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Il database relazionale basato su SQL è da decenni una costante nella gran parte delle architetture software enterprise. Ha resistito a cambiamenti epocali, come il passaggio dal procedurale all’object oriented, e all’avvento di vari linguaggi di programmazione. Eppure il suo modello operativo non è immediatamente adattabile a quello delle altre parti delle architetture: è ben nota la presenza dell' “impedenza OO-RDBMS” e tutta una serie di strumenti (i mappatori O/R) sono stati appositamente sviluppati per alleviare il problema. Strumenti che, generalmente, sono fortemente amati o fortemente odiati da architetti e sviluppatori. Nonostante queste asperità, il database SQL è apprezzato perché supporta il modello ACID, ha un comportamento prevedibile, il SQL è conosciuto praticamente da tutti, è relativamente facile svolgere i lavori amministrativi. Sarà così anche per il prossimo decennio? Negli ultimi tempi, molti articoli e blog hanno iniziato ad incrinare la fama di intangibilità del database SQL; uno degli argomenti più gettonati è relativo al grid e cloud computing, per i quali sono state proposte alternative (come p.es. BigTable di Google). In questa presentazione, tuttavia, faremo ancora riferimento ad un’architettura a strati tradizionale, dove il problema del database SQL da risolvere è la rigidità dello schema dati. Considereremo infatti un’applicazione web reale che rappresenta una base di conoscenza la cui struttura deve evolvere nel corso del tempo; con un database SQL, questo implicherebbe aggiungere colonne a tabelle esistenti e create nuove tabelle – un’operazione non supportata dalla maggioranza dei mappatori O/R, che necessiterebbe la ricompilazione del codice. La soluzione usata in questo scenario è uno “store RDF”. RDF (Resource Description Framework) è un approccio di rappresentazione dell’informazione completamente diverso dal modello relazionale del SQL. Esso consiste in triple “soggetto-predicato-oggetto”, omogenee tra loro. Pertanto, sia l’equivalente di “aggiungere una nuova colonna” o “una nuova tabella” in RDF equivale ad aggiungere una tripla – non un’operazione amministrativa, ma un passo del normale flusso operativo. Si noti che RDF è noto per essere alla base del Web Semantico, concetto che tuttavia non fa parte di questa presentazione, il cui focus è descrivere uno store RDF come un “miglior database”. Dopo la parte introduttiva, verranno illustrati concetti pratici: implementazioni esistenti (OpenRDF), come si affronta il problema della conversione oggetti – triple, come implementare le transazioni e così via. Verranno illustrati schemi architetturali e esempi di codice riferiti ad un’applicazione reale open source; verranno infine affrontati una serie di problemi aperti relativi a questa scelta architetturale.
Got bored by the relational database? Switch to a RDF store!
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La persistenza dei dati è una caratteristica fondamentale di ogni applicazione, e quasi sempre la scelta ricade sull’utilizzo di un database relazionale. Java, fin dalle sue prime versioni, ha avuto a disposizione la libreria JDBC per accedere a tale tipo di database. In questa presentazione si mostrerà come utilizzare la libreria JDBC, mostrandone pregi e limiti. In seguito si mostrerà l’utilizzo tradizionale di Hibernate, forse il più famoso e diffuso degli Object/Relational Mapper (ORM), che permettono di trattare i dati relazionali inserendoli all’interno di oggetti. Infine si introdurrà la Java Persistence API (JPA), la libreria di persistenza ORM introdotta con la Java Enterprise Edition (JEE) 5.
Java e i database: da JDBC a JPA
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How to write controller using Java 5 annotations with Spring MVC 2.5.
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Lambico is a project aiming to simplify the persistence layer of your applications by providing a manner for easily defining the DAOs that manage the data stored in your database. With Lambico you can define the DAOs for your entities just writing their interfaces, with no implementation at all. Parancoe 3 is a Web meta-framework which is using Lambico for its persistence layer, and the more recent features of Spring MVC.
Parancoe and Lambico
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Il gioco non è una comune gara di auto perché l’utente può scegliere di correre su qualsiasi strada da lui conosciuta. Un esempio: l’utente può scegliere di correre da casa sua fino al fornaio del suo paese. Una volta scaricate le coordinate del percorso casa-fornaio viene generata la pista. L’utente si troverà a correre nelle strade che lui conosce e può anche vedere il nome della via in cui si trova. Per la gestione delle collisioni e dei bordi ho utilzzato una libreria fisica 2d java Phys2D. Quindi tutto quello creato è gestito da un mondo fisico che simula la realtà. Le automobili sono spostate da forze fisiche. Con RMI ho costruito la struttura multigiocatore. Il mondo fisico é gestito dal server ed é remotizzato. In questo modo con javaFX creo oggetti grafici che puntano agli oggetti fisici del mondo e si muovono di conseguenza. L’idea originale era di fare il mash up di piu' fonti: aggiungere l’effetto giorno/notte, condizioni meteo, e condizioni del traffico. Tutto realistico a seconda del luogo in cui ti trovavi.
Applicazione JavaFX – CORSA DI AUTO SU TRACCIATI REALI
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People seek happiness. Businesses need happy customers. In between the two are the professionals that make things for others to use. Nicole Neuefeind and I present the result of the exploration on how creators (designers, developers, entrepreneurs, visual designers, and professionals that make things for others ) Architect for Happiness. We also share concepts and references to understand more happiness and wellbeing. This presentation was given at World IA Day 2015 at Barcelona @WIAD_BCN
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