Il caso amianto nella Regione Lazio
Dossier di: Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio
Roma, 29 maggio 2012 - Regione Lazio - Sala Tirreno
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[source: legambientelazio.it]
1. L'Osservatorio Regionale
Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio
presenta
“Il CASO AMIANTO
NELLA REGIONE LAZIO”
Roma, 29 maggio 2012
Regione Lazio, Sala Tirreno
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2. Dedicato alla memoria di
Giovanni FALCONE
Paolo BORSELLINO
Francesca MORVILLO
Antonio MONTINARO
Rocco DI CILLO
Vito SCHIFANI
Emanuela LOI
Claudio TRAINA
Vincenzo LI MULI
Eddie Walter COSINA
Agostino CATALANO
e della piccola Melissa BASSI
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3. INTRODUZIONE
Correva l'anno 1962, quando per la prima volta, gli studi scientifici stabilivano e provavano il rapporto
causa- effetto tra l'amianto ed una malattia drammaticamente incurabile: il mesotelioma pleurico.
Correva l'anno 1992, quando l'Italia con la legge 257 metteva al bando l'amianto. Corre l'anno 2012 e
questo spietato killer, continua inesorabilmente a mietere vittime.
Secondo quanto si apprende dal Terzo Rapporto sui mesoteliomi, redatto nel 2010 dell'ISPSEL,
nel Lazio tra il 1993 ed il 2004, si sono riscontrati 171 casi di questa gravissima patologia.
L'amianto o asbesto, è un minerale naturale a struttura fibrosa appartenente alla classe chimica dei
silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli.
Esso ha trovato largo utilizzo soprattutto come materiale di rivestimento insieme a miscele cementizie,
in virtù del suo alto potere di resistenza al calore ed all'isolamento e a partire dagli anni anni '40 e '50
il suo impiego è stato usato per realizzare tegole, pavimenti, tubazioni, canne fumarie, cisterne di
raccolta dell'acqua.
Tutto questo, nella incoscienza della estrema pericolosità che le fibre di questo materiale potessero
rivestire per la salute umana.
Abbiamo dovuto attendere le prime, tristi, morti bianche per avere i primi studi scientifici che
mettessero in luce la correlazione tra mesotelioma maligno ed esposizione a fibre di amianto. Una
realtà drammatica, a cui si sommano le scarse conoscenze che i cittadini hanno su questo tema così
delicato e fondamentale per la tutela della loro salute.
1.1 1992 – 2012: VENT'ANNI DALLA LEGGE CHE HA MESSO AL BANDO L'AMIANTO.
Sono passati esattamente venti anni, da quando il nostro Paese con la legge 257 ha scelto di
bandire l'impiego dell'amianto, ponendo fine così alla sua estrazione ed alla sua utilizzazione.
La normativa in questione, ha deciso di affrontare il tema, prendendo anche atto delle complesse
problematiche ad esso collegate: la tutela contrattuale dei lavoratori, i limiti ed il controllo delle
emissioni, l’imballaggio, l’etichettatura e lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto.
Il legislatore nazionale ha quindi stabilito il divieto di estrarre, importare, esportare, produrre e
commercializzare prodotti contenenti amianto, bonificare le aree contaminate, ricercare materiali
sostitutivi, effettuare una riconversione produttiva e controllare l'inquinamento.
Inoltre, nel rispetto del principio di sussidiarietà, la normativa prevede che la Regione abbia compito
fondamentale per i territori: quello di adottare piani di protezione dell'ambiente, di decontaminazione,
di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto.
Tali piani prevedono, tra l'altro, il censimento dei siti interessati da attività di estrazione dell'amianto, il
censimento delle imprese che utilizzano o abbiano utilizzato amianto nelle rispettive attività produttive,
nonché delle imprese che operano nelle attività di smaltimento o di bonifica, la predisposizione di
programmi per dismettere l'attività estrattiva dell'amianto e realizzare la relativa bonifica dei siti.
