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FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI
Giovanni Mastrangeli
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SETTORE TECNICO F.I.G.C.
CORSO DI ABILITAZIONE PER DIRETTORI SPORTIVI
COVERCIANO, FEBBRAIO/APRILE 2010
ACCADEMIE FEDERALI COME CENTRI TECNICI
DI FORMAZIONE: IN ITALIA SI PUO'?
RELATORI:
PROF. FELICE ACCAME
PROF. PAOLO PIANI
CANDIDATO:
GIOVANNI MASTRANGELI
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INDICE
Introduzione …………………………………………………………………………………………………………… pag. 4
1. I Centri di formazione nel modello Francese del calcio ………………………………………. pag. 5
2. L’Accademia Federale F.I.R. (Federazione Italiana rugby)
2.1 Le finalità ……………………………………………………………………………………………………. pag. 9
2.2 Strategie operative …………………………………………………………………………………….. pag.
2.3 Distribuzione sul territorio . .......................................................................... pag.
2.4 Accademie: nel rugby hanno avuto l’effetto sperato? ………………………………. pag.
3. Proposta Accademie Federali F.I.G.C. ………………………………………………………………. pag.
3.1 Il finanziamento delle Accademie ……………………………………………………………….. pag.
3.2 Finalità dell’Accademia ……………………………………………………………………………….. pag.
3.3 Il reclutamento e la formazione dei Tecnici ed Il reclutamento
degli atleti delle Accademie …………………………………………………………………….…… pag.
Federali
3.4 Percorso dell'atleta in Accademia (Sportivo – Culturale – Psicosociale) …….… pag.
3.5 Il ruolo della famiglia dell’atleta …………………………………………………………………... pag.
3.6 Creazione di un torneo parallelo alle attività dei rispettivi Club squadra
dell’Accademia Federale sul modello F.I.R.? ………………………………………………… pag.
• Conclusioni ……………………………………………………………………………………………………….. pag.
• Bibliografia …………………………………………………………………………………….…………………… pag.
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“Un atleta non può correre con i soldi nelle tasche. Deve correre con la speranza nel
cuore e i sogni nella testa. “
Marco Pastonesi, Palla lunga e pedalare
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PROPOSTA ACCADEMIE FEDERALI F.I.G.C.
Introduzione
Partendo dalla consapevolezza del valore formativo dello sport e dalle
personali esperienze di vita che mi hanno sempre più convinto della sua valenza
sociale ed educativa, in questo breve lavoro ho cercato di affrontare quelli che
ritengo i nodi fondamentali di un ipotetico percorso accademico.
Sono partito dall’esperienza francese dei centri di formazione, per poi passare
alle Accademie Federali rugbistiche italiane, ed elaborando, infine, un personale
esempio di percorso formativo nell’ambito calcistico italiano.
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Capitolo 1
L’ACCADEMIA FEDERALE FRANCESE
La Federazione di calcio francese, meglio conosciuta come FFF (Fédération
Française de Football) ha istituito nel 1973 il primo Centro di Formazione per giovani
calciatori. Questa esigenza fu dettata dal fatto che, in relazione a delle statistiche
basate sulle qualificazioni delle varie nazionali di categoria, la percentuale inerente
le qualificazioni alle fasi finali delle varie competizioni era più bassa rispetto al trend
delle altre compagini nazionali europee.
Lo scopo delle Accademie era ed è quello di accrescere le competenze di tutti
i giovani calciatori al fine di dare una svolta positiva all’intero sistema calcio
transalpino. Per la Federazione francese, la formazione, è uno strumento ideale per
indirizzare l’intero movimento verso questo obiettivo. La finalità era ed è quella di
acquistare, rinnovare, approfondire ed arricchire le conoscenze, abilità e
competenze di ogni singolo atleta.
In questi centri gli atleti vengono costantemente seguiti sia dal punto di vista
istruttivo che degli allenamenti da persone specializzate e qualificate. Dal 1973 al
1991 l’età degli ammessi era dai 16 ai 19 anni; una volta assimilato il sistema l’età
dei partecipanti è stata abbassata alla soglia di 13/15 anni. Però prima di formare
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giovani atleti, risorsa per il futuro, la Federazione ha pensato bene di prevedere un
percorso formativo per gli Allenatori. Senza tale percorso non vi sarebbero stati gli
evidenti progressi e gli evidenti sviluppi che la Francia ha avuto negli ultimi due
decenni. Questi ragazzi vivono a stretto contatto, dal lunedì al venerdì con il
personale messo a disposizione dalla Federazione in delle vere e proprie foresterie.
Il venerdì rientrano nelle rispettive città, dalle proprie famiglie, dove hanno la
possibilità di effettuare l’allenamento di rifinitura e di poter disputare le gare di
campionato con i propri club. Di solito in Francia il salto di qualità avviene sui 20
anni e difficilmente in Serie C riescono a trattenere i migliori giovani oltre quell'età.
In ogni caso, prima di essere lasciato al suo destino, il giovane viene valutato,
provato ed eventualmente prestato nelle categorie inferiori mentre, da noi in Italia,
anche ai migliori Primavera spesso non si riesce a dare una chance.
Gli allenatori “francesi” sono, inoltre, tecnici assolutamente qualificati e
preparati proprio per gestire queste realtà e si legano al club per lunghi anni per
poter quindi portare a termine un progetto a media-lunga scadenza. Al contrario di
quanto avviene troppo spesso nella nostra realtà dove allenare le formazioni
giovanili è considerato un trampolino di lancio per il calcio professionistico di
vertice.
In Francia chi “decide” per il giovane spesso preferisce mandarlo dove sa che
esiste la volontà dei dirigenti di farlo giocare piuttosto che in club di prestigio.
Esiste un sistema di reclutamento molto più capillare che nel nostro Paese
tanto che difficilmente i giovani validi sfuggono al setaccio dei club professionistici.
Visti i numerosi e costanti risultati che le Accademie Francesi hanno offerto
dagli anni ’70 ad oggi, la FFF, dal 2009, ha creato l’IFF (Institut de Formation du
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Football) per accrescere le competenze di tutti gli attori che sono coinvolti nel
mondo del calcio.
Si tratta di un intervento prioritario utile allo sviluppo dello sport.
Sin dalla sua nascita, l'Istituto, conteneva un comitato strategico ed educativo,
composto da 17 membri che rappresentano tutte le famiglie di calcio e si riunisce
due o tre volte all'anno.
Il ruolo del comitato è quello di definire la direzione strategica della IFF,
giudicare la formazione offerta dal IFF, constatarne il suo contenuto educativo;
partecipa, inoltre, alla valutazione della formazione. E 'anche e soprattutto un luogo
di scambio, analisi e proposte. In questo contesto sono stati creati quattro gruppi di
lavoro, ciascuno guidato da un membro della commissione “istruzione” e strategia.
L’Istituto è stato, inoltre, creato per soddisfare due esigenze fondamentali:
"sviluppare le competenze di tutti i soggetti coinvolti nel mondo del calcio
attraverso la creazione di attività di formazione e rafforzare la coerenza e la
complementarità delle attività di formazione per fare della formazione uno sviluppo
strategico".
In aggiunta, grazie all’istituzione delle Accademie, la Francia nell’ultimo
ventennio, ha incrementato notevolmente, e le qualificazioni alle fasi finali delle
varie competizioni europee e mondiali, e vinto notevoli tornei.
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(Bilancio tratto dalla Slide del Professor Cristian Damiano fornita durante la sua lezione al corso per Direttori
Sportivi – Coverciano 28/02/2011)
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Capitolo 2
L’ACCADEMIA FEDERALE F.I.R.
2.1 Le finalità
Il primo modello italiano di accademie di formazione di giovani atleti è stato
utilizzato dalla Federazione Italiana Rugby.
I consiglieri federali dopo anni ed anni di tentativi e svariate riunioni (dettate
dall’esigenza di fare crescere il movimento che, fino ad allora, non aveva ottenuto
grandi risultati) decise di dare inizio ad un programma formativo per i propri atleti
(Under 17 ed Under 18) al fine di dar vita alla “costruzione” di un atleta sempre più
strutturato sia fisicamente che mentalmente, passando attraverso un percorso
culturale significativo.
Le finalità dell’Accademia Federale sono basate su determinati punti
fondamentali; l’esigenza più significativa è quella di formare uomini, ossia, atleti che
sappiano competere ai massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire
positivamente sotto pressione ad ogni situazione che potrebbe e sicuramente
caratterizza la “vita” ed il percorso di crescita degli accademisti.
La crescita dell’atleta procede su due binari paralleli ma che, inevitabilmente,
si intrecciano al fine di formare, in tutto e per tutto, la struttura psicofisica dello
stesso.
La Federazione rugbista, infatti, individua questa crescita in base a due punti
di vista:
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o Dal punto di vista dell'uomo - Seguire l’accademista per quel che
riguarda il percorso scolastico.
Oltre la normale attività didattica che al ragazzo è impartita (in
base all’indirizzo da lui scelto), la Federazione effettua continui e
costanti verifiche ed interventi inerenti: la puntualità degli atleti agli
allenamenti ed alle lezioni; la presenza costante e quotidiana alle
attività didattico formative; il comportamento del ragazzo durante tutta
la sua permanenza nei centri federali; il comportamento esemplare che
tutti devono tenere non solo nel rispetto dei compagni di corso, ma
soprattutto nei confronti degli istruttori e dei docenti che,
quotidianamente, si susseguono e si avvicendano nelle varie attività; Il
rendimento dell’atleta; infine la Federazione monitora gli educatori ed i
tecnici affinché non si sostituiscano alla famiglia degli accademisti.
o Dal Punto di vista tecnico:
- tattico (migliorare la capacità di scelta attraverso il potenziamento della
tecnica individuale).
- fisico (grazie ad un lavoro di sviluppo e potenziamento mirato ad
incrementare la struttura fisico/atletica dell’accademista).
del regolamento (attraverso lezioni specifiche e mirate alla conoscenza del
regolamento di gioco).
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2.2 Strategie Operative
La Federazione Rugby al fine di trarre il meglio da ogni singolo atleta ed
ottimizzare al massimo le risorse economiche ed umane, ha basato l’organizzazione
delle proprie accademie in base a dei requisiti logistico/organizzativi.
Si è provveduto in primis a reperire sistemazioni alberghiere che tengano
conto della giovane età dei ragazzi e del decoro di ognuno di essi.
In secondo luogo, ma non meno importante del primo, si sono verificate le
disponibilità scolastiche in base al tipo di scuola scelta dagli atleti.
Le strutture che ospitano le accademie sono dotate di una sala studio dove i
ragazzi possono effettuare le esercitazioni ed i compiti assegnatigli durante le lezioni
didattiche giornaliere.
Dal punto di vista tecnico le Accademie prevedono, internamente, un campo da
gioco e di allenamento sia in erba naturale che in sintetico, dotato di illuminazione
per permettere anche gli allenamenti con luce artificiale (visto il protrarsi degli
stessi).
Oltre al campo di allenamento, altra componente importante contenuta
sempre all’interno del complesso Federale è la palestra, entro la quale gli
accademisti possono strutturare al meglio, con i tecnici specializzati, il proprio fisico
per affrontare gli intensi allenamenti quotidiani.
I centri sono dotati anche e soprattutto di strutture medico-fisico-sportive
dove i medici federali monitorano frequentemente e costantemente i giocatori
tenendo sotto controllo e curando eventuali infortuni.
Non sono previsti solo allenamenti tecnico-fisico-tattici, ma gli atleti visioneranno
frequentemente gare o spezzoni di esse analizzandone e
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valutandone le varie situazioni di gioco in aule tecniche con supporti audio-visivi.
