PER I DISABILI NEGLI IMPIANTI SPORTIVI
I numeri dello sport in Italia 
6.600.000 persone fanno gare ufficiali e amatoriali 
10. 500.000 persone praticano qualche attività 
sportiva 
17.100.000 hanno necessità di impianti sportivi 
idonei 
, i.
LA DOTAZIONE DI IMPIANTI SPORTIVI 
Impianti Sportivi 
elementari 
% per 100.000 
abitanti 
ITALIA 148.800 264 
NORD-OVEST 52.330 354 
NORD-EST 37.200 352 
CENTRO 29.080 271 
SUD E ISOLE 30.280 150
LIVELLI DI IMPIANTI SPORTIVI 
I n generale la rete impiantistica-sportiva è considerata costituita 
da tre livelli di utilizzo, distinti in rapporto al bacino di utenza ed 
al servizio offerto. 
AAll pprriimmoo lliivveelllloo appartengono le attrezzature di base ben 
distribuite sul territorio, facilmente raggiungibili dagli utenti, rivolti 
ad una larga fascia di età, sono: i piccoli campi di gioco scoperti, 
aree di verde attrezzato, palestre scolastiche e private, aree 
polivalenti nei parchi, piste di pattinaggio scoperte, campi di 
bocce; sono impianti prevalentemente di proprietà comunale con 
un bacino di utenza di quartiere. Le amministrazioni comunali 
realizzano questi spazi sportivi anche annessi ad altre strutture 
pubbliche non sportive.
LIVELLI DI IMPIANTI 
SPORTIVI 
Al secondo livello appartengono gli impianti ben definiti e 
qualificati tecnicamente per lo svolgimento di una disciplina 
sportiva, sono: le palestre polivalenti per il basket e la 
pallavolo con limitata presenza di pubblico, le piscine 
semiolimpioniche, i campi di calcio con tribune. Questi 
impianti hanno gli spazi sportivi omologati dalle federazioni, 
spogliatoi idonei e sono a servizio di un bacino di utenza 
comunale o intercomunale.
LIVELLI DI IMPIANTI SPORTIVI 
Al terzo livello appartengono gli impianti sportivi di tipo 
superiore, intercomunale e ad uso principalmente agonistico 
spettacolare. Hanno una notevole rilevanza urbanistica e di 
impatto ambientale, sono strutture tipo: stadi per il calcio, 
palazzetti dello sport con più di 1.500 spettatori, piscine 
olimpioniche e impiantisti specialistici. 
Tutti gli impianti concorrono alla dotazione di attrezzature 
sportive sul territorio ma i più significativi per lo sviluppo dello 
sport sono quelli di 2° livello in quanto consentono ad una 
Associazione sportiva di svolgere le attività sportive a livello 
agonistico e nel contempo svolgere attività sportive 
promozionali e a carattere sociale.
DOTAZIONE DI IMPIANTI SPORTIVI IN 
CAMPANIA 
MEDIA NAZIONALE REGIONE CAMPANIA 
CALCIO 32 8 
PISCINE 7 2 
PALESTRE 35 20 
TENNIS 36 16 
1.Il 20% degli impianti censiti è in cattivo stato di conservazione; 
2.Il 70% degli impianti hanno gli spogliatoi insufficienti e tra questi il 
30% ne sono privi del tutto; 
3.Il 60% degli impianti non ha l’omologazione dei campi e quindi non 
possono essere utilizzati per attività agonistica;
COSTO ORIENTATIVO DI IMPIANTI 
SPORTIVI di 2° LIVELLO 
a) CAMPO DI CALCIO con 2500 spettatori € 3.500.000,00 
b) PISCINA: coperta con vasca semiolimpionica e 
vasca per ginnastica in acqua € 3.500.000,00 
- piscina scoperta € 1.000.000,00 
€ 4.500.000,00 
c) PALAZZETTO DELLO SPORT 
con 600 spettatori € 2.500.000,00 
d) CENTRO TENNIS con 2 campi scoperti 
e 2 campi coperti € 1.200.000,00
INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO 
TERMICO E ACUSTICO 
• risparmio energetico è condizione vitale per la sopravvivenza 
dell’impiantistica sportiva al coperto a tutti i livelli; 
• si deve porre l’attenzione non solo sul carattere energetico 
dei nuovi impianti ma soprattutto su come rendere 
energeticamente sostenibili gli impianti esistenti; 
• occorre quindi realizzare un opportuna diagnosi dei consumi 
energetici degli edifici sportivi esistenti, al fine di attivare 
processi di risparmio e di razionalizzazione dei consumi
INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO 
TERMICO E ACUSTICO 
• Gli impianti sportivi, sono strutture molto energivore, rientrano 
nelle costruzioni edilizie cui è importante applicare, sia per i 
sistemi attivi (impianti), sia per quelli passivi (involucro) i 
principi del risparmio energetico associando ad essi sistemi di 
fonti rinnovabili e principi di architettura bioclimatica;
INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO 
TERMICO E ACUSTICO 
i criteri che devono guidare un progettista sono: 
• materiali ecocompatibili; 
• alto isolamento termico delle strutture perimetrali; 
• ƒutilizzo della ventilazione naturale; 
•ƒƒ sfruttamento dell’effetto serra per accumulo di calore; 
• ricerca di soluzioni per l’incremento della luce naturale 
all’interno degli edifici;
INVOLUCRO AD AL TO ISOLAMENTO 
TERMICO E ACUSTICO
INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO 
TERMICO E ACUSTICO
INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO 
TERMICO E ACUSTICO
INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO 
TERMICO E ACUSTICO
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
IL D.M.18 Marzo 1996 
Si applica ai complessi e impianti sportivi destinati allo svolgimento di 
manifestazioni e/o attività sportive regolate dal C.O.N.I. e dalle Federazioni 
sportive nazionali riconosciute, nonché conformi alle disposizioni e 
regolamenti dei medesimi enti e delle Federazioni sportive internazionali. 
Chi intende costruire un impianto destinato ad attività sportiva con presenza 
di spettatori in numero superiore a 100 deve: individuare un luogo che 
riunisca i requisiti di cui all’art. 4; presentare al Comune ove è censito il 
terreno nel quale si intende procedere alla realizzazione dell’opera una 
domanda di autorizzazione corredata dai documenti indicati all’art. 3.Il 
Comune ha l’obbligo di sottoporre preventivamente il progetto alla 
Commissione provinciale di vigilanza che deve rilasciare un parere scritto di 
conformità alle norme del citato d.m. (art. 3) 
A lavori ultimati l’istante deve allegare il predetto verbale alla certificazione 
di idoneità statica ed impiantistica, nonché agli adempimenti previsti dal 
d.P.R. 29 luglio 1982, n. 577, ai fini della prevenzione incendi, e presentare 
al Comune la domanda di visita di constatazione. Questa viene eseguita 
dalla predetta Commissione provinciale che redige un verbale a sua volta 
trasmesso al Sindaco per il rilascio della licenza di agibilità.
IL D.M.18 Marzo 1996 
Fornisce indicazioni tese a garantire la sicurezza degli spettatori 
durante l’afflusso, lo svolgimento delle manifestazioni ed il deflusso. 
Lo spazio riservato agli spettatori deve essere delimitato rispetto a 
