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Le esportazioni dell’Italia
                                                                         (miliardi di euro; somma ultimi dodici mesi)
                                                            450
                                                            400
                                                            350
                                                            300
                                                            250
                                                            200
                                                            150
                                                            100
                                                             50
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                                                                  lug-01

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                                                                  lug-03

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                                                                  gen-01

                                                                  gen-02

                                                                  gen-03

                                                                  gen-04

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                                                                  gen-08

                                                                  gen-09

                                                                  gen-10




                                                                  gen-12
                                                                  gen-11

                                                                                      Mondo       Ue 27   Extra Ue 27

                                                           Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat




                              Per effetto della recessione, in termini reali, il reddito disponibile delle famiglie italiane
                              è oggi pari a quello che era alla metà dell’anno Duemila. Ad attenuare le ripercussioni
                              economiche e sociali della crisi interviene il risparmio accumulato negli anni e dalle
                              generazioni passate. Al primo trimestre del 2012 la ricchezza finanziaria delle
                              famiglie italiane ammonta a 3.555 miliardi di euro. Sottratti i debiti e rapportata al
                              reddito, la ricchezza netta delle famiglie continua a mostrare in Italia uno dei valori più
                              elevati tra i paesi dell’Area euro.
                              Negli ultimi mesi le esportazioni dell’Italia hanno inviato segnali di rallentamento. Le
                              vendite all’interno della Ue hanno smesso di crescere, mentre quelle negli altri paesi

       41                     hanno continuato ad aumentare, sebbene più lentamente. Nella prima parte del 2012,
                              il traino è venuto dalle economie avanzate, in particolare Stati Uniti, Svizzera e
                              Giappone, oltre che dai paesi OPEC. Le esportazioni in Cina sono, invece, scese di
12 novembre                   oltre il 10%, risultato di un brusco calo nelle vendite di macchinari. Questi nuovi
                              andamenti non sono il risultato di un cambiamento strutturale dell’economia cinese
        2012                  verso maggiori consumi, quanto soprattutto il frutto di particolarità specifiche del
                              nostro Paese.

Direttore responsabile:
Giovanni Ajassa
tel. 0647028414                  Banca Nazionale del Lavoro – Gruppo BNP Paribas
giovanni.ajassa@bnlmail.com      Via Vittorio Veneto 119 - 00187 Roma
                                 Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/2002 del 9/4/2002
                                  Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca.
12 novembre 2012
                                                                             setesettembresette
                                                                             SettsettembreAgost
                                                                             o 2008


Editoriale: Risparmio, ricchezza e investimenti
G. Ajassa  06-47028414 giovanni.ajassa@bnlmail.com



                             Reddito disponibile delle famiglie italiane
                                      (miliardi di euro; in termini reali)
                   255.000


                   250.000


                   245.000


                   240.000


                   235.000


                   230.000


                   225.000


                   220.000


                   215.000


                   210.000


                   205.000


                   200.000
                              1999 I
                              1999 II
                             1999 III
                             1999 IV
                              2000 I
                              2000 II
                             2000 III
                             2000 IV
                              2001 I
                              2001 II
                             2001 III
                             2001 IV
                              2002 I
                              2002 II
                             2002 III
                             2002 IV
                              2003 I
                              2003 II
                             2003 III
                             2003 IV
                              2004 I
                              2004 II
                             2004 III
                             2004 IV
                              2005 I
                              2005 II
                             2005 III
                             2005 IV
                              2006 I
                              2006 II
                             2006 III
                             2006 IV
                              2007 I
                              2007 II
                             2007 III
                             2007 IV
                              2008 I
                              2008 II
                             2008 III
                             2008 IV
                              2009 I
                              2009 II
                             2009 III
                             2009 IV
                              2010 I
                              2010 II
                             2010 III
                             2010 IV
                              2011 I
                              2011 II
                             2011 III
                             2011 IV
                              2012 I
                              2012 II
                   Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su Istat


Per effetto della recessione, nei quattro anni che vanno dalla metà del 2008 alla metà
del 2012 il reddito disponibile delle famiglie italiane, valutato al netto dell’inflazione, è
sceso di nove punti percentuali. In termini reali, il potere d’acquisto degli italiani è pari a
quello che era alla metà dell’anno Duemila. Siamo tornati indietro di dodici anni. Oltre
ai valori deflazionati, scendono anche i redditi nominali. Moltiplicando per quattro il dato
Istat del secondo trimestre si ottiene che il valore annuo del reddito disponibile delle
famiglie italiane, al lordo dell’inflazione, è oggi pari a 1.039 miliardi di euro. Quattro
anni fa, all’inizio della recessione, lo stesso valore era pari a 1.069 miliardi. Mancano
all’appello trenta miliardi. Mal contato, dividendo per i sessanta milioni di residenti, il
reddito disponibile pro-capite è oggi più basso di quello del 2008 di 500 euro a testa, il
tre per cento in meno su un valore medio annuo di circa diciassettemila euro.
Nella storia economica dell’Italia unita è difficile trovare un periodo di così intensa e
protratta caduta del reddito degli italiani. Prendendo come indicatore il valore reale del
PIL pro-capite, la flessione prodotta dalla successione tra le due recessioni iniziate nel
2008 e nel 2011 supera largamente le contrazioni degli anni Novanta e degli anni
Settanta dello scorso secolo. Rimane comunque inferiore alla caduta intervenuta nel
periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando il PIL pro-capite reale praticamente si
dimezzò nel volgere dei sei anni intercorrenti tra il 1939 e il 1945.
Ad attenuare le ripercussioni economiche e sociali della grave recessione è oggi
soprattutto il risparmio. Non tanto il nuovo risparmio, difficile da formare in tempi così
difficili, quanto il risparmio accumulato dalle generazioni passate. È la ricchezza delle
famiglie italiane che oggi, più di ogni altra risorsa, svolge un ruolo di essenziale
ammortizzatore economico e sociale.




                                                                                             2
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                                                                                               setesettembresette
                                                                                               SettsettembreAgost
                                                                                               o 2008


Al primo trimestre del 2012 la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ammonta a
3.555 miliardi di euro. Al netto di debiti che alla stessa data sono pari a 832 miliardi, la
ricchezza netta degli italiani si colloca intorno ai 2,7 trilioni di euro. Rispetto a quattro
anni fa c’è un calo che supera i duecento miliardi di euro e che si avvicina all’otto per
cento del totale. Nondimeno, nonostante le riduzioni dovute alle recessioni e alla crisi,
la ricchezza finanziaria a disposizione delle famiglie italiane rimane significativamente
più alta rispetto a quanto rilevato in altri paesi europei. La ricchezza finanziaria netta –
quindi, debiti finanziari e componente immobiliare esclusa – vale 2,4 volte il reddito
disponibile delle famiglie in Italia contro solo 1,1 volte in Spagna e 1,8 volte in
Germania, 2 volte in Francia e 1,9 volte nella media dell’Area euro.


                           Ricchezza finanziaria netta delle famiglie
                                    (anno 2011; in rapporto al reddito disponibile)


                                                                                       2,4


                                                                       2,0
                                                           1,9
                                             1,8




                            1,1




                           Spagna          Germania     Area euro    Francia          Italia

                      Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su Banca d’Italia


Risparmio e ricchezza sono risorse essenziali per gettare un ponte tra le difficoltà
odierne e la ripresa futura. Esattamente venti anni orsono, in un suo intervento in
occasione della Giornata Mondiale del Risparmio del 1992, Carlo Azeglio Ciampi
affermava che “la scelta del risparmiare (…) rappresenta la spinta a guardare oltre il
presente, a precostituire, non solo per se stessi, ma per i propri figli, per le generazioni
future, per la società civile condizioni di sicurezza.”1 Oggi precostituire condizioni di
sicurezza per l’economia e la società vuol dire soprattutto contribuire attivamente al
ritorno della crescita.
La priorità della crescita, senza cui non può esservi vera stabilità, è una tensione a cui
volgere sempre più il nuovo risparmio e le forme di investimento della ricchezza
accumulata nel passato. Aprendo il suo intervento per la celebrazione della Giornata
Mondiale del Risparmio del 2012 nei giorni scorsi il Governatore della Banca d’Italia
Ignazio Visco ha sostenuto che il risparmio è materia prima fondamentale per lo
sviluppo equilibrato di un paese in quanto “permette di finanziare gli investimenti senza


1
    Carlo Azeglio Ciampi, Intervento alla celebrazione della 68° Giornata Mondiale del Risparmio, Banca
    d’Italia, 31 ottobre 1992.




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                                                                                                                                           SettsettembreAgost
                                                                                                                                           o 2008


che ne risultino sbilanci nei conti con l’estero”2. Riannodare i legami fra il risparmio e la
ricchezza delle famiglie e gli investimenti produttivi rappresenta oggi una sfida cruciale.
Gli investimenti fissi lordi delle imprese sono infatti la componente del PIL che accusa
la caduta più forte dal 2008. Il rilancio degli investimenti è condizione necessaria per il
recupero della produttività e della competitività. Rilanciare gli investimenti passa anche
attraverso un coinvolgimento maggiore e più diretto della ricchezza delle famiglie nel
sostegno a quel segmento di imprese italiane capaci di innovare e di crescere sui
mercati mondiali. Al primo trimestre di quest’anno la porzione investita in azioni quotate
dei 3.555 miliardi di euro di ricchezza delle famiglie italiane ammontava ad appena 63
miliardi, meno del due per cento. Forse è un po’ poco.


