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La Cina nelle relazioni
internazionali con l’Asia
Centrale
[Alejandro Pino Alamillo]
16/06/2014
Storia e istituzione dell’Asia
Università degli Studi di Cagliari
Universidad Autónoma de Madrid
madrisphere@gmail.com
Twitter: @Elrondpino
Slideshare.net/alejandropinoalamillo
2
Indice
*Introduzione 3
*L’Asia Centrale, la nuova Via della Seta 4
*La Shanghai Cooperation Organisation 5
*Il ruolo della China nell’Asia Centrale 6
-La Cina e il Kirghizistan 7
-La Cina e il Turkmenistan 7
-La Cina e il Kazakhistan 8
-La Cina e l’Uzbekistan 8
*Conclusioni 8
*Bibliografia 9
*Altri riferimenti 9
*Note 10
3
Introduzione
L’Asia Centrale è una macroregione dell’Asia che geograficamente ha i suoi
confini: a est con la Cina (compresi anche la regione dello Sinkiang in Cina), a ovest
con il Mar Caspio, a sud con l’Iran, l’Afghanistan e il Pakistan, e a Nord il Kazakistan
ha un lunghissimo confine con la Russia. Parliamo del conoscuto Turkestan.
Secondo le Nazioni Unite, l’Asia Centrale è la macroregione divisa in 5 stati:
Kazakistan (con capitale Astana), Kirghizistan (con capitale Biskek), Tagikistan (con
capitale Dusanbe), Turkmenistan (con capitale Asgabat) e Uzbekistan (con capitale
Tashkent). Tutte repubbliche ex-sovietiche, e tutti di cultura e lingua turca ad eccezione
di quelle Iraniche presente nel Tagikistan. La religione è principalmente l’islam1
.
L’interesse della Cina per l’Asia Centrale non è nuovo. Già duemila anni fa l’ex
Impero di Mezzo aveva stabilito legami stretti con la regione principalmente tramite
incontri commerciali lungo la leggendaria Via della Seta. Ci sono stati momenti di pace,
guerra, apertura, isolamento, commercio e cooperazione. Tradizionalmente, l’impero
cinese veniva percepito come aspirante egemone ed a volte come aggressore in Asia
Centrale e nel Nordest e Sudest Asiatico ed una parte significativa dell’Asia Centrale
era un tempo parte integrante dell’ordine mondiale sino-centrico. Specialmente nel
tredicesimo secolo, sotto la guida di Gengis Khan, tutta l’Asia Centrale – dalla Cina alla
Persia – era unita. Tuttavia dopo il declino dell’impero Mongolo, la rinascita dell’islam1
e le politiche isolazioniste della dinastia Ming nel diciassettesimo secolo, la Cina perse
gradualmente interesse nella regione. Come diretta conseguenza della diminuzione del
commercio lungo la Via della Seta alla fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo,
la regione centroasiatica divenne sempre più isolata; isolamento che fu ulteriormente
accentuato a seguito della nascita dell’URSS. Fu solo la dissoluzione dell’Unione
Sovietica a permettere alla regione di aprire di nuovo le porte al mondo esterno2
.
La regione centroasiatica è un spazio di opportunità, dove ci sono interessi
strategici ed energetici.
Le preoccupazioni iniziali della Repubblica Popolare Cinese legate soprattutto
alla sicurezza in Asia Centrale; ben presto si sono legati a interessi di natura economica,
quest’ultime strettamente correlate alla necessità di favorire lo sviluppo delle regione
interne come quella autonoma dello Xinjiang Uighur (cd. strategia «Go to West»), ed
alla strategia di diversificazione dell’approvvigionamento di petrolio e di materie prime
in generale (dal 1990 la RPC diventata importatore netto di petrolio).
La leadership cinese ha iniziato a corteggiare le repubbliche dell’Asia Centrale
subito dopo la loro fondazione. Nel gennaio 1992, una delegazione di alto livello visitò
le neonate repubbliche ed in pochi giorni furono firmati una serie di accordi che
4
stabilivano legami diplomatici, prevenendo così ogni mossa da parte della dirigenza di
Taiwan. A partire dalla metà degli anni ‘90, funzionari cinesi hanno visitato a più
riprese le capitali di queste repubbliche promuovendo investimenti e cercando di
stimolare il commercio mediante l’istituzione ai confini di zone di libero scambio.
Allo stesso tempo, Pechino ha iniziato ad investire nella diplomazia culturale e
nel suo programma di aiuti, inaugurando, con la partecipazione del presidente Hu Jintao
un Istituto Confucio pilota nell’Uzbekistan nel 2004; lanciando programmi per la
formazione di politici e funzionari dell’Asia Centrale e promettendo costruzione di
infrastrutture per facilitare la viabilità tra la Cina e questi paesi3
.