quello dell’attività sportiva ma deve esserne sempre garantita la 
visibilità (art.6). 
Nel caso di impianti all’aperto con un numero di spettatori superiore 
a 10.000 unità o al chiuso con un numero di spettatori superiore a 
4.000 unità, lo spazio riservato agli spettatori deve essere suddiviso 
in settori, di cui uno dedicato agli ospiti (art. 7); i relativi sistemi di 
separazione devono impedire che le tifoserie entrino in contatto. 
Ogni settore deve avere almeno due uscite; il sistema di vie di 
uscita dalla zona spettatori deve essere indipendente da quello 
della zona di attività sportiva; entrambe devono avere le stesse 
caratteristiche (art. 8). I settori all’interno devono essere collegati da 
percorsi di smistamento (art. 9).L’art. 10 sancisce il rapporto 
intercorrente fra gli spettatori, i servizi igienici ed i posti di pronto 
soccorso.
IL D.M.18 Marzo 1996 
Gli spogliatoi devono avere accessi e percorsi separati da quelli 
degli spettatori (art. 11). 
Le coperture pressostatiche sono consentite per gli impianti con 
presenza di non più di 50 persone comprensive di spettatori, 
praticanti ed addetti; vengono sancite le specifiche costruttive e 
l’obbligo annuale di consegnare al Comune un certificato di idoneità 
statica (art. 13). 
L’art. 14 stabilisce le caratteristiche delle piscine e l’obbligo della 
predisposizione del servizio di salvataggio. 
Il criterio antisismico, i requisiti di resistenza al fuoco delle parti 
componenti l’impianto e le finiture sono dettagliate nell’art. 15; 
l’art. 16 indica le specifiche costruttive degli eventuali depositi; 
l’art. 17 prevede gli obblighi di realizzazione degli impianti elettrici di 
riscaldamento, di condizionamento, di rilevazione e segnalazione 
degli incendi, di allarme, di estinzione degli incendi.
IL D.M.18 Marzo 1996 
• Dispositivi di controllo degli spettatori (art. 18) 
• Negli impianti con capienza superiore a 10.000 
spettatori all’aperto e 4.000 al chiuso, in 
occasione di manifestazioni sportive, deve 
essere installato un impianto televisivo a circuito 
chiuso che consenta la ripresa e registrazione 
delle parti raggiungibili dagli spettatori. 
• L’impianto deve essere conforme alle 
disposizioni di cui al decreto interministeriale 6 
giugno 2005.
Il D.M. 6 giugno 2005 
Fra le novità introdotte dal decreto recante modifiche e integrazioni 
al d.m. 18 marzo 1996 spicca la definizione di complesso sportivo 
multifunzionale (“complesso comprendente spazi destinati ad altre 
attività, diverse da quella sportiva, caratterizzato da organicità 
funzionale, strutturale ed impiantistica”, art. 2) in base al quale è ora 
possibile ubicare in tali impianti esercizi commerciali (art. 4). Per tali 
impianti viene previsto l’obbligo di istituire un’unità di gestione della 
sicurezza antincendio (art. 19-bis).Per impianti con capienza 
superiore alle 10.000 unità ove si disputano incontri di calcio sono 
responsabili del mantenimento delle condizioni di sicurezza il titolare 
e la società utilizzatrice cui compete la predisposizione del relativo 
piano finalizzato al mantenimento delle condizioni di sicurezza, al 
rispetto dei divieti, delle limitazioni e delle condizioni di esercizio ed 
a garantire la sicurezza delle persone in caso di emergenza. Deve 
essere predisposto altresì un piano di emergenza da aggiornare in 
caso di manifestazioni occasionali diverse da quelle ordinariamente 
previste.
Il D.M. 6 giugno 2005 
Per la relativa gestione è previsto un apposito locale (art. 19) 
Art. 8-bisLa società utilizzatrice dell’impianto deve realizzare 
delle aree di massima sicurezza, comprese fra l’impianto e 
l’area di servizio annessa in cui collocare i varchi d’accesso 
all’impianto, ed un’area riservata, realizzata nell’ambito 
dell’area di servizio esterna, divisa in settori per dividere le 
tifoserie. 
I varchi di ingresso devono essere: contrassegnati con lettere 
o numeri analoghi a quelli indicati nei titoli di accesso 
all’impianto; dotati di preselettori di incanalamento con corsia 
di ritorno per i non abilitati all’ingresso; dotati di tornelli “a tutta 
altezza” in grado di far accedere una sola persona alla 
volta,costruiti secondo regole di buona tecnica e invalicabili se 
bloccati alla rotazione.
IL REGOLAMENTO C.O.N.I. PER 
L’IMPIANTISTICA SPO R TI VA 
• Il regolamento C.O.N.I., approvato con deliberazione n. 851 del 15 
luglio 1999, stabilisce che “gli impianti sportivi dovranno essere 
conformi: alle norme di Legge che sotto qualsiasi titolo regolano la 
loro progettazione, costruzione ed esercizio, con particolare 
riferimento a quelle di sicurezza, igiene, superamento delle barriere 
architettoniche, ecc.; ai regolamenti delle Federazioni sportive 
nazionali e internazionali, in relazione al livello di attività previsto, 
sia per quanto attiene le caratteristiche dimensionali, costruttive ed 
ambientali degli spazi destinati alla pratica sportiva, che per la 
dotazione e le caratteristiche delle attrezzature fisse e mobili” (art 1). 
• Sussiste, pertanto, una propria subordinazione ai regolamenti delle 
Federazioni sportive nazionali i cui organi sono preposti 
all’omologazione degli impianti sportivi sulla base dei propri 
regolamenti tecnici. 
• La norma stabilisce i requisiti per la localizzazione (art. 6.1), le 
modalità di recinzione esterna dell’area (art. 6.2), il concepimento 
delle aree di sosta (art. 6.3), i requisiti della pavimentazione e delle 
pareti della sala attività (art. 10.1.1).
LE NORME TECNICHE 
• L’art. 23 del d.m. 18 marzo 1996 stabilisce che “i prodotti 
legalmente riconosciuti in uno dei Paesi della Comunità 
Europea sulla base di norme armonizzate o di norme o regole 
tecniche straniere riconosciute equivalenti, ovvero originari di 
Paesi contraenti l'accordo SEE, possono essere 
commercializzati in Italia per essere impiegati nel campo di 
applicazione disciplinato dal presente decreto”. 
• Le macchine sono al primo posto fra le cause di incidenti e di 
infortuni. Una macchina può essere pericolosa perché causa di 
infortunio ma può essere anche causa di una malattia 
professionale. La direttiva 83/189/CEE ha introdotto per la prima 
volta il divieto per ogni Stato membro di emanare norme se non 
di provenienza comunitaria al fine di codificare le comuni regole 
al mercato. La più importante direttiva di prodotto è la n. 
89/392/CEE e successive modifiche, meglio conosciuta come 
“direttiva macchina”, che disciplina la progettazione e la 
costruzione di tutte le attrezzature di lavoro. 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
