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Welcome David
di
Alessia Ciriello, Paola Favari, Erica Stefani e Viviana
Cammalleri
1 INT.GIORNO - CASA DI DAVID - CAMERA DA LETTO
David è sdraiato sul letto della sua camera, dorme. Gli arti
magri sono piegati in una forma poco simmetrica. E’coperto
solo da un paio di mutande bianche, tendenti al grigio.
Solleva le palpebre, lentamente, lasciando che un raggio di
sole gli ferisca le pupille. Gli occhi sono schermati da
occhiali apparentemente storti, stretti, più piccoli del suo
viso, graffiati, vissuti. Occhiali fondamentali per David,
ma che esteticamente non gli appartengono. David avvicina il
dito indice al viso, lo fa scorrere lungo il naso e
proseguire lungo quel ponte di celluloide che segna la
distanza tra gli angoli degli occhi. L’accarezza
delicatamente, poi applica una pressione tale da far cedere
la pelle del naso e negare alle ciglia la loro naturale
curvatura.
Si alza in piedi, fa qualche passo verso la finestra, lo
sguardo fermo in un luogo indefinito oltre il vetro, tra un
punto e un altro, in uno spazio di mezzo. D’improvviso
afferra un lembo di tenda e con un gesto deciso se la chiude
davanti, riduce le distanze tra sé e ciò che vede. Si volta,
fissa il letto il tempo necessario per dire al suo corpo che
è lì che deve recarsi. Si siede al bordo del materasso,
sporto in avanti. Si sfrega le mani mentre lo sguardo
percorre le dita sporche di carboncino, segue le ginocchia,
i piedi, oltre i piedi, segue l’ombra che lo conduce a un
foglio. Due fogli, tre fogli, quattro fogli, cinque fogli,
sei, dieci, venti, cento, di più. Silhouette umane disegnate
a carboncino. Macchie antropomorfe in nero. Il corpo
immobile mentre gli occhi analizzano i disegni uno ad uno,
da sinistra a destra, dall’altro al basso. Con un sospiro si
alza, va verso la toilette. Accende una luce al neon, apre
il rubinetto e si sfrega le mani nel lavabo per far colar
via l’impasto di acqua e carboncino. Mentre serra le
palpebre, sfila delicatamente gli occhiali poggiandoli sulla
mensola a lato. Si sciacqua il viso raccogliendo l’acqua
nelle mani unite a cucchiaio. Allunga una mano sul porta
asciugamani e stringe le dita a pinza cercando di afferrarne
uno. Dopo essersi asciugato il viso, posa l’asciugamano sul
lavabo in cerca degli occhiali lì dove li aveva poggiati. Li
indossa con entrambe le mani, con un sospiro riapre gli
occhi lentamente, mentre li muove su e giù per ritrovare il
posto di sempre. Si porta il dito indice al centro degli
occhiali e li preme contro il naso. Guarda la sua immagine
riflessa per un paio di secondi e va via.
2.
2 INT.GIORNO - CASA DI DAVID - CUCINA
La cucina, come il resto dell’abitazione, è in penombra. La
porta è aperta e sopra i fornelli la luce è accesa. David va
dritto verso il fornelli. E’ rimasto del caffè nella moka.
Afferra una tazzina sporca nel lavandino, nascosta tra un
piatto, due bicchieri e qualche pennello. Mentre versa il
caffè, nota una delle sue silhouette di uomo all’altezza del
suo sguardo, la studia e se la porta al tavolo. Beve il
caffè continuando a fissare il disegno, corruga
impercettibilmente le sopracciglia, immerge un pennello
nella tazzina di caffè e con aria disinteressata riempie gli
spazi scoloriti del disegno, ne delimita i contorni.
3.
3 INT.GIORNO - CASA DI DAVID
E’ il tramonto. David è chino sul tavolo, seduto su un
piccolo sgabello bianco, le gambe incrociate davanti.