Infine, ma importante quanto gli allenamenti e l’istruzione, gli edifici delle
Accademie sono dotate anche di una sala per il tempo libero dove gli accademisti
possono incrementare la conoscenza interpersonale, e passare del tempo in
spensieratezza dopo una giornata intensa come quelle che si svolgono studiando ed
allenandosi con intensità.
La “squadra” o meglio, lo Staff Federale che segue quotidianamente gli
accademisti e che li accompagna durante tutto l’arco della loro formazione e del
proprio percorso formativo, è composto da svariate figure.
Tra esse si distinguono:
- Manager - i cui ruoli sono sintetizzabili in organizzazione, funzionamento,
programmazione ma soprattutto controllo della conformità agli obiettivi
Federali (l'assorbimento e la gestione delle tensioni interne è insomma il
principale comunicatore all’esterno, specie nei rapporti con la famiglia del
giocatore);
- Tutor scolastico - interloquisce con i vari istituti per monitorare i progressi
ottenuti dagli accademisti;
- Nr. 2 allenatori – nr. 1 Preparatore fisico – nr. 1 Video Analist – nr. 1 Medico –
nr. 1 Fisioterapista (che in team periodicamente effettuano: Test fisici,
controllano settimanalmente il Peso dell’atleta, l’Indice della massa
grassa/magra, organizzano un archivio video, creano un database dei
progressi dei ragazzi, effettuano l’aggiornamento delle schede individuali)
- Responsabile materiale
Queste figure, a seconda delle loro competenze, si suddividono i compiti
inerenti le attività interne dell’Accademia.
La Federazione, illustrandole, ha suddiviso le stesse in:
- Quotidiane (a cura di tutte le figure componenti lo Staff Federale):
o Check frequenza scolastica
o Lavoro tecnico
o Studio
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o Check condizioni fisiche
o Fisio (se necessario)
o Attività di recupero (se necessario)
o Controllo tempo libero
o Controllo qualità nutrizione
o Aggiornamento diario giornaliero
- Settimanali (a cura di tutte le figure componenti lo Staff Federale):
o Lavoro muscolare
o Preparazione fisica atletica (P.F.A.)
o Movimento del gioco
o Abilità polivalenti
o Abilità specifiche per ruolo
o Video
o Colloqui con i genitori
o Divertimento
o Check alloggi
o Abilità Mentali
o Stile di vita
- Mensili (a cura del Manager e del Tutor scolastico):
o Contatto con i riferimenti scolastici
o Report scritto alle famiglie
o Colloqui personali
Tutte le attività interne dell’Accademia Federale vengono stilate ed
organizzate, dallo staff, attraverso riunioni settimanali che servono ad organizzare e
prevedere tutte le attività da tenersi nell’arco della settimana.
Inoltre, il Manager ed il suo Staff, tengono delle riunioni, sempre con cadenza
settimanale, anche se non vi siano argomenti da trattare, in modo tale da abituare i
ragazzi a parlare ed interloquire con i compagni di squadra e le varie figure che li
circondano, anche semplicemente per segnalare problemi, infortuni, ed avanzare
eventuali richieste.
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Il ruolo fondamentale del Manager, e forse, quello anche più delicato (che
serve sia alla Federazione FIR che alle famiglie) è tenere i contatti, non solo in caso
di necessità, di avvisare su eventuali infortuni e malattie ed ovviamente di
comportamenti anomali dei ragazzi e infine non scoraggiare iniziative come contatti
e visite in Accademia, se avvengono nel modo corretto.
Deve, infine, inviare le relazioni periodiche sull'attività quotidiana dell'Accademia.
Ma la cosa più importante e complessa a cui la Federazione presta maggiore
attenzione, è il reclutamento dell’atleta.
L’accademista, infatti, va individuato e selezionato in rapporto alla potenzialità di
andare verso “l’alto livello assoluto” e non, viceversa, in rapporto al rendimento del
momento.
Quindi, quale giocatore?
Un giocatore:
- Che abbia Qualità Morali
- Capace di comprendere la situazione e di risolverla, in anticipo sull’avversario
e secondo criteri di efficacia;
- Che sappia utilizzare sia abilità tecniche proprie del ruolo e sia, in maniera
polivalente, abilità tecniche comuni a tutti, dettate dall’esigenza del gioco
stesso;
- Atleticamente e muscolarmente preparato;
- Che interagisca in maniera efficace in un progetto di squadra per un gioco
d’alto livello
- Mentalmente forte: disponibilità al lavoro, determinazione al raggiungimento
degli obiettivi, capace di auto valutarsi
Un giocatore, in sostanza, che sia efficace, creativo, combattivo, intraprendente e
che sia responsabile e attore del proprio processo di apprendimento.
Comportamenti trasferibili dalla vita sportiva alla vita sociale
La formazione dei giocatori, per l’alto livello, è un processo che necessita di
grande quantità e qualità di lavoro e di una progettazione a lunga durata che inizi
precocemente e che si basi su presupposti scientifici.
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I giocatori che hanno caratteristiche potenziali per l’alto livello devono vivere
realtà sportive strutturate tali da integrare a tempo pieno la formazione dell’uomo
e dell’atleta. E’ indispensabile creare condizioni di formazione dove la dimensione
culturale dell’atleta e quella sportiva, possano essere curate e stimolate al massimo.
Formare un atleta che possa rispondere alle attuali e alle future esigenze
dell’alto livello necessita di qualità e quantità di lavoro e quindi: strutture, supporti,
condizioni logistiche che lo sostengano fino al raggiungimento degli obiettivi
proposti.
Tali atleti per crescere hanno necessità di continui confronti ad alto contenuto
tecnico e fisico e vivere realtà rugbistiche competitive e culturalmente ricche.
E’ un modo semplice e diretto per potenziare la collaborazione tra la
Federazione e i Club tramite programmi tecnici comuni a tutti (i ragazzi si formano
in Accademia e giocano per il Club).
I Club rappresentano la reale forza del movimento di base del Rugby Italiano e
quindi più sono consistenti e più determinano un movimento performante.
La sinergia tra l’Accademia Centrale Nazionale e le Accademie nei club è
un’assoluta necessità per la formazione di uomini-atleti che sappiano competere ai
massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire positivamente sotto pressione in ogni
situazione della vita.
La realizzazione di tale progetto come una occasione di crescita è un
investimento strutturale e tecnico finalizzato ad un reale salto di qualità verso l’alto
livello.
L’investimento deve essere finalizzato alla crescita del giocatore Italiano per
ottenere risultati agonistici qualitativi nei Club e nella Nazionale.
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(La tabella del lavoro settimanale di un’Accademia)
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2.3 Distribuzione sul territorio
La FIR ha previsto, su tutto territorio italiano, tre Accademie Federali:
- Centro Nord
- Nord Est
- Centro Sud
La scelta di dislocare “territorialmente” i centri di formazione è per
permettere ai vari selezionatori regionali di esser meglio distribuiti in tutto lo stivale
in modo da individuare i migliori talenti che andranno a far parte di tali centri.
I vari centri si compongono tutti delle medesime caratteristiche, si
differenziano soltanto in base all’estensione della superficie in mq. e in base al costo
unitario per singolo atleta.
Infatti, l’Accademia più ampia è quella del Centro Sud, ubicata presso la
Caserma Gelsomini in dotazione alla Polizia di Stato.
Il centro è suddiviso in 4 aree: zona ristorante; campo in erba naturale
regolamentare per gli allenamenti; area palestra con annessa piscina olimpionica ed
infine la zona della foresteria che ospita gli atleti contiene anche gli uffici dello Staff
Federale.
Nei pressi dell’Accademia sono presenti inoltre numerosi Istituti Superiori per far
fronte alle varie esigenze didattiche di ogni singolo atleta. In breve ogni accademista
avrà a disposizione tutti gli istituti scolastici per continuare gli studi
precedentemente intrapresi. Il costo per singolo atleta è di € 4.700,00.
L’Accademia del Centro-nord (ubicata a Parma presso il convitto M. Luigia) è
suddivisa in due zone: la prima con scuola, foresteria e piscina e la seconda
comprendente il campo da allenamento.
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La scuola, presente al suo interno, include tre indirizzi:
- Liceo Classico
- Liceo Classico europeo
- Liceo Scientifico
Il costo per singolo atleta è di € 4.200,00.
Terminiamo infine con l’illustrare l’Accademia Federale Nord-est.
L’ Accademia è presente presso due centri: uno a Padova, in strutture della società
“Petrarca Rugby” ed un altro a Mogliano presso l’Istituto “Astori”.
Il costo per singolo atleta aumenta a dismisura non essendo presente nel centro la
foresteria; infatti il costo unitario per singolo atleta è di € 10.700 annui.
Di ben altra organizzazione è il centro di Mogliano con al suo interno campo da
allenamento, foresteria, scuola e palestra.
Qui il costo per singolo accademista si riallinea con la media delle altre Accademie
con € 5.000,00 annui per ogni atleta.
(Esempio di dislocazione di un’Accademia Federale)
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2.4 Accademie: nel rugby hanno avuto l’effetto sperato?
Per meglio rendere l’idea sul “se” le Accademie Federali nella Federazione
Italiana Rugby hanno avuto l’effetto sperato, ho deciso di dar spazio ad un
intervento di un Consigliere Federale F.I.R., intervistato sull’argomento, che meglio
può farci comprendere il quesito appena posto.
“Le Accademie di rugby hanno inizio nell’anno sportivo 2006/2007 con la
costituzione dell’Accademia Nazionale presso il centro CONI di Tirrenia.
Questa era costituita dai ragazzi under 19, più cinque ragazzi under 18, che
possedevano caratteristiche tali da prospettare un futuro nelle Nazionali giovanili
prima e in quelle maggiori poi.
La scelta degli atleti da invitare all’Accademia è riservata ai tecnici nazionali, i
quali valutano sia le caratteristiche tecniche sia quelle fisiche.
Negli anni, le attività dell’Accademia sono state le seguenti:
- nell’anno 2006/2007, hanno fatto parte dell’Accademia i nati nell’anno ‘88-
‘89, di questi si sono “affacciati” alle nazionali maggiori 12 giocatori, di cui 3
alla prima squadra della nazionale;
- Nell’anno 2008/2009, riservato agli atleti nati nel ‘90, 12 sono stati convocati
nella nazionale “A”, di cui 2 titolari nella prima squadra della nazionale.
- Nell’anno 2009/2010 è sorta l’esigenza di costituire altre tre accademie zonali,
under 17 e under 18, per andare a potenziare con maggiore qualità la già
esistente Accademia nazionale under 19 di Tirrenia.
FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI
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Dopo questa integrazione, infatti, ci son stati miglioramenti a vista d’occhio; ed in
questi 2 anni di Accademie zonali si sono raggiunti i seguenti traguardi:
- Nel 2011 per l’under 20 (anno riservato ai giocatori nati negli anni ‘91 e ‘92,
che partecipa al 6 Nazioni e alla Coppa del Mondo), sono stati utilizzati 19
giocatori di provenienza Accademia e 5 esterni.
Per l’under 18 (nati ‘93, selezione che partecipa al 6 Nazioni e alla Coppa
Europa), son stati utilizzati 25 giocatori di provenienza Accademia e 1 esterno.
Per l’under 17 (nati ‘94, che partecipa al 4 Nazioni), 21 giocatori sono di
provenienza Accademia e 5 esterni.
Per ora non è ancora possibile fare una precisa considerazione in quanto il
movimento rugbistico italiano risulta essere ancora povero se lo si confronta ai
college inglesi e francesi, college di primissimo livello visti i continui investimenti sia
economici che di risorse umane.
