Il Trattato di Osimo è uno tra i più importanti accordi di portata politica conclusi dall'Italia dopo la seconda guerra mondiale.
Dal punto di vista giuridico esso presenta norme interessanti sui confini terrestri e marittimi dell'Italia sul fronte orientale, sul trattamento di minoranze ed individui, sulla cittadinanza, nonché sull'annosa questione delle sorti dei beni di proprietà di Italiani nei territori acquisiti nel dopo guerra dall'ex Iugoslavia.
Lo scritto della Prof. Ida Caracciolo, contenente un'analisi giuridica del Trattato, fa parte di un volume pubblicato in occasione del quarantennale della stipula dell'Accordo in oggetto, inserito nella collana del CISR (Centro Italiano per lo Sviluppo della Ricerca) diretta dal Prof. G. de Vergottini.
Ida Caracciolo Manuale diritto internazionale, vol. i
Prof. Ida Caracciolo - Trattato di Osimo
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C I S R
CENTRO ITALIANO PER LO SVILUPPO DELLA RICERCA
Collana diretta dal prof. Giuseppe de Vergottini
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QUARANT’ANNI DA OSIMO
A cura di
DAVIDE LO PRESTI e DAVIDE ROSSI
QUARANT’ANNIDAOSIMO
Gli anniversari sono sempre un’occasione per ricordare ed un momento di utile riflessione.
Il Trattato di Osimo, sottoscritto nel 1975, venne a sancire lo stato di fatto di separazione territoriale
creatosi nel confine orientale prima con il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947, cui seguì la parziale,
zoppicante attuazione del Territorio Libero di Trieste (T.L.T.) e l’infelice spartizione dell’Istria e del
Quarnaro e, quindi, a seguito del Memorandum di Londra del 1954, rendendo definitive le frontiere fra
l’Italia e l’allora Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Oggi, in un contesto radicalmente differente, con lo smembramento dell’area balcanica, la caduta dei
blocchi e l’impatto dell’Unione Europea i confini hanno un sapore differente. Ma dietro al problema
politico si celano anche questioni culturali e sociali molto delicate che non devono essere dimenticate.
Davide Lo Presti, dottore di ricerca in diritto Amministrativo, avvocato esperto in tematiche pubblici-
stiche, ha tenuto e tiene costantemente docenze in Corsi di formazione universitaria e post universita-
ria. Per decreto ministeriale è membro della “Commissione per l’esame delle istanze e degli indennizzi e
contributi relative alle perdite subite dai cittadini nei territori ceduti alla Jugoslavia, nella zona B dell’ex
territorio libero di Trieste, nelle ex Colonie”.
Davide Rossi, docente di Storia e Tecnica delle Costituzioni Europee presso l’Università degli Studi di
Trieste, avvocato, è membro del “Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale
veneto nell’Istria e nella Dalmazia” presso la Regione Veneto e, per decreto ministeriale, è componente
della “Commissione Tecnico Scientifica per la realizzazione di un piano di interventi a tutela del patrimo-
nio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia secondo
quanto previsto dalla Legge 72 del 16 marzo 2001”. Fa parte del Comitato Scientifico della Collana di
Studi Adria.
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dorso
12,63 mm
9788813358273
5000002024931
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Luca Mezzetti, Valeria Piergigli, Paolo Ridola
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Andrea Lollini e Carna Pistan
DAVIDE LO PRESTI E DAVIDE ROSSI, Quarant’anni da Osimo.
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6. La presente pubblicazione è il prodotto finale di una ricerca dal
titolo “I beni espropriati e nazionalizzati dal regime jugoslavo:
nuove prospettive o fine di un’illusione?”. Tale progetto, pro-
mosso dall’Associazione Coordinamento Adriatico di Bologna,
è stato finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Coo-
perazione Internazionale e dal Ministero dei Beni e delle Attività
Culturali e del Turismo, ai sensi della Legge 16 marzo 2001 n.
72, recante «Interventi a tutela del patrimonio storico e culturale
delle comunità degli esuli italiani dell’Istria, da Fiume e dalla
Dalmazia» e successive proroghe e integrazioni (Legge 28 luglio
2004 n. 193, Legge 27 dicembre 2006 n. 269, art. 1, comma
1322, Legge 23 dicembre 2009 n. 191) e della Convenzione sti-
pulata in data 30 novembre 2010 tra il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, il Ministero degli Affari Esteri e della Coope-
razione Internazionale e la Federazione delle Associazioni degli
Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati.
I Curatori rivolgono i propri sentiti ringraziamenti a quanti han-
no reso possibile la realizzazione di questo volume. L’intero la-
voro è stato ideato, discusso e redatto con unitarietà di intenti e
nello spirito della divisione dei compiti secondo esigenze e cir-
costanze specifiche. Nell’intestazione dei singoli scritti compo-
nenti i volumi è chiaramente indicato l’autore del saggio corri-
spettivo.
Si ringrazia per l’ospitalità e il supporto la Società Italiana per
l’Organizzazione Internazionale (SIOI) e il Suo Presidente Fran-
co Frattini.
7.
8. Nella città di Izreel, accanto al palazzo di Acab, re di Sama-
ria, c’era una vigna. Essa apparteneva a un certo Nabot. Un
giorno, Acab disse a Nabot: “Cedimi la tua vigna. Vorrei usarla
come orto, perché è molto vicina al mio palazzo. In cambio ti
darò una vigna migliore o, se preferisci, il giusto prezzo”. Nabot
rispose ad Acab: “Ho ricevuto questa vigna in eredità dai miei
antenati, perciò non ho il diritto di cedertela. Il Signore non lo
permetterebbe”.
LIBRO PRIMO DEI RE, cap. 21 1-16