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L'IPER SPECIALIZZAZIONE DEL CAPITALISMO 
Voglio iniziare un percorso di approfondimento della crisi attuale con qualche vignetta matematica atta a spiegare 
in modo più chiaro quale sia stato il percorso della attuale crisi internazionale. 
Dappertutto si parla di specializzare i giovani,farli studiare e laureare,fino al problema dello sviluppo dell'alta tecnologia 
industriale e ingegneristica che dovrebbe sopperire all'impatto della cosidetta paccottiglia prodotta dai paesi dell'est 
e dalla Cina che produce concorrenza al mondo occidentale. 
Entrano in gioco diversi fattori politici economici e sociali come il basso costo del lavoro dell'operaio cinese rispetto alla sindacalizzazione 
dell'operaio italiano,greco,spagnolo o statunitense,tuttavia vanno rimessi i concetti al loro posto proprio analizzando il problema creato dalla crisi 
dell'iperconcorrenza ritornando proprio agli albori di questa crisi di iperconcorrenza.Di cui riscontriamo gli inizi nell'epopea dell'applicazione del saggio di
David Riccardo sulla specializzazione delle nazioni. 
Parto da un esempio concreto. 
X è un venditore ambulante che va ai mercatini rionali a vendere oltre a libri usati,monete antiche. 
E' venuto in possesso di queste monete antiche un tempo appartenute alla collezione paterna.Alcune di queste monete hanno un discreto valore in quanto internazionali, 
altre hanno un valore ben scarso anche se allo stesso tempo internazionali.Un collezionista può dare il giusto valore a queste monete. 
Il pubblico variopinto dei frequentatori dei mercatini rionali fa si che chi acquista monete vendute da X sia una piccolissima percentuale degli stessi frequentatori che preferiscono 
comprare magari macchine per spremere le arance ecc.Alcune monete sono vendute a questi collezionisti o curiosi al prezzo che valgono,cioè non molto in quanto non hanno un alto valore 
collezionabile.altre hanno un valore medio e potrebbero essere vendute,ma nel caso siano esse vendute incombe il fattore probabilità. 
Infatti la probabilità di venderle all'interno di quella già ristretta cerchia di acquirenti che frequentano i mercatini rionali in cerca di monete antiche è di per se ancora più bassa di almeno un 20 per cento. 
Per il motivo che la cerchia del 30 per cento che ipotizziamo frequentare i mercatini rionali per acquistare monete antiche rispetto a libri o macchine per spremere le arance è inferiore se "specializzata" se cioè la 
collezione di questi collezionisti è molto ampia,e non è agli inizi,cioè se la collezione e l'hobby di essi è consolidato nel tempo,e non riguarda l'acquisto di pezzi per iniziare la collezione,ma la ricerca dell'esemplare da 
inserire nella collezione. 
Fatto questo discorso,X ha due strade.O frequentare il mercatino rionale con la sua bancherella solo per vendere monete antiche,o vendere altri prodotti come i libri che possono acquisire un mercato più ampio. 
Entra in gioco oltre al fattore spese,che è irrisorio in un mercatino rionale rispetto alle spese sostenute da un negoziante che non riesce a vendere le stesse monete o gli stessi libri perchè il negoziante deve pagare un affitto,luce e servizi igienici. 
Ma entra in gioco sopprattutto il fattore tempo,che è cumulabile solo se si vede una prospettiva di vendita e di ricavo almeno da coprire il tempo di acquisto degli acquirenti. 
Sempre guardando al fattore tempo è molto meglio che X oltre alle monete antiche venda anche libri,nel settore libri può avere un pubblico più variegato,con una percentuale del 10 per cento più allargata.Ma non molto 
Perchè anche la vendita di libri come allo stesso tempo la vendita di macchine per spremere le arance,è legata alla storicità ed alle usanze o costumi del luogo in cui ci si trova.Per esempio in India sarebbe più difficile vendere latte di mucca per il basso consumo 
di latte dei popoli asiatici rispetto all'alto consumo del popolo austriaco. 
Anche la produzione culturale risente di queste differenze.Un popolo che preferisce i romanzi piuttosto che i saggi politici,o viceversa.Quindi anche in questo senso X dovrà con il tempo specializzarsi 
nella vendita di prodotti atti a soddisfare le esigenze del luogo e "popolo" nel quale si trova. 