LE NORME TECNICHE 
• Il d.lgs. n. 626/1994 all’uopo prevede che coloro che 
partecipano alla progettazione, produzione, fornitura (vendita 
o noleggio) ed installazione di macchinari devono attenersi a 
degli obblighi specifici volti a tutelare la sicurezza e la salute 
degli utenti finali, i lavoratori (art. 6). 
• La marcatura CE della macchina, o del componente di 
sicurezza, è stata introdotta per uniformare i criteri di 
conformità ai requisiti di sicurezza previsti dalle direttive 
comunitarie al fine di sostituire i vari regolamenti nazionali in 
materia di conformità. Questo consente il libero accesso ai 
singoli mercati dei Paesi comunitari e di eliminare tutti i 
marchi nazionali aventi lo scopo di stabilire la conformità a 
regole tecniche. 
• Fra le “norme tecniche”, frutto di esperienze tecniche 
qualificate, ricordiamo le norme EN (di matrice comunitaria) e 
le norme di buona tecnica nazionali [quelle prodotte dall’Ente 
nazionale italiano di unificazione (UNI)]. 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
REGOLAMENTI SPORTIVI 
RINVIANTI A NORME TECNICHE 
• Il d. m. 18 marzo 1996 concernente “Norme di 
sicurezza per la costruzione e l’esercizio 
degli impianti sportivi”. 
• Il regolamento per l’emissione di pareri di 
competenza del C.O.N.I. sugli interventi 
relativi all’impiantistica sportiva. 
• Le Norme C.O.N.I. per l'impiantistica sportiva 
di cui alla deliberazione del 15 luglio 1999 n. 
851. 
• Il regolamento degli Stadi della Lega 
nazionale professionistiper la stagione 
sportiva 2006/2007. 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
Il D.M. 18 MARZO 1996 
E LE NORME TECNICHE 
• Il d. m. 18 marzo 1996, coordinato con le modifiche e le 
integrazioni introdotte dal d.m. 6 giugno 2005, fa diretto 
riferimento alle norme UNI per quanto riguarda: 
• l’area di servizio annessa agli impianti con capienza superiore 
a 2.000 spettatori (art. 5) che deve essere delimitata secondo 
la norma UNI 10121 EN; 
• gli spazi riservati agli spettatori e all’attività sportiva (art. 6) 
che devono essere conformi alle norme UNI 9931 e 9939, 
UNI 9217 e UNI 10121 ; 
• i sistemi di separazione tra zona spettatori e zona attività 
sportiva (art. 6-bis) che devono essere conformi alle norme 
UNI 10121-2 ; 
• i settori (art. 7) che devono essere conformi alle norme UNI 
10 121–2 o equivalenti; 
• le aree di sicurezza e varchi (art. 8-bis) che devono essere 
conformi alle norme UNI 10 121–2 o equivalenti. 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
IL REGOLAMENTO PER 
L’ EMISSIONE DI PARERI E LE 
NORME TECNICHE 
Il regolamento per l’emissione di pareri di 
competenza del C.O.N.I. sugli interventi relativi 
all’impiantistica sportiva approvato dal Consiglio 
Nazionale del C.O.N.I. con deliberazione n. 
1219 del 27 marzo 2002, aggiornato con 
deliberazione n. 1354 del 28 febbraio 2007, 
prevede, fra la documentazione da presentare 
per acquisire i pareri, che gli attrezzi sportivi 
siano conformi alle norme federali e dalle norme 
tecniche (UNI, EN, ISO) (art. 2.5.3). 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
LA DELIBERAZIONE C.O.N.I. 851/1999 
E LE NORME TECNICHE: 
• Le Norme C.O.N.I. per l'impiantistica sportiva di 
cui alla deliberazione del 15 luglio 1999, n. 851, 
fa espresso riferimento alle norme tecniche agli 
articoli: 
• 7.8 - illuminazione artificiale - norma UNI 
SPORT 9316 (appendice); 
• 9 - spazi per il pubblico - norma UNI SPORT 
9217; 
• 9.1 - delimitazione degli spazi per il pubblico - 
norma UNI 10121(seconda parte, n.3.6). 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
IL REGOLAMENTO STADI E 
LE NORME TECNICHE: 
• Il regolamento degli Stadi della Lega Nazionale Professionisti 
per la stagione sportiva 2006/2007 approvato dal Consiglio di 
Lega ai sensi dell’articolo 44, comma 1, del Regolamento 
della Lega Nazionale Professionisti, n. 109 del 9 novembre 
2006, richiama le norme tecniche per quanto riguarda: 
• le caratteristiche del terreno di gioco - norma EN 12616; 
• la recinzione interna - norme UNI 10 121-2 o equivalenti, 
norma UNI 10121; 
• l’impianto di illuminazione del terreno di giuoco - norma UNI 
EN 12193; 
• la recinzione esterna – norma UNI 10121; 
• i posti a sedere numerati, con sedute conformi alle norme UNI 
9931 e 9939. 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
L’ACCESSIBILITA’ PER I DISABILI 
NEGLI IMPIANTI SPORTIVI 
• Per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con 
ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere 
l’impianto, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in 
condizioni di adeguata sicurezza e autonomia. Pertanto, tale 
requisito risulta soddisfatto se: sono accessibili gli spazi esterni; vi 
sia almeno un percorso di collegamento dalla viabilità pubblica 
all’accesso dell’edificio; vi sono dei posti auto riservati; sono 
accessibili tutte le parti dell’edificio. Nel d.m. n. 236/1989 era 
richiesto che gli ambienti destinati ad attività sportive lo fossero Per 
la fruizione dei grandi impianti sportivi da parte di persone con 
disabilità venne previsto l’abbattimento di eventuali barriere 
architettoniche, l’edificazione di bagni attrezzati e l’obbligo di 
riservare una percentuale di posti definiti “protetti” per le persone 
disabili in carrozzina (percentuale stabilita nel 4%, utilizzando i 
parametri della presenza di handicap motori nella popolazione). 
• Il d.P.R. 24 luglio 1996, n. 503, nell’occuparsi dell’eliminazione delle 
barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici, non 
affrontò la questione dell’handicap mentale e, peggio, considerò i 
disabili solo in qualità di spettatori ma non di atleti. 
Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
L’ACCESSIBILITA’ PER I DISABILI 
NEGLI IMPIANTI SPORTIVI 
• L’art. 23 della legge n. 104/1992 aveva previsto il requisito 
dell’accessibilità nelle strutture sportive e nei servizi connessi, così 
come il d.m. 18 marzo 1996 aveva sancito che “dove sono previsti 
posti per portatori di handicap, su sedie a rotelle, di cui alla legge 9 
gennaio 1989, n. 13, sull'abbattimento delle barriere architettoniche, 
il sistema delle vie di uscita e gli spazi calmi relativi devono essere 
conseguentemente dimensionati” (art. 8). 
• Tali norme furono opportunamente integrate dalla deliberazione 19 
dicembre 1997, n. 1492, della Giunta esecutiva del C.O.N.I., 
integrativa della normativa sulle barriere architettoniche, e con 
quella del 15 luglio 1999, n. 851, recante “norme CONI per 
l’impiantistica sportiva” (art. 4).