                                Attività finanziarie delle famiglie italiane
                                                            (2012 I; miliardi di euro)
                           1.126




                                                          698                                                          682

                                                                         591




                                                                                                        223
                                                                                                                                   146
                                                                                         63
                                           26

                         Depositi e   Obbligazioni a Obbligazioni a Partecipazioni Azioni quotate Quote di fondi Riserve tec. di   Altro
                          liquidità      breve         m/lungo       non quotate soc. residenti     comuni       assicurazione
                                                       termine


                       Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su Banca d’Italia




2
    Ignazio Visco, Intervento alla celebrazione della 88° Giornata Mondiale del Risparmio, Banca d’Italia, 31
    ottobre 2012.




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                                                                         SettsettembreAgost
                                                                         o 2008


L’export italiano in continuo cambiamento
P. Ciocca  06-47028431 – paolo.ciocca@bnlmail.com
Dopo aver sostenuto la ripresa sia nel 2010 sia nella prima parte del 2011, ed
aver poi attenuato la flessione dell’economia durante questa nuova recessione,
le esportazioni italiane hanno cominciato ad inviare segnali di rallentamento. Le
vendite all’interno della Ue hanno smesso di crescere, mentre quelle negli altri
paesi continuano ad aumentare, sebbene più lentamente.
Guardando al di fuori della Ue, emergono novità di particolare interesse. Tra
gennaio e giugno del 2012, le vendite italiane nei paesi BRIC sono scese del
2,3%, penalizzate dalla brusca flessione delle esportazioni in Cina e in India. Nei
primi mesi dell’anno, il traino è venuto dalle economie avanzate, in particolare
Stati Uniti, Svizzera e Giappone, oltre che dai paesi OPEC.
Sono diverse le motivazioni dietro queste nuove evoluzioni. Negli Stati Uniti
crescono le vendite di macchinari, come anche quelle di prodotti tessili. Nei
paesi OPEC le esportazioni sono trainate dalle vendite di mezzi di trasporto e da
quelle di prodotti alimentari, mentre in Svizzera il successo dell’Italia nasce nel
settore dei metalli preziosi.
Diversa la storia della Cina. Il calo delle vendite italiane è il risultato di una
brusca flessione delle esportazioni di macchinari, solo in parte compensata
dall’aumento nel settore del tessile. Questi nuovi andamenti non sono, però, solo
il risultato del cambiamento strutturale dell’economia cinese verso maggiori
consumi, o di una minore domanda proveniente dalla Cina, quanto anche il frutto
di particolarità specifiche del nostro Paese.

Export extra Ue: scende la Cina, salgono gli Stati Uniti
Guardando l’andamento delle componenti del Pil negli ultimi anni emerge con
chiarezza il sostegno fornito dalle esportazioni alla crescita economica in Italia. Dopo la
brusca flessione registrata durante la recessione 2008-09, le vendite all’estero hanno
trainato la debole ripresa sia nel 2010 sia nella prima parte del 2011, per poi contenere
la flessione durante questa nuova recessione. Analizzando l’andamento trimestrale
delle vendite all’estero, emerge, però, un sensibile rallentamento. Nel 2010, la crescita
trimestrale media delle esportazioni era risultata superiore al 3%, nel 2011 era scesa
sotto l’1%, nei primi sei mesi dell’anno in corso è risultata addirittura negativa per 0,4
punti percentuali.
Il rallentamento delle esportazioni segnalato dai conti nazionali viene confermato dai
dati della bilancia commerciale, che incorporano non solo le variazioni delle quantità,
ma anche l’andamento dei prezzi. Il tasso di crescita delle vendite all’estero è passato
dal +15,6% del 2010, al +11,4% del 2011, per poi scendere al +4,2% nei primi sei mesi
dell’anno in corso. Il rallentamento sta interessando prevalentemente le esportazioni
all’interno della Ue, rimaste invariate nel confronto con il periodo gennaio-giugno del
2011, mentre le vendite al di fuori della Ue stanno continuando a crescere, sebbene
più lentamente di quanto accaduto negli anni precedenti (+9,9% nei primi sei mesi del
2012 a fronte del +14,9% del 2011). Il peso dei paesi al di fuori della Ue è
ulteriormente cresciuto, raggiungendo tra gennaio e giugno il 45%, dal 42,7% dello
stesso periodo del 2011. Limitando l’analisi ai due aggregati, Ue ed extra Ue, i dati sul
commercio internazionale sembrerebbero semplicemente rappresentare quanto sta
accadendo a livello di singole economie nazionali: peggiorano le condizioni dei paesi
europei, tengono, sebbene con segnali di incertezza, quelle dei paesi al di fuori della




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                                                                                                                                                                              SettsettembreAgost
                                                                                                                                                                              o 2008


 Ue. Passando dai due aggregati ai singoli paesi emergono, però, novità di rilievo.

                    Le esportazioni dell’Italia                                                                     Le esportazioni dell’Italia per paese
        (miliardi di euro; somma ultimi dodici mesi)                                                                                 (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011)
450                                                                                                                 OPEC
400                                                                                                             Giappone
350                                                                                                             Stati Uniti
                                                                                                                 Svizzera
300
                                                                                                              Regno Unito
250                                                                                                                Russia
200                                                                                                                Brasile
                                                                                                                   Mondo
150
                                                                                                                Germania
100                                                                                                               Francia
 50                                                                                                                   BRIC
                                                                                                                  Spagna
  0
                                                                                                                     India
      lug-01

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      gen-10




      gen-12
      gen-11
                                                                                                                      Cina
                              Mondo          Ue 27        Extra Ue 27                                                         -15      -10          -5          0       5       10          15          20        25                        30

Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat                                                          Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat


 L’andamento delle esportazioni nei 27 paesi europei rispecchia le condizioni delle
 singole economie. Rallentano fino quasi a fermarsi le vendite in Francia e Germania,
 crescono quelle nel Regno Unito, favorite dalle maggiori spese legate ai Giochi
 Olimpici, si riducono le esportazioni in Spagna.

        Le esportazioni dell’Italia in Cina                                                                   Le esportazioni dell’Italia nei paesi BRIC
                                          (var. %)                                                                                                  (quota sul totale)
50                                                                                                            8,0
                                                                                                              7,5
40
                                                                                                              7,0
30                                                                                                            6,5
                                                                                                              6,0
20
                                                                                                              5,5
10
                                                                                                              5,0

 0                                                                                                            4,5
                                                                                                              4,0
-10
                                                                                                              3,5
-20                                                                                                           3,0
                                                                                                                     2001

                                                                                                                              2002

                                                                                                                                     2003

                                                                                                                                             2004

                                                                                                                                                         2005

                                                                                                                                                                2006

                                                                                                                                                                       2007

                                                                                                                                                                              2008

                                                                                                                                                                                     2009

                                                                                                                                                                                                 2010




                                                                                                                                                                                                                                 gen.-giu. 2012
                                                                                                                                                                                                         2011
      2000

             2001

                     2002

                            2003

                                   2004

                                          2005

                                                 2006

                                                        2007

                                                               2008

                                                                        2009

                                                                               2010




                                                                                                                                                                                                                gen.-giu. 2011
                                                                                             gen.-giu. 2012
                                                                                      2011




Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat                                                          Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat


 Di particolare interesse, invece, quanto sta accadendo al di fuori della Ue. Questi paesi
 hanno rappresentato negli ultimi anni il motore delle esportazioni italiane, con tassi di
 crescita significativi, che hanno interessato prevalentemente le economie emergenti.
 Tra il 2009 e il 2011, le esportazioni nei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina)
 sono aumentate di circa il 50%. In valore l’incremento è prossimo ai 10 miliardi di euro,
 oltre il 10% della crescita complessiva delle vendite all’estero dell’Italia. Guardando agli
 ultimi dieci anni, l’incremento delle esportazioni nei paesi BRIC spiega quasi il 17%
 dell’aumento complessivo delle vendite italiane all’estero, con la quota sul totale più
 che raddoppiata dal 3,2% al 7,4% del 2011.
 Nei primi sei mesi dell’anno in corso, qualcosa è, però, cambiato. Le esportazioni
 italiane totali sono aumentate di quasi 8 miliardi di euro, incremento sempre




                                                                                                                                                                                                                                 6
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                                                                                                                                             SettsettembreAgost
                                                                                                                                             o 2008


 interamente attribuibile ai paesi al di fuori della Ue. Si sta, però, assistendo ad una
 significativa flessione delle vendite in Cina, paese che aveva visto crescere le
 esportazioni italiane anche nel 2009, l’anno peggiore della precedente recessione.
 Andamento simile ha interessato le esportazioni in India, mentre una crescita è stata
 registrata in Russia e in Brasile. Nell’insieme dei quattro paesi BRIC le esportazioni
 italiane sono scese del 2,3%. Tra gennaio e giugno, l’aumento delle vendite è venuto,
 quindi, prevalentemente dalla crescita nelle economie avanzate al di fuori della Ue, ed
 in particolare Stati Uniti, Svizzera e Giappone, alle quali si sono aggiunti i paesi OPEC.
 Vista l’importanza e la particolarità del cambiamento in corso diviene opportuno andare
 ad analizzare l’andamento delle esportazioni italiane nei singoli paesi interessati,
 evidenziandone l’evoluzione a livello settoriale.