Il mercato delle monete antiche poi subisce un altro decremento che è il contrario di incremento o crescita.Questo si manifesta poichè le monete antiche attirano una clientela che ha già una collezione personale 
consolidata nel tempo,rispetto ad una clientela nuova,che preferisce spendere i soldi nell'acquisto di cd musicali ,libri erotici o magari macchine per spremere le arance. 
Entra in gioco oltre al fattore cultura,il fattore spendibilità e risorse economiche.In tempi di crisi tutto il mercato è soggetto a svalutazione e decrescita delle vendite dei suoi prodotti,tanto più un mercato elitario,ma che anche a livello di elite deve sforzarsi sempre più 
ad incontrare le esigenze della elite competente in questo caso i ricchi collezionisti.
Ma questo a quanto pare non è poi tanto il problema di X che ha ereditato la collezione di non altissimo valore,e che sfrutta il suo tempo libero dal lavoro per venderla o meglio smaltirla. 
Ma allo stesso tempo la cosidetta crisi capitalistica e economica non permette ad X nemmeno di "smaltire" quell'insieme di collezione ereditata,perchè le persone attratte dall'argomento magari non vogliono addirrittura spendere per l'acquisto di un bene volluttario. 
Come non spenderebbero nell'acquisto di un macchinario per spremere le arance,sapendo di poterne comprare uno nuovo e funzionante nei supermarket. 
In tal senso X pur "essendo sfruttato dal tempo che scorre" ha fatto una scelta ben più furba di chi vende macchinari usati per spremere arance,in quanto si dedica ad un mercato specializzato,pur con tutti i pregi e difetti di questo mercato. 
Perchè vendere macchinari usati per spremere arance e più difficoltoso per l'uomo del mercatino rionale,rispetto al commesso del grande supermercato,ammesso che esista nel grande supermercato (e questo fatto non è da tenere in seconda considerazione)un impiegato o commesso adetto al reparto 
della vendita di macchinari spremitori.Tuttalpiù la enorme vendita di questi macchinari magari in una zona ricca di arance,ha fatto si che il propietario del grande supermarket abbia addirittura rinunciato ad impiegare dei ragazzi nella vendita e specificazione delle funzioni di tal prodotto ormai diventato 
un prodotto di massa che non conosce crisi. 
Lo spremi arance e lo stuzzicadenti 
Lo spremi arance però potrebbe essere prodotto all'estero,perchè ci sono maggiori vantaggi competitivi nel fabbricarlo,come il minor costo del lavoro,la de-sindacalizzazione,o magari come accadeva un tempo prima degli effetti della delocalizzazione verso l Asia,essere prodotto come i videoregistratori in Usa o Germania perchè 
prodotti da aziende con più alto contenuto e professionalità tecnologica e più concorrenziale o migliore a livello tecnlogico della produzione greca,spagnola o italiana. 
Anche in questo senso siamo davanti a una specializzazione che comunque risentirebbe ancora di un mercato ristretto rispetto alla ampiezza del mercato odierno,se fosse ristretta solo alla concorrenza del mercato dei paesi produttori occidnetali. 
Ma il concetto di iper-specializzazione si riflette molto meglio in un altro esempio che è quello della produzione di stuzzicadenti,che è ormai in mano sopprattutto alle ditte cinesi e dell'est. 
Una grande produzione che non risente mai di de-crescita nell'esportazione e nella vendita,quindi tra le spese degli acquirenti,ma che potrebbe risentire di una decrescita vistosa solo in vista di fenomeni come grandi cambi di paradigmi o grandi balzi in avanti,magari in una società che imponesse o dove senza imposizione si 
manfiestasse l'intenzione della maggioranza di consumare solo bevande proteiche senza mangiare nessun alimento i cui pezzi possano restare incastrati tra i denti.Una ipotesi assurda,ma che è alla base del concetto capitalistico di specializzazione. 
Infatti il capitalismo propone una iper-specializzazione,che significa una specializzazione ulteriore,nel progettare pongo l'ipotesi:cibi che non rimangano incastrati tra i denti,od un nuovo modo di pulire i denti,quindi un nuovo aggeggio per pulire i denti che sostituisca lo stuzzicadenti e sia vendibile a prezzi concorrenziali nel mercato libero mondiale. 
