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In senso generale la morale può essere
definita come quell'insieme di valori e di
regole, su cui vengono elaborate norme di
cara9ere generale a guida dei comportamen:
umani, condivise da un gruppo sociale in una
determinata epoca storica.
L'e)ca, o filosofia morale, invece è la do9rina
filosofica che ha per ogge9o queste regole e
ques: valori e unisce un aspe1o descri2vo,
della condo9a morale e dei valori di fa9o a
cui si ispira, a un aspe1o norma3vo con
l'indicazione dei valori e dei criteri che
dovrebbero essere segui:.
Ra#ng e#co
Negli ul'mi anni è stato portato in primo piano
il ruolo delle aziende quali a4ori sociali
necessari per la realizzazione di un futuro
sostenibile e il raggiungimento di obie%vi
comuni di crescita e coesione sociale ed
economica a4raverso una serie di scelte
e1che, sociali ed ambientali. Da qui nasce
l’esigenza di analizzare e valutare la qualità in
termini e1ci delle aziende e dei merca1 in cui
si investe.
In quest’o=ca il ra1ng e1co rappresenta il
cuore della finanza e1ca: un processo nel
quale l’impresa viene so4oposta ad uno
screening per valutarne il livello di
responsabilità sociale ed ambientale.
Le fasi in cui si ar'cola questo percorso
prevedono una raccolta iniziale delle
informazioni che vengono poi catalogate e
so4oposte a verifica fino all’assegnazione di un
punteggio o un giudizio sinte'co.
La Corporate Social Responsability, o CSR,
Responsabilità Sociale d’Impresa
La SA 8000 si basa su principi suggeri- dai riferimen- internazionali in materia di
diri6 umani e dei lavoratori: Dichiarazione Universale dei Diri5 dell’Uomo,
Convenzioni delle Nazioni Unite sui Diri5 del Bambino e sulle Discriminazioni
contro le Donne, nelle ILO (Interna-onal Labour Organiza-on).
• La Certificazione Etica SA 8000 è uno standard
accreditato che risponde alle esigenze delle
organizzazioni che intendono distinguersi per il
loro impegno nello sviluppo sostenibile, con
particolare attenzione alle tematiche sociali.
• Strumento efficace che consente,
all’organizzazione che lo ha implementato,
la corretta gestione ed il monitoraggio
costante di tutte le attività ed i processi ad esse
correlati che impattano sulle tematiche inerenti
le condizioni dei lavoratori: diritti umani,
sviluppo, valorizzazione, formazione e crescita
professionale delle persone, salute e sicurezza dei
lavoratori, non discriminazione, lavoro dei minori
e dei giovani, ed i suoi requisiti si estendono
anche ai fornitori ed ai subfornitori.
Chris&an Felber: il passaggio dal libero mercato al commercio e&co.
Secondo Felber il fine delle relazioni economiche è, o dovrebbe
essere, una piena a9uazione dei diri: umani, uno sviluppo
sostenibile, una buona vita per tu:.
Il commercio è un mezzo, non un fine.
Il libero commercio ha messo in crisi la produzione
industriale di numerosi Paesi: «L’Argen;na ci ha rimesso
la sua industria meccanica, nella Costa d’Avorio sono
collassate l’industria chimica, delle calzature e delle
componen; automobilis;che. In Kenya i pos; di lavoro
nel seBore tessile si sono ridoC da 120mila a 85mila».
E l’agricoltura? I piccoli possiden; vengono spazza; via:
in Messico, dopo l’adesione al NaNa (North American
Free Trade Agreement), 1,3 milioni di agricoltori hanno
abbandonato l’aCvità.
In Kenya la produzione di cotone è calata da 70mila a
20mila balle. In Senegal la produzione di pomodori è
scesa da 73mila a 20mila tonnellate.