 I macchinari trainano le esportazioni negli Stati Uniti
 Particolarmente interessante appare l’andamento delle vendite italiane negli Stati Uniti.
 Cresciute del 18,2% nei primi sei mesi del 2012, in valore hanno raggiunto i 13,6
 miliardi di euro, pari al 7% del totale delle esportazioni. La positiva performance delle
 vendite italiane emerge con chiarezza anche analizzando la bilancia commerciale
 statunitense. Secondo i dati del Bureau of Economic Analysis, le importazioni
 americane di merci sono aumentate nei primi otto mesi del 2012 del 4,7%. La crescita
 di quelle provenienti dall’Italia è risultata prossima al 10%, un ritmo sostanzialmente
 simile a quello registrato in Germania. La quota del nostro paese sul totale delle
 importazioni americane è leggermente aumentata, risultando pari all’1,6%.

 Le esportazioni italiane negli Stati Uniti                                                         Le importazioni degli Stati Uniti per
               per settori                                                                                        paese
                   (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011)                                                                   (gen.-ago. 2012/gen.-ago.2011)
                             Metalli                                                51,6        Giappone                                                                          21,6
                        Macchinari                                 29,0
                                                                                                  Brasile                                                             16,3
                Tessile, abb. e pelli                       20,2
                                                                                                Germania                                                  10,2
                           Chimica                         19,0
                              Totale                     18,2                                       Italia                                                9,8

Gomma e mat. plast., min. n. metal.                  15,4                                        Francia                                           7,1
                     Farmaceutica                   14,4                                            Cina                                           6,9
                Apparecchi elettrici              11,2
                                                                                                   Totale                                    4,7
                         Alimentare         6,8
                                                                                                  OPEC                            -3,8
                 Mezzi di trasporto         6,4
                         Elettronica        5,8                                                   Russia           -14,7

                                        0    10          20        30     40   50          60                -20      -15   -10    -5    0   5           10      15          20      25

Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat                                            Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati BEA


 A livello settoriale le esportazioni italiane negli Stati Uniti risultano concentrate nel
 comparto dei macchinari e in quello dei mezzi di trasporto, che insieme rappresentano
 circa il 40% del totale. Nei primi sei mesi del 2012, le vendite di macchinari negli Stati
 Uniti sono aumentate del 29%, a fronte di una crescita delle esportazioni totali dell’Italia
 nel settore inferiore al 4%, beneficiando dell’aumento degli investimenti non
 residenziali delle imprese americane. Meno robusta è apparsa la dinamica delle
 esportazioni di mezzi di trasporto, sebbene il tasso di crescita risulti quasi il triplo di
 quello relativo al settore nel suo complesso (rispettivamente +6,4% e +2,2%). Gli Stati
 Uniti rappresentano un mercato importante per il comparto dei mezzi di trasporto
 italiano, con una quota compresa tra il 10% e il 15% del totale delle esportazioni. È




                                                                                                                                                                                   7
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                                                                                                                                                          SettsettembreAgost
                                                                                                                                                          o 2008


  opportuno, però, ricordare come le vendite negli Stati Uniti si caratterizzino per
  un’elevata volatilità, essendo concentrate nel comparto delle navi e imbarcazioni e in
  quello degli aeromobili.
  Guardando agli altri settori, risultati interessanti sono stati conseguiti nel tessile,
  abbigliamento e pelli. Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite sono aumentate di oltre il
  20%, a fronte di un modesto +4,1% registrato dal settore nel totale mondo.
  Analizzando le esportazioni italiane negli Stati Uniti, deve infine essere ricordato il peso
  delle vendite di vino. Sebbene cresciute moderatamente nei primi sei mesi dell’anno,
  questo prodotto rappresenta il terzo per importanza dopo gli aereomobili e le navi.

  Svizzera, OPEC e Giappone: tre storie differenti
  Il positivo contributo alla crescita delle esportazioni italiane proveniente dalla Svizzera,
  dai paesi OPEC e dal Giappone ha origini differenti, da approfondire.
  Nei primi sei mesi del 2012, le esportazioni in Svizzera sono aumentate del 17%,
  superando gli 11 miliardi di euro. Negli ultimi dieci anni le vendite italiane in questo
  paese sono più che raddoppiate. La quota sul totale delle esportazioni ha raggiunto il
  5,8%, superando la Spagna, e divenendo il quarto mercato per i prodotti italiani dopo la
  Germania, la Francia e gli Stati Uniti. In valore, le esportazioni in Svizzera sono pari a
  oltre 2 volte quelle in Cina. Tra gennaio e giugno, questo paese spiega circa un quinto
  dell’aumento complessivo delle vendite all’estero del nostro Paese.

  Le esportazioni italiane in Svizzera per                                                            Le esportazioni italiane nei paesi OPEC
                  settori                                                                                                    (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011)
                         (gen.-giu. 2012; % del totale)
                        Altre attività      Altro   Alimentari, bevande         Tessile, abbigl. e
                       manifatturiere       3%           e tabacco                     pelli                       Mezzi di trasporto
                             8%                              4%                       14%
Mezzi di trasporto                                                                                                          Alimentari
       4%                                                                          Legno, carta e
                                                                                      stampa                                     Totale
                                                                                        2%
                                                                                                                                Metalli
Macchinari                                                                      Coke e prod. petr.
   6%                                                                                  3%             Gomma, plast., min. non metall.

                                                                                                                Tessile, abbigl. e pelli
Apparecchi elettrici                                                                      Chimica
       3%                                                                                   2%                                Chimica

                                                                                                                        Farmaceutica
                                                                                    Farmaceutica
      Elettronica
                                                                                        10%                                Elettronica
          5%
                                                                              Gomma, plast., prod.                         Macchinari
                                                              Altri metalli    lav. min. non metal.
                         Metalli prezioni                                                                         Apparecchi elettrici
                                                                   5%                   4%
                             27%
                                                                                                                                           -20   0   20   40   60   80   100   120

Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat                                                  Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat


  Da un punto di vista settoriale, le esportazioni in Svizzera risultano concentrate nel
  comparto dei metalli, pari a circa un terzo del totale. Questo paese rappresenta uno dei
  mercati di riferimento per l’Italia, assorbendo quasi il 15% del totale venduto all’estero.
  Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite in questo settore sono aumentate del 56,4%.
  Guardando all’interno di questo comparto, l’85% delle esportazioni in Svizzera sono
  rappresentate da metalli di base preziosi che, tra gennaio e giugno, hanno registrato
  un incremento delle vendite prossimo all’80%, a fronte del +31% relativo al totale delle
  esportazioni italiane della stessa tipologia di bene. In valore, l’aumento registrato dalle
  vendite di metalli preziosi in Svizzera è risultato pari a 1,3 miliardi di euro, oltre il 15%
  della crescita complessivamente registrata dalle esportazioni italiane tra gennaio e
  giugno. Nel comparto dei metalli preziosi la quota della Svizzera sul totale Italia




                                                                                                                                                                               8
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                                                                          SettsettembreAgost
                                                                          o 2008


raggiunge il 42%. Il forte aumento del valore delle vendite di metalli prezioni non è solo
l’effetto dell’incremento dei prezzi, ma rappresenta anche il risultato di una crescita
delle quantità vendute. Le quotazioni dell’oro hanno, ad esempio, registrato un
aumento del 14% nel confronto con i primi sei mesi dello scorso anno.
Per la crescita delle esportazioni, tra gennaio e giugno, significativo è risultato il ruolo
dell’OPEC. In questi paesi, le vendite sono aumentate del 24,1%. In valore
l’incremento è risultato pari a 2,1 miliardi di euro, oltre un quarto della crescita
complessiva delle esportazioni dell’Italia. La robusta dinamica nel confronto con l’anno
precedente è, però, anche il risultato della flessione che aveva interessato il 2011. A
livello settoriale, la crescita è stata trainata dal comparto dei mezzi di trasporto, con le
vendite di autoveicoli aumentate di oltre il 70%. Analizzando le esportazioni nei paesi
OPEC, emerge con chiarezza il peso del comparto dei macchinari. Nonostante una
dinamica non particolarmente sostenuta, nei primi sei mesi dell’anno, le vendite in
questo settore hanno superato i 3 miliardi di euro. Di interesse anche l’aumento che ha
riguardato le esportazioni di prodotti alimentari e bevande, con una crescita
significativa per i prodotti da forno (+29,8%) e per la frutta e gli ortaggi (+28,1%).
Il forte aumento delle esportazioni in Giappone, il cui peso sul totale dell’Italia rimane
comunque contenuto, è, invece, prevalentemente il risultato dell’aumento nel settore
farmaceutico e in quello del tessile. Le vendite in Giappone di articoli di abbigliamento
italiani sono aumentate del 20,8%, superando i 330 milioni di euro.