Anche gli Stati Uniti ci sono interessati al nuovo scenario geopolítico dell’Asia
Centrale (già nel 1996 Washington aveva stabilito piene relazioni con tutte le nuove
repubbliche) , perciò Pechino ha deciso di non perdere tempo, decidendo di recuperare
un ruolo importante in una regione sempre considerata una sorta di “retro-cortile”
dell’impero.
L’Asia Centrale, la nuova Via della Seta
Il crollo dell'Unione Sovietica ha causato anche il crollo delle economie locali.
Ma negli ultimi anni, Paesi come il Kazakistan, il Turkmenistan, e in misura minore
l’Uzbekistan, hanno sperimentato un cambiamento nelle loro economie, dove per
esempio, il Kazakistan è diventato la capitale economica della regione, o il
Turkmenistan uno dei punti chiave in quanto all’interesse di carattere energetico. La
fase postsovietica dell’Asia Centrala è stata caratterizzata dalla scoperta di nuovi
giacimenti. Possiamo considerare l’Asia Centrale come la nuova Via della Seta.
La crescita della popolazione è anche un fattore importante, si stima che la
popolazione supererà gli 80 millioni per la metà del 21º secolo.
Il sistema politico dell’Asia Centrale risiede nella chiusura dei suoi sistemi
politici, autoritari e nazionalisti, fattori che preferisce la Cina nell piano delle relazioni
internazionali con i paesi centroasitici.
Però alla Cina non solo l’interessa l’opportunità economiche que l’Asia Centrale
offre, ma la stabilità regionale. Le reppubliche più colpite sono il Tagikistan e il
Kirghizistan con un’enorme massa di popolazione sbalzata a vivere al di sotto dei livelli
di sussistenza4
. La crescita demografica non solo è un vantaggio di manodopera e
riscossione delle imposte, anche è un problema regionale. La crescita della popolazione
acuisce i numerosi problemi ecologici ( per esempio la scomparsa del Lago d’Aral ) e
la generale scarsità di risorse idriche.
5
Uno dei principali problema nella regione centroasiatica è quella di carattere
politico che si concentra nella Valle di Fergana, dove si svolgono tutti i tipi di disordini
e proteste di massa. La forte presenza della dominata opposizione di carattere
fondamentalista islamico, sta diventando oggetto di preoccupazione soprattuto per
quanto riguarda la Cina e la sua provincia del Xinjiang. Questo conttato diretto con le
repubbliche exsovietiche ha rianimato il nazionalismo degli Uiguri nella Repubblica
Popolare Cinese.
Pechino guarda all’Asia Centrale da una duplice prospettiva: energetica e di
sicurezza. Dopo la Russia, la Cina è l’attore internazionale più suscettibile di influire
sulla regione.
La penetrazione cinese a tutto campo si spiega alla luce delle considerazioni
strategiche che animano la politica centroasiatica di Pechino. I cinesi infatti non si
muovono secondo una logica commerciale. Forti del supporto statale, le compagnie
nazionali non esitano a sottoscrivere accordi anche per i progetti dalla redditività più
incerta, evitati dalle compagnie occidentali. Il fine è quello di ‘prenotare’ il più largo
numero di risorse in vista della costituzione di riserve nell’ambito di un approccio di
lungo periodo4
.
In quanto riguarda alla situazione politica c’è la minaccia delle revoluzione delle
numerose minoranze etniche o degli fondamentalisti islamici in tutta l’Asia Centrale.
Da questa preoccupazione comune nasce, dopo una serie di vertice, la Shanghai
Cooperation Organisation (SCO), istituzionalizzato in 2001, siglati tra Cina, Russia,
Kazakstan, Kirghizistan e Tagikistan, che aveva tra gli obiettivi principali il
rafforzamento della cooperazione tra la Cina e i suoi vicini centroasiatici in materia di
sicurezza. C’è una stretta collaborazione anche nella lotta al terrorismo, estremismo e
separatismo e varie altre attività criminali di confine3
.
La Shanghai Cooperation Organisation
Dopo la firma di una dichiarazione congiunta per l’ammisione dell’Uzbekistan
come nuovo membro in 2001, viene fatta la redazione congiunta della Dichiarazione
della Shanghai Cooperation Organisation, un forum istituzionalizzato nella forma di
una organizzazione intergovernativa internazionale.
Nata con lo scopo di risolvere i contenziosi frontalieri, l’intesa di Shanghai ha
progressivamente ampliato le proprie competenze. Sul piano della sicurezza
l’Organizzazione fornisce un quadro per la cooperazione fra leintelligences nella
repressione dei gruppi clandestini estremisti ( a tal fine è stato costituito un centro ad
6
hoc con sede a Taškent in Uzbekistan ) nonché per l’organizzazione di manovre militari
congiunte di largo respiro4
.
Il problema è che al interno dell’organizzazione c’è una vera competizione fra la
Cina e la Russia. Pechino soprattuto vorrebbe sviluppare un mercato comune nella
regione, nel suo desiderio di definire un equilibrio regionale.