E’circondato di fogli con silhouette nere, più grandi, più
piccole. Alcuni sono nella spazzatura stropicciati. Alza la
testa e volge lo sguardo verso il muro tappezzato di disegni
tenuti su da uno spillo ognuno. Preme gli occhiali sul naso
con il dito indice. Guarda i fogli uno dopo l’altro, segue i
disegni con gli occhi, crea traiettorie frenetiche con le
pupille. Con l’aria di chi ha scoperto qualcosa, si accascia
raccogliendo dalla spazzatura uno dei fogli, lo apre e lo
accosta a quelli che stava fissando, uno ad uno. Con il
carboncino aggiunge dei dettagli alle forme antropomorfe, la
testa più tonda, le gambe più lunghe. Con il palmo della
mano tenta di cancellare gli errori, imprime di nuovo con il
carboncino, premendo con forza al punto di scheggiarlo.
Torna alla spazzatura. Apre pezzi di carta con fare
frenetico, di chi cerca qualcosa di chiaro.
4.
4 INT.SERA - CASA DI DAVID
Qualcuno bussa alla porta. David, con calma, si alza ad
aprire. Davanti a lui Sara, con una bottiglia di vino tra le
mani.
SARA
(vivace, un po’ invadente, non
dà a David il tempo di
parlare. Entrando in casa)
(suoni ovattati e confusi)
Hey, ma ciao! Ero a casa di
Leonardo, hai presente chi è, no?
(con disdegno) C’era una festa, un
po’ di gente, però (pausa)
sinceramente credevo di trovarmi in
una situazione diversa, invece
(pausa) una noia! Per fortuna che
tu sei sempre qui. (si gira verso
David flirtando pagliacciamente)
Beviamo?
David chiude la porta. Guarda Sara impassibile e rivolge
nuovamente lo sguardo verso i suoi disegni. (voce di SARA,
suoni ovattati, non ben distinti) Sara cerca due bicchieri.
SARA
(cercando i bicchieri)
Ma come fai a vivere in questo
caos?
Sara prende due bicchieri dalla credenza. Li guarda in
controluce controllando che non siano impolverati. Stappa il
vino e lo versa. Si avvicina a David e gli porge uno dei due
bicchieri. David prende il bicchiere e se lo avvicina alla
bocca.
SARA
Aspetta
David si blocca.
SARA
(facendo tintinnare i
bicchieri)
Alla nostra.
David accenna un sorriso. Bevono un sorso. Sara guarda i
disegni sul tavolo. Ne prende uno e lo guarda, piegando il
capo a destra e a sinistra. David glielo sfila dalle mani.
(CONTINUA)
(SEGUE) (2) 5.
DAVID
(serio. Camminando verso la
parete che ospita i disegni)
Non è completo
6.
5 INT.NOTTE - CASA DI DAVID - CAMERA DA LETTO
David e Sara sono nel letto. David dorme. E’ sdraiato su un
fianco, dando le spalle a Sara. Indossa gli occhiali. Sara è
sveglia e nota che David indossa gli occhiali. Si volta
verso il ragazzo, fa un sorrisetto e gli toglie gli occhiali
e li poggia sul comodino.
7.
6 INT.GIORNO - CASA DI DAVID - CAMERA DA LETTO
David apre gli occhi. Sbatte le palpebre. Strizza gli occhi.
(Gioco di focus sugli oggetti). Le pareti sono illuminate
dalla luce solare. Dall’esterno provengono forti rumori. Il
traffico. Le urla dei bambini. Si volta verso Sara, ancora
addormentata. Scruta il volto della ragazza e lo sfiora con
l’indice. Si avvicina a lei, odora i suoi capelli e la sua
pelle. Sara si sveglia e sorride. Si alza per andare a farsi
una doccia. (Inizia progressivamente il flashback sonoro con
il rumore dell’acqua). David si volta verso la finestra. Si
alza e si avvicina al vetro. I rumori esterni si
amplificano. Si tappa le orecchie. Si volta verso la parete
con i disegni, che vede come macchie nere. Cerca un contatto
con ciò che ha disegnato. Percorre le sagome con l’indice,
tocca il loro interno, sfuma i contorni. Sembra giunto a una
nuova consapevolezza negativa. Sta ricordando. Inizia a
staccare uno dopo l’altro i fogli con violenza. Sara esce
dal bagno, gli si avvicina.
