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ACatanzaro Lotti ha destinato, così racconta chi
l’ha accompagnato più da vicino, la versione di-
ciamo più istituzionale del suo minitour, quella
più rigorosa. Poi breve tappa a Montalto, trasci-
nato più nelle secche di una partita che non co-
nosce che in un campo di fiori (che non ci saran-
no). Quindi Rende nella sua tipologia più classi-
ca con progenie di ogni ordine e grado al seguito,
famiglie e “tengo famiglie”, orazioni da “princi-
pato” e clima da ultima sfida con Luca Lotti be-
ne informato che da quelle parti non si può per-
dere. Per tante ragioni. Non sorride Sandro
Principe, il padrone di casa. E non sorride nem-
meno Ernesto Magorno perché è il clima rigido a
governare la serata e il suo primo caldo. Nessuno
però si lamenta né può farlo, è andata peggio al-
tre volte e Lotti lo sa. Non si aspettava molto di
più né tantissimi sorrisi in più e prima di salire in
macchina perAcquaformosa, il piccolo centro gui-
dato da Giovanni Mannoccio divenuto “epicen-
tro” dell’integrazione e di quello che significa,
Lotti sull’agenda non la sbarra in negativo la tap-
pa calabrese. Quello che doveva dire l’aveva det-
to, quello che doveva ascoltare e soprattutto ve-
dere (in termini di alta tensione) l’aveva sentito e
visto. Le primarie? Può darsi, è un’ipotesi ma non
l’unica. L’obiettivo, ha lasciato intendere a chia-
re lettere Lotti, è quello di individuare una candi-
datura la più unitaria possibile per la presidenza
della Regione. L’obiettivo di Renzi rimane quel-
lo che poi può voler dire, tradotto dalle nostre par-
ti, tirate fuori altri nomi perché quelli fatti circo-
lare fin qui dividono e non assemblano. Mario
Oliverio non è nei paraggi ma ha mandato in avan-
scoperta un paio di emissari e il messaggio gli sarà
arrivato nitido lo stesso. Ma la parlata del non det-
to di Lotti, più fiorentina di quella di Renzi a sa-
perla ascoltare, infondo non piace nemmeno a
Ernesto Magorno che sa bene che se un nome for-
te e unitario non lo si trova in loco può arrivare
con metodi indotti, diciamo con raccomandata
con ricevuta di ritorno. È la seconda delle opzio-
ni che Lotti lascia alle immaginazioni, per chi ne
fa uso ovviamente. La terza, ma solo in coda, è
quella delle primarie che in questo momento e con
la Calabria ancora nel bel mezzo dell’intifada non
suonano proprio come un bagno rigenerante. Lotti
in sostanza non si è mai speso verbalmente a fa-
vore delle primarie ad ogni costo, altro è poi il di-
scorso sulle primarie istituzionalizzate da una leg-
ge regionale ma questa è un’altra faccenda. Il Pd
di Calabria deve vincere le europee e le ammini-
strative più importanti, dice Lotti. Il resto viene
dopo e non solo temporalmente nel senso che le
conseguenze di una disfatta domenica potrebbe-
ro risultare imprevedibili. Dunque inutile parlare
di primarie ad ogni costo ora, con i nomi fatti cir-
colare fin qui peraltro e senza un progetto unita-
rio. Buona settimana preelettorale a tutti, maci-
nate per terra e portate voti. Ci sentiamo domeni-
ca sera cari compagni di Calabria, firmato Luca
Lotti.
La giornata sembra finita nella sua essenza se-
mantica ma Lotti non sa che sta per salire sulle
montagne russe di Calabria, quelle più tipiche.
Quelle che esaltano e poi destabilizzano di più. Il
braccio destro di Matteo Renzi crede di aver vis-
suto tutto sommato una buona giornata (anche se
non ottima) ma è arrivando adAcquaformosa che
scopre il pianeta che non si vede, la forza genui-
na di un entroterra coraggioso e orgoglioso.
Manifestazione tipo anni Cinquanta, ricorda qual-
cuno.Acquaformosa è tutta in piazza per lui, per
Lotti, accompagnato dal sindaco. Qui le facce so-
no meno tese, c’è meno progenie del “tengo fa-
miglia” in platea, l’aria è più frizzante e mette pu-
re appetito. E poi, le facce, non sono mica tutte
bianche per non dire pallide. Ve ne sono di scure
ma non per la tensione ma per l’etnia la più varia
che Acquaformosa ha saputo accogliere e inte-
grare nello splendido silenzio che accompagna
per solito le eccellenze di Calabria. Qui, nel cuo-
re della Calabria di lingua albanese, c’è un pez-
zettino di mondo che non ha confini e non è uno
spot, si sente che va così. Luca Lotti se ne accor-
ge e mostra i primi sorrisi della giornata, quelli di-
stesi. Quest’altra faccia conterranea gli dev’esse-
re piaciuta assai se è vero come è vero che è con
grande appetito che una sparuta carovana di inti-
mi s’è poi trasferita a cenare, con Lotti, ad
Altomonte. Niente di che, un antipasto ben nutri-
to o rinforzato alla calabrese come si dice. Ma non
buono a tal punto da farsi mangiare fino in fondo
con la stessa spensieratezza con cui è arrivato in
tavola.