Meno macchinari, più tessile nelle esportazioni in Cina
Negli ultimi anni la Cina ha rappresentato uno dei motori della crescita delle
esportazioni italiane. Dal 2000, il valore delle vendite è aumentato di quattro volte. Il
peso sul totale è cresciuto, mantenendosi comunque contenuto, e pari al 2,7% nel
2011. A livello settoriale, le esportazioni italiane in Cina risultano particolarmente
concentrate. Durante lo scorso anno le vendite di macchinari hanno superato i 4,5
miliardi di euro, rappresentando il 45% del totale. In Cina viene venduto il 6,6% dei
macchinari esportati dal nostro Paese. Anche l’importanza del tessile è cresciuta, con
un valore delle vendite che ha superato il miliardo di euro, e una quota pari all’11,4%.
I dati relativi alla prima parte del 2012 mostrano, però, un sensibile cambiamento nei
rapporti commerciali tra la Cina e il nostro Paese. Le esportazioni italiane sono scese
dell’11,6%. La quota sul totale delle vendite all’estero si è ridotta di 0,4 punti
percentuali, scendendo al 2,3%. A livello settoriale, ha pesato il calo superiore al 25%
nelle vendite di macchinari. Tra gennaio e giugno, le esportazioni in questo comparto
sono risultate pari a 1,8 miliardi di euro, dai 2,4 miliardi dei primi sei mesi dello scorso
anno. Nel confronto con la prima parte del 2011, il peso dei macchinari si è ridotto dal
47,8% al 40%. In questo settore, l’andamento delle vendite in Cina appare in contrasto
con quanto accade nel resto del mondo. Le esportazioni italiane di macchinari,
sebbene in rallentamento, hanno proseguito a crescere anche nella prima parte
dell’anno (+4%). È opportuno sottolineare come già nel 2011 le esportazioni di
macchinari in Cina avessero rallentato, con una crescita del +11%, dal +36% dell’anno
precedente.
Sull’andamento delle vendite italiane in Cina hanno pesato, inoltre, le flessioni sia nel
settore degli apparecchi elettrici (-26,8%) sia in quello dei mezzi di trasporto (-8,9%). Il
calo è stato, invece, contenuto dal comparto del tessile, abbigliamento e pelli, che ha
registrato un incremento prossimo al 18%, a fronte di un tasso di sviluppo solo di poco
superiore al 4% relativo alle esportazioni del settore a livello mondo. Le vendite in Cina
hanno tratto beneficio dalla forte crescita che ha interessato il comparto delle calzature




                                                                                          9
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                                                                                                                                                                                                                                                        SettsettembreAgost
                                                                                                                                                                                                                                                        o 2008


 (+74,2%) e quello dell’abbigliamento (+41,7%).

          Le esportazioni italiane in Cina per                                                                                                                                                          Le esportazioni italiane in Cina nel
                       settori                                                                                                                                                                                  settore del tessile
                                         (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011)                                                                                                                                               (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011)
                                           Alimentari                                                                                                                                                          Articoli di maglieria
                   Tessile, abbigl. e pelli
                                                                                                                                                                                                                         Calzature
                                   Farmaceutica
                                              Chimica                                                                                                                                             Abbigliamento, escluso pelliccia

                                         Elettronica
                                                                                                                                                                                                               Filati di fibre tessili
Gomma, plast., min. non metall.
                                                                                                                                                                                                                              Totale
                          Mezzi di trasporto
                                                   Totale                                                                                                                                                                    Tessuti
                                                  Metalli
                                                                                                                                                                                                  Cuoio, articoli da viaggio, borse
                                         Macchinari
                        Apparecchi elettrici                                                                                                                                                            Abbigliamento in pelliccia

                                                                -30                   -20                  -10                     0                   10                   20               30                                          -20   0   20     40       60        80   100

Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat                                                                                                                                              Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat


 L’andamento delle esportazioni italiane in Cina nei primi sei mesi del 2012
 sembrerebbe essere rappresentativo dei primi effetti di quel processo di cambiamento
 atteso per l’economia cinese, caratterizzato da una perdita di importanza degli
 investimenti a fronte di un maggior peso dei consumi. Tale evoluzione porterebbe ad
 una minore domanda di macchinari ed una maggiore richiesta di beni di consumo.

                Le esportazioni italiane in Cina e                                                                                                                                                Le esportazioni in Cina della Germania e
                    l’import totale della Cina                                                                                                                                                                    dell’Italia
                        (miliardi di dollari; somma dodici mesi)                                                                                                                                               (miliardi di dollari; somma dodici mesi)
14                                                                                                                                                                                       2.000    16                                                                                    80
13                                                                                                                                                                                       1.800
12                                                                                                                                                                                                14                                                                                    70
11                                                                                                                                                                                       1.600
                                                                                                                                                                                                  12                                                                                    60
10                                                                                                                                                                                       1.400
 9                                                                                                                                                                                                10                                                                                    50
 8                                                                                                                                                                                       1.200
 7                                                                                                                                                                                       1.000     8                                                                                    40
 6                                                                                                                                                                                       800
 5                                                                                                                                                                                                 6                                                                                    30
 4                                                                                                                                                                                       600
 3                                                                                                                                                                                                 4                                                                                    20
                                                                                                                                                                                         400
 2
                                                                                                                                                                                         200       2                                                                                    10
 1
 0                                                                                                                                                                                       0         0                                                                                    0
                                                           lug-04


                                                                             set-05


                                                                                               nov-06
                                                                                                        giu-07
                       mar-02




                                                                                      apr-06




                                                                                                                                   mar-09




                                                                                                                                                                       lug-11
                                                  dic-03




                                                                                                                                                              dic-10
                                ott-02
     gen-01
              ago-01




                                                                    feb-05




                                                                                                                                            ott-09
                                         mag-03




                                                                                                                 gen-08
                                                                                                                          ago-08




                                                                                                                                                                                feb-12
                                                                                                                                                     mag-10




                                                                                                                                                                                                       lug-01

                                                                                                                                                                                                       lug-02

                                                                                                                                                                                                       lug-03

                                                                                                                                                                                                       lug-04

                                                                                                                                                                                                       lug-05

                                                                                                                                                                                                       lug-06

                                                                                                                                                                                                       lug-07

                                                                                                                                                                                                       lug-08

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                                                                                                                                                                                                       lug-10

                                                                                                                                                                                                       lug-11
                                                                                                                                                                                                       gen-01

                                                                                                                                                                                                       gen-02

                                                                                                                                                                                                       gen-03

                                                                                                                                                                                                       gen-04

                                                                                                                                                                                                       gen-05

                                                                                                                                                                                                       gen-06

                                                                                                                                                                                                       gen-07

                                                                                                                                                                                                       gen-08

                                                                                                                                                                                                       gen-09

                                                                                                                                                                                                       gen-10




                                                                                                                                                                                                       gen-12
                                                                                                                                                                                                       gen-11




                                Export Italia in Cina (sc. sn.)                                                           Import totali Cina (sc. ds.)                                                                     Italia (sc. sn.)             Germania (sc. ds.)

Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Fmi                                                                                                                                                Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Fmi


 In realtà, confrontando quanto sta accadendo nel nostro Paese con quanto si registra
 in Germania, e considerando anche i dati relativi all’economia cinese nel suo
 complesso, emergono elementi che segnalano una specificità dell’Italia, e non
 consentono di attribuire tutto il rallentamento a fattori esterni. La flessione delle
 esportazioni italiane appare di gran lunga più ampia di quella che interessa le vendite
 tedesche. Guardando l’andamento mensile delle esportazioni, e considerando la
 somma degli ultimi dodici mesi, che fornisce un’indicazione sulla reale evoluzione delle
 vendite, emerge come il nostro Paese abbia registrato continue flessioni a partire




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                                                                          SettsettembreAgost
                                                                          o 2008


dall’inizio del 2012. Su base mensile la contrazione è risultata in media superiore
all’1%. Complessivamente, la flessione delle esportazioni italiane in Cina è pari a circa
4 volte quella tedesca. Guardando ai dati cinesi, il forte calo delle vendite italiane non
trova spiegazione né nell’andamento delle importazioni né nell’evoluzione degli
investimenti. Nei primi nove mesi dell’anno, le imprese cinesi nel comparto
manifatturiero hanno effettuato investimenti per oltre 9mila miliardi di yuan, con una
crescita del 23,5% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Alcune osservazione conclusive
I dati dei primi sei mesi del 2012 segnalano novità nell’andamento delle esportazioni
italiane. Emerge uno scenario in costante mutamento. Nel 2010 e 2011, il traino veniva
prevalentemente dai paesi BRIC, con il ruolo predominante della Cina. Nel primo
semestre del 2012, le vendite in Cina sono crollate, mentre una forte crescita ha
interessato quelle negli Stati Uniti, in Svizzera, nei paesi OPEC e in Giappone. A livello
settoriale, sono emersi aspetti di particolare interesse.
Lo scenario rimane complesso. Diversi elementi di incertezza devono essere
considerati nel valutare le prospettive per le esportazioni italiane. La tenuta della
domanda proveniente dagli Stati Uniti deve essere seguita con attenzione alla luce
delle scadenze fiscali che, se non gestite adeguatamente, potrebbero condurre il
paese in recessione, con una flessione che nel 2013, secondo quanto riportato nelle
previsioni autunnali della Commissione europea recentemente pubblicate, potrebbe
essere compresa tra lo 0,5% e il 2%. Le esportazioni di macchinari negli Stati Uniti
potrebbero, inoltre, risentire del rallentamento degli investimenti delle imprese
americane, apparso con evidenza nei dati del III trimestre 2012. Le vendite in Svizzera
risultano legate al comparto dei metalli preziosi, la cui evoluzione potrebbe non
dipendere molto dalla solidità della domanda, quanto dall’intensità dell’offerta. La
ricomposizione in Cina dai macchinari al tessile non è solo rappresentativa di
cambiamenti nella domanda ma anche il risultato di una criticità della presenza italiana,
oltre che di fattori difficilmente prevedibili. A tale proposito, appaiono di particolare
interesse le azioni che la Cina ha intrapreso in sede di WTO nei confronti dell’Italia con
riferimento alla normativa che disciplina le importazioni di panneli fotovoltaici nel nostro
Paese.
In un contesto caratterizzato da queste incertezze, emergono, comunque, elementi
positivi, che riguardano l’andamento delle esportazioni in alcuni settori e in determinati
paesi. Da sottolineare, ad esempio, la performance delle vendite nel tessile negli Stati
Uniti, in Giappone e in Cina, come anche quella di prodotti alimentari e mezzi di
trasporto nei paesi OPEC. Da non dimenticare la capacità dei produttori italiani di vino
di conquistare il mercato statunitense. Diviene, pertanto, opportuno consolidare la
capacità dell’intero sistema paese di fornire un’assistenza completa ed accurata al
comparto imprenditoriale nell’affrontare lo scenario internazionale. Assistenza che
appare necessaria non solo per gestire le criticità, ma soprattutto per evidenziare le
opportunità di sviluppo che sono alla base dei successi che le imprese italiane riescono
a conseguire.