Siti utili per calcolare
l’impronta
ecologica:
• https://www.wwf.ch/it/vivere-
sostenibile/calcolatore-dell-impronta-
ecologica
• http://www.feem-
project.net/pandora/impronta_eco.php?ids
=125
• http://www.improntawwf.it/main.php
• https://www.rinnovabili.it/ambiente/signific
ato-impronta-ecologica/
Da questo sito potete scaricare il report del
WWF sull’impronta ecologica-LIVING
PLANET REPORT:
• https://www.wwf.it/cosa-
facciamo/pubblicazioni/living-planet-
report/
Nella condizione economico-sociale di iper-consumo in cui ci
troviamo oggi, sembra proprio che l’unica soluzione possibile possa
essere la “regressione”, un ritorno alle origini che preveda il ripristino
delle condizioni di biodisponibilità degli scorsi decenni, ricreando
l’equilibrio tra produzione, consumo e rigenerazione delle risorse
naturali. Le azioni indispensabili alla cosiddetta decrescita sono le
“8 R della decrescita”:
1) Rivalutare (i valori come l’altruismo, la cooperazione, il locale,
ecc.),
2) Ricontestualizzare (attraverso la concezione della differenza tra
ricchezza e povertà secondo le risorse, per non trasformare
abbondanza in scarsità),
3) Ristrutturare (le strutture economico-produttive, i modelli di
consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita),
4) Rilocalizzare (ovvero consumare i prodotti locali, per lo sviluppo
sostenibile di una economia locale),
5) Ridistribuire (garantire a tutti l’accesso alle risorse naturali per
un’equa distribuzione della ricchezza),
6) Ridurre (l’impatto sulla biosfera),
7) Riutilizzare (riparare ciò che è rotto, trovandone un nuovo uso e
allontanando l’abitudine dell’usa-e-getta),
8) Riciclare (per ridurre lo spreco e i rifiuti).
hDps://economiacircolare.com
CONSUMO RESPONSABILE
“Il Consumo Responsabile è
un’azione di consumo e risparmio
in cui il ci7adino consum-a7ore
informato e consapevole valuta
non solo la qualità e il prezzo dei
prodo> e dei servizi, ma anche il
valore sociale in essi contenuto e
l’impa7o ambientale dell’impresa
che li produce, tutelando il
proprio interesse e quello della
colle>vità nel medio e lungo
periodo.”
La crescita culturale verso il
consumo responsabile pone una
sfida: ripensare il consumo
tradizionale passando da una
logica del prezzo più conveniente
ad un’a3enzione ai bisogni delle
persone nel rispe3o
dell’ambiente. Per un interessante approfondimento:
h"ps://fes)valsvilupposostenibile.it/public/asvis/files/Fes)
val_2020/Even)_nazionali/Posi)on_Paper_GdlGoal12_FINA
Lo"2020.pdf
Il consumo responsabile può assumere varie declinazioni:
1) il consumo cri2co, informato e ragionato e quindi consapevole,
a8raverso l’acquisto di beni e servizi da imprese responsabili
che, ad esempio, non sfru8ano il lavoro minorile, non
inquinano l’ambiente o ado8ano strategie filantropiche solo
per fini comunica=vi.
2) il ricorso al commercio equo e solidale, forma di commercio
che promuove gius=zia sociale ed economica, sviluppo
sostenibile, rispe8o per le persone e per l’ambiente, a8raverso
il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori,
l’educazione, l’informazione e l’azione poli=ca;
3) gli s2li di vita basa2 sulla sobrietà del consumo e il non spreco
alimentare e, come le pra=che di consumo cara8erizzate da
a8enzione al risparmio energe=co, anche di materie prime e al
recupero e riu=lizzo di beni;
4) altre forme di consumo, come ad esempio la partecipazione a
gruppi di acquisto solidale, il turismo responsabile, le buone
pra=che dell’economia della condivisione, ecc.;
5) il risparmio e l’inves2mento sostenibile e responsabile, come
la so8oscrizione di fondi di risparmio, con= corren= e
obbligazioni che includano valore sociale ed ambientale, con
ricadute reali sul territorio in grado di supportare proge@ a
cara8ere socio-ambientale o a sostenere i Paesi in via di
sviluppo.