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4. Il quadro delle funzioni ed i compiti delle regioni, è stato poi ulteriormente delineato con il DPR 8
agosto 1994, seguito dal DM 6 settembre 1994, dalla legge n. 932001 e dal DM 1012003, che
conferma i compiti di mappatura già in precedenza attribuiti alle Regioni.
1.2 LA MAPPATURA DELL'AMIANTO REALIZZATA DAL LABORATORIO DI IGIENE
INDUSTRIALE-CENTRO REAGIONALE AMIANTO ASL DI VITERBO.
La Regione Lazio, ha formalmente approvato il piano previsto dalla legge 257/92 con la D.G.R. 10598
del 1998. In seguito, con la DGR n. 458 del 26 giugno 2007, ha approvato il progetto per effettuare la
mappatura delle zone del territorio al fine di individuare la presenza di amianto e materiali contenenti
amianto, avvalendosi per questo lavoro così importante per tutta la cittadinanza, della professionalità
del Laboratorio di igiene industriale - Centro Regionale Amianto della Azienda USL di Viterbo. I primi
risultati del censimento delle strutture pubbliche o aperte al pubblico, riportati nella tabella che segue,
evidenziano una situazione davvero preoccupante per il nostro territorio. Su 5.059 schede tornate alla
ASL (delle 30.000 inviate) si evidenziano ben 1.300 siti con materiale contenente amianto (MCA),
per 2.690 tonnellate stimabili, delle quali 50 di materiale friabile.
Tab n. 1 “Il censimento regionale delle strutture contenenti amianto”
Siti con materiale Peso complessivo MCA in matrice
Schede compilate
contenente amianto (MCA) stimabile friabile
5.059 1.300 (25,7% sul totale) 2.690 tonnellate 50 tonnellate
Fonte: Elaborazione Legambiente Lazio su dati forniti dal Centro Regionale amianto (aprile 2011)
Tab n. 2 “Il censimento regionale delle strutture contenenti amianto”
Edifici Edifici Altri siti contaminati Materiale contaminato
pubblici privati censiti da amianto
1.175 - - 2.907 t
Fonte: Elaborazione Legambiente Lazio su dati forniti dalla Regione Lazio (aprile 2010)
E la situazione si comprende ancor di più, quando si va ad evidenziare il dato provinciale della
distribuzione dell'amianto e dei materiali che lo contengono: 1.054 siti si trovano in provincia di
Roma, 94 in provincia di Viterbo, 65 in provincia di Frosinone, 53 in provincia di Latina e 34 in
provincia di Rieti.
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5. Tab n. 3 “Siti con presenza di materiale contenente amianto, ripartizione provinciale”
Provincia di Provincia di Provincia di
Provincia di Latina Provincia di Rieti
Roma Viterbo Frosinone
1.054 94 65 53 34
Fonte: Elaborazione Legambiente Lazio su dati forniti dalla Regione Lazio (aprile 2010)
L'attività di telerilevamento del territorio regionale, realizzata per ora solo su 820 kmq su un totale di
superficie regionale di 17.208 kmq (4,8% del territorio), condotta dal CNR (793 kmq) e dall'Università
della Tuscia (27 kmq), ha evidenziato la presenza di 1.673.974 metri quadri di coperture in
amianto, pari a circa 2.109,32 mq/Kmq, nelle aree test di Anagni, Aprilia-Anzio, Civitavecchia,
Frosinone, GRA - Roma Est, Pomezia-Albano, Tiburtina per la prima indagine e di Civita Castellana,
Monterosi, Orte, Viterbo per la seconda indagine.
Da una proiezione sull'intero territorio regionale, effettuata dallo stesso Centro regionale amianto,
emerge che nel Lazio sono presenti tra le 360.000 e le 700.000 tonnellate di coperture in cemento-
amianto, pari a una superficie tra i 27,7 e i 53,9 milioni di metri quadri di superfici, per una
presenza complessiva nel Lazio pari ad oltre 1 milione di tonnellate di materiali contenenti
amianto ancora in uso, negli ambienti di vita e di lavoro.