More Related Content

Similar to Lucio De Rosa, Coni

Italcementi appunti
Italcementi appuntiItalcementi appunti
Italcementi appunti
Pino Ciampolillo
 
Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...
Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...
Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...
Mirco Merlin
 
LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...
LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...
LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...
legambiente_campania
 

Similar to Lucio De Rosa, Coni (15)

Csi pavia notizie_n_30_del_10.11.20
Csi pavia notizie_n_30_del_10.11.20Csi pavia notizie_n_30_del_10.11.20
Csi pavia notizie_n_30_del_10.11.20
 
Italcementi appunti
Italcementi appuntiItalcementi appunti
Italcementi appunti
 
Michele Marchese Catania 23 giugno 2015
Michele Marchese Catania 23 giugno 2015Michele Marchese Catania 23 giugno 2015
Michele Marchese Catania 23 giugno 2015
 
Presentazione treviso finale
Presentazione treviso finalePresentazione treviso finale
Presentazione treviso finale
 
Norme antincendio Locali di pubblico spettacolo
Norme antincendio Locali di pubblico spettacoloNorme antincendio Locali di pubblico spettacolo
Norme antincendio Locali di pubblico spettacolo
 
legge_46_90_DM_37_08.pptx
legge_46_90_DM_37_08.pptxlegge_46_90_DM_37_08.pptx
legge_46_90_DM_37_08.pptx
 
arch. Maurizio Guglielmetti, AIS
arch. Maurizio Guglielmetti, AISarch. Maurizio Guglielmetti, AIS
arch. Maurizio Guglielmetti, AIS
 
News SSL 32 2017
News SSL 32 2017News SSL 32 2017
News SSL 32 2017
 
Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...
Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...
Presentazione Centro Polifunzionale ad Indirizzo Prevalentemente Sportivo in ...
 
giuseppe poeta catania 23 giugno 2015
giuseppe poeta catania 23 giugno 2015giuseppe poeta catania 23 giugno 2015
giuseppe poeta catania 23 giugno 2015
 
andrea cavallato catania 23 giugno
andrea cavallato catania 23 giugnoandrea cavallato catania 23 giugno
andrea cavallato catania 23 giugno
 
Impiantistica sportiva e opportunità della Legge di Stabilità 2014
Impiantistica sportiva e opportunità della Legge di Stabilità 2014Impiantistica sportiva e opportunità della Legge di Stabilità 2014
Impiantistica sportiva e opportunità della Legge di Stabilità 2014
 
Regione Lazio: verso il Giubileo, nuovi servizi per le persone
Regione Lazio: verso il Giubileo, nuovi servizi per le personeRegione Lazio: verso il Giubileo, nuovi servizi per le persone
Regione Lazio: verso il Giubileo, nuovi servizi per le persone
 
LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...
LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...
LA GESTIONE DEI RAEE DA PARTE DEI COMUNI: OBBLIGHI E OPPORTUNITA’Cdc raee sal...
 