L’obiettivi della Carta della SCO parla di rafforzamento della fiducia reciproca,
dell’amicizia e dei raporti di buon vicinato. Sviluppo di una effettiva cooperazione negli
affari politici ed economici, nel comercio, nel campo scientifico e tecnologico, della
cultura, dell’energia, dei trasporti, della salvaguardia ambientale ed in altri campi.
Lavorare per il mantenimento della pace, della sicurezza e della stabilità nella regione e
promuovere la creazione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale
basato sulla la giustizia e la ragione.
Fin dall’inizio, lo SCO si è concentrato principalmente su questioni di sicurezza,
in primis sulla lotta al “terrorismo, estremismo e separatismo” diventando così la prima
organizzazione internazionale a sostenere esplicitamente la lotta contro i cosiddetti “tre
mali”: terrorismo, estremismo e separatismo5
.
Il ruolo della Cina nell’Asia Centrale
La politica estera della Reppublica Popolare Cinese all’indomani fatti di
Tian’anmen è stata sostanzialmente difensiva e subordinata all’imperativo di creare un
ambiente internazionale stabile per lo sviluppo del Paese. La Cina non voleva nessun
rischio di compromettere il futuro della Cina come grande potenza. E per quello ha
stabilito rapporti di buon vicinato con i paesi vicini6
.
Il ruolo della Cina nella macroaerea è frutto di una paziente politica di relazioni
internazionali, prodotto della poderosa crescita economica. La fame energetica del
Paese opera sfruttando le ingenti liquidità possedute, attraverso investimenti diretti per
l’acquisto di giacimenti centro-asiatici7
. Per la Cina assicurarsi gli approvigionamenti di
petrolio e diversificare le fonti energetiche è un elemento chiave della sicurezza
nazionale8
.
Però il governo di Pechino non solo sta facendo di investimenti economici,
anche fa uso di strumenti di soft power come la diplomazia culturale. Diciamo che sta
facendo un atteggiamento da grande potenza responsabile. La strategia cinese ha in Asia
Centrale una forte valenza di politica interna (per esempio, garantire la stabilità dello
Xinjiang).
7
-La Cina e il Kirghizistan:
Probabilmente è la Cina la potenza più interessata al futuro politico del
Kirghizistan, considerato che la linea di demarcazione tra i due Paesi corre lungo la
sensibile provincia dello Xinjiang7
.
Il peso economico dell Cina è l’arma più potente di Pechino per contrabilanciare
gli effetti della presenza militare degli Stati Uniti in questa regione.
Per il Kirghizistan la Cina è un partner strategico chiave nella sua politica stera,
un progetto che i cinesi vorrebbe accelerare per creare relazioni più strette. La strategia
economica della Cina per aumentare la propria presenza nel Paese cerca la stabilità del
suo vicino.
-La Cina e il Turkmenistan:
Pechino ha incrementato la sua presenza in Turkmenistan, per il semplice fatto
che questo Paese centroasiato possiede rilevante riserve di gas naturale. Circa di 35
emprese con capitale cinese lavorano sul suolo turkmeno.
Sarebbe importante anche considerare i progetti che la Cina ha di costruire una
rete di oleodotti e gasdotti per comunicare l’Iran, attraverso il Turkmenistan con l’altri
paesi dell’Asia Centrale, fino arrivare a la Cina.
-La Cina e il Kazakhistan:
I rapporti sino-kazaki si peculiarizzano per la crescente affidabilità che ciascun
attore attribuisce al partner. Nel 2008, il Kazakistan e la Cina hanno stabilito lo sviluppo
congiunto delle riserve di petrolio e gas nella cornice continentale del Mar Caspio7
.
Dobbiamo considerare che il Kazakhistan è diventato una potenza emergente, e
anche è considerata come la capitale economica della regione. Il governo kazako
possiede il 15% delle riserve mondiali di uranio,miniere d’oro, ingenti riserve di gas, di
petrolio e la sua enorme capacità sull’estrazione di idrocarburi.
Pero tutto questo la Cina è diventato il maggior investitore in Kazakhistan
comprando materie prime a cambio din manifatture a basso prezzo.
8
I rapporti politici sono ogni giorno più stretti. Durante il Summit della SCO ad
Astana nel mese di luglio 2005, la Cina ed il Kazakistan firmarono un “accordo di
parternariato strategico”. Motivo fondante dell’accordo era il forte sostegno di Pechino
al “principio di stasi politica” in opposizione a quello di cambiamento di regime
sostenuto dagli Stati Uniti9
.
-La Cina e l’Uzbekistan:
La Cina è divenuta il primo partner economico dell’Uzbekistan. Questo Paese è
diventato un’area importatissima anche perchè i gasdotti tral il Turkmenistan e la Cina
transita in territorio uzbeko.