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  • 1. In senso generale la morale può essere definita come quell'insieme di valori e di regole, su cui vengono elaborate norme di cara9ere generale a guida dei comportamen: umani, condivise da un gruppo sociale in una determinata epoca storica. L'e)ca, o filosofia morale, invece è la do9rina filosofica che ha per ogge9o queste regole e ques: valori e unisce un aspe1o descri2vo, della condo9a morale e dei valori di fa9o a cui si ispira, a un aspe1o norma3vo con l'indicazione dei valori e dei criteri che dovrebbero essere segui:.
  • 2. Ra#ng e#co Negli ul'mi anni è stato portato in primo piano il ruolo delle aziende quali a4ori sociali necessari per la realizzazione di un futuro sostenibile e il raggiungimento di obie%vi comuni di crescita e coesione sociale ed economica a4raverso una serie di scelte e1che, sociali ed ambientali. Da qui nasce l’esigenza di analizzare e valutare la qualità in termini e1ci delle aziende e dei merca1 in cui si investe. In quest’o=ca il ra1ng e1co rappresenta il cuore della finanza e1ca: un processo nel quale l’impresa viene so4oposta ad uno screening per valutarne il livello di responsabilità sociale ed ambientale. Le fasi in cui si ar'cola questo percorso prevedono una raccolta iniziale delle informazioni che vengono poi catalogate e so4oposte a verifica fino all’assegnazione di un punteggio o un giudizio sinte'co.
  • 3. La Corporate Social Responsability, o CSR, Responsabilità Sociale d’Impresa
  • 4. La SA 8000 si basa su principi suggeri- dai riferimen- internazionali in materia di diri6 umani e dei lavoratori: Dichiarazione Universale dei Diri5 dell’Uomo, Convenzioni delle Nazioni Unite sui Diri5 del Bambino e sulle Discriminazioni contro le Donne, nelle ILO (Interna-onal Labour Organiza-on). • La Certificazione Etica SA 8000 è uno standard accreditato che risponde alle esigenze delle organizzazioni che intendono distinguersi per il loro impegno nello sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle tematiche sociali. • Strumento efficace che consente, all’organizzazione che lo ha implementato, la corretta gestione ed il monitoraggio costante di tutte le attività ed i processi ad esse correlati che impattano sulle tematiche inerenti le condizioni dei lavoratori: diritti umani, sviluppo, valorizzazione, formazione e crescita professionale delle persone, salute e sicurezza dei lavoratori, non discriminazione, lavoro dei minori e dei giovani, ed i suoi requisiti si estendono anche ai fornitori ed ai subfornitori.
  • 5. Chris&an Felber: il passaggio dal libero mercato al commercio e&co. Secondo Felber il fine delle relazioni economiche è, o dovrebbe essere, una piena a9uazione dei diri: umani, uno sviluppo sostenibile, una buona vita per tu:. Il commercio è un mezzo, non un fine.
  • 6. Il libero commercio ha messo in crisi la produzione industriale di numerosi Paesi: «L’Argen;na ci ha rimesso la sua industria meccanica, nella Costa d’Avorio sono collassate l’industria chimica, delle calzature e delle componen; automobilis;che. In Kenya i pos; di lavoro nel seBore tessile si sono ridoC da 120mila a 85mila». E l’agricoltura? I piccoli possiden; vengono spazza; via: in Messico, dopo l’adesione al NaNa (North American Free Trade Agreement), 1,3 milioni di agricoltori hanno abbandonato l’aCvità. In Kenya la produzione di cotone è calata da 70mila a 20mila balle. In Senegal la produzione di pomodori è scesa da 73mila a 20mila tonnellate.
  • 7.