A questa situazione si va a sommare, tutto quello che non ci può essere reso noto perché è sommerso,
spesso sommerso e nascosto in aree bellissime del nostro territorio. Le discariche abusive, in cui
vengono infatti rinvenuti materiali in amianto o contenenti cemento-amianto, sono infatti diventate
tristemente cronaca quotidiana.
1.3 IL CIRCUITO DELLO SMALTIMENTO DELL'AMIANTO.
Secondo quanto previsto dalle normative vigenti, lo smaltimento dell'amianto, deve essere realizzato da
soggetti, organizzati in forma di impresa, individuate in base all'art 212 co 5 del d.lgs 3 aprile 2006 n.
152 e s.m.i. ed iscritti all'Albo Nazionale dei gestori Ambientali, istituito presso il Ministero
dell'Ambiente.
La funzione principale e più importante dell'albo è sicuramente quella di garantire che coloro i quali si
occuperanno di tutte le fasi dello smaltimento dell'amianto, dal trasporto, alla sostituzione, alla
bonifica, siano soggetti in grado di garantire in modo certo e trasparente che ogni momento della
attività venga svolto nel pieno rispetto delle regole di salvaguardia ambientale e di tutela della salute.
Non sempre però questo avviene. E così spesso, l'amianto finisce in circuiti illegali, contribuendo ad
incrementare la già difficile situazione in cui versa la nostra Regione per le illegalità commesse nel
ciclo dei rifiuti. La fotografia scattata dal Rapporto Ecomafia nel periodo 2007-2010 di
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6. Legambiente, proprio in tema di smaltimento illegale dei rifiuti, mostra un totale di 1.243
infrazioni accertate in questo quadriennio, con un numero di persone deferite all'autorità
giudiziaria pari a 1.372, con 45 arresti e 658 sequestri effettuati, come si evince dalle tabelle n. 5, 6,
7, 8 che seguono.
Tab. n. 4 CICLO DEI RIFIUTI - Infrazioni accertate 2007-2010
Anno Infrazioni accertate
2007 288
2008 291
2009 288
2010 376
totale 1.243
Fonte: Elaborazione dati Legambiente Lazio su dati Rapporti Ecomafie
Tab. n. 5 CICLO DEI RIFIUTI. Persone denunciate 2007-2010
Anno Persone denunciate
2007 354
2008 358
2009 319
2010 341
totale 1.372
Fonte: Elaborazione dati Legambiente Lazio su dati Rapporti Ecomafie
Tab.n. 6 CICLO DEI RIFIUTI - Persone arrestate. 2007-2010
Anno Persone arrestate
2007 22
2008 11
2009 23
2010 0
totale 45
Fonte: Elaborazione dati Legambiente Lazio su dati Rapporti Ecomafie
Ed allora l'amianto va ad arricchire le discariche abusive sparse purtroppo un po' dappertutto nel
territorio della nostra Regione.
In Provincia di Frosinone, i casi ormai sono purtroppo all'ordine del giorno, come ci testimoniamo le
cronache più recenti. A settembre 2011, a Sgurgola, i Carabinieri hanno rinvenuto in stato di
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7. abbandono in area pubblica un ingente quantitativo di rifiuti speciali consistenti in eternit, pneumatici e
materiale di scarto edile. A Veroli, poi, lo scorso mese di marzo, gli uomini dell'Arma hanno rinvenuto
una discarica illegale realizzata in area pubblica (3.000 mq) contenente rifiuti speciali consistenti in
eternit, bidoni con oli esausti, materiale plastico e ferroso, elettrodomestici e vari materiali inerti.
Ma non solo. Lo scorso mese di marzo, alcuni cittadini della zona Parchi, vicino al Garigliano, hanno
segnalato una discarica abusiva a cielo aperto (oltre all'eternit, rifiuti edilizi, sanitari, materassi,
ferraglia, plastica, materiale di risulta). Sconosciuti hanno incendiato un'altra area piena di rifiuti
abbandonati. Gli abitanti della zona protestano e chiedono interventi urgenti di bonifica della zona
Ed ancora, sempre a marzo, a Monte San Giovanni Campano il Comando Provinciale dei
Carabinieri di Frosinone, ha sequestrato un’area di cieca 30 mq dove erano state abbandonate lastre
ondulate di eternit oltre ad altro materiale. Ed a Filettino, invece, i sigilli sono scattati per un’area
boscata di circa 2000 mq trasformata in una vera e propria discarica di amianto.