Pechino ha iniziato ad investire nella diplomazia culturale e nel suo programma
di aiuti, inaugurando, con la partecipazione del presidente Hu Jintao un Istituto
Confucio pilota nell’Uzbekistan nel 2004; lanciando programmi per la formazione di
politici e funzionari dell’Asia Centrale e promettendo costruzione di infrastrutture per
facilitare la viabilità tra la Cina e questi paesi.
-La Cina e il Tagikistan:
Come nell’altre repubbliche dell’Asia Centrale, i rapporti del Tagikistan con la
Cina sono consolidati con la presenza economica cinese nel Paese nella sfera delle
materie prime minerarie. Il Tagikistan rimane il quarto maggiore esportatore di cotone
nel mondo, dove i principali mercati di sboco è la Cina.
Conclusioni
Attualmente l’Asia Centrale ha una importanza fondata sulle ricchezze naturali
della regione, e anche vitale per la sicurezza regionale. Nel “centro de la Terra” si
svolge un gioco di influenza che nessun paese vuole perdere. La presenza cinese è ogni
giorni più presente nella regione centroasiatica, dove con il ritiro graduale degli USA, la
mancata diplomazia europea non conessa a un livello politico-decisionale, e la
competizione con Mosca, sta diventando il principale partner dell’ Asia Centrale. La
Cina ha compiuto molti passi importanti nell’esercizio responsabile del suo soft power
sostenendo la crescita economica in Asia Centrale. Data la tradizionale avversione di
Pechino a interfenire nella politica interna degli altri paesi, e la sua capacità per
sviluppare una diplomazia economica, ha permesso alla Cina di acumulare una grande
influenza in tutta l’area centroasiatica, al punto, come diceva la professoresa Barbara
Onnis, da parlare di una centralità ritrovata10
.
9
Bibliografia
-Onnis, Barbara, La Cina nelle relazioni internazionali. Dalle guerre dell’oppio a oggi, Carocci,
Roma, 2011.
-Fiori, Antonio, L’Asia Orientale. Dal 1945 ai giorni nostri, Il Mulino, Bologna 2011.
-Collotti Pischel E. (2002), La Cina. La politica estera di un paese sovrano, Franco Angeli,
Milano.
-AA.VV. (2005) , La teoria dell’ “ascesa pacifica”: alcuni contributi recenti, in “Mondo
cinese”.
-William Engdahl, La Chine et l’avenir géopolitique du Kirghizistan.
-Central Asia at the end of transition, ed. B. Rumer, London 2005
Altri Riferimenti
-Il Ruolo Strategico dell’Asia Centrale (2009), L’Enciclopledia Italiana;
http://www.treccani.it/enciclopedia/il-ruolo-strategico-dell-asia-centrale_(XXI-Secolo)/
-El Islam en Asia Central, Alejandro Pino Alamillo;
http://www.slideshare.net/alejandropinoalamillo/islam-en-asia-central
-Shanghai Cooperation Organisation Web; http://www.sectsco.org/EN123/
-Tuttocina, il Portale sulla Cina; http://tuttocina.it/
-EURASIA, Rivista di studi geopolitici; http://www.eurasia-rivista.org/
-Istituto per gli Studi di Politica Internazionale; http://www.ispionline.it/
-Voltairenet.org; La Cina e il futuro geopolitico del Kirghizistan;
http://www.voltairenet.org/article165980.html
-Trecani Atlante Geopolitico, Kazakistan;
http://www.treccani.it/geopolitico/paesi/kazakistan.html
-La política cinese nel mondo e in Asia centrale. Implicazione per l’Occidente. Gennaio 2008.
Contributi di Istituti di ricerca specializzati. Nº 84. Senato della Repubblica
http://www.iai.it/pdf/oss_transatlantico/84.pdf
-InfoMercatiEsteri; Relazioni Internazionali (Tagikistan);
http://www.infomercatiesteri.it/relazioni_internazionali.php?id_paesi=139
10
Note
1
El Islam en Asia Central http://www.slideshare.net/alejandropinoalamillo/islam-en-asia-central
2
Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari)
3
Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari)
4
L’Enciclopedia Italiana; Il Ruolo Strategico dell’Asia Centrale http://www.treccani.it/enciclopedia/il-
ruolo-strategico-dell-asia-centrale_(XXI-Secolo)/
5
Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari)
6
AA.VV. (2005) , La Teoria dell’ “ascesa pacifica”: alcuni contributi recenti, in “Mondo ciñese”
7
EURASIA; Lo sfondamento della Cina in Asia Centrale: http://www.eurasia-rivista.org/lo-sfondamento-
della-cina-in-asia-centrale/5805/
8
La política cinese nel mondo e in Asia centrale. Implicazione per l’Occidente. Gennaio 2008. Contributi
di Istituti di ricerca specializzati. Nº 84. Senato della Repubblica
http://www.iai.it/pdf/oss_transatlantico/84.pdf
9
Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari)
10
Onnis, Barbara. La cina nelle relazioni internazionali. Dalle guerre dell’oppio a oggi, Carocci, Roma
2011.