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                                                                                                                                                                                        SettsettembreAgost
                                                                                                                                                                                        o 2008


            Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori




            Indice Itraxx Eu Financial                                                                                             Indice Vix
 400

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 250

 200                                                          40

 150                                                          30
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                    Index Itraxx EU Financial Sector
                                                              20
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                                                                   gen-11




                                                                                                   mag-11




                                                                                                                                                                                                                                 lug-12

                                                                                                                                                                                                                                               set-12

                                                                                                                                                                                                                                                             nov-12
                                                                                                                     lug-11

                                                                                                                                       set-11

                                                                                                                                                         nov-11




                                                                                                                                                                                             mar-12
                                                                                 mar-11
Fonte: Thomson Reuters                                             Fonte: Thomson Reuters
I premi al rischio salgono a 180 pb da 170 pb                  L’indice Vix oscilla intorno a quota 18.
della scorsa settimana.




 Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent                                                                                   Prezzo dell’oro
                     (Usd per barile)                                                                                                   (Usd l’oncia)
   130                                                 1,5     2.000

   125                                                 1,45    1.900

   120                                                         1.800
                                                       1,4
   115
                                                       1,35    1.700
   110
                                                       1,3     1.600
   105
                                                       1,25    1.500
   100
                Brent scala sin.(in Usd)
                                                       1,2     1.400
       95       Cambio euro/dollaro sc.ds.

       90                                              1,15    1.300

                                                               1.200
                                                                                                                                                                                                                                      lug-12

                                                                                                                                                                                                                                                    set-12

                                                                                                                                                                                                                                                                  nov-12
                                                                                                                              lug-11

                                                                                                                                                set-11

                                                                                                                                                                  nov-11




                                                                                                                                                                                                      mar-12
                                                                                          mar-11




                                                                                                                                                                                    gen-12




                                                                                                                                                                                                                        mag-12
                                                                            gen-11




                                                                                                            mag-11




Fonte: Thomson Reuters                                        Fonte: Thomson Reuters
Il tasso di cambio €/$ scende a 1,27. Il petrolio             Il prezzo dell’oro torna sopra i 1.714 dollari
di qualità Brent quota 108$ al barile.                        l’oncia dopo la flessione della scorsa
                                                              settimana.