News SSL 10 2015
News SSL 10 2015News SSL 10 2015
News SSL 10 2015
 

More from infoprogetto

More from infoprogetto (20)

Elena massetti foster
Elena massetti   fosterElena massetti   foster
Elena massetti foster
 
arch. Fabio Coracin, studio Fedro AA Associati
arch. Fabio Coracin, studio Fedro AA Associatiarch. Fabio Coracin, studio Fedro AA Associati
arch. Fabio Coracin, studio Fedro AA Associati
 
Rinaldo Sabattini, Estfeller – Gorter Italia srl
Rinaldo Sabattini, Estfeller – Gorter Italia srlRinaldo Sabattini, Estfeller – Gorter Italia srl
Rinaldo Sabattini, Estfeller – Gorter Italia srl
 
Intervento di Giovanni Fabris
Intervento di Giovanni FabrisIntervento di Giovanni Fabris
Intervento di Giovanni Fabris
 
Intervento di Carlo Bruschetta
Intervento di Carlo BruschettaIntervento di Carlo Bruschetta
Intervento di Carlo Bruschetta
 
Intervento di Roberto Perego, VORTICE ELETTROSOCIALI SPA
Intervento di Roberto Perego, VORTICE ELETTROSOCIALI SPAIntervento di Roberto Perego, VORTICE ELETTROSOCIALI SPA
Intervento di Roberto Perego, VORTICE ELETTROSOCIALI SPA
 
Intervento di Simone Bertolli, FAAC
Intervento di Simone Bertolli, FAACIntervento di Simone Bertolli, FAAC
Intervento di Simone Bertolli, FAAC
 
Intervento di Daniele Menichini
Intervento di Daniele MenichiniIntervento di Daniele Menichini
Intervento di Daniele Menichini
 
Intervento di Fabio Citterio, NUOVA DEFIM ORSOGRIL
Intervento di Fabio Citterio, NUOVA DEFIM ORSOGRILIntervento di Fabio Citterio, NUOVA DEFIM ORSOGRIL
Intervento di Fabio Citterio, NUOVA DEFIM ORSOGRIL
 
Intervento di Luca Gennaro, DOTT. GALLINA
Intervento di Luca Gennaro, DOTT. GALLINAIntervento di Luca Gennaro, DOTT. GALLINA
Intervento di Luca Gennaro, DOTT. GALLINA
 
Intervento di Luciano Pugnaletto, Lapitec®
Intervento di Luciano Pugnaletto, Lapitec®Intervento di Luciano Pugnaletto, Lapitec®
Intervento di Luciano Pugnaletto, Lapitec®
 
Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.
Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.
Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.
 
Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.
Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.
Intervento di Leonardi Ricci, Centrometal S.r.l.
 
Intervento di Nicola Pellegrini, CASA VALENTINA SPA
Intervento di Nicola Pellegrini, CASA VALENTINA SPAIntervento di Nicola Pellegrini, CASA VALENTINA SPA
Intervento di Nicola Pellegrini, CASA VALENTINA SPA
 
Intervento di Claudio Marsilli, SERISOLAR
Intervento di Claudio Marsilli, SERISOLARIntervento di Claudio Marsilli, SERISOLAR
Intervento di Claudio Marsilli, SERISOLAR
 
Intervento di Luca Gobbetti, FINSTRAL SpA
Intervento di Luca Gobbetti, FINSTRAL SpAIntervento di Luca Gobbetti, FINSTRAL SpA
Intervento di Luca Gobbetti, FINSTRAL SpA
 
Doriana Riboni, Studio Luce Sacchi
Doriana Riboni, Studio Luce SacchiDoriana Riboni, Studio Luce Sacchi
Doriana Riboni, Studio Luce Sacchi
 
arch. Natale Raineri, membro Commissione formazione C.N.A.P.P.C.
arch. Natale Raineri, membro Commissione formazione C.N.A.P.P.C.arch. Natale Raineri, membro Commissione formazione C.N.A.P.P.C.
arch. Natale Raineri, membro Commissione formazione C.N.A.P.P.C.
 
Intervento di Flavia Loggia e Diego Abbati, Milano 10 dicembre 2015
Intervento di Flavia Loggia e Diego Abbati, Milano 10 dicembre 2015Intervento di Flavia Loggia e Diego Abbati, Milano 10 dicembre 2015
Intervento di Flavia Loggia e Diego Abbati, Milano 10 dicembre 2015
 
Intervento di Lisa Rizzato, Milano 10 dicembre 2015
Intervento di Lisa Rizzato, Milano 10 dicembre 2015Intervento di Lisa Rizzato, Milano 10 dicembre 2015
Intervento di Lisa Rizzato, Milano 10 dicembre 2015
 