Sicuramente per il movimento italiano, le Accademie Federali sono una risorsa
formativa indispensabile per colmare i deficit tecnici-tattici e fisico che
caratterizzano i nostri giocatori.”
FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI
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Capitolo 3
PROPOSTA ACCADEMIE FEDERALI F.I.G.C.
3.1 il finanziamento delle Accademie
Per dar via ad un così ampio progetto, bisogna focalizzare l’attenzione
sull’aspetto essenziale per la sua realizzazione: IL FINANZIAMENTO delle varie
Accademie Federali.
Considerato che il nostro sistema politico italiano non prevede, a differenza
della Francia, un Ministero dello Sport che eroga contributi e finanziamenti per la
promozione e lo sviluppo delle attività sportive nazionali, le Accademie dovrebbero
trovare le risorse per l’auto sostentamento attraverso “terze vie”.
Gli escamotage potrebbero essere la sponsorizzazione o l’aiuto degli enti
locali. Ma prima di analizzare queste ultime due ipotesi è bene specificare che lo
Stato potrebbe comunque giocare un ruolo chiave, particolare e delicato per la
realizzazione di questo progetto.
Potrebbe, infatti, dare in uso gratuito strutture statali (ad esempio parti
inutilizzate di caserme dei vari corpi delle Forze Armate) per poter ospitare gli
accademisti e lo staff che li guiderà nella loro crescita, esentando di conseguenza la
Federazione Italiana Giuoco Calcio dal fitto delle foresterie e dal pagamento di
bollette di vario genere.
Per quel che riguarda le altre forme di sostentamento si potrebbero creare
delle sinergie con gli Enti Locali delle Province che ospiteranno “fisicamente” le
strutture per le Accademie, in quanto i vari Comuni con i relativi Assessorati al
Turismo, potrebbero valorizzare i propri territori e promuoverne lo sviluppo in
considerazione delle varie gare e dei vari tornei (anche internazionali) che le
Accademie organizzeranno durante l’anno.
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Giovanni Mastrangeli
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Altro ruolo fondamentale potrebbero giocarlo le sponsorizzazioni, sempre da
ricercare sui vari territori dove le Accademie verrebbero istituite, in considerazione
dei cartelloni pubblicitari a bordo campo d’allenamento, dei backdrop per le
interviste e degli indumenti da gioco e da allenamento delle varie selezioni, poiché,
trattandosi di un’Accademia Nazionale di formazione e, considerate le gare ed i
tornei, il risalto mediatico sarebbe non indifferente, sia da parte delle TV locali che
nazionali.
A mio avviso, se le Accademie venissero instituite in dei piccoli ma ricchi
centri, che, ad esempio, non possiedono una squadra di calcio che partecipa a
campionati professionistici, il reperimento di fondi sarebbe di più facile
realizzazione, sia da parte degli Enti Locali che per quanto riguarda l’aspetto delle
sponsorizzazioni.
Infatti, da una parte, gli Enti Locali potrebbero “sfruttare” la situazione per
acquistare visibilità e valorizzare il proprio territorio, dall’altra, gli imprenditori,
attraverso le sponsorizzazioni, potrebbero esportare il loro marchio su scala
nazionale.
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3.2 Finalità dell’Accademia
Questa proposta di Accademie Federali di formazione (per giovani atleti dai 17
ai 20 anni), vuol provare a dare un contributo fattivo al sistema calcio in Italia,
proponendo modelli che potrebbero aiutare lo sviluppo e la formazione degli atleti
che dovranno divenire l’elite del calcio nostrano.
Le finalità dei Centri Tecnici Federali di formazione si basano sull’esigenza di
andare a formare gli atleti sia dal punto di vista caratteriale sia quello
tecnico/atletico, in modo tale che gli stessi sappiano raggiungere i massimi livelli
sportivi e siano in grado di affrontare le situazioni negative che potrebbero
accompagnare il percorso di crescita degli accademisti.
Così facendo, si avrebbe la possibilità di seguire gli atleti nel loro vissuto
quotidiano, indirizzandoli, attraverso forme di tutoraggio, ad affrontare meglio gli
studi intrapresi, facendoli allenare quotidianamente con Allenatori specializzati, si
potrebbero raggiungere molti più obiettivi, specie a livello internazionale.
Come abbiamo visto nei precedenti capitoli la Francia, a livello calcistico, ed il
Rugby italiano, hanno trovato giovamento e rinnovamento con l’istituzione delle
Accademie.
La Francia, è migliorata notevolmente a livello giovanile e di conseguenza, col
passare degli anni anche con la Nazionale A raggiungendo con costanza le fasi finali
dei più importanti tornei internazionali.
L’Esempio lampante nel nostro paese è da ricercarsi nel rugby dove con
l’istituzione di queste accademie gli atleti hanno avuto modo di aumentare il valore
delle proprie risorse consentendo di portare a grandi livelli la Nazionale maggiore,
regalando, alla Federazione di appartenenza ed agli appassionati di tutto lo Stivale,
delle gioie che fino a qualche anno fa erano impensabili.
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Inoltre, molti di questi atleti sono stati ingaggiati da squadre straniere di paesi
dove il Rugby ha la stessa valenza del calcio, confermando, per l’appunto, che i
sacrifici e gli investimenti effettuati dalla Federazione sono stati tutt’altro che vani.
Per una completa riuscita del “Progetto Accademie” le stesse dovrebbero
avere un’estensione capillare sul territorio italiano, in modo tale da avere una
maggiore scelta ed in modo da poter scegliere accuratamente e selezionare i
migliori atleti in base ad un buon numero di candidati.
Molti atleti potrebbero tendere a “cullarsi” durante il percorso formativo in
caso di poche selezioni accademiche; metterli ancor di più in concorrenza tra loro
non farebbe altro che alzare il tasso tecnico (argomento approfondito nel paragrafo
3.6 del presente capitolo).
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3.3 Il reclutamento e la formazione dei Tecnici ed Il
reclutamento degli atleti delle Accademie Federali
Per individuare al meglio il metodo migliore per reclutare e formare gli
allenatori delle Accademia di Formazione bisogna focalizzare l’attenzione su un
problema importante che, spesso, si verifica nel sistema calcio. La formazione di un
allenatore, con particolari ambizioni, infatti, porta alla spersonalizzazione del
giocatore e alla sua ambizione personale.
Chi lavora in previsione di diventare allenatore di spessore (Serie A o B) non
ha un gran futuro da allenatore di giovani calciatori.
Bisogna quindi, a mio avviso, ricercare i formatori, differenziando tra coloro
che hanno ambizioni di “prima squadra” e di chi vuol mettere a disposizione la
propria conoscenza calcistica nella formazione di giovani atleti. Il rischio si riscontra
quando scatta il meccanismo nel dimostrare che il tecnico stesso è bravo e questa
convinzione, molte volte, sfocia in una cattiva gestione del gruppo di giovani,
trattando magari gli atleti come se si stesse allenando un gruppo di persone adulte e
già mature.
Gli allenatori ex-calciatori, nella maggior parte dei casi, hanno una
competenza tecnica che deriva dall’esperienza, ma questa competenza tecnica non
si trasforma dall’oggi al domani in una competenza didattica. Chi sa fare una cosa,
non è detto che sappia spiegare ad altri come farla.
Quindi difettano di:
- Competenza didattica;
- Conoscenza approfondita dei processi di apprendimento;
Soventemente il tempo a disposizione non è mai quello di cui si avrebbe necessità
e bisogna quindi ottimizzarlo al massimo, carpendo, il prima possibile, gli eventuali
problemi che si stanno venendo a creare. I giocatori di una squadra sono tanti,
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parlare a ciascuno in tutte le circostanze che lo renderebbero necessario è
impossibile, l’intervallo di una partita è breve e le cose da sbrigare sono tante.
Oltre a produrre comunicazione, l’allenatore deve stare bene attento alle
comunicazioni altrui. La squadra, in un certo senso, gli parla giorno per giorno, il
singolo giocatore, sia che gli rivolga la parola o che lo eviti, sta comunicando.
Interpretare gli altri, insomma, per l’allenatore è un compito di vitale importanza: il
suo successo professionale dipende da quello che avrà capito delle persone sulle
quali decide di fare affidamento.
Ecco perché l'essere educatori, ma soprattutto formatori, è una dote che non
molti hanno ed è il motivo principale per cui i Tecnici Federali andrebbero formati a
seconda delle esigenze di crescita dei giovani atleti.
Per questo motivo, infatti, molti ex calciatori non riescono, come al contrario si
pensa, a diventare ottimi formatori.
Il percorso formativo dei futuri tecnici di Accademia si potrebbe tenere presso la
Scuola Allenatori di Coverciano, istituto che da anni forma gli allenatori delle nostre
squadre italiane. Il centro provvede all'impostazione della didattica,
all'organizzazione e alla gestione dei Corsi e degli Aggiornamenti per la formazione
dei tecnici di ogni ordine e grado, nonché alla realizzazione di sussidi didattici e della
documentazione specialistica relativa, avvalendosi di un proprio corpo docente e di
qualificati consulenti esterni.
Per mezzo del Laboratorio di Metodologia dell'Allenamento e di Biomeccanica,
dotato di apparecchiature e strumentazioni tecnologiche d'avanguardia, il Centro,
svolge attività di ricerca tecnico-scientifica applicata al calcio, fornendo agli
operatori di campo suggerimenti per il miglioramento della prestazione sportiva e
del controllo del processo di allenamento.
Al termine del corso speciale per gli Allenatori di Accademia, ognuno di esso
dovrà poi frequentare, a seconda delle proprie scelte, un corso integrativo.
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Questo corso integrativo servirà a specializzare i trainers, permettendogli così di
focalizzare l’attenzione su un determinato reparto della squadra.
Al fine dell’ottimizzazione del lavoro in Accademia si dovrebbero prevedere
infatti:
- Trainers che alleneranno la fase difensiva;
- Trainers che alleneranno la fase offensiva;
- Trainers che alleneranno i portieri;
- Trainers che eseguiranno allenamenti specifici sulle palle inattive;
Così facendo gli accademisti avranno a loro disposizione maggiori mezzi per poter
apprendere ed incrementare il loro valore avendo come supporto più figure
specializzate che li guideranno nel processo di apprendimento.
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3.5 Percorso dell'atleta in Accademia: Sportivo – Culturale –
Psicosociale
“Praticare uno sport non deve fondarsi sull'idea del successo, bensì sull'idea di
dare il meglio di sé.” (Gabriella Dorio)
Da molti anni si pone l’accento su un calo della qualità tecnica dei nostri
calciatori; il campionato più bello del mondo, almeno in Italia, ha perso il suo fascino
estetico.
In Europa: la Spagna, la Francia e ultimamente anche l’Inghilterra manifestano
nei loro campionati un’apparente migliore qualità tecnica.
L’accusa mossa al nostro calcio, vede coinvolta la gestione didattica nella
formazione tecnica del giovane calciatore; s’individua una carente attenzione
nell’insegnamento del gesto tecnico a favore di un addestramento tattico già troppo
presente nelle fasce d’avviamento.
Studio e sport sono i giusti ingredienti per prepararsi alla vita. Lo studio
sviluppa capacità intellettuali, ma rende forti anche a livello mentale e ciò influisce a
livello sportivo. Lo studio non dovrà essere trascurato e il proprio tempo libero
dovrà essere adeguatamente gestito.
La formazione di ogni giovane calciatore avviene in modi e tempi diversi e i
miglioramenti devono essere visti in prospettiva. Gli allenatori devono aiutare i
ragazzi a vivere serenamente vittorie e sconfitte. Il vincere e il perdere si riferiscono
solo al risultato mentre il successo e l'insuccesso sono un'altra cosa, l'atleta non ha
fallito se, pur perdendo, ha dato il massimo.