SARA
(porgendogli gli occhiali)
Forse hai bisogno di questi?
Scappo, che sono già in ritardo.
Ciao
Sara apre la porta velocemente. Mentre la sta chiudendo,
David le parla.
DAVID
(in tono liberatorio)
Sara è colpa mia
Sara si blocca un attimo prima della chiusura della porta.
SARA
Cosa?
DAVID
No, niente
Sara chiude la porta dietro di sé.
8.
7 INT.SERA - CASA DI DAVID
La porta di casa è socchiusa. Il viso di Sara fa capolino.
SARA
(impaurita)
David? David ci sei?
Nessuno risponde. Sara entra indugiando. L’abitazione è
semivuota, è stata abbandonata. Tutti i disegni che la
riempivano non ci sono più; nemmeno David è presente. Sul
tavolo una risma di fogli di carta. Sara ispeziona
l’appartamento in cerca di un segno, di una qualsiasi
spiegazione, finché non scorge il mucchio di fogli.
Incredula, lo prende in mano lentamente e inizia a sfogliare
le immagini disegnate, secondo l’ordine in cui sono state
messe l’una sopra l’altra. (flashback sonoro, vd scena 5) Le
immagini che scorrono tra le dita di Sara, proiettano nei
suoi occhi la storia di due bambini che giocano a tuffarsi
dagli scogli. Le immagini si fanno sempre più cupe, nervose,
marcate quasi a bucare i fogli. Un bambino spinge per gioco
l’amico, che precipitando da uno scoglio troppo alto sbatte
la testa perdendo la vita. I fogli cadono dalle mani di
Sara.
STRETTA DEI DISEGNI SUL PAVIMENTO.
Nero.
FINE

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Welcome David - a short movie

  • 1. Welcome David di Alessia Ciriello, Paola Favari, Erica Stefani e Viviana Cammalleri
  • 2. 1 INT.GIORNO - CASA DI DAVID - CAMERA DA LETTO David è sdraiato sul letto della sua camera, dorme. Gli arti magri sono piegati in una forma poco simmetrica. E’coperto solo da un paio di mutande bianche, tendenti al grigio. Solleva le palpebre, lentamente, lasciando che un raggio di sole gli ferisca le pupille. Gli occhi sono schermati da occhiali apparentemente storti, stretti, più piccoli del suo viso, graffiati, vissuti. Occhiali fondamentali per David, ma che esteticamente non gli appartengono. David avvicina il dito indice al viso, lo fa scorrere lungo il naso e proseguire lungo quel ponte di celluloide che segna la distanza tra gli angoli degli occhi. L’accarezza delicatamente, poi applica una pressione tale da far cedere la pelle del naso e negare alle ciglia la loro naturale curvatura. Si alza in piedi, fa qualche passo verso la finestra, lo sguardo fermo in un luogo indefinito oltre il vetro, tra un punto e un altro, in uno spazio di mezzo. D’improvviso afferra un lembo di tenda e con un gesto deciso se la chiude davanti, riduce le distanze tra sé e ciò che vede. Si volta, fissa il letto il tempo necessario per dire al suo corpo che è lì che deve recarsi. Si siede al bordo del materasso, sporto in avanti. Si sfrega le mani mentre lo sguardo percorre le dita sporche di carboncino, segue le ginocchia, i piedi, oltre i piedi, segue l’ombra che lo conduce a un foglio. Due fogli, tre fogli, quattro fogli, cinque fogli, sei, dieci, venti, cento, di più. Silhouette umane disegnate a carboncino. Macchie antropomorfe in nero. Il corpo immobile mentre gli occhi analizzano i disegni uno ad uno, da sinistra a destra, dall’altro al basso. Con un sospiro si alza, va verso la toilette. Accende una luce al neon, apre il rubinetto e si sfrega le mani nel lavabo per far colar via l’impasto di acqua e carboncino. Mentre serra le palpebre, sfila delicatamente gli occhiali poggiandoli sulla mensola a lato. Si sciacqua il viso raccogliendo l’acqua nelle mani unite a cucchiaio. Allunga una mano sul porta asciugamani e stringe le dita a pinza cercando di afferrarne uno. Dopo essersi asciugato il viso, posa l’asciugamano sul lavabo in cerca degli occhiali lì dove li aveva poggiati. Li indossa con entrambe le mani, con un sospiro riapre gli occhi lentamente, mentre li muove su e giù per ritrovare il posto di sempre. Si porta il dito indice al centro degli occhiali e li preme contro il naso. Guarda la sua immagine riflessa per un paio di secondi e va via.