E non va meglio in provincia di Latina, dove l’amianto spesso va poi a contaminare anche le
splendide aree protette. Come è successo di recente all’interno del Parco Nazionale del Circeo, dove
l’eternit era addirittura nascosto tra la vegetazione. Per questo i volontari del Circolo di Legambiente
Sabaudia hanno inoltrato un esposto al Prefetto di Latina, alla Procura della Repubblica e alla Asl
chiedendo sia per intervento immediato di bonifica. Ma non solo.
L’amianto in provincia di Latina fa anche bella mostra di sé su ex fabbriche abbandonate, cosi’ che al
degrado urbano si aggiungono problemi per la salute pubblica. E’ il caso dei capannoni ricoperti di tetti
di amianto dell'ex fabbrica Vianini in via delle Industrie, a Latina scalo. Il sito industriale è ormai
chiuso da tempo. A quando la sua bonifica a beneficio della salute pubblica? Ed a questo si vanno ad
aggiungere le situazioni in cui l’ amianto è smaltito tramite circuiti illegali, come è avvenuto lo scorso
febbraio in località San Michele (LT). Qui è stata rinvenuta dalle forze dell’ordine una vera e propria
discarica a cielo aperto lungo la sponda del canale (via del Fosso) con eternit, scarti edili, tronchi di
palma. Una pratica diffusa e pericolosa, dietro la quale si nasconde un vero e proprio giro di
affari che consente di risparmiare i costi di smaltimento dei rifiuti speciali ai piccoli imprenditori
edili e agli operai occasionali. Il tutto in danno della salubrità ambientale e della tutela della
salute pubblica.
In provincia di Roma, esattamente a Frascati, alle porte della capitale, le Fiamme Gialle hanno
sequestrato due aree di circa 6000 mq utilizzate come discariche abusive di amianto. Una delle due aree
era contigua ad un'altra discarica abusiva sequestrata in passato dalle stesse fiamme gialle del Nucleo
Oper. del Gruppo di Frascati, ove nonostante il provvedimento della polizia giudiziaria era continuato
lo sversamento dei rifiuti nocivi, soprattutto eternit. Al fine di evitare la contaminazione delle acque
limitrofe sono state già avviate le procedure di bonifica. A Palestrina, l’amianto è stato trovato
abbandonato in ingenti quantità lungo via dell’ oleodotto altezza del civico 7. Nel territorio capitolino
poi, troppo spesso l’amianto si trova posizionato all’interno di strutture pubbliche, specie scuole. Come
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8. è stato per la scuola elementare Anna Magnani, dove l’amianto si trovava in vecchi cassoni in disuso
siti in un locale nemmeno interdetto all’accesso. L’intervento dei genitori dei bambini della scuola,
aiutati dall’azione dell’Osservatorio Ambiente e Legalità ha permesso di adire le autorità competenti e
di far rimuovere i cassoni, garantendo cosi’ ai piccoli alunni di studiare in un ambiente salubre.
Ed anche lungo le coste del viterbese l’amianto purtroppo non manca. Lo scorso mese di
settembre, una discarica contenente eternit è stata rinvenuta sul litorale altezza km 16.400 dell’Aurelia,
comune di Civita Castellana. Ed in località Pagano, poi, è stato sequestrato un terreno con annesso
capannone trasformato a deposito illecito di amianto nonché di altri rifiuti speciali. In amianto, sfaldato,
era anche il tetto del capannone. Ovviamente.