Il calcio è uno sport di squadra e, quando svolto a buon livello,non è possibile
che tutti i giocatori vengano impegnati nello stesso tempo.
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Non sempre vi è una relazione diretta tra tempo di gioco e il miglioramento
che un giovane calciatore sta raggiungendo, ma è importante accettare queste
situazioni con spirito di gruppo.
Da qui potrebbe nascere, a mio avviso, l'esigenza della istituzione di
Accademie Federali così da formare uomini/atleti che sappiano competere ai
massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire positivamente sotto pressione in ogni
situazione della vita.
Per permettere una sempre più imponente e costante crescita dei giovani
talenti del futuro, ogni Accademia dovrà prevedere al suo interno o nelle immediate
vicinanze, una sistemazione alberghiera (che tenga conto della giovane età dei
ragazzi), dei corsi scolastici o delle scuole in base al tipo di attività scelta dai vari
accademisti, una sala studio un campo da gioco e allenamento in erba/sintetico
illuminato una palestra (ed eventualmente una piscina), strutture medico-fisio-
sportive, un’aula tecnica con supporti audio-visivi ed una sala per il tempo libero.
Lo Staff dovrà, inoltre, essere composto da un General Manager, un Tutor
scolastico, Allenatori, un Preparatore fisico, un Video Analist, un Medico, un
Fisioterapista, un Responsabile del materiale ed infine, ma non di minore
importanza, lo Psicologo dello Sport.
Il ruolo principale sarà quello del GENERAL MANAGER che organizzerà,
programmerà, ma soprattutto, effettuerà il controllo inerente la conformità agli
obiettivi Federali, assorbirà e gestirà le tensioni interne e sarà il principale
comunicatore all’esterno, mantenendo i contatti ed informando costantemente la
FIGC.
Dovrà, inoltre, focalizzare la propria attenzione sui contatti con le scuole
frequentate da ogni accademista (monitorando presenze e andamento scolastico),
sulle strutture ospitanti (che siano sempre in attività in base alle direttive della
FIGC), agli orari (non solo dei ragazzi ma anche dei dipendenti), al comportamento e
linguaggio (non solo dei ragazzi ma anche dei vari tecnici e collaboratori).
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Per quanto riguarda il discorso Allenatori (così come accennato nel paragrafo
3.3) ne dovranno esser previsti di diverso tipo, in modo da allenare gli atleti,
focalizzando l’attenzione, in modo sempre più approfondito, sui vari aspetti che
caratterizzano le varie fasi di gioco; tutti questi allenatori faranno ovviamente
riferimento, a quello principale, ovvero al selezionatore degli accademisti.
Una figura nuova, recentemente introdotta nel mondo del calcio, è lo
Psicologo dello Sport la cui presenza sta a significare innanzitutto un cambio di
prospettiva nei confronti degli obiettivi da raggiungere e una maggiore attenzione
non solo alla buona riuscita della performance, ma anche al benessere dell’uomo-
atleta. I suoi ambiti di intervento riguardano: dinamiche di gruppo, relazione con le
figure dirigenziali e con l’allenatore, tecniche di feedback, tecniche di team working,
gestione emotiva..
E’ necessario che i vari ruoli e professionalità (General Manager, Tutor
scolastico, Allenatori, Preparatori fisici, video analist, Medici, Fisioterapisti,
Responsabili materiale, Collaboratori ecc..) imparino a lavorare e a comunicare
insieme per un unico obiettivo, in modo tale che all’atleta arrivino messaggi
omogenei attraverso linguaggi altrettanto omogenei.
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3.6 Il ruolo della famiglia dell’atleta
“L’Atleta può evolvere e crescere solo nella misura in cui il rapporto con il
genitore progredisce. Dove il ragazzo non è visto e vissuto come un soggetto da
modellare, ma come soggetto da comprendere”. (Vincent Kenny – Direttore
dell’Accademia costruttivista di terapia sistemica Roma).
Lo sport è una grande occasione di crescita: quando l’ambiente familiare
interpreta con una visione distorta il contesto in cui si muovono i figli è possibile che
questi ultimi non riescano a vivere nella sua essenza questa possibilità di crescita.
La corretta interpretazione del proprio ruolo da parte del genitore è, pertanto,
un requisito importante.
Esistono alcuni comportamenti da parte di quest’ultimo che, seppur originati
da affetto autentico, possono risultare diseducativi per il giovane. Ne elenco di
seguito alcuni. Possiamo, ad esempio, identificare “il genitore sottomesso”, ovvero
colui disposto a fare qualsiasi cosa purché il figlio riesca nello sport. Ancora, il
“genitore chioccia”, che tende a proteggere incondizionatamente il figlio e ad
aiutarlo anche laddove gli altri riescono a “cavarsela” da soli; questo tipo di
comportamento può creare delle percezioni errate delle difficoltà quotidiane poiché
qualsiasi cosa può apparire troppo difficile. C'è poi il “genitore proiettivo”, che
tende a spronare il figlio verso la vittoria proiettando su quest’ultimo le proprie
aspettative di successo; il giovane giunge ad essere un “mezzo” attraverso il quale
sublimare le mancanze dell’adulto. Frequente è anche “il genitore che non accetta i
limiti” che esprime lodi e giudizi sul figlio che talvolta vanno oltre le sue reali
potenzialità, generando spesso ansia in quest'ultimo. Infine, “il genitore allenatore”
che mette il giovane nella condizione di dover fare i conti con una figura screditata,
l'allenatore, e con un genitore onnisciente ed onnipresente;
immerso in questo doppio legame il ragazzo potrebbe arrivare a considerare
valide solo le figure autoritarie e non quelle autorevoli.
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In queste dinamiche il giovane riesce spesso a districarsi con abilità; tuttavia,
in molti casi, le difficoltà emotive legate al rapporto con il genitore e le ripercussioni
che inevitabilmente questo rapporto genera nella relazione con sé stessi, col
tecnico, con la squadra e con lo stesso sport praticato, potrebbero condurre ad un
abbandono precoce dell’attività sportiva.
Il genitore ideale ovviamente non esiste. Come sostiene anche Freud, esistono
solo genitori che possono sbagliare, l’importante è la non perseveranza nell’errore.
Un genitore dovrebbe essere capace di considerare lo sport come un momento
formativo ed educativo, dovrebbe saper assecondare i gusti e le passioni del figlio ed
incoraggiarlo apprezzandone l’impegno, non i risultati. Dovrebbe ancora essere
capace di valorizzare e sostenere sia la sconfitta, rassicurando e spronando il figlio a
non abbattersi e a reagire, sia la vittoria, valorizzando il suo gioco e quello dei
compagni, nonché degli avversari.
Ogni genitore vorrebbe che il proprio figlio non commetta mai errori ma,
fortunatamente, tali errori, fanno parte della vita quotidiana e del percorso di
crescita di un atleta poiché, dagli errori, si può imparare ed allo stesso tempo
maturare.
Il saper perdere è molto più difficile del saper vincere, l’adulto di
conseguenza, anche attraverso la sconfitta, deve assumere un atteggiamento
positivo ed equilibrato affinché il figlio possa ragionare al meglio sugli errori
commessi evitando così di ripeterli in futuro.
Il ruolo della famiglia nella vita di un atleta è fondamentale e lo è ancor
di più quando il giovane svolge un’attività sportiva agonistica.
Inoltre, in un’esperienza di condivisione quale l’Accademia, bisognerebbe porre
l’attenzione sul rispetto di determinate regole fondamentali: il rispetto degli impegni
scolastici, la puntualità alle lezioni, prima e agli allenamenti poi, il rispetto dei
compagni, per i tutor e per coloro che condivideranno l’esperienza in Accademia.
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3.7 Creazione di un torneo parallelo alle attività dei rispettivi
Club
Considerata l’importanza di dover sempre più elevare la qualità dei nostri
giovani calciatori, il sistema per selezionare i migliori, potrebbe essere quello di
creare un campionato interaccademico. Creare, cioè, un torneo con le squadre delle
varie Accademie presenti sul territorio in modo da poter mettere a confronto il
lavoro dei vari centri di formazione e soprattutto monitorare se vi sono dislivelli
tecnico/tattici tra di essi.
Lo scopo principale potrebbe essere quello della costituzione di una selezione
di tutte le Accademie italiane che potrebbe prendere parte al campionato di Serie B,
sarebbe anche un modo come un altro per incentivare l’utilizzo dei giovani nei nostri
campionati professionistici (dalla A alla Seconda Divisione).
Ad oggi le Leghe hanno sempre cercato di imporre questo sistema. Da un
certo punto di vista sarebbe preferibile dimostrare come, con un lavoro orientato e
mirato, i giovani possono dare il loro fattivo contributo nonostante l’età anagrafica.
Tornando ai tornei delle Accademie, per testare ancora di più i progressi del
lavoro svolto dai Tecnici Federali, dovrebbero essere organizzate con una frequenza
quantomeno trimestrale, amichevoli e/o tornei internazionali, con selezioni di pari
età, così da poter valutare se vi è un dislivello fisico e tecnico tra le varie realtà
europee e, perché no, anche extra europee.
Sarebbe un modo ottimale per aumentare la competitività dei ragazzi e per
prepararli anche mentalmente e psicologicamente alle future competizioni
internazionali a cui, si spera, vadano in contro negli anni successivi.
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CONCLUSIONI
Il modello proposto è questo descritto in questa breve tesi.
Mi rendo però conto che non sarebbe realizzabile se non si rispettassero
determinate condizioni di ordine politico.
Credo di poter individuare un punto problematico nei rapporti tra FIGC e Stato, e,
con le Leghe, che negli ultimi anni hanno assunto sempre più potere.
Bisognerebbe quindi ricercare le risorse nei vari SPONSOR (che vedono
nell’Accademia un modo per divulgare, pubblicizzare ed esportare il proprio brand)
e nei vari ENTI LOCALI (che decidono di collaborare attivamente all’iniziativa per
valorizzare e pubblicizzare al meglio il proprio territorio incrementando così il
turismo promuovendo, attraverso l’assessorato alla Cultura svariate iniziative
concordate con la FIGC).
Non ho la presunzione di affermare con assoluta certezza che questo tipo di
progetto riuscirebbe a salvaguardare i nostri giovani atleti, fornendo loro uno
strumento maggiore di crescita e mettendoli nelle migliori condizioni per poter
emergere con più tranquillità e più mezzi nel mondo del calcio, ma, alla luce dei
risultati raggiunti da altre nazioni (vedi la Francia) e, perché no, anche di altri sport
(vedi il movimento rugbistico), credo possa essere un ottima chance per l’intero
sistema italiano di effettuare quell’inversione di tendenza che da anni tutti si
auspicano.
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“Il calcio, la ginnastica artistica, la pallavolo, l'atletica leggera, il tennis da tavolo, i
tuffi. Gli sport amati e praticati. Il sapore delle palestre e dei campi sportivi, dove
vince chi vale di più. La stretta di mano all'atleta che ti ha battuto o che hai battuto.
