2. Il cigno nero ( 2010), è un
film diretto da DarrenDarren
AronofskyAronofsky, e interpretato
da Natalie Portman, Mila
Kunis e Vincent Cassel.
Racconta la storia di Nina,
una ballerina emotivamente
fragile per via del rapporto
morboso con la madre,
scelta per il ruolo principale
de Il lago dei cigni: tanto
perfetta per il candido ruolo
del cigno bianco quanto
inadatta a quello perverso
del cigno nero, Nina
cercherà di maturare in lei
entrambi i ruoli esplorando i
limiti del proprio corpo e
della propria mente.
3. Aronofsky commissiona
la colonna sonora del
suo film al musicista
Clint MansellClint Mansell, il quale
aveva precedentemente
scritto le musiche dei
precedenti lavori di
Aronofsky. Alla colonna
sonora collaborano
inoltre anche i Chemical
Brothersi, i quali
utilizzano elementi de Il
lago dei cigni. I toni del
film sono stati
paragonati al film
Rosemary's Baby- Nastro
rosso a NewYork del
1968.
Darren Aronofsky
Clint Mansell
4. Darren Aronofsky è un regista, sceneggiatore e
produttore cinematografico statunitense. Aprendo
una piccola parentesi riguardo la sua carriera da
regista è interessante sapere che ad Aronofsky è
stata affidata anche l' ideazione/ realizzazione di
spots pubblicitari ( spot pubblicitario per Yves saint
Laurent con protagonista l'attore Vincent Cassel,
successivamente realizza uno spot per un mascara
della casa di cosmetici Revlon, con Jessica Biel e
Pharrell Williams) e di un Videoclip musicale
(Metallica- The View).
5. Passiamo ora alla sequenza iniziale del film…
http://www.youtube.com/watch?v=iyuTmdCyIrQ
6. La sequenza è di tipo narrativo, viene infatti presentata
una scena di danza.
Il movimento che introduce il balletto è una breve sintesi
musicale ed emotiva del dramma, che rimpiazza la
tradizionale ouverture, brano musicale che introduce un'
opera lirica o una qualunque composizione musicale
(cantata, oratorio, balletto). Nella melodia d'apertura
risuona già una delle scale discendenti tipiche delle
musiche che si incontreranno poi in tutto il film. Queste
scale alludono al tragico destino che incombe sulla
protagonista Nina.
La canzone utilizzata nella sequenza è un leit- movit che
accompagna il personaggio in più momenti durante il
corso del film.
7. Il ritmo visivo è di tipo
profilmico, i ritmi si manifestano
nei movimenti dei personaggi.
Ritmo sonoro e visivo
(coreografia) coincidono,
(caratteristica tipica del
videoclip), si coordinano e si
sviluppano in un'unica via, grazie
alla natura ritmica che essi
hanno in comune. Il sonoro
risulta pulito, si rileva soltanto la
presenza di figure stilistiche ( ad
esempio il rumore del battito
d'ali degli ucceli mentre Nina
balla, sospiri, ecc) che vanno ad
emozionare lo spettatore.
La musica non accompagna
soltanto le immagini ma le rende
vive, la musica va a dare forma
all’ intera sequenza.
8. L’angoscia, protagonista del racconto, viene
perfettamente trasmessa con inquadrature molto
strette, chiuse sul volto o su particolari del corpo di Nina,
che ci portano quasi ad una visuale di prima persona.
Queste sono inquadrature insolite per un film, non lo
sono invece per il videoclip il quale gode di una maggiore
libertà d’azione.
Buona parte delle riprese è stata girata con la camera a
spalla, ne risulta una forte instabilità dell’inquadratura
che, oltre a confondere un po’ e a mettere un lieve mal
di mare, ci da anche l’idea dell’instabilità psichica dei
personaggi e dell’instabilità del confine fra la realtà e
sogno/allucinazione.
9. La ripresa risulta abbastanza lineare.
Non sono presenti frequenti salti di campo, le inquadrature
sono di media durata, e non sono presenti inoltre
deformazioni della temporalità.
I cambi d’inquadratura corrispondono a determinati
cambiamenti dettati dal brano musicale.
10. Il film, fra le altre, ha ottenuto una nomination
all’Oscar per il miglior montaggio di Andrew
Weisblum, premio che sarebbe stato meritato data
l’efficacia dei montaggi e di tutta la postproduzione,
con passaggi veloci, quasi innaturali, decisamente
angoscianti. In questa sequenza i movimenti di
camera e montaggio coincidono con il sonoro. I
colori sono praticamente perfetti, puliti e freddi,
toni che conferiscono alla pellicola un retrogusto
tipico dei vecchi film horror.