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La Cina nelle relazioni internazionali con l'Asia Centrale

  • 1. La Cina nelle relazioni internazionali con l’Asia Centrale [Alejandro Pino Alamillo] 16/06/2014 Storia e istituzione dell’Asia Università degli Studi di Cagliari Universidad Autónoma de Madrid madrisphere@gmail.com Twitter: @Elrondpino Slideshare.net/alejandropinoalamillo
  • 2. 2 Indice *Introduzione 3 *L’Asia Centrale, la nuova Via della Seta 4 *La Shanghai Cooperation Organisation 5 *Il ruolo della China nell’Asia Centrale 6 -La Cina e il Kirghizistan 7 -La Cina e il Turkmenistan 7 -La Cina e il Kazakhistan 8 -La Cina e l’Uzbekistan 8 *Conclusioni 8 *Bibliografia 9 *Altri riferimenti 9 *Note 10
  • 3. 3 Introduzione L’Asia Centrale è una macroregione dell’Asia che geograficamente ha i suoi confini: a est con la Cina (compresi anche la regione dello Sinkiang in Cina), a ovest con il Mar Caspio, a sud con l’Iran, l’Afghanistan e il Pakistan, e a Nord il Kazakistan ha un lunghissimo confine con la Russia. Parliamo del conoscuto Turkestan. Secondo le Nazioni Unite, l’Asia Centrale è la macroregione divisa in 5 stati: Kazakistan (con capitale Astana), Kirghizistan (con capitale Biskek), Tagikistan (con capitale Dusanbe), Turkmenistan (con capitale Asgabat) e Uzbekistan (con capitale Tashkent). Tutte repubbliche ex-sovietiche, e tutti di cultura e lingua turca ad eccezione di quelle Iraniche presente nel Tagikistan. La religione è principalmente l’islam1 . L’interesse della Cina per l’Asia Centrale non è nuovo. Già duemila anni fa l’ex Impero di Mezzo aveva stabilito legami stretti con la regione principalmente tramite incontri commerciali lungo la leggendaria Via della Seta. Ci sono stati momenti di pace, guerra, apertura, isolamento, commercio e cooperazione. Tradizionalmente, l’impero cinese veniva percepito come aspirante egemone ed a volte come aggressore in Asia Centrale e nel Nordest e Sudest Asiatico ed una parte significativa dell’Asia Centrale era un tempo parte integrante dell’ordine mondiale sino-centrico. Specialmente nel tredicesimo secolo, sotto la guida di Gengis Khan, tutta l’Asia Centrale – dalla Cina alla Persia – era unita. Tuttavia dopo il declino dell’impero Mongolo, la rinascita dell’islam1 e le politiche isolazioniste della dinastia Ming nel diciassettesimo secolo, la Cina perse gradualmente interesse nella regione. Come diretta conseguenza della diminuzione del commercio lungo la Via della Seta alla fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo, la regione centroasiatica divenne sempre più isolata; isolamento che fu ulteriormente accentuato a seguito della nascita dell’URSS. Fu solo la dissoluzione dell’Unione Sovietica a permettere alla regione di aprire di nuovo le porte al mondo esterno2 . La regione centroasiatica è un spazio di opportunità, dove ci sono interessi strategici ed energetici. Le preoccupazioni iniziali della Repubblica Popolare Cinese legate soprattutto alla sicurezza in Asia Centrale; ben presto si sono legati a interessi di natura economica, quest’ultime strettamente correlate alla necessità di favorire lo sviluppo delle regione interne come quella autonoma dello Xinjiang Uighur (cd. strategia «Go to West»), ed alla strategia di diversificazione dell’approvvigionamento di petrolio e di materie prime in generale (dal 1990 la RPC diventata importatore netto di petrolio). La leadership cinese ha iniziato a corteggiare le repubbliche dell’Asia Centrale subito dopo la loro fondazione. Nel gennaio 1992, una delegazione di alto livello visitò le neonate repubbliche ed in pochi giorni furono firmati una serie di accordi che
  • 4. 4 stabilivano legami diplomatici, prevenendo così ogni mossa da parte della dirigenza di Taiwan. A partire dalla metà degli anni ‘90, funzionari cinesi hanno visitato a più riprese le capitali di queste repubbliche promuovendo investimenti e cercando di stimolare il commercio mediante l’istituzione ai confini di zone di libero scambio. Allo stesso tempo, Pechino ha iniziato ad investire nella diplomazia culturale e nel suo programma di aiuti, inaugurando, con la partecipazione del presidente Hu Jintao un Istituto Confucio pilota nell’Uzbekistan nel 2004; lanciando programmi per la formazione di politici e funzionari dell’Asia Centrale e promettendo costruzione di infrastrutture per facilitare la viabilità tra la Cina