Altro tema fondamentale riguarda i siti produttivi di amianto. Tra le più note nel Lazio, c'è la
triste storia della ex Cemamit di Ferentino (Fr), che dagli anni '60 agli anni '80 ha prodotto amianto
in polvere e manufatti in cemento amianto per il settore edilizio, con malattie contratte dalla stragrande
maggioranza degli ex lavoratori e nessun intervento per bonificare il territorio. Nella stessa area la ex
Italfornaci e poco più a nord anche gli impianti di Colleferro (Rm). Da registrare che la Regione Lazio
pochi anni fa aveva commissionato un'indagine epidemiologica sui rischi dell'esposizione all'amianto,
individuando Roma, Colleferro, Monterotondo e Civitavecchia quali siti da monitorare.
Ma in questa situazione, fortunatamente le buone notizie non mancano.
E' il caso di Ferentino (FR), dove in via Tofe Ariano accanto ai cassonetti per la raccolta
indifferenziata dei rifiuti facevano bella mostra di sé una decina di lastre di amianto. L'intervento dei
volontari del circolo locale della Legambiente, e di carabinieri intervenuti sul luogo, ha portato al
sequestro dell'area per consentirne le attività di bonifica.
Ed ad attendere invece fiduciosi un'azione di risanamento dall'amianto, sono gli abitanti delle palazzine
di proprietà dell'Ater di Torre Gaia, a Roma nell'VIII municipio. Qui grazie all'attività
dell'Osservatorio Ambiente e Legalità, c'è stato l'intervento ispettivo della ASL locale che in queste ore
sta accertando lo stato di logorio delle diverse strutture in amianto o contenti amianto presenti
all'interno ed all'esterno delle abitazioni.
1.4.IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA DEL MESOTELIOMA MALIGNO NELLA REGIONE
LAZIO
La raccolta dei casi di mesotelioma maligno, viene svolta a livello nazionale attraverso il Registro
Nazionale dei Mesoteliomi tramite una architettura che si basa sulla presenza di Centri Operativi
Regionali. Nel Lazio, tale struttura è stata istituita a partire dal 2006, con la D.G.R. n. 438 e si avvale
della collaborazione del Dipartimento di Scienze Radiologiche Oncologiche ed Anatomopatologiche
dell'Università “Sapienza”di Roma, nonché del Laboratorio di Igiene Industriale - centro Regionale
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9. Amianto della ASL di Viterbo e dei Servizi prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di lavoro che si
trovano presso le asl del territorio regionale. Secondo quanto emerge dal lavoro dei tecnici della
ASL di Viterbo, i casi scientificamente accertati di mesotelioma, a livello provinciale sono
presenti secondo la distribuzione che segue: in provincia di Roma i casi certi di mesotelioma nel
decennio 2001/2010 sono ben 363 (che salgono a 486 considerando anche i casi probabili e
possibili), 22 nella provincia di Latina (48 considerandoli tutti), 7 in quella di Frosinone (19 con
gli altri), 6 nella provincia di Viterbo (11 con gli altri) e 4 in quella di Rieti (8 con gli altri).
Tab.n. 7 casi mesotelioma (certi) nelle province del Lazio, anni 2001/2010
Provincia di Provincia Provincia di
Provincia di Latina Provincia di Rieti
Roma di Viterbo Frosinone
363 6 7 22 4
Fonte : Elaborazione Legambiente Lazio su dati Laboratorio
Industriale- centro Regionale Amianto della ASL di Viterbo
Tab. n. 8 casi mesotelioma (certi, probabili, possibili) nelle province del Lazio, anni 2001/2010
Provincia di Provincia Provincia di
Provincia di Latina Provincia di Rieti
Roma di Viterbo Frosinone
486 19 11 48 8
Fonte : Elaborazione Legambiente Lazio su dati Laboratorio
Industriale- centro Regionale Amianto della ASL di Viterbo
Una strage silenziosa, quella del mesotelioma maligno, che rischia di impennarsi fino al 2020, per via
del periodo di latenza della malattia. Una patologia tumorale, fra le più gravi attualmente esistente,
fortemente correlata all'uso industriale dell'amianto e che si manifesta a molta distanza di anni nei
soggetti da essa colpiti.