L'amore mio smodato per lo sport, per la contesa leale, per la sfida in cui dai il
meglio di te stesso. Il rispetto per l'avversario che hai davanti, ciò che lo sport
t'insegna come nessun'altra cosa. Imparai nelle palestre e sui campi dello sport
agonistico infinitamente di più che non al liceo classico“
G. Mughini, La mia generazione
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Articolo “Mio figlio sarà un campione” (Forni) pubblicato su Mente e cervello
Maggio 2010 n. 65
Psicologia dello Sport (Ordine Psicologi Campania)
Educazione motoria e sportiva (Calcerano, Casolo) ; Brescia 2003: La Scuola editrice
La Mia generazione (Giampiero Mughini); Milano 2002: Mondadori Editore
Palla lunga e Pedalare (Marco Pastonesi); Milano 1992: Dalai Editore
Materiale didattico della Federazione Italiana Rugby

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Tesi finale

  • 1. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 1 SETTORE TECNICO F.I.G.C. CORSO DI ABILITAZIONE PER DIRETTORI SPORTIVI COVERCIANO, FEBBRAIO/APRILE 2010 ACCADEMIE FEDERALI COME CENTRI TECNICI DI FORMAZIONE: IN ITALIA SI PUO'? RELATORI: PROF. FELICE ACCAME PROF. PAOLO PIANI CANDIDATO: GIOVANNI MASTRANGELI
  • 2. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 2 INDICE Introduzione …………………………………………………………………………………………………………… pag. 4 1. I Centri di formazione nel modello Francese del calcio ………………………………………. pag. 5 2. L’Accademia Federale F.I.R. (Federazione Italiana rugby) 2.1 Le finalità ……………………………………………………………………………………………………. pag. 9 2.2 Strategie operative …………………………………………………………………………………….. pag. 2.3 Distribuzione sul territorio . .......................................................................... pag. 2.4 Accademie: nel rugby hanno avuto l’effetto sperato? ………………………………. pag. 3. Proposta Accademie Federali F.I.G.C. ………………………………………………………………. pag. 3.1 Il finanziamento delle Accademie ……………………………………………………………….. pag. 3.2 Finalità dell’Accademia ……………………………………………………………………………….. pag. 3.3 Il reclutamento e la formazione dei Tecnici ed Il reclutamento degli atleti delle Accademie …………………………………………………………………….…… pag. Federali 3.4 Percorso dell'atleta in Accademia (Sportivo – Culturale – Psicosociale) …….… pag. 3.5 Il ruolo della famiglia dell’atleta …………………………………………………………………... pag. 3.6 Creazione di un torneo parallelo alle attività dei rispettivi Club squadra dell’Accademia Federale sul modello F.I.R.? ………………………………………………… pag. • Conclusioni ……………………………………………………………………………………………………….. pag. • Bibliografia …………………………………………………………………………………….…………………… pag.
  • 3. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 3 “Un atleta non può correre con i soldi nelle tasche. Deve correre con la speranza nel cuore e i sogni nella testa. “ Marco Pastonesi, Palla lunga e pedalare
  • 4. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 4 PROPOSTA ACCADEMIE FEDERALI F.I.G.C. Introduzione Partendo dalla consapevolezza del valore formativo dello sport e dalle personali esperienze di vita che mi hanno sempre più convinto della sua valenza sociale ed educativa, in questo breve lavoro ho cercato di affrontare quelli che ritengo i nodi fondamentali di un ipotetico percorso accademico. Sono partito dall’esperienza francese dei centri di formazione, per poi passare alle Accademie Federali rugbistiche italiane, ed elaborando, infine, un personale esempio di percorso formativo nell’ambito calcistico italiano.
  • 5. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 5 Capitolo 1 L’ACCADEMIA FEDERALE FRANCESE La Federazione di calcio francese, meglio conosciuta come FFF (Fédération Française de Football) ha istituito nel 1973 il primo Centro di Formazione per giovani calciatori. Questa esigenza fu dettata dal fatto che, in relazione a delle statistiche basate sulle qualificazioni delle varie nazionali di categoria, la percentuale inerente le qualificazioni alle fasi finali delle varie competizioni era più bassa rispetto al trend delle altre compagini nazionali europee. Lo scopo delle Accademie era ed è quello di accrescere le competenze di tutti i giovani calciatori al fine di dare una svolta positiva all’intero sistema calcio transalpino. Per la Federazione francese, la formazione, è uno strumento ideale per indirizzare l’intero movimento verso questo obiettivo. La finalità era ed è quella di acquistare, rinnovare, approfondire ed arricchire le conoscenze, abilità e competenze di ogni singolo atleta. In questi centri gli atleti vengono costantemente seguiti sia dal punto di vista istruttivo che degli allenamenti da persone specializzate e qualificate. Dal 1973 al 1991 l’età degli ammessi era dai 16 ai 19 anni; una volta assimilato il sistema l’età dei partecipanti è stata abbassata alla soglia di 13/15 anni. Però prima di formare
  • 6. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 6 giovani atleti, risorsa per il futuro, la Federazione ha pensato bene di prevedere un percorso formativo per gli Allenatori. Senza tale percorso non vi sarebbero stati gli evidenti progressi e gli evidenti sviluppi che la Francia ha avuto negli ultimi due decenni. Questi ragazzi vivono a stretto contatto, dal lunedì al venerdì con il personale messo a disposizione dalla Federazione in delle vere e proprie foresterie. Il venerdì rientrano nelle rispettive città, dalle proprie famiglie, dove hanno la possibilità di effettuare l’allenamento di rifinitura e di poter disputare le gare di campionato con i propri club. Di solito in Francia il salto di qualità avviene sui 20 anni e difficilmente in Serie C riescono a trattenere i migliori giovani oltre quell'età. In ogni caso, prima di essere lasciato al suo destino, il giovane viene valutato, provato ed eventualmente prestato nelle categorie inferiori mentre, da noi in Italia, anche ai migliori Primavera spesso non si riesce a dare una chance. Gli allenatori “francesi” sono, inoltre, tecnici assolutamente qualificati e preparati proprio per gestire queste realtà e si legano al club per lunghi anni per poter quindi portare a termine un progetto a media-lunga scadenza. Al contrario di quanto avviene troppo spesso nella nostra realtà dove allenare le formazioni giovanili è considerato un trampolino di lancio per il calcio professionistico di vertice. In Francia chi “decide” per il giovane spesso preferisce mandarlo dove sa che esiste la volontà dei dirigenti di farlo giocare piuttosto che in club di prestigio. Esiste un sistema di reclutamento molto più capillare che nel nostro Paese tanto che difficilmente i giovani validi sfuggono al setaccio dei club professionistici. Visti i numerosi e costanti risultati che le Accademie Francesi hanno offerto dagli anni ’70 ad oggi, la FFF, dal 2009, ha creato l’IFF (Institut de Formation du
  • 7. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 7 Football) per accrescere le competenze di tutti gli attori che sono coinvolti nel mondo del calcio. Si tratta di un intervento prioritario utile allo sviluppo dello sport. Sin dalla sua nascita, l'Istituto, conteneva un comitato strategico ed educativo, composto da 17 membri che rappresentano tutte le famiglie di calcio e si riunisce due o tre volte all'anno. Il ruolo del comitato è quello di definire la direzione strategica della IFF, giudicare la formazione offerta dal IFF, constatarne il suo contenuto educativo; partecipa, inoltre, alla valutazione della formazione. E 'anche e soprattutto un luogo di scambio, analisi e proposte. In questo contesto sono stati creati quattro gruppi di lavoro, ciascuno guidato da un membro della commissione “istruzione” e strategia. L’Istituto è stato, inoltre, creato per soddisfare due esigenze fondamentali: "sviluppare le competenze di tutti i soggetti coinvolti nel mondo del calcio attraverso la creazione di attività di formazione e rafforzare la coerenza e la complementarità delle attività di formazione per fare della formazione uno sviluppo strategico". In aggiunta, grazie all’istituzione delle Accademie, la Francia nell’ultimo ventennio, ha incrementato notevolmente, e le qualificazioni alle fasi finali delle varie competizioni europee e mondiali, e vinto notevoli tornei.
  • 8. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 8 (Bilancio tratto dalla Slide del Professor Cristian Damiano fornita durante la sua lezione al corso per Direttori Sportivi – Coverciano 28/02/2011)
  • 9. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 9 Capitolo 2 L’ACCADEMIA FEDERALE F.I.R. 2.1 Le finalità Il primo modello italiano di accademie di formazione di giovani atleti è stato utilizzato dalla Federazione Italiana Rugby. I consiglieri federali dopo anni ed anni di tentativi e svariate riunioni (dettate dall’esigenza di fare crescere il movimento che, fino ad allora, non aveva ottenuto grandi risultati) decise di dare inizio ad un programma formativo per i propri atleti (Under 17 ed Under 18) al fine di dar vita alla “costruzione” di un atleta sempre più strutturato sia fisicamente che mentalmente, passando attraverso un percorso culturale significativo. Le finalità dell’Accademia Federale sono basate su determinati punti fondamentali; l’esigenza più significativa è quella di formare uomini, ossia, atleti che sappiano competere ai massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire positivamente sotto pressione ad ogni situazione che potrebbe e sicuramente caratterizza la “vita” ed il percorso di crescita degli accademisti. La crescita dell’atleta procede su due binari paralleli ma che, inevitabilmente, si intrecciano al fine di formare, in tutto e per tutto, la struttura psicofisica dello stesso. La Federazione rugbista, infatti, individua questa crescita in base a due punti di vista:
  • 10. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 10 o Dal punto di vista dell'uomo - Seguire l’accademista per quel che riguarda il percorso scolastico. Oltre la normale attività didattica che al ragazzo è impartita (in base all’indirizzo da lui scelto), la Federazione effettua continui e costanti verifiche ed interventi inerenti: la puntualità degli atleti agli allenamenti ed alle lezioni; la presenza costante e quotidiana alle attività didattico formative; il comportamento del ragazzo durante tutta la sua permanenza nei centri federali; il comportamento esemplare che tutti devono tenere non solo nel rispetto dei compagni di corso, ma soprattutto nei confronti degli istruttori e dei docenti che, quotidianamente, si susseguono e si avvicendano nelle varie attività; Il rendimento dell’atleta; infine la Federazione monitora gli educatori ed i tecnici affinché non si sostituiscano alla famiglia degli accademisti. o Dal Punto di vista tecnico: - tattico (migliorare la capacità di scelta attraverso il potenziamento della tecnica individuale). - fisico (grazie ad un lavoro di sviluppo e potenziamento mirato ad incrementare la struttura fisico/atletica dell’accademista). del regolamento (attraverso lezioni specifiche e mirate alla conoscenza del regolamento di gioco).