e questi paesi3 . Anche gli Stati Uniti ci sono interessati al nuovo scenario geopolítico dell’Asia Centrale (già nel 1996 Washington aveva stabilito piene relazioni con tutte le nuove repubbliche) , perciò Pechino ha deciso di non perdere tempo, decidendo di recuperare un ruolo importante in una regione sempre considerata una sorta di “retro-cortile” dell’impero. L’Asia Centrale, la nuova Via della Seta Il crollo dell'Unione Sovietica ha causato anche il crollo delle economie locali. Ma negli ultimi anni, Paesi come il Kazakistan, il Turkmenistan, e in misura minore l’Uzbekistan, hanno sperimentato un cambiamento nelle loro economie, dove per esempio, il Kazakistan è diventato la capitale economica della regione, o il Turkmenistan uno dei punti chiave in quanto all’interesse di carattere energetico. La fase postsovietica dell’Asia Centrala è stata caratterizzata dalla scoperta di nuovi giacimenti. Possiamo considerare l’Asia Centrale come la nuova Via della Seta. La crescita della popolazione è anche un fattore importante, si stima che la popolazione supererà gli 80 millioni per la metà del 21º secolo. Il sistema politico dell’Asia Centrale risiede nella chiusura dei suoi sistemi politici, autoritari e nazionalisti, fattori che preferisce la Cina nell piano delle relazioni internazionali con i paesi centroasitici. Però alla Cina non solo l’interessa l’opportunità economiche que l’Asia Centrale offre, ma la stabilità regionale. Le reppubliche più colpite sono il Tagikistan e il Kirghizistan con un’enorme massa di popolazione sbalzata a vivere al di sotto dei livelli di sussistenza4 . La crescita demografica non solo è un vantaggio di manodopera e riscossione delle imposte, anche è un problema regionale. La crescita della popolazione acuisce i numerosi problemi ecologici ( per esempio la scomparsa del Lago d’Aral ) e la generale scarsità di risorse idriche.
  • 5. 5 Uno dei principali problema nella regione centroasiatica è quella di carattere politico che si concentra nella Valle di Fergana, dove si svolgono tutti i tipi di disordini e proteste di massa. La forte presenza della dominata opposizione di carattere fondamentalista islamico, sta diventando oggetto di preoccupazione soprattuto per quanto riguarda la Cina e la sua provincia del Xinjiang. Questo conttato diretto con le repubbliche exsovietiche ha rianimato il nazionalismo degli Uiguri nella Repubblica Popolare Cinese. Pechino guarda all’Asia Centrale da una duplice prospettiva: energetica e di sicurezza. Dopo la Russia, la Cina è l’attore internazionale più suscettibile di influire sulla regione. La penetrazione cinese a tutto campo si spiega alla luce delle considerazioni strategiche che animano la politica centroasiatica di Pechino. I cinesi infatti non si muovono secondo una logica commerciale. Forti del supporto statale, le compagnie nazionali non esitano a sottoscrivere accordi anche per i progetti dalla redditività più incerta, evitati dalle compagnie occidentali. Il fine è quello di ‘prenotare’ il più largo numero di risorse in vista della costituzione di riserve nell’ambito di un approccio di lungo periodo4 . In quanto riguarda alla situazione politica c’è la minaccia delle revoluzione delle numerose minoranze etniche o degli fondamentalisti islamici in tutta l’Asia Centrale. Da questa preoccupazione comune nasce, dopo una serie di vertice, la Shanghai Cooperation Organisation (SCO), istituzionalizzato in 2001, siglati tra Cina, Russia, Kazakstan, Kirghizistan e Tagikistan, che aveva tra gli obiettivi principali il rafforzamento della cooperazione tra la Cina e i suoi vicini centroasiatici in materia di sicurezza. C’è una stretta collaborazione anche nella lotta al terrorismo, estremismo e separatismo e varie altre attività criminali di confine3 . La Shanghai Cooperation Organisation Dopo la firma di una dichiarazione congiunta per l’ammisione dell’Uzbekistan come nuovo membro in 2001, viene fatta la redazione congiunta della Dichiarazione della Shanghai Cooperation Organisation, un forum istituzionalizzato nella forma di una organizzazione intergovernativa internazionale. Nata con lo scopo di risolvere i contenziosi frontalieri, l’intesa di Shanghai ha progressivamente ampliato le proprie competenze. Sul piano della sicurezza l’Organizzazione fornisce un quadro per la cooperazione fra leintelligences nella repressione dei gruppi clandestini estremisti ( a tal fine è stato costituito un centro ad