E' possibile una cosa del genere nel medio periodo?Certo dipende dalle capacità di innovazione,ma nel frattempo la società sviluppata vedra rapidamente de-crescere il consumo di beni non legati alle abitudini o bisogni quotidiani come lo spremi arancee e lo stuzzicadenti,magari beni come il cd,il libro o la "moneta antica",che molti di noi cittadini fanno fatica 
a smaltire nei mercatini rionali per comprare quei beni per l'uso quotidiano che costano poco a livello di produzione,con un mercato enorme e de-sindacalizzato,ma che costano sempre di più a
noi cittadini per colpa dell'inflazione che è quel rapporto non in sintonia nel caso italiano,tra produzione e consumo della sfera pubblica ovvero le spese statali,del ceto politico, 
fino alla spesa in welfare,e le entrate del cittadino comune,che perde sempre più la stessa capacità di inserirsi nel mondo del lavoro,perchè le produzioni che richiedevano una bassa specializzazione come la produzione di stuzzicadenti,sono state snobbate dalla ricerca di produzione di prodotti ad alta specializzazione che però può permettersi di acquistare solo un elite privilegiata,come le 
automobili superaccessoriate ad alto contenuto tecnologico. 
Il mercato diventa sempre più quindi di lusso e dedicato ad una elite privilegiata che comunque è in difficoltà per via della tassazione crescente dello stato verso i ricchi,per mantenere uno stato assistenziale le cui spese crescono sempre di più (altro che liberismo,più cresce il mercato libero più crescono le spese assistenziali),fino ad arrivare alla crescita dei prezzi di beni di consumo quotidiano come 
lo stuzzicadenti,il lavoro viene sempre più privatizzato e de-sindacalizzato,ma allo stesso tempo per via delle pressioni dei sindacati non riesce a far produrre lo stesso quantitativo a basso costo agli operai italiani greci o inglesi rispetto agli operai cinesi.Si è in una via di mezzo tra capitalismo e socialismo di stato,fattore analizzato bene anche dall'Ex Presidente del consiglio Ugo La Malfa. 
Tutto questo marasma direte voi a ragione,sulla "punta" di uno stuzzicadenti. 
EDOARDO BUSO

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  • 1. L'IPER SPECIALIZZAZIONE DEL CAPITALISMO Voglio iniziare un percorso di approfondimento della crisi attuale con qualche vignetta matematica atta a spiegare in modo più chiaro quale sia stato il percorso della attuale crisi internazionale. Dappertutto si parla di specializzare i giovani,farli studiare e laureare,fino al problema dello sviluppo dell'alta tecnologia industriale e ingegneristica che dovrebbe sopperire all'impatto della cosidetta paccottiglia prodotta dai paesi dell'est e dalla Cina che produce concorrenza al mondo occidentale. Entrano in gioco diversi fattori politici economici e sociali come il basso costo del lavoro dell'operaio cinese rispetto alla sindacalizzazione dell'operaio italiano,greco,spagnolo o statunitense,tuttavia vanno rimessi i concetti al loro posto proprio analizzando il problema creato dalla crisi dell'iperconcorrenza ritornando proprio agli albori di questa crisi di iperconcorrenza.Di cui riscontriamo gli inizi nell'epopea dell'applicazione del saggio di
  • 2. David Riccardo sulla specializzazione delle nazioni. Parto da un esempio concreto. X è un venditore ambulante che va ai mercatini rionali a vendere oltre a libri usati,monete antiche. E' venuto in possesso di queste monete antiche un tempo appartenute alla collezione paterna.Alcune di queste monete hanno un discreto valore in quanto internazionali, altre hanno un valore ben scarso anche se allo stesso tempo internazionali.Un collezionista può dare il giusto valore a queste monete. Il pubblico variopinto dei frequentatori dei mercatini rionali fa si che chi acquista monete vendute da X sia una piccolissima percentuale degli stessi frequentatori che preferiscono comprare magari macchine per spremere le arance ecc.Alcune monete sono vendute a questi collezionisti o curiosi al prezzo che valgono,cioè non molto in quanto non hanno un alto valore collezionabile.altre hanno un valore medio e potrebbero essere vendute,ma nel caso siano esse vendute incombe il fattore probabilità. Infatti la probabilità di venderle