Lucio De Rosa, Coni

  • 1. IMPIANTISTICA SPORTIVA IN CAMPANIA GLI IMPIANTI SPORTIVI IL PARERE DEL C.O.N.I. IL D.M. 18 MARZO 1996 Il D.M. 6 Giugno 2005 L’ACCESSIBILITÀ PER I DISABILI NEGLI IMPIANTI SPORTIVI
  • 2. I numeri dello sport in Italia 6.600.000 persone fanno gare ufficiali e amatoriali 10. 500.000 persone praticano qualche attività sportiva 17.100.000 hanno necessità di impianti sportivi idonei , i.
  • 3. LA DOTAZIONE DI IMPIANTI SPORTIVI Impianti Sportivi elementari % per 100.000 abitanti ITALIA 148.800 264 NORD-OVEST 52.330 354 NORD-EST 37.200 352 CENTRO 29.080 271 SUD E ISOLE 30.280 150
  • 4. LIVELLI DI IMPIANTI SPORTIVI I n generale la rete impiantistica-sportiva è considerata costituita da tre livelli di utilizzo, distinti in rapporto al bacino di utenza ed al servizio offerto. AAll pprriimmoo lliivveelllloo appartengono le attrezzature di base ben distribuite sul territorio, facilmente raggiungibili dagli utenti, rivolti ad una larga fascia di età, sono: i piccoli campi di gioco scoperti, aree di verde attrezzato, palestre scolastiche e private, aree polivalenti nei parchi, piste di pattinaggio scoperte, campi di bocce; sono impianti prevalentemente di proprietà comunale con un bacino di utenza di quartiere. Le amministrazioni comunali realizzano questi spazi sportivi anche annessi ad altre strutture pubbliche non sportive.
  • 5. LIVELLI DI IMPIANTI SPORTIVI Al secondo livello appartengono gli impianti ben definiti e qualificati tecnicamente per lo svolgimento di una disciplina sportiva, sono: le palestre polivalenti per il basket e la pallavolo con limitata presenza di pubblico, le piscine semiolimpioniche, i campi di calcio con tribune. Questi impianti hanno gli spazi sportivi omologati dalle federazioni, spogliatoi idonei e sono a servizio di un bacino di utenza comunale o intercomunale.
  • 6. LIVELLI DI IMPIANTI SPORTIVI Al terzo livello appartengono gli impianti sportivi di tipo superiore, intercomunale e ad uso principalmente agonistico spettacolare. Hanno una notevole rilevanza urbanistica e di impatto ambientale, sono strutture tipo: stadi per il calcio, palazzetti dello sport con più di 1.500 spettatori, piscine olimpioniche e impiantisti specialistici. Tutti gli impianti concorrono alla dotazione di attrezzature sportive sul territorio ma i più significativi per lo sviluppo dello sport sono quelli di 2° livello in quanto consentono ad una Associazione sportiva di svolgere le attività sportive a livello agonistico e nel contempo svolgere attività sportive promozionali e a carattere sociale.
  • 7. DOTAZIONE DI IMPIANTI SPORTIVI IN CAMPANIA MEDIA NAZIONALE REGIONE CAMPANIA CALCIO 32 8 PISCINE 7 2 PALESTRE 35 20 TENNIS 36 16 1.Il 20% degli impianti censiti è in cattivo stato di conservazione; 2.Il 70% degli impianti hanno gli spogliatoi insufficienti e tra questi il 30% ne sono privi del tutto; 3.Il 60% degli impianti non ha l’omologazione dei campi e quindi non possono essere utilizzati per attività agonistica;
  • 8. COSTO ORIENTATIVO DI IMPIANTI SPORTIVI di 2° LIVELLO a) CAMPO DI CALCIO con 2500 spettatori € 3.500.000,00 b) PISCINA: coperta con vasca semiolimpionica e vasca per ginnastica in acqua € 3.500.000,00 - piscina scoperta € 1.000.000,00 € 4.500.000,00 c) PALAZZETTO DELLO SPORT con 600 spettatori € 2.500.000,00 d) CENTRO TENNIS con 2 campi scoperti e 2 campi coperti € 1.200.000,00
  • 9. INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO • risparmio energetico è condizione vitale per la sopravvivenza dell’impiantistica sportiva al coperto a tutti i livelli; • si deve porre l’attenzione non solo sul carattere energetico dei nuovi impianti ma soprattutto su come rendere energeticamente sostenibili gli impianti esistenti; • occorre quindi realizzare un opportuna diagnosi dei consumi energetici degli edifici sportivi esistenti, al fine di attivare processi di risparmio e di razionalizzazione dei consumi
  • 10. INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO • Gli impianti sportivi, sono strutture molto energivore, rientrano nelle costruzioni edilizie cui è importante applicare, sia per i sistemi attivi (impianti), sia per quelli passivi (involucro) i principi del risparmio energetico associando ad essi sistemi di fonti rinnovabili e principi di architettura bioclimatica;
  • 11. INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO i criteri che devono guidare un progettista sono: • materiali ecocompatibili; • alto isolamento termico delle strutture perimetrali; • ƒutilizzo della ventilazione naturale; •ƒƒ sfruttamento dell’effetto serra per accumulo di calore; • ricerca di soluzioni per l’incremento della luce naturale all’interno degli edifici;
  • 12. INVOLUCRO AD AL TO ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO
  • 13. INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO
  • 14. INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO
  • 15. INVOLUCRO AD ALTO ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO
  • 16. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 17. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 18. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 19. IL D.M.18 Marzo 1996 Si applica ai complessi e impianti sportivi destinati allo svolgimento di manifestazioni e/o attività sportive regolate dal C.O.N.I. e dalle Federazioni sportive nazionali riconosciute, nonché conformi alle disposizioni e regolamenti dei medesimi enti e delle Federazioni sportive internazionali. Chi intende costruire un impianto destinato ad attività sportiva con presenza di spettatori in numero superiore a 100 deve: individuare un luogo che riunisca i requisiti di cui all’art. 4; presentare al Comune ove è censito il terreno nel quale si intende procedere alla realizzazione dell’opera una domanda di autorizzazione corredata dai documenti indicati all’art. 3.Il Comune ha l’obbligo di sottoporre preventivamente il progetto alla Commissione provinciale di vigilanza che deve rilasciare un parere scritto di conformità alle norme del citato d.m. (art. 3) A lavori ultimati l’istante deve allegare il predetto verbale alla certificazione di idoneità statica ed impiantistica, nonché agli adempimenti previsti dal d.P.R. 29 luglio 1982, n. 577, ai fini della prevenzione incendi, e presentare al Comune la domanda di visita di constatazione. Questa viene eseguita dalla predetta Commissione provinciale che redige un verbale a sua volta trasmesso al Sindaco per il rilascio della licenza di agibilità.