  • 11. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 11 2.2 Strategie Operative La Federazione Rugby al fine di trarre il meglio da ogni singolo atleta ed ottimizzare al massimo le risorse economiche ed umane, ha basato l’organizzazione delle proprie accademie in base a dei requisiti logistico/organizzativi. Si è provveduto in primis a reperire sistemazioni alberghiere che tengano conto della giovane età dei ragazzi e del decoro di ognuno di essi. In secondo luogo, ma non meno importante del primo, si sono verificate le disponibilità scolastiche in base al tipo di scuola scelta dagli atleti. Le strutture che ospitano le accademie sono dotate di una sala studio dove i ragazzi possono effettuare le esercitazioni ed i compiti assegnatigli durante le lezioni didattiche giornaliere. Dal punto di vista tecnico le Accademie prevedono, internamente, un campo da gioco e di allenamento sia in erba naturale che in sintetico, dotato di illuminazione per permettere anche gli allenamenti con luce artificiale (visto il protrarsi degli stessi). Oltre al campo di allenamento, altra componente importante contenuta sempre all’interno del complesso Federale è la palestra, entro la quale gli accademisti possono strutturare al meglio, con i tecnici specializzati, il proprio fisico per affrontare gli intensi allenamenti quotidiani. I centri sono dotati anche e soprattutto di strutture medico-fisico-sportive dove i medici federali monitorano frequentemente e costantemente i giocatori tenendo sotto controllo e curando eventuali infortuni. Non sono previsti solo allenamenti tecnico-fisico-tattici, ma gli atleti visioneranno frequentemente gare o spezzoni di esse analizzandone e
  • 12. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 12 valutandone le varie situazioni di gioco in aule tecniche con supporti audio-visivi. Infine, ma importante quanto gli allenamenti e l’istruzione, gli edifici delle Accademie sono dotate anche di una sala per il tempo libero dove gli accademisti possono incrementare la conoscenza interpersonale, e passare del tempo in spensieratezza dopo una giornata intensa come quelle che si svolgono studiando ed allenandosi con intensità. La “squadra” o meglio, lo Staff Federale che segue quotidianamente gli accademisti e che li accompagna durante tutto l’arco della loro formazione e del proprio percorso formativo, è composto da svariate figure. Tra esse si distinguono: - Manager - i cui ruoli sono sintetizzabili in organizzazione, funzionamento, programmazione ma soprattutto controllo della conformità agli obiettivi Federali (l'assorbimento e la gestione delle tensioni interne è insomma il principale comunicatore all’esterno, specie nei rapporti con la famiglia del giocatore); - Tutor scolastico - interloquisce con i vari istituti per monitorare i progressi ottenuti dagli accademisti; - Nr. 2 allenatori – nr. 1 Preparatore fisico – nr. 1 Video Analist – nr. 1 Medico – nr. 1 Fisioterapista (che in team periodicamente effettuano: Test fisici, controllano settimanalmente il Peso dell’atleta, l’Indice della massa grassa/magra, organizzano un archivio video, creano un database dei progressi dei ragazzi, effettuano l’aggiornamento delle schede individuali) - Responsabile materiale Queste figure, a seconda delle loro competenze, si suddividono i compiti inerenti le attività interne dell’Accademia. La Federazione, illustrandole, ha suddiviso le stesse in: - Quotidiane (a cura di tutte le figure componenti lo Staff Federale): o Check frequenza scolastica o Lavoro tecnico o Studio
  • 13. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 13 o Check condizioni fisiche o Fisio (se necessario) o Attività di recupero (se necessario) o Controllo tempo libero o Controllo qualità nutrizione o Aggiornamento diario giornaliero - Settimanali (a cura di tutte le figure componenti lo Staff Federale): o Lavoro muscolare o Preparazione fisica atletica (P.F.A.) o Movimento del gioco o Abilità polivalenti o Abilità specifiche per ruolo o Video o Colloqui con i genitori o Divertimento o Check alloggi o Abilità Mentali o Stile di vita - Mensili (a cura del Manager e del Tutor scolastico): o Contatto con i riferimenti scolastici o Report scritto alle famiglie o Colloqui personali Tutte le attività interne dell’Accademia Federale vengono stilate ed organizzate, dallo staff, attraverso riunioni settimanali che servono ad organizzare e prevedere tutte le attività da tenersi nell’arco della settimana. Inoltre, il Manager ed il suo Staff, tengono delle riunioni, sempre con cadenza settimanale, anche se non vi siano argomenti da trattare, in modo tale da abituare i ragazzi a parlare ed interloquire con i compagni di squadra e le varie figure che li circondano, anche semplicemente per segnalare problemi, infortuni, ed avanzare eventuali richieste.
  • 14. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 14 Il ruolo fondamentale del Manager, e forse, quello anche più delicato (che serve sia alla Federazione FIR che alle famiglie) è tenere i contatti, non solo in caso di necessità, di avvisare su eventuali infortuni e malattie ed ovviamente di comportamenti anomali dei ragazzi e infine non scoraggiare iniziative come contatti e visite in Accademia, se avvengono nel modo corretto. Deve, infine, inviare le relazioni periodiche sull'attività quotidiana dell'Accademia. Ma la cosa più importante e complessa a cui la Federazione presta maggiore attenzione, è il reclutamento dell’atleta. L’accademista, infatti, va individuato e selezionato in rapporto alla potenzialità di andare verso “l’alto livello assoluto” e non, viceversa, in rapporto al rendimento del momento. Quindi, quale giocatore? Un giocatore: - Che abbia Qualità Morali - Capace di comprendere la situazione e di risolverla, in anticipo sull’avversario e secondo criteri di efficacia; - Che sappia utilizzare sia abilità tecniche proprie del ruolo e sia, in maniera polivalente, abilità tecniche comuni a tutti, dettate dall’esigenza del gioco stesso; - Atleticamente e muscolarmente preparato; - Che interagisca in maniera efficace in un progetto di squadra per un gioco d’alto livello - Mentalmente forte: disponibilità al lavoro, determinazione al raggiungimento degli obiettivi, capace di auto valutarsi Un giocatore, in sostanza, che sia efficace, creativo, combattivo, intraprendente e che sia responsabile e attore del proprio processo di apprendimento. Comportamenti trasferibili dalla vita sportiva alla vita sociale La formazione dei giocatori, per l’alto livello, è un processo che necessita di grande quantità e qualità di lavoro e di una progettazione a lunga durata che inizi precocemente e che si basi su presupposti scientifici.
  • 15. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 15 I giocatori che hanno caratteristiche potenziali per l’alto livello devono vivere realtà sportive strutturate tali da integrare a tempo pieno la formazione dell’uomo e dell’atleta. E’ indispensabile creare condizioni di formazione dove la dimensione culturale dell’atleta e quella sportiva, possano essere curate e stimolate al massimo. Formare un atleta che possa rispondere alle attuali e alle future esigenze dell’alto livello necessita di qualità e quantità di lavoro e quindi: strutture, supporti, condizioni logistiche che lo sostengano fino al raggiungimento degli obiettivi proposti. Tali atleti per crescere hanno necessità di continui confronti ad alto contenuto tecnico e fisico e vivere realtà rugbistiche competitive e culturalmente ricche. E’ un modo semplice e diretto per potenziare la collaborazione tra la Federazione e i Club tramite programmi tecnici comuni a tutti (i ragazzi si formano in Accademia e giocano per il Club). I Club rappresentano la reale forza del movimento di base del Rugby Italiano e quindi più sono consistenti e più determinano un movimento performante. La sinergia tra l’Accademia Centrale Nazionale e le Accademie nei club è un’assoluta necessità per la formazione di uomini-atleti che sappiano competere ai massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire positivamente sotto pressione in ogni situazione della vita. La realizzazione di tale progetto come una occasione di crescita è un investimento strutturale e tecnico finalizzato ad un reale salto di qualità verso l’alto livello. L’investimento deve essere finalizzato alla crescita del giocatore Italiano per ottenere risultati agonistici qualitativi nei Club e nella Nazionale.
  • 16. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 16 (La tabella del lavoro settimanale di un’Accademia)
  • 17. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 17 2.3 Distribuzione sul territorio La FIR ha previsto, su tutto territorio italiano, tre Accademie Federali: - Centro Nord - Nord Est - Centro Sud La scelta di dislocare “territorialmente” i centri di formazione è per permettere ai vari selezionatori regionali di esser meglio distribuiti in tutto lo stivale in modo da individuare i migliori talenti che andranno a far parte di tali centri. I vari centri si compongono tutti delle medesime caratteristiche, si differenziano soltanto in base all’estensione della superficie in mq. e in base al costo unitario per singolo atleta. Infatti, l’Accademia più ampia è quella del Centro Sud, ubicata presso la Caserma Gelsomini in dotazione alla Polizia di Stato. Il centro è suddiviso in 4 aree: zona ristorante; campo in erba naturale regolamentare per gli allenamenti; area palestra con annessa piscina olimpionica ed infine la zona della foresteria che ospita gli atleti contiene anche gli uffici dello Staff Federale. Nei pressi dell’Accademia sono presenti inoltre numerosi Istituti Superiori per far fronte alle varie esigenze didattiche di ogni singolo atleta. In breve ogni accademista avrà a disposizione tutti gli istituti scolastici per continuare gli studi precedentemente intrapresi. Il costo per singolo atleta è di € 4.700,00. L’Accademia del Centro-nord (ubicata a Parma presso il convitto M. Luigia) è suddivisa in due zone: la prima con scuola, foresteria e piscina e la seconda comprendente il campo da allenamento.
  • 18. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 18 La scuola, presente al suo interno, include tre indirizzi: - Liceo Classico - Liceo Classico europeo - Liceo Scientifico Il costo per singolo atleta è di € 4.200,00. Terminiamo infine con l’illustrare l’Accademia Federale Nord-est. L’ Accademia è presente presso due centri: uno a Padova, in strutture della società “Petrarca Rugby” ed un altro a Mogliano presso l’Istituto “Astori”. Il costo per singolo atleta aumenta a dismisura non essendo presente nel centro la foresteria; infatti il costo unitario per singolo atleta è di € 10.700 annui. Di ben altra organizzazione è il centro di Mogliano con al suo interno campo da allenamento, foresteria, scuola e palestra. Qui il costo per singolo accademista si riallinea con la media delle altre Accademie con € 5.000,00 annui per ogni atleta. (Esempio di dislocazione di un’Accademia Federale)
  • 19. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 19 2.4 Accademie: nel rugby hanno avuto l’effetto sperato? Per meglio rendere l’idea sul “se” le Accademie Federali nella Federazione Italiana Rugby hanno avuto l’effetto sperato, ho deciso di dar spazio ad un intervento di un Consigliere Federale F.I.R., intervistato sull’argomento, che meglio può farci comprendere il quesito appena posto. “Le Accademie di rugby hanno inizio nell’anno sportivo 2006/2007 con la costituzione dell’Accademia Nazionale presso il centro CONI di Tirrenia. Questa era costituita dai ragazzi under 19, più cinque ragazzi under 18, che possedevano caratteristiche tali da prospettare un futuro nelle Nazionali giovanili prima e in quelle maggiori poi. La scelta degli atleti da invitare all’Accademia è riservata ai tecnici nazionali, i quali valutano sia le caratteristiche tecniche sia quelle fisiche. Negli anni, le attività dell’Accademia sono state le seguenti: - nell’anno 2006/2007, hanno fatto parte dell’Accademia i nati nell’anno ‘88- ‘89, di questi si sono “affacciati” alle nazionali maggiori 12 giocatori, di cui 3 alla prima squadra della nazionale; - Nell’anno 2008/2009, riservato agli atleti nati nel ‘90, 12 sono stati convocati nella nazionale “A”, di cui 2 titolari nella prima squadra della nazionale. - Nell’anno 2009/2010 è sorta l’esigenza di costituire altre tre accademie zonali, under 17 e under 18, per andare a potenziare con maggiore qualità la già esistente Accademia nazionale under 19 di Tirrenia.
  • 20. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 20 Dopo questa integrazione, infatti, ci son stati miglioramenti a vista d’occhio; ed in questi 2 anni di Accademie zonali si sono raggiunti i seguenti traguardi: - Nel 2011 per l’under 20 (anno riservato ai giocatori nati negli anni ‘91 e ‘92, che partecipa al 6 Nazioni e alla Coppa del Mondo), sono stati utilizzati 19 giocatori di provenienza Accademia e 5 esterni. Per l’under 18 (nati ‘93, selezione che partecipa al 6 Nazioni e alla Coppa Europa), son stati utilizzati 25 giocatori di provenienza Accademia e 1 esterno. Per l’under 17 (nati ‘94, che partecipa al 4 Nazioni), 21 giocatori sono di provenienza Accademia e 5 esterni. Per ora non è ancora possibile fare una precisa considerazione in quanto il movimento rugbistico italiano risulta essere ancora povero se lo si confronta ai college inglesi e francesi, college di primissimo livello visti i continui investimenti sia economici che di risorse umane. Sicuramente per il movimento italiano, le Accademie Federali sono una risorsa formativa indispensabile per colmare i deficit tecnici-tattici e fisico che caratterizzano i nostri giocatori.”