all'interno di quella già ristretta cerchia di acquirenti che frequentano i mercatini rionali in cerca di monete antiche è di per se ancora più bassa di almeno un 20 per cento. Per il motivo che la cerchia del 30 per cento che ipotizziamo frequentare i mercatini rionali per acquistare monete antiche rispetto a libri o macchine per spremere le arance è inferiore se "specializzata" se cioè la collezione di questi collezionisti è molto ampia,e non è agli inizi,cioè se la collezione e l'hobby di essi è consolidato nel tempo,e non riguarda l'acquisto di pezzi per iniziare la collezione,ma la ricerca dell'esemplare da inserire nella collezione. Fatto questo discorso,X ha due strade.O frequentare il mercatino rionale con la sua bancherella solo per vendere monete antiche,o vendere altri prodotti come i libri che possono acquisire un mercato più ampio. Entra in gioco oltre al fattore spese,che è irrisorio in un mercatino rionale rispetto alle spese sostenute da un negoziante che non riesce a vendere le stesse monete o gli stessi libri perchè il negoziante deve pagare un affitto,luce e servizi igienici. Ma entra in gioco sopprattutto il fattore tempo,che è cumulabile solo se si vede una prospettiva di vendita e di ricavo almeno da coprire il tempo di acquisto degli acquirenti. Sempre guardando al fattore tempo è molto meglio che X oltre alle monete antiche venda anche libri,nel settore libri può avere un pubblico più variegato,con una percentuale del 10 per cento più allargata.Ma non molto Perchè anche la vendita di libri come allo stesso tempo la vendita di macchine per spremere le arance,è legata alla storicità ed alle usanze o costumi del luogo in cui ci si trova.Per esempio in India sarebbe più difficile vendere latte di mucca per il basso consumo di latte dei popoli asiatici rispetto all'alto consumo del popolo austriaco. Anche la produzione culturale risente di queste differenze.Un popolo che preferisce i romanzi piuttosto che i saggi politici,o viceversa.Quindi anche in questo senso X dovrà con il tempo specializzarsi nella vendita di prodotti atti a soddisfare le esigenze del luogo e "popolo" nel quale si trova. Il mercato delle monete antiche poi subisce un altro decremento che è il contrario di incremento o crescita.Questo si manifesta poichè le monete antiche attirano una clientela che ha già una collezione personale consolidata nel tempo,rispetto ad una clientela nuova,che preferisce spendere i soldi nell'acquisto di cd musicali ,libri erotici o magari macchine per spremere le arance. Entra in gioco oltre al fattore cultura,il fattore spendibilità e risorse economiche.In tempi di crisi tutto il mercato è soggetto a svalutazione e decrescita delle vendite dei suoi prodotti,tanto più un mercato elitario,ma che anche a livello di elite deve sforzarsi sempre più ad incontrare le esigenze della elite competente in questo caso i ricchi collezionisti.
  • 3. Ma questo a quanto pare non è poi tanto il problema di X che ha ereditato la collezione di non altissimo valore,e che sfrutta il suo tempo libero dal lavoro per venderla o meglio smaltirla. Ma allo stesso tempo la cosidetta crisi capitalistica e economica non permette ad X nemmeno di "smaltire" quell'insieme di collezione ereditata,perchè le persone attratte dall'argomento magari non vogliono addirrittura spendere per l'acquisto di un bene volluttario. Come non spenderebbero nell'acquisto di un macchinario per spremere le arance,sapendo di poterne comprare uno nuovo e funzionante nei supermarket. In tal senso X pur "essendo sfruttato dal tempo che scorre" ha fatto una scelta ben più furba di chi vende macchinari usati per spremere arance,in quanto si dedica ad un mercato specializzato,pur con tutti i pregi e difetti di questo mercato. Perchè vendere macchinari usati per spremere arance e più difficoltoso per l'uomo del mercatino rionale,rispetto al commesso del grande supermercato,ammesso che esista nel grande supermercato (e questo fatto non è da tenere in seconda considerazione)un impiegato o commesso adetto al reparto della vendita di macchinari spremitori.Tuttalpiù la enorme vendita di questi macchinari magari in una zona ricca di arance,ha fatto si che il propietario del grande