  • 6. 6 hoc con sede a Taškent in Uzbekistan ) nonché per l’organizzazione di manovre militari congiunte di largo respiro4 . Il problema è che al interno dell’organizzazione c’è una vera competizione fra la Cina e la Russia. Pechino soprattuto vorrebbe sviluppare un mercato comune nella regione, nel suo desiderio di definire un equilibrio regionale. L’obiettivi della Carta della SCO parla di rafforzamento della fiducia reciproca, dell’amicizia e dei raporti di buon vicinato. Sviluppo di una effettiva cooperazione negli affari politici ed economici, nel comercio, nel campo scientifico e tecnologico, della cultura, dell’energia, dei trasporti, della salvaguardia ambientale ed in altri campi. Lavorare per il mantenimento della pace, della sicurezza e della stabilità nella regione e promuovere la creazione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale basato sulla la giustizia e la ragione. Fin dall’inizio, lo SCO si è concentrato principalmente su questioni di sicurezza, in primis sulla lotta al “terrorismo, estremismo e separatismo” diventando così la prima organizzazione internazionale a sostenere esplicitamente la lotta contro i cosiddetti “tre mali”: terrorismo, estremismo e separatismo5 . Il ruolo della Cina nell’Asia Centrale La politica estera della Reppublica Popolare Cinese all’indomani fatti di Tian’anmen è stata sostanzialmente difensiva e subordinata all’imperativo di creare un ambiente internazionale stabile per lo sviluppo del Paese. La Cina non voleva nessun rischio di compromettere il futuro della Cina come grande potenza. E per quello ha stabilito rapporti di buon vicinato con i paesi vicini6 . Il ruolo della Cina nella macroaerea è frutto di una paziente politica di relazioni internazionali, prodotto della poderosa crescita economica. La fame energetica del Paese opera sfruttando le ingenti liquidità possedute, attraverso investimenti diretti per l’acquisto di giacimenti centro-asiatici7 . Per la Cina assicurarsi gli approvigionamenti di petrolio e diversificare le fonti energetiche è un elemento chiave della sicurezza nazionale8 . Però il governo di Pechino non solo sta facendo di investimenti economici, anche fa uso di strumenti di soft power come la diplomazia culturale. Diciamo che sta facendo un atteggiamento da grande potenza responsabile. La strategia cinese ha in Asia Centrale una forte valenza di politica interna (per esempio, garantire la stabilità dello Xinjiang).
  • 7. 7 -La Cina e il Kirghizistan: Probabilmente è la Cina la potenza più interessata al futuro politico del Kirghizistan, considerato che la linea di demarcazione tra i due Paesi corre lungo la sensibile provincia dello Xinjiang7 . Il peso economico dell Cina è l’arma più potente di Pechino per contrabilanciare gli effetti della presenza militare degli Stati Uniti in questa regione. Per il Kirghizistan la Cina è un partner strategico chiave nella sua politica stera, un progetto che i cinesi vorrebbe accelerare per creare relazioni più strette. La strategia economica della Cina per aumentare la propria presenza nel Paese cerca la stabilità del suo vicino. -La Cina e il Turkmenistan: Pechino ha incrementato la sua presenza in Turkmenistan, per il semplice fatto che questo Paese centroasiato possiede rilevante riserve di gas naturale. Circa di 35 emprese con capitale cinese lavorano sul suolo turkmeno. Sarebbe importante anche considerare i progetti che la Cina ha di costruire una rete di oleodotti e gasdotti per comunicare l’Iran, attraverso il Turkmenistan con l’altri paesi dell’Asia Centrale, fino arrivare a la Cina. -La Cina e il Kazakhistan: I rapporti sino-kazaki si peculiarizzano per la crescente affidabilità che ciascun attore attribuisce al partner. Nel 2008, il Kazakistan e la Cina hanno stabilito lo sviluppo congiunto delle riserve di petrolio e gas nella cornice continentale del Mar Caspio7 . Dobbiamo considerare che il Kazakhistan è diventato una potenza emergente, e anche è considerata come la capitale economica della regione. Il governo kazako possiede il 15% delle riserve mondiali di uranio,miniere d’oro, ingenti riserve di gas, di petrolio e la sua enorme capacità sull’estrazione di idrocarburi. Pero tutto questo la Cina è diventato il maggior investitore in Kazakhistan comprando materie prime a cambio din manifatture a basso prezzo.