  • 8. Siti utili per calcolare l’impronta ecologica: • https://www.wwf.ch/it/vivere- sostenibile/calcolatore-dell-impronta- ecologica • http://www.feem- project.net/pandora/impronta_eco.php?ids =125 • http://www.improntawwf.it/main.php • https://www.rinnovabili.it/ambiente/signific ato-impronta-ecologica/ Da questo sito potete scaricare il report del WWF sull’impronta ecologica-LIVING PLANET REPORT: • https://www.wwf.it/cosa- facciamo/pubblicazioni/living-planet- report/
  • 9. Nella condizione economico-sociale di iper-consumo in cui ci troviamo oggi, sembra proprio che l’unica soluzione possibile possa essere la “regressione”, un ritorno alle origini che preveda il ripristino delle condizioni di biodisponibilità degli scorsi decenni, ricreando l’equilibrio tra produzione, consumo e rigenerazione delle risorse naturali. Le azioni indispensabili alla cosiddetta decrescita sono le “8 R della decrescita”: 1) Rivalutare (i valori come l’altruismo, la cooperazione, il locale, ecc.), 2) Ricontestualizzare (attraverso la concezione della differenza tra ricchezza e povertà secondo le risorse, per non trasformare abbondanza in scarsità), 3) Ristrutturare (le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita), 4) Rilocalizzare (ovvero consumare i prodotti locali, per lo sviluppo sostenibile di una economia locale), 5) Ridistribuire (garantire a tutti l’accesso alle risorse naturali per un’equa distribuzione della ricchezza), 6) Ridurre (l’impatto sulla biosfera), 7) Riutilizzare (riparare ciò che è rotto, trovandone un nuovo uso e allontanando l’abitudine dell’usa-e-getta), 8) Riciclare (per ridurre lo spreco e i rifiuti). hDps://economiacircolare.com
  • 10. CONSUMO RESPONSABILE “Il Consumo Responsabile è un’azione di consumo e risparmio in cui il ci7adino consum-a7ore informato e consapevole valuta non solo la qualità e il prezzo dei prodo> e dei servizi, ma anche il valore sociale in essi contenuto e l’impa7o ambientale dell’impresa che li produce, tutelando il proprio interesse e quello della colle>vità nel medio e lungo periodo.” La crescita culturale verso il consumo responsabile pone una sfida: ripensare il consumo tradizionale passando da una logica del prezzo più conveniente ad un’a3enzione ai bisogni delle persone nel rispe3o dell’ambiente. Per un interessante approfondimento: h"ps://fes)valsvilupposostenibile.it/public/asvis/files/Fes) val_2020/Even)_nazionali/Posi)on_Paper_GdlGoal12_FINA Lo"2020.pdf
  • 11. Il consumo responsabile può assumere varie declinazioni: 1) il consumo cri2co, informato e ragionato e quindi consapevole, a8raverso l’acquisto di beni e servizi da imprese responsabili che, ad esempio, non sfru8ano il lavoro minorile, non inquinano l’ambiente o ado8ano strategie filantropiche solo per fini comunica=vi. 2) il ricorso al commercio equo e solidale, forma di commercio che promuove gius=zia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispe8o per le persone e per l’ambiente, a8raverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione poli=ca; 3) gli s2li di vita basa2 sulla sobrietà del consumo e il non spreco alimentare e, come le pra=che di consumo cara8erizzate da a8enzione al risparmio energe=co, anche di materie prime e al recupero e riu=lizzo di beni; 4) altre forme di consumo, come ad esempio la partecipazione a gruppi di acquisto solidale, il turismo responsabile, le buone pra=che dell’economia della condivisione, ecc.; 5) il risparmio e l’inves2mento sostenibile e responsabile, come la so8oscrizione di fondi di risparmio, con= corren= e obbligazioni che includano valore sociale ed ambientale, con ricadute reali sul territorio in grado di supportare proge@ a cara8ere socio-ambientale o a sostenere i Paesi in via di sviluppo.