  • 20. IL D.M.18 Marzo 1996 Fornisce indicazioni tese a garantire la sicurezza degli spettatori durante l’afflusso, lo svolgimento delle manifestazioni ed il deflusso. Lo spazio riservato agli spettatori deve essere delimitato rispetto a quello dell’attività sportiva ma deve esserne sempre garantita la visibilità (art.6). Nel caso di impianti all’aperto con un numero di spettatori superiore a 10.000 unità o al chiuso con un numero di spettatori superiore a 4.000 unità, lo spazio riservato agli spettatori deve essere suddiviso in settori, di cui uno dedicato agli ospiti (art. 7); i relativi sistemi di separazione devono impedire che le tifoserie entrino in contatto. Ogni settore deve avere almeno due uscite; il sistema di vie di uscita dalla zona spettatori deve essere indipendente da quello della zona di attività sportiva; entrambe devono avere le stesse caratteristiche (art. 8). I settori all’interno devono essere collegati da percorsi di smistamento (art. 9).L’art. 10 sancisce il rapporto intercorrente fra gli spettatori, i servizi igienici ed i posti di pronto soccorso.
  • 21. IL D.M.18 Marzo 1996 Gli spogliatoi devono avere accessi e percorsi separati da quelli degli spettatori (art. 11). Le coperture pressostatiche sono consentite per gli impianti con presenza di non più di 50 persone comprensive di spettatori, praticanti ed addetti; vengono sancite le specifiche costruttive e l’obbligo annuale di consegnare al Comune un certificato di idoneità statica (art. 13). L’art. 14 stabilisce le caratteristiche delle piscine e l’obbligo della predisposizione del servizio di salvataggio. Il criterio antisismico, i requisiti di resistenza al fuoco delle parti componenti l’impianto e le finiture sono dettagliate nell’art. 15; l’art. 16 indica le specifiche costruttive degli eventuali depositi; l’art. 17 prevede gli obblighi di realizzazione degli impianti elettrici di riscaldamento, di condizionamento, di rilevazione e segnalazione degli incendi, di allarme, di estinzione degli incendi.
  • 22. IL D.M.18 Marzo 1996 • Dispositivi di controllo degli spettatori (art. 18) • Negli impianti con capienza superiore a 10.000 spettatori all’aperto e 4.000 al chiuso, in occasione di manifestazioni sportive, deve essere installato un impianto televisivo a circuito chiuso che consenta la ripresa e registrazione delle parti raggiungibili dagli spettatori. • L’impianto deve essere conforme alle disposizioni di cui al decreto interministeriale 6 giugno 2005.
  • 23. Il D.M. 6 giugno 2005 Fra le novità introdotte dal decreto recante modifiche e integrazioni al d.m. 18 marzo 1996 spicca la definizione di complesso sportivo multifunzionale (“complesso comprendente spazi destinati ad altre attività, diverse da quella sportiva, caratterizzato da organicità funzionale, strutturale ed impiantistica”, art. 2) in base al quale è ora possibile ubicare in tali impianti esercizi commerciali (art. 4). Per tali impianti viene previsto l’obbligo di istituire un’unità di gestione della sicurezza antincendio (art. 19-bis).Per impianti con capienza superiore alle 10.000 unità ove si disputano incontri di calcio sono responsabili del mantenimento delle condizioni di sicurezza il titolare e la società utilizzatrice cui compete la predisposizione del relativo piano finalizzato al mantenimento delle condizioni di sicurezza, al rispetto dei divieti, delle limitazioni e delle condizioni di esercizio ed a garantire la sicurezza delle persone in caso di emergenza. Deve essere predisposto altresì un piano di emergenza da aggiornare in caso di manifestazioni occasionali diverse da quelle ordinariamente previste.
  • 24. Il D.M. 6 giugno 2005 Per la relativa gestione è previsto un apposito locale (art. 19) Art. 8-bisLa società utilizzatrice dell’impianto deve realizzare delle aree di massima sicurezza, comprese fra l’impianto e l’area di servizio annessa in cui collocare i varchi d’accesso all’impianto, ed un’area riservata, realizzata nell’ambito dell’area di servizio esterna, divisa in settori per dividere le tifoserie. I varchi di ingresso devono essere: contrassegnati con lettere o numeri analoghi a quelli indicati nei titoli di accesso all’impianto; dotati di preselettori di incanalamento con corsia di ritorno per i non abilitati all’ingresso; dotati di tornelli “a tutta altezza” in grado di far accedere una sola persona alla volta,costruiti secondo regole di buona tecnica e invalicabili se bloccati alla rotazione.
  • 25. IL REGOLAMENTO C.O.N.I. PER L’IMPIANTISTICA SPO R TI VA • Il regolamento C.O.N.I., approvato con deliberazione n. 851 del 15 luglio 1999, stabilisce che “gli impianti sportivi dovranno essere conformi: alle norme di Legge che sotto qualsiasi titolo regolano la loro progettazione, costruzione ed esercizio, con particolare riferimento a quelle di sicurezza, igiene, superamento delle barriere architettoniche, ecc.; ai regolamenti delle Federazioni sportive nazionali e internazionali, in relazione al livello di attività previsto, sia per quanto attiene le caratteristiche dimensionali, costruttive ed ambientali degli spazi destinati alla pratica sportiva, che per la dotazione e le caratteristiche delle attrezzature fisse e mobili” (art 1). • Sussiste, pertanto, una propria subordinazione ai regolamenti delle Federazioni sportive nazionali i cui organi sono preposti all’omologazione degli impianti sportivi sulla base dei propri regolamenti tecnici. • La norma stabilisce i requisiti per la localizzazione (art. 6.1), le modalità di recinzione esterna dell’area (art. 6.2), il concepimento delle aree di sosta (art. 6.3), i requisiti della pavimentazione e delle pareti della sala attività (art. 10.1.1).