1.2. IL PUNTO DI VISTA DEI CITTADINI. L'AMIANTO SECONDO LE SEGNALAZIONI
AL NUMERO VERDE DELL'OSSERVATORIO REGIONALE AMBIENTE E LEGALITA'
Secondo le segnalazioni giunte al Numero verde dell'Osservatorio Regionale Ambiente e legalità, nel
corso del 2011 su 91 illegalità ambientali segnalate, la questione dell'amianto specialmente delle
discariche abusive contenenti tale tipologia di rifiuti si collocano al 6 posto della nostra classifica
con 7 esposti sul totale, pari quindi all'8% delle situazioni denunciate.
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10. QUADRO RIEPILOGATIVO GENERALE 2011 N. VERDE 800 926248
RIPARTIZIONE DELLE ILLEGALITA’ AMBIENTALI DENUNCIATE
Tab n. 9 “Riepilogo segnalazioni Osservatorio Ambiente e Legalità gennaio- marzo 2012”
Abbattimento alberi 29/91 32 %
Discarica 12/91 13 %
Lavori edili 10/91 11 %
Inquinamento acque 9/91 10 %
Inquinamento elettromagnetico 8/91 9%
Discarica amianto 7/91 8%
Degrado urbano 7/91 8%
Degrado ambientale 3/91 3%
Inquinamento atmosferico 3/91 3%
Maltrattamento animali 2/91 2%
Inquinamento acustico 1/91 1%
Fonte: elaborazione Legambiente Lazio Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità
Nei primi 4 mesi del 2012, la situazione cambia ancora e le segnalazioni relative al fenomeno
dell'amianto si guadagnano addirittura il podio in questa nostra triste classifica.
Infatti da gennaio al 30 aprile 2012, su 30 segnalazioni redatte, il 9 % riguarda questioni relative
all'amianto.
Tab n. 10 “Riepilogo segnalazioni Osservatorio
Ambiente e legalità aprile- maggio 2012”
Abbattimento alberi 34 %
Discarica 31 %
Discarica amianto 9%
Lavori edili 9%
Inquinamento elettromagnetico 6%
Inquinamento acque 6%
Inquinamento atmosferico 3%
Fonte: elaborazione Legambiente Lazio Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità
Visto quanto emerge dalla ripartizione delle segnalazioni, quasi tutte relative al territorio della
provincia di Roma, il fenomeno dell'amianto in questi primi mesi del 2010 sta riguardando
prevalentemente l'area della provincia di Roma
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11. N.ESPOSTI
PROVINCIA SEGNALAZIONI
Roma 30
Rieti 1
Viterbo 1
Latina 0
Frosinone 0
Fonte: elaborazione Legambiente Lazio Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità
CONCLUSIONI
E’ necessario ed urgente intervenire con azioni che mettano i cittadini in condizioni di poter sapere
facilmente cosa fare e come orientarsi difronte a questo problema, rendendo sempre più accessibile il
contatto con quante fra strutte sanitarie ed aziende si occupano di smaltire l’amianto.
E' positivo il nuovo impegno della Regione sull'amianto, bisogna vincere la sfida contro l'eternit,
va chiusa la mappatura dei siti a rischio per passare alla fase delle bonifica ed evitare rischi
molto seri per la salute dei cittadini. Spesso l’esposizione all’amianto è inconsapevole, per questo
servono anche informazioni per i cittadini, bisogna spiegare loro come ci si deve comportare quando si
ha a che fare con strutture contaminate in casa, a scuola o presso i luoghi di lavoro.
Il dibattito attualmente in corso al livello regionale sulla legge in tema di amianto deve portare
alla promulgazione di una normativa che favorisca azioni di smantellamento immediate
dell’amianto dalle strutture pubbliche nonché da quelle private, garantendo il diritto alla salute
dei cittadini e anche realizzando un'adeguata impiantistica di trattamento e smaltimento,
piuttosto che facendo affidamento a impianti situati all'estero. Ed è fondamentale, in questa
direzione, favorire la riconversione delle vecchie strutture pubbliche contenenti amianto con
energia rinnovabile.
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