  • 3. 2. 2 INT.GIORNO - CASA DI DAVID - CUCINA La cucina, come il resto dell’abitazione, è in penombra. La porta è aperta e sopra i fornelli la luce è accesa. David va dritto verso il fornelli. E’ rimasto del caffè nella moka. Afferra una tazzina sporca nel lavandino, nascosta tra un piatto, due bicchieri e qualche pennello. Mentre versa il caffè, nota una delle sue silhouette di uomo all’altezza del suo sguardo, la studia e se la porta al tavolo. Beve il caffè continuando a fissare il disegno, corruga impercettibilmente le sopracciglia, immerge un pennello nella tazzina di caffè e con aria disinteressata riempie gli spazi scoloriti del disegno, ne delimita i contorni.
  • 4. 3. 3 INT.GIORNO - CASA DI DAVID E’ il tramonto. David è chino sul tavolo, seduto su un piccolo sgabello bianco, le gambe incrociate davanti. E’circondato di fogli con silhouette nere, più grandi, più piccole. Alcuni sono nella spazzatura stropicciati. Alza la testa e volge lo sguardo verso il muro tappezzato di disegni tenuti su da uno spillo ognuno. Preme gli occhiali sul naso con il dito indice. Guarda i fogli uno dopo l’altro, segue i disegni con gli occhi, crea traiettorie frenetiche con le pupille. Con l’aria di chi ha scoperto qualcosa, si accascia raccogliendo dalla spazzatura uno dei fogli, lo apre e lo accosta a quelli che stava fissando, uno ad uno. Con il carboncino aggiunge dei dettagli alle forme antropomorfe, la testa più tonda, le gambe più lunghe. Con il palmo della mano tenta di cancellare gli errori, imprime di nuovo con il carboncino, premendo con forza al punto di scheggiarlo. Torna alla spazzatura. Apre pezzi di carta con fare frenetico, di chi cerca qualcosa di chiaro.