                                                                                                                                                                                                                                                                       12
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  • 1. Le esportazioni dell’Italia (miliardi di euro; somma ultimi dodici mesi) 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 lug-01 lug-02 lug-03 lug-04 lug-05 lug-06 lug-07 lug-08 lug-09 lug-10 lug-11 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 gen-12 gen-11 Mondo Ue 27 Extra Ue 27 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Per effetto della recessione, in termini reali, il reddito disponibile delle famiglie italiane è oggi pari a quello che era alla metà dell’anno Duemila. Ad attenuare le ripercussioni economiche e sociali della crisi interviene il risparmio accumulato negli anni e dalle generazioni passate. Al primo trimestre del 2012 la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ammonta a 3.555 miliardi di euro. Sottratti i debiti e rapportata al reddito, la ricchezza netta delle famiglie continua a mostrare in Italia uno dei valori più elevati tra i paesi dell’Area euro. Negli ultimi mesi le esportazioni dell’Italia hanno inviato segnali di rallentamento. Le vendite all’interno della Ue hanno smesso di crescere, mentre quelle negli altri paesi 41 hanno continuato ad aumentare, sebbene più lentamente. Nella prima parte del 2012, il traino è venuto dalle economie avanzate, in particolare Stati Uniti, Svizzera e Giappone, oltre che dai paesi OPEC. Le esportazioni in Cina sono, invece, scese di 12 novembre oltre il 10%, risultato di un brusco calo nelle vendite di macchinari. Questi nuovi andamenti non sono il risultato di un cambiamento strutturale dell’economia cinese 2012 verso maggiori consumi, quanto soprattutto il frutto di particolarità specifiche del nostro Paese. Direttore responsabile: Giovanni Ajassa tel. 0647028414 Banca Nazionale del Lavoro – Gruppo BNP Paribas giovanni.ajassa@bnlmail.com Via Vittorio Veneto 119 - 00187 Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/2002 del 9/4/2002 Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca.
  • 2. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Editoriale: Risparmio, ricchezza e investimenti G. Ajassa  06-47028414 giovanni.ajassa@bnlmail.com Reddito disponibile delle famiglie italiane (miliardi di euro; in termini reali) 255.000 250.000 245.000 240.000 235.000 230.000 225.000 220.000 215.000 210.000 205.000 200.000 1999 I 1999 II 1999 III 1999 IV 2000 I 2000 II 2000 III 2000 IV 2001 I 2001 II 2001 III 2001 IV 2002 I 2002 II 2002 III 2002 IV 2003 I 2003 II 2003 III 2003 IV 2004 I 2004 II 2004 III 2004 IV 2005 I 2005 II 2005 III 2005 IV 2006 I 2006 II 2006 III 2006 IV 2007 I 2007 II 2007 III 2007 IV 2008 I 2008 II 2008 III 2008 IV 2009 I 2009 II 2009 III 2009 IV 2010 I 2010 II 2010 III 2010 IV 2011 I 2011 II 2011 III 2011 IV 2012 I 2012 II Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su Istat Per effetto della recessione, nei quattro anni che vanno dalla metà del 2008 alla metà del 2012 il reddito disponibile delle famiglie italiane, valutato al netto dell’inflazione, è sceso di nove punti percentuali. In termini reali, il potere d’acquisto degli italiani è pari a quello che era alla metà dell’anno Duemila. Siamo tornati indietro di dodici anni. Oltre ai valori deflazionati, scendono anche i redditi nominali. Moltiplicando per quattro il dato Istat del secondo trimestre si ottiene che il valore annuo del reddito disponibile delle famiglie italiane, al lordo dell’inflazione, è oggi pari a 1.039 miliardi di euro. Quattro anni fa, all’inizio della recessione, lo stesso valore era pari a 1.069 miliardi. Mancano all’appello trenta miliardi. Mal contato, dividendo per i sessanta milioni di residenti, il reddito disponibile pro-capite è oggi più basso di quello del 2008 di 500 euro a testa, il tre per cento in meno su un valore medio annuo di circa diciassettemila euro. Nella storia economica dell’Italia unita è difficile trovare un periodo di così intensa e protratta caduta del reddito degli italiani. Prendendo come indicatore il valore reale del PIL pro-capite, la flessione prodotta dalla successione tra le due recessioni iniziate nel 2008 e nel 2011 supera largamente le contrazioni degli anni Novanta e degli anni Settanta dello scorso secolo. Rimane comunque inferiore alla caduta intervenuta nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando il PIL pro-capite reale praticamente si dimezzò nel volgere dei sei anni intercorrenti tra il 1939 e il 1945. Ad attenuare le ripercussioni economiche e sociali della grave recessione è oggi soprattutto il risparmio. Non tanto il nuovo risparmio, difficile da formare in tempi così difficili, quanto il risparmio accumulato dalle generazioni passate. È la ricchezza delle famiglie italiane che oggi, più di ogni altra risorsa, svolge un ruolo di essenziale ammortizzatore economico e sociale. 2
  • 3. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Al primo trimestre del 2012 la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ammonta a 3.555 miliardi di euro. Al netto di debiti che alla stessa data sono pari a 832 miliardi, la ricchezza netta degli italiani si colloca intorno ai 2,7 trilioni di euro. Rispetto a quattro anni fa c’è un calo che supera i duecento miliardi di euro e che si avvicina all’otto per cento del totale. Nondimeno, nonostante le riduzioni dovute alle recessioni e alla crisi, la ricchezza finanziaria a disposizione delle famiglie italiane rimane significativamente più alta rispetto a quanto rilevato in altri paesi europei. La ricchezza finanziaria netta – quindi, debiti finanziari e componente immobiliare esclusa – vale 2,4 volte il reddito disponibile delle famiglie in Italia contro solo 1,1 volte in Spagna e 1,8 volte in Germania, 2 volte in Francia e 1,9 volte nella media dell’Area euro. Ricchezza finanziaria netta delle famiglie (anno 2011; in rapporto al reddito disponibile) 2,4 2,0 1,9 1,8 1,1 Spagna Germania Area euro Francia Italia Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su Banca d’Italia Risparmio e ricchezza sono risorse essenziali per gettare un ponte tra le difficoltà odierne e la ripresa futura. Esattamente venti anni orsono, in un suo intervento in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio del 1992, Carlo Azeglio Ciampi affermava che “la scelta del risparmiare (…) rappresenta la spinta a guardare oltre il presente, a precostituire, non solo per se stessi, ma per i propri figli, per le generazioni future, per la società civile condizioni di sicurezza.”1 Oggi precostituire condizioni di sicurezza per l’economia e la società vuol dire soprattutto contribuire attivamente al ritorno della crescita. La priorità della crescita, senza cui non può esservi vera stabilità, è una tensione a cui volgere sempre più il nuovo risparmio e le forme di investimento della ricchezza accumulata nel passato. Aprendo il suo intervento per la celebrazione della Giornata Mondiale del Risparmio del 2012 nei giorni scorsi il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha sostenuto che il risparmio è materia prima fondamentale per lo sviluppo equilibrato di un paese in quanto “permette di finanziare gli investimenti senza 1 Carlo Azeglio Ciampi, Intervento alla celebrazione della 68° Giornata Mondiale del Risparmio, Banca d’Italia, 31 ottobre 1992. 3
  • 4. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 che ne risultino sbilanci nei conti con l’estero”2. Riannodare i legami fra il risparmio e la ricchezza delle famiglie e gli investimenti produttivi rappresenta oggi una sfida cruciale. Gli investimenti fissi lordi delle imprese sono infatti la componente del PIL che accusa la caduta più forte dal 2008. Il rilancio degli investimenti è condizione necessaria per il recupero della produttività e della competitività. Rilanciare gli investimenti passa anche attraverso un coinvolgimento maggiore e più diretto della ricchezza delle famiglie nel sostegno a quel segmento di imprese italiane capaci di innovare e di crescere sui mercati mondiali. Al primo trimestre di quest’anno la porzione investita in azioni quotate dei 3.555 miliardi di euro di ricchezza delle famiglie italiane ammontava ad appena 63 miliardi, meno del due per cento. Forse è un po’ poco. Attività finanziarie delle famiglie italiane (2012 I; miliardi di euro) 1.126 698 682 591 223 146 63 26 Depositi e Obbligazioni a Obbligazioni a Partecipazioni Azioni quotate Quote di fondi Riserve tec. di Altro liquidità breve m/lungo non quotate soc. residenti comuni assicurazione termine Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su Banca d’Italia 2 Ignazio Visco, Intervento alla celebrazione della 88° Giornata Mondiale del Risparmio, Banca d’Italia, 31 ottobre 2012. 4
  • 5. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 L’export italiano in continuo cambiamento P. Ciocca  06-47028431 – paolo.ciocca@bnlmail.com Dopo aver sostenuto la ripresa sia nel 2010 sia nella prima parte del 2011, ed aver poi attenuato la flessione dell’economia durante questa nuova recessione, le esportazioni italiane hanno cominciato ad inviare segnali di rallentamento. Le vendite all’interno della Ue hanno smesso di crescere, mentre quelle negli altri paesi continuano ad aumentare, sebbene più lentamente. Guardando al di fuori della Ue, emergono novità di particolare interesse. Tra gennaio e giugno del 2012, le vendite italiane nei paesi BRIC sono scese del 2,3%, penalizzate dalla brusca flessione delle esportazioni in Cina e in India. Nei primi mesi dell’anno, il traino è venuto dalle economie avanzate, in particolare Stati Uniti, Svizzera e Giappone, oltre che dai paesi OPEC. Sono diverse le motivazioni dietro queste nuove evoluzioni. Negli Stati Uniti crescono le vendite di macchinari, come anche quelle di prodotti tessili. Nei paesi OPEC le esportazioni sono trainate dalle vendite di mezzi di trasporto e da quelle di prodotti alimentari, mentre in Svizzera il successo dell’Italia nasce nel settore dei metalli preziosi. Diversa la storia della Cina. Il calo delle vendite italiane è il risultato di una brusca flessione delle esportazioni di macchinari, solo in parte compensata dall’aumento nel settore del tessile. Questi nuovi andamenti non sono, però, solo il risultato del cambiamento strutturale dell’economia cinese verso maggiori consumi, o di una minore domanda proveniente dalla Cina, quanto anche il frutto di particolarità specifiche del nostro Paese. Export extra Ue: scende la Cina, salgono gli Stati Uniti Guardando l’andamento delle componenti del Pil negli ultimi anni emerge con chiarezza il sostegno fornito dalle esportazioni alla crescita economica in Italia. Dopo la brusca flessione registrata durante la recessione 2008-09, le vendite all’estero hanno trainato la debole ripresa sia nel 2010 sia nella prima parte del 2011, per poi contenere la flessione durante questa nuova recessione. Analizzando l’andamento trimestrale delle vendite all’estero, emerge, però, un sensibile rallentamento. Nel 2010, la crescita trimestrale media delle esportazioni era risultata superiore al 3%, nel 2011 era scesa sotto l’1%, nei primi sei mesi dell’anno in corso è risultata addirittura negativa per 0,4 punti percentuali. Il rallentamento delle esportazioni segnalato dai conti nazionali viene confermato dai dati della bilancia commerciale, che incorporano non solo le variazioni delle quantità, ma anche l’andamento dei prezzi. Il tasso di crescita delle vendite all’estero è passato dal +15,6% del 2010, al +11,4% del 2011, per poi scendere al +4,2% nei primi sei mesi dell’anno in corso. Il rallentamento sta interessando prevalentemente le esportazioni all’interno della Ue, rimaste invariate nel confronto con il periodo gennaio-giugno del 2011, mentre le vendite al di fuori della Ue stanno continuando a crescere, sebbene più lentamente di quanto accaduto negli anni precedenti (+9,9% nei primi sei mesi del 2012 a fronte del +14,9% del 2011). Il peso dei paesi al di fuori della Ue è ulteriormente cresciuto, raggiungendo tra gennaio e giugno il 45%, dal 42,7% dello stesso periodo del 2011. Limitando l’analisi ai due aggregati, Ue ed extra Ue, i dati sul commercio internazionale sembrerebbero semplicemente rappresentare quanto sta accadendo a livello di singole economie nazionali: peggiorano le condizioni dei paesi europei, tengono, sebbene con segnali di incertezza, quelle dei paesi al di fuori della 5