supermarket abbia addirittura rinunciato ad impiegare dei ragazzi nella vendita e specificazione delle funzioni di tal prodotto ormai diventato un prodotto di massa che non conosce crisi. Lo spremi arance e lo stuzzicadenti Lo spremi arance però potrebbe essere prodotto all'estero,perchè ci sono maggiori vantaggi competitivi nel fabbricarlo,come il minor costo del lavoro,la de-sindacalizzazione,o magari come accadeva un tempo prima degli effetti della delocalizzazione verso l Asia,essere prodotto come i videoregistratori in Usa o Germania perchè prodotti da aziende con più alto contenuto e professionalità tecnologica e più concorrenziale o migliore a livello tecnlogico della produzione greca,spagnola o italiana. Anche in questo senso siamo davanti a una specializzazione che comunque risentirebbe ancora di un mercato ristretto rispetto alla ampiezza del mercato odierno,se fosse ristretta solo alla concorrenza del mercato dei paesi produttori occidnetali. Ma il concetto di iper-specializzazione si riflette molto meglio in un altro esempio che è quello della produzione di stuzzicadenti,che è ormai in mano sopprattutto alle ditte cinesi e dell'est. Una grande produzione che non risente mai di de-crescita nell'esportazione e nella vendita,quindi tra le spese degli acquirenti,ma che potrebbe risentire di una decrescita vistosa solo in vista di fenomeni come grandi cambi di paradigmi o grandi balzi in avanti,magari in una società che imponesse o dove senza imposizione si manfiestasse l'intenzione della maggioranza di consumare solo bevande proteiche senza mangiare nessun alimento i cui pezzi possano restare incastrati tra i denti.Una ipotesi assurda,ma che è alla base del concetto capitalistico di specializzazione. Infatti il capitalismo propone una iper-specializzazione,che significa una specializzazione ulteriore,nel progettare pongo l'ipotesi:cibi che non rimangano incastrati tra i denti,od un nuovo modo di pulire i denti,quindi un nuovo aggeggio per pulire i denti che sostituisca lo stuzzicadenti e sia vendibile a prezzi concorrenziali nel mercato libero mondiale. E' possibile una cosa del genere nel medio periodo?Certo dipende dalle capacità di innovazione,ma nel frattempo la società sviluppata vedra rapidamente de-crescere il consumo di beni non legati alle abitudini o bisogni quotidiani come lo spremi arancee e lo stuzzicadenti,magari beni come il cd,il libro o la "moneta antica",che molti di noi cittadini fanno fatica a smaltire nei mercatini rionali per comprare quei beni per l'uso quotidiano che costano poco a livello di produzione,con un mercato enorme e de-sindacalizzato,ma che costano sempre di più a
  • 4. noi cittadini per colpa dell'inflazione che è quel rapporto non in sintonia nel caso italiano,tra produzione e consumo della sfera pubblica ovvero le spese statali,del ceto politico, fino alla spesa in welfare,e le entrate del cittadino comune,che perde sempre più la stessa capacità di inserirsi nel mondo del lavoro,perchè le produzioni che richiedevano una bassa specializzazione come la produzione di stuzzicadenti,sono state snobbate dalla ricerca di produzione di prodotti ad alta specializzazione che però può permettersi di acquistare solo un elite privilegiata,come le automobili superaccessoriate ad alto contenuto tecnologico. Il mercato diventa sempre più quindi di lusso e dedicato ad una elite privilegiata che comunque è in difficoltà per via della tassazione crescente dello stato verso i ricchi,per mantenere uno stato assistenziale le cui spese crescono sempre di più (altro che liberismo,più cresce il mercato libero più crescono le spese assistenziali),fino ad arrivare alla crescita dei prezzi di beni di consumo quotidiano come lo stuzzicadenti,il lavoro viene sempre più privatizzato e de-sindacalizzato,ma allo stesso tempo per via delle pressioni dei sindacati non riesce a far produrre lo stesso quantitativo a basso costo agli operai italiani greci o inglesi rispetto agli operai cinesi.Si è in una via di mezzo tra capitalismo e socialismo di stato,fattore analizzato bene anche dall'Ex Presidente del consiglio Ugo La Malfa. Tutto questo marasma direte voi a ragione,sulla "punta" di uno stuzzicadenti. EDOARDO BUSO