  • 5. 4. 4 INT.SERA - CASA DI DAVID Qualcuno bussa alla porta. David, con calma, si alza ad aprire. Davanti a lui Sara, con una bottiglia di vino tra le mani. SARA (vivace, un po’ invadente, non dà a David il tempo di parlare. Entrando in casa) (suoni ovattati e confusi) Hey, ma ciao! Ero a casa di Leonardo, hai presente chi è, no? (con disdegno) C’era una festa, un po’ di gente, però (pausa) sinceramente credevo di trovarmi in una situazione diversa, invece (pausa) una noia! Per fortuna che tu sei sempre qui. (si gira verso David flirtando pagliacciamente) Beviamo? David chiude la porta. Guarda Sara impassibile e rivolge nuovamente lo sguardo verso i suoi disegni. (voce di SARA, suoni ovattati, non ben distinti) Sara cerca due bicchieri. SARA (cercando i bicchieri) Ma come fai a vivere in questo caos? Sara prende due bicchieri dalla credenza. Li guarda in controluce controllando che non siano impolverati. Stappa il vino e lo versa. Si avvicina a David e gli porge uno dei due bicchieri. David prende il bicchiere e se lo avvicina alla bocca. SARA Aspetta David si blocca. SARA (facendo tintinnare i bicchieri) Alla nostra. David accenna un sorriso. Bevono un sorso. Sara guarda i disegni sul tavolo. Ne prende uno e lo guarda, piegando il capo a destra e a sinistra. David glielo sfila dalle mani. (CONTINUA)
  • 6. (SEGUE) (2) 5. DAVID (serio. Camminando verso la parete che ospita i disegni) Non è completo
  • 7. 6. 5 INT.NOTTE - CASA DI DAVID - CAMERA DA LETTO David e Sara sono nel letto. David dorme. E’ sdraiato su un fianco, dando le spalle a Sara. Indossa gli occhiali. Sara è sveglia e nota che David indossa gli occhiali. Si volta verso il ragazzo, fa un sorrisetto e gli toglie gli occhiali e li poggia sul comodino.
  • 8. 7. 6 INT.GIORNO - CASA DI DAVID - CAMERA DA LETTO David apre gli occhi. Sbatte le palpebre. Strizza gli occhi. (Gioco di focus sugli oggetti). Le pareti sono illuminate dalla luce solare. Dall’esterno provengono forti rumori. Il traffico. Le urla dei bambini. Si volta verso Sara, ancora addormentata. Scruta il volto della ragazza e lo sfiora con l’indice. Si avvicina a lei, odora i suoi capelli e la sua pelle. Sara si sveglia e sorride. Si alza per andare a farsi una doccia. (Inizia progressivamente il flashback sonoro con il rumore dell’acqua). David si volta verso la finestra. Si alza e si avvicina al vetro. I rumori esterni si amplificano. Si tappa le orecchie. Si volta verso la parete con i disegni, che vede come macchie nere. Cerca un contatto con ciò che ha disegnato. Percorre le sagome con l’indice, tocca il loro interno, sfuma i contorni. Sembra giunto a una nuova consapevolezza negativa. Sta ricordando. Inizia a staccare uno dopo l’altro i fogli con violenza. Sara esce dal bagno, gli si avvicina. SARA (porgendogli gli occhiali) Forse hai bisogno di questi? Scappo, che sono già in ritardo. Ciao Sara apre la porta velocemente. Mentre la sta chiudendo, David le parla. DAVID (in tono liberatorio) Sara è colpa mia Sara si blocca un attimo prima della chiusura della porta. SARA Cosa? DAVID No, niente Sara chiude la porta dietro di sé.
  • 9. 8. 7 INT.SERA - CASA DI DAVID La porta di casa è socchiusa. Il viso di Sara fa capolino. SARA (impaurita) David? David ci sei? Nessuno risponde. Sara entra indugiando. L’abitazione è semivuota, è stata abbandonata. Tutti i disegni che la riempivano non ci sono più; nemmeno David è presente. Sul tavolo una risma di fogli di carta. Sara ispeziona l’appartamento in cerca di un segno, di una qualsiasi spiegazione, finché non scorge il mucchio di fogli. Incredula, lo prende in mano lentamente e inizia a sfogliare le immagini disegnate, secondo l’ordine in cui sono state messe l’una sopra l’altra. (flashback sonoro, vd scena 5) Le immagini che scorrono tra le dita di Sara, proiettano nei suoi occhi la storia di due bambini che giocano a tuffarsi dagli scogli. Le immagini si fanno sempre più cupe, nervose, marcate quasi a bucare i fogli. Un bambino spinge per gioco l’amico, che precipitando da uno scoglio troppo alto sbatte la testa perdendo la vita. I fogli cadono dalle mani di Sara. STRETTA DEI DISEGNI SUL PAVIMENTO. Nero. FINE