  • 6. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Ue. Passando dai due aggregati ai singoli paesi emergono, però, novità di rilievo. Le esportazioni dell’Italia Le esportazioni dell’Italia per paese (miliardi di euro; somma ultimi dodici mesi) (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011) 450 OPEC 400 Giappone 350 Stati Uniti Svizzera 300 Regno Unito 250 Russia 200 Brasile Mondo 150 Germania 100 Francia 50 BRIC Spagna 0 India lug-01 lug-02 lug-03 lug-04 lug-05 lug-06 lug-07 lug-08 lug-09 lug-10 lug-11 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 gen-12 gen-11 Cina Mondo Ue 27 Extra Ue 27 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat L’andamento delle esportazioni nei 27 paesi europei rispecchia le condizioni delle singole economie. Rallentano fino quasi a fermarsi le vendite in Francia e Germania, crescono quelle nel Regno Unito, favorite dalle maggiori spese legate ai Giochi Olimpici, si riducono le esportazioni in Spagna. Le esportazioni dell’Italia in Cina Le esportazioni dell’Italia nei paesi BRIC (var. %) (quota sul totale) 50 8,0 7,5 40 7,0 30 6,5 6,0 20 5,5 10 5,0 0 4,5 4,0 -10 3,5 -20 3,0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 gen.-giu. 2012 2011 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 gen.-giu. 2011 gen.-giu. 2012 2011 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Di particolare interesse, invece, quanto sta accadendo al di fuori della Ue. Questi paesi hanno rappresentato negli ultimi anni il motore delle esportazioni italiane, con tassi di crescita significativi, che hanno interessato prevalentemente le economie emergenti. Tra il 2009 e il 2011, le esportazioni nei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) sono aumentate di circa il 50%. In valore l’incremento è prossimo ai 10 miliardi di euro, oltre il 10% della crescita complessiva delle vendite all’estero dell’Italia. Guardando agli ultimi dieci anni, l’incremento delle esportazioni nei paesi BRIC spiega quasi il 17% dell’aumento complessivo delle vendite italiane all’estero, con la quota sul totale più che raddoppiata dal 3,2% al 7,4% del 2011. Nei primi sei mesi dell’anno in corso, qualcosa è, però, cambiato. Le esportazioni italiane totali sono aumentate di quasi 8 miliardi di euro, incremento sempre 6
  • 7. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 interamente attribuibile ai paesi al di fuori della Ue. Si sta, però, assistendo ad una significativa flessione delle vendite in Cina, paese che aveva visto crescere le esportazioni italiane anche nel 2009, l’anno peggiore della precedente recessione. Andamento simile ha interessato le esportazioni in India, mentre una crescita è stata registrata in Russia e in Brasile. Nell’insieme dei quattro paesi BRIC le esportazioni italiane sono scese del 2,3%. Tra gennaio e giugno, l’aumento delle vendite è venuto, quindi, prevalentemente dalla crescita nelle economie avanzate al di fuori della Ue, ed in particolare Stati Uniti, Svizzera e Giappone, alle quali si sono aggiunti i paesi OPEC. Vista l’importanza e la particolarità del cambiamento in corso diviene opportuno andare ad analizzare l’andamento delle esportazioni italiane nei singoli paesi interessati, evidenziandone l’evoluzione a livello settoriale. I macchinari trainano le esportazioni negli Stati Uniti Particolarmente interessante appare l’andamento delle vendite italiane negli Stati Uniti. Cresciute del 18,2% nei primi sei mesi del 2012, in valore hanno raggiunto i 13,6 miliardi di euro, pari al 7% del totale delle esportazioni. La positiva performance delle vendite italiane emerge con chiarezza anche analizzando la bilancia commerciale statunitense. Secondo i dati del Bureau of Economic Analysis, le importazioni americane di merci sono aumentate nei primi otto mesi del 2012 del 4,7%. La crescita di quelle provenienti dall’Italia è risultata prossima al 10%, un ritmo sostanzialmente simile a quello registrato in Germania. La quota del nostro paese sul totale delle importazioni americane è leggermente aumentata, risultando pari all’1,6%. Le esportazioni italiane negli Stati Uniti Le importazioni degli Stati Uniti per per settori paese (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011) (gen.-ago. 2012/gen.-ago.2011) Metalli 51,6 Giappone 21,6 Macchinari 29,0 Brasile 16,3 Tessile, abb. e pelli 20,2 Germania 10,2 Chimica 19,0 Totale 18,2 Italia 9,8 Gomma e mat. plast., min. n. metal. 15,4 Francia 7,1 Farmaceutica 14,4 Cina 6,9 Apparecchi elettrici 11,2 Totale 4,7 Alimentare 6,8 OPEC -3,8 Mezzi di trasporto 6,4 Elettronica 5,8 Russia -14,7 0 10 20 30 40 50 60 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati BEA A livello settoriale le esportazioni italiane negli Stati Uniti risultano concentrate nel comparto dei macchinari e in quello dei mezzi di trasporto, che insieme rappresentano circa il 40% del totale. Nei primi sei mesi del 2012, le vendite di macchinari negli Stati Uniti sono aumentate del 29%, a fronte di una crescita delle esportazioni totali dell’Italia nel settore inferiore al 4%, beneficiando dell’aumento degli investimenti non residenziali delle imprese americane. Meno robusta è apparsa la dinamica delle esportazioni di mezzi di trasporto, sebbene il tasso di crescita risulti quasi il triplo di quello relativo al settore nel suo complesso (rispettivamente +6,4% e +2,2%). Gli Stati Uniti rappresentano un mercato importante per il comparto dei mezzi di trasporto italiano, con una quota compresa tra il 10% e il 15% del totale delle esportazioni. È 7
  • 8. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 opportuno, però, ricordare come le vendite negli Stati Uniti si caratterizzino per un’elevata volatilità, essendo concentrate nel comparto delle navi e imbarcazioni e in quello degli aeromobili. Guardando agli altri settori, risultati interessanti sono stati conseguiti nel tessile, abbigliamento e pelli. Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite sono aumentate di oltre il 20%, a fronte di un modesto +4,1% registrato dal settore nel totale mondo. Analizzando le esportazioni italiane negli Stati Uniti, deve infine essere ricordato il peso delle vendite di vino. Sebbene cresciute moderatamente nei primi sei mesi dell’anno, questo prodotto rappresenta il terzo per importanza dopo gli aereomobili e le navi. Svizzera, OPEC e Giappone: tre storie differenti Il positivo contributo alla crescita delle esportazioni italiane proveniente dalla Svizzera, dai paesi OPEC e dal Giappone ha origini differenti, da approfondire. Nei primi sei mesi del 2012, le esportazioni in Svizzera sono aumentate del 17%, superando gli 11 miliardi di euro. Negli ultimi dieci anni le vendite italiane in questo paese sono più che raddoppiate. La quota sul totale delle esportazioni ha raggiunto il 5,8%, superando la Spagna, e divenendo il quarto mercato per i prodotti italiani dopo la Germania, la Francia e gli Stati Uniti. In valore, le esportazioni in Svizzera sono pari a oltre 2 volte quelle in Cina. Tra gennaio e giugno, questo paese spiega circa un quinto dell’aumento complessivo delle vendite all’estero del nostro Paese. Le esportazioni italiane in Svizzera per Le esportazioni italiane nei paesi OPEC settori (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011) (gen.-giu. 2012; % del totale) Altre attività Altro Alimentari, bevande Tessile, abbigl. e manifatturiere 3% e tabacco pelli Mezzi di trasporto 8% 4% 14% Mezzi di trasporto Alimentari 4% Legno, carta e stampa Totale 2% Metalli Macchinari Coke e prod. petr. 6% 3% Gomma, plast., min. non metall. Tessile, abbigl. e pelli Apparecchi elettrici Chimica 3% 2% Chimica Farmaceutica Farmaceutica Elettronica 10% Elettronica 5% Gomma, plast., prod. Macchinari Altri metalli lav. min. non metal. Metalli prezioni Apparecchi elettrici 5% 4% 27% -20 0 20 40 60 80 100 120 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Da un punto di vista settoriale, le esportazioni in Svizzera risultano concentrate nel comparto dei metalli, pari a circa un terzo del totale. Questo paese rappresenta uno dei mercati di riferimento per l’Italia, assorbendo quasi il 15% del totale venduto all’estero. Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite in questo settore sono aumentate del 56,4%. Guardando all’interno di questo comparto, l’85% delle esportazioni in Svizzera sono rappresentate da metalli di base preziosi che, tra gennaio e giugno, hanno registrato un incremento delle vendite prossimo all’80%, a fronte del +31% relativo al totale delle esportazioni italiane della stessa tipologia di bene. In valore, l’aumento registrato dalle vendite di metalli preziosi in Svizzera è risultato pari a 1,3 miliardi di euro, oltre il 15% della crescita complessivamente registrata dalle esportazioni italiane tra gennaio e giugno. Nel comparto dei metalli preziosi la quota della Svizzera sul totale Italia 8