Sui cellulari più d’ultima generation cominciano
ad arrivare notizie e immagini della sberla di
Report, l’inchiestona di Gabbanelli sulle per-
formance di Mario Pirillo e gli altri. A quel pun-
to Lotti comincia ad ingoiare con più fatica i sa-
pori del posto, sa bene che nella notte in cui Matteo
Renzi s’è sgolato a Napoli per contrastare Grillo
anche sui decibel la figuraccia di Pirillo dalla
Calabria è una pugnalata. E Lotti è lì, in Calabria,
a tavola, a stilare un rapporto che non potrà non
presentare. L’aria a un certo punto si fa assai se-
vera, irrespirabile. Non ride più nessuno. Neanche
il buon vino ce la fa a stemperare l’incazzatura,
bisognerebbe berne chissà quanto. E quando Lotti
chiede alzando il tono della voce cosa diavolo ci
fa uno come Pirillo sulle schede elettorali di do-
menica qualcuno comincia a muoversi dalla se-
dia. S’è fatto tardi, bisogna rientrare. È notte.
Conviene a tutti andare a dormire anche se pren-
dere sonno non sarà stato facile.
d.m.
MezzoeuroMezzoeuro Mercoledì 21 Maggio 2014
7
Le tenebre arrivano poi a sera, a tavola, quando piomba l’eco dell’inchiesta di Report
che prende a sberle Mario Pirillo
Lotti e il boccone amaro
«Primarie? Non per forza»
Lotti e il boccone amaro
«Primarie? Non per forza»
Luca Lotti e la piazza alle sue spalle
Sotto, il sindaco di Acquaformosa e i bambini di Firmoza
(foto di Nicola Bavasso)
Conferenza stampa nel primo pomeriggio, al-
le 14,30 presso la federazione provinciale di
Cosenza in viale Trieste 80, con Matteo Orfini,
Luigi Guglielmelli e Carlo Guccione, per di-
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Europa”.
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Non si aspettava molto di più né tantissimi sorrisi in più e prima di salire in macchina perAcquaformosa, il piccolo centro gui- dato da Giovanni Mannoccio divenuto “epicen- tro” dell’integrazione e di quello che significa, Lotti sull’agenda non la sbarra in negativo la tap- pa calabrese. Quello che doveva dire l’aveva det- to, quello che doveva ascoltare e soprattutto ve- dere (in termini di alta tensione) l’aveva sentito e visto. Le primarie? Può darsi, è un’ipotesi ma non l’unica. L’obiettivo, ha lasciato intendere a chia- re lettere Lotti, è quello di individuare una candi- datura la più unitaria possibile per la presidenza della Regione. L’obiettivo di Renzi rimane quel- lo che poi può voler dire, tradotto dalle nostre par- ti, tirate fuori altri nomi perché quelli fatti circo- lare fin qui dividono e non assemblano. Mario Oliverio non è nei paraggi ma ha mandato in avan- scoperta un paio di emissari e il messaggio gli sarà arrivato nitido lo stesso. 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E poi, le facce, non sono mica tutte bianche per non dire pallide. Ve ne sono di scure ma non per la tensione ma per l’etnia la più varia che Acquaformosa ha saputo accogliere e inte- grare nello splendido silenzio che accompagna per solito le eccellenze di Calabria. Qui, nel cuo- re della Calabria di lingua albanese, c’è un pez- zettino di mondo che non ha confini e non è uno spot, si sente che va così. Luca Lotti se ne accor- ge e mostra i primi sorrisi della giornata, quelli di- stesi. Quest’altra faccia conterranea gli dev’esse- re piaciuta assai se è vero come è vero che è con grande appetito che una sparuta carovana di inti- mi s’è poi trasferita a cenare, con Lotti, ad Altomonte. Niente di che, un antipasto ben nutri- to o rinforzato alla calabrese come si dice. Ma non buono a tal punto da farsi mangiare fino in fondo con la stessa spensieratezza con cui è arrivato in tavola. 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