  • 21. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 21 Capitolo 3 PROPOSTA ACCADEMIE FEDERALI F.I.G.C. 3.1 il finanziamento delle Accademie Per dar via ad un così ampio progetto, bisogna focalizzare l’attenzione sull’aspetto essenziale per la sua realizzazione: IL FINANZIAMENTO delle varie Accademie Federali. Considerato che il nostro sistema politico italiano non prevede, a differenza della Francia, un Ministero dello Sport che eroga contributi e finanziamenti per la promozione e lo sviluppo delle attività sportive nazionali, le Accademie dovrebbero trovare le risorse per l’auto sostentamento attraverso “terze vie”. Gli escamotage potrebbero essere la sponsorizzazione o l’aiuto degli enti locali. Ma prima di analizzare queste ultime due ipotesi è bene specificare che lo Stato potrebbe comunque giocare un ruolo chiave, particolare e delicato per la realizzazione di questo progetto. Potrebbe, infatti, dare in uso gratuito strutture statali (ad esempio parti inutilizzate di caserme dei vari corpi delle Forze Armate) per poter ospitare gli accademisti e lo staff che li guiderà nella loro crescita, esentando di conseguenza la Federazione Italiana Giuoco Calcio dal fitto delle foresterie e dal pagamento di bollette di vario genere. Per quel che riguarda le altre forme di sostentamento si potrebbero creare delle sinergie con gli Enti Locali delle Province che ospiteranno “fisicamente” le strutture per le Accademie, in quanto i vari Comuni con i relativi Assessorati al Turismo, potrebbero valorizzare i propri territori e promuoverne lo sviluppo in considerazione delle varie gare e dei vari tornei (anche internazionali) che le Accademie organizzeranno durante l’anno.
  • 22. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 22 Altro ruolo fondamentale potrebbero giocarlo le sponsorizzazioni, sempre da ricercare sui vari territori dove le Accademie verrebbero istituite, in considerazione dei cartelloni pubblicitari a bordo campo d’allenamento, dei backdrop per le interviste e degli indumenti da gioco e da allenamento delle varie selezioni, poiché, trattandosi di un’Accademia Nazionale di formazione e, considerate le gare ed i tornei, il risalto mediatico sarebbe non indifferente, sia da parte delle TV locali che nazionali. A mio avviso, se le Accademie venissero instituite in dei piccoli ma ricchi centri, che, ad esempio, non possiedono una squadra di calcio che partecipa a campionati professionistici, il reperimento di fondi sarebbe di più facile realizzazione, sia da parte degli Enti Locali che per quanto riguarda l’aspetto delle sponsorizzazioni. Infatti, da una parte, gli Enti Locali potrebbero “sfruttare” la situazione per acquistare visibilità e valorizzare il proprio territorio, dall’altra, gli imprenditori, attraverso le sponsorizzazioni, potrebbero esportare il loro marchio su scala nazionale.
  • 23. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 23 3.2 Finalità dell’Accademia Questa proposta di Accademie Federali di formazione (per giovani atleti dai 17 ai 20 anni), vuol provare a dare un contributo fattivo al sistema calcio in Italia, proponendo modelli che potrebbero aiutare lo sviluppo e la formazione degli atleti che dovranno divenire l’elite del calcio nostrano. Le finalità dei Centri Tecnici Federali di formazione si basano sull’esigenza di andare a formare gli atleti sia dal punto di vista caratteriale sia quello tecnico/atletico, in modo tale che gli stessi sappiano raggiungere i massimi livelli sportivi e siano in grado di affrontare le situazioni negative che potrebbero accompagnare il percorso di crescita degli accademisti. Così facendo, si avrebbe la possibilità di seguire gli atleti nel loro vissuto quotidiano, indirizzandoli, attraverso forme di tutoraggio, ad affrontare meglio gli studi intrapresi, facendoli allenare quotidianamente con Allenatori specializzati, si potrebbero raggiungere molti più obiettivi, specie a livello internazionale. Come abbiamo visto nei precedenti capitoli la Francia, a livello calcistico, ed il Rugby italiano, hanno trovato giovamento e rinnovamento con l’istituzione delle Accademie. La Francia, è migliorata notevolmente a livello giovanile e di conseguenza, col passare degli anni anche con la Nazionale A raggiungendo con costanza le fasi finali dei più importanti tornei internazionali. L’Esempio lampante nel nostro paese è da ricercarsi nel rugby dove con l’istituzione di queste accademie gli atleti hanno avuto modo di aumentare il valore delle proprie risorse consentendo di portare a grandi livelli la Nazionale maggiore, regalando, alla Federazione di appartenenza ed agli appassionati di tutto lo Stivale, delle gioie che fino a qualche anno fa erano impensabili.
  • 24. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 24 Inoltre, molti di questi atleti sono stati ingaggiati da squadre straniere di paesi dove il Rugby ha la stessa valenza del calcio, confermando, per l’appunto, che i sacrifici e gli investimenti effettuati dalla Federazione sono stati tutt’altro che vani. Per una completa riuscita del “Progetto Accademie” le stesse dovrebbero avere un’estensione capillare sul territorio italiano, in modo tale da avere una maggiore scelta ed in modo da poter scegliere accuratamente e selezionare i migliori atleti in base ad un buon numero di candidati. Molti atleti potrebbero tendere a “cullarsi” durante il percorso formativo in caso di poche selezioni accademiche; metterli ancor di più in concorrenza tra loro non farebbe altro che alzare il tasso tecnico (argomento approfondito nel paragrafo 3.6 del presente capitolo).
  • 25. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 25 3.3 Il reclutamento e la formazione dei Tecnici ed Il reclutamento degli atleti delle Accademie Federali Per individuare al meglio il metodo migliore per reclutare e formare gli allenatori delle Accademia di Formazione bisogna focalizzare l’attenzione su un problema importante che, spesso, si verifica nel sistema calcio. La formazione di un allenatore, con particolari ambizioni, infatti, porta alla spersonalizzazione del giocatore e alla sua ambizione personale. Chi lavora in previsione di diventare allenatore di spessore (Serie A o B) non ha un gran futuro da allenatore di giovani calciatori. Bisogna quindi, a mio avviso, ricercare i formatori, differenziando tra coloro che hanno ambizioni di “prima squadra” e di chi vuol mettere a disposizione la propria conoscenza calcistica nella formazione di giovani atleti. Il rischio si riscontra quando scatta il meccanismo nel dimostrare che il tecnico stesso è bravo e questa convinzione, molte volte, sfocia in una cattiva gestione del gruppo di giovani, trattando magari gli atleti come se si stesse allenando un gruppo di persone adulte e già mature. Gli allenatori ex-calciatori, nella maggior parte dei casi, hanno una competenza tecnica che deriva dall’esperienza, ma questa competenza tecnica non si trasforma dall’oggi al domani in una competenza didattica. Chi sa fare una cosa, non è detto che sappia spiegare ad altri come farla. Quindi difettano di: - Competenza didattica; - Conoscenza approfondita dei processi di apprendimento; Soventemente il tempo a disposizione non è mai quello di cui si avrebbe necessità e bisogna quindi ottimizzarlo al massimo, carpendo, il prima possibile, gli eventuali problemi che si stanno venendo a creare. I giocatori di una squadra sono tanti,
  • 26. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 26 parlare a ciascuno in tutte le circostanze che lo renderebbero necessario è impossibile, l’intervallo di una partita è breve e le cose da sbrigare sono tante. Oltre a produrre comunicazione, l’allenatore deve stare bene attento alle comunicazioni altrui. La squadra, in un certo senso, gli parla giorno per giorno, il singolo giocatore, sia che gli rivolga la parola o che lo eviti, sta comunicando. Interpretare gli altri, insomma, per l’allenatore è un compito di vitale importanza: il suo successo professionale dipende da quello che avrà capito delle persone sulle quali decide di fare affidamento. Ecco perché l'essere educatori, ma soprattutto formatori, è una dote che non molti hanno ed è il motivo principale per cui i Tecnici Federali andrebbero formati a seconda delle esigenze di crescita dei giovani atleti. Per questo motivo, infatti, molti ex calciatori non riescono, come al contrario si pensa, a diventare ottimi formatori. Il percorso formativo dei futuri tecnici di Accademia si potrebbe tenere presso la Scuola Allenatori di Coverciano, istituto che da anni forma gli allenatori delle nostre squadre italiane. Il centro provvede all'impostazione della didattica, all'organizzazione e alla gestione dei Corsi e degli Aggiornamenti per la formazione dei tecnici di ogni ordine e grado, nonché alla realizzazione di sussidi didattici e della documentazione specialistica relativa, avvalendosi di un proprio corpo docente e di qualificati consulenti esterni. Per mezzo del Laboratorio di Metodologia dell'Allenamento e di Biomeccanica, dotato di apparecchiature e strumentazioni tecnologiche d'avanguardia, il Centro, svolge attività di ricerca tecnico-scientifica applicata al calcio, fornendo agli operatori di campo suggerimenti per il miglioramento della prestazione sportiva e del controllo del processo di allenamento. Al termine del corso speciale per gli Allenatori di Accademia, ognuno di esso dovrà poi frequentare, a seconda delle proprie scelte, un corso integrativo.
  • 27. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 27 Questo corso integrativo servirà a specializzare i trainers, permettendogli così di focalizzare l’attenzione su un determinato reparto della squadra. Al fine dell’ottimizzazione del lavoro in Accademia si dovrebbero prevedere infatti: - Trainers che alleneranno la fase difensiva; - Trainers che alleneranno la fase offensiva; - Trainers che alleneranno i portieri; - Trainers che eseguiranno allenamenti specifici sulle palle inattive; Così facendo gli accademisti avranno a loro disposizione maggiori mezzi per poter apprendere ed incrementare il loro valore avendo come supporto più figure specializzate che li guideranno nel processo di apprendimento.
  • 28. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 28 3.5 Percorso dell'atleta in Accademia: Sportivo – Culturale – Psicosociale “Praticare uno sport non deve fondarsi sull'idea del successo, bensì sull'idea di dare il meglio di sé.” (Gabriella Dorio) Da molti anni si pone l’accento su un calo della qualità tecnica dei nostri calciatori; il campionato più bello del mondo, almeno in Italia, ha perso il suo fascino estetico. In Europa: la Spagna, la Francia e ultimamente anche l’Inghilterra manifestano nei loro campionati un’apparente migliore qualità tecnica. L’accusa mossa al nostro calcio, vede coinvolta la gestione didattica nella formazione tecnica del giovane calciatore; s’individua una carente attenzione nell’insegnamento del gesto tecnico a favore di un addestramento tattico già troppo presente nelle fasce d’avviamento. Studio e sport sono i giusti ingredienti per prepararsi alla vita. Lo studio sviluppa capacità intellettuali, ma rende forti anche a livello mentale e ciò influisce a livello sportivo. Lo studio non dovrà essere trascurato e il proprio tempo libero dovrà essere adeguatamente gestito. La formazione di ogni giovane calciatore avviene in modi e tempi diversi e i miglioramenti devono essere visti in prospettiva. Gli allenatori devono aiutare i ragazzi a vivere serenamente vittorie e sconfitte. Il vincere e il perdere si riferiscono solo al risultato mentre il successo e l'insuccesso sono un'altra cosa, l'atleta non ha fallito se, pur perdendo, ha dato il massimo. Il calcio è uno sport di squadra e, quando svolto a buon livello,non è possibile che tutti i giocatori vengano impegnati nello stesso tempo.