  • 8. 8 I rapporti politici sono ogni giorno più stretti. Durante il Summit della SCO ad Astana nel mese di luglio 2005, la Cina ed il Kazakistan firmarono un “accordo di parternariato strategico”. Motivo fondante dell’accordo era il forte sostegno di Pechino al “principio di stasi politica” in opposizione a quello di cambiamento di regime sostenuto dagli Stati Uniti9 . -La Cina e l’Uzbekistan: La Cina è divenuta il primo partner economico dell’Uzbekistan. Questo Paese è diventato un’area importatissima anche perchè i gasdotti tral il Turkmenistan e la Cina transita in territorio uzbeko. Pechino ha iniziato ad investire nella diplomazia culturale e nel suo programma di aiuti, inaugurando, con la partecipazione del presidente Hu Jintao un Istituto Confucio pilota nell’Uzbekistan nel 2004; lanciando programmi per la formazione di politici e funzionari dell’Asia Centrale e promettendo costruzione di infrastrutture per facilitare la viabilità tra la Cina e questi paesi. -La Cina e il Tagikistan: Come nell’altre repubbliche dell’Asia Centrale, i rapporti del Tagikistan con la Cina sono consolidati con la presenza economica cinese nel Paese nella sfera delle materie prime minerarie. Il Tagikistan rimane il quarto maggiore esportatore di cotone nel mondo, dove i principali mercati di sboco è la Cina. Conclusioni Attualmente l’Asia Centrale ha una importanza fondata sulle ricchezze naturali della regione, e anche vitale per la sicurezza regionale. Nel “centro de la Terra” si svolge un gioco di influenza che nessun paese vuole perdere. La presenza cinese è ogni giorni più presente nella regione centroasiatica, dove con il ritiro graduale degli USA, la mancata diplomazia europea non conessa a un livello politico-decisionale, e la competizione con Mosca, sta diventando il principale partner dell’ Asia Centrale. La Cina ha compiuto molti passi importanti nell’esercizio responsabile del suo soft power sostenendo la crescita economica in Asia Centrale. Data la tradizionale avversione di Pechino a interfenire nella politica interna degli altri paesi, e la sua capacità per sviluppare una diplomazia economica, ha permesso alla Cina di acumulare una grande influenza in tutta l’area centroasiatica, al punto, come diceva la professoresa Barbara Onnis, da parlare di una centralità ritrovata10 .
  • 9. 9 Bibliografia -Onnis, Barbara, La Cina nelle relazioni internazionali. Dalle guerre dell’oppio a oggi, Carocci, Roma, 2011. -Fiori, Antonio, L’Asia Orientale. Dal 1945 ai giorni nostri, Il Mulino, Bologna 2011. -Collotti Pischel E. (2002), La Cina. La politica estera di un paese sovrano, Franco Angeli, Milano. -AA.VV. (2005) , La teoria dell’ “ascesa pacifica”: alcuni contributi recenti, in “Mondo cinese”. -William Engdahl, La Chine et l’avenir géopolitique du Kirghizistan. -Central Asia at the end of transition, ed. B. Rumer, London 2005 Altri Riferimenti -Il Ruolo Strategico dell’Asia Centrale (2009), L’Enciclopledia Italiana; http://www.treccani.it/enciclopedia/il-ruolo-strategico-dell-asia-centrale_(XXI-Secolo)/ -El Islam en Asia Central, Alejandro Pino Alamillo; http://www.slideshare.net/alejandropinoalamillo/islam-en-asia-central -Shanghai Cooperation Organisation Web; http://www.sectsco.org/EN123/ -Tuttocina, il Portale sulla Cina; http://tuttocina.it/ -EURASIA, Rivista di studi geopolitici; http://www.eurasia-rivista.org/ -Istituto per gli Studi di Politica Internazionale; http://www.ispionline.it/ -Voltairenet.org; La Cina e il futuro geopolitico del Kirghizistan; http://www.voltairenet.org/article165980.html -Trecani Atlante Geopolitico, Kazakistan; http://www.treccani.it/geopolitico/paesi/kazakistan.html -La política cinese nel mondo e in Asia centrale. Implicazione per l’Occidente. Gennaio 2008. Contributi di Istituti di ricerca specializzati. Nº 84. Senato della Repubblica http://www.iai.it/pdf/oss_transatlantico/84.pdf -InfoMercatiEsteri; Relazioni Internazionali (Tagikistan); http://www.infomercatiesteri.it/relazioni_internazionali.php?id_paesi=139
  • 10. 10 Note 1 El Islam en Asia Central http://www.slideshare.net/alejandropinoalamillo/islam-en-asia-central 2 Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari) 3 Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari) 4 L’Enciclopedia Italiana; Il Ruolo Strategico dell’Asia Centrale http://www.treccani.it/enciclopedia/il- ruolo-strategico-dell-asia-centrale_(XXI-Secolo)/ 5 Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari) 6 AA.VV. (2005) , La Teoria dell’ “ascesa pacifica”: alcuni contributi recenti, in “Mondo ciñese” 7 EURASIA; Lo sfondamento della Cina in Asia Centrale: http://www.eurasia-rivista.org/lo-sfondamento- della-cina-in-asia-centrale/5805/ 8 La política cinese nel mondo e in Asia centrale. Implicazione per l’Occidente. Gennaio 2008. Contributi di Istituti di ricerca specializzati. Nº 84. Senato della Repubblica http://www.iai.it/pdf/oss_transatlantico/84.pdf 9 Barbara Onnis (Lezione di Politica Internazionale dell’Asia, Università degli Studi di Cagliari) 10 Onnis, Barbara. La cina nelle relazioni internazionali. Dalle guerre dell’oppio a oggi, Carocci, Roma 2011.