1. "Non si picchiano nemmeno con
un fiore". Ma sempre più donne
bussano ai Centri antiviolenza:
+15,3% in regione - Oggi la
Giornata mondiale
Aumentano le donne che bussano ai centri antiviolenza aderenti al
Coordinamento dell’Emilia-Romagna per segnalare violenze, abusi,
maltrattamenti o molestie. Da gennaio al 31 ottobre sono state 2.371,
cioè 314 in più rispetto alle 2.057 dello stesso periodo del 2008.
Praticamente il 15,3% in più.
Questi sono alcuni dei dati forniti dal Coordinamento dei centri (trasformato in associazione dall’8
luglio) alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, quando sono
previste numerose iniziative in regione.
Le 2.371 donne vittime di violenza in Emilia-Romagna sono state accolte a vario titolo: chi solo per
chiedere informazioni, chi per attivare un percorso, altre per passare un periodo in una casa rifugio.
Si sono rivolte ai 10 centri del coordinamento che sono a Parma, Ferrara, Piacenza, Reggio Emilia,
Bologna, Modena, Rimini, Ravenna, Faenza e Lugo (in provincia di Ravenna). Nell’elenco manca
il centro di Imola, in attesa di aderire ufficialmente, mentre rispetto ai dati del 2008 c'è la new entry
della struttura di Rimini, l'associazione “Rompisilenzio”.
Rispetto al totale delle donne accolte, è stato detto presentando i dati del Coordinamento, 1.437
sono italiane (pari al 60%), le straniere sono 934. Inoltre, fino al 31 ottobre nelle 9 case rifugio
presenti nel territorio (non ne ha solo l’associazione riminese) sono state ospitate 110 donne. Con
loro anche 79 minori, figli delle donne vittime di violenza.
Il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna è nato dieci anni fa come rete tra i
vari centri locali, con l'obiettivo della valorizzazione femminile e della lotta alla violenza maschile
sulle donne. «Il lavoro e l’impegno dei centri è ingente a fronte ancora oggi di scarse risorse
finanziarie - dice il Coordinamento attraverso una nota -. Ci aspettiamo dalla Regione Emilia-
Romagna e dal Governo che aumentino i finanziamenti a sostegno sia dei centri antiviolenza che
delle politiche a sostegno delle donne vittime della violenza maschile»