  • 9. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 raggiunge il 42%. Il forte aumento del valore delle vendite di metalli prezioni non è solo l’effetto dell’incremento dei prezzi, ma rappresenta anche il risultato di una crescita delle quantità vendute. Le quotazioni dell’oro hanno, ad esempio, registrato un aumento del 14% nel confronto con i primi sei mesi dello scorso anno. Per la crescita delle esportazioni, tra gennaio e giugno, significativo è risultato il ruolo dell’OPEC. In questi paesi, le vendite sono aumentate del 24,1%. In valore l’incremento è risultato pari a 2,1 miliardi di euro, oltre un quarto della crescita complessiva delle esportazioni dell’Italia. La robusta dinamica nel confronto con l’anno precedente è, però, anche il risultato della flessione che aveva interessato il 2011. A livello settoriale, la crescita è stata trainata dal comparto dei mezzi di trasporto, con le vendite di autoveicoli aumentate di oltre il 70%. Analizzando le esportazioni nei paesi OPEC, emerge con chiarezza il peso del comparto dei macchinari. Nonostante una dinamica non particolarmente sostenuta, nei primi sei mesi dell’anno, le vendite in questo settore hanno superato i 3 miliardi di euro. Di interesse anche l’aumento che ha riguardato le esportazioni di prodotti alimentari e bevande, con una crescita significativa per i prodotti da forno (+29,8%) e per la frutta e gli ortaggi (+28,1%). Il forte aumento delle esportazioni in Giappone, il cui peso sul totale dell’Italia rimane comunque contenuto, è, invece, prevalentemente il risultato dell’aumento nel settore farmaceutico e in quello del tessile. Le vendite in Giappone di articoli di abbigliamento italiani sono aumentate del 20,8%, superando i 330 milioni di euro. Meno macchinari, più tessile nelle esportazioni in Cina Negli ultimi anni la Cina ha rappresentato uno dei motori della crescita delle esportazioni italiane. Dal 2000, il valore delle vendite è aumentato di quattro volte. Il peso sul totale è cresciuto, mantenendosi comunque contenuto, e pari al 2,7% nel 2011. A livello settoriale, le esportazioni italiane in Cina risultano particolarmente concentrate. Durante lo scorso anno le vendite di macchinari hanno superato i 4,5 miliardi di euro, rappresentando il 45% del totale. In Cina viene venduto il 6,6% dei macchinari esportati dal nostro Paese. Anche l’importanza del tessile è cresciuta, con un valore delle vendite che ha superato il miliardo di euro, e una quota pari all’11,4%. I dati relativi alla prima parte del 2012 mostrano, però, un sensibile cambiamento nei rapporti commerciali tra la Cina e il nostro Paese. Le esportazioni italiane sono scese dell’11,6%. La quota sul totale delle vendite all’estero si è ridotta di 0,4 punti percentuali, scendendo al 2,3%. A livello settoriale, ha pesato il calo superiore al 25% nelle vendite di macchinari. Tra gennaio e giugno, le esportazioni in questo comparto sono risultate pari a 1,8 miliardi di euro, dai 2,4 miliardi dei primi sei mesi dello scorso anno. Nel confronto con la prima parte del 2011, il peso dei macchinari si è ridotto dal 47,8% al 40%. In questo settore, l’andamento delle vendite in Cina appare in contrasto con quanto accade nel resto del mondo. Le esportazioni italiane di macchinari, sebbene in rallentamento, hanno proseguito a crescere anche nella prima parte dell’anno (+4%). È opportuno sottolineare come già nel 2011 le esportazioni di macchinari in Cina avessero rallentato, con una crescita del +11%, dal +36% dell’anno precedente. Sull’andamento delle vendite italiane in Cina hanno pesato, inoltre, le flessioni sia nel settore degli apparecchi elettrici (-26,8%) sia in quello dei mezzi di trasporto (-8,9%). Il calo è stato, invece, contenuto dal comparto del tessile, abbigliamento e pelli, che ha registrato un incremento prossimo al 18%, a fronte di un tasso di sviluppo solo di poco superiore al 4% relativo alle esportazioni del settore a livello mondo. Le vendite in Cina hanno tratto beneficio dalla forte crescita che ha interessato il comparto delle calzature 9
  • 10. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 (+74,2%) e quello dell’abbigliamento (+41,7%). Le esportazioni italiane in Cina per Le esportazioni italiane in Cina nel settori settore del tessile (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011) (gen.-giu. 2012/gen.-giu. 2011) Alimentari Articoli di maglieria Tessile, abbigl. e pelli Calzature Farmaceutica Chimica Abbigliamento, escluso pelliccia Elettronica Filati di fibre tessili Gomma, plast., min. non metall. Totale Mezzi di trasporto Totale Tessuti Metalli Cuoio, articoli da viaggio, borse Macchinari Apparecchi elettrici Abbigliamento in pelliccia -30 -20 -10 0 10 20 30 -20 0 20 40 60 80 100 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat L’andamento delle esportazioni italiane in Cina nei primi sei mesi del 2012 sembrerebbe essere rappresentativo dei primi effetti di quel processo di cambiamento atteso per l’economia cinese, caratterizzato da una perdita di importanza degli investimenti a fronte di un maggior peso dei consumi. Tale evoluzione porterebbe ad una minore domanda di macchinari ed una maggiore richiesta di beni di consumo. Le esportazioni italiane in Cina e Le esportazioni in Cina della Germania e l’import totale della Cina dell’Italia (miliardi di dollari; somma dodici mesi) (miliardi di dollari; somma dodici mesi) 14 2.000 16 80 13 1.800 12 14 70 11 1.600 12 60 10 1.400 9 10 50 8 1.200 7 1.000 8 40 6 800 5 6 30 4 600 3 4 20 400 2 200 2 10 1 0 0 0 0 lug-04 set-05 nov-06 giu-07 mar-02 apr-06 mar-09 lug-11 dic-03 dic-10 ott-02 gen-01 ago-01 feb-05 ott-09 mag-03 gen-08 ago-08 feb-12 mag-10 lug-01 lug-02 lug-03 lug-04 lug-05 lug-06 lug-07 lug-08 lug-09 lug-10 lug-11 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09 gen-10 gen-12 gen-11 Export Italia in Cina (sc. sn.) Import totali Cina (sc. ds.) Italia (sc. sn.) Germania (sc. ds.) Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Fmi Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Fmi In realtà, confrontando quanto sta accadendo nel nostro Paese con quanto si registra in Germania, e considerando anche i dati relativi all’economia cinese nel suo complesso, emergono elementi che segnalano una specificità dell’Italia, e non consentono di attribuire tutto il rallentamento a fattori esterni. La flessione delle esportazioni italiane appare di gran lunga più ampia di quella che interessa le vendite tedesche. Guardando l’andamento mensile delle esportazioni, e considerando la somma degli ultimi dodici mesi, che fornisce un’indicazione sulla reale evoluzione delle vendite, emerge come il nostro Paese abbia registrato continue flessioni a partire 10
  • 11. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 dall’inizio del 2012. Su base mensile la contrazione è risultata in media superiore all’1%. Complessivamente, la flessione delle esportazioni italiane in Cina è pari a circa 4 volte quella tedesca. Guardando ai dati cinesi, il forte calo delle vendite italiane non trova spiegazione né nell’andamento delle importazioni né nell’evoluzione degli investimenti. Nei primi nove mesi dell’anno, le imprese cinesi nel comparto manifatturiero hanno effettuato investimenti per oltre 9mila miliardi di yuan, con una crescita del 23,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Alcune osservazione conclusive I dati dei primi sei mesi del 2012 segnalano novità nell’andamento delle esportazioni italiane. Emerge uno scenario in costante mutamento. Nel 2010 e 2011, il traino veniva prevalentemente dai paesi BRIC, con il ruolo predominante della Cina. Nel primo semestre del 2012, le vendite in Cina sono crollate, mentre una forte crescita ha interessato quelle negli Stati Uniti, in Svizzera, nei paesi OPEC e in Giappone. A livello settoriale, sono emersi aspetti di particolare interesse. Lo scenario rimane complesso. Diversi elementi di incertezza devono essere considerati nel valutare le prospettive per le esportazioni italiane. La tenuta della domanda proveniente dagli Stati Uniti deve essere seguita con attenzione alla luce delle scadenze fiscali che, se non gestite adeguatamente, potrebbero condurre il paese in recessione, con una flessione che nel 2013, secondo quanto riportato nelle previsioni autunnali della Commissione europea recentemente pubblicate, potrebbe essere compresa tra lo 0,5% e il 2%. Le esportazioni di macchinari negli Stati Uniti potrebbero, inoltre, risentire del rallentamento degli investimenti delle imprese americane, apparso con evidenza nei dati del III trimestre 2012. Le vendite in Svizzera risultano legate al comparto dei metalli preziosi, la cui evoluzione potrebbe non dipendere molto dalla solidità della domanda, quanto dall’intensità dell’offerta. La ricomposizione in Cina dai macchinari al tessile non è solo rappresentativa di cambiamenti nella domanda ma anche il risultato di una criticità della presenza italiana, oltre che di fattori difficilmente prevedibili. A tale proposito, appaiono di particolare interesse le azioni che la Cina ha intrapreso in sede di WTO nei confronti dell’Italia con riferimento alla normativa che disciplina le importazioni di panneli fotovoltaici nel nostro Paese. In un contesto caratterizzato da queste incertezze, emergono, comunque, elementi positivi, che riguardano l’andamento delle esportazioni in alcuni settori e in determinati paesi. Da sottolineare, ad esempio, la performance delle vendite nel tessile negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina, come anche quella di prodotti alimentari e mezzi di trasporto nei paesi OPEC. Da non dimenticare la capacità dei produttori italiani di vino di conquistare il mercato statunitense. Diviene, pertanto, opportuno consolidare la capacità dell’intero sistema paese di fornire un’assistenza completa ed accurata al comparto imprenditoriale nell’affrontare lo scenario internazionale. Assistenza che appare necessaria non solo per gestire le criticità, ma soprattutto per evidenziare le opportunità di sviluppo che sono alla base dei successi che le imprese italiane riescono a conseguire. 11
  • 12. 12 novembre 2012 setesettembresette SettsettembreAgost o 2008 Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori Indice Itraxx Eu Financial Indice Vix 400 350 60 300 50 250 200 40 150 30 100 Index Itraxx EU Financial Sector 20 50 0 10 giu-12 lug-12 set-12 nov-12 giu-11 lug-11 set-11 nov-11 mar-12 apr-12 apr-11 mar-11 dic-11 feb-12 ott-12 gen-12 mag-12 ago-12 feb-11 ott-11 gen-11 mag-11 ago-11 0 gen-12 mag-12 gen-11 mag-11 lug-12 set-12 nov-12 lug-11 set-11 nov-11 mar-12 mar-11 Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters I premi al rischio salgono a 180 pb da 170 pb L’indice Vix oscilla intorno a quota 18. della scorsa settimana. Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent Prezzo dell’oro (Usd per barile) (Usd l’oncia) 130 1,5 2.000 125 1,45 1.900 120 1.800 1,4 115 1,35 1.700 110 1,3 1.600 105 1,25 1.500 100 Brent scala sin.(in Usd) 1,2 1.400 95 Cambio euro/dollaro sc.ds. 90 1,15 1.300 1.200 lug-12 set-12 nov-12 lug-11 set-11 nov-11 mar-12 mar-11 gen-12 mag-12 gen-11 mag-11 Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters Il tasso di cambio €/$ scende a 1,27. Il petrolio Il prezzo dell’oro torna sopra i 1.714 dollari di qualità Brent quota 108$ al barile. l’oncia dopo la flessione della scorsa settimana. 12