  • 26. LE NORME TECNICHE • L’art. 23 del d.m. 18 marzo 1996 stabilisce che “i prodotti legalmente riconosciuti in uno dei Paesi della Comunità Europea sulla base di norme armonizzate o di norme o regole tecniche straniere riconosciute equivalenti, ovvero originari di Paesi contraenti l'accordo SEE, possono essere commercializzati in Italia per essere impiegati nel campo di applicazione disciplinato dal presente decreto”. • Le macchine sono al primo posto fra le cause di incidenti e di infortuni. Una macchina può essere pericolosa perché causa di infortunio ma può essere anche causa di una malattia professionale. La direttiva 83/189/CEE ha introdotto per la prima volta il divieto per ogni Stato membro di emanare norme se non di provenienza comunitaria al fine di codificare le comuni regole al mercato. La più importante direttiva di prodotto è la n. 89/392/CEE e successive modifiche, meglio conosciuta come “direttiva macchina”, che disciplina la progettazione e la costruzione di tutte le attrezzature di lavoro. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 27. LE NORME TECNICHE • Il d.lgs. n. 626/1994 all’uopo prevede che coloro che partecipano alla progettazione, produzione, fornitura (vendita o noleggio) ed installazione di macchinari devono attenersi a degli obblighi specifici volti a tutelare la sicurezza e la salute degli utenti finali, i lavoratori (art. 6). • La marcatura CE della macchina, o del componente di sicurezza, è stata introdotta per uniformare i criteri di conformità ai requisiti di sicurezza previsti dalle direttive comunitarie al fine di sostituire i vari regolamenti nazionali in materia di conformità. Questo consente il libero accesso ai singoli mercati dei Paesi comunitari e di eliminare tutti i marchi nazionali aventi lo scopo di stabilire la conformità a regole tecniche. • Fra le “norme tecniche”, frutto di esperienze tecniche qualificate, ricordiamo le norme EN (di matrice comunitaria) e le norme di buona tecnica nazionali [quelle prodotte dall’Ente nazionale italiano di unificazione (UNI)]. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 28. REGOLAMENTI SPORTIVI RINVIANTI A NORME TECNICHE • Il d. m. 18 marzo 1996 concernente “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”. • Il regolamento per l’emissione di pareri di competenza del C.O.N.I. sugli interventi relativi all’impiantistica sportiva. • Le Norme C.O.N.I. per l'impiantistica sportiva di cui alla deliberazione del 15 luglio 1999 n. 851. • Il regolamento degli Stadi della Lega nazionale professionistiper la stagione sportiva 2006/2007. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 29. Il D.M. 18 MARZO 1996 E LE NORME TECNICHE • Il d. m. 18 marzo 1996, coordinato con le modifiche e le integrazioni introdotte dal d.m. 6 giugno 2005, fa diretto riferimento alle norme UNI per quanto riguarda: • l’area di servizio annessa agli impianti con capienza superiore a 2.000 spettatori (art. 5) che deve essere delimitata secondo la norma UNI 10121 EN; • gli spazi riservati agli spettatori e all’attività sportiva (art. 6) che devono essere conformi alle norme UNI 9931 e 9939, UNI 9217 e UNI 10121 ; • i sistemi di separazione tra zona spettatori e zona attività sportiva (art. 6-bis) che devono essere conformi alle norme UNI 10121-2 ; • i settori (art. 7) che devono essere conformi alle norme UNI 10 121–2 o equivalenti; • le aree di sicurezza e varchi (art. 8-bis) che devono essere conformi alle norme UNI 10 121–2 o equivalenti. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 30. IL REGOLAMENTO PER L’ EMISSIONE DI PARERI E LE NORME TECNICHE Il regolamento per l’emissione di pareri di competenza del C.O.N.I. sugli interventi relativi all’impiantistica sportiva approvato dal Consiglio Nazionale del C.O.N.I. con deliberazione n. 1219 del 27 marzo 2002, aggiornato con deliberazione n. 1354 del 28 febbraio 2007, prevede, fra la documentazione da presentare per acquisire i pareri, che gli attrezzi sportivi siano conformi alle norme federali e dalle norme tecniche (UNI, EN, ISO) (art. 2.5.3). Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 31. LA DELIBERAZIONE C.O.N.I. 851/1999 E LE NORME TECNICHE: • Le Norme C.O.N.I. per l'impiantistica sportiva di cui alla deliberazione del 15 luglio 1999, n. 851, fa espresso riferimento alle norme tecniche agli articoli: • 7.8 - illuminazione artificiale - norma UNI SPORT 9316 (appendice); • 9 - spazi per il pubblico - norma UNI SPORT 9217; • 9.1 - delimitazione degli spazi per il pubblico - norma UNI 10121(seconda parte, n.3.6). Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 32. IL REGOLAMENTO STADI E LE NORME TECNICHE: • Il regolamento degli Stadi della Lega Nazionale Professionisti per la stagione sportiva 2006/2007 approvato dal Consiglio di Lega ai sensi dell’articolo 44, comma 1, del Regolamento della Lega Nazionale Professionisti, n. 109 del 9 novembre 2006, richiama le norme tecniche per quanto riguarda: • le caratteristiche del terreno di gioco - norma EN 12616; • la recinzione interna - norme UNI 10 121-2 o equivalenti, norma UNI 10121; • l’impianto di illuminazione del terreno di giuoco - norma UNI EN 12193; • la recinzione esterna – norma UNI 10121; • i posti a sedere numerati, con sedute conformi alle norme UNI 9931 e 9939. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 33. L’ACCESSIBILITA’ PER I DISABILI NEGLI IMPIANTI SPORTIVI • Per accessibilità si intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’impianto, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia. Pertanto, tale requisito risulta soddisfatto se: sono accessibili gli spazi esterni; vi sia almeno un percorso di collegamento dalla viabilità pubblica all’accesso dell’edificio; vi sono dei posti auto riservati; sono accessibili tutte le parti dell’edificio. Nel d.m. n. 236/1989 era richiesto che gli ambienti destinati ad attività sportive lo fossero Per la fruizione dei grandi impianti sportivi da parte di persone con disabilità venne previsto l’abbattimento di eventuali barriere architettoniche, l’edificazione di bagni attrezzati e l’obbligo di riservare una percentuale di posti definiti “protetti” per le persone disabili in carrozzina (percentuale stabilita nel 4%, utilizzando i parametri della presenza di handicap motori nella popolazione). • Il d.P.R. 24 luglio 1996, n. 503, nell’occuparsi dell’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici, non affrontò la questione dell’handicap mentale e, peggio, considerò i disabili solo in qualità di spettatori ma non di atleti. Impiantistica Sportiva ed Enti Locali – Napoli 5 giugno 2008
  • 34. L’ACCESSIBILITA’ PER I DISABILI NEGLI IMPIANTI SPORTIVI • L’art. 23 della legge n. 104/1992 aveva previsto il requisito dell’accessibilità nelle strutture sportive e nei servizi connessi, così come il d.m. 18 marzo 1996 aveva sancito che “dove sono previsti posti per portatori di handicap, su sedie a rotelle, di cui alla legge 9 gennaio 1989, n. 13, sull'abbattimento delle barriere architettoniche, il sistema delle vie di uscita e gli spazi calmi relativi devono essere conseguentemente dimensionati” (art. 8). • Tali norme furono opportunamente integrate dalla deliberazione 19 dicembre 1997, n. 1492, della Giunta esecutiva del C.O.N.I., integrativa della normativa sulle barriere architettoniche, e con quella del 15 luglio 1999, n. 851, recante “norme CONI per l’impiantistica sportiva” (art. 4).