  • 29. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 29 Non sempre vi è una relazione diretta tra tempo di gioco e il miglioramento che un giovane calciatore sta raggiungendo, ma è importante accettare queste situazioni con spirito di gruppo. Da qui potrebbe nascere, a mio avviso, l'esigenza della istituzione di Accademie Federali così da formare uomini/atleti che sappiano competere ai massimi livelli sportivi e siano capaci di reagire positivamente sotto pressione in ogni situazione della vita. Per permettere una sempre più imponente e costante crescita dei giovani talenti del futuro, ogni Accademia dovrà prevedere al suo interno o nelle immediate vicinanze, una sistemazione alberghiera (che tenga conto della giovane età dei ragazzi), dei corsi scolastici o delle scuole in base al tipo di attività scelta dai vari accademisti, una sala studio un campo da gioco e allenamento in erba/sintetico illuminato una palestra (ed eventualmente una piscina), strutture medico-fisio- sportive, un’aula tecnica con supporti audio-visivi ed una sala per il tempo libero. Lo Staff dovrà, inoltre, essere composto da un General Manager, un Tutor scolastico, Allenatori, un Preparatore fisico, un Video Analist, un Medico, un Fisioterapista, un Responsabile del materiale ed infine, ma non di minore importanza, lo Psicologo dello Sport. Il ruolo principale sarà quello del GENERAL MANAGER che organizzerà, programmerà, ma soprattutto, effettuerà il controllo inerente la conformità agli obiettivi Federali, assorbirà e gestirà le tensioni interne e sarà il principale comunicatore all’esterno, mantenendo i contatti ed informando costantemente la FIGC. Dovrà, inoltre, focalizzare la propria attenzione sui contatti con le scuole frequentate da ogni accademista (monitorando presenze e andamento scolastico), sulle strutture ospitanti (che siano sempre in attività in base alle direttive della FIGC), agli orari (non solo dei ragazzi ma anche dei dipendenti), al comportamento e linguaggio (non solo dei ragazzi ma anche dei vari tecnici e collaboratori).
  • 30. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 30 Per quanto riguarda il discorso Allenatori (così come accennato nel paragrafo 3.3) ne dovranno esser previsti di diverso tipo, in modo da allenare gli atleti, focalizzando l’attenzione, in modo sempre più approfondito, sui vari aspetti che caratterizzano le varie fasi di gioco; tutti questi allenatori faranno ovviamente riferimento, a quello principale, ovvero al selezionatore degli accademisti. Una figura nuova, recentemente introdotta nel mondo del calcio, è lo Psicologo dello Sport la cui presenza sta a significare innanzitutto un cambio di prospettiva nei confronti degli obiettivi da raggiungere e una maggiore attenzione non solo alla buona riuscita della performance, ma anche al benessere dell’uomo- atleta. I suoi ambiti di intervento riguardano: dinamiche di gruppo, relazione con le figure dirigenziali e con l’allenatore, tecniche di feedback, tecniche di team working, gestione emotiva.. E’ necessario che i vari ruoli e professionalità (General Manager, Tutor scolastico, Allenatori, Preparatori fisici, video analist, Medici, Fisioterapisti, Responsabili materiale, Collaboratori ecc..) imparino a lavorare e a comunicare insieme per un unico obiettivo, in modo tale che all’atleta arrivino messaggi omogenei attraverso linguaggi altrettanto omogenei.
  • 31. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 31 3.6 Il ruolo della famiglia dell’atleta “L’Atleta può evolvere e crescere solo nella misura in cui il rapporto con il genitore progredisce. Dove il ragazzo non è visto e vissuto come un soggetto da modellare, ma come soggetto da comprendere”. (Vincent Kenny – Direttore dell’Accademia costruttivista di terapia sistemica Roma). Lo sport è una grande occasione di crescita: quando l’ambiente familiare interpreta con una visione distorta il contesto in cui si muovono i figli è possibile che questi ultimi non riescano a vivere nella sua essenza questa possibilità di crescita. La corretta interpretazione del proprio ruolo da parte del genitore è, pertanto, un requisito importante. Esistono alcuni comportamenti da parte di quest’ultimo che, seppur originati da affetto autentico, possono risultare diseducativi per il giovane. Ne elenco di seguito alcuni. Possiamo, ad esempio, identificare “il genitore sottomesso”, ovvero colui disposto a fare qualsiasi cosa purché il figlio riesca nello sport. Ancora, il “genitore chioccia”, che tende a proteggere incondizionatamente il figlio e ad aiutarlo anche laddove gli altri riescono a “cavarsela” da soli; questo tipo di comportamento può creare delle percezioni errate delle difficoltà quotidiane poiché qualsiasi cosa può apparire troppo difficile. C'è poi il “genitore proiettivo”, che tende a spronare il figlio verso la vittoria proiettando su quest’ultimo le proprie aspettative di successo; il giovane giunge ad essere un “mezzo” attraverso il quale sublimare le mancanze dell’adulto. Frequente è anche “il genitore che non accetta i limiti” che esprime lodi e giudizi sul figlio che talvolta vanno oltre le sue reali potenzialità, generando spesso ansia in quest'ultimo. Infine, “il genitore allenatore” che mette il giovane nella condizione di dover fare i conti con una figura screditata, l'allenatore, e con un genitore onnisciente ed onnipresente; immerso in questo doppio legame il ragazzo potrebbe arrivare a considerare valide solo le figure autoritarie e non quelle autorevoli.
  • 32. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 32 In queste dinamiche il giovane riesce spesso a districarsi con abilità; tuttavia, in molti casi, le difficoltà emotive legate al rapporto con il genitore e le ripercussioni che inevitabilmente questo rapporto genera nella relazione con sé stessi, col tecnico, con la squadra e con lo stesso sport praticato, potrebbero condurre ad un abbandono precoce dell’attività sportiva. Il genitore ideale ovviamente non esiste. Come sostiene anche Freud, esistono solo genitori che possono sbagliare, l’importante è la non perseveranza nell’errore. Un genitore dovrebbe essere capace di considerare lo sport come un momento formativo ed educativo, dovrebbe saper assecondare i gusti e le passioni del figlio ed incoraggiarlo apprezzandone l’impegno, non i risultati. Dovrebbe ancora essere capace di valorizzare e sostenere sia la sconfitta, rassicurando e spronando il figlio a non abbattersi e a reagire, sia la vittoria, valorizzando il suo gioco e quello dei compagni, nonché degli avversari. Ogni genitore vorrebbe che il proprio figlio non commetta mai errori ma, fortunatamente, tali errori, fanno parte della vita quotidiana e del percorso di crescita di un atleta poiché, dagli errori, si può imparare ed allo stesso tempo maturare. Il saper perdere è molto più difficile del saper vincere, l’adulto di conseguenza, anche attraverso la sconfitta, deve assumere un atteggiamento positivo ed equilibrato affinché il figlio possa ragionare al meglio sugli errori commessi evitando così di ripeterli in futuro. Il ruolo della famiglia nella vita di un atleta è fondamentale e lo è ancor di più quando il giovane svolge un’attività sportiva agonistica. Inoltre, in un’esperienza di condivisione quale l’Accademia, bisognerebbe porre l’attenzione sul rispetto di determinate regole fondamentali: il rispetto degli impegni scolastici, la puntualità alle lezioni, prima e agli allenamenti poi, il rispetto dei compagni, per i tutor e per coloro che condivideranno l’esperienza in Accademia.
  • 33. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 33 3.7 Creazione di un torneo parallelo alle attività dei rispettivi Club Considerata l’importanza di dover sempre più elevare la qualità dei nostri giovani calciatori, il sistema per selezionare i migliori, potrebbe essere quello di creare un campionato interaccademico. Creare, cioè, un torneo con le squadre delle varie Accademie presenti sul territorio in modo da poter mettere a confronto il lavoro dei vari centri di formazione e soprattutto monitorare se vi sono dislivelli tecnico/tattici tra di essi. Lo scopo principale potrebbe essere quello della costituzione di una selezione di tutte le Accademie italiane che potrebbe prendere parte al campionato di Serie B, sarebbe anche un modo come un altro per incentivare l’utilizzo dei giovani nei nostri campionati professionistici (dalla A alla Seconda Divisione). Ad oggi le Leghe hanno sempre cercato di imporre questo sistema. Da un certo punto di vista sarebbe preferibile dimostrare come, con un lavoro orientato e mirato, i giovani possono dare il loro fattivo contributo nonostante l’età anagrafica. Tornando ai tornei delle Accademie, per testare ancora di più i progressi del lavoro svolto dai Tecnici Federali, dovrebbero essere organizzate con una frequenza quantomeno trimestrale, amichevoli e/o tornei internazionali, con selezioni di pari età, così da poter valutare se vi è un dislivello fisico e tecnico tra le varie realtà europee e, perché no, anche extra europee. Sarebbe un modo ottimale per aumentare la competitività dei ragazzi e per prepararli anche mentalmente e psicologicamente alle future competizioni internazionali a cui, si spera, vadano in contro negli anni successivi.
  • 34. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 34 CONCLUSIONI Il modello proposto è questo descritto in questa breve tesi. Mi rendo però conto che non sarebbe realizzabile se non si rispettassero determinate condizioni di ordine politico. Credo di poter individuare un punto problematico nei rapporti tra FIGC e Stato, e, con le Leghe, che negli ultimi anni hanno assunto sempre più potere. Bisognerebbe quindi ricercare le risorse nei vari SPONSOR (che vedono nell’Accademia un modo per divulgare, pubblicizzare ed esportare il proprio brand) e nei vari ENTI LOCALI (che decidono di collaborare attivamente all’iniziativa per valorizzare e pubblicizzare al meglio il proprio territorio incrementando così il turismo promuovendo, attraverso l’assessorato alla Cultura svariate iniziative concordate con la FIGC). Non ho la presunzione di affermare con assoluta certezza che questo tipo di progetto riuscirebbe a salvaguardare i nostri giovani atleti, fornendo loro uno strumento maggiore di crescita e mettendoli nelle migliori condizioni per poter emergere con più tranquillità e più mezzi nel mondo del calcio, ma, alla luce dei risultati raggiunti da altre nazioni (vedi la Francia) e, perché no, anche di altri sport (vedi il movimento rugbistico), credo possa essere un ottima chance per l’intero sistema italiano di effettuare quell’inversione di tendenza che da anni tutti si auspicano.
  • 35. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 35 “Il calcio, la ginnastica artistica, la pallavolo, l'atletica leggera, il tennis da tavolo, i tuffi. Gli sport amati e praticati. Il sapore delle palestre e dei campi sportivi, dove vince chi vale di più. La stretta di mano all'atleta che ti ha battuto o che hai battuto. L'amore mio smodato per lo sport, per la contesa leale, per la sfida in cui dai il meglio di te stesso. Il rispetto per l'avversario che hai davanti, ciò che lo sport t'insegna come nessun'altra cosa. Imparai nelle palestre e sui campi dello sport agonistico infinitamente di più che non al liceo classico“ G. Mughini, La mia generazione
  • 36. FIGC SETTORE TECNICO – CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI Giovanni Mastrangeli AA c c a d e m i e F e d e r a l i c o m e C e n t r i T e c n i c i d i F o r m a z i o n e : i n I t a l i a s i p u ò ? Pagina 36 Articolo “Mio figlio sarà un campione” (Forni) pubblicato su Mente e cervello Maggio 2010 n. 65 Psicologia dello Sport (Ordine Psicologi Campania) Educazione motoria e sportiva (Calcerano, Casolo) ; Brescia 2003: La Scuola editrice La Mia generazione (Giampiero Mughini); Milano 2002: Mondadori Editore Palla lunga e Pedalare (Marco Pastonesi); Milano 1992: Dalai Editore Materiale didattico della Federazione Italiana Rugby